I colori di Zanzibar
Ma veniamo al viaggio, che non è iniziato molto bene dato che il volo è stato spostato posticipato per tre volte, ma finalmente partiamo alle 02.30, facciamo uno scalo non previsto a Mombasa e finalmente arriviamo a Zanzibar alle 14.00 del giorno successivo.
All’aeroporto, molto piccolo riceviamo le valige, ci effettuano il controllo bagagli (non ci hanno chiesto soldi) e usciamo. Qui troviamo insieme al responsabile del tour operator tanti ragazzi che si offrono di portare le valige e cercano di venderti qualsiasi cosa.
Saliti nel pulmino ci avviamo verso il resort che non è quello stabilito dall’agenzia (Ora resort di Uroa) ma un altro il My Blu che si trova a Ndwngua dalla parte opposta dell’isola. Successivamente abbiamo scoperto che questo è stato un bene perchè in questa zona dell’isola il fenomeno delle maree è decisamente minore, il villaggio è più piccolo e con un’animazione molto soft.
Durante il tragitto veniamo catapultati indietro nel tempo in mezzo al verde dei banani, delle spezie, delle palme che si elevano verso il cielo blu troviamo capanne e paesi dove le persone sono sedute a chiacchierare e a vendere frutti. La maggior parte delle persone cammina ai lati della strada, soprattutto bambini che vanno a scuola, alcune si muovono in bicicletta, altre con carretti trainati da vacche o somari e alcune si affrettano a salire su dei pulmini stracarichi detti “dalla dalla”.
Il resort è piccolo ma molto carino, curato e pulito; il personale è molto gentile, educato e sempre a disposizione. Il cibo è di buona qualità, vario e abbondante, ma questo è stato un problema perchè oltre a tanti oggetti (quadri, statue masai e posaceneri in legno, collane e braccialetti), tante immagini di splendidi paesaggi, ci siamo riportati anche almeno due chili a testa. Dopo il cockteil di benvenuto e l’assegnazione della camera siamo andati in spiaggia. La spiaggia è molto carina, c’è una parte sollevata su delle rocce dove sono localizzati i lettini prendisole, poi tramite delle scale si accede alla spiaggia di sabbia bianchissima e soffice come borotalco che si estende per 2-300 metri. Sulla spiaggia tutti i giorni si trovano i beach boys, i ragazziche si sono ribattezzati con nomignoli italiani che propongono le escursioni, vendono oggetti locali fatti a mano insieme ai ragazzi masai che oltre a fare la sicurezza nei resort arrotondano vendendo anche loro collane e braccialetti. Sono sembrati subito dei bravi ragazzi, per cui ho fatto il PR per loro nel villaggio e ho trovato diverse altre persone nel villaggio che sono state coinvolte nelle escursioni. Questo è stato positivo per i ragazzi, ma anche per noi in quanto abbiamo abbassato i costi, ma soprattutto abbiamo conosciuto delle persone stupende con cui abbiamo stretto amicizia e abbiamo trascorso la vacanza insieme come Sergio e Mery di Napoli e altri. Ricordiamo che anche il tour operator organizza escursioni e scoraggia l’operato dei beach boys, ma sono di durata più breve, di qualità minore e sopratutto molto più costose es. 70-100 euro a persona.
Le escursioni che abbiamo fatto sono state: 1) safari blu al costo di 45$ a persona. E’ stata una giornata stupenda, siamo partiti in pulmino dal resort alle 8.00, dopo circa 1 ora di tragitto attraverso paesini, banani e palme siamo arrivati al villaggio dei pescatori. Qui siamo saliti a bordo di una tipica barca dei pescatori tutta in legno e con vela per raggiungere un’isoletta nel mezzo dell’oceano indiano dopo circa 1 ora di navigazione (il mare era abbastanza mosso). Nell’isola molto piccola ci sono diverse spiaggette di sabbia bianca, immerse nella vegetazione che arriva a bordo della spiaggia ci sono delle piccole capanne dove si mangia e un pò più all’interno c’è la “cucina”, cioè delle griglie a terra dove cuocere il pesce e dei pentoloni sopra un fuoco di legna dove friggere le patate.
Dopo esserci accampati siamo entrati all’interno dell’isola in una fitta vegetazione per vedere il baobab gigante, la foresta di mangrovie e delle grotte scavate dall’acqua impetuosa dell’oceano. Abbiamo fatto il bagno e snorkeling in un mare bellisssimo e poi abbiamo pranzato a base di aragoste, cicale di mare, tonno e polpo grigliato, patate arrosto e per frutta cocco, ananas, mango. Quindi abbiamo aspettato prendendo il sole la bassa marea che ha scoperto in mezzo al mare un’isolotto lungo circa 200m per 50m dove per mezzo della barca ci siamo approdati…Uno spettacolo. Dovevamo fare snorkeling poichè tutto intorno all’isolotto c’è una splendida barriera corallina, ma non abbiamo potuto per le condizioni di corrente e del mare.
Il ritorno al villaggio dei pescatori è stato fantastico, poichè abbiamo navigato a vela e perchè non abbiamo fatto altro che cantare canzoni zanzibarine intonate da fabietto e il capitano della nave (Jambo Jambo).
Siamo tornati al resort verso le 19.00 stanchi ma felici di avere passato una giornata stupenda, con ricordi di paesaggi e colori che difficilmente si potranno scordare.
2) dovevamo fare altre tre escursioni (nuotata con i delfini e foresta di jozani 45$, Stone Town e giro delle spezie 20$ e prison island 25$), ma in accordo con Fabietto le abbiamo riunite in una sola al costo complessivo di 25$ escluso gli ingressi ai parchi 8$ Jozani e 4$ prison island. E’ stato deciso di saltare la nuotata dei delfini per le cattive condizioni del mare e la difficoltà nel trovare questi animali. Siamo partiti alle 8.00 del mattino su un pulman (ho raggruppato 20 persone del villaggio) ci siamo fermati su una scuola per dare oggetti e cibarie varie ai bambini che ci hanno letteralmente assaliti e quindi dopo circa 1 ora e 20 minuti siamo arrivati alla foresta di Jozani. Qui con una guida ci siamo addentrati nella foresta soffermandoci sulle piante più particolari per circa 1 ora (attenzione al passaggio delle formiche perchè se vi fermate su di loro vi salgono addosso), poi siamo passati alla parte di foresta dove si trovano circa 3500 esemplari di scimmie dal dorso rosso e circa 1500 di scimmie nere che vedrete volare di ramo in ramo e infime siamo andati nella foresta di mangrovie con un percorso guidato sopra delle passerelle.
Successivamente ci siamo diretti alla volta di Stone Town, dove abbiamo mangiato in un ristorante locale riso al cocco, polpo alla griglia e patate fritte, sebbene l’impatto non è stato dei migliori (alcune persone si sono rifiutate di mangiare) il cibo era buonissimo e abbondante. Finito il pranzo siamo andati sulla spiaggia della città che guarda prison Island e siamo saliti a bordo di una barca di pescatori che ci ha potato sull’isola dopo circa 40 min di navigazione.
Qui abbiamo visto la parte dove sono localizzate le tartarughe giganti (bellissime) e le vecchie prigioni degli schiavi. Successivamente siamo tornati a Stone Town e ci siamo addentrati per le strette viuzze della città, poi al mercato, alla chiesa anglicana e all’african house per il tramonto (fantastico). Quello che si vede in città è abbastanza sconvolgente e ti fa rendere conto di quanto possiamo ritenerci fortunati, oppure no!!!!! a seconda di come si guarda la cosa.
Dopo un giro per un piccolo mercatino di oggetti locali siamo tornati al resort verso le 20.00, ancora più stanchi dell’escursione precedente, ma ancora più coinvolti dal punto di vista emotivo.
Oltre alle escursioni, abbiamo fatto anche diverse immersioni, grazie alla presenza del diving ocean all’interno del villagio. Anche in questo caso siamo stati fortunati in quanto abbiamo conosciuto Marco Polo, la guida subaquea zanzibarina che ci ha fatto vedere i fondali più belli di Zanzibar sia intorno alla fantastica isola di Menba (simile agli atolli delle Maldive) che purtroppo è privata e non si può attraccare che all’isola di Tumbatu. La prima è stata un’escursione di un’intera giornata dalle 8.30 alle 17.00 con pranzo a bordo della barca dei pescatori e due immersioni o snorkeling per chi non si immerge e la seconda di mezza giornata in gommone dalle 9.00 alle 13.30 con due immersioni.
La barriera è bella e imponente, ricca di colori sia dei coralli duri che molli e abbastanza ricca di pesci di tutti i tipi e tartarughe, ma non pensate di trovare la stessa barriera di Sharm.
Tra le cose più belle ci sono i colori dell’oceano che cambiano ogni minuto e del cielo sopratutto al tramonto o durante la notte in quanto la fioca illuninazione permette di vedere una miriade di stelle proprio vicine alla tua testa.
Che dire, un viaggio fantastico che arricchisce il cuore e la mente, rimangono impressi indelebilmente i ricordi dei posti, dei colori ma soprattutto delle persone che hanno sempre il sorriso, ti dicono di prendere la vita senza frenesia “pole pole come tartaruga”, con filosofia sempre “acuna matata” sebbene ai nostri occhi appaiano sfortunati per le loro condizioni, ma sarà poi così vero? A presto e Jambo Zanzibar.
Gabriele e Laura