I colori del guatemmala

Il nostro viaggio è iniziato martedì 16 dicembre: siamo partiti da Bologna e abbiamo atterrato a Guatemala City la sera stessa. Dopo una notte trascorsa nella capitale ci siamo spostati nella bellissima e nostalgica Antigua, dove abbiamo soggiornato quattro giorni: nelle strade di questa antica città coloniale si respira un'aria magica, sembra...
Scritto da: Sara Cotti
i colori del guatemmala
Partenza il: 16/12/2003
Ritorno il: 04/01/2004
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Il nostro viaggio è iniziato martedì 16 dicembre: siamo partiti da Bologna e abbiamo atterrato a Guatemala City la sera stessa. Dopo una notte trascorsa nella capitale ci siamo spostati nella bellissima e nostalgica Antigua, dove abbiamo soggiornato quattro giorni: nelle strade di questa antica città coloniale si respira un’aria magica, sembra quasi che qui il tempo si sia fermato; le numerose chiese, anche se semidistrutte dall’ultimo terremoto rieccheggiano l’antico splendore dell’antica capitale, mentre ovunque si è attorniati da splendide bambine maya che offrono ai turisti oggetti realizzati coi coloratissimi tessuti della regione.

Da qui ci siamo spostati sul lago di Atitlan, che offre un superbo scenario naturalistico; una perla di cittadine, Santiago, San Pedro, San Marcos, si affacciano su questo splendido lago circondato da altissimi vulcani.

Durante il giorno il sole è pungente, mentre la notte la notte la temperatura si fa più fresca ma comunque gradevole; nei villaggi si respira un’atmosfera serena gioiosa, resa frizzante dalla presenza di numerosi hippies che qui si sono trasferiti dalle più svariate parti del mondo.

Da Atitlan, con una lunga trasferta sugli sgangherati e pullulanti autobus del luogo, ci siamo trasferiti nella cittadina di Flores, nella lussureggiante regione settentrionale del Peten. La città è da sempre tappa obbligata per recarsi nel vicino sito maya di Tikal: camminare in mezzo alla giungla circondata da imponenti templi maya, sentire il ruggito del giaguaro e percepire gli echi di un’antica e misteriosa civiltà è un’esperienza davvero emozionante.

I giorni seguenti, dopo aver oltrepassato il confine del Guatemala, li abbiamo trascorsi nel Sud del Belize, nella ridente città di Placencia, sull’Oceano Atlantico; qui è possibile praticare qualsiasi tipo di sport acquatico o godersi semplicemente, come abbiamo fatto noi, l’atmosfera rilassata del luogo.

Dal Guatemala al Belize, pur essendo due stati confinanti lo stacco è incredibile: si passa dai maya ai creoli, dalla musica spagnola al reggae, dal paesaggio montagnoso e vulcanico alle spiagge disseminate di alte palme.

Dopo un’avventurosa traversata in motoscafo che ci ha portato da Punta Gorda, nella punta meridionale del Belize, a Puerto Barrios, nuovamente in Guatemala, siamo giunti nella cittadina di Chiquimula, a pochi chilometri dalla quale si trova la frontiera per l’ Honduras e il sito archeologico di Copan.

Il sito è molto più piccolo di Tikal, ma è sorprendente per la bellezza delle stele e delle statue qui scolpite; dal punto di vista artistico Copan rappresenta il culmine della civiltà maya; la nostra guida ci ha fatto un interessante parallelo: se Tikal per la sua imponenza può essere metaforicamente paragonata a New York, Copan è senza dubbio la Parigi dei Maya.

Purtroppo qui il nostro viaggio è ripreso per Guatemala City e quindi per l’Italia, ma ci ha lasciato nel cuore momenti indimenticabili, dati dal calore della gente (è incredibile la capacità di questo popolo,che vive nelle capanne e per le strade e che è uscito da poco da 36 anni di guerra civile, di sorridere sempre), dai magnifici e variegati e paesaggi che abbiamo attraversato, dall’ atmosfera gioiosa e serena che permea questi luoghi, carichi di storia e di passioni.

Le uniche difficoltà che abbiamo incontrato sono stati gli spostamenti: se non si ha la disponiblità di spostarsi da una regiobne all’altra in aereo, è inevitabile affrontare lunghe e stancanti ore di pulman; talvolta le strade si articolano, specialmente nella zona degli altipiani, lungo strette e tortuose salite, mentre nel Peten e nel Belize molti tratti non sono asfaltati.

Nonostante questi disagi viaggiare in pulman offre tuttavia la possiblità di ammirare il paesaggio circostante e di mescolarsi alla gente del luogo, di vivere per un po’ come loro, di mangiare i loro cibi e di comprare, a prezzi veramente stracciati (mercanteggiare è facilissimo) i loro prodotti di artigianato.



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