I tramonti di Roma
Scopriamo Roma per la prima volta, quindi ci si può immaginare lo stupore davanti a tanta bellezza. E’ la capitale del mondo mica per caso. Ovunque ti giri, trovi testimonianze e segni del suo glorioso passato.
Alla fine non puoi che amarla, e dire che un giorno, neanche troppo lontano, ci tornerai, perché una sola volta non basta per ammirare tutto quello che Roma può offrire.
Noi l’abbiamo girata in lungo e in largo per cinque giorni, alloggiando al bed&breakfast ‘Michelangelo’, struttura carina, senza infamia e senza lode (a mio parere carente a livello organizzativo, peccato), situata in via Borgo Pio, a due passi dalla Basilica di San Pietro. Il quartiere Borgo è invece molto grazioso e tranquillo, ideale come base per muoversi, avendo vicini sia il crocevia degli autobus di Piazza Risorgimento, sia la metropolitana con la fermata ‘Ottaviano’. Inizi a capire Roma quando impari a conoscere le varie fermate degli autobus, cosa fondamentale per non affaticarsi troppo nelle roventi giornate intorno al 2 Giugno.
1° giorno:
Lasciamo i bagagli in camera e subito partiamo alla scoperta di Roma. Approfittiamo della vicinanza e cominciamo proprio dal Vaticano, con il celeberrimo cupolone, che più ti allontani e più sembra ingigantirsi. Il colonnato del Bernini sembra abbracciare l’enorme mole di turisti che ogni giorno affollano Piazza San Pietro. E quindi la basilica omonima: restiamo a bocca aperta, come tutti, è stupenda, oltre che immensa. All’interno ci si deve fare largo nella ressa, per ammirare i capolavori esposti, prima fra tutti la ‘Pietà’ di Michelangelo, all’ingresso sulla destra.
Seguendo le mura, in cinque minuti si arriva ai Musei Vaticani, al plurale perché è un complesso di stanze e gallerie contenenti dipinti, affreschi, carte geografiche, pure un paio di quadri di Dalì (?!) e alla fine lei, la Cappella Sistina, che da sola vale il prezzo del biglietto (da noi acquistato online per evitare code all’ingresso).
Calcolate almeno due ore del vostro tempo, perché lì dentro le passerete di sicuro. Usciamo dai Musei che sta quasi calando il sole, così ne approfittiamo per salire la mitica scalinata di Trinità dei Monti, con la Barcaccia alla base (a mio parere una delle fontane più belle al mondo). La balconata che dà su Piazza di Spagna permette di godere un fantastico tramonto rosso: a Roma il sole sembra splendere sempre, ma quando tramonta il paesaggio diventa impareggiabile. Il tempo di visitare la chiesa in cima alla scalinata ed è già ora di cena, stasera scegliamo la trattoria “Da Giggi”, in via Belsiana 94 (fermata metro ‘Spagna’), una traversa strettissima di Via Condotti. Non ci pentiamo della scelta, i tonnarelli alla Gricia che ci offre il gestore sono da ricordare. Passeggiata dopo cena fino all’Ara Pacis, qualche foto notturna a Castel S.Angelo e si torna in albergo.
2° giorno:
Sveglia presto, si comincia da Piazza Barberini e dalle fontane create dal Bernini, quella del Tritone e quella delle Api. Roma è piena di fontane di alto valore artistico e di “nasoni”, ossia fontanelle per rifocillarsi, sono praticamente in ogni angolo della città (tenete sempre con voi una bottiglia da riempire, l’acqua è fresca e potabile!). Le gambe sono ancora buone, saliamo al Quirinale, con la sua grande piazza (in discesa) con l’obelisco. Il palazzo si può visitare solo la domenica mattina, quindi scendiamo quasi subito percorrendo la graziosa Via della Pilotta, fino ad arrivare praticamente addosso alla fontana di Trevi, imponente e fin troppo affollata, ma è giusto così, perché è meravigliosa. Vi gettiamo la fatidica monetina e andiamo verso Piazza Colonna e Piazza Montecitorio, molto vicine fra loro.
In zona si trova una delle piazze più belle di Roma, quella del Pantheon: è un affresco magnifico. Lo stesso Pantheon è da visitare, è un’opera geniale, soprattutto se pensiamo che è stato costruito quasi duemila anni fa…
Il tempo di una granita al caffè con panna per combattere il caldo e poi eccoci alla chiesa gotica di Santa Maria sopra Minerva (molto carina nella sua semplicità), che al suo interno ospita la tomba di Santa Caterina. La piazzetta antistante ha l’elefantino sormontato da un obelisco, uniti insieme come simboli di forza e saggezza. Ancora pochi metri e arriviamo a Piazza Navona, stupenda, per dirla breve. Andateci, percorretela nella sua forma stretta e lunga (era un antico stadio) e godetevela. E’ un breve riassunto di Roma.
I romani mangiano la pizza bianca con la mortadella a Campo de’ Fiori: non possiamo mancare. E apprezziamo. Questa è la piazza dove si svolge il mercato più pittoresco della città, l’ideale è venire qui, fermarsi una mezz’ora e farsi coinvolgere dall’atmosfera, semplicemente guardando la gente del posto. Al centro svetta la statua inquietante di Giordano Bruno, filosofo bruciato sul rogo proprio qui. Tanto rumoroso è Campo de’ Fiori, quanto tranquilla ed elegante è la vicina Piazza Farnese, ottimo rifugio all’ombra del suo palazzo: qui è bello sentire lo scorrere dell’acqua nelle fontane-vasche di granito che la impreziosiscono.
Il tempo di fare un centinaio di passi e siamo sul Ponte Sisto, che porta a Piazza Trilussa, quindi ad uno dei quartieri più pittoreschi, Trastevere. E’ tutto un susseguirsi di trattorie, di piccoli negozi, la romanità allo stato puro. Dopo esserci persi per i suoi vicoli, decidiamo di inoltrarci verso il Gianicolo. Venti minuti di salita (le nostre gambe ringraziano…), ma il panorama da lassù ci ripaga, Roma è sotto di noi. La statua di Garibaldi sembra vigilare tutti all’alto.
Ormai è ora di cena, decidiamo di rimanere a Trastevere, l’osteria “Da Lucia” (Via del Mattonato 2) serve trippa alla romana, aggiudicato. Quando fa buio ci rilassiamo passeggiando nei vicoli intorno, molto animati.
3° giorno:
Iniziamo dal Campidoglio e dalla sua piazza, progettata da Michelangelo, a mio parere una delle più affascinanti di Roma. Accanto sorge la chiesa di Santa Maria in Aracœli, con la sua ripidissima scalinata che porta a Piazza Venezia, punto di riferimento di quasi tutte le linee degli autobus.
Proprio qui svetta, in tutto il suo bianco, l’accecante Vittoriano (Altare della Patria), opera mastodontica (fin troppo) che ha il grande merito di avere una terrazza dalla quale ammirare dall’alto tutta la città, a 360°. Si sale con un veloce ascensore. All’interno invece si può visitare il museo del Risorgimento, l’ingresso è libero.
Da qui ha inizio Via dei Fori Imperiali, sia a destra che a sinistra vediamo ammassati vari reperti dell’epoca imperiale, come ad esempio la colonna di Traiano. Per avere una buona idea dell’antica Roma, comprate il biglietto d’entrata per Palatino, Foro Romano e Colosseo (9€). Mettete in conto almeno un’ora di coda, poi altre tre-quattro ore per spaziare dalla Domus Flavia al Tempio delle Vestali, dalla Via Sacra all’arco di Tito: c’è molto da vedere e da camminare, ma per capire da dove veniamo si fa questo sacrificio, del resto è la nostra storia. E’ già pomeriggio inoltrato quando entriamo al Colosseo, il simbolo conosciuto in tutto il mondo. Oltre alla veduta degli spalti, ricostruiamo la sua leggenda con i tanti pannelli esplicativi che aiutano a farsi un’idea più approfondita dell’antico anfiteatro.
Usciti da lì, puntiamo verso quello che resta del Circo Massimo, ossia un enorme spazio verde ai piedi del Palatino: ai tempi era lo stadio più grande di Roma.
C’è ancora il tempo per salire su uno dei colli più eleganti, l’Aventino. Qui si trova Parco Savello (Giardino degli Aranci), non molto conosciuto fra i turisti, forse è proprio questo che lo rende ancora più grazioso: qui ognuno può trovare il suo angolo più romantico e tranquillo, perché non è mai affollato. E’ sicuramente uno dei nostri posti preferiti. Idem la discesa pedonale che da qui porta giù fino al Tevere. Da provare.
Dopo una giornata dispendiosa di energie, stasera per cena si sta vicino al b&b. Ottima scelta, perché “Dino e Tony”(via Leone IV 60, fermata metro ‘Ottaviano’) sono personaggi straordinari, oltre che molto bravi tra i fornelli. Qui abbiamo assaggiato ottime specialità tipiche della zona, ad un prezzo più che onesto.
4° giorno:
Scopriamo un itinerario un po’ fuori dai soliti giri, la giornata fresca ci aiuta, quindi noleggiamo la bicicletta (3€/ora) e andiamo sulla Via Appia Antica (autobus per Porta San Sebastiano), la regina delle strade, oltre che la prima mai creata. E’ suggestivo passare sopra i ciottoli di quello che è ora un parco regionale, circondati da innumerevoli pini e resti di ere passate. Davvero rilassante.
A pochi minuti si trova il Mausoleo delle Fosse Ardeatine. Rimaniamo senza parole, onoriamo la memoria di 335 civili massacrati e uccisi durante l’occupazione nazista.
Riprendiamo l’autobus in direzione San Giovanni in Laterano. La basilica, imponente, trasmette tutta l’autorità e l’importanza della Chiesa sul suolo romano.
Non siamo ancora stanchi, sicchè con la metro (fermata ‘Flaminio’) arriviamo a Piazza del Popolo, con la sua caratteristica forma ellittica. Al centro svetta un obelisco arrivato dall’Egitto, mentre nella chiesa di Santa Maria del Popolo, in una cappella a sinistra dell’altare, sono esposti due dipinti del Caravaggio che vale la pena vedere: anche i nostri occhi poco esperti apprezzano l’assoluta bellezza di queste opere. Con la pioggia torniamo in albergo, mentre per cena andiamo alla trattoria “Luzzi” (Via S.Giovanni in Laterano 88), nei dintorni del Colosseo: discreto, nulla più.
5° giorno:
Partiamo dalle suggestive Terme di Caracalla (fermata ‘Circo Massimo’); la visita necessita di almeno un paio d’ore, ma sono ben spese, perché sono una delle testimonianze più spettacolari dell’epoca d’oro dell’Impero.
Si rimane a bocca aperta nel vedere come la struttura sia ancora in buone condizioni dopo così tanti anni (furono inaugurate nel 217 d.C.!), nonostante saccheggi e intemperie.
Riprendiamo la metro fino a ‘Piramide’, dove è situato il cimitero acattolico. Qui sono sepolti Antonio Gramsci e il poeta inglese John Keats. Il luogo è molto insolito, per essere un cimitero: sembra celebrarsi la vita di chi l’ha scelto come ultima dimora, in cui regnano pace e sole piuttosto che austerità e tristezza.
Torniamo sul lungotevere, con l’autobus arriviamo al Ghetto ebraico. E’ uno dei quartieri più autentici di Roma, si sviluppa intorno a Via Portico d’Ottavia; si respira un’atmosfera particolare, oltre che un profumo invitante dalle panetterie gestite da famiglie ebraiche. In questa zona da non perdere la fontana delle Tartarughe, fatta costruire da un innamorato per la sua bella. Incantevole. Fate attenzione anche ai sampietrini dorati, in memoria delle vittime della deportazione nazista, posti nei pressi delle loro abitazioni; ce ne sono a decine in tutta la città, qui in particolare.
Questo quartiere è noto anche per le sue veraci trattorie, che propongono piatti tipici come i carciofi alla Giudia. Un’istituzione per i romani è “Sora Margherita” (Piazza delle Cinque Scole), noi non perdiamo l’occasione di gustare ottime ed abbondanti portate. Ci ricorderemo per anni di questo pranzo. Andateci presto o prenotate (ci sono pochi tavoli a disposizione), perché il locale merita davvero la sosta. Dopo gironzoliamo per il quartiere, perdendoci a caso nei suoi stretti vicoli.
Il Ghetto è uno dei (tanti) motivi per cui visitare questa città, a mio parere.
Vorremmo avere più tempo, per poter vedere tutte le meraviglie di questa città, ma ci aspetta l’aereo che ci riporterà a casa. Bisogna lasciare qualcosa di ‘non visto’ per gustarsi un ritorno la prossima volta, perché una prossima volta ci sarà di sicuro.
Quindi arrivederci, Roma.