Il Cairo e Crociera sul Nilo
IL CAIRO E CROCIERA SUL NILO
DAL 23 AL 31 MARZO 2009 Tour Operator Albatour – euro 1.800,00 a coppia
Indice dei contenuti
Io, la Luna e il mio boy abbiamo cinque giorni di ferie, un budget di € 1.000,00 a testa, voglia di stemperarci un po’ e vedere… Una delle sette meraviglie del mondo antico. Tutto coincide con l’offerta dell’Albatour. Partiremo da Fiumicino il 23 marzo alle ore 8.00 direzione Luxor, dove atterreremo alle ore 12.45 locali e rientreremo a Fiumicino da Il Cairo il 31 marzo con il volo delle 15.45. La spesa complessiva del viaggio è stata di € 1.800,00 a coppia compresa la mancia obbligatoria versata sul luogo di € 25.00 a persona. A parte solo le bibite (erano comprese solo ai pasti) e ovviamente qualche souvenir mangereccio e non che porteremo ad amici e parenti. Una bellissima esperienza che consigliamo a tutti, un’immergersi nella storia di tremila e più anni fa, un rendersi conto di aver inventato veramente poco, dei famosi corsi e ricorsi, di una realtà piena di fascino e mistero, un riscoprirsi ancor più simili a persone tanto lontane nel tempo e nello spazio! Sarà importante avere come guida un egittologo entusiasta di trasferire il suo sapere sollecitando la curiosità di chi lo ascolta. E’ stato difficile memorizzare date, nomi di dinastie, spiegazioni di geroglifici e parentele varie, a volte addirittura impossibile ripeterne i nomi, ma rimarrà per sempre la sensazione di aver “scoperto” un altro mondo… Ancora tutto da scoprire! Qui di seguito un dettagliato racconto di viaggio nel corso del quale non parlerò della storia dei siti e dei monumenti visitati – informazioni facilmente reperibili e di cui abbonderà l’egittologo – ma di come si è articolato il tour, un diario di bordo con suggerimenti utili e risposte a curiosità esaudite da gente locale. Il primo consiglio risponde alla domanda: quando andare? Il periodo migliore è senza dubbio il mese di marzo: clima né fresco né troppo caldo, né troppo pieno di turisti. Eviterete le alzatacce all’alba e le file per visitare i vari siti.
Buon viaggio, Luna Lecci
VOLO.
La compagnia aerea è la Blu Panorama. All’andata saliamo su un B737-400, posti 13E e F, vicino al finestrino, uscita di sicurezza, comodi anche se sull’ala. Una 40a di minuti di ritardo e… Via! Buona la colazione con soft drinks, un panino prosciutto cotto e formaggio, una tartina allo yogurt e albicocca. Il volo durerà 3 ore e 20 minuti e all’atterraggio aggiorneremo il nostro orologio spostandolo un’ora avanti.
Al rientro partenza puntuale e quasi gli stessi posti. Pranzo a base di fusilli con sugo di melanzane, un po’ scotti ma saporiti, un panino, un formaggino, un pacchetto di cracker e uno di biscotti. Il volo atterrerà 3 ore e 10 minuti dopo e l’orario non sarà aggiornato in quanto in Italia, nel corso della settimana, era scattata l’ora legale. La franchigia bagaglio è di kg 15 e saranno molto fiscali. L’eccedenza verrà pagata all’andata con € 10,00 in più al kg e al in lire egiziane. Attenzione, spesso pesavano anche i bagagli a mano e abbiamo assistito a scene di panico!
MOTONAVE.
Le 4 notti di crociera le passiamo sulla Motonave “Nile Shams” 5 stelle, mediamente elegante dove al piano più basso c’è il ristorante, al piano nave il lounge bar e un negozietto, al primo e secondo le cabine e un biliardo e sul ponte una piscinetta bassa, un bar e tre (di numero) “attrezzi fitness”. Le 74 cabine hanno i servizi privati, l’aria condizionata, la tv satellitare dove però non sempre si riesce a veder qualcosa e la cassetta di sicurezza. E’ lunga mt 72 e larga quasi mt 15.
Erano tante le navi proposteci dall’agenzia e variavano a seconda del tour operator scelto. Sfogliando i depliant Springtours, Swan Tour, In viaggi, Rallo tour o Caesartour… Vedevamo la Tower Prestige, la Nile Festival, la Prince Abba, la Royal Princess, Miss Egypt, L’Aube du Nile, ma anche la Coral Paradise, la Coral Crown, la Coral II, la Lady Carol, la Lady Sophia, la Al Saraya, la Nile Crown… Ma poi optavamo, non pentendocene assolutamente, per un tour operator più “piccolino” e forse meno conosciuto come Albatour. Ci siam trovati bene anche con il gruppo, compresi noi, di dieci persone e quindi più rapido per tutti gli spostamenti e più facile l’integrazione e la condivisione.
Cibo. Molto ben fornita la colazione soprattutto di dolci e “intrugli” internazionali. L’avviso che erano pronti pranzo o cena era il suono di una campanella. Il buffet era abbastanza ricco di vari cibi compresi due o tre primi di pasta. C’erano sempre pollo, manzo, verdure, pesce (a volte più o meno speziati), frutta e tanti dolci. A pasto – consumato tutti sempre nello stesso tavolo – ci veniva fornita una bottiglina di cl 60 d’acqua o, in alternativa, un bicchiere di coca coca o di fanta. Il costo di una bottiglia grande d’acqua, comunque, non era eccessivo: € 1,50 circa. Ovviamente, in giro per i siti, si riusciva a risparmiare un po’. Vendevano anche due bottiglie grandi ad € 1,00 totali, ma bisogna fare molta attenzione che siano ben sigillate. L’ora del tè, invece, era fissata per le 16,30 quando, sul ponte, offrivano a volontà insieme a un gustosissimo ciambellone. Una sera siamo stati pure omaggiati di un cocktail a base di carcadè, succo d’arancia o d’ananas nel lounge bar. Per concludere… Tranquilli, di sete, sulla motonave, non si muore né ci si dissangua economicamente. La navigazione è rumorosa e per fortuna solo un giorno su tre l’abbiamo fatta di notte altrimenti non avremmo riposato bene. Gli asciugamani in stanza non davano un senso di pulito assoluto perché di color grigio, in più ogni sera venivano più volte maneggiati dal cameriere, sempre in agguato fuori la stanza, per creare delle forme (il classico cigno, il coccodrillo e… Un uomo impiccato)… Ma tutto sommato non indecorosi. Alla fine della vacanza ci siamo “vendicati” facendogli noi una composizione e omaggiandolo di una maglietta, un porta cellulare, un cappellino, una penna, una collanina… Lasciati su uno dei due letti (non c’era il matrimoniale)! Un po’ pressante il fotografo per l’acquisto delle foto scattate durante la serata egiziana. Alla fine, siccome costavano solo € 1,50 l’una, cedevamo prendendone qualcuna delle dieci fatte a ognuno! Un po’ stressante anche il cameraman che aveva ripreso gli ultimi due giorni e che vendeva, per € 20,00, due cd: uno sull’Egitto in generale e uno girato. Per sfinimento, dopo una lunga trattativa, compravamo solo quello girato da lui per € 6,00.
Chi ha già fatto l’esperienza di un viaggio in crociera, magari con Costa o MSC… Non pensi assolutamente a intrattenimenti serali o giornalieri simili! Qui si sta in Egitto, sul Nilo, in una MOTOnave, si visitano siti unici al mondo, si tocca terra, spessissimo, attraversando altre motonavi (e non con lance) in quanto parcheggiati anche in sesta fila; è impensabile il servizio, la sfiziosità, le coreografie nel presentare il cibo… Non portatevi abbigliamento elegante perché di gala c’è ben poco!
ITINERARIO
1° giorno: ITALIA – LUXOR – Lunedì 23 marzo.
Arriviamo a Luxor, traduzione di “Palazzo”, prima antica capitale dal nome Tebe e dopo un veloce trasferimento ci imbarchiamo, alle 15,00 circa, sulla motonave dove ci viene offerto un fresco carcadé. Il tempo di sistemarci nella cabina e partiamo per due escursioni sulla riva Est del Nilo, quella della “nascita”. Visitiamo il Tempio di Karnak e il Tempio di Luxor bellissimi e imponenti! Entusiasmante la maestosità delle colonne! Tarek, un ragazzone nato a Il Cairo dove, a settimane alterne, vive con la famiglia e dove si è laureato in egittologia, sarà la nostra guida che ci seguirà per tutto il viaggio. E’ molto preparato e ci dà subito un’infarinatura di quel che è la storia di questo antichissimo popolo. Le statue che rappresentano uomini con il pizzetto lungo o con una gamba proiettata in avanti raffigurano persone che, all’epoca della costruzione delle statue, erano ancora in vita, quelle in cui il pizzetto è ricurvo o hanno le mani incrociate sul petto rappresentano persone che erano già morte. Per tutta la durata della crociera sarà affiancato da un altro giovane egiziano. Al rientro veniamo accolti da una tempesta di sabbia (pare che succeda spessissimo). All’improvviso il vento soffia fortissimo, piega e spezza gli alberi e la sabbia trasportata è così tanta che non si riescono a tenere gli occhi aperti. C’è poca visibilità e saliamo subito sul pullman direzione motonave, il tempo di una doccetta e alle 20,00 suona la campanella: è ora di cena.
2° giorno: LUXOR – Martedì 24 marzo.
Sveglia alle 6,30 e dopo la prima colazione partiamo in pullman per raggiungere la riva occidentale del Nilo per la visita della Valle dei Re dove sono state trovate 63 tombe, l’ultima nel 1995, ma dove sotto i nostri occhi continuavano a scavare. Visitiamo le tombe dei faraoni Ramses IX, I e IV. Ammirare i colori nitidi dei racconti in geroglifico ci riporta indietro nel tempo e ci fa apprezzare la genialità dei nostri antentati. Proseguiamo per il Tempio della Regina Hatshepsut al di sotto di una montagna che la racchiude in un ipotetico abbraccio. In questo luogo 12 anni fa vi fu un attentato terroristico e oggi molte postazioni di guardiole con agenti armati, visibilissimi e non, ci attorniano. Sostiamo per vedere la lavorazione dell’alabastro che trattato a mano diventa leggerissimo mentre con i macchinari pesantissimo e il negozio dove alcuni acquistano prodotti non proprio convenientissimi ma che, almeno, dovrebbero non esser fregature. Mentre altri del gruppo visitano – escursione facoltativa di € 15,00 a persona – quello che si definisce “il tempio colorato” o il “tempio di alabastro”, noi chiacchieriamo con diversi turisti attorniati da venditori di statuine, collanine e quant’altro… Molto insistenti. Una foto veloce agli altissimi Colossi di Mennon (uno in fase di ristrutturazione) e alle 13,30 si salpa! Mentre pranziamo, dai “finestroni” (lunghi oblò) si vede l’acqua del Nilo, lungo km 6.600 di cui 1.300 in Egitto, “sopra” i nostri tavoli e abbiamo la sensazione di mangiare all’interno di un “semisommergibile”. Abbiamo il tempo di rilassarci sui lettini sul ponte godendoci lo scorrere dei villagi nubiani con i tanti bimbi che ci salutano, i buoi che ruminano, gli asinelli che trascinano carri colmi d’erba. Alle 16,30 tè bollente e ciambellone a volontà e poi, all’altezza di Esna, fermi prima di passare la chiusa, in attesa dell’autorizzazione dalle autorità fluviali. Ci gustiamo la scena di decine di venditori ambulanti che, su barchette fatiscenti, con una mira da cestisti professionali, ci lanciano tappeti, tovaglie, vestiti arabi, nella speranza di venderceli e… Dopo grida di contrattazioni, anche noi cediamo e acquistiamo – per € 3,00 l’uno – due abiti che indosseremo nel corso della serata a tema (gli stessi che il negozietto all’interno della motonave vende ad € 5,00). Il tempo di leggere qualche pagina di libro e alle 19,30 cocktail analcolico (succhi di ibiscus, mela verde, ananas e arancia) prima della puntualissima cena. Alle 22,00 assistiamo finalmente al passaggio della chiusa. Curioso vedere il saliscendi dell’acqua per riportare la motonave al livello del Nilo che funge da ascensore. La nave staziona a Esna e ne approfittiamo per fare un giro per il “porticciolo”. Il degrado, la povertà, l’insistenza di qualche negoziante che non ha un granché da vendere e gestisce mura fatiscenti con condizioni igieniche pietose, i tanti fumatori di narghilé ci rattristano un po’. Accontentiamo, senza averne la necessità, qualcuno con inutili acquisti per un totale di € 5.00 e prima di rientrare sulla Nile Shams proviamo a visitare le altre motonavi attraccate. Sì, possiamo! La serata assume un aspetto completamente opposto. Ovunque saliamo veniamo accolti con grande simpatia e calda ospitalità. Ricordo, in particolare, la S. George arredata con legno scuro, dove ci veniva mostrata una stanza ($400 a notte), una suite ($800 a notte) e il centro benessere… Wow! Poi salivamo su un’altra motonave un po’ kitch con colonne romaniche che facevano da contorno a una pista da ballo anni ’70 e per finire venivamo incantati dall’Abercombie, il top: moderna, raffinata, sobria, elegante e funzionale. Il vicebarman, egittologo laureato al Cairo, ed ex guida turistica, ci mostrava la terrazza, la sala relax e con insistenza ci offriva da bere… Whatever we want! proponendoci una serie di succhi di frutta e di alcolici! In 5 timidamente optavamo per 4 succhi di mango e un gin tonic. Curiosi di sapere chi può permettersi una motonave del genere dove, in media, una settimana di All inclusive costa $ 50.000, ci veniva risposto… VIP: dal nostro Presidente del Consiglio, ai divi del cinema quali Brook Shieldes, Demi Moore… Gli ospiti, non tantissimi, visitano gli stessi identici siti previsti dal nostro programma. In questa settimana, per esempio, nessun nome noto, ma sessantenni molto benestanti che vanno a letto presto e si svegliano prestissimo! Parliamo del turismo – sicuro ma a volte scosso da gruppi di squilibrati che costringono guardie armate a presidiare tutti i siti -, della moda italiana, delle nostre marche di scarpe, di orologi e di abbigliamento in genere che ci invidiano tutti (lui, per esempio, ci mostra come indossava, anche in quel momento, vestiti e accessori made in Italy). Ringraziamo e… Veniamo invitati anche per le sere successive (ma sarà difficile, su quasi duecento navi che si muovono da Luxor ad Aswan e altre 200 che fanno il percorso inverso, ritrovarci!). Rientriamo sulla nostra “Sole del Nilo” e partiamo per Edfu.
3° giorno: EDFU – KOM OMBO – Mercoledì 25 marzo.
Sveglia ore 8.00, fino alle 9.30 possibilità di colazionare e poi alle 10,00 scendiamo a Edfu. Siamo parcheggiati in quarta fila e attraverseremo tre navi prima di toccare terra. Con i vivi ricordi della sera precedente, notiamo ancor di più le “Hall” delle motonavi, tutte più belle della nostre, ma sicuramente i prezzi pagati dai turisti molto più alti. L’ultima sulla quale passiamo è la Royal Princess, quella che avremmo preso se avessimo scelto, come tour operator Swan tour… Veramente bella, ma avremmo pagato € 300,00 in più a testa e per quanto la “abitiamo” e per le nostre modeste esigenze… Non ne sarebbe valsa la pena. Sulla banchina ci aspettano tante carrozzelle, una ogni quattro persone ci porterà a uno dei più grandi Templi tolemaici dedicato al Dio Horus. L’odore e la pulizia di questo ecologicissimo mezzo di trasporto lascia molto a desiderare… Non è invitante, ma sarà divertente e folcloristico il breve tragitto. Attraverseremo il paesino dove la semplice vita quotidiana scorre. Diversi gli sguardi degli abitanti abituati alle centinaia di turisti, che non faranno neanche caso al nostro via vai e per contro allo scattare continuo di foto. Il tempio è molto bello e ci affascina la storia raccontata da Tarek sulla stanza delle essenze con la trascrizione delle ricette per i benefici del corpo e della mente… Ci mostra lo zampino dei greci, dei romani… Rientriamo alle 12,30, alle 13,00 si salpa, direzione Kom Ombo. Dopo pranzo sole e relax in terrazza, rito del tè e ciambellone e alle 17,30 nuovamente a terra per la visita del tempio delle due divinità dedicato a Sobek (il Dio coccodrillo) e ad Haroeris (il Dio dalla testa di sparviero) che raggiungiamo in cinque minuti a piedi dalla nave vista la suggestiva posizione sulle sponde del Nilo. Anche qui la spiegazione dei tanti geroglifici ci incanta, soprattutto quella sul calendario, sugli strumenti che ancora oggi troviamo nelle sale operatorie, sull’abbigliamento delle donne dell’epoca. Percorriamo, rientrando in motonave, il lungo Nilo, un bazar a cielo aperto dove lasciamo un piccolo “obolo” di € 5,00 per 8 calamite (ma alla fine del viaggio ci renderemo conto che potevamo addirittura pagarle meno!). Nel frattempo, a bordo, la sala ristorante veniva allestita con atmosfera orientaleggiante: data la serata tipica in maschera, il Galabya Party. Parte del menu prevedeva pietanze egiziane, gustosissime e sfiziosissime per poi proseguire con giochi ai quali parteciperemo integrandoci con un gruppo di spagnoli. Simpatico il gioco del cucchiaino per le donne, quello della patata per gli uomini, quello del ballo in gruppo per tutti… Ma non vi roviniamo la sorpresa di vivere questo unico momento da villaggio turistico. A nanna contenti per il clima ancor più familiare creato all’interno del nostro gruppo Albatour e stanotte via… La navigazione prosegue per raggiungere Aswan!
4° giorno: ASWAN – Giovedì 26 marzo.
Sveglia alle 6,45 e partenza, un’ora dopo, per la Grande diga di Aswan (termine che deriva da Swan=mercato). Solo in questa zona vi sono 700.000 abitanti mentre in tutta la provincia, che va da Esna ad Abu Simbel, quasi 2 milioni. Tarek ci parla dell’ultimo monarca morto a Roma nel 1965 e sposato con una nostra connazionale. Ci spiega della Repubblica presidenziale qual è l’Egitto dal 1952, si sofferma sul Presidente Nasser che governò fino al ’70 e che, nato in provincia, si convinse a far realizzare una nuova diga (ce n’è anche una vecchia del 1902 allargata nel 1936) per il sorgere di varie esigenze. I vantaggi che ne derivarono furono: la navigabilità tutto l’anno del Nilo, la protezione dei villaggi che sorgevano sulle sue sponde, la possibilità, tramite i suoi canali, di fare tre raccolti l’anno e l’importantissima produzione di energia. Chiese a tal fine sovvenzioni alle banche internazionali che gliele negarono, ma trovò collaborazione da parte della Russia. Riuscì a far completare l’opera in 11 anni (1960-1971), venne utilizzata una pietra molto dura: il granito (con i soli i blocchi usati si sarebbero potute costruire 17 piramidi). Oggi è alta 111 metri, lunga km 3.600, spessa alla base 98 mt e alla sommità 42. Ha una forma piramidale e nel corso della sua costruzione persero la vita 300 persone. Si creò il lago artificiale di Nasser, il lago più largo del mondo (km 500 di cui km 350 in Egitto e 150 in Sudan), con 157 miliardi di m2 d’acqua che però ha portato qualche svantaggio: il cambiamento del clima a causa dell’innalzamento dell’umidità; i villaggi salvati sì, ma spostati al nord; tre templi sommersi e per finire, prima il Nilo portava il limo che fungeva da fertilizzante per le terre, ora è trattenuto dalla diga e si utilizzano concimi chimici. Non sarebbe permesso, ma riusciamo a scattare una foto. Siamo a mt 65slm e pensare che se improvvisamente la diga si distruggesse, l’acqua arriverebbe in Italia… Ci fa provare un brivido. Una torre a forma di fiore di loto – in onore all’amicizia con i russi – sorge nei pressi della diga. Nasser fu succeduto da El Sadat fino all’81 quando venne ucciso durante una parata militare (vedremo il monumento a lui dedicato a Il Cairo). E’ poi la volta, dopo un breve tragitto con una barca a motore, dell’Isola di Philae per la visita del Tempio dedicato a Iside. L’isola si trova nel piccolo lago racchiuso tra la vecchia e la nuova diga. Straordinario il fatto che questo tempio prima si trovasse su un’altra isola, oggi sommersa, e che fu portato su questa in soli due anni e a pezzettini: per l’esattezza era stato suddiviso in 37.000 parti tra cui un chiostro dedicato a Traiano. Prima di rientrare in motonave visitiamo il negozio statale delle essenze. Una guida molto preparata ci illustra le proprietà di diversi prodotti naturali (fiori, piante…) applicati alla medicina e all’estetica. Ci offrono da bere e alcuni di noi provano un breve massaggio con oli essenziali. I prezzi non sono bassissimi e i venditori sono organizzatissimi nell’accettare pagamenti anche con carta di credito con consegna a domicilio in motonave! Tutti inebriati e improfumati rientriamo per il pranzo e alle 15 prenotiamo (per € 10,00 a testa, ma inizialmente il prezzo era di € 15,00), l’escursione facoltativa al villaggio nubiano. Se parlate un po’ inglese potrete tranquillamente fare questa escursione in piena libertà per conto vostro. Noi avevamo contattato un nubiano, proprietario di una imbarcazione che stazionava proprio accanto alla nostra nave, pattuendo € 7,50 a persona, ma per condividerla con qualche compagno di viaggio meno temerario e visto il poco risparmio, la facevamo con Albatour. Tarek ci spiega che l’Egitto è popolato, tra l’altro, da comunità dai tratti somatici, usi e costumi completamente differenti: i beduini e i nubiani. I Beduini non sanno né leggere né scrivere, risiedono nelle oasi del deserto dove c’è acqua per allevare i cammelli. Non vi sono medici: si curano solo con le erbe. Le donne per partorire si affidano alle esperte mani delle anziane. Solo ultimamente si stanno un po’ “civilizzando” per la vicinanza dei loro centri a mete diventate turistiche. I nubiani hanno tratti somatici mediterranei e una carnagione molto scura. Vivono in alcuni isolotti o alle pendici del Nilo; allevano coccodrilli (che fanno imbalsamare alla loro morte) presenti nella loro vita come i nostri animali domestici. Il paesaggio che si avvicinava era spettacolare: cumuli di sabbia deserta dominati dal mausoleo di Aga Khan su un’isola chiamata Elefantina (per i reperti di pachidermi trovati tantissimi anni fa); numerose barche a vela ondeggianti, bambini che a nuoto o su feluche si attaccavano alla nostra e alla risposta “siamo italiani” intonavano 3, 4, 5 canzoni nella nostra lingua (“volare”, “quel mazzolin di fiori”, “bella ciao”…) al fine di portar via qualche soldino. Gli stessi, poi, cantavano in altre lingue facendosi trascinare da barche di francesi, tedeschi. Al villaggio venivamo continuamente avvicinati da bambini dolcissimi e un po’ ruffiani che ci prendevano per mano e simpaticamente elemosinavano borse per la scuola, penne, profumi o ripetevano incessantemente “please un euro”. Mi “spogliavano” di tutto e in cambio ricevevo baci, sorrisi, abbracci o pose per foto di gruppo. Visitavamo una scuola dove ci “rinchiudevano” in una classe nella quale un insegnante nubiano ci insegnava, per poi interrogarci, i numeri e l’alfabeto in lingua araba e nubiana. Da considerare, comunque, che in Egitto la prima lingua è l’arabo e la seconda l’inglese. L’arabo, composto da 28 lettere, è una lingua completa e complessa. E’ poi la volta di una zona semicoperta dove vedremo tre coccodrilli, uno grande ingabbiato, uno più piccolo a disposizione di chi lo voleva prendere e l’ultimo imbalsamato.
La gita si concludeva con una tazza di tè alla menta e un percorrere le stradine sterrate del villaggio pieno di venditori di souvenir dove acquistavamo – intuendo dal prezzo di soli € 2,00 che ci stavano bidonando – una bustina di zafferano (ovvero erbetta secca colorata). Tornavamo sulla motonave, il tempo di una doccia, della cena e poi lo spettacolino nubiano non tanto entusiasmante, a parte la prosperosa bellezza dell’unica donna del gruppo. Proseguiamo la serata con un bel giro, di un paio d’orette, per il grande mercato di Aswan, di fronte a dove eravamo attraccati, frequentato sia da tanti turisti sia da persone del luogo con le loro famiglie che acquistano, consumano… È una bella e allegra atmosfera data anche la simpatia dei commercianti che ci fan sentire sempre al centro dell’attenzione. Rientravamo per la nanna e con grossa sorpresa, la guida ci confermava la partenza per l’indomani, direzione Abu Simbel, non con pullman e all’alba, ma con un volo delle 13,30! Wow che fortuna!
5° giorno: ASWAN – ABU SIMBEL – CAIRO – Venerdì 27 marzo.
Buongiorno con sveglia libera e buon ultimo giro per le viuzze di Aswan dove visito il retro di un forno e gusto una loro “piadina” calda calda generosamente offerta, mangio una banana gentilmente concessa dal proprietario di un carrettino e poi… Alle 11.30, via in aeroporto salutando il giovane egiziano che aveva affiancato Tarek. Il volo Air Menphis durerà una mezz’oretta non è un granché e con posti a sedere liberi (chi prima arriva, meglio alloggia)! Arriviamo ad Abu Simbel, con un pullman in dieci minuti siamo già al Tempio di Ramsete II e all’attiguo Tempio della sua sposa Nefertari (che significa “bella che viene da lontano”, mentre Nefertiti “bella tra le belle”). La loro imponenza è straordinaria, si affacciano sul Nilo, dominano tutta una zona semidesertica e, cosa eclatante, provengono da un altro sito e quindi trasferiti qui. Riprendiamo il volo per il Cairo che durerà un’oretta e mezza, durante la quale ci verrà offerto uno snack. Alcuni di noi consumano il pranzo al sacco fornito dalla motonave (un panino vuoto da riempire con formaggino, olive e cetriolo, uno col formaggio, uno con il wurstel, uno con il pollo e l’ultimo con carne di manzo, una bottiglietta d’acqua e un’arancia!). Arriviamo a Il Cairo dove ci accoglie la guida Saben che affiancherà, fino al penultimo giorno, Tarek e che si rivelerà molto onesta e disponibile. Ci rendiamo subito conto del traffico (gli abitanti in Egitto sono 80 milioni, a Il Cairo “grande” ne vivono 18 milioni e viene chiamato così perché composto da 3 città) nell’oretta di tragitto per raggiungere il Pyramisa Hotel, 5 stelle, dove trascorreremo tre notti. L’Hotel dispone di 200 camere, una grande sala di ricezione dove si trova la cassa forte, saloncini, qualche negozietto, un caffè, una pasticceria, due piano bar, vari ristoranti, una discoteca (dove non abbiamo visto ballare mai nessuno!), sale conferenze, una piscina esterna a uso gratuito un po’ piccolina attorniata da qualche sdraio, il centro fitness con una palestra ben attrezzata a uso gratuito, una sauna a pagamento e possibilità di fare i massaggi i cui prezzi non sono altissimi: noi abbiam pagato mezz’ora di massaggio (molto energetico) e la sauna (contrattando anche in quell’occasione), € 10,00 a persona. Le femminucce facessero attenzione: vi diranno che i massaggi alle donne li fanno le ragazze e agli uomini i maschi, ma ci proveranno all’ultimo minuto e nello stanzino, a massaggiarvi, si presenterà il ragazzetto palestrato. Se non sarete d’accordo fatelo presente, vi diranno di aspettare un po’… E la massaggiatrice si presenterà all’istante! E’ successo a tre di noi. All’ultimo piano c’è una vista panoramica su altri hotel, palazzi colmi di antenne paraboliche e un pezzettino di Nilo. Tutte le camere sono climatizzate, hanno i servizi, televisione dove ci si può collegare anche su Rai1, telefono e un frigorifero grande e vuoto. A noi avevano riservato una suite (stanza n. 502), molto grande con doppi servizi, salone, camera da letto e cameretta, ma con un arredamento vecchio. La pulizia discreta. Il cibo era buono e abbondante anche se erano poche le pietanze che variavano nel corso dei giorni. Simile, comunque, a quella sulla motonave.
6° giorno: CAIRO – Sabato 28 marzo.
Dopo la prima colazione in hotel, visita alla zona della Cittadella, edificata nel 1176 dal celebre Saladino dove entriamo nella grande moschea. Si accederà indossando dei copriscarpe che venderanno a € 0,50 o scalzi (porteterete con voi le scarpe). Tarek ci spiega un po’ la vita religiosa da musulmano. Cinque sono le preghiere da recitare in un giorno (all’alba, alle 12, nel pomeriggio, al tramonto e alla sera) durante le quali ci si genuflette, posizionandosi in direzione de La Mecca, facendo precedentemente tre abluzioni. Capirete allora che la macchia scura che molti musulmani hanno sulla fronte altro non è che un livido, un callo formatosi per il tanto pregare. Il venerdì è il giorno sacro, la nostra domenica e Gesù è uno dei tanti profeti. L’Imam si troverà in prima fila, dietro di lui gli uomini, mentre le donne in un altro luogo chiuso. Nel mese del Ramadam (un mese lunare della durata di 30 giorni che differisce da quello solare per 11) praticheranno tutti il digiuno dall’alba al tramonto a esclusione dei malati, dei bambini, delle donne in gravidanza e degli anziani. I bambini cominceranno a far digiuno gradualmente dai sette anni solo per un paio d’ore finché, crescendo, non si abitueranno. Solo in serata si potrà sia bere che mangiare. Il periodo non è sempre lo stesso: l’anno scorso iniziava il 1°settembre, quest’anno il 30 agosto. I musulmani hanno l’obbligo di fare l’elemosina ai più poveri versando il 2,5% del loro guadagno annuale. Nessuno effettuerà controlli: solo Allah ha questo potere. Il pellegrinaggio verso La Mecca sarà obbligatorio per chi è benestante in quanto ha un costo di circa € 5.000,00, facoltativo per chi non ha tanti soldi e che si rivolgerà allo Stato andando con un viaggio organizzato, per € 2.500,00. Sui muri esterni delle abitazioni si potrà leggere se chi le abita ha effettuato o meno il pellegrinaggio.
Il musulmano si fidanza per uno, due anni, ogni volta che va a trovare la fidanzata le porta sempre un regalo e quando si sposa dovrà provvedere all’appartamento, all’arredamento, ai gioielli… Ha anche quattro spose che tratterà ugualmente. Sarà possibile vivere tutti in uno stesso grande appartamento dove, il giorno del matrimonio, vi saranno gli ospiti che non andranno via finché non avranno la “prova tangibile” dell’avvenuto primo rapporto per lei. Una donna potrà chiedere il divorzio e risposarsi. Potrà farlo anche se rimarrà vedova, l’importante è non avere due mariti contemporaneamente. Porta il velo, un precetto religioso, che copre tutto il corpo lasciando vedere il viso e le mani per non attirare l’attenzione degli uomini. Se è molto praticante porterà il Burqua, ma a casa è molto libera, sarà truccatissima e userà preferibilmente abbigliamento intimo bianco. Qui il concetto di stipendio medio non esiste: si è ricchi o poveri. Proseguiamo per il Museo Egizio dove sarà proibito filmare e fotografare. La Sala delle Mummie – trasportate da tombe tempo fa saccheggiate – non era inclusa nel biglietto d’entrata, ma nessuno di noi l’ha vista, non tanto per gli € 7,00 in più a testa, quanto perché, in giro per il museo, ce ne erano altre sia di umani che di animali. Si procedeva alla mummificazione perché per gli antichi egizi l’animo era immortale, ma si ritornava al corpo. Questo procedimento durava 70 giorni di cui 40 per la mummificazione vera e propria e 30 per il pellegrinaggio. Veniva fatta un’incisione sul lato sinistro del defunto per svuotarlo dell’intestino, dei polmoni… Conservati in 4 vasi. Il cuore, invece, non veniva spiantato. Il corpo veniva riempito di lino intriso di sostanze e con un arnese che vedrete raffigurato in diversi geroglifici veniva svuotato il cervello tramite il naso. Si ricopriva tutto il corpo con del sale e sulla mummia, prima di riporla nel sarcofago, venivano appoggiati lo scarabeo e la chiave della vita. Interessantissimi i reperti trovati nella tomba di Tutankamon. Una leggenda racconta che questo faraone porti sfortuna – non a caso si dice che, la maledizione di Tutankamon è la dissenteria che colpisce i turisti in Egitto! – perché chi scoprì la sua tomba si precipitò all’interno e non ne uscì più vivo. Probabilmente, dopo tanti secoli, bastava farla aereggiare per 5, 6 giorni e la fine degli archeologi non sarebbe stata la medesima. Sostiamo presso un bazar con la possibilità di acquistare prodotti, qualche gioiellino e dopo il pranzo, consumato in un ristorante a forma di barca, ma ben immobile, visitiamo il caratteristico mercato di Khan El Khalili dove si trova di tutto di più. Acquistiamo per € 5,00 l’uno, alcuni album portafotografie e gironzoliamo senza meta per i vialetti con l’unico scopo di vivere la loro realtà. Dopo cena Saben ci propone lo spettacolo di suoni e luci nella zona delle Piramidi con un contributo di € 27,00 a testa. Ci sembra una cifra un po’ alta e con il taxi (€ 5,00 andata e ritorno) e acquistando il biglietto d’ingresso lì sul posto (€ 10,00) andiamo per conto nostro trovando ancor più suggestivo lo spettacolo!
7° giorno: CAIRO – Domenica 29 marzo.
Dopo la prima colazione, partenza per Sakkara dove ammiriamo la piramide a gradoni di Zoser e la piramide di Titi. Le prime tombe ritrovate erano semplici, formate da una fossa ovale dove giaceva il defunto spesso oggetto di sciacalli. Si cominciò allora a usare delle pietre pesanti per coprirle fino ad arrivare alle piramidi che furono costruite, sui quattro punti cardinali, non come si crede dagli schiavi o dagli ebrei, ma dagli operai e dai sacerdoti, informazione resa sicura dai resti trovati nei villaggi che attorniano il sito. La base delle piramidi vede, oltre alla sala dove risiede la tomba, anche tante altre stanze che danno stabilità al “monumento”. Oggi i cimiteri sono molto modesti. I musulmani avvolgono i defunti in una stoffa e poi li sotterrano direttamente. Il Nilo che costeggiamo è pieno di rifiuti, una discarica a cielo aperto dove galleggiano anche animali morti… E non crediamo molto a Tarek quando racconta di donne che passano per le case a prendere la spazzatura in qualche maniera riutilizzata. Proseguiamo per Menphi dove rimaniamo incantanti dalla colossale statua di Ramses II.
Una sosta a uno dei tanti istituti del papiro dove è d’obbligo la contrattazione di stupendi capolavori e dove sarà interessante la spiegazione di come vengono realizzati. Pranzo in un limitrofo ristorante, l’unico con servizio al tavolo al quale diamo un voto veramente scarso per il servizio, per la qualità, la quantità, la varietà di cibo e per il costo delle bibite. E’ finalmente giunta l’ora di visitare l’agognata necropoli di Giza sede delle piramidi di Cheope, Chefren e Micerino e della Sfinge. In questa zona veniamo attorniati da tanti bambini bisognosi ai quali diamo qualche panino, penna, caramella, cappellino… Pentendoci (ma non lo immaginavamo proprio) di non aver portato altro… Per cui… Caricate gli zainetti di quel che vorrete che sarà ben accettato. Alcuni bimbi erano entusiasmati dall’indossare portacellulari o polsini per il sudore… Che non sapevano neppure cosa fossero.
Dopo cena decidiamo di fare un tour by night per conto nostro noleggiando, per € 20,00 totali, un pulmino per tre ore. Lo stesso tour veniva proposto dall’agenzia per € 17,00 a testa ma… Anche questa cifra ci sembrava esagerata. Certo, non faremo le stesse identiche tappe (ad esempio non andremo nella città dei morti – dove risiedono le persone che hanno occupato le tombe realizzandone, per metà, abitazioni – né berremo il drink presso un orto botanico), ma vedremo ugualmente la zona panoramica, il quartiere islamico, la vecchia Cairo e alla fine faremo una passeggiata di un’oretta (nel frattempo il pulmino ci aspettava parcheggiato) per le strade della Down Town. Notiamo la tanta gente che alle 23 ancora lavora, fa la spesa, shopping… È come girare questa zona alle 11 del mattino. Qualcuno al rientro trascorre una mezz’oretta al casino e poi a nanna.
8° giorno: CAIRO – ITALIA – Lunedì 30 marzo.
Sveglia libera! Colazione con tutta calma, qualche panino per il pranzo e alle 11,30 trasferimento per l’aeroporto con partenza, per Roma, alle 15,30. Nel condurci all’aeroporto la guida Shaben ci fa fare una deviazione e ci parla un po’ della villa del Barone Enban, un uomo che fondò, nel 1905 il quartiere in stile gotico, francese, arabo utilizzando marmo di carrara. Caratteristica della villa è una stanza che gira a seconda del sole e costruita affinché la figlia, malata e curabile solo stando sotto i suoi caldi raggi guarisse. Purtroppo morì negli anni 50 “cadendo” dal balcone. Il barone abbandonò la grande casa che oggi è disabitata e che per la sua particolarità e storia attrae molti turisti.
Ci mostra la stazione ferroviaria, la seconda più vecchia al mondo, costruita nel 1854 dagli inglesi che realizzavano la prima in Inghilterra e che venne chiamata inizialmente la Porta di ferro e poi Ramses II grazie ad una statua di 13 metri trovata lì vicino nel 1956. Oggi quella statua si trova al Nuovo museo egizio che aprirà nel 2011 – quello vecchio è troppo piccolo… Vi sono più di centomila reperti in magazzino! – e dove, per trasportarla, venne usato un camion tedesco speciale con 108 ruote.
Passiamo sul cavalcavia 6 ottobre, lungo km 22, il più lungo dell’Egitto, chiamato così in onore alla vittoria, l’unica su quattro guerre, contro gli israeliani. Vediamo la Chiesa della Santa Vergine, sede del Patriarca. Qui i cristiani ortodossi sono il 12%, ma non si sentono mai in minoranza, non ci sono integralisti e c’è molta tolleranza. Per rispetto nei confronti delle religioni in generale non si chiede mai a nessuno quale sia la sua fede!
E per concludere qualche parola di cui scrivo… Il suono… E che potrà essere utile e carino utilizzare!
- Buongiorno: sava el hir
- Buonasera – mesé el hir
- La pace sia con te – salam alécco
- Si risponde dicendo – alécco el salàm
- Salve – salàm
- Amore, tesoro – abìbi
- D’accordo – mesh
- Grazie – sciucràn
- Prego – affuàn
- Acqua – maia
- Latte – làban
- Vino- nebìs
- Bello – ghemìl
- Bella ghemìla
Buon viaggio, Luna Lecci