I tesori nascosti di Spello e dei Monti Sibillini: un’avventura nel cuore verde dell’Umbria

Dal silenzio del parco nazionale dei monti Sibillini all'atmosfera magica dell'infiorata di Spello
Scritto da: Lara B
i tesori nascosti di spello e dei monti sibillini: un'avventura nel cuore verde dell’umbria
Partenza il: 08/06/2012
Ritorno il: 10/06/2012
Viaggiatori: 4
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Un fine settimana all’insegna dei Monti Sibillini, dell’infiorata di Spello e dei luoghi più suggestivi dell’Umbria, cuore verde d’Italia. Un racconto di viaggio ricco di spunti e consigli ideali per chi vuole godersi alcuni borghi e città d’arte circondati da magnifici spazi di natura.

Diario di viaggio

Venerdì 8 giugno – Spoleto e Bevagna

spoleto

Con una coppia di amici (Francesca e Kemp) partiamo alle 8.30 da Meldola (Forlì), tempo un po’ incerto ma caldo. Non perdiamo tempo e ci dirigiamo diretti a Spoleto dove arriviamo poco prima delle 11.00. Parcheggiamo guidati dall’intuito lungo una stradina da cui si scorge il centro storico arroccato e proseguiamo a piedi, siamo fortunati, dopo poche passi troviamo una scalinata che conduce, anche se non molto agevolmente, direttamente in piazza Signoria dove un giardino pubblico terrazzato ci lascia vedere buona parte della vallata oltre ai bellissimi giardini fioriti delle case sottostanti. C’è anche il punto di arrivo di un ascensore pubblico, ma in basso non l’avevamo visto, evidentemente partiva da tutt’altro punto rispetto a dove siamo saliti. Un’ultima rampa di scale e siamo nell’assolata piazza del Duomo, con i suoi edifici in pietra chiara che accecano nella luce del mezzogiorno.

Sotto al loggiato del Duomo veniamo travolti da una ventata di aria gelida proveniente dall’interno, ci affacciamo all’ingresso per constatare che l’interno è piuttosto spoglio, quindi, più che altro per paura di prenderci una polmonite, ci allontaniamo per ammirare la facciata e la sua bella balaustra del terrazzo superiore. Attraversiamo la piazza ammirando il Teatro e il Municipio per inoltrarci nel paese, zigzaghiamo per i vicoletti e le stradine lastricate senza meta, o meglio, il Kemp ci prova a trovare una meta nella minuscola piantina della guida, ma girala di qua e voltala di là, arriviamo dalla parte opposta del paese che ancora non abbiamo capito esattamente dove siamo.

Troviamo le indicazioni per il teatro romano e le seguiamo: peccato che una volta arrivati lo troviamo chiuso! Girovagando a destra e a manca per questa bella cittadina, torniamo alla scalinata da cui siamo saliti e raggiungiamo l’auto solo per aggiungere soldi al parchimetro così da poter trovare un localino tipico per il pranzo. La scelta cade sulla trattoria del Trivio in via Del Trivio, appunto, l’interno è molto caratteristico con mobili e suppellettili di una volta, arricchiti da addobbi rustici, foto d’epoca e davanzali fioriti di sgargianti petunie, le tovaglie sui tavoli sono a quadretti bianchi e rossi e Kemp e Francesca garantiscono che dove ci sono tovaglie e quadretti si mangia bene. Effettivamente i nostri strangozzi al tartufo sono veramente ottimi e anche il coniglio sembra essere molto apprezzato. Conto salato, ma ci sta.

 
turistipercaso

Nel pomeriggio ripartiamo per Bevagna. Il caldo è diventato asfissiante, ma troviamo posto per il parcheggio solo al sole. È un po’ presto ed è ancora tutto chiuso, con estrema lentezza ci incamminiamo per l’unica e più importante strada che attraversa tutto il centro, corso Amendola, inoltrandoci anche nei vicoletti laterali che per la maggior parte delle volte si concludono in splendidi angolini arricchiti dalle splendide composizioni floreali che ogni casetta ha sui balconi, alle finestre o vicino all’ingresso. Raggiungiamo la piazza principale, piazza Silvestri, dove troviamo un po’ di refrigerio nella fontana centrale, annusando lo squisito profumo di gelsomini che la invade e ci concediamo una sosta all’ombra su una bella piazzetta terrazzata retrostantela piazza principale su cui si affacciano alcuni barettini con i tavolini all’aperto. Proseguiamo il giro, nonostante il caldo siamo catturati dalla pacata armonia di questo paesello e andiamo alla ricerca dei tanti angolini da fotografare, un balconcino, una meridiana, un insegna strana.

Poco dopo le 16.00 torniamo all’auto e riprendiamo la strada per Spello dove alloggeremo al Bed & Breakfast Villamena e dove ci aspetta una poco simpatica sorpresa: nonostante la prenotazione risalga a quattro mesi fa, e non poteva essere altrimenti visto che è il weekend dell’infiorata, anziché le camere con bagno privato come accordato, ci vengono consegnate due camere con il bagno in comune adducendo una non molto chiara scusa sul fatto che una terza coppia ha disdetto pochi giorni prima della partenza per motivi di salute. Il che è vero, ma è pur anche vero che la terza coppia era disponibile a pagare lo stesso la sua quota e comunque la camera è stata immediatamente affittata ad altri, in un weekend come questo non c’era di certo da aspettarsi che rimanesse vuota! Il bagno in comune è solo con i nostri amici, e non è un grosso problema, ma i patti non erano quelli e ci aspettiamo un po’ di sconto alla fine di tutto, ma il proprietario lascia abilmente cadere il discorso quando lo accenniamo. Per il momento lasciamo perdere, siamo stanchi e ci godiamo un po’ di relax ai bordi della piscina dove però non facciamo il bagno a causa dell’acqua troppo fredda. Vengono a farci compagnia due cani giocherelloni e il proprietario che rimane con noi per dirci che oggi non abbiamo visitato i paesi giusti. Ci da indicazioni su dove andare l’indomani, ma abbiamo già altri programmi e vuole convincerci ad andare a cena al ristorante a fianco al b&b,a suo dire il migliore di tutta Spello, insistendo quando diciamo che abbiamo intenzione di cenare in centro. Inizia ad essere un po’ invadente oltre che “furbacchione”. La posizione del b&b però è ottima e dopo una doccia e una riassettata, ci è sufficiente attraversare la strada per trovare una scalinata che ci conduce dritti dritti in centro.

spello

Facciamo lo stesso una bella passeggiata prima di cena, è tutto pulito e ordinato e il concorso “Balconi, finestre e vicoli fioriti” in corso a cui partecipano molti spellani, dona un atmosfera tutta speciale ai vicoletti. Ci sono pochi turisti e quasi tutti stranieri, attorno a noi fervono i preparativi per l’infiorata: molte persone camminano frettolose con cataste di contenitori in cui sono conservati i fiori, tanti i portoncini aperti all’interno dei quali si intravedono donne di ogni età alle prese con lo sminuzzamento dei petali di fiori essiccati. Addentrarsi in questi angusti passaggi e scoprire un giardino dove nonne e nipoti sono sedute a tavolino con davanti cataste di fiori da lavorare è molto emozionante, sembra di violare un intimità tutta loro a cui noi non siamo ammessi, eppure sono tutte estremamente gentili e ci invitano a lasciarsi guardare e fotografare. Ci fermiamo a parlare con due giovani seduti davanti all’uscio di casa, hanno i visi stanchi. Ci indicano le bacinelle piene di fiori bianchi, grandi margherite o forse fiori di camomilla. Ci raccontano che hanno dovuto camminare per quaranta minuti all’andata e quaranta al ritorno per andare a prendere proprio quelli e adesso gli stanno togliendo delicatamente i petali uno per uno. Ne avranno per un bel po’.

Ceniamo alla trattoria del Buchetto, all’aperto con veduta da urlo dalla terrazza della strada e tramonto compreso nel prezzo…80 euro per tre antipasti di affettati misti, un secondo, quattro contorni, acqua e vino. Ultimo giretto notturno, visita al museo dell’Infiorata e poi a nanna.

Sabato 9 giugno – Nel regno della Sibilla

Con calma, alle 9.00 facciamo una bella colazione al b&b con dei croissant talmente ipercalorici che potrebbero tranquillamente sostituire anche il pranzo. Partiamo con destinazione Castelluccio di Norcia, allungando il giro da nord-est così da passare per Visso, sede ufficiale del Parco dei Monti Sibillini, nonché paese carino per una visita veloce e un buon caffè. Passiamo attraverso i monti del parco, le tappe da fare sarebbero molte altre, ma ci accontentiamo di un occhiata veloce dalla macchina per arrivare prima di mezzogiorno a Castelluccio. Siamo già stati qui e per noi il colpo d’occhio dato dalle fioriture della vallata del Pian Grande e del Pian Perduto è cosa già vista ma per i nostri amici che sono qui per la prima volta è di gran impatto: a farla da padrone in questi giorni è il giallo dell’infestante delle lenticchie e da quassù sembra che i campi siano coperti da un manto di velluto colorato.

La piazza di Castelluccio è invasa da un raduno di bikers dai giubbotti di pelle, noi giriamo un po’ a curiosare tra i prodotti tipici poi ci fermiamo a pranzare all’Osteria del Capitano proprio a strapiombo della vallata. Servizio casereccio e piatti ottimi, 70 euro in quattro. Mentre mangiamo si scatena un acquazzone che per un po’ ci offusca la vista, ma torna presto il sole e così ci allontaniamo da Castelluccio dalla parte opposta e scendiamo verso la vallata. Come sempre percorrere quei quattro chilometri che attraversano tutto il Pian Grande risulta assai impegnativo, ma non perchè la strada sia brutta, bensì perchè sono talmente tante le meraviglie di questo posto che siamo sempre fermi. Da vicino ci rendiamo conto che gli immensi campi gialli sono intervellati da qualche campo infestato da fiori rosso scuro e da altri bianchi. Cerchiamo di non invadere le coltivazioni e facendo attenzione a non calpestare nulla ci addentriamo tra i sentieri facendo foto su foto, ai fiori, ai cavalli, alle pecore, ai fontanili e, per non farci mancare nulla, Francesca e io ci concediamo anche una bellissima cavalcata di un’ora assieme ad una coppia di ragazzi toscani. I nostri uomini ci aspettano al maneggio con una birrettina.

È stato molto emozionante percorrere a cavallo i silenziosi sentieri della vallata, anche se, in verità, un pochettino monotono perchè è talmente ampia che andando solo al passo in un’ora le montagne a mala pena si raggiungono, impossibile riuscire ad addentrarcisi. La mia povera Talla si è subito accorta di avere una sbarbatella in groppa, in più occasioni ha provato ad accelerare il passo, aveva voglia di fare una corsetta, ma a me facevano un gran male le ginocchia e non ho potuto assecondarla. Lei ha manifestato la sua disapprovazione con parecchi sbuffi, e come non capirla. Scese da cavallo, con la sensazione di non poter più chiudere le gambe, recuperiamo gli uomini e torniamo all’auto.

castelluccio di norcia

Faticosamente percorriamo l’ultima parte della strada fino alla parte opposta di Castelluccio, ci fermiamo per la milionesima volta a fare delle foto e ad ammirare il paesaggio in un silenzio surreale. Ci sentiamo piccoli piccoli, come formiche. L’ultima curva e siamo fuori dal Pian Grande, prossima destinazione Norcia. Ci siamo già stati tutti e quattro perciò facciamo solo un giro veloce in centro. Nel Municipio c’è un matrimonio e a spasso parecchia gente, ne approfittiamo per curiosare un po’ in entrambi i posti, poi ci fermiamo per un aperitivo e due stuzzichini e infine decidiamo che è ora di tornare verso Spello, a quest’ora inizierà già ad esserci parecchia confusione. Arriviamo verso le 19.00 e per fortuna abbiamo il posto per l’auto vicino al B&B perchè c’è una confusione infernale, dappertutto ci sono auto e pullman e frotte di persone a piedi che si dirigono verso le mura. Noi abbiamo deciso di seguire il consiglio del nostro albergatore e abbiamo prenotato nel ristorante a fianco, io decido di non cenare per via di un lieve mancamento avuto in mattinata, preferisco riposare un po’ di più prima di uscire, mentre gli altri dopo una doccia vanno. Verso le 21.30 mi tornano a prendere. Incontriamo il padrone di casa in giardino e ne approfittiamo per saldare il conto.

Pochi passi e siamo nel pieno della festa: i tendoni sono già tutti montati e gli spellani sono all’opera: i disegni per terra sono piazzati, le scatole con i petali ammucchiate, e la gente inginocchiata a terra intenta a piazzare petalo per petalo con l’ausilio di pinzette o cartucce vuote i fiori colorati. Sarà così per tutta la notte. È difficile passare, gli spazi sono stretti e la gente veramente tanta, ma sgomitando un po’ da una parte e scalciando un po’ dall’altra riusciamo ad avvicinarci ad ogni tendone ad ammirare la magnificenza di questi mosaici che pur essendo solo all’inizio sono già di una bellezza disarmante. In bella vista all’ingresso di ogni tendone il disegno di come sarà una volta finito: enorme, coloratissimo, di grande spiritualità. Guardiamo i disegni, guardiamo le persone inginocchiate, il procedere con lentezza dei lavori e ci sembra impossibile che per domattina riusciranno a finirli. Sono tanti e tutti giovani, è bello che questa manifestazione sia così sentita dai ragazzini e che ci mettano tutto quest’entusiasmo nel portarla a termine. Ci sono tanti stranieri che girano, ma la differenza con i turisti italiani che arrivano a frotte si vede: è palese che vengono scaricati dai tanti pullman che continuano ad arrivare a quest’ora e che torneranno a recuperarli domani mattina, anche questo è la crisi. Per arrivare in piazza ci abbiamo messo più del previsto, sono già le 23.30 e domattina la sveglia è puntata alle 4.30. Decidiamo di non finire il giro del paese e torniamo indietro da un stradina laterale poco affollata, davanti al B&B sembra di stare sulla tangenziale alle sei del pomeriggio: il traffico è bloccato e le luci tutte accese.

Domenica 10 giugno – Dalla fioritura all’infiorata

infiorata di spello

La mattina successiva, saltata la colazione e salutato il B&B, torniamo in centro e ripercorriamo la strada di ieri. Alle cinque siamo già nel mezzo della festa, la confusione più o meno è la stessa della serata, i mosaici sono quasi finiti e gli effetti che creano sono da mozzare il fiato, sono veramente degli artisti. La stanchezza negli occhi dei ragazzi si fa vedere ma vanno avanti, fanno gli ultimi ritocchi, un petalo viola appoggiato su un manto bianco dona una sfumatura di lilla che cambia la visione d’insieme di quella parte di mosaico. Precisi, efficienti. Stanchi. Hanno finito tutti, nonostante non ci credessimo.

Tra i tantissimi turisti la giuria passa inosservata, se non fosse che ad ogni mosaico si ferma e prende appunti, nessuno la noterebbe. Continuano a sbarcare orde di persone e Spello sta per scoppiare. Tutti i tendoni sono stati smontati e a delimitare il passaggio delle persone sono solo delle cordelle, è sempre più difficile riuscire ad avvicinarsi e vedere qualcosa, anche per arrampicarsi sui trespoli da cui si riescono a fare le foto dall’alto c’è da fare la fila. Lungo le strade laterali ci sono i “tappeti”, ovvero dove non c’è abbastanza spazio per per fare i disegni grandi vengono coperte le parti centrali degli stradelli con una lunga scia centrale a motivi astratti.

I lavori ufficialmente finiscono alle 9, ma già prima è possibile vederli tutti finiti. A quell’ora decidiamo di abbandonare anche noi, tanto ormai è più la difficoltà di girare che il divertimento e così torniamo alla macchina mentre continuano ad arrivare turisti. Prendiamo la strada di casa ma siccome è presto a Città di Castello decidiamo di fermarci a fare un giro anche se un po’ la stanchezza inizia a farsi sentire. Percorsi pochi passi ci ritroviamo seduti in un parco a guardarci in faccia stravolti e decidiamo che è giunta l’ora di tornare a casa.

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