Il fascino di Vienna sotto un’acqua imperiale

Tutto quello che c’è da sapere per visitare al meglio la capitale austriaca anche quando il meteo non è dalla tua parte
Scritto da: mariapaola79
il fascino di vienna sotto un’acqua imperiale
Partenza il: 01/09/2018
Ritorno il: 04/09/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Il viaggio a Vienna è iniziato con l’acquisto di un pacchetto volo + hotel scovato sull’affidabile e già più volte utilizzato sito Voyage Privé. Avevo visitato Vienna durante una gita scolastica di quinta liceo, il ricordo che ne avevo era ormai talmente offuscato che era quasi come se non ci fossi mai stata. Purtroppo a pochi giorni dalla partenza gli auspici non erano dei migliori: un raffreddore latente e ancor peggio allerta meteo con pericolo di bombe d’acqua per tutti e quattro i giorni della nostra permanenza. Inutile aggiungere che dal quinto giorno era previsto che sarebbe tornato a splendere il sole! Il raffreddore è stato tenuto sotto controllo con pasticche di ogni sorta, sull’allerta meteo c’era poco da fare se non sperare che si sbagliassero. O non fosse così tragica come preannunciato. Ecco quindi il racconto della mia esperienza nella capitale austriaca.

1 SETTEMBRE

Sono stata più volte tentata di rinunciare al viaggio ma non avevo diritto a nessun rimborso ed esortata da amici e parenti ho messo da parte i miei timori e alle 10,45 del 1 di settembre con volo Austria Airlines ho raggiunto Vienna in solo un’ora di volo. Durante il viaggio verso l’aeroporto ripensavo alle parole di una collega: “Stai tranquilla, la pioggia in Austria è diversa!” Non pensavo esistesse una tipologia di pioggia secca ma avevo bisogno di credere che fosse davvero così! Arrivata a Bologna scopro che il volo è in ritardo di ben 1 ora e mezza, ritardo dovuto ad un forte temporale a destinazione! Posso solo sperare che si sfoghi per bene in attesa del nostro arrivo. E così all’orario previsto di atterraggio siamo ancora in attesa di decollare. Ma il ritardo di un 1 ora non sarebbe nulla di preoccupante, lo sono le motivazioni che lo hanno causato a farmi stare in ansia. Molto apprezzato il gesto della compagnia aerea di regalare un buono di €5 ad ogni passeggero spendibile al bar per scusarsi del ritardo. Quale altra compagnia avrebbe fatto lo stesso? Alle 14,00 atterriamo finalmente in terra austriaca. Come prevedibile non ci accoglie il sole ma una fitta pioggerellina che, nei giorni a venire, si rivelerà essere una fedelissima compagna di viaggio. All’uscita del terminal trovate sia la biglietteria del CAT (City Airport Train) che l’Ufficio del Turismo dove acquistiamo il Vienna Pass.

Il Vienna Pass, da non confondere con la Vienna Card, è un servizio a mio avviso comodissimo, soprattutto quando si vogliono vedere molte cose in poco tempo. Con il Vienna Pass ho visitato musei dove, se avessi dovuto pagare il singolo biglietto, molto probabilmente non sarei entrata ma complice il brutto tempo e l’ingresso già incluso abbiamo fatto piacevoli scoperte. Per esempio il Museo dei Mappamondi o dell’Esperanto non erano contemplati nel programma originale ma è stato piacevoli visitarli anche se in maniera un po’ frettolosa. Se tenete conto dei prezzi non proprio contenuti delle singole attrazioni, dopo 3 ingressi giornalieri avete già ammortizzato il suo costo. Inoltre il vantaggio del saltare le code è indiscutibile. Con il Vienna Pass avete anche diritto all’utilizzo illimitato dei bus HOP ON HOP OFF per la durata della vostra carta. Non amo particolarmente questi bus turistici ma sono stati utili per visitare alcune zone dove non si poteva arrivare direttamente con la metro tipo la Torre del Danubio e il museo di Hundertwasser. Consiglio il Vienna Pass a chi come me nella propria vacanza vuole vedere il più possibile, se invece siete meticolosi ed amate trascorrere ore ed ore nei musei e nelle visite in generale allora forse non ne vale la pena perché non la sfruttereste appieno. È cara, non ci sono dubbi ma dopo uno studio attento delle attrazioni comprese sono giunta alla conclusione che per noi fosse la soluzione più comoda e a fine vacanza posso affermare anche la più conveniente.

ATTENZIONE: la durata del Vienna Pass è di 3 giorni consecutivi dal momento del primo utilizzo e non 72 ore come la card dei trasporti. Questo potrebbe portare a malintesi. Cosa vuol dire? Che i 3 giorni di validità (3 giorni nel nostro caso) del Vienna Pass vengono considerati dalle 00.00 alle 24.00, quindi se avessimo attivato il Pass alle 17.00 del giorno del vostro arrivo, l’ultimo giorno (4 giorno effettivo per noi) saremmo rimaste fregate. Conviene sempre attivarlo alla mattina per sfruttare l’intera giornata. State attenti per non avere brutte sorprese magari proprio l’ultimo giorno del vostro soggiorno, come mi è capitato in passato e visto che l’esperienza insegna…ora ci sto molto attenta. Se acquistata per tempo on – line potete anche farvela spedire a casa ma alla fine se arrivate con le idee chiare non perdete più di 5 minuti per l’acquisto. Presso l’Ufficio del Turismo acquistiamo quindi il Vienna Pass valido 3 giorni a cui aggiungiamo la card dei trasporti sempre per la stessa estensione temporale, al costo di 17€ e il biglietto per il CAT il treno veloce che collega l’aeroporto con il centro di Vienna in 16 minuti (costo A/R €21) senza fermate intermedie. Ecco, noi ci metteremo quasi il doppio perché il treno a pochi minuti dalla partenza si ferma causa fulmini e temporale, ma questa è un’altra storia….

Con il CAT arriviamo al capolinea, fermata di LANDSTRABE, qui con un paio di fermate di metro raggiungiamo l’Hotel Ruby Marie, ospitato nell’edificio ristrutturato degli ex grandi magazzini Stafa, all’angolo tra Kaiserstrasse e Mariahilfer Strasse, la via dello shopping più rinomata di Vienna, la base perfetta per esplorare la città. La fermata della metro che ho usato con più frequenza e per me più comoda era Zieglergasse ma potete anche usare Westbahnhof. Il Ruby Marie Hotel è un hotel ultra moderno, gestito da personale giovane e dinamico. Offre servizi molto particolari, come casse Marshall da collegare al proprio dispositivo tramite il comune spinotto per ascoltare la musica, tablet e smartphone di cortesia, libreria, una sala cinema dove tutte le sere veniva proiettato un film in lingua inglese, sala yoga, bar con terrazza all’ultimo piano dove degustare buonissimi cocktail e self check in e check out, la fattura vi arriverà via posta elettronica. Ecco questo del check in forse è la caratteristica che ho apprezzato meno, mi piace trovare una signorina sorridente al mio arrivo che mi dà il benvenuto e mi chiede se ho viaggiato bene ma è un gusto personale e di una viaggiatrice con gusti un po’ retrò. Le stanze non sono enormi ma pulite e con letti comodissimi. Ottima e varia la colazione a buffet con molti prodotti biologici e personale molto cordiale.

Depositate le valigie in camera e avvolte nei nostri k-way riprendiamo la metro e ci dirigiamo verso Stephansplatz per visitare uno dei simboli della città. Purtroppo non riusciamo ad entrare perché c’è in atto un raid della polizia. Non capendo bene cosa stava succedendo e per non inzupparci ulteriormente ci dirigiamo vero la casa di Mozart, ingresso gratuito con la Vienna Pass. Cosa fosse successo in duomo lo scoprirò qualche ora più tardi su quella fonte di sapere inesauribile che è il web. La polizia aveva ricevuto una telefonata da un anonimo che sosteneva di aver piazzato una bomba in duomo e chiedeva un riscatto per non farla esplodere. Non potendo verificare l’attendibilità dell’informazione e per non correre rischi, la polizia darà ordine di evacuazione della chiesa. Per fortuna non c’era nessuna bomba e grazie a una circostanza fortuita la polizia è riuscita ad identificare l’autore della telefonata, una persona con seri disturbi psichici. L’uomo aveva chiamato da una stazione della metropolitana e una persona che gli stava vicino aveva ascoltato per caso parte delle sue parole ed ha prontamente informato la polizia, fornendo una descrizione precisa.

Ma torniamo al racconto inziale.

La Casa di Mozart, è la casa dove Mozart ha vissuto i suoi due anni più produttivi, componendo le sue opere più celebri. Fino a qualche tempo fa era conosciuta come la Casa di Figaro, in onore di una delle opere più conosciute del compositore.

Benchè la casa non sia arredata, se ne visitano le diverse stanze alle cui pareti sono appesi ritratti dei nobili dell’epoca che avevano commissionato dei lavori a Mozart e diversi spartiti. Durante il percorso l’audio guida (inclusa con il biglietto) spiega con semplicità la vita del compositore dal suo arrivo a Vienna fino alla morte prematura. Un genio amante del gioco d’azzardo e della bella vita che lo ha ridotto ad una esistenza di stenti, nonostante guadagnasse in un anno almeno 9 volte tanto quello che guadagnava un cittadino della alta borghesia. Ancora sconosciute le cause della sua morte, avvenuta il 6 dicembre del 1971 mentre stava ultimando un requiem commissionatogli da un anonimo, la cui identità si scoprì solo in seguito. Molto affaticato per un periodo di grande lavoro, si ipotizzano diverse cause che hanno portato Mozart a spegnersi: infezione da streptococco, infezione delle vie renali, una malattia venerea, fino ad azzardare un possibile avvelenamento da parte dell’amante della moglie o di un altro compositore in grande competizione con lui. A supporto di questa ultima teoria si scoprì infatti che l’anonimo gli aveva commissionato la messa da requiem in onore della moglie morta qualche mese prima, voleva impossessarsi dell’opera per poi dire che era sua.

Su tripadvisor ho letto molte recensioni negative su questa attrazione, molti lamentano il fatto che la casa non sia arredata e che le spiegazioni sulla vita del compositore si possono reperire altrove. Può anche essere vero ma fino ad un certo punto, per chi come me era totalmente a digiuno di qualsiasi tipo di informazione su Mozart è stata una visita suggestiva ed interessante, per tanto mi sento di consigliarla.

Torniamo verso Stephansplatz e andiamo a curiosare nel negozio di Manner, il negozio dell’omonima industria dolciaria, famosa per avere prodotto industrialmente per prima i wafer napolitaner, così chiamati perché le nocciole provenivano dal Regno delle Due Sicilie. Lo riconoscete dalla inconfondibile insegna rosa. Io non sono molto amante del wafer ma ammetto che questi sono davvero buoni. Oltre ai famosi wafer di differenti gusti (vaniglia, cacao, limone, nocciola) trovate anche diversi cioccolatini, tra cui i famosi cioccolatini di Mozart. Tappa obbligata per golosi e per qualche regalino che sarà sicuramente molto apprezzato.

A questo punto ci arrendiamo alla pioggia che ha ripreso insistente e anticipiamo l’orario di cena, dopo tutto in Nord Europa sono soliti cenare presto. Ci rechiamo, in Fleischmarkt, per cenare da Griechenbeisl, considerato il locale più antico di Vienna dove ho potuto gustare la mia prima Wiener Schnitzel (cotoletta viennese). Locale accogliente arredato in stile classico, offre piatti tipici della cucina viennese. Molto buono anche il gulash e le zuppe del giorno che dopo una giornata di pioggia sono state di grande conforto. Mi ha colpito la gentilezza del personale e la bravura di un pianista che ci ha intrattenuto con dei classici.

2 SETTEMBRE

La giornata ha inizio, dopo un abbondante colazione, con la visita del Hofburg, la residenza invernale degli Asburgo. Devo dire che l’Hotel è ubicato in una posizione strategica, possiamo raggiungere i principali punti di interesse in poco tempo e senza cambiare troppe linee della metro. Con la linea U3 scendiamo Herrengasse, la Michaelerplatz dista pochi minuti a piedi. Grazie al Vienna Pass possiamo visitare senza costi aggiuntivi i tre Musei principali: quello dell’Argenteria, il Museo di Sissi e le Camere Imperiali. Inoltre godiamo dell’ingresso prioritario e questo ci permette di saltare eventuali code, per quanto in questo periodo dell’anno fossero davvero trascurabili. La vista dell’Hofburg è imperdibile per chi visita Vienna per la prima volta, offre uno spaccato di quello che era la vita a corte ai tempi degli Asburgo. Si comincia abbagliati dallo sfarzo delle argenterie, delle porcellane e degli enormi centrotavola appartenuti agli imperatori per poi entrare sempre di più nell’intimità della famiglia Asburgo, visitando il palazzo imperiale dove una volta c’erano gli appartamenti dell’imperatore Francesco Giuseppe e di sua moglie, l’imperatrice Elisabetta di Baviera, meglio nota come “Sissi”. Compreso nel costo del biglietto una preziosissima audioguida che ci accompagna in questa visita ed oltre a descrivere stanze, abiti e gioielli ci fornisce nozioni storiche e i dettagli salienti della vita di una famiglia che ha segnato la storia del XIX secolo. Per me che conoscevo la vita di Sissi solo grazie alla trasposizione cinematografica è stato molto molto istruttivo e sorprendente. Sissi in vita fu una donna molto controversa e criticata diventata leggenda solo dopo la sua morte, per mano di un anarchico italiano. Un’ imperatrice che di fatto non voleva fare l’imperatrice e quando viene chiesta in sposa all’età di 15 anni, il suo commento tra le lacrime sarà: “ma proprio io, cosi insignificante e per di più con un imperatore”. Pensate che Francesco Giuseppe avrebbe dovuto sposare la sorella maggiore di Sissi ma quando la vede rimane folgorato dalla sua bellezza. La vita di corte per Sissi sarà sempre una gabbia, a cui lei cerca di sfuggire con innumerevoli viaggi, si dedica molto allo sport in particolare all’ippica, spingendosi sempre oltre i suoi limiti e diventando una delle amazzoni migliori d’Europa. Principessa triste che non si era mai rassegnata alla vita di corte. Molto interessante vedere la sua camera da letto e la toeletta dove le venivano pettinati i lunghi capelli per 3 ore al giorno tutti i giorni, 3 ore durante le quali studiava le lingue; parlava perfettamente inglese e francese e il greco antico e moderno. Nella sua stanza ci sono anche diversi attrezzi come spalliere e anelli, per fare ginnastica, teneva molto alla linea e all’aspetto fisico, anzi diciamo pure che ne era ossessionata, costringendosi anche a lunghi digiuni pur di mantenere una linea fin troppo esile a giudicare dagli abiti esposti. Dopo l’allenamento quotidiano veniva poi massaggiata con oli e unguenti specifici per mantenere la pelle idratata ed elastica. È possibile vedere anche la stanza da bagno, con una moderna vasca dove le venivano lavati i lunghi capelli con un impacco rinforzante a base di tuorlo d’uovo e cognac, un rituale per il quale impiegavano una giornata intera. Dal matrimonio tra Sissi e Francesco Giuseppe nasceranno 3 figli: Giselle, Maria Valeria e Rodolfo, quest’ultimo si suiciderà a 30 anni assieme alla amante di 17 anni. Sarà un durissimo colpo per Francesco Giuseppe molto legato alla moglie e ai figli. Per qualche ora potrete sentirvi imperatori e alla fine della visita non stupitevi se vi girerà la testa per il lusso e lo sfarzo che vi circonda. Peccato solo che nel museo di Sissi e nelle Camere Imperiali non sia possibile fare foto.

Finita la visita che ci occupa gran parte della mattina andiamo a vedere la National Biblioteque, anche questa inclusa nel Vienna Pass. La biblioteca è maestosa: colonne di marmo, una cupola sontuosamente affrescata, soppalchi e scaffali in legno finemente lavorati. E ovviamente tanti tantissimi libri che ricoprono le altissime pareti praticamente fino al soffitto, più di 200.000 volumi fra cui 15.000 libri appartenuti al principe Eugenio di Savoia e due splendidi globi barocchi di fattura veneziana, uno terrestre ed uno celeste, ciascuno con un diametro di oltre un metro. Che dire… tutto contribuisce a conferire a questo luogo un’aura di grandiosità. Assolutamente da visitare e non solo da chi è appassionato di libri antichi. Uscendo dalla biblioteca constatiamo con disappunto che ha ripreso a piovere. Non ci resta che rifugiarci un altro luogo al chiuso e la scelta ricade sul Museo Albertina, distante poco più di a 10 minuti a piedi. Prima di un’altra botta di cultura però abbiamo bisogno di una botta di zuccheri, ci sediamo al Mozart Café, esattamente di fronte al Museo, per un cappuccio e la famosa torta sacher. Per chi ama la pittura impressionista Il Museo Albertina è il posto giusto. Racchiude un importante collezione permanente di quadri che vanno da Picasso, Monet a Mirò più capolavori di arte contemporanea, disegni d’architettura e mostre temporanee. Molto belle sono in generale le mostre temporanee dedicate ai fotografi contemporanei, sarà che è più il mio campo e riesco ad apprezzarle maggiormente a differenza dell’arte moderna che per quanto mi sforzi rimane a me incomprensibile, a tratti inquietante. Non è possibile entrare con gli zaini, a vostra disposizione un guardaroba al costo di 90 cent oppure andando verso i bagni trovate numerosi armadietti gratuiti.

Finita la visita dell’Albertina è giunta l’ora di pranzo. Ci dirigiamo verso un ristorante che avevo trovato segnalato sul diario di un altro TPC, il Palmenhaus, oltre che caratteristico… comodissimo, essendo proprio dietro il Museo Albertina e se proprio volete saperlo, no…. non ha smesso di piovere. Dicevo che la location è molto particolare, essendo una grande serra in stile liberty. Si mangia tra le piante in una atmosfera pacata e di grande eleganza e grazie al soffitto tutto a vetri riesce ad essere molto luminoso anche quando fuori piove. Molto frequentato in particolare dai viennesi, la qualità del cibo è discreta e il personale molto disponibile e cortese. Se siete nei paraggi può essere una valida alternativa. Il nostro tavolo era adiacente alla serra delle farfalle tanto che a fine pranzo avevamo una mezza voglia di vedere da vicino le enormi farfalle blu che hanno allietato il nostro pranzo ma il costo non era incluso nel Vienna Pass e quindi abbiamo rinunciato. Visto che il tempo non accenna a migliorare decidiamo di usufruire del Bus Hip Hop, in modo da goderci un giro panoramico della città senza bagnarci ulteriormente. Attraversiamo il Burggarten, su cui si affaccia il Ristorante sopra citato e saliamo alla fermata Staatsoper (davanti all’Opera). Con la linea rossa percorriamo i siti di maggiore interesse del centro storico mentre l’audioguida ci fornisce interessanti aneddoti su quello che vediamo. Alla fermata nr. 13, di fronte al MAK, il museo di arte contemporanea, scendiamo per cambiare linea ed intercettare quella blu con la quale visiteremo tutta la zona al di là del Danubio. Facciamo una veloce sosta presso il Prater, di certo non è la giornata ideale per passeggiare nel polmone verde viennese ma non vogliamo rinunciare ad un giro sulla ruota simbolo di Vienna, sempre incluso nel Vienna Pass. Non rappresenta un problema per chi soffre di vertigini, le cabine sono spaziose e ben ancorate per cui non si avverte nessun dondolio. Inoltre la ruota gira molto lentamente per cui non dà assolutamente fastidio. Il giro dura mediamente una decina di minuti e dall’alto di questo gigante di ferro si domina l’intero Prater e lo Skyline viennese a trecentosessanta gradi. Forse non sarà la ruota panoramica più suggestiva del mondo ma ciò che la rende speciale è sapere che gira da quando venne inaugurata, nel 1897 e si può dire di essere stati a Vienna solo dopo esserci saliti! Per i romanticoni è possibile cenare sui vagoncini predisposti previa prenotazione. Ovviamente il costo della cena non è propriamente a buon mercato ma se volete stupire qualcuno di certo farete colpo. Dopo la ruota panoramica risaliamo sul bus Hip Hop per completare il giro. Passiamo davanti alla imponente chiesa di San Francesco d’Assisi che da fuori ricorda più un maestoso castello in perfetto stile Disney che non una chiesa. Qui, se il tempo lo avesse permesso, sarebbe stato possibile scendere ed imbarcarsi sulla DDSG City Cruises per un giro in battello sul bel Danubio blu, anche se il colore delle sue acque a causa delle ingenti piogge non è esattamente come commemora il celebre valzer di Strauß.

Passiamo davanti il Donauturm, la torre del Danubio che svetta sulla città ed è un ottimo esempio di architettura moderna. Leggo sulla guida che dalla terrazza panoramica a 150 metri si gode di una splendida vista sulla città e sul bosco viennese ma non posso testimoniare di persona. Ancora una volta preferiamo rimare sul bus e proseguire il giro. Sono sincera, questa è una parte della città molto moderna che non ci affascina neanche un po’ e se non avessimo utilizzato l’Hip Hop probabilmente non ci saremmo spinte fino a qui. Rimaniamo sulla linea blu fino alla fermata nr. 13, in corrispondenza del MAK, il museo di arte contemporanea, e di nuovo a bordo della linea rossa raggiungiamo il Rathous, il nuovo Municipio oggi sede del consiglio della città e di altri uffici governativi. Le dimensioni del palazzo sono ragguardevoli e le sue guglie neo gotiche si distinguono chiaramente anche da molto lontano. Vi ritroverete a passare spesso davanti questo palazzo e tutte le volte non potrete evitare di guardarlo ammirati. La piazza antistante, che porta il nome del Palazzo è perennemente “occupata”. In questo periodo si sta concludendo il Film Music Festival, che dal 30/06 al 02/09 anima le serate viennesi. Sono presenti diversi stand gastronomici dove assaggiare vari tipi di cucina: viennese, messicana, australiana, greca… per citarne alcuni ed ogni sera su un enorme maxi schermo proiettano film o opere famose. Si respira una bella atmosfera e nonostante la grande affluenza non si creano code o affollamento, è tutto perfettamente organizzato. Nel periodo natalizio vengono allestiti i tipici mercatini e nel periodo più freddo montano la pista per il pattinaggio sul ghiaccio.

Per cena raggiungiamo il Brezlgwölb Cafe Restaurant Wien, un birrificio consigliato dalla guida e poco distante dal Municipio. In realtà è vicino ma non facilissimo da trovare perché nascosto in una via secondaria, talmente piccola che ci siamo passati davanti varie volte senza notarla. All’interno il locale, dislocato su due livelli, è molto caratteristico: tavoloni in legno, candele, volte basse, decori in ferro battuto… tutto concorre a creare un’atmosfera tipicamente gotica. Abbiamo ordinato un menù degustazione comprensivo di zuppa viennese, schnitzel e un dolce. Visto i prezzi mi sarei aspettata una qualità decisamente superiore ma vi consiglio di provarlo anche solo per l’atmosfera che si respira. Vi suggerisco però di ordinare singole portate, anche perché le porzioni sono esagerate.

Torniamo alla metro e rientriamo in Hotel.

3 SETTEMBRE

Ufficialmente il secondo giorno pieno trascorso a Vienna. Ci svegliamo con il solito cielo plumbeo che minaccia pioggia da un minuto all’altro esattamente come avevano previsto ma rimaniamo fedeli al programma ipotizzato anche perché non sono previste schiarite fino alla nostra partenza. Con la metro raggiungiamo comodamente Schonbrunn, residenza estiva degli Asburgo, dove nacque e morì Francesco Giuseppe. Dal nostro hotel sono solo un paio di fermate, dobbiamo cambiare linea ma l’uso della metro a Vienna è estremamente semplice oltre che molto comodo. Dalla fermata della metro il palazzo di Schonbrunn dista 5 minuti a piedi. Arriviamo a Schonbrunn attorno alle 9,30. Tenete conto che la biglietteria apre alle 8,00 e sulla guida consigliano di arrivare presto al fine di evitare inutili attese ma essendo settembre le lunghe code del periodo estivo si sono ormai dileguate. Visto che il cielo minaccia pioggia ma per il momento è solo una suggestione, iniziamo con la visita dei giardini e ci lasciamo la visita degli interni del palazzo a più tardi, in caso il meteo peggiorasse repentinamente.

Grazie al Vienna Pass abbiamo diritto all’accesso gratuito ed illimitato sul trenino panoramico che percorre l’intero perimetro dei giardini e che permette di salire e scendere ad alcune fermate prestabilite. Qualora uno non fosse in possesso della Vienna Pass il biglietto si può ovviamente acquistare al momento ma devo dire che la Vienna Pass si sta rilevando ogni giorno più comoda, utile e vantaggiosa. Il trenino parte alle 10,00 siamo in perfetto orario, saliamo e arriviamo fino alla Gloriette, un padiglione ornamentale in stile neoclassico costruito nel 1775, durante il regno di Maria Teresa. Sorge in cima ad una collinetta e regala una magnifica vista sul parco, sulla reggia ma anche sulla città di Vienna che si scorge in lontananza. Ai tempi degli Asburgo, la grande sala interna veniva usata per pranzi e concerti, oggi troviamo un bar. Tramite una scala a chiocciola si può raggiungere la terrazza panoramica, la salita è a pagamento. Se come noi avete il Vienna Pass approfittatene, in caso contrario non ne vale la pena. Riprendiamo il trenino e torniamo al punto di partenza, visitiamo l’Orangerie, una sorta di giardino/serra dove tutte le sere alle 20,30 si tengono concerti di lirica o rappresentazioni. Visitiamo poi i Giardini Privati, un tripudio di limoni, cedri e altri alberi da frutto. Per entrambi i siti bisognerebbe pagare un biglietto a parte ma grazie al Vienna Pass strisciamo il nostro badge ai tornelli e passiamo senza aspettare o fare code. Il Parco è grande tanto quanto il Principato di Monaco e tra una visita e l’altra si sono fatte le 12,30. Decidiamo di visitare gli interni e rimandare la pausa pranzo, anche se il nostro stomaco sembra dissentire da questa scelta. Con il Vienna Passa abbiamo diritto al Gran Tour, ovvero il giro più completo. Ci sono due tipi di tour che potete scegliere al momento dell’acquisto del biglietto: il tour imperiale, con il quale avete diritto a visitare circa metà delle camere che compongono il palazzo imperiale e il Gran Tour che, come suggerisce la parola stessa, da accesso a tutte le camere, che sono in tutto 40. Ogni camera è commentata da una eccellente audioguida inclusa nel costo del biglietto. La storia degli Asburgo e la funzione di ogni singola stanza viene spiegata in maniera dettagliata e senza mai diventare noiosa. Quando sono entrata temevo che la visita di 40 stanze potesse diventare un tantino pesante ma una volta dentro la storia degli Asburgo mi ha affascinato a tal punto da assaporare ogni più piccolo angolo del palazzo. Per la visita impieghiamo una mezz’ora abbondante. Uscendo ci fermiamo per un pranzo veloce nel bar adiacente all’uscita del palazzo.

A questo punto della giornata ci si prospettano due soluzioni: tornare in centro a Vienna e visitare quello che rimaneva delle attrazioni che avevamo sulla nostra lista oppure sfruttare al massimo il Vienna Pass e dare un’occhiata veloce alla serra delle palme e allo zoo. Sfruttiamo nuovamente il servizio del trenino panoramico per raggiungere la serra delle palme. Come dicevo all’inizio il parco ha dimensioni davvero enormi e nel frattempo, come da copione, ha iniziato a piovere. La serra delle palme ospita numerose piante mediterranee, tropicali e subtropicali, è infatti suddivisa in tre padiglioni in cui sono riprodotte tre diverse zone climatiche collegate tra di loro. L’ingresso sarebbe stato a pagamento ma con il Vienna Pass è incluso. Proseguiamo, ora a piedi, verso lo zoo. Non amo gli zoo, mi piace vedere gli animali in cattività e vederli all’interno di gabbie mi rattrista sempre molto ma nello zoo di Vienna, considerato tra l’altro uno dei migliori zoo in Europa, è possibile osservare il panda e in quale altro posto mi ricapita di vedere un panda dal vivo? È difficilissimo, per cui ne voglio approfittare e devo dire che il mio primo incontro con il panda è stato emozionante! sono orsi giganteschi che avresti voglia di correre ad abbracciare e stringere. Ce n’erano ben 3 che mangiavano avidamente le foglie di bambù. Abbiamo girovagato poi per le altre zone dello zoo ma senza perderci troppo tempo perché, come dicevo, non amo molto vedere gli animali ingabbiati. Per un giro completo e più approfondito vi consiglio di consultare il sito dello zoo e controllare gli orari dei pasti, è indubbiamente il momento migliore per osservare gli animali. Decidiamo di sfruttare il bus Hip Hop per rientrare verso il centro, volevamo andare a vedere il quartiere di Hundertwasswe. Purtroppo però quando siamo quasi arrivati a destinazione la pioggerellina fine e leggera che ci ha tenuto compagnia per tutto il pomeriggio alza la voce, trasformandosi in un violento temporale, di quelli in cui piove di stravento e non lasciano scampo a nessun tipo di soluzione waterproof. Ci rassegniamo e torniamo in Hotel per riposarci un attimo.

Per cena non abbiamo proprio fame ma, come citava una nota pubblicità “voglia di qualcosa di buono”. Siamo nel posto giusto per toglierci questo genere di sfizio. Puntiamo al Cafè Sacher per una cena non proprio light nè a livello calorico né economico ma per chi visita Vienna è una tappa obbligatoria, assolutamente da provare almeno una volta. Di giorno c’è spesso una lunga fila e visto che rimangono aperti fino a tardi, perché non approfittarne? si trova nel centro storico, annesso al lussuosissimo Hotel Sacher, è un ambiente elegante e un po’ retrò. Anche le cameriere indossano divise che richiamano il passato e sono proprio questi dettagli a rendere l’ambiente ancora più affascinante e magico. Si può poi disquisire sulla qualità della Sacher, premetto che non sono un amante di questa particolare torta ma passare da Vienna senza assaggiarla sarebbe un sacrilegio.

4 SETTEMBRE

Oggi 4 settembre, giorno del mio compleanno, mi sveglio al Ruby Hotel di Vienna. Mi piace festeggiare in grande! Il cielo è plumbeo come i tre giorni precedenti ma conto sul forte vento che sta pulendo il cielo e forse ci eviterà una doccia anche oggi. Essendo l’ultimo giorno del nostro soggiorno viennese il programma è bello fitto ma il nostro volo parte in tarda serata, quindi abbiamo l’intera giornata da poter sfruttare.

Prima tappa della giornata il Belvedere con le famose opere di Klimt tra cui il bacio. Sono state proprio le opere di Klimt a condurmi a Vienna. L’ispirazione per questo viaggio nasce dopo aver visto il film “The woman in gold” di Simon Curtis, la vera storia di Maria Altmann, ebrea e da decenni residente in America che intraprende una estenuante battaglia legale contro lo stato austriaco per la restituzione del Ritratto di Adele Bloch-Bauer, un quadro di Klimt, che decenni prima i nazisti sequestrarono alla sua famiglia. È un film bellissimo che vi consiglio di vedere che abbiate o meno in programma di visitare Vienna. Il complesso del Belvedere è raggiungibile con una piacevole passeggiata di 10 minuti dalla fermata della metro di Tennembaun. L’ingresso è compreso nel Vienna Pass. Come di consueto dovrete lasciare eventuali zaini al guardaroba, anche qui gratuito. L’audio guida in questo caso è a pagamento.

Il complesso del Belvedere è composto da due castelli, il Belvedere Superiore e il Belvedere Inferiore, fatti costruire dal principe Eugenio di Savoia, grande condottiero e amante dell’arte. Il Belvedere Superiore (Oberes Belvedere) è l’edificio principale del complesso e vanta una facciata particolarmente sofisticata e nel giardino antistante ampie terrazze con bacini d’acqua che ne riflettono la facciata. Il Belvedere Superiore ospita opere senza tempo di Claude Monet, Oskar Kokoschka, Egon Schiele e la più grande collezione al mondo di Gustav Klimt, tra cui “Giuditta” e “Il bacio” famoso in tutto il mondo. I Klimt sono sicuramente le opere che attirano ogni giorno centinaia di visitatori ma nelle sale adiacenti la visita prosegue con opere d’arte del Medio Evo, del Barocco, del Classicismo e dell’epoca Biedermeier. Il Belvedere Inferiore (Unteres Belvedere), è più piccolo e con una facciata meno impressionante rispetto a quella del Belvedere Superiore, era la residenza estiva del principe Eugenio di Savoia. Anche il Belvedere Inferiore è stato adibito a museo, ospita le principali opere del Barocco austriaco ma questa visita l’abbiamo tralasciata. Abbiamo preferito passeggiare nel bellissimo giardino in stile francese che collega i due palazzi.

Dopo il Belvedere visitiamo un’altra icona di Vienna, il quartiere di Hundertwasser. Un complesso di edifici popolari progettati dall’artista e architetto Friedensreich Hundertwasser negli anni 80 e che oggi attira visitatori da tutto il mondo. Nelle sue opere l’eccentrico artista celebra l’unione e l’armonia tra uomo, arte e natura e la Hundertwasserhaus non è da meno. La facciata, caratterizzata da geometrie asimmetriche e linee curve, è riccamente decorata con materiali di tutti i tipi dai colori vivaci e le finestre si discostano l’una dall’altra per forma e dimensione. Ogni appartamento ha accesso ad una piccola area verde tanto che i numerosi alberi e arbusti che adornano i balconi e terrazzini trasformando l’edificio in un’oasi verde nel cuore della città. Le due cupole a cipolla che sormontano la casa danno all’insieme dell’edificio un tocco orientale. Una bella nota di colore in netta contrapposizione con le linee eleganti e un po’ austere del centro e dei palazzi vicini, un mix sorprendente di grande ispirazione per fotografi ed amanti dell’architettura. Non amo molto fare paragoni ma è uno lo stile che ricorda vagamente le opere di Gaudi a Barcellona Ovviamente gli appartamenti si possono solo osservare da fuori perché abitati da privati, che immagino saranno piuttosto infastiditi da questo pellegrinaggio costante. Si può invece entrare nel Hundertwasser Village, situato proprio di fronte. Un piccolo centro commerciale realizzato dall’artista negli anni 90 con bar e negozi di souvenir e gadget che può dare un’idea di come vengono realizzati gli interni di edifici che presentano forme irregolari. Sicuramente è un luogo da vedere ma non mi ha fatto impazzire. O forse nutrivo aspettative troppo alte. L’ho trovato eccessivamente turistico, in particolare il Village. Si arriva scendendo alla fermata della metro Landstrasse e poi con una passeggiata di circa 15 minuti. A pochi isolati dalla Hundertwasserhaus troviamo la Kunst Haus Wien, anche questo edificio è caratterizzato da tanto colore e quasi nessuna linea diritta. È un museo dove oltre ad ammirare una vasta collezione di opere di Friedensreich Hundertwasser vengono allestite mostre temporanee di altri artisti e fotografi. Sempre incluso nel Vienna Pass.

Dopo un panino mangiato al volo tra Hundertwasserhaus e la Kunst Haus Wien meritiamo una pausa golosa, poi che compleanno sarebbe senza una fetta di torta? Raggiungiamo con la metro il centro storico e ci mettiamo pazientemente in coda da Demel, la più antica pasticceria della città che si contente con il cafè Sacher la paternità del celebre dolce al cioccolato. Attendiamo mezz’ora abbondante prima di poterci accomodare e se vi sembra tanto pensate che ho amici che hanno visitato Vienna in agosto e nonostante diversi tentativi non sono mai riusciti ad entrare. Ho ingannato l’attesa osservando le mani abili ed esperte dei pasticceri all’opera nel laboratorio a vista. In particolare mi affascina la preparazione di una torta con i personaggi di Winny the Pooh! Le torte ed i pasticcini sono talmente belli e perfetti che mangiarli è quasi un delitto. Anche Demel presenta un conto che non si dimentica facilmente e per quanto il locale storico sia molto bello e affascinante con arredi d’epoca e una scelta sterminata di dolci e torte i prezzi non sono a mio avviso giustificati.

Con una passeggiata ci spingiamo ai confini del centro storico e raggiugiamo il magnifico e maestoso complesso di Museums Quartier, dove una volta erano ospitate le scuderie reali oggi si fronteggiano tre musei principali: il Leopold Museum con la più grande raccolta di arte moderna austriaca del mondo; il Mumok, museo di arte moderna e contemporanea, lo Zoom Kindermuseum, il museo dedicato ai bambini dai 4 ai 12 anni. Con una superficie di 60.000 metri quadrati è l’ottavo complesso culturale più grande al mondo. Architettonicamente questa vasta area rappresenta una fusione perfetta tra antico e moderno, la simbiosi tra edifici barocchi e costruzioni moderne è tale che difficilmente si distingue l’una e l’altra. Non mancano negozi, ristoranti e caffè dove è piacevole stare ad osservare il movimento della grande piazza. Il Museums Quartier non è solo una meta per turisti, sono tanti i viennesi che vengono qui per trascorrere il tempo libero, cenare, ascoltare musica, leggere o dedicarsi alle interessanti iniziative culturali che vengono proposte. L’area all’aperto è stata decorata da giganti panchine in plastica colorate che sono diventate un po’ un’icona di questa zona e sono davvero comodissime.

Nel 2002, il gruppo di architetti viennesi PPAG venne incaricato dal Museums Quartier di studiare una soluzione per arredare il cortile interno. Il risultato è l’ormai familiare outdoor lounge a cui è stato dato il nome Enzi in onore del responsabile del Museums Quartier, all’epoca Daniela Enzi, che autorizzò il progetto. Grazie a queste installazioni nelle belle giornate di sole il cortile interno è sempre affollatissimo, quasi fosse un parco cittadino. E visto che almeno oggi non piove e non abbiamo voglia di chiuderci in un museo facciamo come i viennesi. Cerchiamo una panchina libera e completamente spiaggiate su questa isola viola ci godiamo un momento di puro relax. Segue una passeggiata per il quartiere di Neubau, dove curiosiamo tra gallerie d’arte, botteghe e atelier di giovani designer emergenti.

L’uscita del sole mi ha galvanizzato, prima di rientrare in Hotel per recuperare le valigie decido di affrontare i 324 scalini per salire sulla torre della chiesa di Santo Stefano e salutare Vienna dall’alto. Una stretta scala a chiocciola, purtroppo la stessa sia per salire che per scendere mi conduce in cima. Per fortuna non era tropo affollato ma immagino che in presenza di più persone la salita/discesa possa diventare un’agonia perché la scala non permette il passaggio di 2 persone alla volta, quindi diventa una sfida continua su chi deve cedere il passo. L’ascesa alla torre rimane comunque molto bella e suggestiva, consente di ammirare la campana Pummerin, il bel panorama cittadino e di ammirare da posizione privilegiata il tetto della Cattedrale con la sua guglia. Questa volta l’ingresso non è incluso nella Vienna Pass e costa € 5.

Con calma facciamo ora ritorno in Hotel e recuperati i bagagli lasciati in deposito ci dirigiamo con la metro in aeroporto dove ci attende il volo delle 20,35 che ci riporta in Italia. Concludendo, Vienna è stupenda ma la pioggia austriaca, seppur imperiale, non è diversa come volevano farmi credere! Se vi è piaciuto il mio diario e lo avete trovato utile vi invito a passare sul mio blog, dove trovate un’ampia galleria fotografica o a mettere un mi piace sulla mia pagina facebook. Se avete dubbi o domande non esitate a scrivermi, sarò felice di rispondervi.

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Al prossimo viaggio!

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