Il cairo fai da te

IL CAIRO FAI DA TE MARZO 2004 Siamo atterrati da poco al Cairo e lo sgangherato pullman del partner egiziano del nostro tour operator ci sta portando in hotel. Decidiamo, leggendo l’opuscolo, che le escursioni previste non fanno per noi visti i prezzi esorbitanti 50€€€ euro minimo e la noia del tutto organizzato che in ogni...
Scritto da: alpino
il cairo fai da te
Partenza il: 18/03/2004
Ritorno il: 22/03/2004
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
IL CAIRO FAI DA TE MARZO 2004 Siamo atterrati da poco al Cairo e lo sgangherato pullman del partner egiziano del nostro tour operator ci sta portando in hotel.

Decidiamo, leggendo l’opuscolo, che le escursioni previste non fanno per noi visti i prezzi esorbitanti 50€€€ euro minimo e la noia del tutto organizzato che in ogni viaggio abbiamo sempre rifiutato. Da nuovi paesi ci aspettiamo paesaggi monumenti ma anche cibi nuovi nuove lingue e nuove culture da conoscere. La mia metà e i miei coraggiosi (o incoscienti?) cognati un po’ per non farsi spennare, un po’ per vivere da vicino questo nuovo paese decidono di affidarsi a me nominandomi capo spedizione. Non hanno pensato lì per lì che l’Africa non è l’Europa e che la cosa sarebbe stata un po’ più avventurosa. Questo era il mio armamentario: 1)Numeri arabi imparati a memoria in previsione di trasferte in autobus. Ci saremmo resi conto solo sul campo che la cosa era impossibile visti i grappoli umani penzolanti da porte e finestrini di questi bus caracollanti che si fermavano solo se un gruppo di persone faceva cenni saltellando in mezzo alla strada! 2)Guida Rough e immancabile quadernino pieno di mappe mappette fogli e foglietti con tutto quanto poteva esserci utile.

3)Qualche parola di arabo che mi ero fatta insegnare mattina dopo mattina da Tarik l’egiziano al semaforo sotto casa mentre mi puliva il vetro! Pensando che con ciò potevamo cavarcela abbiamo preso confidenza con la città con l’escursione più tranquilla e cioè il museo Egizio che potevamo raggiungere a piedi dall’hotel. Dire tranquilla fa un po’ ridere pensando che attraversare una strada media voleva dire avere un’ aspettativa di vita come quella di un gatto sul grande raccordo anulare nell’ora di punta! Sopravvissuti a questo è stato facile proseguire con il mercato Khan el Khalili, e con la Cittadella spostandoci sempre in taxi. E’ stato divertente parlare con queste persone in un’inglese indescrivibile gesticolando come solo noi italiani sappiamo fare sprofondando nei sedili sfondati di queste vecchie e polverose 128. Dopo è stata la volta del quartiere Copto che abbiamo raggiunto comodamente in metropolitana constatando la gentilezza dei locali che ci cedevano il posto mentre noi increduli pensavamo agli spintoni e agli improperi sulla metro di Roma. (prezzo del biglietto irrisorio circa 0.10 euro) Incoraggiati dai questi primi giorni abbiamo detto che potevamo spingerci in metropolitana fino a Giza.

L’errore è stato sottovalutare le dimensioni di questa città e l’aver pensato: l’ultima fermata si chiama GIZA quindi sbucherò davanti alle Piramidi. E invece sbuchiamo in mezzo a palazzoni di 20 piani che oscurano l’orizzonte,intorno non c’è una scritta vagamente comprensibile e delle Piramidi nemmeno l’ombra! Dopo un attimo di smarrimento chiediamo aiuto ai poliziotti che tra gesti e disegni hanno presto capito ciò che cercavamo. Ci indicano un figuro che stazionava lì vicino accanto alla sua macchina. Il tale si spaccia per tassista e dopo la solita contrattazione saliamo anche perché l’alternativa era riprendere la metro e tornare in centro.

Dopo vari chilometri alternando vicoli e stradoni in cui abbiamo perso l’orientamento il sedicente tassista si infila in un cortile dove stazionavano un paio di tipi non troppo affabili , galline e cavalli vari.

Lì ammetto di aver avuto paura e mentre già ci vedevo depredati di tutti gli averi il nostro autista ci fa capire che o affittiamo i cavalli dei suoi amici o ci molla lì! E così è stato.

Ci siamo incamminati decisi a raggiungere le mitiche piramidi anche a piedi. Per fortuna da una fessura nella muraglia di cemento che ci circonda vediamo spuntare la sommità di quella che mille volte abbiamo visto in fotografia e come Colombo gridò “terra terra!” noi all’unisono gridammo “le piramidi!!”.

Al ritorno fuori del cancello del sito archeologico abbiamo scelto il tassista con la macchina più decente e con la faccia + affabile e dopo la solita contrattazione per 20 £ (circa 2.50 euro) siamo saliti e tornati in centro a Midan Tharir. La trasferta è stata molto + piacevole dell’andata Visto che il nostro autista parlava un po’ di inglese e dopo un po’ di chiacchiere ci aveva invitato a pranzo a casa sua ! Abbiamo gentilmente rifiutato ancora un po’ scossi dalla brutta esperienza della mattina .

Per garantirci che era una brava persona ci ha messo in mano un’agenda piena zeppa di commenti in tutte le lingue lasciati dai suoi clienti; ci siamo fatti un sacco di risate e abbiamo lasciato anche il nostro.

Arrivati in centro ci salutiamo e via verso Talath Harb una delle vie principali dove torniamo a mangiare al “Cafè Riche” un buon ristorante già collaudato il giorno prima con un bel menù molto vario tendente al francese. La guida mi segnalava anche una tavola calda lì vicino e quasi quasi siamo stati tentati dal provare il vero cibo egiziano ma il menù solo in arabo ci ha fatto desistere.

Quindi riguardo al cibo siamo stati poco coraggiosi limitandoci a posti turistico lussuosi : “Felfela” , “Cafè Riche” e i vari ristoranti del Marriott Hotel dove alloggiavamo. Il fatto era che con 6-7 euro a persona mangiavi benissimo e allora ha vinto la pigrizia! Anche perché ad Amsterdam, a Lisbona, a Parigi, A Barcellona avevo sempre un vocabolarietto con cui arrangiarmi a tradurre il menù, ma l’arabo è veramente troppo!!!



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