I cento orizzonti di Asolo

Se la vista di cieli azzurri e mura medievali ti riempie di gioia, Asolo è il borgo che fa per te.
Scritto da: Giulia.ghiotto
i cento orizzonti di asolo

Per la sua incantevole posizione panoramica tra le colline venete, Asolo ha da sempre richiamato artisti e letterati da tutta Europa. Giorgione ne riprodusse alcuni scorci all’interno delle sue tele, Carducci la definì “la città dai cento orizzonti” e Napoleone la scelse per soggiornarci in uno dei suoi viaggi.

Passeggiando tra le sue suggestive viuzze, possiamo incontrare imponenti ville con eleganti logge, palazzi signorili ed edifici di epoca Medievale.

Le testimonianze artistico-architettoniche del borgo, non lasciano dubbi al riguardo di quanta storia sia stata vissuta qui.

Abitata fin dall’epoca preistorica, attraversò periodi di grande crescita. È stato importante centro cristiano nel 591 e terreno di importanti conquiste da parte di nobili famiglie come gli Ezzelini o gli Scaligeri. Asolo è dunque una città da scoprire.

Lasciata l’auto nei parcheggi adiacenti alle mura, superata l’imponente Villa Freya, entriamo attraverso l’ingresso murario del basso Medioevo, in Via Forestuzzo. Veniamo accolti da una piccola fontana e da portici in sasso, che ci fanno vivere immediatamente l’esperienza del borgo. Procediamo lungo Via Browing, sostando qua e là tra i tradizionali negozi e scoprendo tra un porticato ed un altro, i primi scorci sulla vallata.

Proseguendo per piazzetta San Pio X, ci ritroveremo in pochi passi a fianco al Duomo di Asolo. L’edificio ha avuto importanti rimaneggiamenti sin nel 1606, ad opera dell’architetto veneziano Giorgio Massari. La facciata conserva l’originario tratto romanico-gotico al centro della quale si può scorgere il mosaico rappresentante l’Assunta, patrona della città. Guardando a sud, si distingue la cinquecentesca cappella del Sacramento.

Dopo una visita all’interno del Duomo, proseguiamo salendo le scalette che fiancheggiano il Palazzo della Regione, incontreremo sulla nostra sinistra il Museo Civico e costeggiando le mura del museo, imbocchiamo la strada che porta al Castello.

Il Castello, risalente al X secolo, è uno dei simboli del borgo di Asolo. Della raffinata atmosfera rinascimentale, si conserva ben poco ma il castello mantiene inalterato il suo fascino e il suo mistero. Camminando lungo le mura, si resta ammaliati dallo splendido orizzonte che ti si apre davanti. Dalla Torre Reata e della Torre Civica si gode di uno straordinario panorama sulla città e sulla pianura.

Uscendo dal castello, incamminandoci per Via Canova, proseguiamo fino a raggiungere Casa Duse, sulla facciata della quale possiamo leggere alcuni versi che Gabriele d’Annunzio dedicò alla dimora dell’attrice.   

Sulla stessa via, poco più avanti, incontriamo la piccola chiesetta di Santa Caterina, merita una visita. La piccola chiesa, presenta all’esterno una semplice facciata a capanna. All’interno è interamente decorato da un ciclo di affreschi, rappresentanti scene tratte dalla vita della santa e dalla Passione di Gesù. Una piccola curiosità, l’iscrizione marmorea che si trova all’esterno della Chiesa dice che: “Qui è possibile ottenere l’indulgenza a chi bacerà la Santa Croce o a tutti quelli che ascolteranno la Santa Messa.

Proseguendo sulla sinistra, continuano la scoperta di Asolo, ci troveremo di fronte ad una collina sulla sommità della quale svetta Villa degli Armeni e sulla destra, la splendida facciata della Casa Longobarda.

In realtà di longobardo ha ben poco, sembra infatti che sia frutto del fraintendimento della traduzione di una iscrizione in lingua latina, voluta dal suo costruttore Francesco Graziolo. La facciata è rivestita di pietra tufacea ed è scolpita secondo il gusto manieristico, con volti caricaturali, scene della Genesi, segni zodiacali ed un elegante fregio marcapiano decorato con triglifi e metope.

Ripercorrendo la strada a ritroso, raggiungiamo piazza D’Annunzio, dove ci lasciamo trasportare dalla varie architetture delle abitazioni che incontriamo. Sbirciando tra di esse, continueremo a scorgere gli splendidi orizzonti di Asolo.

Incamminandoci verso la Rocca, raggiungiamo il centro storico, dove negozi di artigianato e bar tipici, ci avvolgono in un’atmosfera tutta asolana.

É il momento di una sosta, non possiamo non degustare un buon bicchiere dell’ottimo Prosecco Superiore di Asolo DOCG, accompagnato dal classico antipasto veneto, con soppressa affettata e polenta o da un bel primo piatto, il rinomato Risi e Bisi (risotto ai piselli). Se siete in stagione, il radicchio di Treviso sarà presente sulle tavole di ristoranti e trattorie. Se invece siete amanti dei dolci e volete provare i dolcetti tipici asolani, allora è d’obbligo assaggiare i Fiori di Asolo, dolcetti ripieni alla confettura (spesso di albicocche o di mirtilli) e la Pinza. Questo particolare dolce molto grande, che si gusta a fettine, in Veneto ha molte variazioni. Spostandovi anche di un solo comune, potreste trovare un dolce completamente diverso.

Dopo esserci ristorati con i piatti tipici e un buon bicchiere di vino, ripartiamo pieni di energie per affrontare la scalinata che del centro, porta alla Rocca. Imboccando la salita, non possiamo non notare sulla nostra destra, la maestosa Villa Scotti-Pasini. Lungo la scalinata, che ci porta alla Rocca, il nostro sguardo si perde nuovamente sulle valli ai piedi di Asolo.

Raggiungiamo la Rocca, altro importante simbolo della città, posta in vetta al monte Ricco. La sua costruzione risale tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII secolo. Dalla sua posizione strategica è possibile ammirare tutto il paesaggio circostante dalle Dolomiti a Venezia.

Dopo esserci scattati un paio di selfie, siamo pronti per scendere e terminare questo nostra visita di Asolo. Ritornati al centro storico, fermiamoci un attimo ad osservare l’Acquedotto Romano, che in dialetto locale si chiama “Bot” in piazza Angelo Brugnoli.

Questo acquedotto è riconosciuto come uno dei più interessanti acquedotti scavati in cunicolo nella roccia.

Ritorniamo verso il parcheggio e dedichiamo qualche minuto anche alla fontana maggiore. Questa fontana cinquecentesca, è ancora alimentata dall’acqua trasportata dall’antico acquedotto romano. Al centro spicca il Leone Alato di San marco.

Ora non ci resta che dedicare un pò di tempo per gli ultimi acquisti, per portarci a casa questa bellissima esperienza.

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