Il fascino di Parigi
Mi permetto però di proporre alcune considerazioni pratiche che, almeno nel mio caso, hanno determinato la qualità del viaggio; forse avrete esperienza di visite a località di prestigio od a città rinomate dove, per colpa di un gesto sgarbato o di una fregatura, il sapore della vacanza si altera un po’. Ebbene, durante la settimana che ho trascorso a Parigi, tutto si è svolto nel modo più gradevole, nonostante le avvertenze che, non solo altri “turisti per caso”, ma anche le stesse guide turistiche, riferivano sul conto dei parigini e della città.
Anzitutto, consiglio di farsi bene i conti prima di acquistare biglietti aerei con le compagnie low cost, considerando anche i tempi e le spese per gli spostamenti da e per gli aeroporti, spesso fuori mano, con orari talvolta scomodi; io mi sono trovato bene con Expedia, dove con un paio di mesi d’anticipo ho acquistato il biglietto andata e ritorno con l’Air France a 190 euro, invece delle 550 del biglietto a prezzo pieno, partendo da Verona. Mi è stato recapitato col il DHL in tre giorni. Arrivati all’aeroporto principale di Parigi, il Charles de Gaulle, con altri 8 euro di trenino più metro, si arriva ovunque in città. Sullo stesso sito internet, c’è l’imbarazzo della scelta per gli alberghi.
Prima di partire, sono del parere che sarebbe meglio scegliere una guida turistica adatta al proprio genere di vacanza: io forse ho sbagliato ad acquistare la Routard, poiché è come chiedere ad un francese com’è la Francia; in particolare, non ho gradito la ricca dose di sciovinismo, dove tutto è bello e caratteristico, specie se parigino doc. Lo si può dedurre semplicemente contando quattro pagine dedicate ai pittori francesi, nella visita al Louvre, spesso illustri sconosciuti, mentre i pittori italiani sono relegati in mezza pagina, senza dedicare una riga alle opere di quattro fessi come Leonardo da Vinci, Raffaello, Cimabue, Giotto, Botticelli e tanti altri. Facile poi rammaricarsi del fatto che le opere dei nostri artisti siano lontane dall’Italia. Se poi, come nel mio caso, dopo una giornata trascorsa a passeggiare in lungo ed in largo, non siete particolarmente interessati a cenare nel ristorante alla moda od a folleggiare nel locale di tendenza, potete tranquillamente strappare mezza Routard, dedicata ad elencare una serie infinita di locali pubblici che, com’è noto, hanno un tasso di mortalità, di cambiamento e di rinnovo molto elevato.
Se poi intendete percorrere le passeggiate seguendo gli itinerari indicati, dotatevi di navigatore satellitare, altrimenti perderete molto tempo ad orientarvi fra le “vie caratteristiche”, elencate a pioggia e non secondo un criterio pedonale, senza neanche una cartina stradale dettagliata.
Fra i fondamentali per la visita alla città, specie se vissuta con il partner, consiglierei di stabilire con l’amato/a che, o si dedicano più giorni a Parigi, o bisogna necessariamente dotarsi di scarpe molto comode e di un buon fiato, altrimenti si perde il meglio della gita. Penso che i turisti meno dinamici, quelli che decideranno di muoversi sempre in taxi o di andare anche alla toilette in metro, perderanno molto del fascino della città; farsi scaricare davanti al sito d’interesse, monumento o museo che sia, visitarlo e fare dietro front, equivale a perdersi il vero contatto con Parigi. Oltretutto, si finisce preda dei negozi per turisti, cari quanto gli omologhi di qualsiasi grande città italiana.
Mi sentirei quindi di sfatare subito il primo ammonimento, quello del rischio di farsi spennare fino all’ultimo euro, poichè basta svoltare l’angolo (magari a piedi) e si trova il negozio a prezzi italiani. A proposito di shopping, sappiate che luglio è il mese dei saldi, convenienti quanto da noi; se poi vi trovate in quel periodo ai magazzini Lafayette, o li evitate preferendo i mercati rionali o vi perderete, insieme alla carta di credito, nel paese dei balocchi, con sconti effettivi fino al 40% sui capi di marca. Riguardo il celebre mercato delle pulci di Saint Ouen, sappiate che le botteghe dell’antiquariato sono molto care; buffo constatare che lo stesso genere di cornicetta ovale pseudo antica, ad esempio, costava ovunque 160 euro. Intorno al triangolo che racchiude questo genere di botteghe storiche, ce ne sono altre certamente più convenienti, oltre ad una nutrita serie di jeanserie e negozi di scarpe. Se avete improvvisamente un attacco di fame, accomodatevi pure nei supermercatini gestiti dai nordafricani, dove pagherete due euro, a scelta, ½ chilo di pasta od una birra od una scatoletta di tonno. Il top del top nel rapporto qualità prezzo, è l’aeroporto Charles de Gaulle dove, siete avvisati, per un caffè ed una bottiglietta d’acqua al banco non proprio pulito, vi spilleranno sei euro.
Fatevi anche due conti prima di acquistare la Carta dei Musei ed il Paris Visit; la prima dà accesso ai musei, ma non tutti, a prezzo fisso per 2, 4 o 6 giorni, rispettivamente per 36, 45 e 60 euro, ma conviene solo se si visitano 3 musei al giorno; la seconda è per il libero accesso ai trasporti pubblici, ma è conveniente solo se si prende la metro più di quattro volte al dì, altrimenti è molto meglio il carnet da 10 biglietti a 10,90 euro.
A proposito della fretta di vedere, consiglierei di evitare il Louvre se avete il tempo contato; ho visto entrare persone a mezz’ora dalla chiusura e mi sono sorpreso vedendo che erano semplici visitatori e non stelle dell’atletica leggera: entrano, corrono dalla Gioconda ed escono. Per esperienza diretta, per poter visitare il museo senza soffermarsi il dovuto sulle opere, si comincia all’orario d’apertura e si finisce alla chiusura, dalle 10 alle 18; le indicazioni per chi è un po’ appassionato d’arte, consigliano almeno due giorni di visita. Ora lasciatemi spendere due parole sui parigini: in due sillabe, sono proprio fi-chi. Le ragazze sono belle: è facile farsi ammaliare dalle parigine, magre, alte, prosperose, occhi verdi, eleganti nei loro abiti molto femminili, ed in più sono anche profumate (perché si lavano poco?). Gli uomini più belli, detto da lei, sono i multietnici naturalizzati francesi, unione di charme e fisici scultorei. Non posso testimoniare circa la facilità d’approccio, ma credo che avvicinarsi in lingua italiana, pantaloncini corti e cinepresa al collo, non sia il massimo.
A proposito della lingua, per riuscire ad infastidire l’interlocutore, consiglierei di pretendere di essere compresi parlando chissà quale dialetto italiano; vi farete anche notare se, invece di parlare a tono normale, utilizzerete vocalità da stadio, specie nei locali pubblici. Eviterei anche di sbraitare grandi volgarità, perché è pieno d’italiani e gli stessi indigeni conoscono bene le nostre parolacce. Questi sono tutti atteggiamenti che posso testimoniare di aver rilevato in alcuni nostri connazionali scorretti, senza dimenticare quelli che si sentono furbi e litigano con il bigliettaio della metro, perché non vuole rilasciargli l’abbonamento settimanale orange, scontato perchè riservato ai residenti. I prezzi sono spesso esposti ovunque, sono in euro ed i numeri sono uguali ai nostri: è brutto vedere maltrattare una cameriera per il conto, ed è giusto, in tali circostanze, essere maltrattati.
Ma allora qual è il fascino di Parigi? Io non l’ho trovato nelle vie caratteristiche o nel quartiere latino, spesso equivalenti alle strade della Repubblica di San Marino, zeppe di negozi turistici, né ho scovato angoli nascosti in una metropoli battuta da milioni di turisti con le stesse guide che consigliano gli stessi posti. Al contrario, sono rimasto colpito dalla gentilezza dell’uomo della strada, da tanti piccoli gesti cortesi anche non richiesti e dall’eleganza negli atteggiamenti; ad esempio, sui marciapiedi ai margini della Senna, il comune ha allestito una gradevolissima passeggiata serale di libero accesso, con attrazioni d’arte varia e locali all’aperto, creando zone di sabbia marina a disposizione di tutti. Nonostante sia affollato, rimane sempre molto ordinato. Ognuno ha la sua sdraio od il suo asciugamano e vi si riuniscono le famiglie con il pranzo o la cena al sacco, oppure per bere una bottiglia di vino. Il tutto, con una tale compostezza che la sera, alla luce cangiante della torre Eiffel, con il sottofondo di una chitarra ed un coretto, mentre scorrono silenziosi i battelli ristorante con i clienti in papillon a lume di candela, non si può che rimanere affascinati.