Il Giappone: squisita raffinatezza

Il mio viaggio in Giappone è stato ispirato da Will…si’, Ferguson, l’autore di “Autostop con Buddha”, il quale l’ ha attraversato in autostop seguendo la fioritura dei satura.
Scritto da: lula
il giappone: squisita raffinatezza
Partenza il: 05/08/2009
Ritorno il: 19/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Il mio viaggio in Giappone è stato ispirato da Will…Si’, Ferguson, l’autore di “Autostop con Buddha”, il quale l’ ha attraversato in autostop seguendo la fioritura dei satura. Io purtroppo non sono andata in primavera ma nella stagione meno ideale per visitarlo: la calda, umida estate! Il Giappone è un paese che mi ha stupito (positivamente): è al di la’ della nostra cultura occidentale, non solo geograficamente ma anche come mentalità… Questo popolo dalla pelle candida e dagli occhi neri allungati è custode di una cultura millenaria ed allo stesso tempo aperto al futuro; è serio e stakanovista ma anche ironico ed infantile; vive in quartieri frenetici ma con angoli “zen”… (bellissimo il giardino roccioso del Tempio Ryoanji a Kyoto) Il rispetto e la cortesia dei giapponesi sono lodevoli, cosi’ come la mancanza di delinquenza. In Giappone la “proibizione” è generale ed è dettata da leggi non scritte e forse per questo ancora piu’ rigide. Ma la caratteristica che piu’ mi ha colpito è la raffinatezza.

Le donne giapponesi sia che siano vestite “da ufficio” con i loro ombrellini para-sole e i guanti come tante Haudrey-Hupburn in “Colazione da Tiffany”, sia che siano Gothic Lolita” hanno uno stile raffinato che incanta.

Questo loro gusto estetico lo esprimono anche nel presentare i piatti, che sembrano uguali alle riproduzioni in plastica che sono esposte nelle vetrine dei ristoranti, da concorrenza alla nouvelle cuisine… persino i “bento” (simili ai nostri cestini da pic nic, si trovano soprattutto nei bistrot delle stazioni ferroviarie) sono uno spettacolo per la vista e il palato! La cucina giapponese è un vero e proprio caleidoscopio di sapori, è sana, dietetica, con ingredienti freschissimi, gli imperdibili “sushi”, “sashimi”, “tempura”, le varietà di “saba” e “ramen”…Nulla di piu’ squisito! Senza nemmeno spendere somme eccessive.

Un’esperienza unica è mangiare ostriche crude a colazione al Mercato Tsukiji di Tokyo! Per quanto riguarda i trasporti, i collegamenti ferroviari sono ottimi (con il Japan Rail Pass si possono usare quasi tutti gli shikansen) e gli spostamenti sono agevoli anche se non si conosce la lingua.

A tal proposito, l’unico neo sono le informazioni: i giapponesi sono cortesi, rispondono sempre con il sorriso, ma non sono in grado di aiutarvi se gli chiedete un’indicazione! Il Giappone è molto verde, il paesaggio assomiglia un po’ alla Svizzera, non fosse per le cicale…Ce ne sono ovunque, con suoni differenti ma costanti…Se dovessi scegliere un sottofondo per il viaggio, metterei sicuramente un cicaleccio.

Tokyo è la città dai grandi grattacieli che svettano tra i quartieri di Akibara, Shibuya, Shinjuku, Roppongi, ma anche dei parchi (Yoyogi), dei templi (Meji, dove ho assistito ad un matrimonio tradizionale: bellissimo!).

Se ci si mette all’incrocio di Shibuya a Tokyo si puo’ osservare la moltitudine di persone che transitano e catturare attraverso l’obbiettivo le diverse tipologie di giapponesi: dalle persone con il kimono (o meglio yukata), ai punk, alle ragazze vestite da maid. Qui tappa obbligatoria è Mandrake, il piu’ grande e fornito Manga shop di Tokyo. Se invece ci si vuole immergere nell’epoca dei samurai (è li’ una delle location del film “l’Ultimo Samurai”), si puo’ visitare il Castello di Himeji, a 1 ora di treno da Tokyo; fuori dalla stazione affittano biciclette gratis e quindi potrete pedalare lungo il viale alberato che porta a questo bellissimo castello.

Kyoto invece è meno “futuristica”, con angoli che conservano ancora il fascino dell’antico Giappone.

Se volete immergervi nelle tradizioni, da non perdere la cerimonia del tè (“cha no yu”: acqua calda per il te) nella quale si mescolano religiosità ed estetica, quest’ultima basata su tre parole chiave: “sabi”: severo, “shibui”: modesto e “wabi”: melanconico.

Consigliata è una tea house lungo la “Passaggiata dei filosofi” a Kyoto, nei pressi del “Padiglione d’Argento” dove la maestra della cerimonia del te’ vi servirà il tè macha con dolcetti ripieni di fagioli rossi dolci, con la dovuta indulgenza verso i “gaijin” (stranieri).

Kyoto è migliore di sera, quando le lanterne dei templi sono accese e i vicoli lungo il fiume Sumida si riempiono di persone che vanno a cena nei tipici ristorantini del quartiere Gion. Si respira un’atmosfera da film “Memorie di una Geisha”…Se avrete la possibilità di indossare un kimono da ”maiko” potreste scoprire una parte della vostra personalità che non conoscevate… Set del famoso film, nonché copertina della Lonely Planet è il Santuario Fushimi Inari Taisha, poco fuori da Kyoto: i suoi torii arancio hanno una prospettiva fantastica e nel percorso lunghissimo fino alla cima del monte Inari (divinità del riso) vi accompagneranno come messaggeri le statue delle volpi (kitsune).

A proposito di templi, in Giappone ce ne sono sia shintoisti che buddisti, non c’è conflitto tra le due filosofie. Quelli buddisti vengono chiamati O-Tera e solitamente sono molto piu’ grandi e piu’ ricchi di quelli shintoisti; prima dell’ingresso ci sono spesso piu’ lanterne. A tal proposito, da non perdere il 14 agosto la festa delle 10.000 lanterne a Nara, in cui la sera tutte le lanterne dei templi vengono accese e la cittadina si trasforma in un luccichìo di luci davvero suggestivo! A fianco degli O-Tera sorgono spesso “To” o pagode solitamente a 5 piani (a rappresentare aria, fuoco,terra, acqua e vento) o a 3 (passato, presente e futuro).

Nelle vicinanze degli O-Tera si vedono con frequenza le statue raffiguanti le divinità Jizo addobbate solitamente con bavaglini rossi, per ricordare i bambini morti.

Nessuno degli aspetti della cultura giapponese,dalla cerimonia del tè al giardino, dal teatro Noh all’Ikebana e persino alle arti marziali e al sumo, è esente da una fortissima carica spirituale che trova sempre la sua apoteosi in un ineffabile senso di comunione con la natura.

Il mare nei dintorni di Tokyo (Kamakura) o di Hiroshima non è certo caraibico, ma ha un suo fascino per le maree (attenzione: se tutti escono improvvisamente dall’acqua non è perché sta arrivando uno squalo ma per la marea che si sta alzando…!).

Se desiderate fare un tuffo nel Giappone dell’elegante epoca dei Daimyo, una notte in un “ryokan” (albergo tradizionale giapponese) è quello che fa per voi. Le camere hanno il pavimento ricoperto di “tatami” ed il mobilio è costituito solamente da un tavolo basso e da porte scorrevoli; si dorme sul futon che viene srotolato la sera dalle cameriere; i pasti sono generalmente serviti nelle camere ed è messo a disposizione uno “yukata”, kimono informale di cotone a motivi bianchi e blu comunemente indossato all’interno dei ryokan.

Di queste sistemazioni ce ne sono sull’isola di Miyajima, dove vale la pena di salire sul Monte Misen e visitare il Tempio Daisho-in, magari dopo una sosta per un’abbuffata di ostriche (qui le coltivano, sono davvero ottime!).

Qui finisce il mio viaggio; sono sopravvissuta al terremoto, all’afa estiva, ai 50°C dell’onsen, alle sbronze di sakè… ho passato dei momenti indimenticabili. Grazie Mr.Wiky!!



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