I colori e la magia di barcelona!!!

Era da un sacco di tempo che desideravo andare a Barcellona, non in Spagna (dove sono già stata due volte in Andalusia e Costa del Sol), ma proprio a Barcellona..me la immaginavo colorata e devo dire che non mi ha deluso, anzi, consiglio a tutti i TPC che ancora non ci sono stati di andare e…lasciarsi andare! E così i primi di marzo siamo...
Scritto da: GIRASOLE77
i colori e la magia di barcelona!!!
Partenza il: 06/03/2009
Ritorno il: 09/03/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
Era da un sacco di tempo che desideravo andare a Barcellona, non in Spagna (dove sono già stata due volte in Andalusia e Costa del Sol), ma proprio a Barcellona..Me la immaginavo colorata e devo dire che non mi ha deluso, anzi, consiglio a tutti i TPC che ancora non ci sono stati di andare e…Lasciarsi andare! E così i primi di marzo siamo partiti. Io e il mio fidanzato.

VOLO: Compagnia Ryanair: Volo da Bergamo a Girona (€ 68,00 a testa A/R) – Prenotazione via internet dal sito www.Ryanair.Com HOTEL: Hotel Gran Ronda *** (a 300 mt. Dalla fermata metro Universitad € 98,00 a testa per 3 notti) Prenotazione via internet dal sito www.Booking.Com PERIODO: dal 6 al 9 marzo 2009 ITINERARIO VENERDÌ 6 MARZO: Siamo partiti verso le 6,00 da casa, con un’acqua che sembrava che il destino ci dicesse di starcene a casa, ma imperterriti abbiamo parcheggiato l’auto all’aereoporto di Orio al Serio, siamo entrati tranquilli (intanto il ceck in lo avevamo fatto on-line, lo consiglio!) abbiamo fatto la “stima” del bagaglio…Max 10 kg, tutto ok, quindi tutto era pronto per la partenza! Il volo è andato benissimo, sempre la magica emozione del decollo, cinture allacciate e in poco più di un’ora eccoci arrivati a Girona…E la cosa più sorprendente era: un fantastico sole!!! All’uscita dall’aereoporto un’organizzatissimo team di Autobus (Barcellona-Bus A/R da Girona a Barcellona e viceversa per € 21,00 a testa) era pronto ad accoglierci e a trasportarci in poco più di un’oretta alla stazione dei Bus di Barcellona (Estacio de Nord). Qui non appena arrivati un chiosco delle Informazioni turistica ci ha dato le prime informazioni per poterci orientare…Fra varie indecisioni abbiamo deciso di acquistare la Barcelona Card (ad € 36,00 a testa e valida per 4 giorni) ci permetteva di utilizzare i mezzi pubblici (tutte le linee della metro e i bus), e diverse agevolazioni per entrare a diverse attrazioni. Dopo aver saccheggiato il gazebo di ogni tipo di depliants, infine la signorina al Box (che parlava tra l’atro perfettamente italiano) ci dice che il nostro hotel era facilissimo da raggiungere avremmo dovuto prendere la metro, linea rossa, alla terza saremmo eccoci giunti al nostro hotel, non potevamo sbagliarci! Come no, sarebbe stato bello, se non fosse che abbiamo subito sbagliato linea della metro e ci abbiamo messo una buona mezz’oretta prima di capire dove ci trovavamo, ma alla fine poco dopo l’una eravamo al nostro hotel in Ronda de Sant Antoni (fermata Universitad della metro rossa). L’hotel, che consiglio, non troppo in centro, ma a 300 mt dalla fermata della metro, non aveva ancora la nostra stanza pronta, quindi abbiamo pensato bene (non volevamo perdere un solo attimo di quella breve, ma intensa vacanza!) di depositare i bagagli e farci un primo giro nel quartiere vicino, il Raval. Non appena abbiamo imboccato la prima via ecco che i nostri stomaci incominciano a richiederci un po’ di attenzione e quindi ci siamo fermati per un hamburger veloce e una birra, per poi ripartire carichi! Ed ecco il Raval, un vero e proprio giro di esplorazione (che ci ha stupiti per l’integrazione delle diverse culture, le une con le altre! Quanto siamo lontani noi italiani…A fianco di una macelleria musulmana, trovi il negozietto gestito dal cinese e un supermarket indiano, il parrucchiere pakistano e il negozio di cellulari gestito da un libico!!! Questo quartiere che le guide hanno definito il Barri Xino (ossia il quartiere cinese) un tempo era il quartiere più malfamato della città, frequentato da prostitute e caratterizzato dalla malavita ora nonostante tutto non presenta il degrado originario, quanto piuttosto la varietà delle origini di chi lo vive! Ormai sono le 3 (l’ora che la receptionist dell’hotel ci aveva confermato che la nostra stanza era pronta e così, via all’hotel, appoggiamo in stanza i bagagli (4° piano con un più che simpatico ascensore che ci infirmava di ogni suo movimento – piano, scendere, salire, ecc…) e poi via ad iniziare il vero e proprio tour partendo dal Barri Gotic. Via con la metro per accelerare i tempi. Alla fermata Jaume I eccoci sbucare in un quartiere carico di vita e del tutto turistico! Così partiamo dalla Piazza Sant Jaume, su cui si affacciano la Casa de la Ciutat (il Municipio) da un lato e dall’altro Palau de la Generalitat (sede della Regione catalana), poi addentrandoci per il Carrer del Bisbe e pasando sotto il ponte stile veneziano (ricorda infatti il Ponte dei Sospiri di Venezia), si fa il giro intorno alla cattedrale, non senza accorgermi che ogni angolo ricorda il santo patrono della città, San Giorgio (e io, chiamandomi Giorgia, non potevo che essere felice di veder in ogni dove il mio protettore, in sella al suo cavallo, intento ad uccidere il mitico drago). Poi giunti davanti alla Cattedrale e indecisi se entrare oppure no, decidiamo di accedere. Attenzione, se si etra dopo le 17.00, l’ingresso è gratuito, se riuscite non fate come noi che siamo entrati dopo le 16.30, abbiamo speso ben € 5,00 a testa e quando siamo usciti tutti entravano beatamente…Mah, non l’abbiamo capita questa! Comunque la cattedrale merita davvero una visita, dedicata alla copatrona della città Sant’Eulalia. All’esterno non abbiamo potuto apprezzarla in quanto la facciata era in restauro, ma l’interno, in stile prettamente gotico, è circondato da cappelle dedicate ai vari santi locali, ma la cosa che più ci ha affascinato è il coro ligneo, che a vedersi riprende le guglie esterne della Cattedrale. Siamo saliti in cima alla torre da cui un bel venticello ci ha fatto apprezzare per la prima volta la città dall’alto…Non appena siamo scesi un giro per il chiostro, dove una squadra di oche da secoli vive e la leggenda dice che protegga la cattedrale. Finiamo il giro per il Barri Gotic dando uno sguardo alla Plaza del Rei, in stile tipicamente medievale, ma che devo dire un po’ ci ha deluso, nel senso che sembra una ricostruzione, un po’ freddina di palazzi signorili dell’epoca, invece è tutto originario (mah!). Essendo a Barcellona, non potevamo a questo punto fare il primo giro sulla Rambla e così prendiamo la metro, da Jaume I, sino alla fermata del Liceu e percorriamo il primo pezzo della Rambla, dal Liceu a Plaza de Catalunya. Essendo marzo, gli alberi che fiancheggiano la Rambla, purtroppo sono spogli e non rendono i colori che magari si trovano in estate, ma niente toglie la magia a questo viale sempre colmo di gente. Passiamo davanti al Gran Teatre del Liceu, il maggiore Tetro dell’opera della Spagna, il secondo in Europa dopo la Scala di Milano, dove il lusso e lo sfarzo lo abbiamo solo immaginato, vedendo dall’esterno gli enormi lampadari colmi di gocce di strass e luccichini. Proseguendo passiamo sopra (quasi senza accorgercene vista tutta la gente che passeggiava) al mosaico di Joan Mirò, fino ad arrivare alla bizzarra Casa Bruno Quadros, la cui facciata è decorata da motivi cinesi, un grosso drago sulla parete in angolo e da ombrelli giganti posti sulla facciata, in origine, infatti lo stabile era di proprietà di un venditore di ombrelli. Poco più avanti uno degli aspetti più caratteristici di Barcellona, il Mercato coperto de la Boqueria…Già entrando i rumori tipici del mercato, il brusio della gente e dei venditori, ma soprattutto i colori, i frutti disposti in specie di piramidi colorate, banchi di frutta secca, cioccolatini, confetti, funghi secchi, uova, carne, pesce, in un ordine da non riuscire a trattenere il turista da soffermarsi a fare una (beh, fosse stata una!) fotografia. Una volta usciti, con la ripromessa di ritornarci, siamo tornati sulla rambla e proprio all’altezza della Boqueria inizia la Rambla des Flores, una serie di banchetti di fiorai che con i loro colori (anche se essendo ai primi di marzo la scelta non era poi troppa) incantano il turista. Subito dopo la Rambla del Estudis dove i fiori lasciano il posto ai più rumorosi, ma non meno attraenti, banchetti dove vendono ucceli e altri piccoli animali. Prima di giungere alla Plaza de Catalunya bisogna farsi venire sete perché alla sinistra una piccola fontana, Font de Canaletes, invita i turisti a bare l’acqua che sgorga, visto che la leggenda narra che se bevi da quella fonte, prima o poi tonerai a visitare Barcellona. Ed eccoci sbucare su Plaza de Catalunya, una maestosa piazza ornata da giardinetti e fontane, dove si affacciano alcune sedi di banche, El Corte Ingles (dove per mancanza di tempo abbiamo deciso di non entrare) e l’Hard Rock Cafè, dove invece un giro solo per dire “Ci sono stata!” lo abbiamo fatto e siamo anche riusciti ad uscire con un piccolo ricordino. A questo punto, il primo giorno se ne stava andando, incominciava a fare buio, quindi con la metro siamo rientrati in hotel, doccia veloce, poi alla Reception, qualche indicazione per la cena e siamo tornati ad uscire. La cena (zona Rambla-Barri Xino) è stata davvero una delusione…Abbiamo voluto provare le famose tapas, ci siamo lasciati consigliare dal titolare che ci ha portato 6 tipi di tapas (3 calde e 3 fredde), ma essendo il tipico menu da turisti sprovveduti, è stata una fregatura…Quindi per finire la nostra giornata, siamo tornati sulla Rambla percorrendo la parte di viale che non avevamo fatto al pomeriggio, dal Liceu alla Monument a Colomb, ma eravamo così stanchi che dopo un’oretta abbiamo deciso di rientrare, concedendoci una bella dormita perché il giorno dopo ci aspettava una gran giornata, quella dedicata al sommo Antoni Gaudì! SABATO 7 MARZO: dopo un risveglio alquanto mattutino per essere giorni considerati di “ferie”, la sveglia infatti è suonata alle ore 8.00, usciti dal nostro hotel (che non prevedeva la colazione, come la maggior parte degli hotel della zona) ci siamo diretti in cerca di un baretto dove fare la prima colazione e così sulla strada che dal nostro hotel porta a Plaza de Catalunya abbiamo trovato un bar con la nostra tradizionale colazione: cappuccino e brioches. Abbastanza soddisfatti e rifocillati a piedi ci siamo diretti a Plaza de Catalunya e da lì abbiamo iniziato la visita dell’Eixample, il quartiere del puro modernismo, con le sue eleganti costruzioni tipiche dei borghesi benestanti dei primi del novecento. Un’area dall’inconfondibile fascino che si dirama sul Passaig de Gracia. Con la guida in mano, ma lasciatici coinvolgere dagli innumerevoli palazzi siamo finalmente giunti alla c.D. Manzana de la Discordia, un isolato del quartiere che riunisce, a pochi passi uno dall’altro, i tre edifici dall’inconfondibile struttura: il primo Casa Lleò Morera, opera di Lluis Domenech i Montaner, in stile art nouveau di un bianco abbagliante, con le sue torrette a cupola arrotondata, a seguire Casa Amatller (che ero curiosa di vedere, ma che purtroppo era chiusa e la facciata ricoperta per restauri) costruita da Joseph Puig i Cadafalch e infine ciò che più ci affascinato, Casa Batllò dell’istrionico Antoni Gaudì. Visto l’orario (poco dopo le 9.00) la fila per entrare era minima e così pagato il biglietto d’ingresso (€ 13,20 a testa con lo sconto della Barcelona Card) siamo entrati e dopo esserci muniti dell’audioguida in italiano (compresa nel prezzo d’ingresso) abbiamo iniziato un’affascinante visita. Tutto l’interno, partendo dall’ingresso, la scala, gli arredi, il camino a fungo, i ballatoi, fino ad arrivare al tetto colmo di camini è un qualcosa di spettacolare, sembrava di essere in un fumetto…Ed ogni cosa era così coinvolgente che sarebbe stato bello avere avuto Gaudì che ci spiegava i simboli e i significati di ogni sua ideazione! Dopo essere usciti affascinati da Casa Batllò, ci dirigiamo a Casa Milà, meglio conosciuta come La Pedrera, nome dato per la facciata in pietra naturale e opera sempre di Gaudì. Decidiamo di visitarla (il biglietto € 5,50 a testa con la Barcelona Card), la fila è un po’ più lunga del previsto, ma accettabile. All’entrata dopo averci fornito l’audioguida in italiano (sempre compresa nel prezzo) con un ascensore veniamo accompagnati negli antichi solai dove è allestito un Museo dedicato a Gaudì e a tutte le sue opere descritte in ogni dettaglio artistico e storico. Per una piccola scala si ha accesso al tetto con i suoi caratteristici camini che sembrano facce, da qui la vista della città è fantastica. Già si intravede la Sagrada Familia con le sue caratteristiche gru ancora in fase di costruzione. Nello scendere ci si ferma al quarto piano dove è stato allestito un appartamento con arredi e complementi d’arredo tipici e originali dell’epoca in cui venne costruita. Una volta usciti, ci dirigiamo verso la Sagrada Familia passando a fianco alla Casa de les Punxes (o Casa Terradas) dal tipico aspetto e dagli elementi medievaleggianti. Quando arriviamo a intravedere le guglie della Sagrada Familia la fame ci attanaglia e così al primo baretto con panini ci rinfocilliamo su una panchina del giardino antistante l’entrata principale del Tempio Espiatorio. Dopo una breve pausa torniamo carichi per entrare a la Sagrada Familia (€ 22,00 con la Barcelona Card, entrata combinata con la Casa-Museo di Gaudì che si trova all’interno del Park Guell). La visita inizia dal portone della Passione, qualcosa di veramente mistico, che trasuda in ogni personaggio scolpito la drammaticità dell’evento rappresentato. Ogni singolo personaggio, il portone, le guglie, hanno un significato ben preciso (consigliamo di noleggiare l’audioguida € 4,50 che spiega ogni dettaglio). Se già tutto questo ha qualcosa di magico, non appena entrati ci si rende conto della straordinarietà dell’ennesima opera di Gaudì. All’interno un bianco accecante, dato dal gesso con cui è costruita tutta l’opera, oramai in fase di definizione ma la cosa più affacciante è vedere il cantiere (al centro della chiesa) ancora vivo: gli stampi per i gessi, il laboratorio, gli attrezzi abbandonati per poi essere ripresi il primo giorno lavorativo (noi siamo andati di sabato). Visto che l’audioguida consigliava la visita della città dall’alto dalla torre, abbiamo preso l’ascensore (€ 2,00 a testa per la salita) che ci ha portato fino in cima ad una delle torri per poi ridiscendere con una (strettissima!!!) scala a chiocciola che permetteva ad ogni curva di fermarsi e fare foto ad un particolare o al panorama. Una volta scesi e fatto un ulteriore giro all’interno dell’opera siamo usciti per il portone della Facciata della Natività, ben diverso da quello per cui siamo entrati, dall’aspetto più dolce e rassicurante. Un museo antistante la Sagrada Familia ripercorre tutte le vicissitudini storiche e artistiche dell’opera. Terminata la visita prendiamo la metro fermata Hospital e facciamo una visita veloce al vicino ospedale: l’Hospital de la Santa Creu i de Sant Paul, ospedale ancora in funzione con i diversi dipartimenti, ambulatori ed uffici, ma caratteristico soprattutto per lo stile architettonico. Si tratta infatti di un’opera di Lluis Domenach i Montaner progettata e realizzata secondo il più puro stile modernista. Non si tratta di unico edificio, ma di più edifici distribuiti su una vasta area e separati fra loro da spazi verdi (bellissime le piante colme di mandarini e aranci!). Terminiamo così la visita all’Eixemple e non ancora esausti per tornarcene in hotel prendiamo la metro, fermata Jaume I e facciamo un giro veloce al quartiere de La Ribera, il quartiere più “inn” di Barcellona, ricco di ristoranti, bar, localini dove dedichiamo anche qualche minuto alla visita della chiesa Santa Maria del Mar e poi ci lasciamo camminare senza meta per i negozietti e le vie del quartiere. Finalmente decidiamo di tornare in hotel, una doccia e un attimo di relax, poi cena alla Barceloneta a La Barca di Salamanca (ristorante consigliato da altri TPC e ora anche da noi!!!). Qui ci siamo davvero rimpinzati e abbiamo recuperato anche la cena e i pranzi precedenti: fritto di calamari, paella, vino locale, crema catalana, liquore tipico…Una vera e propria immersione nella cucina catalana. Per smaltire cibo e vino abbiamo deciso di fare un giretto a piedi per la Barceloneta, il lungo mare che d’estate dev’essere spettacolare, a marzo era deserto, ma aveva comunque il suo fascino vedere e sentire le onde infrangersi sulla battigia. A questo punto siamo davvero esausti e decidiamo di concederci finalmente il meritato riposo.

DOMENICA 8 MARZO: visto che l’itinerario di viaggio lo avevo per lo più organizzato io e visto che l’8 marzo era la festa della donna, ho voluto lasciare questo giorno di “festa” per visitare ciò che mi affascinava di più: il Park Guell e il Tibidabo. Sempre dopo un risveglio piuttosto mattutino, siamo andati alla ricerca di un bar per la prima colazione, diciamo che non abbiamo cercato molto, visto che non volevamo allontanarci molto dalla fermata della metro che avremmo dovuto prendere, ci siamo diretti ad un bar vicino all’Università (che sconsiglio) e alla bene e meglio ci siamo mangiati un cappuccio e una briosche…No commet! La prima destinazione era il Park Guell, Cris, la ragazza della reception dell’hotel, subito ci ha consigliato di prendere l’autobus (la fermata era a due passi dal nostro hotel) ma ci sarebbe voluto quasi un’oretta, quindi abbiamo optato per un’altra soluzione (che consiglio): metro con fermata Lesseps, poi autobus n. 24, che ti porta non all’entrata principale, ma a quella sopraelevata. Per l’entrata principale si consiglia dopo la metro l’autobus 119 (ma noi lo abbiamo scoperto solo alla fine della nostra visita!). Sempre per restare in tema della festa della donna all’entrata un’enorme pianta di mimosa sembrava volesse dare il benvenuto a tutte le donne che entravano, ma subito siamo tornati sui nostri passi e abbiamo visitato la Casa-Museo di Gaudì (biglietto comulativo con l’entrata alla Sagrada Familia) che è stata una vera delusione, infatti la visita si limitava al solo piano terra e all’interno era presente solo qualche arredo dell’epoca, ma poco altro. Usciti abbiamo iniziato il giro dei viali del parco fino ad arrivare ad un’enorme spiazzo, la panchina più lunga del mondo, tutta ricoperta di mosaici di maioliche colorate (tecnica c.D. Trencadis) e qui le foto sono scattate a go go. Proseguendo per i viali si giunge al colonnato che sembra formato da colonne vegetali fino ad arrivare alle colonne della grande sala, colonne doriche bianche e classiche con soffitto decorato con rosoni colorati. Da qui si scende sino ad arrivare ad uno dei simboli di Gaudì, la Salamandra (quasi impossibile riuscire a fare una foto…C’era gente ovunque!) sempre in maiolica colorata. Prima di uscire dal parco una visita a una delle due case poste all’entrata (che sembrano uscite dalla favola di Hansel e Gretel!) e poi giù, a piedi, con sosta per panino e souvenir. A questo punto ci dirigiamo verso la seconda meta della giornata, il Tibidabo (di cui io mi ero innamorata leggendo il libro L’Ombra del Vento). Metro da Plaza de Catalunya, fino al capolinea, poi la funicolare (sempre facente parte del circuito ferroviario metropolitano) e si arriva all’Avinguda del Tibidabo, qui un nostalgico trenino blu detto Tramvia Blau (€ 4,80 a testa solo andata) sale sino alla funicolare che a sua volta porta sino in cima al Tibidabo. Qui se si becca una giornata limpida si vede tutta Barcellona dall’alto e si riescono a distinguere la Sagrada Familia, il Park Guell, il Passaig de Gracia, la Cattedrale, lasciando andare lo sguardo sino al mare. Arrivati in cima sembra di arrivare in una grande parco giochi, infatti l’attenzione viene subito calamitata dal Parc d’Atraccions con la ruota gigante e l’aereoplanino panoramico simbolo storico del Tibidabo. Prima di scendere una visita veloce alla chiesa del Sagrat Cor alquanto particolare, perché formata da due chiese una sull’altra e di stili completamente diversi, sormontata in cima da un Cristo a braccia aperte che sembra voler catturare ogni angolo della città. Torniamo a valle con la funicolare, da qui, prima di scendere ci facciamo una birra, prendiamo fiato poi giù a piedi, sino a prendere la metro per Plaza de Catalunya, un po’ delusi dalla giornata che mi aspettavo piena di fascino! E così decidiamo di rifarci andando a vedere lo spettacolo della Font Magica. Da Plaza de Catalunya prendiamo la metro, fermata Plaza de Espana e saliamo fino al Mirador del Palau National. Arriviamo alle fontane e una sorpresa: lo spettacolo d’inverno viene fatto solo al venerdì e al sabato alle ore 19.00…Peccato che fosse domenica! Quindi se volete andarci informatevi bene su giorni e orari, purtroppo noi l’abbiamo perso, ma ne vale davvero la pena vedere tutte queste fontane zampillare a tempo di musica! Tutta la zona del Palau National credo meriti una visita più approfondita per i viali e i palazzi, noi non avevamo più tempo e soprattutto forze per continuare! Prima di rientrare in hotel un aperitivo non poteva mancare, poi doccia un po’ di relax e poi ancora fuori per la cena. Abbiamo deciso di fare un giro per la Ribera visto che il giorno prima ci era sembrata carina, piena di locali e localini, così dopo aver vagliato diversi ristoranti e soprattutto locali di tapas, abbiamo optato per Lonja de Tapas in Placeta Montcada (abbiamo gustato diversi tipi di tapas e una birra), lo consigliamo? Nì, né sì, né no, c’è di meglio come spesa, ma almeno il cibo era buono. Dopo cena ci siamo fatti un giretto per le viuzze comprando gli ultimi ricordini da portare a casa, un caffè come si deve, poi a nanna…Il giorno dopo era l’ultimo!!! LUNEDÌ 9 MARZO: beh, eccoci arrivati all’ultimo giorno, fatti i bagagli e lasciati in hotel (con grande disponibilità delle receptionists), fatta colazione nel bar di fronte all’hotel (ottima, l’avessimo visto prima questo bar!!!) ci siamo diretti all’ultima meta: il Monjuic. Prendiamo la metro con fermata Paral-lel, un trenino a cremagliera, una specie di funicolare, poi la teleferica (che apre alle 10.00, noi con la nostra smania abbiamo persino dovuto aspettare l’apertura!) che ti porta fino in cima alla collina del Monjuic, che dai suoi 200 m. S.L.M. Scende ripida sino al mare. Visitiamo il castello (solo da fuori, all’interno c’è solo un museo militare, ma non lo consigliamo) e dai bastioni, la vista sul mare è ottima. Il tempo non è dei migliori, quindi decidiamo di tornare con la teleferica, prendiamo l’autobus e da qui facciamo un giro intorno al quartiere olimpico, l’Anella Olimpica con l’Estadi Olimpic, i quartieri olimpici, sino alla Torre di trasmissione progettata dall’architetto Santiago Calatrava e che con la sua forma asimettrica è diventata uno dei simboli più recenti della città. Decidiamo di fare un ultimo giro per la Rambla, quindi con la metro, fermata Drassanes andiamo al Port, saliamo sul Monument a Colomb (gratis con la Barcelona Card) e facciamo una foto alla Rambla dall’alto, spaziando dal mare sino a Plaza De Catalunya. Decidiamo quindi di tornare al mercato de la Bocheria, qualche altra foto, un bel panino con il prosciutto iberico, una confezione di frutta fresca, un succo di frutta fresca (consigliamo tutto!!!) ed ecco che il nostro pranzo è pronto! Ci fermiamo su una panchina davanti a la Cattedrale per consumare il nostro pranzo, un ultimo giro su la Rambla, poi torniamo al nostro hotel, prendiamo i bagagli, con la metro andiamo sino alla Estacio de Nord, un ultimo sguardo alla magica Barcellona dall’Arc Du Trionf e poi l’autobus che da Barcellona ci porta all’aeroporto di Girona e il nostro volo è già pronto. Ci imbarchiamo con nessun tipo di problema e visto che l’aereo è già al completo, partiamo con dieci minuti di anticipo e arriviamo in perfetto orario a Bergamo…Con la pioggia! Beh, i colori di Barcellona ci mancano già!



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