I gioielli dello Ionio: Paxos e Antipaxos

Immersione totale nelle acque caraibiche di Paxos e Antipaxos, le due isole ionie meno conosciute
Scritto da: micheledemo
Partenza il: 17/06/2015
Ritorno il: 28/06/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Scegliere Paxos come meta di vacanze estive era nell’aria da parecchio tempo. La volta buona è finalmente arrivata quest’anno, mentre curiosando tra i prezzi dei voli scopro che l’atterraggio su Corfù è il più economico che Easyjet offre su suolo greco in giugno (meno di 80 euro a testa a/r).

17/06/15

Una volta usciti dall’aeroporto prendiamo un taxi e ci facciamo portare all’Hotel Atlantis (Xenofontos Stratigou, 48 – tel.0030 2661035560), prenotato tramite booking dall’Italia.

È l’hotel più strategico se si ha intenzione di imbarcarsi il giorno dopo per Paxos: è a 20 metri dal porto (basta attraversare la strada) e non è molto distante dalla città vecchia di Corfù…circa 10 minuti a piedi.

Proprio accanto all’hotel ci sono le agenzie di viaggio dove comprare i biglietti per i vari traghetti o le escursioni giornaliere per le isole vicine.

Noi acquistiamo i biglietti per Paxos: 24 euro a testa, la nave sarà la Ilida Dolphin, una specie di siluro che in meno di un’ora coprirà le 7 miglia nautiche che la separano da Corfù.

Proprio in virtù della vicinanza dell’hotel al centro storico di Kerkira, che ricordiamolo è patrimonio Unesco (nonchè il centro storico tra i più belli di Grecia), molliamo i bagagli in stanza, recuperiamo la fotocamera e usciamo in un batter di ciglia.

La bellezza decadente dei palazzi corfioti ci rapisce subito. L’atmosfera elegante di un’antica borghesia commerciale e marinara veneziana è ancora tangibile: l’architettura ci ricorda molto quella di Chanià, bellissima cittadina Cretese, accomunata a Kerkira dalla stessa dominazione dei veneti, che in queste isole sviluppavano centri di smistamento e rappresentanza per i loro traffici commerciali nel Mediterraneo.

Kerkira, però, a differenza di quasi tutte le altre isole con un passato culturale importante, non ha subìto la dominazione turca. Non troverete a Corfù resti di minareti o moschee, ma invece, molta somiglianza con la nostra Italia. E non solo negli edifici, ma anche tra la gente: ad esempio quasi tutti parlano italiano.

Non furono solo i veneziani a lasciare impronte indelebili sul suolo di Corfù, ma anche i Britannici, per circa 50 anni durante la prima metà del XIX secolo furono “padroni” dell’isola, prima della sua annessione alla Grecia. L’eredità più evidente è lo sport: diffusissimo a Corfù è infatti il cricket.

Girovaghiamo senza meta per i vicoli, con il naso all’insù e la bocca aperta, per le tante meraviglie nascoste, piccole e grandi, che popolano queste vecchie strade lastricate. I nobili palazzi scrostati dal tempo e dalla salsedine sono dappertutto e regalano un tocco di romanticismo. Le piazzette e i balconi fioriti colorano le vie. Le tantissime rondini (erano anni che non ne vedevo così tante) riempiono il silenzio dei vicoli e le botteghe artigiane e di souvenirs popolano ogni passaggio.

Ci soffermiamo ed entriamo in tutte le chiese ortodosse che incontriamo, con quegli interni così decisamente diversi da quelli delle chiese cattoliche, ma con le facciate e campanili moto simili.

Tra tutte, la più famosa, imponente e importante è quella di San Spiridone (patrono dell’isola), meta di pellegrinaggio di molti fedeli ortodossi provenienti anche da Russia e Ucraina. La chiesa conserva le spoglie del santo martire cipriota. Notevole il campanile.

Ma il pezzo forte di Corfù città è la Spianada, il cuore della vita cittadina, il luogo dedito allo struscio, all’aperitivo… insomma il palcoscenico della vita quotidiana isolana, dove guardare ed essere guardati, magari sorseggiando un drink seduti in un caffè sotto gli eleganti portici, chiamati liston (ovvia reminiscenza veneziana). Furono infatti i veneziani a realizzarla nel XVII secolo. Oggi viene usata per tutte le ricorrenze e le feste cittadine. C’è anche una fontana che sta a simboleggiare l’annessione di Corfù alla Grecia.

I palazzi, eleganti, che affacciano sulla Spianada, sono tuttora abitati.

Torniamo in albergo per una doccia che lava via le fatiche del viaggio e il caldo del pomeriggio di vagabondaggio; ci agghindiamo e usciamo per una romantica cenetta al Liston. Il ristorante che scegliamo è l’Aegli.

I prezzi qui sono decisamente più alti della media, ma il servizio e i piatti sono impeccabili.

Torniamo in albergo, domani la sveglia suona presto perchè il traghetto è alle 06,30.

18/06/15

Solita levataccia, ma la ricompensa sarà dolce: Paxos la sogniamo da anni e finalmente potremo percorrere i suoi sentieri e godere della sua pace e delle sue meraviglie naturali.

Il traghetto è veloce e il dolce dondolio concilia il sonno. Ci risvegliamo praticamente al minuscolo porto di Gaios, il capoluogo dell’isola, forte dei suoi 1000 abitanti stabili.

L’abitato si raggiunge brevemente a piedi, procedendo verso la sinistra, avendo la banchina d’approdo alle spalle. Sono circa 800 metri, tutti in riva al mare, lungo una banchina che ospita numerosissime imbarcazioni di ogni tipo.

A Paxos molti stranieri (in stragrande maggioranza Italiani) ormeggiano la barca durante tutto l’anno e la raggiungono d’estate. I prezzi di mantenimento qui sono più bassi che nei Paesi d’appartenenza, e poi volete mettere la bellezza di questo arcipelago?

Il turismo a Paxos si è quindi adeguato agli standard che un turismo di questo livello richiede.

Pur essendo un’isola piccola è parecchio cosmopolita; l’italiano è quasi la lingua ufficiale, oltre alle taverne tradizionali si trovano locali con cucina internazionale, gli standard qualitativi delle strutture alberghiere sono decisamente superiori e i prezzi… i prezzi sono i più alti che io abbia visto in Grecia, ovunque e per qualunque cosa.

Entriamo nell’abitato di Gaios che è ancora mattino presto e il paese è piacevolmente addormentato: poca gente in giro e tutti i negozi chiusi. Entriamo nell’unico bar aperto che scorgiamo e facciamo una scoperta divertente: il gestore, Bartolo, è mio conterraneo. Nascerà subito un’intesa con lui e con la simpaticissima cameriera spagnola: torneremo quasi tutte le mattine a far colazione qui.

Bartolo, gentilmente, ci custodisce le valigie mentre andiamo alla ricerca di uno scooter a noleggio. Lo troviamo da Fougaros, proprio nella piazza principale del paese (15 euro al giorno per 10 giorni – Kymco Agility 150cc).

Recuperiamo i bagagli e sfidando le leggi della fisica, dell’aerodinamica e del codice stradale internazionale le carichiamo sullo scooter e cominciamo la drammatica ricerca della sistemazione: lo Studio Tasos, prenotato dall’Italia.

Come al mio solito ho ricercato una sistemazione economica, davvero rara sull’isola…e il risultato è che non la conosceva nessuno… per fortuna incontriamo una pattuglia di polizia, che per nulla turbata dal nostro equipaggiamento precario, si offre di accompagnarci.

I poliziotti corrono veloci per strada e noi, col nostro probo motorino cerchiamo di stargli dietro, ma ad ogni bivio li perdo di vista…fortunatamente capiscono il nostro disagio e ci aspettano più di una volta… gentilissimi!

Una volta arrivati allo studios ci rendiamo conto che senza di loro non lo avremmo mai trovato…a dir la verità ci saremo passati davanti mille volte, ma se non c’è scritto nulla all’imbocco del sentiero sterrato è difficile indovinare… poi il titolare non rispondeva al telefono…vabbè, cmq ci siamo.

Il posto è carino, immerso nel verde e con un’ottima vista mare, ma per arrivarci è indispensabile un mezzo.

Posiamo i bagagli, indossiamo il costume e cerchiamo una prima spiaggia per celebrare l’arrivo in questa agognata isola.

Scegliamo la bellissima e praticamente deserta Kaki Lagada, un paio di chilometri a nord dal nostro appartamento. È facilmente raggiungibile e ben segnalata e si può parcheggiare il motorino a pochi metri dalla spiaggia, sotto gli alberi che arrivano quasi al mare.

È una piccola insenatura, a mezza luna, di ciottoli bianchi e levigati che escono dalla boscaglia e conferiscono alla spiaggia un candore eccezionale. L’acqua è ovviamente limpida, fredda e tinta di mille varianti di blu. Godiamo del fresco e del silenzio di Kaki Lagada per un paio d’ore e poi andiamo a fare un giro a Gaios.

Gironzoliamo per i vicoli del paesino, pieni di botteghe colorate e di gattini. La sera ci sorprende un’aria decisamente frizzante, che non ci aspettavamo e in motorino patiamo decisamente il freddo mentre percorriamo le strade dell’isola immerse nell’ombra delle fronde degli ulivi.

Paxos, nonostante la sua esigua dimensione (29km quadrati), conta 200.000 piante di ulivi, preziosa eredità del suo passato veneziano. Furono proprio i veneti che nel XVIII secolo avviarono queste coltivazioni, per dare un’attività economica ai “coloni” della Serenissima che si erano stabiliti sull’isola e fornivano così, alla loro città lontana, ottimo olio d’oliva.

Raggiungiamo il bar Erimitis (www.erimitis.com), in località Boikatika, sul versante ovest dell’isola: una location elegante con una buona scelta tra vini e cucina greca rivisitata in chiave internazionale.

Questo bar è uno dei must di una vacanza a Paxos: gode di una vista straordinaria sulle alte falesie a picco sullo Ionio. Il tramonto visto da qui è uno spettacolo emozionante.

19/06/15

La giornata comincia presto, con la colazione da Bartolo e poi una “corsa” in motorino fino alla spiaggia di Monodendri.

Prima, però, acquistiamo il pranzo al sacco per la giornata da “Sakoulitsa – pastry shop“, nel vicolo che sale dalla piazza principale di Gaios. Noi lo consigliamo per la bontà di ogni prodotto che sforna e per la simpatia della proprietaria, diventata nostra amica e che mi ha rimpinzato di cose buone da assaggiare 🙂

Monodendri è una bella spiaggia attrezzata con due lidi eleganti. Grandi alberi ombrosi a ridosso della battigia, ciottoli bianchi e mare azzurro che di più non si può.

Come da nostra tradizione, arriviamo prestissimo e ci godiamo un bel po’ di isolamento; restiamo qui fino al pomeriggio, l’affollamento è trascurabile. Per usufruire dei lettini e degli ombrelloni è sufficiente ordinare qualcosa al bar.

Al pomeriggio cambiamo spiaggia e scegliamo Moggonissi, ma la sconsigliamo. È decantata come l’unica spiaggia di sabbia dell’isola, con di fronte la piccola isola omonima, per cui imperdibile…ma l’acqua è stagnante e sporca. Decisamente da evitare.

La sera cena a Gaios da Piazza Massa: ottimo cibo e bell’atmosfera rustica e romantica.

Onnipresenti i mille gattini con cui dividiamo ogni santo pasto della vacanza.

20/06/15

Ci ritagliamo delle abitudini su questa piccola isola a misura d’uomo, dove dopo un po’ ci si conosce tutti: in giro per il paese ci sorprendiamo a salutare commessi, camerieri e commercianti.

Consumiamo la nostra colazione da Bartolo, scambiando con lui e la cameriera qualche parola e poi andiamo a prendere il pranzo al sacco da Sakoulitsa (tyropita e tanto altro).

Oggi scegliamo la spiaggia di Kipiadi, sempre nella zona delle altre già visitate sul versante est.

La spiaggia è ampia, di candidi ciottoli e acqua cristallina ed è poco frequentata, dato che per raggiungerla c’è un po’ di strada da percorrere a piedi.

Arriviamo presto, ma non riusciamo a rimanervi troppo a lungo per via del gran caldo e della mancanza assoluta di ombra…prima di mezzogiorno siamo già di nuovo in sella e ci dirigiamo verso Kloni Gouli, una spiaggetta davvero deliziosa e attrezzata con un lido molto discreto.

Affittiamo un ombrellone e due lettini per 5 euro, evitando così un’insolazione.

Siamo a un tiro di schioppo dal nostro appartamento.

Kloni Gouli, in realtà, è formata da due spiaggette, due piccole insenature molto vicine tra loro, di cui una attrezzata e una libera. Le prossime volte sceglieremo sempre quella libera.

Nel pomeriggio scendiamo a Gaios per una macedonia al bar e per prenotare la barca a nolo per il 23. Un po’ dovunque troverete agenzie che affittano barche. Noi ci siamo affidati a Kavada Meliza, dato che tutte le barche che mette a disposizione sono nuove di zecca. Il prezzo del noleggio è di 70 euro per tutta la giornata, più il gasolio.

La sera bissiamo l’aperitivo da Erimitis; qui visitiamo anche la chiesetta -con cimitero- abbandonata dei Santi Apostoli… un posto che sembra uscito da un romanzo e per la cena torniamo a Gaios.

21/06/15

Stamattina presto piove… ma appena smette il sole fa capolino. Non aspettiamo un momento di più e ci fiondiamo in strada per andare a far colazione. Come destinazione balneare di oggi scegliamo la spiaggia libera di Kloni Gouli, ma ci rimaniamo poco, dato che il cielo torna nuvoloso e fa freddo. Torniamo a Gaios per pranzare con un’ottima pita gyros dal pitarolo della piazzetta principale (George’s Corner).

Il cielo torna sereno e decidiamo di spingerci fino all’estremo nord dell’isola, per scoprire la famosa spiaggia di Plani.

Lo sterrato da percorrere prima di arrivare alla spiaggia è abbastanza impegnativo da fare in scooter e ad essere sinceri non vale la pena di affrontarlo. La balneabilità della spiaggia è resa difficoltosa dalle tante rocce scivolosissime adagiate sul fondale; sole a picco e niente ombra.

Ritorniamo su, facendo prima una veloce visita al faro soprastante…ma il faro è chiuso alle visite, dato che è zona militare.

Ci mettiamo in sella alla ricerca di altre spiagge nei dintorni segnalate sulla mappa, ma la mancanza di segnaletica in questi sentieri di campagna ha la meglio e ci rassegniamo a tornarcene a Kloni Gouli, dove però rimaniamo ben poco dato il freddo e il vento che comincia ad alzarsi.

Torniamo in camera per riposarci un po’ e la sera proviamo ad andare a Loggos, che a dire la verità non ci piace affatto.

Il freddo in motorino è talmente pungente stasera, che siamo costretti a comprarci degli indumenti un po’ più pesanti per tornare indietro. Mai ci era capitato di patire il freddo in Grecia, per questo siamo partiti solo con pantaloncini e magliette.

22/06/15

Oggi la colazione la consumiamo direttamente da Sakoulitsa e di lì all’imbarco per Antipaxos il passo è breve. La prima corsa è alle 10,00 (e ce ne sono altre alle 10.15 e alle 11,00) e il prezzo del biglietto è di 10€ a testa a/r. Il ritorno è alle 14,30 o alle 17,00.

La traversata dura circa 20 minuti, e solitamente il tratto di mare è abbastanza mosso… dunque ci si diverte… o si muore di paura…dipende dallo stato d’animo, ma quando si arriva ad Antipaxos si rimane abbagliati dalla bellezza del luogo e dai colori surreali dell’acqua.

La prima fermata è davanti alla spiaggia di Vrika e vi assicuro che lo spettacolo vi lascerà a bocca aperta: la barca sembra volare nel cielo più celeste che abbiate mai visto.

La spiaggia è ampia, di sabbia bianca, con due lidi e taverne annesse, ma c’è spazio anche per chi vuole semplicemente stendere un asciugamano sulla battigia.

Per ora ci fermiamo qui e scegliamo un ombrellone; ordiniamo un caffè frappè e ci immergiamo in questo blu indimenticabile.

Ma tant’è…sapevo che Vrika non è l’unica bella spiaggia dell’isola e rimango tutto il tempo a pensare che voglio vedere anche altro…dopo un po’ noto un sentiero in salita che si perde nella vegetazione (dando le spalle al mare lo trovate all’estrema sinistra della spiaggia).

Non ci pensiamo due volte e raccattiamo la nostra roba. La salita è dura, ma breve e troviamo già un bivio. Prendiamo la strada che porta al mare in discesa e ci ritroviamo nella bellissima, piccola e deserta spiaggia di MesaVrika. La spiaggia è deserta perchè o la si raggiunge a piedi o in barca e non è attrezzata…purtroppo le barche in rada sono tante e non si avrà mai la sensazione di isolamento e abbandono che ci si può aspettare da un luogo come questo. Per cui risaliamo il sentiero e continuiamo la salita che promette chissà quali altre meraviglie. La strada è faticosa, lunghetta, fa un caldo micidiale e non ci sono indicazioni…ma fino alla prossima spiaggia (che sarà Voutoumi) non ci sono bivi, quindi non c’è il rischio di perdersi. Inutile dire che in questo tratto di strada non c’è anima viva. Il silenzio è totale, anzi, sarete avvolti dallo stridere delle cicale e dal ronzio degli insetti. È magnifico.

Antipaxos conta un centinaio di abitanti stabili, quasi tutti dediti alla coltivazione della vite, che dà un vino pregiato, ricercato e ovviamente rarissimo. Se siete disposti a sborsare una bella cifra per un’eccellente bottiglia di questo vino, sappiate che le 3 taverne dell’isola sono tra i pochi posti al mondo dove lo troverete.

Arriviamo a Voutoumi ed è amore a prima vista. Sembra impossibile, ma i colori sono ancora più strabilianti di quelli di Vrika. Al fascino selvaggio contribuisce il fatto che non ci sono lidi veri e propri. C’è solo una fila di ombrelloni e le taverne sono molto defilate: una rientrata nella boscaglia e l’altra sull’altura a lato con una vista meravigliosa sulla spiaggia.

Affittiamo lettini e ombrellone per 10 euro. Il sole picchia e non abbiamo voglia di scottature che possono rovinare la vacanza. La giornata trascorre tra tanti bagni in quest’acqua meravigliosa, dove nuotano anche tanti pescetti colorati e un po’ di relax sui lettini.

I rientri a Paxos sono previsti alle 14,30 e alle 17,00 – ovviamente optiamo per le 17,00.

Traversata “movimentata” e poi ci catapultiamo sul letto per riposarci.

Usciamo di casa solo perchè lo stomaco brontola: ceniamo da Vasilis, dato che si mangia bene e la musica tradizionale che vien fuori dalle casse ci delizia.

23/06/15

Oggi è il gran giorno, bramavo da anni di poter noleggiare una barchetta e navigare tranquillo per queste acque, ma il sogno diventerà un incubo…ma andiamo per gradi.

Ci presentiamo dall’agenzia all’orario convenuto e il tipo mi dà le istruzioni basilari per poter pilotare l’imbarcazione, qualche consiglio per una navigazione sicura e con una stretta di mano (e secondo me una preghiera a denti stretti da parte del tizio) leviamo àncora e ormeggi e partiamo.

Il mare è una tavola qui nel fiordo di Gaios e lo percorriamo a bassissima velocità, costeggiando da vicino l’isoletta di Aghios Nikolaos e ammirando gli uccelli marini posati sulle sue rive.

Siamo felici e spavaldi…decidiamo di circumnavigare l’intera Paxos e cominciamo la risalita della costa est, quella che affaccia sull’Epiro insomma.

Come bambini non facciamo altro che esclamare ad ogni pesce che ci nuota vicino, ad ogni grotta nascosta tra gli scogli, ad ogni caletta inaccessibile, alla limpidezza del mare… Superiamo le spiagge a noi note, superiamo Loggos, le rinomate spiagge di Glyfada, Monodendri, Lakos, Orkos e arriviamo a Lakka… qui le acque cominciano ad agitarsi un po’…

Una volta superato il faro di Plani le cose si complicano… questo versante di Paxos dà verso lo Ionio aperto: le onde si fanno sentire e il mal di mare comincia a tormentarci le budella.

In un paio di momenti veniamo sfiorati dai barconi delle gite provenienti da Corfù o da Lakka, che creano onde molto forti che quasi ci fanno ribaltare…ci spaventiamo anche un bel po’…inutile dire che la navigazione da qui a Gaios non è più stata piacevole. Non siamo affatto marinai…

Non pensiamo più a goderci la barca e gli straordinari scenari dei faraglioni ci sfilano davanti senza essere degnati di uno sguardo, pensiamo solo ad arrivare a Gaios per mettere i piedi in terra e non ci interessa aver pagato la barca per tutta la giornata, usufruendone solo tre ore e mezza.

L’esperienza ci ha insegnato che il metodo più efficace per contrastare il mal di mare è mangiare: quindi andiamo alla grill house in piazza e ci rimpinziamo di pita gyros.

Rientriamo in casa per riposarci un po’ e poi terminiamo il pomeriggio in spiaggia a Kloni Gouli.

24/06/15

Oggi lasciamo lo studio Tasos, che non ci ha soddisfatti affatto e prendiamo possesso di un monolocale presso gli Harry’s Studios, a due passi dalla piazza centrale di Gaios, ma prima, colazione sontuosa da Sakoulitsa.

La nostra nuova sistemazione è decisamente migliore, e ovviamente più cara, rispetto a quella vecchia, ma va bene così, vale ogni centesimo.

Lasciamo i bagagli e corriamo a prendere il battello delle 10,15 per Antipaxos: l’imbarco è davvero vicino.

La spiaggia di Voutoumi ci accoglie con i suoi colori sfacciatamente belli, pranziamo nella taverna alle spalle della spiaggia e rimaniamo a coccolarci fino alle 17.00, l’ora dell’ultimo rientro.

Stasera ceniamo da Taka Taka, rinomato ristorante dell’isola, con un’ambiente molto elegante e piatti deliziosi. Un po’ caro, soprattutto il pesce, ma vale la pena. Sulla strada verso casa incontriamo due cuccioli di gatto: diventeranno un incontro fisso…li sfameremo e li coccoleremo tutte le volte che passeremo di qui da adesso in poi.

25/06/15

Una volta scoperta la bellezza di Antipaxos è difficile separarsene. Anche oggi torneremo a Voutoumi.

La novità della giornata sarà l’incontro con due ragazzi speciali e simpaticissimi: Giovanni e Donatella, con i quali troviamo subito un grande intesa, tanto da passare insieme tutto il resto dell vacanza, che purtroppo è agli sgoccioli, sia per noi che per loro.

Con i nostri nuovi amici passiamo del tempo chiacchierando del più e del meno, ma anche affrontando discorsi impegnati, tanto impegnati che alla fine ci viene un grande appetito.

Appetito che soddisferemo andando a pranzare alla taverna Bellavista, in cima all’altura che chiude il lato destro dell’insenatura: mai un nome per un ristorante fu più azzeccato…

Mangiamo bene e in maniera più che abbondante, senza spendere poi una fucilata.

Affrontiamo la lunga scalinata e torniamo in spiaggia per qualche altra ora di pacchia balneare.

Il mare, oggi pomeriggio, si agita un bel po’, proprio verso l’orario di rientro delle 17.00.

La traversata resta uno dei ricordi più divertenti della vacanza, con noi quattro sotto gli asciugamani e le stuoiette per ripararci dagli schizzi di acqua fredda e dal vento, ben aggrappati ai sedili, per non volare giù dal sedile.

Per festeggiare lo scampato pericolo di morte e per mischiarci alle abitudini locali, decidiamo di brindare con un bicchiere di ouzo in una ouzeria tradizionale, parlando di politica internazionale…

Ci diamo appuntamento per la sera e decidiamo di andare ad assistere al tramonto da Erimitis, ma ci va male, perchè il locale era chiuso al pubblico per via di un matrimonio. Torniamo a Gaios, ma Aurora non sta bene e noi rientriamo in casa prima.

Con Giovanni e Donatella ci diamo appuntamento all’indomani mattina per tornare a Voutoumi.

26/06/15

La mattinata comincia con la solita e deliziosa colazione da Sakoulitsa. Giovanni e Donatella ci raggiungono al molo e ci imbarchiamo sul primo battello per Antipaxos.

Mille e mille bagni e immersioni con la maschera: oggi saluteremo questo angolo di paradiso terrestre e la nostalgia è pesante, almeno per me.

Un pasto parco, a base di insalata greca, nella taverna alle spalle della spiaggia e poi alle 17.00 il battello viene a strapparci da questa spiaggia, che io ho eletto a mia spiaggia preferita nel mondo…almeno per ora.

Con i nostri amici ci si rivede alle 20.30 e si va decisi verso Erimitis. In macchina, elucubrazioni musico/mentali sulle note impegnate di Ivan Graziani, Francesco Guccini e altri.

Da Erimitis brindiamo con vino bianco frizzante al nostro incontro e al tramonto più bello mai visto. Ammetto di essermi segretamente commosso quando ho visto le nostre facce tingersi del rosso del sole.

“Uno spettacolo quotidiano che non avevo mai degnato della giusta attenzione per 30 anni…che spreco di tempo…ma per fortuna oggi mi sono rifatto alla grande…guarda e accumula questa luce nella memoria più che puoi, così da tirarla fuori nei momenti bui…” questi erano alcuni dei pensieri che mi passavano per la testa.

Gasati da questa esplosione di luce e di mare, risaliamo in macchina alla volta di Gaios, sparandoci ad alto volume qualche brano dei Litfiba.

Ci accomodiamo ai tavoli di una grill house senza troppe pretese, economica e ruspante.

Parliamo, ci scambiamo gli indirizzi e ci salutiamo.

Grazie ragazzi, siamo stati bene con voi…magari ci si ritrova in qualche altro paradiso ellenico, che ne dite?

27/06/15

Stamattina, con un gran peso sul cuore, ci chiudiamo alle spalle la porta del nostro monolacale e passiamo a far colazione da Bartolo, per salutarlo.

Alle 10 abbiamo il traghetto veloce per Corfù. Salutiamo Paxos e saliamo a bordo.

Al porto di Corfù fermiamo al volo un taxi e ci facciamo accompagnare all’hotel Bretagne, proprio di fronte all’aeroporto, che domani raggiungeremo a piedi in 5 minuti.

Proprio di fianco all’hotel noto un rent a car (Olympus rent a car): non ci pensiamo due volte…facciamo il check-in in albergo, lasciamo i bagagli portandoci via solo il costume e andiamo dritti a noleggiare un’auto, per spremere fino all’ultima goccia questa vacanza.

L’intenzione è quella di andare a scoprire Paleokastritsa, la spiaggia più rinomata dell’isola.

Indubbiamente è bella, ma a nostro avviso è stata totalmete devastata dall’invasione del turismo: troppa cementificazione, troppi ombrelloni e bar sulla spiaggia…troppi pedalò, troppe moto d’acqua…rimaniamo davvero delusi.

Giusto il tempo di un bagno nelle sue acque gelide e poi ci rimettiamo in macchina.

Ci sfiora l’idea di fare un salto all’Achilleon, ma siamo troppo stanchi e invece ci chiudiamo in stanza a dormire un po’.

Ci svegliamo poco prima dell’ora di cena e andiamo nella città vecchia per due passi e un gelato.

28/06/15

Ultime ore in Grecia…alle 14.35 l’aereo ci riporta a Milano, ma prima perchè non concedersi un’ultima passeggiata a Corfù Town? Magari facendo una colazione da oscar sotto gli eleganti portici del Liston?

Visitiamo anche il museo “Casa Parlante”, il museo più vivo di Corfù. Una ricostruzione molto suggestiva di una residenza aristocratica corfiota del XIX secolo.

Arredi e suppellettili originali, statue umanoidi in silicone tanto reali da risultare impressionanti e una guida in lingua inglese preparatissima e gentilissima, che ci spiega per filo e per segno ogni segreto della vita di quei tempi, la funzione di ogni stanza e di ogni attrezzo. Interessantissimo!

Salutiamo la guida, firmiamo il guestbook e torniamo verso l’albergo…è una bella camminata!

Ci rinfreschiamo, recuperiamo i bagagli e ci avviamo verso la vicinissima aerostazione, felici di tornare, ma felici di una vacanza piena, vissuta fino all’ultimo istante. Andiamo via con gli occhi pieni di immagini indelebili e con qualche amico in più.

Alla prossima!



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