I popoli più incredibili del mondo

…un viaggio indimenticabile, l’esperienza più bella e significativa della mia vita… Finalmente si parte… destinazione Etiopia. Perché Etiopia? E’ ormai da anni che io e Bicio viaggiamo in Africa e il nostro desiderio era quello di avventurarci in un safari non organizzato, nel Corno d’Africa e visto che da anni io e la mia famiglia...
Scritto da: Anto1979
i popoli più incredibili del mondo
Partenza il: 23/05/2009
Ritorno il: 03/06/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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…Un viaggio indimenticabile, l’esperienza più bella e significativa della mia vita… Finalmente si parte… destinazione Etiopia. Perché Etiopia? E’ ormai da anni che io e Bicio viaggiamo in Africa e il nostro desiderio era quello di avventurarci in un safari non organizzato, nel Corno d’Africa e visto che da anni io e la mia famiglia abbiamo adottato una bambina Etiope cogliere quest’occasione per andare a farle visita.

Il nostro viaggio è durato circa 12 giorni, abbiamo visitato tutta la parte centro meridionale spostandoci con una jeep prenotata su internet all’agenzia Lake tana tour, dall’Italia con un autista Etiope, Zaza.

Il nostro viaggio è stato dedicato principalmente al sud in particolare dove vivono le più incredibili etnie africane come i Karo, i Mursi, gli Hamer e i Banna, la zona dell’Omo River.

Siamo partiti alla fine di maggio, il periodo migliore per i visitare i posti del nostro itinerario studiato mesi e mesi prima evitando così la stagione delle piogge.

I primi giorni li abbiamo trascorsi con Paolo e la sua famiglia, il missionario laico che si occupa delle adozioni a distanza.

Finalmente dopo tanta attesa ci troviamo all’aeroporto di Milano Linate da dove partiremo verso Francoforte con la compagnia Lufthansa e poi rotta verso Addis Abeba. Trattamento a bordo anche per noi che viaggiavamo in economy eccezionale, personale molto gentile, cibo e bevande ottime.

Arriviamo ad Addis Ababa che è sera e il missionario dell’adozione cui sono in contatto ci viene a prendere all’aeroporto con la sua famiglia e ci accompagna prima a mangiare un boccone e subito dopo a trascorrere la notte dalle “Franciscan Missionaries of our lady” per poi partire la mattina seguente verso la Diocesi.

Lui si chiama Paolo è un missionario laico Friulano che ha rinunciato di vivere e lavorare in Italia per dedicarsi al prossimo in una povertà senza limite, villaggi abbandonati a se stessi nel cuore dell’Africa più povera.

La Diocesi si trova ad Endibir dove ci porterà la mattina seguente.

I primi tre giorni li abbiamo trascorsi con lui cosi ci ha portati un po’ a vedere la vita nei villaggi, i bambini nelle scuole, i suoi progetti, la chiesa, i lavori insomma tutta un’altra realtà dalla nostra. La gente vive in capanne di paglia dove non arriva ne acqua ne luce e l’unica cosa che c’è dentro è un fuoco acceso e, chi se lo può permettere un paio di mucche. Non esistono ne armadi ne tavoli ne letti sui quali dormire… esistono solo i sorrisi dei bambini e l’ospitalità della gente che anche se non ha nulla è disposta ad offrire quel poco che ha… Il giorno prima della nostra partenza grazie al bel tempo visto che quando arriva la pioggia le strade sono impraticabili, ci ha portati a trovare Girma la bambina in adozione.. Un emozione unica ed indescrivibile ma non solo per lei ma per tutti quei bambini che non hanno nulla davvero e sono sempre col sorriso sulle labbra. Ripartiti da Yeseshie che è situato a 2400 metri siamo tornati alla Diocesi per preparare le valigie che la mattina seguente avremo iniziato il nostro tour.

4° giorno: Arba Minch Partenza all’alba con Paolo che ci ha accompagnati a Wolisso dove ci aspettava Zaza, il nostro autista Etiope. Dopo un forte ringraziamento di cuore per tutto quello che ha fatto Paolo per noi l’abbiamo salutato e siamo partiti per raggiungere Arba Minch, nostra prima destinazione.

Siamo passati da Hossaina, Sodo dove ci siamo fermati per il pranzo, abbiamo costeggiato tutto il lago Lake Abaja l’unico balneabile di tutta l’Etiopia. Arrivati a destinazione abbiamo scelto l’hotel dalla mitica guida Lonely Planet e dopo averlo visto abbiamo deciso di alloggiare per la prima notte.

Arba Minch, una città di circa 80000 abitanti nella quale c’è la luce un giorno si e due no… e siamo pure senza acqua… scusate, mi sono dimenticato che il significato della città in amarico è quaranta sorgenti… 5° giorno: Parco Nazionale del Nechisar Sveglia alle 7 per la grande avventura nel Parco Nazionale del Nechisar (erba bianca), uno dei parchi nazionali d’Etiopia situato a est di Arba Minch. Pagato il ticket abbiamo iniziato il giro completo del parco. La vegetazione è formata prevalentemente da savana, foreste lungo le rive dei due laghi quello di Abaya dalle acque marroni/rossicce e quello di Chamo dalle acque azzurrissime.

Tra i mammiferi presenti nel parco abbiamo avvistato soprattutto zebre, gazzelle, antilopi, dik dik e una varietà di uccelli.

Il pomeriggio abbiamo invece fatto un giro in barca sul lago Chamo pieno di coccodrilli e infatti la gente del posto lo definisce mercato di coccodrilli.

I laghi Chamo e Abaya sono separati da una lingua di terra soprannominata ponte di Dio, forse per la spettacolare vista che offre.

Abbiamo avvistato un sacco di coccodrilli ben pasciuti intenti a crogiolarsi al sole. Oltre a questi molti ippopotami di varie dimensioni e una miriade di pellicani e tante altre varietà di uccelli.

Sono le 20 e siamo già a letto visto che non c’è luce, acqua.. 6° giorno: Jinka, il Parco Nazionale del Mago e il mercato di Key Afar Partenza come le altre mattina alle 7 destinazione Jinka e il Parco Nazionale del Mago attraversando i territori delle popolazioni Ari e Banna, popolazione dedita alla pastorizia e alla coltivazione. Arrivati al mercato dei Banna che sono insediati sulle alture del Parco abbiamo acquistato degli oggetti fatti artigianalmente da loro.

I Banna sono vestiti con gonne di pelle di animale decorata da perline che portano anche al collo, braccia e caviglie.

I generi principali venduti sono burro, verdure, banane, peperoncino, galline, stoffe e pali per costruire le capanne. Le donne girano con involucri di frutti a tracolla dove tengono i soldi e le loro mercanzie mentre gli uomini tengono in mano un borkota, uno sgabellino in legno intagliato.

Non è assolutamente facile per noi distinguere le varie etnie, ci sembrano un po’ tutti simili nei tratti somatici, nell’abbigliamento e nel modo di conciarsi i capelli, ma non ha importanza.. Lo spettacolo è bellissimo lo stesso.

Un segno che contraddistingue le donne sposate sono i grandi collari portati al collo mentre quelle nubili portano un piattello tra i capelli.

7° giorno: Mursi e visita al South Omo Museum Partenza per raggiungere il villaggio dei Mursi. Si percorrono strade dissestate, il parco è vasto e selvaggio dove predomina la fauna selvatica fino a raggiungere queste tribù isolate. Prima di arrivare al villaggio un ranger armato sale con noi cosi siamo più tranquilli. I Mursi sono i più conosciuti della zona, famosi per il piattello labiale indossato dalle donne, simbolo di bellezza e per gli uomini per la lotta con i bastoni. I piattelli sono dei dischi di argilla che misurano fino a 15 cm di diametro e vengono inseriti in un incisione praticata nel labbro inferiore. A causa della scomodità le donne indossano il piattello solo occasionalmente lasciando penzolare il labbro inciso nella quotidianità.

Non tutte le donne infatti lo indossavano… impressionante però vedere il buco senza denti sotto. Una cosa che abbiamo notato sicuramente negativa che però prevale in tutte le tribù è che svendono la propria immagine facendosi fotografare per soldi… qualche birr per noi non ha significato mentre per gente che vive nella povertà e malattia fa la differenza.

Rientrati a Jinka il pomeriggio siamo andati a visitare il South Omo Museum, un museo antropologico finanziato da un’istituzione tedesca che si trova su una collina e ospita un interessante mostra sulle culture materiali dei popoli. All’interno si trova anche una biblioteca che dispone di materiale quali dvd e libri che si possono tranquillamente consultare. Rientriamo in hotel che piove… speriamo smetta per domani che dobbiamo andare a visitare altre tribù.

8° giorno: Omorate e Turmi e Dimeka al mercato dei Banna e degli Hamer Un altro giro al mercato Banna e Hamer con i loro prodotti artigianali dal bestiame e raccolti ai gusci dei vari frutti dipinti e decorati.

Fatto un giro veloce torniamo a Turmi dove cerchiamo un tipico hotel dove trascorrere la notte. Il pomeriggio ci siamo diretti verso Omorate. La città è incastonata lungo le rive del fiume Omo ed è l’unico posto dove si può osservare il maestoso fiume color marrone. Il fiume Omo scorre nella parte meridionale dell’Etiopia e si immette nel lago Turkana. Da qui abbiamo noleggiato una barca fatta col tronco di un albero scavato e abbiamo cosi attraversato il fiume… Che paura!! Cosi leggera che bisognava stare immobili altrimenti saremo finiti nel fiume assieme ai coccodrilli…

Arrivati dall’altra parte del fiume abbiamo visitato il villaggio di etnia Galeb… Un villaggio alla fine del mondo, poverissimi senza nulla siamo rimasti davvero toccati e cosi insistenti a farsi fotografare per denaro. I villaggi sono fatti di capanne piccole non curate e a forma di zucca. La vita di questa gente è tormentata dalla mortalità infantile e da malattie come la malaria e la febbre gialla. Tornati dall’altra parte siamo risaliti sulla nostra jeep e tornati a Turmi dove abbiamo passato la notte.

9° giorno: Dimeka direzione Konso Partiamo per Dimeka dove abbiamo visitato un villaggio karo per poi dirigerci verso il Konso. Lungo la strada abbiamo visto le farm cotton… interessantissime e tanti tanti bambini in strada che vendevano sgabellini scolpiti nel legno da loro, incenso, gusci di animali.. È gente talmente povera e disperata che ti lascia un segno nel cuore… avremo comprato davvero tutto!!! Tornati in hotel abbiamo mangiato la ingera è un tipo di omlette fatta con un loro cereale che può essere ripiena di carne o verdura… un po’ acida ma non male direi! Sulla strada passiamo la zona dove vivono i Konso, popolazione munita di lancia e vestiti con abiti particolari specialmente le donne che indossano una lunga e particolare gonna colorata. I Konso hanno sviluppato una specializzata economia agricola infatti col suo territorio prevalentemente montuoso e arido questa popolazione lavora a terrazze che raccolgono l’acqua piovana rendendo il terreno fertile per la coltivazione.

10° giorno: Yabelo Lungo il tragitto abbiamo potuto osservare la diversità del paesaggio delle varie zone; un paesaggio costellato di acacie e termitai altissimi in una terra rossastra. Arriviamo a Yabelo, territorio abitato dai pastori Borana. Un’altra tipica popolazione vestita con grandi foulard colorati anche sulla testa, zucche piene di latte portate al collo. Qui vivono i cammelli, l’unica zona dell’Etiopia e la popolazione si nutre anche del latte e carne di cammello. Passiamo il villaggio e avvistiamo il loro mercato: da una parte quello dei prodotti artigianali e pastorizi e dall’altra un grande mercato di cammelli.

Proseguiamo sulla strada principale verso Awassa dove dai bordi della strada spuntano spesso ragazzini urlanti carichi di ogni tipo di frutta, la cosa incredibile è che la banana sa di banana, l’ananas sa di ananas e il mango profuma di mango è un incredibile miscuglio di sapori e profumi inebrianti.. Mai mangiato frutta così buona e gustosa.

11° giorno: mercato di Awasa La mattina abbiamo visitato il grande mercato del pesce che si svolge lungo le rive di Crow Valley e merita davvero una visita. E’ fantastico vedere sulla riva tutte le barche dei pescatori allineate e i ragazzini davanti ad esse che dipanano le reti e raccolgono gli occhi dei pesci che tirano ai pellicani per attirarli a riva. Qui ci sono anche i marabù, questi grandissimi uccelli grandi come bambini che scrutano dalle cime degli alberi.

Facciamo così un giro lungo le rive del lago Awasa, un lago di acqua dolce in tutta pace e tranquillità. Qui tra gli alberi avvistiamo gli hornbill, grandi uccelli neri con la cresta e becco bianco simili a grandi pellicani e una specie di scimmia fantastica, mai vista prima le “Abyssinia Black and White Colombus”.

Grandi scimmie nere con la coda grossa bianca e in testa come se avessero un cappello.

Ripartiamo e osserviamo il lago Shala e sulla destra il lago lake Langano e Ziway. Abbiamo anche visto l’unica ferrovia dell’Etiopia che collega Addis Abeba a Gibuti. Arrivati ad Addis siamo andati in albergo dove abbiamo passato l’ultima notte.

12° giorno: Addis Abeba Ultimo giorno ad Addis, città molto interessante, il clima è favorevole con i suoi 2000/2500 metri di altezza. Vediamo di tutto, antico e moderno, ricchezza e povertà, palazzi antichi e moderni, alcuni in buono stato e altri cadenti.

Andiamo cosi a visitare il museo Etnografico che ha una bella esposizione di strumenti musicali e croci. Un altro luogo che non ci siamo persi di visitare è il grande mercato all’aperto che copre circa 30 kmq. Qui c’è veramente di tutto dal cibo agli oggetti in paglia, dai mobili alle scarpe… Dopo aver fatto un po’ di acquisti siamo tornati in hotel per prepararci al nostro rientro.

Ultima cena in un bellissimo ristorante tradizionale con musica tipica. Abbiamo cosi ordinato il baya-ynatu che su un grande cesto di vimini vengono messi tanti rotoli di injera e al centro si versano piccole porzioni di salse e cibi etiopi. Salsa piccante, spezzatino di pollo, di carne, verdure e formaggio fresco. Abbiamo cosi cenato assieme a Zaza che poi ci ha riportati in aeroporto per il volo di rientro in Italia.

Purtroppo il nostro viaggio è già terminato, è stata un’esperienza unica, l’Etiopia è proprio un museo di popoli, di razze ed etnie diverse.

Quante emozioni! Ci siamo fatti un overdose di umanità e consapevolezza delle diversità… Avremo sempre nel cuore i bambini festosi che ci salutano dalla jeep gridando jù jù con gli occhi che brillano e sempre con il sorriso.

Antonella e Fabrizio



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