I gorilla di montagna
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Quarantacinque minuti di volo ed atterriamo al Cairo, fuori il cielo si sta facendo scuro e un sole rosso taglia in due l’orizzonte alla mia destra, confondendosi con le nuvole. Arriviamo all’aeroporto di Entebbe con un’ora e mezzo di ritardo, montiamo subito sul nostro mezzo che ribattezziamo immediatamente il Torpedone, e conosciamo Godfree, il nostro autista e guida. Senza sprecare minuti preziosi, dopo colazione, cambio di moneta locale e rifornimento di acqua, partiamo subito per la visita allo Ziwa Rhino Sanctuary, nel distretto di Nakasongolo, dove in area protetta sono ospitati gli ultimi rinoceronti ugandesi allo stato selvaggio, che è possibile visitare a piedi con l’ausilio dei rangers. La nostra prima notte in un letto africano è a Masindi con la modica cifra di 10$ a testa compresa colazione. L’Africa, nonostante si stia adeguando, è sempre molto economica.
terzo giorno ugandese
Sveglia presto all’alba, oggi è previsto il primo dei treck importanti di questa avventura: lo Chimpanzee tracking, nella Budongo Forest, per andare a visitare questi fantastici primati assai schivi. Una breve e divertente passeggiata, in alcuni tratti lasciando il sentiero e avanzando chini sotto rami e ragnatele, ci porta ad osservare una numerosa famiglia di scimpanzè. Urla, richiami e foglioline che cadono dall’alto come pioggia, ci fanno stare con il naso all’insù, purtroppo la timidezza di questi animali non li fa avvicinare e li guardiamo in alto fra i rami, ma l’emozione è stata ugualmente tantissima. Il pomeriggio, sotto un cocente sole equatoriale, facciamo un’altra passeggiata per raggiungere le belle Murchison falls, create dal Nilo Vittoria. La sera tiriamo fuori le nostre tende nel Red Chili Camp. Dal sole si passa alla pioggia. La notte al camp porta acqua e rane di varie dimensioni e il problema in queste terre sono le strade che si trasformano in fiumi. La mattina game cruiser sul Nilo Vittoria, molto emozionante. La mattina è prevtisto un game drive al parco Murschison, purtroppo salta e per fortuna non salta anche il nostro Torpedone, che si è impantanato nell’argilla bagnata. Recuperato il mezzo con azzardate e ripetute manovre, abbiamo dovuto sostituire il giro previsto con un game cruiser sul Nilo Vittoria, che lo ha rimpiazzato egregiamente. Tanti ippopotami, coccodrilli, martin pescatore, bufali, oche egiziane, bellissime aquile pescatrici a distanze ravvicinate. Spettacolo fantastico, l’acqua si conferma come al solito essere la principale fonte di “vita”. Un lungo trasferimento ci porta alla cittadina di Hoima, dove in mezzo agli abitanti come mosche bianche ci prendiamo una rinfrescante birra alla salute dell’Africa.
Quarto giorno
Il quarto giorno ripartiamo da Hoima in direzione Fort Portal. Il trasferimento è abbastanza lungo, ma la cosa fantastica di ogni viaggio è che i lunghi spostamenti si trasformano in emozionanti immagini da vedere e ricordare. Ci fermiamo nella località di Bunyaruguru, ai Crater Lakes, l’accogliente lodge si chiama Vck e a darci il benvenuto ci sono delle simpatiche scimmiette che si avvicinano senza troppi timori. Il nostro alloggio è in bella posizione panoramica davanti ai laghi e la zona si presta per un trekking in giornata, che ci porta su un punto panoramico, dove è possibile ammirare tutti i Crater Lakes dall’alto. Sulla strada del ritorno bambini dai generosi sorrisi ci inseguono divertiti, regaliamo loro delle semplici penne, che accettano come uno dei più preziosi doni mai ricevuti. La sera a cena, dopo aver capito che il menù ugandese sarà più o meno lo stesso per tutto il viaggio, ci rilassiamo davanti ad un fuoco acceso per noi, guardando un cielo pieno di stelle luminose.
destinazione Queen Elizabeth
Sveglia presto per affrontare un nuovo giorno. Con una piccola deviazione e costeggiando il Semliki National Park, siamo arrivati fino ad ‘Ntoroko, un remoto villaggio di pescatori lontano da tutto e da tutti, dove essiccano pesce su tavole ricavate dal canniccio e vivono del poco che ricavano dalla terra. Lasciamo ai bambini matite colorate e loro ci donano preziosi sorrisi e grida di felicità; questo è il loro saluto mentre noi ripartiamo per raggiungere in serata la caotica e “moderna” cittadina di Fort Portal. Approfittiamo della civiltà per fare un giro nelle strade, acquistiamo e spediamo le vecchie e amate cartoline, immancabili ad ogni viaggio, e ci rinfreschiamo con del buonissimo passion fruit. A Fort Portal dormiamo solo una notte e ripartiamo, dopo una visita al giardino botanico, con destinazione Queen Elizabeth, il principale parco nazionale di tutta l’Uganda. Montiamo le tende al Simba camp e siamo già pronti per il primo game drive dove avvistiamo moltissimi kob, bushBuck, un leone maschio, facoceri, branchi di bufali e moltissimi pennuti. In questo viaggio ci mancano i tramonti, non siamo ancora riusciti a vederne uno, la sera si addensano molte nuvole all’orizzonte, ma confidiamo nell’alba, visto le nostre sveglie mattutine. Trascorriamo così l’ultimo giorno del 2010, metà viaggio, metà al rientro, quattro giorni ai gorilla di montagna, ci siamo quasi. Andiamo nelle nostre tende, il cielo è minaccioso, ma fa parte della nostra bella avventura. Buon Anno a chi festeggia! L’anno nuovo per noi inizia bene, il nostro game drive ci regala un bel branco di elefanti, femmine e cuccioli, baciati da una bellissima luce mattutina. Siamo scesi dal torpedone per poterli ammirare e fotografare meglio, quando una bellissima e solitaria iena è apparsa dalla savana, fino ad attraversare il sentiero carrabile a pochi metri da noi, lasciandoci per un attimo con il fiato sospeso. Tornati al camp abbiamo smontato le tende appena in tempo, prima dell’arrivo di una incredibile pioggia tropicale. Ma così come è arrivata, lascia il posto al sole e al cielo azzurro, lasciando nell’aria un piacevole profumo di terra bagnata.
re della Savana
La giornata è appena iniziata e caricati i nostri bagagli, puntiamo al Mweya camp, deviando per far visita al Katwe Salt Lake. L’avventura prosegue navigando il kazinga channel, che collega in maniera naturale il lago Edward al lago George. Avvistiamo una quantità di avifauna incredibile, un bellissimo leopardo troppo distante anche per le foto ricordo e gli immancabili ippopotami e bufali. Riposte le tende e fatta colazione dal settore Mwiya ci trasferiamo al settore Isasha, noto per i suoi climbing lions. Dopo un poco entusiasmante walk drive lungo un fiume che delimita i confini con il Congo, partiamo finalmente, a bordo del torpedone, alla ricerca dei leoni sdraiati sulle piante di Ficus. Trascorsa più di un‘ora con scarsi avvistamenti, un po’ amareggiati, ormai sulla via del ritorno, ecco che, su un enorme albero al limite della strada, fanno la loro entrata in scena due leonesse adulte, che riposano indisturbate. Sono bellissime baciate dai raggi del sole tinti dei colori del tramonto. Una di loro ci riserva un piccolo show scendendo dall’albero e puntando alcune antilopi nel mezzo della vegetazione e per una buona mezz’ora abbiamo sperato in una battuta di caccia da parte del felino. Invece pigramente ha abbandonato la preda ed è risalita sull’albero. Soddisfatti degli scatti fatti ripartiamo per il rientro quando, in lontananza vediamo un grosso maschio su di un ramo e distratti da questo per poco non notavamo che dalla parte opposta c’era un altro esemplare adulto a pochissimi metri dai nostri finestrini. La giornata non si poteva concludere in maniera migliore. Il re della Savana regala sempre grandi emozioni ed osservarlo in un ambiente particolare lo rende ancora più affascinante.
I GORILLA DI MONTAGNA
Dopo l’enorme soddisfazione della giornata di ieri ci trasferiamo a Kisoro, nostro punto di partenza per la visita in ai gorilla di montagna nel Congo. Otto ore di sterrato sul Torpedone con la sola sosta nella cittadina di Kigale per il pranzo, ci hanno regalato paesaggi mozzafiato ed anche un bel po’ di stachezza e arrivati a destinazione ci concediamo qualche ora di relax. Il “Gorilla-Day” è arrivato, l’indomani realizzerò il sogno di vedere queste splendide creature con i miei occhi. La sveglia è prima dell’alba e il nostro Godfree ci accompagna fino ai confini ugandesi, dove otterremo il timbro in entrata della Repubblica Democratica del Congo, al costo di 50$ e presentando la vaccinazione per la febbre gialla. Pochi metri dopo il confine ad aspettarci un mezzo militare, un MAN, che ci scorterà, insieme ad alcuni rangers armati, ai piedi del Parco Virunga, dove partiremo per il trekking, che ci porterà alla famiglia che ci è stata assegnata. Il costo della visita è di 450 $ a persona. Un piccolo briefing ci spiega come comportarci in presenza dei primati e prima di iniziare il percorso per raggiungere la nostra famiglia firmiamo un registro visitatori, dove mi rendo conto che le presenze sono assai rare e a molta distanza di giorni l’una dall’altra; il Congo fa ancora così paura? Probabilmente si. Scopro che la famiglia che raggiungeremo si chiama Lulengo ed è composta da soli sei membri: il silver back di 26 anni, due cuccioli e tre femmine. Iniziamo a camminare in mezzo alla fitta vegetazione, dove a farci strada, oltre al capo ranger, Mr John, anche due militari ed un quarto membro addetto ad aprirci il percorso con un gigante macete. Ci informano che dovremmo impiegare circa un’ora per raggiungerli, ma arrivata e superata l’ora dei gorilla solo delle tracce e il luogo dove hanno trascorso la notte precedente. Il terreno non è facile, sulla via che seguiamo saltiamo tronchi spezzati e buche enormi e solo dopo altri 45 minuti il ranger ci fa segno di fermarci, abbiamo trovato la Lulengo family! Chiudo gli occhi guardando il verde della foresta e li riapro guardando un gorilla per la prima volta. E’ indescrivibile quello che provo, l’emozione è potente e trattengo il respiro mentre gli occhi si riempiono di lacrime. Li vedo lì a pochi metri, li sento muovere mentre emettono i loro rassicuranti grugniti. Un cucciolo sta mangiando foglie in mezzo ad un verde intenso, mentre un altro gioca cercando di attirare la nostra attenzione e si avvicina moltissimo. Poco distante il gigante silver back, sicuro che noi non siamo la sua minaccia, riposa nascosto nell’ombra. Improvvisamente un altro silver back, molto più giovane fa la sua comparsa davanti a noi spiazzando anche Mr John, ma così come è arrivato, torna sui suoi passi e sparisce nella fitta foresta. La nostra ora a disposizione passa troppo velocemente, le foto scattate non si contano, ma per quanto potranno essere belle, non riusciranno mai a trasmettere l’emozione che questi incredibili primati mi hanno regalato. E’ ora di lasciarli, l’incontro è terminato e ripercorriamo a ritroso il percorso dell’andata più ricchi di questa esperienza unica.
A Kampala
Qua il racconto rallenta, come è rallentato il viaggio, mancano pochi giorni al rientro in Italia, per me vedere i gorilla è stato un momento magico, dopo il quale i miei occhi guardavano stanchi l’Uganda. Da Kisoro ripartiamo e senza fare troppa strada visitiamo le isolette sul lake Bunyony e lasciamo matite e quaderni ai bambini felici e curiosi del nostro passaggio. Passiamo qua la notte. E’ il giorno della festa dell’Epifania e ci trasferiamo a Mburo National Park dove organizziamo una piccola escursione in barca avvistando qualche animale e molte aquile pescatrici. Ci concediamo anche una simpatica alternativa, facendo una bella passeggiata a cavallo in mezzo al parco. Ci prepariamo ad affrontare la nostra ultima notte nella caotica metropoli Ugandese, Kampala, che ci riporta al caos della città. Acquistiamo i nostri ricordi fatti di maschere tribali ed altri oggetti tipici africani. Prima di raggiungere l’aereoporto visitiamo anche le famose sorgenti del Nilo Bianco, nella località di Jinja. Raggiungiamo in barca la polluzione generata da sotto il lago Vittoria, da cui scaturisce il più lungo fiume del Mondo, primato conteso con il Rio della Amazzoni, che attraversando numerose nazioni africane e unendosi al Nilo Azzurro, conclude la sua corsa nel Mar Mediterraneo. Partiamo in nottata, siamo pronti al rientro in Italia. Non voglio ridurre il viaggio in Uganda solo alla visita dei Gorilla di Montagna. La perla dell’Africa è fatta di bellissime persone, ricca di acqua, di verdi campi e piena di animali selvaggi, ma i gorilla sono quello che volevo vedere e incontrare. Un incontro fatto in un paese, la Repubblica Democratica del Congo, che insieme all’Uganda sono conosciuti più per le sue guerre civili e genocidi, che per la loro natura e bellezza. Soprattutto il Congo un Paese che cerca di rialzarsi, che cerca di essere pronto per accettare nuovi viaggiatori, che ha reso lo scopo di questo viaggio ancora più ricco di significato. I gorilla sono fieri, sono liberi, bellissimi e non meno umani di me o di te che stai leggendo. Vi ringrazio per esistere e spero che il vostro regno vi protegga dall’umana cattiveria che punta il fucile contro di voi. Siete unici e rari e ci rivedremo presto.