Il frio de cuba

Un viaggio in un’Isola straordinaria che ci resterà nell’anima DIARIO DI VIAGGIO Dal 18 al 26 Gennaio 2003, 9 gg. 7 notti spesa in todo euro 2.000.00 in coppia. Salve, siamo Enrico e Roberta, una giovane coppia di trentenni che adora viaggiare, per conoscere attratti dalle diversità ciò che questo mondo ci offre, da cui impariamo sempre...
Scritto da: Roberta Luciani
il frio de cuba
Partenza il: 18/01/2003
Ritorno il: 26/01/2003
Viaggiatori: in coppia
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Un viaggio in un’Isola straordinaria che ci resterà nell’anima DIARIO DI VIAGGIO Dal 18 al 26 Gennaio 2003, 9 gg. 7 notti spesa in todo euro 2.000.00 in coppia.

Salve, siamo Enrico e Roberta, una giovane coppia di trentenni che adora viaggiare, per conoscere attratti dalle diversità ciò che questo mondo ci offre, da cui impariamo sempre qualcosa di nuovo…Viaggiare: uno stile di vita che arricchisce lo spirito.

L’anno scorso in Gennaio siamo “scappati” in Sri Lanka e Maldive, così abbiamo intrapreso meglio l’anno lavorativo, molto più carichi e ricchi dell’esperienza fatta, ritemprati dalle nuotate insieme alle mante e pesci variopinti che abitano i caldi mari maldiviani…Così questa volta ci siamo fatti tentare da Cuba.

L’idea per questa meta tropicale è giunta a sorpresa due giorni prima della partenza attraverso un offerta lampo su Internet. Fuggire dai rigori dell’inverno e crogiolarsi al sole caldo è magnifico! Partiamo sabato 18 gennaio da Milano Malpensa con tre ore di ritardo…E a causa dei venti “nortes” che nei mesi invernali (nov.-febb.) provocano un abbassamento, dicono “sensibile” della temperatura, impieghiamo 12 ore ad atterrare all’Avana! Calcolato che la mattina alle cinque siamo partiti da La Spezia, per raggiungere (con la neve) l’aeroporto e siamo giunti a destinazione esattamente un giorno dopo, (con il fuso di 6 ore erano l’una di notte cubana), il viaggio è stato molto lungo…Ma ciò che la mente riesce ad immaginare durante tutto questo tempo d’attesa è pura adrenalina! Prima di farci uscire, le hostess passano sopra di noi uno spray batterico puzzolente per impedire il propagarsi di malattie all’esterno. Poi finalmente si aprono i portelloni dell’aereo e uscendo assaporiamo l’aria veramente fresca cubana…Rimaniamo tutti quanti sorpresi. Non è nel modo più assoluto ciò che ci aspettiamo! Ci attende il pullman che in un’ora e trenta ci accompagna al VentaClub Tropico (80 Km) in località JIBACOA Sistemazione, buffet e pernottamento: sarà la stanchezza, il tempo trascorso in viaggio, il freddo…Siamo veramente demoralizzati… Domenica, 19 gennaio La notte è trascorsa in un modo veramente unico: nel freddo totale! Ci siamo resi conto di aver sbagliato completamente il bagaglio…O meglio, la sensazione è di aver ricevuto un’altra valigia al posto della nostra… Non avere con sé il bel pigiama lasciato a casa, c’è costato due coperte di lana! Usciamo dal nostro bungalow rendendoci conto di essere a ridosso di verdissime colline, in un giardino tropicale con il cielo totalmente coperto e il giubbino di jeans non è ciò che serve! Così con il piumino andiamo a fare la nostra prima colazione. Incontriamo i nostri compagni di viaggio che come noi, sono presi dallo sconforto, poiché nessuno ha con sé, al di fuori di ciò che avevamo ieri per il viaggio, qualcosa d’adatto al freddo! Nella mattinata abbiamo l’incontro con lo staff che spiega a tutti quanti la situazione meteorologica molto anomala… Ok, siamo nel periodo invernale dove i famosi venti nortes provocano l’abbassamento (notevole) della temperatura, ma siamo in un clima subtropicale durante la stagione secca (da nov. Ad aprile), quindi dovrebbe essere il momento migliore per visitare questa maggiore isola delle Antille! Cerchiamo di reagire” al frio” con il primo cubalibre e iniziamo le lezioni di merengue e salsa. Dopo pranzo si decide di prendere un taxi, con Debora e Gilberto, una coppia d’amici appena conosciuti (che diventeranno parte integrante di tutto il viaggio), andando alla disperata ricerca di felpe nel posto dove ci sono centri commerciali: VARADERO. L’auto è il modo più comodo per muoversi liberamente. Se si prende a noleggio, il costo è di circa 120 $ il giorno comprensivo d’assicurazione ma non di benzina (costa poco, ma benzinai per la strada ce ne sono pochissimi) è richiesta una cauzione anche tramite carta di credito (no AmericanExpress e Diner’s). La patente di guida italiana è riconosciuta; l’età minima per il noleggio è 21 anni e la guida è a destra.

Il taxi governativo, reperibile presso gli alberghi è costoso e in Dollari U.S.A., ma calcolando che la segnaletica è scarsa anche in corrispondenza dei bivi e la strada di notte è in sostanza buia…Abbiamo optato per i 90$ e siamo giunti in circa un’ora a Varadero.

Da buoni italiani, cerchiamo in tutti i modi di contrattare il prezzo, ma ben presto ci rendiamo conto del fatto che viene emessa regolare fattura e segnalato il percorso che sì effettua…Tutto o quasi è dovuto “allo stato” e il Sistema non permette di poter” scappare”. L’autista (che scopriremo successivamente una Grande e nobile persona) alternava momenti d’euforia, lanciato a 130 l’ora a momenti lenti a meno di 60, in prossimità della Polizia ogni 5/6 km…Noi essendo “in regola” non siamo mai stati fermati…Ma chi ha pensato di farsi dare un passaggio da un taxi abusivo o semplicemente è in una macchina americana di fini anni ’50 insieme con un cubano, è fermato. I guai non sono serissimi…Se non di rimanere a piedi, per il cubano invece direi proprio di Si! Calcolando che in media guadagnano 8$ il mese corrispondente a 200 Pesos, la multa da pagare appartiene a 1.600 Pesos! Quindi otto mesi di lavoro! Improponibile!!! Per chi rimane a piedi, non fa altro che accomodarsi insieme alle altre persone, lungo la strada aspettano un passaggio che qualcuno prima o dopo darà… Arriviamo a Varadero. La Rimini cubana. Niente di più vicino alla verità. Occupa la Penisola de Hicacos, lunga 20 km, collegata alla terra ferma da un ponte elevatoio, una lingua di terra larga al massimo poche centinaia di metri.

La penisola ha una lunga storia: acquistata alla fine degli anni 20 dal magnate della gomma, il miliardario americano Dupont (costruendo la sua mega villa tropicale, oggi ristorante di lusso “Las Americas”) divenne rifugio e delizia del jet set americano, ingrandendosi sempre più fino a divenire, come ora, una meta turistica per centomila posti letto.

Lo slogan turistico è “arena fina y mar azur”: niente di più semplice, niente di più piacevole.

Varadero è la località più turistica e attrezzata di Cuba, le vere attrattive sono le spiagge, il mare e le discoteche.

Nonostante ci siano diversi Centri Commerciali, non riusciamo a trovare delle felpe…Qui non esistono! Così decidiamo di fare un giretto tra i mercatini artigianali…Ci tiriamo su il morale acquistando delle simpatiche statue di legno stilizzate lunghe e strette. Lavorano molto bene le conchiglie, il legno, il filo di cotone realizzando cappellini e magliette traforate e sono simpaticamente inventivi nel ricreare sgargianti modellini delle loro macchine americane.

Mentre per il freddo non sono proprio attrezzati…Così rientriamo un po’ demoralizzati per il tempo ma in ogni modo felici di essere a Cuba… Lunedì, 20 gennaio Stamani partiamo all’alba…Alle 6.30, per effettuare un tour di 600km, qui nel villaggio l’organizzano in due giorni, ma abbiamo pensato che uno, (per dei ragazzi-turisti così ricchi di voglia di viaggiare “fai da te”) fosse abbastanza! La bellezza d’essere “soli” è iniziata dopo un’oretta di viaggio, quando ci siamo fermati in un aranceto lungo km e km assaporando la bontà delle arance da spremuta cubane! Con il sorriso e tanta gentilezza, ci hanno donato sbucciati i loro frutti senza volere in cambio denaro…Qualche sigaretta, una foto ricordo insieme a queste brave persone che con il sacco di iuta cercavano di ripararsi dal mui frio ci ha regalato una bella sensazione. La sorpresa è arrivata con il tempo: è uscito il sole…E ci ha accompagnato tutto il dì nella nostra avventura.

Percorriamo l’unica arteria che taglia in due l’isola la Carretera Central che, come tutto il resto sull’isola, è una strada in condizioni pietose. Non ci sono che poche auto in giro, quasi tutte di turisti. I cubani viaggiano in camion stipati o in bici. Si, biciclette in autostrada anche carri trainati da buoi.

Arrivo a SANTA CLARA, dove è stato deciso il futuro di Cuba con la battaglia vinta dalla Colonna del Che contro l’esercito Batista. Ci troviamo in un capoluogo tipico cubano con strade diritte, fiancheggiato da piccole case di mattoni e tegole d’argilla rossa. Questo posto conserva ancora oggi i segni delle battaglie qui compiute, nel luogo in cui il treno fu fatto deragliare, nella periferia cittadina, è stato innalzato un monumento con alcuni vagoni originali.

A pochi km dal centro una gigantesca statua del Comandante, affiancata da un museo, regna sovrana nella grande piazza dove abbiamo incontrato una parata militare con fucili annessi, una specie di nostro” giuramento”. Nel 1997, a trent’anni della sua morte, sono stati ritrovati i resti del Che in Bolivia e stati inumati proprio in questo monumento.

Attraversando il Pico San Juan, il più alto (mt1140) con una strada molto alternativa e ricca di buche in direzione Trinidad, abbiamo potuto vedere piantagioni di tabacco più buono al mondo, non per niente i sigari nel pianeta, sono conosciuti come Habanos (poiché la produzione era situata nei dintorni dell’Habana) soffermandoci a guardare le grandi foglie verdi, ci siamo trovati in un punto panoramico della valle de Topes de Collantes.

Ci troviamo ormai a 350 km dall’Avana, abbiamo fame e siamo stanchi di stare in macchina…Per fortuna siamo arrivati in una delle tappe obbligate della visita a Cuba: TRINIDAD.

Penso sia il posto più fotografato dell’isola, è una delle città coloniali meglio conservate di tutta l’America Latina, patrimonio culturale di tutti noi. La sua bellezza si coglie nei particolari, le grate (reias) con le grandi finestre e le ringhiere di ferro battuto, le strade ciottolate e la gente… il loro carattere che a dispetto d’ogni difficoltà rivela una forza ricca di dignità. Questo gioiello di posto appare esattamente come era quattro secoli fa. Le case sono basse e le tegole rosse contrastano con il verde intenso delle piante, dei patios interni con i colori pastello delle facciate.

Sosta alla “casa della Trova” e al museo della Vida (chitarra), dove acquistiamo un cd al ritmo di salsa per rendere omaggio ai Buena Vista. Da non perdere la casa de la Canchànchara, un caratteristico bar in cui si esibiscono i migliori interpreti musicali e sorseggiare il loro tipico cocktail fatto con acquavite di canna da zucchero.

L’incontro di Trinidad si osserva ogni passo: dietro una persiana che si apre mostrando un interno di mobili coloniali, quadri scuriti dal tempo, statue di marmo, oppure davanti ad una porta di legno riccamente decorata.

Sarà, forse, questa splendida giornata d’oggi…In un inaspettato cielo azzurro mare, i colori delle case sono ancora più belli, o forse saranno i nostri occhi felici di renderci conto di essere al caldo di Cuba! Per strada ci hanno invitato diverse volte a pranzo per 10$ l’aragosta; così decidiamo di entrare in una casa molto “particular”. L’esperienza è stata suggestiva. Ci siamo trovati in un vecchio teatro del ‘500, diventato abitazione, per noi trentenni fuori d’ogni genere d’immaginazione! Forse per chi ha una cinquantina d’anni può ricordare vagamente ciò che esisteva dopo la seconda Guerra mondiale. La bellezza di queste persone con la gentilezza e l’ospitalità di averti in casa ti colma il cuore d’immensa gioia. E’ incredibile come viaggiando si possano provare emozioni date da un piatto di “langosta” (ovvero aragosta comprata di contrabbando), cucinata in casa con vicino una bimba di sette mesi, Rosio che ti sorride guardandoti con due occhioni densi di felicità. Abbiamo mangiato divinamente condividendo con i nostri due compagni di viaggio e il buon uomo del tassista che ormai è diventato parte integrante di quest’avventura.

L’aragosta era veramente buona oltre che la più grande mai vista prima (neppure in Thailandia), con fagioli neri e le”mariquitas”, banane con pastella a fettine fritte. Al posto del pane riso. Un pranzo che ci ha aperto gli occhi in questo modo di vivere, se avessimo preso il” pacchetto” del villaggio non avremmo mai potuto assaporare, ma che non consigliamo a chi cerca le comodità italiane. Sicuramente è una parte di Cuba che merita di essere visitata, per lasciarci un pezzetto di cuore.

Ci spostiamo di circa 80 km nella “Perla del Sud” CIENFUEGOS, la baia di Jagua, una delle più belle cubane, è protetta dalle tempeste caraibiche da uno stretto canale che la unisce al mare aperto. Arriviamo, ormai un po’ provati dal viaggio, nella piazza principale Parque José Martì dichiarata monumento nazionale: intorno c’è una marea di “cose” importanti da vedere a 360°.Bisognerebbe avere la voglia di soffermarsi a vedere, se non si fosse un po’ stanchi… Con una passeggiata intorno alla piazza, troviamo: il Teatro Tomàs Terry, il Collegio di S.Lorenzo, la Cattedrale (XIX sec.) e il Palazzo Ferrer, sede della casa della Cultura. Al centro, tra gli alberi, la statua di Josè Martì.

Ora comprendiamo la “saggezza” di percorrere il viaggio in due giorni… …I km percorsi si stanno facendo sentire ed ora bisogna tornare in dietro! Attraversiamo il Paseo del Prado simile all’omonimo viale dell’Avana: un po’ meno largo ma più lungo (attraversa tutta la città) per uscire da qui e incamminarci verso “casa”… Lungo il rientro, veramente lungo (circa tre ore) le gambe facevano fatica a restare ferme…Scambiandoci uno con l’altra opinione della giornata ciò che non dimenticheremo la prossima volta (poiché torneremo sicuramente) saranno QUADERNI, BIRO, MATITE, MAGLIETTE, SAPONE e CARAMELLE l’indispensabile per studiare e meritare una vita migliore.

Martedì, 21 gennaio SOLE incredibilmente sole! Ci svegliamo infreddoliti e non equipaggiati per la notte, con una giornata di caldo tepore…Siamo felici! Così ci crogioliamo in spiaggia un po’ titubanti per il vento freddo canadese che continua a farsi sentire, ma riusciamo a vincere noi! La giornata trascorre tra salsa e merengue, sole, un timido bagno e tante chiacchiere con i nuovi compagni di viaggio, un bel gruppetto: da Padova le piacevoli Angela e Ubertina, da Savona i due spassosi Carlo e Alberto, la coppia, nostri compagni di taxi da Bergamo, tre scherzosi genovesi, un brillante e abbronzatissimo Gianni…Una combriccola assortita in cui è nata familiarità, confidenza e armonia. Abbiamo trascorso la serata in Anfiteatro, con l’animazione che con il Cabaret riesce a farci sorridere, i balli in compagnia di cocktail a base di Rum per festeggiare in allegria il Compleanno di Angela.

Mercoledì, 22 gennaio La notte è trascorsa al freddo con le nostre due coperte di lana ciascuno che ormai sono diventate la barzelletta di questo viaggio. Stamani apriamo con timore le tende (poiché ieri sera abbiamo parlato con una coppia che è qui da 10 giorni e ci ha avvisato del fatto che anche la settimana scorsa, il tempo è stato due giorni belli e tre brutto, oltre che non siano ancora riusciti ad abbandonare il piumino…) e scopriamo il cielo azzurro senza nubi…Ci fa sperare al meglio per questa giornata cubana che sta iniziando. Oggi siamo più abituati al vento gelido e così riusciamo ad entrare in acqua e fare un bel bagno tra pesci che ci vengono a salutare. La giornata vola via insieme al vento. Oggi siamo particolarmente felici poiché siamo riuscite a ballare con i cubani (non più tra noi due donne) e come in un soffio diventiamo ottime ballerine di merengue. Mentre i nostri mariti sembrano incollati sul lettino, scambiando opinioni e pareri con alcuni cubani, comprendono che “volendo” si può fare ciò che si vuole pagando la metà di ciò che finora abbiamo speso… Così organizziamo un’uscita all’AVANA by NIGTH per 50$…Il prezzo è veramente buono! Ci troviamo (sempre noi quattro) alle 18 fuori del Villaggio. Farsi un giro in un taxi abusivo è un’esperienza che, arrivati a Cuba, bisogna (con attenzione) proprio fare. Il proprietario della macchina è un cubano veramente simpatico che ci offre un servizio unico: cicerone+trasporto inserendo anche la realtà locale, facendoci partecipi della sua vita.

L’impatto con la capitale in notturna è affascinante, ci troviamo immersi in palazzi d’epoca con stili associati (dal barocco al liberty, dal neoclassico al déco caraibico) e una miriade di macchine americane dalle forme gonfie e slanciate che continuano a tener duro, grazie all’inventiva di chi deve fare a meno dei pezzi di ricambio.

Arriviamo nella zona di MIRAMARE, la più signorile dove si trovano le Ambasciate e qui andiamo a cenare.

In seguito al suggerimento del tassista, ordiniamo il primo piatto della lista, ed ecco che in cinque minuti, ci portano una fetta di carne con cipolle, patatine fritte e riso, il tutto con estrema cortesia per 3.50$! L’indirizzo è EL PALENQUE direccion: 17 Y190, SIBONEY, PLAYA.

Ci affrettiamo a raggiungere la Fortaleza della Cabana dove alle 21 in punto, ogni sera, si tiene la cerimonia del Canonazo (colpo di cannone) in costume d’epoca, che ricorda la consuetudine passata di annunciare la chiusura delle porte cittadine e del canale del porto. Ci troviamo nel nucleo centrale del sistema difensivo del porto, composto dal Castello del Morro, la Fortaleza della Punta e la vicina Fortezza della Cabana, a metà ‘800 venne sostituita l’antica torre e fu innalzato l’attuale faro. E’ sicuramente una delle fortezze più famose dell’America Spagnola.

Da quassù, la baia dell’Avana è uno scintillio di luci, ci troviamo di fronte alla città, separati dal Canal de Entrada e ci rendiamo conto che sembra non esserci alcun mezzo che la collega, si vede solo mare intorno… così scopriamo che la strada è sotterranea, hanno scavato sotto all’oceano per crearla senza disturbare la vista della baia…Però questi cubani! Non potremmo farlo anche noi per collegare la Sicilia, senza costruire un mega ponte? Dopo aver meditato davanti al panorama, entriamo nel Museo che ricorda l’ufficio di Che Guevara quando fu comandante della piazza. Guardando la cartina e vedendo la maestosità della metropoli (la più grande città delle Antille) ci rendiamo conto che per scoprirla ci vorrebbero diversi giorni, uno per ogni quartiere della capitale, tutti ricchi di storia e monumenti. Iniziamo nella HABANA VIEJA, cuore della città coloniale con cinque secoli di storia architettonica da raccontare… Ci troviamo nella piazza con la scenografica facciata della Catedral de San Cristobal, esempio d’architettura barocca cubana con le luci soffuse che la illumina, seduti in uno dei tavolini all’aperto del bar El Patio. Intorno a noi una magica atmosfera della notte ci attende: l’eco delle note provenienti dalle strette viuzze con voci calde rese roche da sigari e rum… Per un cubano, il ballo è come camminare. A tutti gli angoli di strada tutti si muovono a tempo di sol. La musica regna sovrana, non solo per i suoi rinomati locali di jazz latino e bolero, di salsa, ma per le decine d’orchestrine che animano bar e ristoranti, le casas de la trova, luoghi in cui si entra in contatto con la canzone popolare riconoscendo alla musica dignità professionale.

Ancora pochi passi sino all’incrocio con calle Empedrado, al civico 207 c’è la Bodeguita del Medio per il mojito più famoso cubano insieme alla nostra firma in testimonianza del nostro passaggio. Se invece si vuole sorseggiare il miglior Daiquiri, Hemingway distingueva le bevande dei suoi locali preferiti, allora bisogna arrivare alle calle Obispo 557 al Floridita.

Succo di limone, cointreau, Rum Carta blanca, ghiaccio e zucchero per ottenere il Daiquiri, così una mescolanza di razze unica al mondo ha creato la bellezza cubana che giorno dopo giorno impariamo a conoscere.

Buona Notte ad un cocktail di sorrisi e musica, un ottimo insegnamento a godere la vita momento per momento… Giovedì, 23 gennaio Il destino è con noi in questa bella vacanza (non dimentichiamo che ha scelto lui per noi la destinazione) … Oggi volevamo trascorrere dall’alba al tramonto nella capitale, invece abbiamo, non per nostra volontà, rinviato a domani; “rimediando” la giornata più bella di sole con meno vento, che ci siamo proprio goduti. La “costante” è sempre la stessa: è grazie al frio che abbiamo apprezzato tanto il caldo, in altro modo sarebbe stato scontato che venendo a Cuba ci fosse il sole! Così com’è normale che ci si senta bene poiché si è in vacanza, quando arriva un feroce mal di stomaco, ecco che già cambia la situazione. Ciò mi ha permesso di rimanere nel Villaggio in compagnia di Debora, mentre i mariti sono usciti insieme alla nostra bella combriccola di giovani avventurieri per andare a mangiare l’aragosta in casa di cubani.

La serata si è conclusa in modo singolare: i ragazzi sono rientrati” a bocca asciutta” poiché non si è visto nessuno all’appuntamento e hanno atteso invano. In tarda serata, abbiamo compreso ciò che è accaduto. La macchina che doveva arrivare è stata fermata dalla Polizia, multata e rimasta senza “carico” a bordo. Uno di loro è riuscito a rientrare provando il brivido della moto, altri sono rimasti a piedi…Con i mezzi privati si risparmia, ma c’è la possibilità di rimanere “in panne”…Qui non siamo in Italia, i controlli sono molto fiscali, non dimentichiamo di essere sotto “dittatura”. Venerdì, 24 gennaio L’esperienza di oggi è stata UNICA. Abbiamo capito tanto e imparato molto… Siamo stati in giro in largo e in lungo nel mui frio dell’Avana. Proprio così…Ieri il tempo bello per il mare, oggi il freddo per girare! Se oggi fossimo rimasti in Villaggio, con questo tempo cosa avremmo fatto? Partiamo in compagnia del nostro Amico con il taxi governativo per il prezzo di 80$, lo stesso tragitto JIBACOA-HABANA effettuato mercoledì sera per 50$… Ma la cosa più strana è che qui si paga la tratta e non il tempo…Così siamo stati in giro tutto il giorno allo stesso prezzo di solo a/r…Il tempo dell’autista non è considerato! Basta soffermarsi un attimo per comprendere cosa ciò significa… Appena arriviamo all’AVANA il nostro Amico ci ospita nella propria casa per un caffè…Conosciamo la sua famiglia e orgoglioso ci mostra la splendida Chevrolet del’55…Poi ci accompagna in un impagabile giro nella vecchia città (con la paura di essere fermati) meditando sul fatto che siamo su un’auto che ha più anni di noi…E per finire con la massima discrezione c’invita a pranzo a casa sua. Non sappiamo che dire, non vogliamo metterlo in difficoltà ma ci rendiamo conto di quanto gli fa piacere, così accettiamo. Ci sediamo nella sala dove c’è apparecchiato solo per noi…La moglie (che con la vicina ha preparato il pranzo) e il figlio non mangiano…Prima noi, dopo loro! Facciamo di tutto per farli sedere con noi ma riusciamo a convincere solo il ragazzo che con il permesso del padre ci fa compagnia.

Siamo davanti ad una tavola imbandita di piatti tipici: una minestra densa con fagioli neri chiamata Potaje che si versa sopra al riso, l’Arroz con pollo è uno squisito pollo stufato e i Tostones, fette di banana verde sottili fritte nell’olio, buone quanto le nostre patatine fritte! La cucina cubana chiamata “cocina criolla” è nata dalla fusione di quella spagnola, africana e precolombiana.

L’essere socievole è una prerogativa e chiacchierare con loro, nella loro casa è un’esperienza che arricchisce: si respira la cultura di un popolo con una grande dignità, nonostante la povertà innegabile. Ci salutiamo, ci baciamo, e fuggiamo in centro per continuare il nostro giro turistico.

Entriamo al Museo de la Revoluciòn nell’ex palazzo del dittatore Batista. Chiediamo se è possibile avere con noi una guida, ma non esiste in lingua italiana, (né fisica né scritta) solo spagnolo…Così iniziamo il giro per il museo che si sviluppa su tre piani con documenti, fotografie e cimeli di 500 anni di storia delle lotte cubane per l’indipendenza.

Siamo ripassati dalla Piazza della Cattedrale per poterla paragonare alla visione notturna, e arrivati al Mercatino Artigianale, comprando ad ottimi prezzi oggetti in legno! Siamo risaliti in macchina cercando di ritemprare la temperatura corporea, pronti a passare all’AVANA NUOVA.

La prima tappa è il Capitolio Nacional, copia fedele del Campidoglio di Washington, talmente grande che dentro l’obiettivo della macchina fotografica non ci sta! Ci vorrebbe un grand’angolo o una panoramica, così ho rimediato con una cartolina. A proposito di cartoline: a parte il furto governativo per il costo, bisogna prestare attenzione durante l’acquisto di francobolli, l’unico utilizzabile per l’Europa è quello con l’orchidea verde e rossa, altrimenti quelle preparate; in altro modo faranno il giro dell’isola senza mai uscirvi! Noi abbiamo preferito con poco di più comprare un piccolo ricordo dai venditori per strada, così da aiutare i singoli piuttosto che dare i soldi al governo. Ma questa è una pura opinione in merito. Davanti al Capitolio, sede dell’Accademia di Scienze e della Biblioteca Nazionale, ci sono parcheggiate in bella mostra vecchie Chrysler, Ford, Cadillac e altre vetture di grossa cilindrata e colori sgargianti.

Mentre stiamo osservando tutto questo mondo in cui sembra di essere stati catapultati in dietro nel tempo, si ferma davanti a noi un “cammello”. Non siamo impazziti…Non si tratta dell’animale, bensì di autobus: i cammellos sono camion con il traino rosa confetto adibiti al trasporto urbano. Chiamati così per la loro forma simile al ruminante nordafricano, sono mezzi sempre molto affollati e poco raccomandabili per noi turisti.

Altra tappa è la Plaza de la Revolucion è il luogo delle grandi manifestazioni politiche della capitale. Si trova un gigantesco obelisco di marmo bianco alto 140 MT. Dedicato a Josè Martì e composto come una stella a cinque punte; al suo interno ha un ascensore che consente una splendida panoramica della città. Intorno alla piazza ci sono: la sede del Partito Comunista, il Palazzo del Governo, il Ministro degli Interni con una gigantografia del “Che” in ferro battuto, il Ministero delle Comunicazioni, la Biblioteca Nazionale e per finire…Il Teatro Nazionale. Che concentramento! Dopo così tanta cultura mi è venuto un calo di zuccheri e necessito di fare una sosta da “Coppelia”: la mitica gelateria dell’Isla Grande! Ci troviamo nel quartiere residenziale della capitale si chiama VEDADO, dove si trovano i migliori alberghi e la nostra Ambasciata (Paseo Vedado 606, tra calle 25 e 27). In gelateria ci siamo arrabbiati parecchio. Non siamo riusciti a prendere un cono insieme con gli altri, siamo dovuti andare in una zona a parte per noi turisti, sederci al tavolo per avere il gelato! Era tutto transennato e non ti permettevano di passare se non per il percorso che si doveva seguire… La scusa è per i pesos cubani che solo loro possono avere, per il fatto delle tre monete esistenti: il dollaro, il pesos convertible (appositamente per i turisti) e i famosi veri pesos che hanno inciso sopra “ il loro lavaggio di cervello” “Victoria o Muerte”; unico slogan che si nota anche per la strada…La verità è che il sistema vuole evitare che turisti e cubani stiano insieme. Mi dispiace di essere così diretta, ma rifletto sul fatto del nostro Amico rimasto in macchina ad aspettarci affermando che non voleva il gelato, sarà stato veramente così? Qui tutto “SEMBRA” stupendo, c’è il sole (a parte oggi), il bel mare, la bella gente, ma manca una cosa troppo importante: la libertà. Ciò che è difficile da controllare è meglio che si eviti, poiché la gente è meglio non sappia cosa c’è oltre il bel Mar dei Caraibi! Così più che addolciti dal gelato, seppur molto buono, torniamo in macchina e vediamo con occhi ancora una volta diversi il nostro bravo Amico… Ci chiede dove vogliamo andare, basta che noi pronunciamo un nome, lui ci accompagna…Ma un po’ c’è passato l’entusiasmo! Giacché ci troviamo in questa zona andiamo a salutare un amico che ci attende su di una panchina: John Lenon. Scattiamo la foto ricordo con la bella statua e terminiamo il giro con lo spettacolo delle onde che s’infrangono sul MALECON, il lungomare dell’Avana che si estende per più di 5 km e collega i tre quartieri centrali della città: VEDADO, CENTRO HABANA e l’HABANA VIEJA. Il Malecòn è la passeggiata sul mare più famosa della città. Niente palme, solo una striscia d’asfalto orlata da un marciapiede largo separato dal mare da un muretto, che in questa giornata di vento per le macchine che passano è difficile non farsi bagnare dalle onde dell’Atlantico.

C’incamminiamo ad oriente verso la Playas dell’Este, dove dopo Matanzas arriviamo a Jibacoa, la nostra dimora cubana.

E’ arrivato il momento dei saluti. Presa dall’emozione del momento, come si fa tra vecchi Amici quando ci si saluta, cosa combino? La gaff più grande! Mentre ci diamo un arrivederci a presto, gli dico se ci verrà a trovare…Lui mi ha guardata con tenerezza dicendomi: “Come faccio a Uscire?” Mi sono immediatamente resa conto della situazione e con un caloroso abbraccio ci salutiamo. Sicuramente ci sarà un ritorno… Vorremmo sentire il “vero” caldo cubano, nelle spiagge bianche di Cayo Largo e conoscere le sue iguane…Scoprire i ritmi d’Africa di Santiago de Cuba con le zone limitrofe per avere una visione più completa dell’ISLA Grande! Sabato, 25 gennaio Il tempo pare si sia “guastato” come all’arrivo così è oggi per la partenza. Tutto coperto con vento.

Prepariamo in un attimo le valigie tropicali che ben poco ci sono servite, lasciamo più cose possibili qui… le medicine per l’orfanotrofio di Matanzas, i saponi e trucchi alle signore gentili che hanno sistemato in modo simpatico tutto ciò che in questa settimana trovavano in giro per la camera, gonne e infradito alle cubane dell’animazione (di nascosto poiché non gli è permesso). Riempiamo la valigia di statuine di legno acquistate in questi giorni, sigari e rum! Il sigaro cubano diventato il simbolo di Cuba, supera ogni barriera ideologica, è un simbolo del potere e piace anche alle donne! Le marche più buone sono i COHIBA, i MONTECRISTO e i ROMEO e GIULIETTA, la cassetta da 25 pezzi costa intorno ai 20$. A Cuba non chiamateli mai Cigarros, termine che significa sigarette. Chiedete un puro o parlate di Tabaco: dev’essere scuro se si amano le fragranze intense, morbido al tatto, con foglie a venature leggere. Per la dimensione vale il criterio del gusto personale: sigari lunghi e stretti tendono a rafforzare il sapore, corti e con diametro più largo mantengono invece più costante l’aroma. Per costatare l’originalità bisogna fumarne uno senza doverlo riaccendere ripetutamente… “L’allegro figlio della canna da zucchero” si ottiene dopo 18 mesi con il nome di Silver Dry poiché trasparente ed è quello usato anche per il Cuba Libre. Invecchiando il rum diventa ambrato: IL CARTA BLANCA 3 ANNI IL CARTA ORO 5 ANNI e ANEJOS per 7 ANNI.

Quindi se tornati a casa vorremmo fare degli ottimi cocktail ricordando, quelli imparati nel corso cubano, alla base servirà il “Silver Dry Avana Club” costa intorno ai 5$, ma il migliore da bere in una serata con gli amici è sicuramente il Legendario Anejos o Cubay RON (come lo chiamano loro) dolce, invecchiato e biondo pronto all’uso; per la modica cifra di 7-10 $. Arrivati alla Dogana, se non si vogliono avere sorprese, ricordarsi di non superare queste quantità: A persona 50 pezzi per i sigari e 2 bottiglie per il rum. Non dimenticare, inoltre, di tenere da parte 25$ a testa da pagare in uscita (oltre a ciò già pagato in entrata) per il “ pedaggino”… Ormai siamo in aereo, pronti per rientrare nella nostra Patria, i venti questa volta sono favorevoli, impiegheremo circa 9 ore e mezzo per percorrere la distanza di 8.330 km che ci separa dall’Italia, rimetteremo l’orologio 6 ore avanti e tutto tornerà come prima… …Non credo! Abbiamo vissuto delle giornate senza tempo, immersi negli anni ’50, in totale tranquillità mentale, dove la fretta non esiste e non esiste neppure pubblicità né per strada né alla radio… Sicuramente è stato un viaggio umanamente coinvolgente, un’esperienza vera e profonda che non può lasciare indifferenti… Ora sono in grado di poter giudicare: se fossi nata a Cuba…Sarei uguale a tutte le ragazze che” per così poco” possono dare “così tanto”…



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