Il futuro mi porterà in… Portogallo!

Viaggio da Lisbona a Porto... in lungo e in largo!
Scritto da: Mara Speedy
il futuro mi porterà in... portogallo!
Partenza il: 26/06/2011
Ritorno il: 06/07/2011
Viaggiatori: 3
Spesa: 1000 €
I know not what tomorrow will bring… scrisse Fernando Pessoa, uno dei maggiori poeti portoghesi, poco prima di morire… forse non sapeva cosa aspettarsi dal futuro, ma sicuramente sapeva da dove veniva… da Lisbona, la prima tappa del nostro viaggio in Portogallo, meta scelta un po’ per Caso.

Circa un mese prima della partenza, prenotiamo con www.easyjet.com il volo, andata e ritorno per tre persone su Lisbona, con partenza domenica 26.06.11 da Milano Malpensa, alle ore 16.00 e rientro venerdì 08.07.11 alle 20.20, e 3 notti a Lisbona all’Hotel Principe Lisboa in Av Duque d’Ávila 201 (822 euro tasse e assicurazione comprese). La nostra verrà custodita per l’intero periodo da Ceria (www.ceriamalpensa.it) per 33 euro; per chi non abita in zona, accanto al parking c’è l’Hotel Mariuccia (www.damariuccia.it), che fa anche da ristorante, che non sembrava per niente male.

Il volo è perfettamente in orario, con pochi euro prendiamo un taxi fuori dall’aeroporto che ci porta direttamente all’hotel, dove troviamo una camera pulita e confortevole. Rimaniamo piacevolmente sorpresi quando alla reception ci informano che hanno aperto da poco la fermata della Metro San Sebastião, proprio davanti all’hotel. Il tempo di lasciare i bagagli e siamo già alla conquista della capitale. La metro funziona dalle 6.30 all’1.00 di notte e alla biglietteria abbiamo già il primo impatto con la cortesia portoghese… la bigliettaia esce dall’ufficio e ci spiega come arrivare in centro e come usare il biglietto: infatti si paga 0,50 euro per la tessera, valida un anno, che possiamo ricaricare con corse singole, biglietti giornalieri o abbonamenti. Quindi, dopo il primo utilizzo, ricordate di conservarla.

La fermata di San Sebastião è all’incrocio tra l’azzurra, il cui simbolo è un gabbiano e la rossa contrassegnata da una bussola. Prendiamo quindi la rossa/vermelha fino a Oriente, principale stazione ferroviaria della capitale. In una nazione con tanta storia, decidiamo forse di andare contro corrente, ma iniziamo proprio dalla parte più “futuristica” della capitale lusitana. Attraversiamo il moderno Centro Commerciale Vasco da Gama e una fila interminabile di bandiere ci accompagna all’entrata al Parque das Nações, 5 km una volta occupati dal porto, rimessi a nuovo in occasione dell’Expo ’98… chissà come diventerà la nostra Milano per l’Expo 2015! L’idea che accomuna tutte queste costruzioni era “ Oceani, un patrimonio per il futuro”, quindi tutto è stato costruito per ricordare il mare, due enormi edifici ai lati del Centro Commerciale hanno la forma di vele, il padiglione Atlantico sembra una nave rovesciata, l’Oceanário è una sorta di isolotto in mezzo all’oceano, la Torre Vasco da Gama è anch’essa a forma di vela. Si è fatto tardi, quindi decidiamo di cenare, proprio sul Paseio das Tágides, il lungofiume, all’Azul Profundo, buono, ma pesante il merluzzo con riso e fagioli (9 euro a testa), ma forse la ricordiamo come la peggiore cena, per la maleducazione della cameriera (unico caso di tutta la vacanza!) e perché nei posti successivi mangeremo infinitamente meglio. Finita la cena, facciamo due passi sul lungo Tago e ci rendiamo conto che andando dalla parte opposta all’Oceanário i locali e i ristoranti si susseguono uno dietro l’altro! Ma ciò che coglie la nostra attenzione è senza dubbio il sinuoso Ponte Vasco da Gama lungo ben 17,5 km… certo che non ci rendiamo veramente conto quanto sia lungo per la leggera foschia sul fiume. Da un capo all’altro del parco, che include anche un’ampia zona verde, si può andare in cabinovia. Iniziamo ad essere stanchi, quindi torniamo all’hotel, notando quanto l’illuminazione notturna sia suggestiva.

27/06 Un’ottima e abbondante colazione e siamo già per strada. Ricarichiamo la nostra tessera con un giornaliero da 3,95 euro (comprende metro, mezzi di superficie ed elevador). Con 4 fermate di Azul siamo in Praça dos Restauradores, al centro della piazza l’obelisco di 30 m dedicato a chi ha restaurato la libertà nei confronti degli spagnoli nel 1640. Alla nostra sinistra abbiamo l’Hard Rock Café e alla nostra destra l’Elevador da Gloria, che prendiamo. Questo trenino a grimagliera, con gli interni di legno, fa parte di una rete che permette di salire e scendere dai 7 colli su cui, come a Roma, si è sviluppata la città. Arrivati al capolinea, che in verità è l’unica fermata, prendiamo Rua de São Pedro de Alcântara e iniziamo la visita del Bairro Alto, con le sue viuzze, le case ricoperte di azulejos, i festoni colorati appesi ai balconi, le scalinate che serpeggiano qua e là. Arriviamo alla chiesa do Carmo, distrutta dal terremoto del 1755, con l’annesso convento e Museo Arquelogico (entrata 2 euro), dove sono degni di nota un pannello in azulejos barocco, una finestra in stile manuelino (ci sorprende perché ancora non abbiamo visto il Mosteiro dos Jerónimos!), una mummia egizia e due mummie peruviane, che mi ricordano la Juanita di Arequipa. Dietro alle rovine della chiesa, la piattaforma del Miradouro de Sta. Justa (per salire 1,5 euro), da dove si gode di una vista spettacolare sul Rossio e sul castello di São Jorge.

Scendiamo verso la Baixa e prendiamo Rua Garrett verso il Chiado. Prima di partire non mi era chiaro come fosse il passaggio da un colle all’altro, ma una volta sul posto è stato subito facile! Lungo la strada ci imbattiamo in un lustrascarpe e in un’auto d’epoca che ci fanno fare un balzo indietro di 50 anni, mentre il tram 28 sferraglia in largo do Chiado. Davanti a noi una statua di Ribeira e alle nostre spalle il Café A Brasileira, dove una statua di Pessoa ci ricorda che ne era un assiduo frequentatore. Torniamo verso la Baixa e percorrendo la pedonale Rua do Carmo, arriviamo in Praça D. Pedro IV, meglio conosciuta come il Rossio. La pavimentazione della piazza ricorda delle onde bianche e nere, al centro la colonna che regge la statua di D. Pedro IV e sul lato nord il neoclassico Teatro Nacional de Dona Maria II. Imbocchiamo Rua Augusta, con i suoi negozi e gli artisti di strada, passiamo a fianco dell’Elevador de S.ta Justa, e andiamo fino all’Arco Triunfal che permette di accedere a Praça do Comércio, di cui un lato è aperto sul fiume Tago, con una scalinata chiamata Cais do Colunas, dove sbarcavano gli ospiti in visita alla città. Al centro della piazza la statua equestre di D. José I, attorniato da animali-simbolo, il cavallo (trionfo) e l’elefante (fama). Prendiamo Rua da Alfândega e visitiamo l’Igreja Conceição Velha, dallo splendido portale manuelino. Arriviamo alla romanica Sé Patriarcal (Sé sta per cattedrale, sede episcopale), austera fuori e dentro, con due torri massicce, belle vetrate ed esposizione di paramenti sacri. Appena fuori dalla Sé, il Miradouro Sta Luzia, con una chiesetta decorata con azulejos e circondata da buganvillee. La vista è sul fiume che è talmente ampio da sembrare mare. Una nave da guerra è ancorata poco distante. I tetti rossi risaltano sui muri candidi… sembra una cartolina dalla Grecia.

Fare su e giù per questa città è stancante anche per gente attiva come noi… allora decidiamo di riposarci a bordo del famoso tram 28. Attenzione perché sono diversi i percorsi del tram 28. Un cartello che dice di stare attenti ai borseggiatori attira la nostra attenzione, mentre percorriamo le strette strade dell’Alfama, uno dei pochi quartieri sopravvissuti al terremoto. Passiamo davanti a São Vicente de Fora e a Palazzo São Bento, prima di tornare alla Sé, dove scendiamo, per dirigerci al Castello di São Jorge (7 euro o 3,50 con riduzione > 65 anni/studenti), dove cinta da alte mura percorribili a piedi, si trova la cittadella. All’interno del castello, sulla Torre de Ulises, ogni mezz’ora, si può accedere alla Camera Escura, dove grazie ad un periscopio, Lisbona viene presentata a 360°. Anche dal castello si gode di un’ottima vista… una caravella veleggia nel Tago davanti a noi… suggestivo! Appena fuori dal castello prendiamo il Bus 737 che ci porta a Praça Figueira, cerchiamo subito la Confeitaria Nacional al nr 18B, consigliata da un amico per i suoi dolci. Pranziamo (anche se ormai è ora di merenda!), provandone diversi tipi, accompagnati da un frullato di frutta fresca (22 euro): i giudizi a riguardo sono contrastanti, ci aspettavamo qualcosa in più, ma certamente sono buonissimi. Adesso però dobbiamo smaltirli, quindi torniamo verso il Rossio, precisamente alla Estação do Rossio, edificio neomanuelino, dalla facciata “gioiello”, riprendiamo la metro dalla stazione di Restauradores adiacente, ma arriviamo solo a Praça Maqués de Pombal, grande crocevia con al centro una colonna alta 36 m che celebra Pombal (colui che ricostruì Lisbona dopo il terremoto), da cui inizia il Parque Eduardo VII. Attraversiamo il parco percorrendo la larga passeggiata, fino a un laghetto dove ci sono pavoni e altri animali. Alle spalle del laghetto la Estufa Frìa, un giardino botanico, che troviamo chiusa (dalle 9 alle 17.30), ma che riusciamo comunque a vedere grazie alle grandi vetrate. Alla fine del parco, dal miradouro del Parque Eduardo VII, si gode il panorama sull’intera città. Siamo a poco meno di un chilometro dall’hotel e ci accorgiamo che sulla strada c’è un centro commerciale, il Cortes Inglés, così dato che ormai si è fatta sera, decidiamo di cenare da Sopas dove per 11,85 euro (totale!) mangiamo 3 zuppe, di cui una fredda a base di frutta e le altre alle verdure, e tre pasticci di carne, tonno o würstel e bibite. Al centro facciamo anche scorta di frutta (buonissima!) e acqua per i prossimi giorni. Una rinfrescata in hotel e un giretto per il Bairro Alto che però è semideserto e rientro per una sana dormita in hotel.

28/06 Oggi sarà una giornata impegnativa, scegliamo di alzarci molto presto… meglio ciondolare a fine giornata piuttosto che mangiarci le mani per aver saltato qualcosa per mancanza di tempo! Avevamo letto che il giornaliero di Lisbona valeva anche sui treni per Sintra ed invece non era vero, solo la Lisboa Card ne da diritto (www.visitlisboa.com). Così dopo aver raggiunto in metro Restauradores, andiamo alla biglietteria dell’Estação do Rossio, dove ci consigliano il biglietto giornaliero combinato per la rete bus ScottURB (www.scotturb.com) e treno CP (www.cp.pt) che con 12 euro a testa, non permette spostamenti all’interno di Lisbona, ma ci permette di spostarci dalla capitale a Sintra e viceversa, ma anche all’interno di Sintra e da Sintra a Cascais, Estoril, Belem… tutto ben descritto nella mappa allegata al biglietto. Arriviamo con il treno a Sintra in 40 minuti circa. La cittadina è famosa per essere stata la residenza estiva dei sovrani portoghesi, in una zona rocciosa dell’Estremadura. Su www.parquesdesintra.pt avevamo letto sia dei mezzi per raggiungere ciò che ci interessava, sia di un biglietto combinato che permetteva di risparmiare sulle entrate. Scegliamo la combinazione Mouros e Penha per 14 euro (11 il ridotto). Percorrendo un sentiero di circa 2,5 km in mezzo alla fitta vegetazione, arriviamo al Castelo dos Mouros, che come dice il nome è di origine moresca, ricordata anche da una bandiera verde che recita Sintra in lettere arabe. Percorriamo le mura fino in cima per godere di una magnifica vista su tutta la valle circostante e sul Palazzo de Penha. Semplicemente imperdibile! Riprendiamo il bus 434 che fa il giro tra i luoghi d’interesse di Sintra e arriviamo alla biglietteria del Palácio da Penha, presentiamo il nostro biglietto combinato per avere la mappa del sito. Dalla biglietteria si può prendere un trenino per 2 euro o fare una camminata in leggera pendenza di 10 minuti, in mezzo ai boschi. Il palazzo, eretto nel 1850, coniuga diversi stili come quello manuelino (es. sulla terrazza della regina una stanzetta, che contiene un telescopio, ha delle pareti con decorazioni spettacolari), quello barocco (stucchi e trompe l’œil arricchiscono diverse stanze), quello arabo e quello gotico (connubio perfetto, specie negli esterni). Qui e là gli azulejos (piastrelle decorate a mano) ci ricordano quanto l’influenza araba fu importante in queste zone, ma ci ricordano anche che siamo in Portogallo e non in qualche residenza tedesca o moresca. Dalle torrette si vedono in lontananza il Castelo dos Mouros e lo spettacolare parco che lo circonda. La nostra visita prosegue tornando a Sintra città, dove visitiamo il Paço Real (7 euro o 3,5 ridotto, chiuso mercoledì). Anche in questo palazzo gotico e moresco trovano un connubio perfetto e si arricchiscono dello stile persiano nei mobili e nei tappeti. Nella sala degli Arabi sembra di trovarsi in uno dei racconti de Le Mille e Una Notte. Questo è uno di quei palazzi che non si può far a meno di guardare con il naso all’insù… la sala del Gran consiglio (ricoperta di azulejos e con una cupola dorata e molto alta, stile “persiano”), la sala delle sirene, la sala dei cigni, hanno tutti soffitti degni di nota. In centro proviamo per un euro la Ginjinha (em copo de chocolate), tipico liquore alla ciliegia, il cui gusto, esaltato dal bicchierino in cioccolato, assomiglia molto a un boero.

Tornando verso la stazione, proprio davanti a Pizza Hut, prendiamo il bus 403 per Cabo do Roca. Attenzione perché c’è un bus ogni ora, ma non per tutta la giornata. In circa mezz’ora arriviamo nel punto più a ovest del continente europeo: “Aqui onde a terra se acaba e o mar começa” come disse Camões, davanti a noi ci sono l’Oceano e la fortuna di aver trovato una giornata limpidissima per la costa che fino in lontananza è a dirupo sul mare.

A questo punto, l’unico intoppo della vacanza, riprendiamo il 403 non controllando il capolinea e ci ritroviamo nuovamente a Sintra, invece che a Cascais; vedendo le facce dei giapponesi e dei tedeschi che viaggiavano con noi… l’errore non l’avevamo fatto solo noi italiani “poco precisi”! In attesa del bus diretto a Cascais, decidiamo di ottimizzare i tempi e pranzare da Pizza Hut. Proprio noi che evitiamo sempre la cucina italiana all’estero, ci siamo dovuti ricredere, perché era molto buona!

Finalmente dopo la piccola disavventura arriviamo a Cascais, nota località balneare, sul mare la piazzetta del municipio che è un gioiellino e da sulla spiaggia; i pescherecci attraccati sotto al promontorio, che è sovrastato da un castelletto. Ceniamo all’inizio di Rua Visc da Luz, non potete non riconoscere il locale che ha reti da pesca appese all’esterno ed è tutto colorato di azzurro. Proviamo il nostro primo bacalhau… dicono che ne esistano 365 ricette diverse, una per ogni giorno dell’anno… buonissimo!

29/06 Oggi ce la prendiamo comoda, abbiamo deciso di fermarci una notte in più a Lisbona allo stesso hotel (95 euro), così dopo aver prenotato la notte, con la metro andiamo fino a Baixa–Chiado con l’Azul e cambiamo verso il capolinea della verde Cais do Sondré. Usciamo in superficie e la fermata del bus 43 è proprio attraversata la strada. Scendiamo nei pressi del Mosteiro dos Jerónimos de Belém, ma decidiamo di iniziare la visita del quartiere di Belém dal Padrão dos Descobrimentos (3 euro o ridotto 1,5), eretto nel 1960 a ricordo del 500° anniversario dalla morte di Enrico il Navigatore. Dalla terrazza si gode appieno il panorama sul Tago e si ha una visuale d’insieme del mosaico, donato dal Sudafrica, che si trova proprio davanti al monumento e che rappresenta, all’interno di una rosa dei venti di 50 metri di diametro, il passato di scoperte e conquiste del Portogallo. Il lungo Tago non porta direttamente alla Torre di Belém, bisogna infatti tornare sulla strada per raggiungerla e attraversare un parchetto, dove si trova un vecchio aereo. Il biglietto combinato per la Torre e per il Mosteiros dos Jerónimos costa 10 euro, ma bisogna fare attenzione, perché, per chi ha diritto a riduzione, conviene acquistare separatamente i due biglietti (2,50 e 3,50 euro). La torre è un capolavoro di arte manuelina, bianchissima e orientaleggiante, ogni dettaglio sembra”ricamato” nella pietra, specie le finestre e la loggia di sapore rinascimentale.

Ultima tappa a Belém, è il Mosteiro dos Jerónimos (chiuso il lunedì): una meraviglia che ancora mi riempie gli occhi. Il monastero già bello da fuori, non può non essere visitato all’interno. Tutto stupisce per come una mente umana possa aver concepito tanta finezza ed essere riuscita a metterla in opera, come nei portali, nelle colonne e nel chiostro… Il bianco è il colore predominante, mentre nel refettorio le decorazioni sono con azulejos multicolori. All’interno della Chiesa di Santa Maria, la cui cupola svetta dall’esterno, ci sono anche le tombe di Vasco da Gama e Camões. Ci siamo riempiti di cultura e bellezza, ora ci vuole il dolce! Imperdibile la sosta all’Antiga Confeitaria de Belém, in Rua de Belém 84, dove prendiamo per 11.40 euro una confezione da 12 dei famosi Pasteis… una goduria per il palato, ancora caldini… vengono date bustine di zucchero a velo e cannella, per creare nuove varianti.

Torniamo verso l’hotel e poco lontano in Av. Antònio Augusto Aguiar 24 C/D, affittiamo alla Europcar una Golf per 9 giorni per 713,81 euro con casco totale, che ritireremo la mattina seguente. Avremmo risparmiato prenotandola insieme al volo, ma non era ben chiaro che cosa fosse coperto dall’assicurazione.

Una rinfrescata e torniamo in zona Parque das Nações per la cena.

30/06 Andiamo a recuperare l’auto all’agenzia di noleggio, che però ci consegna una Fluence Renault allo stesso costo, e siamo già sulla strada per Peniche, località balneare con porticciolo. Il centro si trova su una penisola rocciosa, tra fortificazioni del XVI secolo. Visitiamo la chiesa di São Pedro, che sulla nostra guida del Touring è riportata con il nome di São Leonardo, con vecchi azulejos e l’esterno della fortezza da cui si gode un bel panorama.

Intorno alla cittadina una strada panoramica di circa 3 km porta a Cabo Carvoeiro. Breve sosta per ammirare la costa e i pescherecci al largo e riprendiamo la “nostra” auto direzione Óbidos, che raggiungiamo circa un’ora dopo. L’entrata da Porta da Vila (1380 dC) bisogna superarla guardando in alto i meravigliosi azulejos e guardando in basso la vecchina che ricama ancora come nella tradizione. Il borgo è circondato da mura del XII sec. e il castello è oggi riattato a pousada (sorta di locanda di lusso), ma per raggiungerlo bisogna percorrere Rua Direita, con le sue case bianche che contrastano con i colori delle buganvillee, e superare Praça Santa Maria, le pareti della cui chiesa sono interamente decorate con azulejos del XVII sec. Dalle mura, in lontananza, si vedono l’acquedotto risalente al ‘500 e la Igreja do Senhor Jesus de Pedra. Mai visti tanti acquedotti e tante stazioni dei pompieri come in questa nazione!

Lasciamo Óbidos e la sua tranquillità e raggiungiamo un’ora e mezza dopo il Mosteiro de Santa Maria de Alcobaça (6 euro o 3 ridotto), per fortuna chiude alle 19 e anche in questo caso il Portogallo offre la possibilità di risparmiare associando la visita di diversi monumenti; scegliamo quindi il circuito 1, che per 15 euro comprende oltre ad Alcobaça, anche il Mosteiro di Batalha e quello di Cristo di Tomar (vantaggioso solo per chi non ha diritto a riduzioni, vedi www.igespar.pt). L’esterno è imponente, il portale decoratissimo è sovrastato da due torri campanarie. Grandioso anche all’interno l’effetto dato dalle numerose colonne e dalle volte. La chiesa è famosa soprattutto per le tombe del 1360 di D. Pedro I e della spagnola Dona Inés de Castro, la quale venne uccisa da sicari inviati dal re, padre di lui, che temeva secondi fini spagnoli nei confronti del principe Pedro, erede al trono: la più grande storia d’amore della letteratura portoghese! Si accede dalla chiesa agli edifici monastici, passando da diversi claustri tra cui quello di D. Dinis, con candide decorazioni sulle bifore. E’ permesso visitare la sala de Re, rivestita di azulejos, il dormitorio, la sala capitolare e la cucina… mai vista una cappa di camino così grande! Usciamo al tramonto, su un piazzale sterrato e ci si aspetterebbe di vedere passare cavalli, invece per fortuna la piazza centrale è chiusa al traffico “moderno”. Un giudizio? Veramente bello, è che dopo il Mosteiros dos Jerónimos, tutto sembra quasi normale, ma in realtà tutti i conventi che vedremo sono degni di un viaggio in questa terra.

Non abbiamo ancora un posto dove dormire… non per niente siamo Turisti Per Caso! All’ufficio del turismo ci consigliano un hotel non lontano dal retro del monastero, l’Hotel D. Inês de Castro, rua Costa Veiga 44 (90 euro con garage): credo che quella notte fosse aperto solo per noi! Colazione un po’ povera, ma la camera era carina e pulita. Sistemiamo i bagagli e torniamo nella piazza centrale, dove avevamo visto dei ristorantini e scegliamo GrCasa, forse per la simpatia del cameriere-procacciatore di Clienti, prendiamo zuppe di verdura e proviamo un piatto tipico, il maiale Alentejan cotto con vongole nella cataplana, una tipica pentola in rame chiusa ermeticamente (38 euro). Combinazione strana, ma buonissima! Da smaltire con due passi per il centro cittadino.

01/07 Per raggiungere Óbidos e Alcobaça ci eravamo fidati delle indicazioni stradali… il nostro navigatore aveva deciso di abbandonarci e mostrarci solo la mappa dell’Ungheria! Per fortuna che partiamo sempre con una mappa dettagliata… cara vecchia carta contro tecnologia: 1-0! Una ventina di km ci divide dalla nostra prima tappa giornaliera: il Mosteiro de Santa Maria da Vittória de Batalha (6 euro o 3 ridotto). Capolavoro del gotico portoghese, è stato però arricchito con lo stile manuelino. Ancora una volta ci troviamo in un ambiente grandioso per la ricercatezza nei dettagli, ne La Capela do Fundador, con la tomba di D. João I e la consorte Filipa de Lancastre che si tengono per mano, nel Claustro Real, dove ogni colonna è diversa dalle altre, nella fontana a tre vasche sovrapposte, nella Casa do Capítulo, con il monumento al Milite Ignoto, ma soprattutto nelle Capelas Imperfeitas, notevoli nella loro incompiutezza, chissà se fossero state terminate!

Siamo a una ventina di km da Fatima, facciamo una capatina al santuario… certo doveva essere ben diverso questo posto quando i tre pastorelli videro la Madonna nel 1917! Il primo santuario costruito, oggi è rinchiuso in una sovrastruttura di vetro, dove recitano la messa in diverse lingue; sono state costruite altre due chiese, una nuovissima attorniata dalle statue degli ultimi papi e una basilica che ricorda alla lontana San Pietro a Roma. In un angolo si bruciano (tanto sono alte le fiamme!) le candele, che possono avere anche la forma di ciò per cui si prega (es. un braccio, una gamba, un seno, un bambino…). Al centro del piazzale una stradina che i devoti percorrono andata e ritorno in ginocchio, dalla nuova chiesa girando attorno al primo santuario.

La giornata oggi è carica di spiritualità, infatti la nostra ultima tappa è dedicata al Convento de Cristo di Tomar (6 euro o 3 ridotto). Dopo una breve passeggiata, arriviamo in un giardino fiorito, con panchine decorate con azulejos, che ci accompagna verso l’entrata a questo edificio, iniziato nel XII sec., che fu anche fortezza Templare. Ancora una volta siamo colpiti dal portale e poi dalla rotonda chiesa dei templari al suo interno, che mi ha ricordato tanto i quadri della Torre di Babele di Bruegel. L’esterno è un dedalo di chiostri e all’interno di quello di Santa Barbara si trova la famosa finestra, capolavoro-simbolo dello stile manuelino, dove ogni dettaglio, che ricorda il mare e la navigazione, è in rilievo e raggiunge una precisione maniacale. Visiteremo anche i lunghissimi corridoi che ospitavano le celle e le cucine.

Ci rimettiamo in strada per raggiungere Coimbra, circa 140 km percorribili in un’oretta e mezza e ancora una volta costatiamo che le autostrade sono care, se paragonato al costo medio della vita in Portogallo. Troviamo alloggio all’ostello da due stelle di Coimbra per 39 euro… camera privata senza bagno con colazione, era tardi, l’abbiamo presa lo stesso, ma non la consigliamo (www.pousadasjuventude.pt). In compenso al desk c’è un ragazzo gentilissimo, che ci indica un ottimo posto per la cena, da Adega Paço do Condé nell’omonima via, dove per 28,75 euro mangiamo il caldo verde (tipica zuppa di cavolo verde e patate) e salmone e pesce spada alla griglia. Il posto è spartano, ma Vi assicuro che è eccezionale! Ci è stato consigliato nelle vicinanze anche Zé Manel Ossos per la cena, ma non l’abbiamo provato.

02/07 Dato che l’ostello non è lontano da Praça da República, decidiamo di andare a piedi all’università, costeggiamo il Jardim de Sereia, proseguendo su R.O. Matos, quindi saliamo la scalinata che porta a Praça D. Dionis proprio all’inizio della Cidade Universitaria; ai piedi della scalinata ancora una volta un acquedotto. Entriamo attraverso un arco nell’universidade vecchia, davanti a noi si apre il patio das escolas, la piazzetta che al momento è in rifacimento, ma questo non ci impedisce di visitare tutto il resto. Con il biglietto completo a 4.90 euro, visitiamo la Capela de S. Miguel, manuelina, finemente decorata con azulejos e con un bel organo barocco, la Biblioteca Joanina (attenzione perché sul biglietto viene segnato l’orario di visita), esempio magistrale di barocco, semplicemente meravigliosa, abitata da pipistrelli che si cibano degli insetti papirofagi, che minacciano i 200.000 volumi ospitati, e alle sale del Paço das Escolas: la Sala dos Capelos (il capelo è la cappa che portano i laureandi), con il suo soffitto ligneo e ritratti dei sovrani, la sala dei Vescovi, la Sala do Exame Privado che ospita gli esami di laurea e la cerimonia di apertura dell’anno accademico (come mi sembra squallida la sala in cui mi sono laureata a confronto!), la Sala dos Archeiros, decorato con alabarde ed altre armi che vengono portate durante le cerimonie solenni, la Sala gialla, per le sete del colore simbolo della facoltà di medicina e la Sala blu per la facoltà di scienze. Si possono visitare anche le segrete, che fungevano da prigione.

Scendiamo verso la città bassa, dopo una breve visita alla Sé Velha, molto semplice, proprio perché di stile romanico, e raggiungiamo Rua Ferreira Borges, la via dei negozi, e con una scaletta scendiamo a Praça do Comércio. Uno sguardo al Rìo Mondego e decidiamo di lasciare Coimbra, diretti verso Braga, perché nelle sue vicinanze sorge il Santuario do Bom Jesus do Monte, famoso per la sua lunghissima e scenografica scalinata. Uff! Uff! Che fatica, ma anche che soddisfazione vederla nella sua interezza da sotto!

Volevamo arrivare a Porto, ma è ormai sera, quindi andiamo verso il mare e troviamo a Póvoa de Varzim, l’Avô-Velino Residential (50 euro con colazione, il residential è una sorta di B&B). Non lo sappiamo ma è un giorno speciale per Varzim, infatti, dopo la migliore cena della vacanza da Franganito 3 (zuppe, vitello e costine in 1/2 porzioni esagerate per 25,80 euro), ci ritroviamo nel bel mezzo di una festa con balli tipici. Quanti colori! Le illuminazioni, i vestiti e le bambine che ballano imitando le grandi battendo i propri tacchetti.

03/07 Partiamo di buon’ora per l’ostello di Porto, in Rua Paulo da Gama, 551 (due notti 118 euro, con colazione), dove avevamo prenotato direttamente dall’ostello di Coimbra. E’ un 4 stelle e si vede! Pulito, bagno in camera, la cucina a disposizione e una vista da cartolina sulla foce del fiume Douro. Pranziamo al sacco sul fiume in un parchetto poco distante dall’ostello e poi, con 1,5 euro, prendiamo dal lungo fiume, proprio sotto all’ostello, il bus 500 verso il centro. Come a Lisbona, anche a Porto ci sono i tram storici 18 e 22, che fanno il giro del centro per 2,50 euro.

La visita della città, che sicuramente ci è piaciuta più di Lisbona, inizia da Praça da Liberdade, da dove in leggera salita si possono raggiungere l’Igreja e Torre dos Clérigos, alta 76 m. Proseguendo in salita, sulla destra la Livraria Lello & Irmão, che troviamo chiusa e che ci ripromettiamo di visitare il giorno seguente. Arriviamo fino a Praça de Gomes Teixeira, dove fianco a fianco sorgono le chiese gemelle di Dos Carmelitas e Do Carmo, decorate con azulejos. Torniamo sui nostri passi e raggiungiamo Praça do Município, con il bel municipio bianco sullo sfondo e percorrendo Rua do Dr. António Luís Gomes arriviamo in Praça da Trindade, dove si trova l’omonima chiesa. Proseguiamo verso il fiume e ci imbattiamo nell’Estação de São Bento, che merita una visita per l’androne centrale interamente decorato con azulejos bianchi e azzurri e multicolori. Percorrendo le vie dello shopping, notiamo diverse chiese decorate con azulejos come l’Igreja dos Congregados e Igreja de Santo Ildefonso. Porto come Lisbona è un continuo saliscendi, quindi scendiamo verso Praça de Almeida Garret e da qui arriviamo alla Sé, costruita su uno sperone roccioso, la sala capitolare è decorata con azulejos, così come il chiostro del XIV secolo (entrata 3 euro o 2 ridotto), dove vediamo passare il vescovo che si appresta a dire messa. Fuori c’era una moltitudine di gente e non sappiamo ancora oggi perché…

A sinistra del palazzo episcopale, prendiamo una scaletta che scende fino al colorato Cais da Ribeira, la banchina che ospita un mercatino e diversi negozietti proprio sul lungo il fiume, dove sulla destra abbiamo il ponte in ferro Dom Luis I che collega la parte alta e la parte bassa di Porto con quelle di Vila Nova de Gaia, alle spalle i vicoli che si inerpicano fino alla Sé, da dove siamo appena arrivati, e di fronte le numerose cantine di stoccaggio del vino Porto che fanno la fortuna di Gaia. Ormeggiate le barche che ricordano che una volta il vino veniva trasportato lungo il fiume. Incontriamo una famiglia italiana che ci racconta che la sera precedente è stata borseggiata proprio nei vicoli che abbiamo appena percorso! Attraversiamo a piedi il fiume sul ponte Dom Luis I, passeggiamo sul lungofiume dal lato di Gaia ed è veramente rilassante, nonostante ci sia molta gente. Come dal lato di Porto, numerosi sono i ristorantini e i locali dove degustare il famoso vino.

Torniamo a Porto e riprendiamo sul lungo fiume il bus 500 che ci riporta all’ostello. Siamo stanchi e decidiamo di non uscire questa sera… ci godiamo però il melone, con salumi e formaggi locali, che abbiamo comprato davanti all’ostello al Pingo Doce, una catena di supermercati dove ci siamo sempre trovati bene.

04/07 Visitiamo la Livraria Lello & Irmão, con i suoi interni art déco, la scalinata di legno e l’arredamento d’epoca: un gioiellino da non perdere! Non lontano da Praça de Almeida Garret vediamo il Palácio de Bolsa, che sottolinea il carattere borghese di questa città e sul lungo fiume la chiesa di São Francisco, a cavallo tra barocco e gotico, all’interno presenta una ricchissima talha dourada (scultura lignea dipinta in oro). Attraversiamo il fiume e arriviamo a Gaia, seguendo le frecce per le cantine arriviamo alla Croft, la visita e la degustazione sono gratuite… il bianco è eccezionale e se lo dico io che non amo il vino! Visitiamo quindi la cantina nata nel 1678 dove viene invecchiato, ma non prodotto il vino, infatti la produzione è nella valle dell’alto Douro, zona al riparo dai venti atlantici, fredda d’inverno e caldissima d’estate. Il Porto nasce dal tentativo inglese di aumentare la “resistenza” del vino durante il viaggio dal Portogallo, il quale non richiedeva i tributi invece pretesi dai francesi; versarono così un goccio di brandy nel normale vino. Ovviamente ogni botte come raccontato anche nella cantina Taylor’s, ha una sua storia e il vino può così essere classificato in white, tawny, vintage… Anche in questa seconda cantina la visita e la degustazione sono gratuite. Dopo le visite ormai siamo un po’ alticci, quindi decidiamo di pranzare sul lungo fiume di Gaia da Francesinhas, dove per 38 euro mangiamo costine e baccalà alla griglia e proviamo un piatto tipico di qui, la francesinhas (un pasticcio di pane, prosciutto,carne, formaggio, in una puccetta dal sapore indefinibile) pesante, ma da provare! Riattraversiamo quindi il ponte e invece di andare a sinistra sul Cais da Ribeira, andiamo a destra, dove parte la funicolare che porta verso la parte alta della città. Per salire dobbiamo fare una tessera ricaricabile come quella di Lisbona. Arriviamo in alto e attraversiamo nuovamente il ponte fino ad arrivare quasi al Mosteiro da Serra do Pilar di Gaia, da dove si gode una vista mozzafiato sulle anse create dal fiume Douro e sui vari ponti che lo attraversano.

Torniamo sempre con il 500 all’ostello, ma prima passiamo dalla rosticceria all’interno del Pingo Doce e proviamo pollo e una specie di stufato con verdure, tutto con riso bianco delicatamente speziato, che qui viene utilizzato come pane e lo consumiamo in ostello, gustandoci uno spettacolare tramonto sul fiume beatamente seduti sul nostro balcone! A nanna presto, domani si viaggia!

05/07 Partiamo presto per Marvão, che dista circa 350 km da Porto, una cittadella costruita su uno sperone di roccia, tutta racchiusa da mura entro le quali si trovano anche le tipiche case bianche, le viuzze a ciottoli e la chiesetta di Santa Maria, anch’essa candida. Le mura sono percorribili e la vista si allarga sull’Estremadura e la pianura di São Mamede. Quello che mi ha colpito sono state le numerose rondini e tantissimi di quegli insetti, che si chiamano comunemente forbicine, morti.

Dormiremo all’ostello di Portalegre, Avenida do Bonfim, per 39 euro, nonostante avesse solo una stella, era ottimo. C’eravamo solo noi, così i bagni, anche se esterni, erano praticamente a nostra esclusiva disposizione. Ceniamo appena fuori dall’ostello andando verso il centro, da Grelhados do Bonfim, 35 euro per 3 zuppe, maiale alla griglia e pollo alla griglia con qualche dolce tipico, il bolo de Bolacha, una sorta di tronchetto di Natale con cioccolato e biscotti, il Farofias, strano… bianco montato a neve, ma come solidificato, con una cremina dolce a base di uovo, il tutto cosparso di cannella e il dolce della casa, che era la fine del mondo!!! Compreso una bottiglia di vinho verde, che non è vinho blanco, ma il colore è quello del vino bianco, ottimo a detta dei miei compagni di viaggio. Personalmente io preferivo la birra Bock, chiara.

06/07 Prima tappa della giornata, al confine con la Spagna, Monsaraz. É da tenere presente che se il tempo è brutto, si perde tutta la bellezza di questo posto, che gode del panorama più bello dell’intero viaggio! Sullo sfondo infatti una pianura disseminata di laghetti, nel mezzo della quale una formazione rocciosa ospita un piccolo borgo con castello racchiuso da mura.

Riprendiamo il nostro mezzo e nella strada verso Évora, tra mucche al pascolo, frutteti, ulivi e filari di viti, la nostra attenzione è catturata da numerosi nidi di cicogne, posti sugli alberi che costeggiano la strada. Mai visto neanche in Alsazia una cosa del genere!

Arriviamo finalmente a Évora, ultima tappa del nostro viaggio, che però ci ha un po’ deluso. Parcheggiamo fuori dalle mura e prendiamo la pedonale Rua João de Deus fino a Praça do Giraldo, considerata il centro città, che è in gran parte porticato. Seguiamo le indicazioni che ci portano alla medioevale Sé (entrata 2,50 euro), dall’aspetto molto austero all’esterno, all’interno è affrescata e decorata con azulejos. All’uscita prendendo a destra si arriva a Praça do Conde Vila-Flor, dove al centro si trova il tempio romano di Diana del II sec. Nella stessa piazza il Convento dos Lóios, convertito in pousada, di cui si può visitare solo l’Igreja de São João Evangelista. Tornando verso il centro e superandolo, arriviamo all’Igreja de São Francisco, con un grande portico e ancora una volta azulejos ovunque. All’interno la capela dos Ossos.

Prendiamo l’autostrada solo da Vendas Novas a Almada (70 km a 4,85 euro). Una curiosità, la corsia Reservad Aderentes corrisponde al nostro Telepass.

Arriviamo nel tardo pomeriggio ad Almada, l’ostello che avevamo già prenotato da Porto (130 euro due notti), si trova vicino all’ospedale Garcia de Orta, in Quinta do Bucelinho nella frazione di Pragal. Anche in questo caso le 4 stelle si vedono: non abbiamo il bagno in camera, ma sul piano sembriamo essere soli ancora una volta. La vista sul ponte 25 aprile dal nostro balcone è impagabile… le luci di Lisbona… Inoltre dimenticavo di segnalare che per ogni prenotazione negli ostelli si ha un ora di free wi-fi.

Facciamo due passi e ci facciamo attirare dalla quantità di gente che cena alla Cervejaria Gerardos, dove per 35 euro mangiamo due risotti ai frutti di mare (mariscos) e un maiale Alentejan (con vongole).

07/07 Siamo in anticipo di un giorno sulla nostra tabella di marcia, quindi improvvisiamo e andiamo a Cabo Espichel, uno sperone roccioso a 160 m sul mare con chiesa e faro. Bellissimo! Torniamo sulla strada principale e dal castello arabo vediamo le spiagge di Sesimbra. Dopo una ventina di km arriviamo in un luogo delizioso, Portinho da Arrábida, dove posteggiamo per la prima volta a pagamento e andiamo a stenderci al sole in una caletta. Finalmente un po’ di relax e in un posto da cartolina!

Facciamo in modo di tornare per cena ad Almada, ma prima vogliamo vedere da vicino il Cristo Rei, che abbiamo sempre visto da Lisbona. Non è lontano dall’ostello, ma arrivarci con i numerosi sensi unici è un po’ più complicato. La statua alta 28 m su di un piedistallo di 82 m, è stata costruita come ex-voto per la non partecipazione del Portogallo nella Seconda Guerra Mondiale e prendendo ad esempio il Cristo Redentore di Rio de Janeiro.

Torniamo per cena alla Cervejaria Gerardos, dove prendiamo maiale Alentejan e sardine e festeggiamo l’ultima sera in Portogallo con arroz doce (riso in una crema dolce) e Toucinho do Céu, torta a base di mandorle (29.30 euro).

08/07 Allunghiamo un po’ la strada, ma per raggiungere Lisbona prendiamo il ponte Vasco da Gama (2,40 euro), solo per il gusto di attraversarlo! Siamo in anticipo sul volo, avevamo tenuto questa giornata libera per poter tornare a visitare il centro di Lisbona, ma dato che non ne siamo stati entusiasti, preferiamo tornare al Parque das Nações, e visitare l’Oceanário (12 euro, ridotto 6,50), secondo per grandezza solo a quello di Osaka, con 10.000 animali… Ogni biglietto ha un consiglio “ecologico”, ottimo! Vasco la mascotte del parco accompagna specie i più piccoli alla scoperta del mondo marino… e non solo, dato che è strutturato su due piano quello marino e quello terrestre, con gli habitat divisi per temperatura, dove si incontrano marmotte che galleggiano incuranti dei visitatori, pinguini, uccelli. Riusciamo a vedere degli uccelli dal becco rosso che avevamo tanto cercato in Scozia… i casi della vita! Ma sono queste le cose che rendono bello un viaggio… un viaggio iniziato per Caso!



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