Il fascino del Sud Ovest di Diario di viaggio
Statistiche: percorsi circa 6000 km in fuoristrada e circa 250 km a piedi.
Note: Data la tipologia del tour (trekking molto faticosi di vari km anche in quota, e con passaggi esposti su via attrezzate e non) parte dell’itinerario da me fatto non è adatto al turista “mordi e fuggi”, ma solo per persone con buone capacità di adattamento a quote superiori ai 3000 mt.
2 Settembre Full immersion ex abruptio sotto le forche caudine di Las Vegas – notte illuminata a giorno o giorno illuminato a notte? Intrufolati nel flusso sudaticcio dei bipedi senzienti rapiti dalle luci come falene. Più osservo Las Vegas più mi stupisco di stupirmi. Briefing con gli altri partecipanti al “tour”.
3 Settembre Via da Las Vegas, nel monumento promosso a parco dal poco accattivante nome di Valle della Morte, tanto tutti prima o poi….Veduta mozzafiato, soprattutto per la macchina, da Dante’s View assolutamente da non mancare pena la scomunica. Capatina al mitico Zabrieskie, poi Badwater e Artist’s Drive con la stupefacente arrampicata per godersi la tavolozza dell’Artist’s Palette. Questa sassaia caleidoscopica dal cuore lattiginoso ha in sovrappiù un “sahara” in miniatura incastonato tra picchi arditi, attenzione a non calpestare i poveri “rattlesnakes” tanto educati da avvisare prima di azzannarti. Molto simpatica l’escursione da sotto il livello del mare californiano ai picchi del Nevada della “ghost town” (meglio “boom town”) nomata Rhyolite dove un ruspante vecchietto informa il turista con profusione di dettagli, materiale e soprattutto gratis. Il calore della zona è decisamente scoraggiante a qualsiasi attività fisica, non rimane che tuffarsi nella pool dello Stovepipe Wells.
4 Settembre Alzarsi all’alba per raggelare le dune su Velvia, paesaggio cangiante, delicatamente impressionista con sovrappiù di luna piena. Camminata su dune odorose di pioggia notturna poi scarrozzata solitaria a magnifico cratere vulcanico detto “Ubehebe” davvero possente e piccolo trail a cratere minore bordeggiando spettacolarmente su colate laviche inopinatamente aggraziate da fioritura alpina multicolore. Poi castello moresco pacchianamente assurdo, kitsch e quant’altro ovvero la parte bizzarra dell’american dream condito in salsa campanule bianche, palmeto e quant’altro. Magnifici panorami, highway a perdita d’occhio in una tavolozza cromatica perennemente azzerata e rielaborata dalle nuvole (Ah! Le nuvole). Finalmente Rachel, Area 51, “Black Box” (ora White Box), Mulder e Scully, alieni (gli alieni siamo noi?). Puntatine al “Cathedral Gorge State Park” tra “badlands”, “Bryce” e “Death Valley”, piccolo trail dall’overlook “Miller Point”, molto azzardato, scivoloso, un mondo arancione. Poi Ely tra paesaggi alpini unici e veduta di sbiego del domani: il maestoso “Wheeler Peak”.
5 Settembre Trails al Great Basin tra pini aristati, ghiacciai e laghetti alpini – belvederi e panorami indescrivibili. Tonificante camminata tra balze scoscese, “chipmooks” occhieggianti/trastullantisi con fiori, deretano di cervo in fuga poi blu! Pomeriggio in preesplorazione a “Kolob Section” verso il calar del sole, bagliori rossastri tra monolitiche formazioni rocciose …si prospetta un felice domani per “Kolob Arch Trail… 6 Settembre Giornata memorabile – trail incantevole tra una valle di singolare bellezza – numerosi avvistamenti di fauna (tacchini selvatici, scoiattoli, serpenti) – Kolob Arch è possente e vale la fatica della ventina di km a piedi. Vedute panoramiche mozzafiato ovunque. Pomeriggio trail a Zion fino alle “Emerald Pool” con vedute di quasi pari valore alle mattutine, avvistamento di “famiglia” di cervi (mamma che allatta Bambi!!) 7 Settembre Canyon Overlook panorama all’altezza del nome (nomen omen), piacevole passeggiata dopo le tenebre del tunnel con testimone. Il top del giorno “Angel’s Landing” per la serie vertigini, strapiombi, catene cui abbracciarsi per la vita. Poi l’incanto postimpressionista della “Weeping Rock” per zuccherosi romanticoni e ciliegina sulla torta “splash” nel “Narrows Canyon” – guadare un fiumiciattolo smeraldino tra pareti d’arenaria a strapiombo su di noi per alcuni chilometri, cascatelle e sassi levigati dal tempo. Domani lasceremo questo paradiso ma come ciliegina finale godremo della “Checkerboard Mesa.
8 Settembre Visita all’alba della silente “Checkerboard Mesa” tra “bluebird” e scoiattoli, flash di cerbiatti e porcospino nella radura antelodge, camminata fino al bordo dell’abisso, “Horseshoe Bend” – dimenticare il vocabolario. Pomeriggio a “Corkscreew Canyon” (Upper Antelope) ieratico, sapido ma purtroppo troppo frequentato (è il prezzo della notorietà) poi trail sul rim con vedute sull’immenso “Lake Powell” e un occhiata dal punto panoramico. Domani “Betatakin”.
9 Settembre Visita dal belvedere di “Betatakin House”, domani escursione giù nel canyon. Monument Valley giro non convenzionale nell’”Hidden Canyon” tra archi, petroglifi, dune di sabbia e meraviglie assortite. Salto a “Goosenecks” e ritorno per il tramonto!!!! 10 Settembre Niente “Betatakin”, la guida era indispostaL((, partenza per il “Canyon De Chelly”, al mattino trail a “White House Ruins”, e nel pomeriggio trail con guida navajo giù nel canyon per il “Cracktrail” (quasi freeclimbing) fino ad “Antilope House Ruins” con sovrappiù di splendidi pittografi e petroglifi. Pericoloso ma sublime!! 11 Settembre Capatina all’”Historic Hubbell Trading Post” e visita al “Window Rock Tribal Park” (breath taking!!!) – scarrozzata nel meriggio sul “South Rim” del De Chelly e i suoi straordinari overlooks con megafinale alla mitica – ieratica – silente “Spider Rock”.
12 Settembre Lato nord Canyon De Chelly. Coi suoi overlooks tutti interessanti e notevoli poi “Shiprock”!!!! Mitica/monolitica/ieratica/sacra/indimenticabile. Ah! Dimenticavo un po’ di folklore stelle e striscie al “Four Corners Monument”. Ciliegina sulla torta “Aztec Ruins Nat.L Monument”. Patrimonio dell’umanità: fantastica cittadella/fortezza in arena verdeggiante spianata con una silente/rossastra/finestrata grande riva davvero da ammutolire.
13 Settembre Cambio di programma a causa dei fatti del 11 settembre il BLM e l’NPS del New Mexico decidono la chiusura parziale o totale di alcuni parchi “minori”, quindi l’escursione al “Chaco Culture” salta, ma ci ritornerò.
“Bandelier Nat.L Monument” : Davvero interessante per l’approccio culturale alla civiltà che abitò questo canyon adattandosi stupefacentemente all’ambiente. Si possono godere svariate vedute panoramiche, tra cui resti circolari della cittadella, nonché arrampicarsi su lunghe scale di legno fino ad una “kiva” cerimoniale dalla quale si gode una veduta mozzafiato. Dalla lunga casa costruita nei fianchi incredibilmente erosi del canyon spande un pungente odore del guano depositato dagli attuali abitanti. Ricapitolando: Canyon molto lussureggiante, cromaticamente esaltante, da vedere. Poi pellegrinaggio adobi al “Santuario di Chimayo” davvero ameno, sperduto in un minuscolo villaggio, a “Las Trampas” per la chiesa cattolica di S.Josè de Garcia con randagi simpatici in sovrappiù, poi “Peñasco” e il silente magnifico “Picuris Pueblo” con campana in ferro centrale, poi Taos!!! 14 Settembre Taos dunque, posto incantato/evole seppur troppo trafficato; comunque il famoso pueblo è un gioiello conservato al di fuori del mondo e come tale si fa ben pagare l’osservarlo. Giunti alle 8.00 del mattino abbiamo potuto goderlo in santa pace pre-sbarco orde turistiche. Poi un saltino a “Ranchos de Taos” a fotografare e visitare la sfruttatissima “S. Francisco de Asis Mission”, splendida nella delicata doratura mattutina. Poi a nord al “Rio Grande Gorge State Park”, piccolo trail sul rim dal quale si gode notevole vista sull’orrido squarciato dal verdeggiante fiume incanalato tra rocciose pareti laviche. Sullo sfondo, agile e slanciato, salta da rim a rim un flessuoso ponte in ferro che per la gioia degli astanti vibra al passaggio di ogni sferragliante mezzo pesante. Nel meriggio struscio nella “Old Town” tra kitscherie assortite, grappoli di rosso chili e murale vari (troppo, troppo traffico!!!), domani Colorado.
15 settembre Eccoci in Colorado, esattamente a “San Luis” il più antico insediamento dello stato: visita alla chiesetta ancora in adobi anche se abbiamo cambiato stato, elevata in alto su un colle con magnifico effetto prospettico. La moderatamente tortuosa salita paga pegno alle stazioni della “via crucis” (con apparizione a sorpresa di un timido leprotto). Arrivati alla sommità del colle appare in contemporanea la bucolica missione e un overlook a 360° sulle “Rockies” tutte attorno (breath taking!): sapido sincretismo. L’interno della pieve è silente, lindo, ideale al raccoglimento, ci si sente un po’ osservati da un gigantesco cristo sul coro. Poi meraviglie naturali: “Le Grandi Dune del Colorado” in predicato per essere promosse parco nazionale da monumento. L’inizio è bizzarro: la catena più meridionale delle rocciose, nella fattispecie “Le Sangre de Cristo”, marmoree, espressionisticamente macchiate dal fogliame settembrino hanno inopinatamente ai piedi una cintura di altissime e notevolissime dune sabbiose “sahara style”. Dopo il primo impatto è naturale volersi buttare a scalare la duna più alta (siamo a 2649 mt, e la più alta è di 250 mt). Camminare su un nevaio può essere la sensazione che più si confà a questa, la salita è moderatamente ardua ma il panorama è senza prezzo! Mai sazi di bellezza percorriamo il “Montville Nature Trail” e tra ruscelli e bianche betulle occhieggiano le solite ambrate dune impreziosite da sporadici batuffoli di nuvolette ovattate. Poi scarpinata fino al “Medano Creek” che lambisce le dune perdute, purtroppo completamente secco in questa stagione (sigh!). Domani Mesa Verde.
16 Settembre Mesa Verde dunque: escursione con ranger di origini italiane a “Balcony House”. Tra scale, scalette, tunnel, passaggi a quattro zampe e arrampicate si riesce forse ancor di più a godere di questo sito per il quale il termine unico sa di muffa. La veduta dalla “casa” è affascinante, in settembre il fogliame incendiato macchia in maniera unica e suggestiva il canyon sottostante; il silenzio assoluto saltuariamente rotto da un colpo d’ali o da un gracchio contribuisce all’unicità del tutto. L’uso del termine unico è assolutamente voluto e non casuale. Poi religiosamente ci affacciamo da ogni punto panoramico e per sovrappiù ci concediamo il “Trail dei Petroglifi”, circa 6 km di loop fino a queste antiche iscrizioni sulla roccia, l’unica in tutto il parco che ti sorprende senza preavviso allo svoltare di un anonima curva tra i ginepri. “Cliff Palace” e “Spruce House” nella luce incerta di un pomeriggio con un cielo alla “Tiepolo” in perenne cambiamento, tra una fiammata e l’altra di un sole che gioca a nascondino tra i cirri sono decisamente memorabili. Verso sera lasciamo questo sito, giustamente compreso tra quelli considerati patrimonio dell’umanità con un sentimento indescrivibile.
17 Settembre Oggi visita ad “Hovenweep Nat.L Monument” nell’amato Utah! Partenza da Cortez sotto un temporale – schiarita – visione di Shiprock – maestoso/ieratico paesaggio – poi Aneth – poi Hovenweep. Ataviche costruzioni appollaiate o adagiate nel canyon che ospita un considerevole numero di tali ruderi. Trail ad anello che costeggiando il bordo svela tutte queste meraviglie, sentore di ginepro e fragranze floreali sparse. Qua e là occhieggiano lucertole, scoiattoli e un coniglio selvatico curioso assai. Nel meriggio “Edge of the Cedar State park” che vale la visita per un rudere anasazi, parecchi manufatti e oggettistica esposti in un moderno museo. Poi piscina e relax a Blanding! 18 Settembre Natural Bridges Nat.L monument: forse complice una giornata eccezionale una rivelazione. Canyon silente, tre archi affascinanti, ruderi anasazi, petroglifi, pittografi, un coyote che va di fretta, lucertole in fuga, chipmook e animaletti vari. Per due meravigliosi archi i trail sono assai faticosi ma ricompensano alla grande dello sforzo. Poi “Capitol Reef”, gioiello policromatico con in sovrappiù la deliziosa Fruita con annessa vecchia scuola e i mitici rosati “Fremont Petroglyphs”.
Domani ultime delizie Bryce e Cedar… 19 Settembre Bryce Canyon: Trail congiunti “Navajo” e “Queen’s Garden”, di stupore in stupore tra “slot canyon”, ginepri, cromatismi basicamente arancio-rosa-latte (flashback di cervi/cerbiatti/tacchini selvatici tra favolose betulle giallocolorate pre-Bryce) camminiamo tra torreggianti colonne di arenaria in uno scenario talmente bizzarro da sembrare finto. Dopo i trails si paga pegno agli overlook obbligatori con wow!! Di prassi dall’indefinibile “Inspiration Point”!!! Poi “Cedar Breaks” altrettanto se non più. Da “Point Supreme” diparte il trail fino a dei superbi pini aristati con strepitose vedute d’insieme, poi qualche isolata nuvola in fuga provvede a contrastare il panorama per la gioia degli esteti.
FINE