Il ghepardo fa le fusa
E così abbiamo fatto anche questa volta. In 6 mesi abbiamo studiato un sacco di racconti di viaggio, cercato siti su internet, chiesto informazioni in agenzia e preparando un itinerario ad hoc per noi due siamo partiti.
I due siamo io e mio marito Massimiliano , amanti dei paesaggi d’Africa e della sua magia.
Il viaggio è stato preparato da me , scegliendo le tappe che più potevano interessarci. Ho prenotato il viaggio aereo e la riserva privata in agenzia, perché il periodo ( le loro vacanze estive ) lo richiedeva, ma il resto l’ho prenotato su internet.
..E siamo partiti… 20 gennaio 2006 La partenza questa volta finalmente è da Bologna.E’ davvero una giornata invernale qui in Italia che ci saluta. C’è una brina questa mattina che sembra che una nevicata abbia imbiancato tutte le colline. Non c’è troppo traffico in autostrada, è venerdì.Arrivati in aeroporto ci guardiamo attorno, non sembra ci sia troppa fila. Ci portiamo al check-in , incartocciamo le nostre 2 valigie e le imbarchiamo verso Francoforte e cape town.Passiamo i controlli e ci mettiamo a sedere in sala d’attesa. C’è abbastanza traffico per il volo lufthansa per Francoforte. Il tempo fuori è ancora incerto.Prendiamo l’aereo per Francoforte.Arrivati in Germania le nostre valigie sono già verso la meta, noi invece dobbiamo fare il check-in fuori dall’area di transito, al banco della SSA, giriamo e rigiriamo ( l’aeroporto è immenso e il banco della SSA è dalla parte opposta) .
Il volo è già quasi pieno e a noi toccano i posti al centro. Poco male, dopotutto il viaggio sarà di notte.L’aereo aspetta sulla pista. Sulla coda sventola la bandiera Sudafricana. Siamo pronti!! Partenza per Cape town ore 17:00.
21 gennaio 2006 Il volo è stato come sempre buono, l’SSA è davvero un’ottima compagnia aerea. Partire in primo pomeriggio da Francoforte comporta il fatto di essere a Cape town alle 5 del mattino.
Siamo atterrati a Cape town alle prime luci dell’alba. Davvero impressionante . Le luci soffuse del mattino danno una luce magica a tutto quello che è attorno a noi. Anche un aeroporto può sembrare bello. Non c’è confusione attorno. L’aeroporto non è trafficato come Johannesburg , sembra che ci siamo solo noi.Le luci azzurrate attorno permettono di avere la prima vista della tavola. Ovviamente da dietro , nessuna sagoma che si staglia perfettamente all’orizzonte, la parte dietro , un piccolo assaggio di quello che ci si sta preparando per i prossimi giorni.
Ho sognato talmente tanto di essere qui. Quante volte dopo aver letto un libro di Wilburn Smith, oppure mentre preparavo il viaggio, oppure ancora durante un documentario , ho pensato di trovarmi qui al suo cospetto. Una meraviglia naturale che ti fa capire immediatamente dove sei. Che ti fa pensare che sei davvero dall’altro capo del mondo, ai margini dell’emisfero, nell’ultima propaggine dell’Africa.E io sono qui. Il mio sogno inizia a delinearsi davanti a me. Sono davvero nella mia africa. Sono davvero all’inizio del mio viaggio. Chissà cosa si prepara per noi…
Lasciamo la pista assonnata e ci dirigiamo con il bus verso il terminal.
Ci sono solo i passeggeri del nostro volo a sbrigare le formalità. Poco traffico confronto alla prima volta che siamo sbarcati a Johannesburg, in transito per il botswana.In pochi minuti passiamo al di la della dogana. Siamo in sud africa.Raccogliamo le valigie e siamo pronti.Scopriamo che l’ aeroporto si trova dall’altra parte della città, proprio dietro la montagna della tavola. Per giungere in città si passa attraverso le town ship. Già dalla prima occhiata paiono enormi. Qui è ancora tutto addormentato non si vedono tante persone in giro. Al primo mattino le persone che abitano qui iniziano a cercare un trasporto verso la città .Ci immergiamo nel traffico e ci muoviamo sull’autostrada.Arrivati a cape town la sensazione è strana . È una città non grandissima, piena di edifici moderni intervallati da edifici più antichi uniti da grandi strade.In pochi minuti arriviamo al nostro hotel, il Victoria Junction.Da fuori sembra una mezzania tra un edificio moderno e parti antiche.Saliamo nella hall. L’interno è bello, molto moderno. Diamo un occhiata dalla finestra, che da sulla strada circostante, alziamo gli occhi e abbiamo una piccola visione sulla tavola, giusto un pezzetto, ma ti da l’idea che tu ora sei in africa!Alle 10 abbiamo appuntamento all’Avis per prelevare la nostra macchina, ma chissà dovè che dobbiamo andare!!Prendiamo un taxi davanti all’hotel .L’avis era giusto a 100mt dal nostro hotel!!!!Aspettiamo in fila il nostro turno, compiliamo i moduli e ci presentano la nostra nuova auto. Nel frattempo abbiamo trovato sul bancone dell’avis la nostra prima cartina del capo. Con stradario di cape town e cartina dettagliata della zona che sarà la nostra guida per la prossima Una ford ikon dorata!!E che è una ikon? Be , a descriverla si direbbe una unione tra il muso della fiesta e il retro della escort. Comunque è carina, pulita e molto spaziosa. Anche il bagagliaio dietro è una sorpresa, ci aspettavamo una macchina molto più piccola, qui anche le nostre valigie staranno comode e larghe!!Massimiliano inizia a provare la macchina con guida dalla parte sbagliata, per noi.Per fortuna possiamo provarla con tranquillità nelle strade secondarie.Subito è un po strana la guida, ma poi sembra tranquillo e si muove con sicurezza.Passiamo anche dal centro. Qui pare si stia preparando una festa. Siamo ancora nel periodo del carnevale locale, e qui si stanno preparando i gruppi che sfileranno per la città , mascherati e pieni di strumenti musicali per ballare e cantare. Sembrano tipo le sfilate del carnevale di new orleans .Bande musicali colorate, bimbi e adulti con strumenti musicali che si preparano a ballare per le strade.Decidiamo che possiamo tornare nelle strade più frequentate e ci portiamo verso la zona del porto. Il Victoria & Alfred Waterfront.Entriamo nel centro. Davvero meraviglioso. Un centro commerciale a 2 piani. Il Victoria & Alfred Waterfront è in realtà il vecchio porto, la parte mercantile, con i magazzini è stata ripulita e rimessa a posto , oggi è un allegro centro commerciale all’aperto, pieno di negozi e ristoranti, con artisti all’aperto e davvero molto carino.Cambiamo i nostri primi rand all’ufficio di cambio ( 1 euro = 7,2 rand).E cominciamo a gironzolare per il centro.Ci sono davvero dei negozietti splendidi, potrei portarmi tutto a casa!!!! Fuori dall’edificio abbiamo la prima visione totale sulla table mountain senza nuvole. Ora si che mi sento di essere arrivata in fondo all’Africa. Mi sembra di essere giunta esattamente all’interno di una delle descrizioni dei libri di Willy (un po come era successo a Victoria falls).
Facciamo un giro del porto, arriviamo al Pier dell’imbarco per Robben Island . Nella mia tabella di marcia effettivamente avremmo dovuto andare a vedere la prigione di Mandela, ma siamo davvero stanchini e preferiamo rimanere qui a far nulla e immergerci in questa nuova atmosfera e rimandare la visita, se possibile fra 2 giorni oppure per la prossima volta.Una sorpresa ci attende.Che cosa sono questi rumori che provengono dall’argine sotto di noi? Leoni marini, a 2 metri da noi!!! Favolosi!!!!Sono qui protetti dai turisti da un vetro e se la godono un sacco. Loro possono tuffarsi in mare, e noi siamo qui a guardarli. Prendo la macchina fotografica e inizio a scattare senza fermarmi. Sono carinissimi, ce ne sono ovunque. Sulla banchina, in mare, sulle gomme dall’altra parte del porto. Bellissimi!!!E’ incredibile come loro siano qui tranquilli mentre la gente li osserva dal ristorante e dalla riva. Questa è la meraviglia del sud africa: animali ad un passo dall’uomo, come se fosse una cosa più naturale di questo mondo, cosa assolutamente assurda qui da noi.
Decidiamo che è ora di mangiare qualcosa, abbiamo visto qualche ristorante di pesce. Torniamo indietro e andiamo a “Fish market”.Cena a base di calamari. Scopriamo per la prima volta quanto siano abbondanti i piatti in questo paese. Non c’è bisogno di ordinare il contorno, il piatto è unico con contorni, riso ecc. Abbondantemente meraviglioso!!! (pranzo rand 200)Passiamo il resto del pomeriggio a goderci la quiete del porto, su di una panchina, guardando il ponte mobile che si alza al passaggio delle barche, il via vai della gente, e i leoni marini che giocano.Per cena decidiamo di fermarci in una caffetteria che avevamo visto nel giro di perlustrazione .Hanno delle bellissime torte. Optiamo per una torta , e quando arriva è una torta a 4 strati !!! Con una fetta di torta in 2 ceniamo (rand 40) 22 gennaio 2006 Domenica. Abbiamo deciso di passare la giornata a Lambert’s bay. Qui esiste una famosissima colonia di Sule del capo. Sono splendidi uccelli, coi piedi azzurri e gli occhi affusolati, un bellissimo manto bianco. Ho visto tante foto, vediamo se sono davvero così carine.Prendiamo la macchina dopo colazione, verso le 9. Dopotutto siamo di domenica, perché svegliarsi all’alba!!!Prendiamo la statale che ci porta fuori città, attraverso i sobborghi.Al di fuori della città le cose cambiano, tutto si fa campagna.I paesi diventano piccoli e molto sperduti.Siamo a gennaio, e il grano è già stato mietuto . I campi sono tutti di un giallo intenso. Il fieno è accatastato in balloni rettangolari a formare delle piramidi, molto interessanti!La strada è sempre dritta, sembra di girare per le stradone americane, dove per chilometri e chilometri non c’è nulla e la strada è sempre dritta davanti a te che divide il mondo in 2 parti.Vediamo per la prima volta i vigneti per cui il capo è tanto rinomato. Siamo lontano da Costantia e da Paarl, ma anche qui ci sono grandi tenute. Alcune con nomi italiani, tipo “bella vita” sintomo che anche qui sono giunti gli immigrati italiani.
I vigneti non sono certo come quelli italiani, qui iniziano su di una collina e continuano ininterrotti per le successive 3 o 4!!! E le tenute poi, sono immense, iniziano sulla strada con grandi cancelli e si profilano sulla collina come ville da mille e una notte.Mi sa che Massimiliano ci ha fatto un pensierino a venire qui a fare l’agricoltore!!!!I campi si succedono , i mulini a vento segnano i pozzi per la raccolta dell’acqua, mandrie di mucche, pecore e struzzi pascolano qua e la.
La cosa che mi ha stupito davvero molto è il fatto che tutti i campi sono recintati, ovunque la terra è delimitata, è una cosa che ci accompagnerà da qui al mpumalanga.
Facciamo la prima conoscenza delle abitudini alla guida dei sudafricani: quando una macchina va piano, si sposta verso il bordo e lascia passare quella che viene dietro, che la ringrazia con le 4 frecce, mentre la sorpassata lampeggia . Qui sono tutti gentili, anche in macchina!!! Passata la zona del grano e dei vigneti si passa al cederberg.
E’ come essere in Sicilia, file e file di agrumeti si susseguono. Il sud africa è sempre più strano!! Lasciamo la statale che congiunge Cape town con la Namibia e prendiamo la strada che ci porta al mare.Anche qui la strada è sempre dritta.Arriviamo a Lambert’s Bay verso mezzogiorno.Non fatichiamo molto a trovare Bird’s island.Lasciamo la macchina e decidiamo se andare subito a pranzo o dedicarci alla scoperta dell’isola.Decidiamo per il pranzo, qui fa molto caldo ora…Il ristorantino proprio sul porto si chiama da Isabella, c è già molta gente, è pare che sia prenotato il rimanente. C’è un posto libero fino all’1 e 30, decidiamo per quello e ci sediamo nella veranda del ristorantino.L’interno pare molto insolito, c’è un tappeto di gusci di conchiglie al posto del pavimento!!!Il servizio è come sempre molto pulito . Decidiamo per i calamari e il lane fish.Purtroppo mi dicono che l’aragosta non ce l’hanno.Tutto ottimo e abbondante come al solito. Finiamo con und dessert a base di menta, squisito e , dopo aver usufruito dei servizi ci dirigiamo verso l’ingresso.Bird island è attaccata alla terraferma da un lungo frangiflutti.
Iniziamo a percorrerlo e ci accorgiamo che tutto intorno a noi ci sono colonie di uccelli di ogni specie, dai più grandi ai più piccini.Facciamo mille foto e ci dirigiamo verso l’osservatorio delle sule.Qui la sgradita sorpresa, le Sule ora sono in volo per procurarsi il cibo. Chissà quando decideranno a scendere!!!Approfittiamo del piano rialzato, per curiosare intorno, di fronte a noi c è un’altra isoletta di scogli piena di foche. Pare che questa colonia stia uccidendo le sule, la cui colonia stà diminuendo a vista d’occhio, e sono preoccupati per la sua estinzione.
Facciamo il giro dell’isola e arriviamo al piccolo faro sulla punta. Qui ci sono i pescatori che mettono a posto le reti sulle navi. Il porto di lambert’s bay è molto rinomato per i suoi pescatori di aragosta.Arriviamo al centro informazioni turistiche, dove c’è anche un piccolo ambulatorio per i pinguini e gli uccelli feriti.Qui vediamo i nostri primi 2 pinguini. Sono piccini, e molto buffi.
Torniamo verso l’osservatorio per vedere se qualche sula ha pensato bene di scendere, ma sono ancora tutte via, possiamo solo vedere le foto attaccate ai muri. Loro sono lassù che svolazzano in tondo, ma non sembrano molto convinte di voler scendere.
Guardiamo l’orario, sono ormai le 4:30, si sta facendo tardi, ci aspettano un paio di orette di macchina per cape town.Sul frangiflutti vediamo una foca che stà addentando un’aragosta…Be , qualcuno almeno oggi ha avuto la sua aragosta per pranzo!!!Diamo un ultima occhiate alla sule che volteggiano in cielo, facciamo una foto così da lontano, firmiamo il libro degli ospiti e torniamo verso la macchina.La strada verso il ritorno è affascinante come all’andata.Arriviamo a Cape Town verso le 7:30, in tempo per la cena.Ci dirigiamo verso il waterfront e scegliamo cosa mangiare stasera.Dopo tanto pesce decidiamo per la carne stasera.Ci sediamo allo Spur ( una catena che propone mangiare tipicamente americano, con grandi portate di carne). Ceniamo sul balcone con il waterfront al tramonto ai nostri piedi.Filetto al pepe verde con abbondante contorno per meno di 9 euro!!Davvero bello. Le piazzette si stanno animando , voci e canti si iniziano ad alzare.Il bello del waterfront è che non è solo turistico, tutti gli abitanti di Cape town si ritrovano qui, quindi incontri tantissima gente e non solo turisti.Facciamo un giretto dopo cena e ritorniamo al nostro hotel.
23 gennaio 2006 Lunedì. Oggi è la giornata dedicata alla città.
Ci dirigiamo in centro. Il castello do Buona Speranza è davanti a noi. Che sensazione strana. Ho letto di questo posto così tante volte nei libri di Willy che mi sembra di conoscerlo a memoria. Vedo i courtney arrivati dal mare, Sean che sta per essere impiccato su uno dei bastioni. E’ quasi reale. Mah, forse sarà il caldo che mi da alla testa!!!Entriamo e paghiamo il biglietto. La signora ci dice che sono quasi le 10 e fra poco si svolgerà la cerimonia dell’apertura della porta, ci conviene aspettare prima di cominciare il giro.Ci sediamo un attimo e lo spettacolino inizia.
Praticamente viene rappresentato il rituale con il quale il capitano delle guardie andava prima ad aprire le porte della casa del governatore e poi apriva il portone del castello.
La cerimonia finisce con lo sparo dal piccolo cannone, copia del cannone che si trova a Signal hill e che ogni mezzogiorno spara .Finita la cerimonia iniziamo il nostro giro.Il castello è a forma di stella. I governatori che si sono susseguiti hanno cambiato varie cose, aggiunto soprattutto quindi ora appare come una stella con al centro un ala che la divide in 2 parti.
Nel parco davanti alla casa del governatore pascolano i cavalli, bianchi, molto belli.
Iniziamo la visita proprio dalla casa del governatore. Abbiamo visto la stessa tendenza in tutto il Sud africa, hanno pochi pezzi, ma li espongono come se fossero cimeli preziosissimi, e quello che non hanno , ne fanno delle copie! La cosa più straordinaria dell’appartamento del governatore è sicuramente il piano di sopra, dove c’è il tavolo dei banchetti:un tavolo che è lungo quanto l’intero appartamento!!! Scendiamo e facciamo qualche foto di rito sulla scalinata ( le mie preferite ovviamente!!!) Iniziamo a fare il giro delle mura.Grandi, possenti e ben tenute ovviamente, questo forte non ha mai subito attacchi.Sui bastioni ci sono ancora i cannoni.
Da qui diamo un’occhiata alla meta del pomeriggio: la table mountain, anche da qui si vede la teleferica…Da brivido!!! Finito il giro torniamo al piano basso e andiamo a vedere il museo delle divise dell’esercito…Ovviamente tutte copie.Ci fermiamo un po ad osservare i cavalli al pascolo. Usciamo dal castello e ci incamminiamo in centro città seguendo l’itinerario della lonely planet.
Prima sosta è ovviamente il District six museum.Un museo fatto dai racconti delle persone che abitavano il distretto prima che le leggi razziali li costringessero ad andarsene nelle town ship.Racconti fatti di sofferenza, di piccole cose di vita quotidiana, di racconti, di foto, di piccoli ambienti ricostruiti.Il palazzo è in stile libery e il museo è su 2 piani, il secondo con una balconata che da sul piano basso.Al centro c’è una grande mappa del distretto sulla quale gli ex abitanti hanno lasciato la firma nel punto in cui abitavano.Ci sono 4 pilastri con i cartelli delle vie del vecchio distretto.Dal soffitto scendono grandi striscioni con ricamati sopra piccole cose scritte dai visitatori del museo.Il tutto è davvero impressionante, ti da una piccola idea di quello che veramente è successo qui, ma da più speranza che non presentare le vere atrocità che sono state commesse.
Siamo usciti e abbiamo ripreso la strada con un po di consapevolezza in più.Ci aggiriamo per il centro.Passiamo di fronte alle prigioni. Ci sono fuori donne che urlano per parlare con i loro famigliari li rinchiusi, sembra una scena di un film.Ci dirigiamo verso i Company garden.I giardini fondati dalla compagnia delle indie. Prima erano orti per produrre in loco le erbe e la verdura freschi per i loro rappresentanti. Poi si sono trasformati in veri e propri giardini, con piante immense e secolari, piccoli animali che li abitano e tanta gente che passeggia, si siede e chiacchiera. Di tutte le etnie. Bianchi neri, indiani. Nel capo c’è davvero un po di tutto.Facciamo un giretto per long street, la via della movida del capo, dove ci sono tutti i localini.Abbiamo deciso che mangiare 3 volte al giorno con le mega porzioni sudafricane può essere un po pesante, così ci limiteremo ad un pranzo-cena a metà pomeriggio, quindi continuiamo il giro.Svoltiamo al green market, il mercatino dell’artigianato e facciamo un po di compere. Qualche animaletto di perline.Ci sono tante cose carine che comprerei, ma siamo solo all’inizio del giro… Veniamo però abbagliati da alcuni animali fatti con le latte usate. Ci mettiamo a chiacchierare con uno di questi artisti, e alla fine decidiamo di acquistarne 2!!!Sono alti 1 metro ciascuno, come faremo a portarceli dietro???Be, affronteremo dopo il problema, sono troppo carini per non prenderli, e costano così poco: 20 euro l’uno.Torniamo alla macchina e ci prepariamo per la table mountain.Saliamo attraverso la strada collinare e parcheggiamo a lato della strada. Si parcheggia sul bordo e li ci sono i guardiani delle macchine che te le custodiscono in cambio di pochi rand. Ognuno ha il suo tratto di strada.Arriviamo alla funicolare.Inizia a darmi i brividi, ma sono arrivata fin quassù…Non c’è molta gente che sale, la funicolare è grande e vuoto.Ci mettiamo in un angolino, non voglio vedere.Il pilota sale con noi. Sembra rassicurante.Inizia a parlare dicendo di non ammassarsi tutti da un lato tanto la funicolare gira e tutti possiamo vedere. Come gira???????!!!!!!La funicolare parte ed inizia a girare in tondo.Oddio che paura!!! Mi sa che il pilota se la ride, ma io sono terrorizzata!!! Massimiliano dice che ci vogliono pochi minuti, a me sono sembrate ore.
Siamo arrivati per fortuna.Usciamo dall’edificio, il vento ci avvolge. Mamma che freddo!Hanno fatto uno splendido lavoro quassù dopo le ultime ristrutturazioni.Hanno fatto piattaforme recintate per vedere il panorama, e sentieri tutto intorno, con i cartelli con i tempi di percorrenza.Ne iniziamo uno, quello di media lunghezza, fa troppo freddo per fare quello lungo.Incontriamo un sacco di fiori quassù, sono magnifici, chissà che splendido deve essere in primavera il namaqualand con tutti questi fiori .Il panorama tutto intorno è spettacolare, si può vedere da robben island fino al capo di buona speranza.Davvero spettacolare.Ci fermiamo al centro della mountain, dove c’è anche il ristorante, è ora di pranzo per noi.C’è un grosso self service, ci prendiamo un paio di hamburger e un piatto di patatine fritte gigante.Ci mettiamo a mangiare davanti alla vetrata.Un panorama mozzafiato davanti a noi.Mi sembra davvero di stare a fare le cose che ho sognato da anni e anni!!!! Una giornata davvero perfetta.Decidiamo di scendere verso le 6.
La funicolare i è piena quando parte.La funicolare compie il suo giro durante la discesa, tutti ridono e scattano foto ( sono giapponesi).C’è un ultima cosa che vorrei fare prima di lasciare cape town: vedere il panorama della tavola da bloubergstrand.In mezz’oretta siamo fuori città e ci dirigiamo alla spiaggia.Peccato che la foschia abbia abbracciato la baia e il panorama perde un po , ma il tutto rende davvero l’idea di come vedevano i marinai il porto di buona speranza una volta finito il viaggio.Qui c’è un vento allucinante. I gabbiani in volo sembrano fermi.I ragazzi fanno surf e kite surf tra le onde, una petroliera è al largo sferzata dalle onde.
24 gennaio 2006 martedì. E’ arrivato il momento di lasciare Cape town.
Oggi ci dirigiamo verso il capo di buona speranza.Abbiamo deciso di fare tutto il giro del capo, vedere qualche faro e raggiungere buona speranza. Il primo faro è quello di cape town. Il mare ha portato molti sedimenti durante il corso degli anni. Il castello di good hope ad esempio era sul mare, mentre ora è in centro città, e lo stesso anche per il faro che si trova a qualche centinaio di metri dalla riva. E’ molto carino, a righe rosse e bianche, lindo, come un sacco di cose qui.
Strada facendo fiancheggiamo tutte le belle spiagge dove gli abitanti di cape town si spostano il fine settimana, dai posti più vips alle spiagge libero.Hanno aperto la chipman’s peek, la strada panoramica a pagamento, quindi decidiamo di raggiungere il capo da questa via.Si paga l’ingresso se vuoi percorrerla tutta, mentre se ti vuoi fermare nelle piazzole di sosta per il pic nic è gratuito, ma attenzione controllano sempre il pagamento a metà strada.
La strada è davvero panoramica, scavata nella roccia fra panorami splendidi e mare blu. Ci sono diverse piazzole per poter rimirare il bellissimo panorama e il picco del Sentinel davanti a noi.
Si arriva con questa strada a Kommetije.
Questo posto fuori dal mondo ha una enorme spiaggia bianchissima di qualche chilometro lontanissimo dal turismo, bianche e completamente deserte.
il faro bianco di kommetije ci saluta alto dalla strada ( secondo la guida è il faro più alto del paese).Strani cartelli si iniziano ad incontrare per la strada “Don’t feed baboons”Sono un po dappertutto. I babbuini li incontriamo sporadicamente.Arriviamo al parcheggio.
Lasciamo la macchina e ci guardiamo attorno. Ci sono molte macchine e persone che passeggiano. C’è una femmina dolcissima di babbuino che sta allattando un piccolo su di una macchina. E’ davvero carina!Non sembrano così aggressivi. Ad un tratto un rumore da dietro e un maschio arriva saltando da una macchina all’altra ( povera la nostra ikon, avrà le pedate stampate sopra!!).Il maschio raggiunge la femmina e si ferma ad osservare.Arrivano 2 signore , una di queste estrae una bottiglietta d’acqua dallo zaino. Il babbuino la vede e le si proietta contro cercando di strapparle la bottiglietta. Graffia la signora, prende la bottiglietta e se ne va solo quando uno dei guardiani arriva urlando con un bastone. La signora è sgomenta. Il guardiano la raccomanda di andarsi a far medicare all’infermeria, sai, non si sa mai.Ora capiamo bene il significato dei cartelli!!! Ci dirigiamo verso il capo.Anche qui fiorni di finboch tutto in torno, e qualche bontesbok lontano.
Continuando il sentiero incontriamo forse l’essere più simpatico che abbiamo conosciuto in Sud Africa.Proprio vicino un ponticello vediamo un cespuglio muoversi ed uscirne una piccola proravia. Era la prima che vedevamo di persona. Ma che musino carino!!!Stiamo a debita distanza perché non scappi. Lei ci guarda, ma poi continua il suo lavoro. Sembra che non abbia poi cosi paura di noi.
Ci avviciniamo piano piano ed iniziamo a fare le foto. Dai bordi iniziano a spuntarne altre, anche dei cuccioletti, ma che carini sono. Dalla gran paura che hanno una inizia a girarmi sulle scarpeRiprendiamo la strada per il capo tra le proravie che ci guardano dalle tane.
Arriviamo finalmente alla meta.
Il mare dinnanzi a noi.Ci sono varie persone . Sotto di noi il punto più fotografato, nostra meta più tardi..Dopo la buona rifocillata con compagnia di ucellini e meravigliosa vista sull’oceano, si riparte.Abbiamo fatto un po tardi e alla biglietteria ci avvertono che è tardi e possiamo fare solo l’andata in funicolare, il ritorno lo dobbiamo fare a piedi.
Va bene, sarebbe stato peggio il contrario!Il faro si erge in alto. Lo hanno costruito quassù prendendo il posto di quello vecchio, perché quello vecchio era troppo in basso, e spesso avvolto nella nebbia.La vista è mozzafiato ovviamente. C’è anche un cartello con le distanze, ma a sud abbiamo solo il polo con i suoi ghiacci. Fa uno strano effetto essere così a sud.
Usciamo dal parco e ci dirigiamo verso la città di Simon’s town , conosciutissima per la sua colonia di pinguini.E’ ancora presto, ho detto alla signora del B&B che arriveremo tardi. Massimiliano è impaziente di vedere i pinguini, quindi ci dirigiamo a boulders.Anche senza entrare nella zona recintata i pinguini sono ovunque.Eccoli che passeggiano!!!Che graziosi!!!!Massimiliano è impazzito, gli corre dietro per fotografarli. Gli piacciono proprio.I pinguini se ne stanno tranquilli anche fuori della zona vera e propria di Boulders.Ci dirigiamo verso il nostro B&B la Grosvenor House.Ci dicono che essendo fuori stagione saremo gli unici ospiti della casa, quindi avremo la villetta tutta per noi. Ci fanno vedere la camera al primo piano, con la vasca di altri tempi e il wc in camera, l’altra cameretta, anche lei attrezzata col wc in camera.Al piano di sotto c’è il salotto, la sala da pranzo, la cucina e il bagno con la doccia. Chiedono cosa vogliamo per colazione e ci spiegano che per loro è ora di andare a casa, ci lasciano le chiavi di casa.Rimaniamo soli. Non ci posso credere , abbiamo davvero tutta la casa per noi. E’ davvero graziosa!Tutta arredata in stile , tutto in bianco e toni pastello, i camini bianchi in entrambe le stanze.
25 gennaio 2006 Alla mattina ci svegliamo presto e per le 7:30 siamo pronti per la colazione.
Le signore sono già pronte in cucina , con la colazione pronta in tavola.Davvero bellissimo, e pensare che non abbiamo speso neanche 40 euro.Chiacchieriamo un po con le signore che ci chiedono del nostro itinerario.Ci incamminiamo verso Boulders.Iniziamo a vedere le prime uova di pinguino sparse sotto i rami delle piante.I sentieri sono passerelle di legno che seguono le dune. Sia arriva a piattaforme poste ai lati della spiaggia principale. I pinguini sono qui a sfidare il vento, sono tutti sulla spiaggia, c’è anche un cucciolo tutto peloso. Sono davvero carin. Si è fatto più caldo, qualche pinguino inizia ad andare in acqua. Sono proprio animaletti simpatici.
LA nostra prossima meta è Miuzenberg, antica cittadina balneare vittoriana, conosciuta per le caratteristiche cabine da spiaggia colorate.A riparare la spiaggia c’è un rialzamento pedonale, con panchine e lampioni. Ci fermiamo a guardare il paesaggio. Massimiliano non è molto convinto, ma io le trovo molto carine. Faccio qualche foto pittoresca , ma il vento continua ad imperversare e decidiamo di continuare la nostra strada.Dobbiamo raggiungere Arniston stasera.La strada è una lunga striscia di asfalto che costeggia l’oceano.. Ci fermiamo un attimo, faccio un salto in spiaggia, in cerca di conchiglie.Percorriamo la strada che porta ad Hermanus, la costa delle Balene.
La strada è molto panoramica, ma di balene ovviamente nemmeno l’ombra, non è stagione, le balene e i cuccioli se ne sono andati, ci fermiamo in compenso ad Hermanus, davvero una carinissima località balneare, potresti dire che è stata portata qui dall’Europa! Riprendiamo il nostro cammino verso Agulhas.L’unica strada che troviamo è una strada sterrata. E’ la prima che percorriamo, dapprima un po titubanti, e poi, abbastanza sicuri sul fondo stradale agli 80 all’ora. Il paesaggio è un susseguirsi di campi recintati, con qualche animale al pascolo e molti mulini a vento.Ormai siamo vicini al tramonto, ma facciamo un giretto sul piazzale del faro, il più a Sud del continente africano. Il faro come tutti i fari qui è tenuto benissimo, lindo e pulito. Anche qui ovviamente non c’è nessuno. Il sud Africa non è certo un posto da turismo di massa, oppure noi abbiamo scelto un ottimo periodo.Il sole stà calando e noi arriviamo in macchina al limitare sud dell’Africa, il vero capo a sud del mondo. Qui si incontrano i due oceani, e si vede, Le onde rimbalzano una contro l’altra scontrandosi. C’è anche una piccola lapide che fa vedere da una pare l’oceano indiano e dall’altro l’atlantico.Proseguiamo un po la strada, attendendo il tramonto, lo spettacolo è splendido, anche qui relitti di navi affollano il mare, ormai casa di gabbiani ed altri uccelli.Col buio cerchiamo il nostro B&B, date le indicazioni come al solito è semplice trovarlo..
Anche questa piccola pensioncina è davvero caruccia.Si chiama Southwind Ci hanno messo in un appartamento al secondo piano, molto spazioso, pulito e ben arredato. Un lettone immenso e molto comodo.
26 gennaio 2006 Ci svegliamo presto, e alle 8 siamo già pronti per la colazione. Conversiamo un po con il padrone di casa, e sembra sorpreso che la nostra meta odierna sia la De Hoop nature riserve, forse un po sconosciuta ai turisti.De Hoop.
Anche qui i turisti sono davvero pochini.I primi abitanti che incontriamo sono le tartarughe. Ce ne sono tante che attraversano la strada. Scegliamo di vedere la parte più caratteristica della riserva: le alte bianche dune di sabbia.Sulla spiaggetta riparata c’è movimento, una scolaresca in gia stà facendo il bagno, e sembrano divertirsi molto. Noi andiamo a vedere le dune, sono splendide e abbacinanti.Anche qui il vento è tremendo, abbiamo mezza spiaggia addosso! Decidiamo di uscire e avviarci verso il nostro prossimo obiettivo : Mossel Bay.
La strada sterrata è ancora lunga prima di tornare sulla N2 , ma a Malgas ci attende una sorpresa.
C’è da attraversare il fiume con il ferry boat.Ok, proviamo anche questa.Ma, cosa vedo…!!! Il ferry non è azionato da motori, ma da uomini!Ci sono 2 ragazzi che a forza di braccia tirano il ferry sull’altra riva.Ci vuole un po di tempo per l’attraversamento, devono trascinare il ferry con su una macchina, ed un turista che si diverte a fare fotografie.Mentre attendiamo arriva un ambulanza che ci chiede , visto che sul ferry si stà in 2, se possono mettersi sul davanti in modo da partire un po prima, pare abbiano fretta. Per noi va bene, non abbiamo così fretta. Il ferry è arrivato. Nemmeno il tempo di riposarsi e sono già pronti per caricare le nostre macchine.E il tragitto comincia in direzione opposta.Mamma che fatica!!!!Mi fanno pena sti due ragazzi!!!! In un quarto d’ora siamo dall’altra parte.
Appena tocchiamo l’altra riva l’ambulanza schizza letteralmente via e tutto quello che possiamo fare è vedere il fumo da lei sollevato lungo la strada sterrata!!! Mossel Bay è una cittadina turistica, con un museo dedicato a Diaz, che pare sia qui sbarcatoLo Hujis te marquette è il nostro hotel èper la notte Per la cena decidiamo di seguire i consigli della lonely, c’è giusto uno dei ristoranti vicino all’hotel, quindi ci andiamo a piedi. Si tratta di un ristorante di lusso, arredato in rosso, con gusto.
Decidiamo di provare piatti tipici, e per la prima volta qui sentiamo il Bobotie, una vera delizia.
27 Gennaio 2006 Facciamo colazione al Hujis te Marquette. La saletta è molto caratteristica, piena di frange come tutto l’hotel.Andiamo a visitare il Bartolomeo Diaz museum.
Intitolato a Diaz appunto perché qui sbarcò.Sono diversi piccoli musei, di cui forse l’attrattiva principale è la caravella.Ovviamente , come in tutti i musei in sud Africa sno presenti copie, anche della grande caravella, che poi tanto grande non è!Si tratta della riproduzione che hanno fatto per il 300 enario dell’arrivo di Diaz in Sud Africa. Partì dal Portogallo e giunse qui, dove fu istituito questo museo in suo onore. Il museo la avvolge, la nave si può visitare con un piccolo supplemento.
E’ davvero incredibile pensare che con navi di questo genere si solcava l’oceano, e che anche Colombo arrivò in America con queste. I marinai di un tempo erano davvero marinai! Il museo è su 3 piani, vi sono raccolti vari oggetti riguardanti la navigazione.
Fuori c’è l’altra (per me più interessante) attrattiva di Mossel Bay: l’albero della posta.
Qui le navi dirette alle Indie lasciavano in una scarpa le lettere destinate all’Inghilterra, che le navi di ritorno raccoglievano per riportare in patria. L’albero è forse una delle poche cose vere conservate nel museo, pare che sia più che centenario, dicono millenario, e a vederlo si direbbe davvero.Spedisco le prime cartoline che arriveranno in Italia con un timbro particolare.
Nel piccolo giardino del museo è presente anche un cranio enorme di balena…Avrei preferito vederla viva però!!Finita la visita al museo ci dirigiamo verso le montagne, oggi abbiamo una visita elettrizzante da fare.Facciamo la Robinson pass, una degli spettacolari pass delle montagne sud Africane. La cosa impressionante è che ad un tratto, dal fynbos marittimo si ci ritrova in un paesaggio trentino, pieno di pini. Il panorama è davvero idilliaco. Ci sono varie piazzole con tavoli e sedie per fare i pic nic, e davvero viene voglia di sedersi qui e prendersela con calma, ma oggi abbiamo fretta, stasera abbiamo l’aereo da prendere.
Outshoorn si trova al di la delle montagne, dopo la pass. Una pianura si estende dopo queste montagne, il sud africa è un susseguirsi di montagne altissime e di larghe pianure.
Outshoorn è la patria delle fattorie di struzzi.Questo paesino divenne molto fiorente durante il secolo scorso quando le piume di struzzo erano una moda molto apprezzata in europa ed america. Oggi , quando le piume non sono più così ricercate, le fattorie allevano gli struzzi per la loro ottima carne e per le grandi uova. Molti turisti vengono qui per visitarle e cavalcare gli struzzi, ma non è la nostra meta.Noi siamo diretti verso la Cangio wildlife ranch.
Il wildlife rach è diviso in 2 parti, la prima dedicata ai coccodrilli e simili, la seconda è il cheetaland, dedicata ai felini.Il cango wildlife ranch è stato creato per la salvaguardia e il ripopolamento di ghepardi. Qui si allevano gli animali, il un terreno molto grande vicino al ranch, non visitabile dai turisti, e quando sono abbastanza grandi li riportano in libertà nelle riserve private e nei parchi.Il ranch serve essenzialmente per ottenere fondi e far conoscere questi bellissimi animali alla gente.Fanno anche opera di conoscenza presso le scuole portando le loro belle star a far accarezzare ai bambini per avvicinarli alla conoscenza dell’importanza della natura nel loro paese.
LA visita è molto interessante, anche perché si è in una posizione davvero privilegiata , dall’alto. Alla fine della visita ci fanno la domanda che attendevamo ormai dall’inizio del viaggio: c’è qualcuno che vuole accarezzare i ghepardi?Tutti si guardano, io e Massimiliano diciamo subito si! Alla fine saremo in 5 a fare questa esperienza del nostro gruppo, mentre gli altri ci guardano dall’alto delle passerelle.Aspettiamo il nostro turno.Entriamo in 3 con la nostra guida e uno dei ranger addetto ai ghepardi che ci da indicazioni su come comportarci.Inizia la signora. Poi è il mio turno, il ranger mi chiede se ho paura, io gli dico assolutamente no, sono molto eccitata invece!!! Inizio ad accarezzare il ghepardo, incredibile davvero. E’ come accarezzare un gattone , col pelo non troppo ispido. Ad un certo punto inizia a fare le fusa, mi sciolgo davvero. E’ una sensazione meravigliosa, vale il viaggio. Non smetterei più di accarezzarlo. Voglio portarmelo a casa! Purtroppo il mio turno finisce troppo in fretta. E’ il turno di Massimiliano, mi sembra anche lui molto felice dell’incontro!!!Facciamo una foto tutti e 3 insieme, io Massimiliano e il gattone! Usciamo dal recinto e rifacciamo il giro, subito a rivedere i gattoni, e a vedere la signora che era con noi che ha deciso di accarezzare anche i tigrotti del bengala. Le tigri del bengala sono qui per un accordo con una università americana che ha prestato il maschio per accoppiare. I risultati ci sono stati e sono 2 splendidi cuccioli.Visto che sono in via di estinzione i vari zoo si stanno attivando per fare un programma di ripopolamento che preveda di non accoppiare consanguinei in modo da avere una varietà genica maggiore. Il maschio tornerà in america alla fine del programma.
I tigrotti hanno 3 mesi, presto non saranno più accarezzabili, ma sono un grande vanto per il ranch. Tempo fa un programma del genere sarebbe costato miliardi al ranch , invece ora col nuovo programma il prestito è gratuito.
E’ ora di scendere di nuovo al di la delle montagne , ci aspetta l’aereo alle 17.
Questa volta scendiamo per l’otteniqua pass. Ancora più spettacolare del robinson. Si arriva all’altezza in cui gli alberi non crescono più. Non c’è davvero differenza con il trentino.
Ci fermiamo proprio sul passo a guardare il panorama, George in lontananza, i monti davanti a noi, i babbuini poco più in giù.Scendiamo a valle a rilento, c’è una gru davanti a noi che frena il traffico, lo spazio per sorpassare è poco. Altra caratteristica delle strade è che qui ogni tanto viene fuori una corsia in più per un senso solo di marcia, che permette alle macchine di sorpassare.Arriviamo a Gorge in orario. Anche a Gorge c’è il campo da golf, caratteristica tipica del sud africa, pare che qui tutti ci giochino. Gorge ha un campo molto importante, a 72 buche! Tanto importante e bello che si è svolta qui una tappa degli open americani.Il nostro volo è con la south african express.
Una signora mi stava guardando da un po, e mentre ci dirigiamo all’aereo mi chiede in inglese: scusa, ma posso chiederti che cosa contiene quell’incarto che hai. Io sorrido per la sua curiosità e le spiego che è una coppia di uccelli in latta. Lei sorride soddisfatta dalla sua curiosità.
Il volo non è lunghissimo, un paio di ore. Arriviamo a sera a JohannesburgDormiremo al Southern international.
28 gennaio 2006 Lo stabile dedicato alle compagnie di noleggio auto è di fronte al terminal.
Bene, finalmente stiamo uscendo da Johannesburg e dalle mille macchine di queste statali!! La strada che ci porta al Mpumalanga è abbastanza lunga. Ci vorranno circa 4 ore per arrivare nei pressi di Gaskrop.Si attraversa una immensa prateria. Anche qui ovviamente i campi sono tutti recintati. I paesi passati sono pochi.L’unica cosa da stare un po attenti è la gente che attraversa a piedi l’autostrada.Pezzi di questa statale sono a pagamento . Ci sono ogni tanto delle barriere dove ti fanno pagare una tariffa fissa.Dopo circa 3 orette lasciamo la statale che porta in Mozambico e Swaziland e svoltiamo a nord verso graskrop.Qui il paesaggio è totalmente diverso. Abbiamo lasciato le pianure di Johannesburg e ci siamo inoltrati nelle colline e montagne del Mpumalanga. Sono davvero molto belle. Tra l’altro ogni tanto si vede la vegetazione delle montagne tagliata a metà, la dove i boscaioli stanno tagliano gli abeti per poi ripiantarli. Sono molto sistematici, e pare sia una cosa usuale in tutto il paese. Anche se il panorama diventa davvero strano!! La strada panoramica è molto bella!Graskop è quasi ai nostri piedi.Noi dobbiamo svoltare prima, la nostra meta è Pilgrim rest. Dai che siamo quasi arrivati finalmente!!Svoltiamo al bivio ( 5 km da Pilgrim rest!!), una poliziotta è appostata qui e ci ferma.Pensiamo ci voglia controllare i documenti, invece ci ferma perché la strada per Pilgrim rest è interrotta. Ci sono stati diversi temporali i giorni scorsi e pare ci siano delle frane.E ora che si fa?La poliziotta dice che c’è da fare tutto il giro e prendere il passo dal lato opposto!!Bene, altri 150 km!!!Riprendiamo la strada che porta verso nord. Passiamo dal centro di Gaskorp, sembra molto carina e c’è gente in giro.Noi proseguiamo, purtroppo la strada è lunga ora!! Passiamo davanti al pinnacle, a bourburk’s potoles e ai 3 rondavels, tutti luoghi che visiteremo domani.Oggi è una bellissima giornata e i turisti sono tutti in giro per il canyon, speriamo sia così anche domani!!!!Arriviamo finalmente a metà del nostro viaggio, ora ritorniamo verso sud. E’ un percorso circolare quello che porta a Pilgrim rest, ma purtroppo non ci sono strade intermedie che attraversino le montagne.Quindi ancora 70 km! Oggi poi è festa e la gente si sposta ovunque. A white river c’era anche il mercato e la quantità di gente che c’era è incredibile.Finalmente troviamo il bivio per Pilgrim rest. Pensare che ci bastavano solo 5 km!!! E pensare che anche domani dobbiamo rifare tutta sta strada!!!Per arrivare a Pilgrim dobbiamo passare la …Pass.Davvero spettacolare. Questi passi di montagna assomigliano al trentino!! Sono meravigliosi e hanno dei panorami incredibili!! Proseguiamo sempre dritto e finalmente arriviamo a Pilgrim rest.Purtroppo il tempo quassù non è dei migliori!!! Siamo proprio nel mezzo delle nuvole.Passiamo la down town e ci dirigiamo verso la uptown dove abbiamo l’hotel.Purtroppo sono passate le 5 e di visitare la città, i musei non c’è più tempo.
Il rojal hotel di Pilgrim rest. Autentco in ogni sua parte.
Facciamo il check in e ci danno le chiavi. La nostra stanza è in una dependance esterna , situata sempre in uno degli edifici storici.La camera è …Come dire…Caratteristica. Anche qui pizzi e merletti si sprecano. La camera è piccine ed è separata dalla zona vasca da una grossa tenda con merletti , il bagno ha la porta , se non altro!!! Tutto è a disegni a fiori.Quando dicevano che ha dell’atmosfera non scherzavano…
Comunque non è che mi piaccia molto. Non adoro le cose vecchie…E tutto questo… sa di vecchio…Vabbe, tanto è per una sera…Usciamo per dare comunque uno sguardo in giro.Pilgrim rest è carina. Tutto in stile. E’ divenuta un museo all’aperto dopo che la concessione delle miniere è stata ceduta allo stato . Tutto è stato sistemato molto bene.Arriviamo presto alla fine della upper town. Ci sono alcuni mercatini, ma siamo un po stanchi e decidiamo che non abbiamo molta voglia di fare shopping oggi.Torniamo verso l’hotel e scegliamo un pob per mangiare qualcosa. Sono le 5:30.Il ragazzo, che è anche il proprietario è molto simpatico, ha vissuto diversi anni in Irlanda. Il pub infatti ne descrive queste influenze. Ci consiglia di mangiare una specialità locale il Bobotje.
Noi srridendo gli diciamo ok!! Lui ci rimane quasi male, colpito molto favorevolmente che 2 turisti italiani : 1° sappiano parlare inglese 2° siano a pilgrim rest senza guida 3° abbiano assaggiato le pietanze locali 4° ne siano soddisfatti!!! Il piatto è delizioso e noi siamo affamati!!! Ce lo serve accompagnato da una salsa chutney , composta da cose impronunciabili, tra cui marmellata di pesche… Una unione splendida, io l’adoro!!!Massimiliano ovviamente mi guarda schifata.Credo che qui a Pilgrim rest le cose dopo le 5 si fermino. Non ci sono turisti in giro. Sono pochi quelli che si fermano a dormire quassù. Molti arrivano in giornata da Graskop e tornano alla bassa dopo aver visitato la città.Di sera si spopola.
La notte passa tra l’umidità, la pioggia che si sente sulle lamiere del soffitto, animaletti indistinti che camminano tra le lenzuola, e passi sulle balconate nel patio.Una notte da dimenticare.
29 gennaio 2006 .
C’è tempo da lupi fuori. Piove a dirotto.Il ristorante dell’hotel è carino e spazioso.Colazione a buffet. Buona e abbondante.Riprendiamo la strada all’inverso di quella fatta ieri. C’è ancora la polizia a chiudere la santa strada che in 5 km ci porterebbe a Graskop!!!E rifacciamoci questi 150!!Arriviamo finalmente ai 3 rondavel.Peccato che qui ci sia una nebbia incredibile. Sembra di essere in pieno novembre in pianura padana!!!Ci sono pochi turisti!! E ti credo, c’è pochino da vedere del canyon!!!Noi ci proviamo lo stesso. Seguiamo il sentiero e ci mettiamo a cercare di immaginare lo spettacolo sotto i nostri piedi. Ogni tanto uno dei rondavel compare dalla nebbia, per poi ripararvisi dietro un secondo dopo, come imbarazzato di vederci li a curiosare.Cerchiamo di raggiungere il secondo belvedere , addentrandoci in un pulman di italiani in gita che seguono la guida. Li salutiamo con un buongiorno.Arrivat al secondo belvedere pochi metri più in la ci sono un paio di coppie che chiacchierano.Sono ragazzi italiani .Ci mettiamo tutti a ridere e chiacchieriamo un po dandoci informazioni sull’itinerario fatto e ancora da fare.Mi fermo a fare qualche foto alle protee in fiore che qui sono fiorite a centinaia!!Che belle!!Scendiamo verso il Boburk’s potoles.Qui sembra che le nuvole siano rimaste in alto.Il parco è molto bello.
Le potoles sono delle “pentole” rotonde formate dall’abrasione del fiume Blyde durante i millenni.
Ci sono un paio di ponti che lo oltrepassano e più in la delle cascate, ma sembra che la strada per raggiungerle non sia praticabile oggi con tutta l’acqua che è venuta.Comunque ci concediamo una bella visita. Il posto è interessante e ne vale la visita!!Raggiungiamo di nuovo il parcheggio. C’è un mercatino. Diamoci un’occhiata. Hanno delle cose davvero carine!E i prezzi sono molto bassi.
Andiamo a mangiare al bar sullo spiazzo. Fanno dei piatti caldi. Oggi pancake salati. Non ci sono tutti i gusti, come sempre è un po tardi, ma ne prendiamo 2.Arrivano in 10 minuti. Sono deliziosi!!!! Massimiliano fa il bis.Le signore sono sedute vicino al nostro tavolo. Sembrano soddisfatte che noi apprezziamo.Scendiamo verso Graskop.Prossima fermata doveva essere “the pinnacle”. Purtroppo il brutto tempo si riaffaccia .Le nuvole scendono ancora, e di panorama sul canyon o sul pinnacle nemmeno l’ombra. Proviamo a dare uno sguardo dai belvedere , ma lo sguardo spazia solo sulle bianche nuvole, in pio spiovviggina anche.
Dirigendoci verso la nostra meta per la notte , facciamo una ultima sosta.Sembra che qui più in basso le nuvole non si siano ancora fermate, e decidiamo di vedere una delle tante cascate della zona: le mac mac falls. Chiamate così in onore dei tanti irlandesi che immigrarono in questa zona del paese.Ci fermiamo nel grande parcheggio. Anche qui tante donne vendono i loro prodotti. Tentiamo di fuggire verso la cascata, in fondo abbiamo già acquistato tanto!! Allora per smarrire una di queste donne diciamo “più tardi, prima la cascata”: Facciamo il sentierino sterrato che porta al piccolo belvedere della cascata. La cascata è bellina, molto alta, magari con il sole sarebbe stata davvero bella da fotografare, ma ora la luce non è certo delle migliori. Diamo uno sguardo, leggiamo l’omnipresente targa commemorativa e ritorniamo sui nostri passi.Le signore ai banchetti sono quasi tutte andate via.Quasi, perché la signora alla quale ho detto “più tardi” è ancora qui ad attendermi!Per la sua costanza e la simpatia le compro un elefantino e una tartarughina per Massimiliano.Basta, ora è proprio ora di smettere shopping e tornare verso la country house che ci attende per la notte.Hazyview si trova più in basso, sopra le colline che danno sulle pianure del Kruger e delle riserve private.
Non abbiamo difficoltà a trovare la country house. Non ti dico il nostro stupore quando scendiamo. La casa è splendida. C’è un corpo principale tutto arredato in magnifico stile africano, con un immenso camino e tutto aperto, senza finestre o porte.La signora, di origini tedesche è molto gentile, ci accompagna al nostro cottage e ci dice che ci saremo solo noi e un’altra coppia ospiti stasera. Le vacanze sono finite, solo la settimana prima era completamente piena.Il nostro cottage ha anche il parcheggio privato. E’ un piccolo cottage in legno, con il pergolato. L’ interno è splendido, molto spazioso e arredato con gusto Mi piace proprio.Facciamo un giretto nella proprietà. I cottage sono tutti disposti attorno alla stradina panoramica, danno sulla vallata del fiume sottostante.C’è una bella piscina e accanto un piccolo casino con un invitante idromassaggio.
Quanto sarebbe bello stare qui altri giorni!!!! Fuori solo i rumori della natura, tutto è tranquillo.
30 gennaio 2006 La signora ci accoglie sempre sorridente chiedendoci se abbiamo dormito bene. Eccome!!!!La colazione è servita in una saletta che da sull’ orto , vicino alla sala grande col camino.Visto di giorno questo posto è ancora più bello.Il buffet si presenta ben fornito anche se a colazione siamo solo in 4.Questo posto mi piace davvero molto.
Salutiamo la signora, che ci da ulteriori informazioni su come raggiungere il mala mala e ci da una cartina del Kruger e aree vicine.Riprendiamo la strada. Hazyview è la porta del Kruger. Ci dirigiamo verso il gate del Mala Mala Arriviamo al Lodge bellissimo dopo esserci persi per la strada del parco ( e fortunatamente ripescati dai rangers). Il lodge è Immerso nelle piante di marula e buganville. I bungalow sono rotondi e hanno belle verande che danno o sul fiume o sui prati attorno.
Il nostro è il 23.Entriamo e…Meraviglia!!! Il bungalow è splendido!!! Immenso, con un lettone in mezzo e ai lati i due bagni con spogliatoi separati e armadi separati. La vetrata è larga metà del bungalow e fa entrare tutta la natura in camera. Abbiamo anche un salottino e un piccolo bar. E’ davvero splendido come me lo immaginavo. Sembra di essere tornato al 1800, tempo dei grandi safari. Mala Mala è una delle riserve più antiche del sud africa. Meta di tante personalità importanti, come testimoniamo le tante foto.Arrivati nel salone ci accoglie il nostro ranger e ci introduce alla coppia che sarà con noi per il nostro safari nel mala mala. Sono una coppia italiana di Alessandria in viaggio di nozze. Bello, un po di italiano! Dopopranzo decidiamo di riposarci un po prima del safari delle 4 e andiamo a dormire un po. Effettivamente dopo le disavventure della mattina un po di calma ci vuole! Le 4 comunque fanno presto ad arrivare.
Ci prepariamo per il nostro primo safari, siamo molto emozionati. Abbiamo detto chiaro e tondo al ranger che la nostra mira è il leopardo!Giunti nel salone ci accoglie il nostro ranger e lo staff per il the coi pasticcini, torte, caffè e frutta prima di avventurarci nella natura.Io sono troppo eccitata per mangiare, ma il cameriere del buffet non ne vuole sentire parlare e mi riempie di biscotti e frutta dicendomi che così durante il safari posso mangiare qualcosa. Lo accontento sorridendo.Ma una cosa attira il mio sguardo. Proprio mentre stiamo mangiando sul desk c’è una piccola antilope che sta mangiucchiando le erbe proprio ai piedi della scala.E’ ora di partire.Iniziamo la scoperta di questa splendida riserva.Incontriamo molte antilopi. Bufali, vari uccelli.Passiamo anche sotto la rupe dei leoni. Si sentono ruggiti in lontananza e orecchie che ci spiano dall’alto. Seguiamo i ruggiti e troviamo una coppia di leoni in amore. Dicono che sono un paio di giorni che sono appartati. Il maschio ha una folta criniera. Dicono sia vecchio, ma io lo trovo splendido ugualmente.Rimaniamo a guardarli per un po . Sono bellissimi, due felini così imponenti fanno sempre un certo effetto!! La sera stà scendendo. Forse è ora di tornare. Il buio scende e noi accendiamo i fari e la torcia. Jhon il nostro tracker , che scopriremo bravissimo e molto esperto, si mette davanti per cercare trace di occhietti da illuminare nel buio.Non abbiamo molta fortuna, qualche animaletto, poi ci fermiano sotto la rupe dei leoni, ma si sentono solo borbottii dalla cima. Qualche occhietto rosso quando Jhon punta la luce, ma non sembra che vogliano scendere presto stasera. Aspetteranno qualche ora.ÙNoi torniamo al lodge.La cena si svolge nel boma, uno spazio circondato dallo steccato , come quello dei villaggi per tenere lontano gli animali.Siamo sotto il bellissimo celo stellato. Dentro il boma solo candele, il fuoco e un immenso e antico albero di marula.I tavoli sono apparecchiati a semicerchio, gli uni vicino agli altri. La cena è molto buona e suggestiva.Siamo sotto il cielo stellato d’Africa, la civiltà è lontana e i rumori della natura ci accompagnano nella notte.
1 febbraio 2006 La sveglia è davvero all’alba.Una piccola colazione ci attende prima di avventurarci nel safari. Qui si mangia davvero in ogni ora del giorno. Non ho molta fame, dopotutto non sono nemmeno le 6. Mi sembra di essere un po uno zombie, ma poi mi riprendo e penso a quello che mi attende…Chissà, magari un leopardo proprio oggi!!!!Ok, siamo pronti a partire. John al suo posto di osservazione. E’ davvero incredibile quanto poco si scomponga quest’uomo! Il ranger è davvero molto giovane e poco esperto, lui basta dia uno sguardo mentre corriamo per la savana per vedere ovunque tracce. Poi lancia un piccolo sguardo verso lo specchietto retrovisore, oppure un fischio e fa cambiare strada al rangerIniziamo il giro e siamo molto fortunati. Avvistiamo 2 rinoceronti. Sono splendide bestie. Sono molto tranquille. Si sdraiano e si godono il tepore mattuitino. Uno ci fa la guardia, ma con poca convinzione, sa che non siamo pericolosi.Il tempo diventa lunghissimo quando dalla radio sentiamo che hanno avvistato dei giovani ghepardi. A noi tocca aspettare qui!!1 Finalmente arrivano e noi corriamo verso i ghepardi.Sono in una pianura.A nord. Qui dicono sia un buon posto per trovare i ghepardi, perché hanno molto spazio dove correre.Ci sono i 4×4 che li attorniano, li vediamo da lontano. Si stanno giusto muovendo ora verso cespugli isolati, dove possono stare in pace da tutte queste persone curiose.Vedere queste bestie mi fa sempre un certo effetto. Sarà che il ghepardo è il mio felino preferito, ma sono davvero bellissimi. Peccato possiamo vedere solo le orecchie che spuntano dalla vegetazione. Ogni tanto un paio di occhi fa capolino.
Penso a qualche giorno fa quando li abbiamo accarezzati e le fusa che facevano, mi viene ancora la pelle d’oca per l’emozione.Questi due giovani pare non abbiano molta intenzione di alzarsi, quindi decidiamo di continuare il giro. Ci sono un sacco di uccelli colorati. Il sole ormai è alto ed è ora di tornare per la colazione. Non è una bellissima giornata, nuvolosi grigi sono sopra di noi, ma dicono che migliorerà.
Arriviamo al lodge e andiamo a rifocillarci. Il panorama dalla terrazza è bello e tranquillo. Il fiume scorre sotto di noi e tutto pare sereno. Ogni tanto qualche tonfo qua e la di frutti della marula.A qualche metro dalla nostra terrazza passeggia il bushbuck di stamattina. Decidiamo di avvicinarlo con le nostre macchine fotografiche. Non è per nulla spaventato. Mi avvicino tantissimo per fargli dei primi piani, ma lui rimane tranquillamente a brucare la sua erba.E’ davvero bello. Questo contatto con la natura da noi è diventato quasi una cosa impensabile , mentre qui è tutto così naturale!Nel pomeriggio facciamo una dormitina fino all’ora del the e del safari pomeridiano.
Ormai si avvicina l’ultimo giorno, e del leopardo ancora nessuna traccia. Ovvero, di tracce tante, ma di leopardi in carne ossa e macchie ancora nemmeno uno.Saliamo di nuovo sul nostro fuoristrada e diamo il via al safari pomeridiano.C’è agitazione nell’aria. Dai ranger abbiamo saputo che un leopardo femmina si aggira vicino al fiume. Ed è li che siamo diretti ora.Infatti veniamo avvisati via radio che il leopardo c’è e si sta muovendo. Andiamo velocemente ad intercettarla, ed ecco Che arriva. Bella, bellissima , non posso aggiungere parole che mi muoiono in bocca al solo pensiero. Che animale fiero, che occhi!Il leopardo ci passa vicino. Sono paralizzata dalla sua presenza, ma non per la paura, ma per averla aspettata così tanto, come un regalo atteso a Natale, ed ora è qui, sotto i miei occhi finalmente. Mi sembra che il mio safari possa essere concluso così, ho raggiunto il mio obiettivo principale. La pediniamo passo a passo per diverse centinaia di metri.- Lei è un po scocciata. John ci spiega che ha un cucciolo piccolo e vuole tornare da lui, ma non vuole farci sapere dove va. Dopo svariate svolte si immerge nella foresta e ci fa perdere le sue tracce. Cerchiamo di attraversare l’intrico dei cespugli, ma lei si è allontanata.
Un fugace incontro il nostro, ma che ha lasciato un bel segno.Il safari è ancora lungo e di sorprese ce ne sono ancora. C’è un piccolo branco di zebre. Non ci sono molte zebre e gnu nel Mala mala. Questi esemplari probabilmente arrivano direttamente dal kruger, che dista pochissimo da qui.
Incontriamo altri rinoceronti sono spaparanzati al sole del tramonto, il corno infangato. Qui sembra davvero che gli animali non si prendano molta cura se ci sei. Sono tutti talmente tranquilli, come se la convivenza pacifica tra noi e loro fosse la cosa più normale del mondo.
La luce si stà affievolendo, il tramonto si avvicina e il nostro ranger cerca un posto per goderci un aperitivo al tramonto.La scena è tipicamente africana, il sole infuocato. Qualche gazzella più in la.
Il sole cala, e noi riprendiamo la strada. Il safari non è finito, ora inizia la parte più elettrizzante.Accendiamo il faro e john si posiziona davanti per vedere meglio.I primi animali che incontriamo sono un gruppo di zebre che bruca tranquillo, viene spaventato dalla nostra luce, la spostiamo lateralmente per non dare troppo fastidio.Si sentono ruggiti in lontananza. John dice che è la coppia di leoni che abbiamo visto ieri. Ora è tempo di andare a cercarli.Non ci mettiamo molto e incontriamo la leonessa per la strada. Sta cercando di raggiungere il maschio. La femmina continua la sua camminata, e noi dietro. Forse un po di fastidio glielo stiamo dando e la leonessa taglia la strada e si dirige verso il prato. I ruggiti del leone si fanno insistenti.Noi seguiamo la leonessa. La strada è sparita. Non puoi capire quanto può essere profonda l’oscurità fino a che non sei lontano dalle tue certezze, da una strada per esempio, da qualche luce. Qui ci siamo solo noi su di una macchina scoperta, una leonessa che appare e scompare, un leone vicino, ma che non riusciamo a vedere e un tracker che sa esattamente in che centimetro di mondo ci troviamo. Ti senti davvero insignificante in mezzo a questa natura. Al buio.Chissà che cosa cè poco più in la. La leonessa riappare , sempre camminando.Noi seguiamo una linea immaginaria. Ogni tanto il tracker scuote la testa e fa girare la macchina. A me sembra che da un momento all’altro ci troviamo in un burrone, o che prendiamo una buca che ci sbalza fuori, vicino alla leonessa. Ma john sa esattamente dove siamo. Ci godiamo con un brivido di terrore questa passeggiata nel buio. Tutti sono in religioso silenzio. Sembra che anche le macchine fotografiche abbiano deciso di stare in religioso silenzio. Un silenzio che dice più di mille rumori.Un po di paura ce l’ho, ogni tanto mi chiedo se davvero john sa dove siamo. Saprà trovare la strada, o rimarremo in questa prateria assieme ai felini.Il leone è più vicino. Vediamo la criniera – Sembra che ora i leoni siano più agitati. Anceh john se ne è accorto. Forse è davvero ora di lasciarli in pace ai loro tormenti amorosi.Infatto john fa segno di andare. Non so come ha fatto, ma in un attimo ci ha fatto ritrovare la strada. Allora sapeva davvero esattamente dove eravamo!!Mi sento più sicura. Forse sono solo maggiormente consapevole della sicurezza di questo tracker con un esperienza trentennale, nato nella natura e con lei legato a filo unico.Ritorniamo al campo. Siamo un po in ritardo. Questa avventura è durata davvero tanto!La cena come sempreè molto affascinante. Che sarà, forse l’aria profumata, le stelle che ci guardano in cielo, il tepore della sera, il fuoco acceso, ma sembra di essere tornati ai tempi dei grandi safari. Qui ti fanno davvero sentire al centro del mondo.Un bicchierino di Marula e poi il nostro ranger ci riaccompagna in camera per la nostra ultima notte al Mala mala.
2 febbraio 2006 La notte trascorre tranquilla. La sveglia squilla, ma noi siamo già svegli e pronti per la prossima avventura.Avvistiamo subito una iena. Si trova nelle vicinanze del fiume in secca. Decidiamo di seguirla, ma lei si nasconde nella boscaglia. John fa segno di seguire il letto asciutto del fiume. Troviamo un piccolo harem di Kudu, uno splendido maschio con diverse femmine rossicce. Credo che tra le antilopi fino ad ora incontrate il Kudu è la più bella ed elegante, con le sue corna ritorte il maschio è splendido.Continuiamo a seguire il fiume. Ad un certo punto John dice di fermare la macchina, la fa puntare verso l’argine. Sembra che abbia sentito dei rumori.
Non so che intenzioni abbi. L’argine è altissimo e ha una pendenza del 60§% o più!! Ma che fa…O mio Dio, ma punta davvero verso l’argine!!!!Iniziamo a rampare per l’argine. Stamattina noi siamo proprio dietro. E’ davvero terrificante!!!! Ma dove ci stà portando???Qui non ci sono strade, ma sterpi ovunque, alberi caduti e una pendenza atroce. Ad un certo punto la macchina scivola.Già mi vedo per terra sbalzata dalla macchina.La macchina ad un certo punto smette di scivolare, abbiamo fatto diversi metri di traverso. Il ranger è stato davvero bravo a fermare la macchina. Niente, sembra che qui si voglia continuare.Continuiamo a salire . Non troviamo molto, qualche dik dik. I leoni si sono spostati più in basso. Ok, allora usciamo da qui. Ma dove va, oddio, torna indietro. Se era stato terrificante salire scendere lo è 10000 volte di più. Ti senti fuori completamente dalla macchina. Mamma mia che paura. L’ultimo pezzo non so come abbiamo fatto a scendere senza ribaltarci. E invece eccoci qui , sani e salvi nuovamente sul letto del fiume. Un vero miracolo. Davvero bravi! Continuiamo il safari. Incontriamo diversi waterbuck.Ad un certo punto vediamo dei bufali.
Sembra che abbiano intenzione di farsi un bel bagnetto. Si guardano intorno e iniziano a immergersi nella pozza di fango. Si divertono un sacco. Fanno le capriole per meglio immergersi nella melma. Sembra divertente.. Quando ha finito il primo, anche il secondo si immerge nella pozza. Due enormi bestie infangate!!! Ma nella savana non ci sono solo enormi animali, ci sono anche i little5! Ecco infatti che iniziamo ad incontrare un sacco di tartarughe leopardo!Sulla strada, sulla pianura, incontriamo il leone maschio, è spaparanzato sul ciglio della strada, si riposa. Non dovremmo essere molto lontano da dove eravamo ieri sera.Purtroppo però con il leone si chiude anche il nostro safari al Mala mala.Usciamo dalla riserva con la nostra macchina giriamo a sinistra ed in pochi silometro ci troviamo all’entrata principale del parco Kruger.Parcheggiamo la macchina e entriamo . Dobbiamo far controllare i documenti, far vedere i voucher dei rest camp che abbiamo prenotato.
Qui acquistiamo la mappa del parco e iniziamo il nostro nuovo safari.
Vicino al gate c’è il rest camp di Skukuza, il più grande del Kruger.
Facciamo benzina in poco tempo e riprendiamo la marcia. La prima cosa che salta all’occhi sono gli enormi gruppi di impala che sbucano qua e la, davvero carine, e la cosa più sorprendente è che non hanno proprio paura di noi. Probabilmente per il fatto che ci sono abituate, probabilmente perché la almera è davvero silenziosa , non diamo proprio fastidio. Rimaniamo ad osservare vicinissimi.
Diamo un’occhiata alla carta del parco e alla posizione del nostro lodge per la notte.Decidiamo di puntare verso il nord e vedere a che ora arriviamo.Le strade sono asfaltate, sembra di essere in centro città . La natura attorno a noi è rigogliosa , tutto è verde e bellissimo. Ci sono poche macchine in giro e ci godiamo il tragitto. Ogni tanto sbucano dal nulla zebre, impala, uno sciacallo.
La cosa interessante, come ben segnalato sulla mappa sono le innumerevoli targhe commemorative che si trovano un po ovunque nel parco. Sono innalzate in memoria di persone che hanno fatto qualcosa di speciale per il parco, innanzitutto a Kruger, l’ideatore, poi ai benefattori che hanno lasciato le loro fattorie in eredità all’umanità.Iogni tanto attraversiamo il fiume. L’olifant.
Il bello è che i ponti sono tutti a pelo dell’acqua, perché così possono permetterti meglio l’avvistamento dei coccodrilli o degli ippopotami che sono immersi nel fiume. Il pericolo però ovviamente sono le piene. Quando l’acqua si alza viene tutto allagato e i ponti sono impraticabili. In annate record l’acqua ha allagato ovunque, ci sono targhette ( commemorative anche qui) che mostrano il livello raggiunto in annate record!Le strade sterrate si percorrono anche qui con la massima facilità, sono tenute benissimo e vengono mantenute frequentemente , livellate e pilastrate in modo che siano sempre percorribili da tutti.Appena fuori la strada principale iniziamo gli avvistamenti migliori: una carogna appena lasciata da qualche predatore, un branco di bufali, un rinoceronte solitario, una facocera coi suoi 4 cucciolotti (davvero memorabili!) un gruppo di waterbuck.Ci sono tutt’attorno strade sterrate chiuse al pubblico, percorribili solo dai ranger .
L’incontro migliore lo abbiamo verso il tramonto. Un gruppo di elefanti ci attraversa la strada. La matriarca apre il corteo e si mette ad osservare irrequieta le macchine ferme ai bordi della strada. I piccoli corrono per tenere il passo dei potenti pachidermi. La matriarca continua ad osservare tutto minacciosa fino alla fien del corteo.Il tramonto segna l’ora di chiusura dei cancelli, quindi ci dirigiamo a Satara, il nostro primo rest camp.Lo raggiungiamo in poco meno che un quarto d’ora. Il rest è abbastanza grande, ha un ristorante, un negozio, la pompa di benzina. Raggiungiamo la segreteria per avere le chiavi. Paghiamo questa sera anche tutti i fees del parco, inutile pagarli uno alla volta. Otteniamo la chiave, la numero 1!Ci danno anche la cartina per avere un idea di dove si trovi la nostra camera.Sembra che il rest non sia molto pieno.Le casette sono rondevel rotondi. Da fuori non sono un gran che.Sono tutti posti in cerchio, le verande danno sul centro. Davanti c’è la griglia per il brai . Un frigo e un tavolino sulla veranda. Apriamo. La camera è spoglia e squallida.Ci sono 2 brandine un tavolino e il lavabo vecchissimo.Ci dirigiamo verso la doccia, è chiusa da una vecchia porta, non ci sono piastrelle.Mi viene da piangere. Ieri sera abbiamo dormito in paradiso, un bellissimo letto, 2 bagni, servi e servitori, e ora siamo qui…
Decidiamo che fare. Bisogna adeguarsi. Siamo anche senza mangiare. Meglio darsi un colpo di spazzola, raggiungere il ristorante, riempirsi il pancino e magari la situazione migliora.
Ok, prendiamo la macchina, fuori è molto buio.Il ristorante è dietro alla reception.Non è malvagio. E’ a prezzo fisso con buffet.Il cameriere ci porta in un tavolino appartato. L’interno è decorato con artigianato etnico, le luci soffuse.La cena non è male, non ho molta fame. Mangiamo tranquillamente, tanto non abbiamo nulla da fare stasera.Usciti dal ristorante facciamo una scappatine al negozietto, molto ben fornito. Facciamo un po di acquisti perché domattina partiremo presto senza fare colazione, il mattino ha l’oro in bocca ed è il momento in cui trovare tutti gli animali!I prezzi al negozio sono buoni, magari poter fare qualche spesuccia in più…
Fuori, davanti alla reception c’è una delle particolarità dei rest. C’è una mappa con gli avvistamenti dei safaristi. Suddivisi per colore a seconda degli animali. Li puoi darti un idea di dove trovare i vari big five o i più ricercati insomma.
Diamo un occhiatina. Dove siamo stati oggi hanno avvistato anche leoni , un ghepardo e anche un leopardo. Mamma che fortuna!!! Speriamo di riuscire anche noi a trovare qualcosa domani.
Ci dirigiamo di nuovo verso la camera. Qualche bungalow più in la sta preparando un profumato braiPurtroppo non è cambiato nulla, nulla è migliorato. L’ambiente è ancora squallido.
Alla fine stremata dalla stanchezza della giornata mi appisolo.
3 febbraio 2006 Ci svegliamo presto, rimettiamo tutto in valigia e partiamoFuori è tutto è tranquillo. Qualcuno stà preparando la macchina per uscire.Ci portiamo ai cancelli. Qui c’è la cassetta dove lasciare la chiave, in modo da uscire per il safari senza dover fare fila alla reception, molto intelligente.Decidiamo di dirigerci a nord, verso il rest dell’Olifant.Qui siamo in piena savana. Le piante sono più basse ed è facile avvistare gli animali.Purtroppo non vediamo molto. Un elefante da lontano che sta raggiungendo una pozza.In compenso incontriamo un gruppo di giraffe che stanno banchettando. Ce ne sono ovunque, bellissime, faccio qualche primo piano, sembrano davvero delle dive.Si mettono perfino in posa.Facciamo una parte della strada di ieri, dove c’erano stati degli avvistamenti, ma nulla. Incontriamo dei dikdik, e grandi branchi di uccelli che si muovono insieme sulla pianura, sembrano nuvole.Anche qui altre giraffe ed un gruppo di zebre coi cuccioli.Ritorniamo sulla strada che corre verso Punda Maria e raggiungiamo l’Olifant.Ci fermiamo sul ponte. C’è un gruppo di elefanti che stà attraversando il fiume.Sonno immersi fino al collo, con la proboscide fuori.Sono un gruppo di una decina di esemplari.Sono passati tutti. Continuiamo la strada fino ad un bellissimo belvedere . Parcheggiamo e ci godiamo il panorama del fiume sottostante, veramente magnifico. Tutto è così calmo, sembra davvero che ci siamo solo noi in questo posto. Abbiamo visto pochissime macchine oggi, in questa parte di parco ancora meno.
Ritorniamo verso sud e facciamo una delle strade sterrate che va verso est. Incontriamo altre giraffe, comodamente sedute assieme a zebre coi cuccioli.Percorriamo anche tutta la parte che da orpen porta verso skukuza. La strada sterrata percorre le colline, il paesaggio è completamente differente dalla savana vicino a satara . Qui gli avvistamenti sono più difficili, le colline sono scoscese, gli alberi in grande quantità. Si trovano , o per lo meno si possono avvistare , solo branchi di impala.
Arriviamo anche a qualche zona pic nic. Non ho molta voglia di fermarmi. Sono un po stanca dopo la notte insonne , voglio andare verso Skukuza sperando che il rest sia meglio! Facciamo una piccola sosta in una stradina laterale per vedere il baobab più a sud del continente. Molto imponente. Gli giriamo attorno, ha una chioma incredibile. Effettivamente è il primo che vedo quaggiù in sud africa, fa proprio un bel effetto.Ricominciamo la strada verso il rest. Ad un certo punto una macchina blocca la strada e un signore ci fa cenni strani.Ci avviciniamo piano e chiediamo.E’ francese ci indica una pianta laggiù.Ma …Quelle sono zampe che scendono dal ramo, e una coda si agita.Un leopardo con la sua preda sull’albero, si sta riposando prima di ricominciare a mangiare la sua preda.Mamma che panciona che ha!E’ li tranquillo. La tipica foto da cartolina. Il leopardo sull’isola, un’impala al suo fianco.Rimaniamo li affascinati a continuare ad osservare.
Ancora qualche tempo li fermi, saremo rimasti una mezzora. Il leopardo è sazio e non si muove.Ringraziamo ancora il francese e ci dirigiamo a Skukuza perché è tardi.Arriviamo a Skukuza che è quasi il tramonto.Alla reception prendiamo la chiave e , assieme alla cartina , cerchiamo il nostro alloggio. Be, speriamo sia meglio. Prima di prendere la macchina mettiamo la nostra bandierina nera, segno che abbiamo visto un leopardo, nel punto di avvistamento di stasera, siamo molto soddisfatti.Le casette hanno il giardinetto, e ognuna ha il posto auto davanti a casa. Be, è già un buon segnoEntriamo. Sembra un po più carino, o forse noi siamo un po meno altezzosi che ieri.
No, è sicuramente migliore. Anche qui 2 lettini. + uno singolo. Scrivania, armadio. Il bagno è più carino, con belle piastrelle.Ok, mi sento meglio.E’ ancora presto, possiamo fare una doccia veloce e poi a mangiare prima che il ristorante chiuda.Arriviamo davanti al centro servizi. C’è un bel negozio. Perdiamo un po di tempo qui dentro. Mi piace molto, c’è davvero di tutto e i prezzi sono certo minori che quelli da duty free.Compriamo le cartoline e qualche cosuccia e ci dirigiamo al ristorante. C’è un gran buoi attorno e non ti rendi conto che qui siamo vicinissimi al fiume. Tutto è silenzio, nessun rumore in giro.Prendiamo un piatto da buffet e ci mettiamo a mangiare fuori nel parchetto. Che pace. Ci rilassiamo davvero tanto. Ci sono ancora un paio di tavoli dove i turisti si stanno abbuffando dopo la lunga giornata. Alcuni bimbi giocano attorno.Finiamo il nostro pasto , molto buono come ogni cibo qui, e ritorniamo in camera.La camera mi sembra accogliente, un bel calore attorno.Stasera dormo meglio, non penso alla camera, alle lenzuola, a tutto quello che c’è attorno. Assaporo solo il silenzio che pervade la stanza e il rest tutto attorno. Assaporo la stanchezza che mi sta facendo addormentare le membra così soavemente. La pace mi accoglie e mi addormento contenta.
4 febbraio 2006 Partiamo come sempre prestissimo. Abbiamo pronta la colazione da mangiare al sacco. L’avventura continua.Abbiamo deciso di dirigerci verso ovest, seguendo la strada che porta verso pretoriuskop. N questa parte del parco c’è poca gente, incontriamo giusto un paio di macchine.Approfittiamo di una piccola zona di sosta panoramica su di una pozza ( naturalmente non si può scendere ), per una colazione a base di porcherie varie comprate ieri sera al negozio.Nella pozza sguazzano alcuni ippopotami e un elefante passa a bere.Prendiamo una strada sterrata che dalla strada principale di skukuza porta verso il rest di pretoriuskop.Incontriamo un grosso branco di impala sdraiate sulla strada che incuranti di noi continuano il loro riposo.Ci avviciniamo piano, ma loro non sono spaventate. Fortunatamente la nostra nissan è molto silenziosa e possiamo spingerci davvero a pochi metri da loro.Ci sono alcune impala davvero giovani. Hanno colori molto accesi. Sono molto diverse da quelle viste in botswana , che avevano toni più tenui.La mamma si avvicina ai piccoli dandogli un colpetto sulla fronte. Sono davvero teneri.Riaccendiamo la macchina, ma loro pare non siano interessati. Circumnavighiamo il branco che rimane tranquillo e sdraiato sulla strada e riprendiamo la via verso pretoriukorp.Qui la zona è più montagnosa. Arriviamo verso una collinetta molto alta. Qui la vegetazione è rada e lontano si vedono delle antilopi d’acqua che stanno pascolando. Giriamo attorno alla collina e il paesaggio è davvero maestoso. Tutto attorno la vallata è piena di verde fresco, dove gli animali stanno pascolando, mentre le cime sono brulle e aride. Scendiamo più in basso e la vegetazione cresce.Sembra che qui sia passato da poco un branco di elefanti. I rami sono spezzati e molte foglie sono sulla strada, ma non riusciamo a scorgere nulla .
Arriviamo al rest di pretoriuskorp verso le 11. Decidiamo di prenderci una piccola pausa. Il rest sembra carino. Non è molto differente dagli altri, qui siamo più in collina e gli alberi sono tanti e imponenti, si vede uno scorcio di panorama sulle colline sottostanti.
Parcheggiamo la macchina e ci dirigiamo verso il negozietto, perché il ristorante è chiuso.Ci sono delle signore più anziane che sono ferme a chiacchierare sulle panchine e ci guardano con curiosità.
Entriamo nel negozio e compriamo qualcosa da sgranocchiare in macchina, e perché no, un bel gelato.Purtroppo sono quasi sciolti, hanno avuto un piccolo problemino al congelatore. Cerchiamo i più solidi e usciamo.Non prima di aver dato uno sguardo ad un bellissimo souvenir composto da escrementi secchi di elefante ( a chi potrei regalarlo?).Ci mettiamo all’ombra degli alberi, in una delle piazzole del rest dedicati alle cucine comuni. Il tutto è come sempre molto pulito.
La giornata è calda e qui si stà davvero bene e la tranquillità è impressionante. Sembra che tutti siano fuori in cerca di animali. Prima di ripartire in macchina diamo un occhiata alla cartina segnaletica per dare uno sguardo alla strada da percorrere e che animali sono stati avvistati. Vediamo che sono stati avvistati leoni sulla strada che dobbiamo percorrere per arrivare a lower sabie, molto bene. Ne approfittiamo per mettere la nostra bandierina nera di avvistamento leopardi nella giornata di ieri, ne siamo così orgoglioso!!! E ripartiamo.Scendiamo verso la collina e riprendiamo le strade sterrate che scollinano verso il sabie, è qui che sono stati avvistati i leoni.
Percorriamo la strada con attenzione, e dopo qualche km vediamo prima una macchina che ci fa dei segnali, e poi delle macchine ferme. Ottimo segno! E infatti proprio sul ciglio della strada c’è una leonessa ! Ci fermiamo e ci mettiamo a osservarla. E’ molto vigile.Ci guardiamo attorno e vediamo che c’è anche un maschio, e altre 3 leonesse nascoste nella boscaglia.Siamo tutti molto eccitati. Siamo in 3 macchine e ci diamo il cambio facendo avanti e indietro per avvicinarci ai leoni.Il maschio decide che la femmina sulla strada è molto nervosa e gli si avvicina quasi per darle coraggio e tranquillizzarla. E infatti lei sembra più tranquilla.Ci avviciniamo un sacco, sono davvero li, tranquilli e si lasciano fotografare tranquillamente. Sono davvero bellissimi!Rimaniamo un sacco con loro. Si avvicendano diverse macchine e si mettono a fare questo girotondo attorno ai leoni.Decidiamo di averli infastiditi abbastanza e riprendiamo la strada verso sabie, molto contenti e soddisfatti della giornata. Arriviamo ai cancelli di lower sabie, ma ci sembra ancora presto. Quindi decidiamo di continuare la strada verso il gate che non dista tantissimo. Ci troviamo ad un bivio con la strada che va verso il Mozambico, al di la del sabie. Qui è tutta savana senza alberi, ma solo cespugli bassi. Si vedono diversi animali durante il tragitto. Molti struzzi. Percorriamo qualche km, ma on riusciamo ad arrivare fino alla strada circolare, quindi decidiamo di tornare. Facciamo ancora qualche stradina laterale e vediamo un sacco di uccelli molto colorati. Stanchi ci dirigiamo al di la dei cancelli del rest camp.Gia dalla reception il rest sembra molto ben tenuto. Prendiamo la chiave e ci dirigiamo verso la camera. Qui sono quadrate. Sono abbastanza carine. Sempre molto spartane, ma confortevoli. Decidiamo di andare subito a cena e poi preparare le valigie per la partenza.Torniamo con la macchina al centro e diamo un occhiata. E’ ancora presto per il ristorante e diamo uno sguardo alle foto appese e al market. Molto ma molto ma molto carino. Hanno delle cose spettacolari e molto di buon gusto. Non resisto e compro un paio di cuscinoni, sono molto soddisfatta.Ci sediamo ad un tavolino e osserviamo il sabie che scorre sotto di noi. Ci troviamo su di una splendida terrazza che da sul fiume. Molto suggestivo devo dire. Lower sabie probabilmente è il rest più carino che abbiamo fatto. Anche qui hanno problemi con i babbuini. Tutto è recintato per chè diventano sempre più aggressivi.Ceniamo al ristorante. Anche qui a buffet. Mangiamo molto bene, quasi a lume di candela.Rimaniamo ancora un po a godere di questo tepore serale e poi torniamo alla nostra casina.Abbiamo scaricato tutti i nostri bagagli ed è ora di cercare di metterli a posto per il viaggio di domani.Impacchiamo tutti gli acquisti cerchiamo di pesare a occhio di quanti kili abbiamo sforato…Mi sa che dobbiamo pagare stavolta!Togliamo tutte le cose pesanti e decidiamo di mettercele addosso o nello zaino. Le scarpe da trekking , i piumini, un paio di maglioni ecc. Lasciamo qualche crema e sapone , tanto per togliere qualche etto!Gli zaini pesano una cifra!Quello di Massimiliano peserà ( provato al ritorno) 11 kg! Be, cercheremo di fare una faccia rilassata sperando non lo pesino!Ok, siamo pronti. Rimettiamo il superfluo in macchina, facciamo una doccia e ci dirigiamo a letto.
5 febbraio 2006 Abbiamo deciso che questa mattina non ci sveglieremo all’alba. Dopotutto dobbiamo fare un sacco di km per tornare a Johannesburg e poi il viaggio aereo…Quindi alle 8 partiamo . Ci fermiamo al laghetto, ci sono diversi ippopotami e uccelli. Un paio davvero strani. Altissimi e rosa. Sembra che il maschio stia tentando un approccio, ma ci sono troppe macchine.Vogliamo fare la strada dei leoni di ieri, magari se sono stabili li possiamo trovare ancora li.Sulla strada incontriamo una coppia che ci dice di aver visto 5 leopardi e 3 leoni . Caspita che fortuna!!!!Proviamo anche noi. Ma la fortuna non è dalla nostra parte oggi . Percorriamo tutta la strada ma na vediamo nulla sfortunatamente.Ci dirigiamo verso Skukuza. Sono le 10 e decidiamo di fare colazione. Non siamo gli unici a quanto pare. Il bar è aperto e diverse persone stanno facendo colazione.Prenotiamo una bella colazione con becon, uova e patate. Speso pochissimo e ottima colazione. Peccato non essersi fermati anche gli altri giorni. Questa giornata di relax stà andando bene. Dopotutto volevamo rilassarci.Mangiamo con gusto e ci fermiamo a dare un occhiata all’olifant. Anche questo rest è fatto sul fiume. Anche qui una grande terrazza che da sul fiume . Di fronte a noi il vecchio ponte della ferrovia che passava di qui ( e anche dal mala mala) .L’altra sera era buio e non abbiamo visto nulla, ma anche qui il posto è carino.Riprendiamo per l’ultima volta la nostra almera e iniziamo ad uscire dal parco. Rifacciamo la strada di ieri verso pretoriuskorp, per poi uscire vicino a white river.Sulla strada troviamo diverse zebre che sembrano darci l’ultimo addio.Usciamo dal parco .Dopo diversi gioni incontriamo gente.Le solite persone che percorrono la strada, mi piacerebbe sapere dove vanno.Incontriamo diversi paesi sulla strada, e diverse fattorie.Torniamo sulla strada principale.
Prendiamo la strada a pagamento che ci riporta verso Johannesburg.
Facciamo la strada e incontriamo quella bellissima parte panoramica piena di aranceti. Bellissimo, con gli alberi di jacarada in fiore. Questa parte di sud africa è splendida.Torniamo sulla pianura che si stende a perdita d’occhio. Sull’orizzonte iniziamo a vedere una nuvola nera. Piano piano che ci avviciniamo diventa sempre più nero e grande.Una fortissima tempesta ci avvolge. Per alcuni minuti non vediamo nulla, solo una doccia d’acqua che non sembra finire. Per fortuna non ci sono molte macchine . Tuoni e fulmini tutto attorno Come è cominciata sembra finire tutto ad un tratto.Facciamo l’ultimo rifornimento prima di arrivare all’avis.Massimiliano è stanco, stà quasi per imboccare la strada dalla parte sbagliata. Per fortuna che stiamo per arrivare all’aeroporto.Ed eccoci qui. Restituiamo la macchina all’avis.Riprendiamo i bagagli e ci dirigiamo verso il check in.I nostri bagagli mi sembrano ancora più pesanti.Il nostro aereo è già in check in.Passiamo alla pesa con un certo timore. Ma anche se sforiamo di 8 kg, pare che la nostra tessera south africa airlines ci fa passare avanti senza dover pagare. Sono quasi esterrefatta.Arriviamo al banco e presentiamo la nostra tessera e i biglietti.Sfortunatamente il finestrino non è disponibile, ma la ragazza ci dice che ci riserverà tutta la fila di 4 seggiolini! Che carina! Entriamo all’interno del duty free e iniziamo lo shopping finale.Inizio a girare avanti e indietro per trovare gli ultimi regalini da portare a casa. Il tempo scorre senza che me ne accorga ed è ora di imbarcarci. Con gli uccelli sempre dietro ci imbarchiamo . Troviamo i nostri 4 posti liberi.Finalmente stasera dormiremo.L’aereo è nuovissimo come sempre.Decolliamo.Il volo procede benissimo. Uno stuart ha tentato di volerci propinare compagni di seggiolino, ma visto il mio sguardo credo ci abbia dato a mucchio.
6 febbraio 2006.
Arriviamo a Francoforte alle 6 del mattino.
L’aereo per bologna sarà alle 8:30. Sulla carta che ci hanno dato a Cape town c’è già il gate Ok, voliamo in Italia.Bologna ci attende, e anche il pulmino per il parcheggio.Non troviamo fila in autostrada e in un oretta siamo finalmente a casa.Iniziamo a spacchettare tutti i nostri pacchi che sono arrivati completamente intatti per fortuna.
Pronti per il prossimo viaggio… Il Sud Africa ci è davvero rimasto nel cuore.
Abbiamo conosciuto un sacco di gente ospitale. Abbiamo conosciuto un paese che cambia ad ogni angolo di strada e che ci stupisce ad ogni chilometro.
Effettivamente non abbiamo atteso molto per ritornare a trovarlo.
A ottobre già ne sentivamo la mancanza e siamo partiti nuovamente per esplorare altri angoli di questo paradiso… magari al prossimo racconto vi dirò com’è stato…