I Feel Slovenia 2
Una vacanza sorprendente, tra scenari meravigliosi, città d'arte, relax e buon cibo...davvero per tutti i gusti!
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Identikit Turista per Caso n°1 : Nicola, 34 anni, romagnolo. Nella sua vacanza ideale vuole: riposarsi, rilassarsi, non stancarsi. Identikit Turista per Caso n°2: Monica, 29 anni, emiliana. Nella sua vacanza ideale vuole: vedere TUTTO, visitare ogni attrazione, turistica e non. Come conciliare esigenze tanto diverse? Dopo un esame attento delle varie opportunità, abbiamo optato per la Slovenia, meta non troppo lontana da raggiungere, non troppo vasta da esplorare e famosa per la sua offerta termale e wellness. Siamo partiti non troppo presto, abbiamo preso l’autostrada e siamo arrivati fino a Trieste. Da lì abbiamo proseguito verso il confine, facendo una sosta all’autogrill di Duino per comprare l’indispensabile “vignetta”, un adesivo da appiccicare sul parabrezza dell’auto che serve come pass per le autostrade slovene. Nei caselli sloveni non ci sono sbarre, ma telecamere che controllano la presenza o meno della vignetta. Le vignette possono essere giornaliere, settimanali, mensili o addirittura annuali. Visto che saremmo rimasti 10 giorni, più di una settimana, abbiamo preso quella mensile, che costava 30 euro (quella settimanale 15). Ci sono multe salatissime per chi non esibisce questa etichetta, quindi ci siamo premuniti il prima possibile! A 30 km da Trieste, siamo arrivati alla nostra prima tappa: Izola, un paesino tranquillo affacciato su un’insenatura, un tempo (non troppo lontano) villaggio di pescatori. Per i nostri 5 giorni al mare io (Monica) avevo scelto l’Hotel Marina, un Hotel 3 stelle affacciato proprio sul porticciolo e per una volta ci siamo concessi il lusso del terrazzo sul mare. Lusso che poi si sarebbe rivelato quasi una necessità… ma andiamo con ordine. L’Hotel si è rivelato ben oltre le nostre aspettative, piccolo ma delizioso e con una cucina eccellente. Tra i servizi extra, il centro benessere (incluso nel prezzo!!!), che comprendeva un salottino illuminato da lampade di sale e candele, una sauna, una vasca idromassaggio per due e uno spogliatoio, che bastava riservare alla reception per una o due ore e il relax e la privacy erano assicurate, perché in quei momenti nessun esterno poteva accedere! La vasca, completamente mosaicata all’esterno era lussuosa e l’ambiente molto soft e curato, degno di un centro benessere da hotel 4 stelle. C’era inoltre la possibilità di farsi fare massaggi (questi non inclusi nel prezzo della camera, ma comunque molto più convenienti di quelli italiani) e io e Nicola ci siamo ritrovati nelle sapienti mani di Duang, una thailandese minuta e carina ma con un’energia incredibile, che ci ha fatto scricchiolare qualche ossicino ma anche sciolto tanta tensione accumulata tra collo e spalle… uscivamo dal suo studio barcollando come ubriachi, talmente sentivamo i muscoli rilassati! Fin dal secondo giorno abbiamo capito quale fosse la nostra fortuna, perché facendo un giro intorno all’Hotel per cercare la spiaggia, ci siamo accorti che la spiaggia non c’era! Il marciapiede del lungomare finisce direttamente in mare, a cui si accede de scalette come in piscina. E la gente si sdraia sul cemento, con l’ausilio di espansi o sacchi a pelo sotto il telo mare. Beata terrazza con sdraio imbottite dunque! Quando eravamo stanchi e le nostre terga cominciavano a dolere sul pavimento, ce ne tornavamo in camera a dominare il lungomare dal nostro terzo piano. Al terzo giorno di mare cominciavo, come prevedibile, ad annoiarmi, così abbiamo visitato anche altri paesi vicini: Portorose, più mondana e simile a una Riccione (Nicola si sentiva a casa, e ci è voluto tornare anche la sera per tentare la fortuna in uno dei numerosi casinò…non è andata gran che purtroppo!) e Piran, che conserva alcuni edifici cinque-seicenteschi in stile veneziano. La piazza di Piran, affacciata sul mare, è dominata dalla statua di Tartini, il più famoso musicista sloveno (era un violinista). Abbiamo mangiato il pesce in un ristorantino tipico, ma sinceramente sia la pasta allo scoglio che il fritto misto sono, in generale, cucinati meglio dall’altra parte dell’Adriatico! Mentre mi appisolavo al sole, Nicola, finalmente riposato, studiava la guida della Slovenia e ha scoperto una vera perla a pochi km da Izola: la chiesetta di Hrastovlje. Su un altura dominante un minuscolo paese di campagna sorgeva questa piccola chiesa fortificata, che al suo interno conservava uno splendido ciclo di affreschi del 1400, tra cui una spettacolare e allegorica “Danza macabra”, in cui contadini, commercianti, prelati, re e regine procedevano tutti verso un’unica fine: la tomba aperta con scheletrini danzanti. Il giorno seguente ci siamo alzati presto, la nostra meta era la capitale, Lubiana, ma prima avevamo in mente di fermarci a visitare le Grotte di Postumia e il vicino Castello. Il prezzo del biglietto è piuttosto alto, anche se cumulativo (26 euro a testa per entrambi i siti), ma vale davvero la pena vivere questa avventura sotterranea! Un trenino porta i turisti fino al centro delle grotte, dove la temperatura è di 8 ° (molto poco, avevamo i jeans lunghi e una felpa ma non era abbastanza) e poi questi proseguono per un paio di km a piedi potendo osservare con lentezza e da vicino stalattiti e stalagmiti (vietato toccare e fotografare però!). All’uscita, felici di aver ritrovato una temperatura piacevole, ci siamo diretti verso il Castello di Predjama, una incredibile costruzione incastonata in una grotta. A Lubiana abbiamo preso un Hotel a 3 km dal centro, una scelta rivelatasi non molto felice perché a dispetto del nome (Aparthotel Birokrat) e della prenotazione, la nostra stanza non era un apart-hotel ma una doppia qualsiasi senza cucina e con sommo disappunto abbiamo dovuto rimettere in valigia gli spaghetti e il ragù portati da casa e andare in centro a cenare. Il centro di Lubiana è molto carino, attraversato dal fiume, con tantissimi localini e bistrot affacciati alle sue rive. Su una collinetta poco distante sorge il Castello, di cui oggi rimane poco di originale a parte la struttura esterna, ma che stanno trasformando in centro culturale cittadino (al suo interno si trovano: un museo della città, un punto panoramico e un bar- ristorante). Cenare a lume di candela sulle rive del fiume è mooolto romantico! Bellissimo anche il Ponte dei Draghi, simbolo di Lubiana. Si dice che la città sia stata fondata da Giasone, che passava di lì con gli Argonauti e ha ucciso il drago che affliggeva gli abitanti della zona. Il ponte è detto anche “Ponte della Suocera” per la ovvia somiglianza tra i due rapaci, per questo io nella foto sono così terrorizzata! Il parco di Lubiana è molto grande, affollato di scoiattoli, dicono le guide, ma io purtroppo non ne ho visto neanche uno, anche se mi ero portata del cibo apposta. Due giorni sono più che sufficienti per visitare la città, che non è affatto enorme, per cui abbiamo proseguito per un’altra blasonatissima meta del turismo sloveno: il lago di Bled. Questo laghetto di montagna lascia senza fiato con il suo paesaggio da fiaba: circondato da montagne che si specchiano nelle sue acque, ha al centro un isolotto con una piccola chiesetta. La leggenda vuole che, suonando tre volte la campana d’oro della chiesa ed esprimendo un desiderio, quello si avveri. Secondo voi potevo lasciare che Nicola prendesse beatamente il sole sulle sponde del lago? Ovviamente no, dovevamo andare sull’isoletta! Per raggiungerla si possono noleggiare barchette a due posti o farsi trasportare da barche più grandi (da 10-12 persone) da barcaioli esperti. Siccome siamo avventurosi, abbiamo preso la barchetta e remato. Nicola di più, ad essere sinceri, perché io non riuscivo a coordinare bene i movimenti delle braccia, per cui la barchetta girava su se stessa senza sostanzialmente muoversi né avanti né indietro. Alla fine però eravamo contentissimi di aver raggiunto la chiesetta barocca e di aver espresso il nostro desiderio! A pranzo ci siamo fermati nel ristorantino del Camping Bled, affacciato sul lago, e abbiamo mangiato uno strepitoso piatto di gnocchi al tartufo, panna e prosciutto del Carso, spendendo, come sempre, pochissimo rispetto agli standard italiani. Un giro in carrozza intorno al lago, come un principe con la sua principessa (ci fotografavano tutti!!) e poi siamo andati a dormire all’Hotel Astoria, un confortevole 4 stelle a poche centina di metri dal lago. L’ultimo giorno abbiamo visitato il Castello di Bled, che sorge su uno spunzone di roccia affacciato sul lago..inutile dire che anche questa volta il panorama era meraviglioso! Ci siamo concessi anche una cena al ristorante del castello e abbiamo brindato con un buon vino sloveno alla nostra vacanza slovena, giusto mix di relax e cultura, buon cibo e soprattutto scenari incantevoli che ci hanno rapito e fatto ripromettere di tornare al più presto!