I bagliori del Lassithi

Alla scoperta dell'est di Creta grazie al viaggio vinto con Turisti per Caso Magazine!
Scritto da: giubren
i bagliori del lassithi
Partenza il: 13/07/2013
Ritorno il: 20/07/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
…di nuovo Creta, inaspettatamente.

Solo due anni fa avevamo girato l’isola con macchina a noleggio concentrandoci sulla parte centro-occidentale, senz’altro quella più interessante dal punto di vista storico paesaggistico.

Creta, la quinta isola del Mediterraneo per grandezza, difficilmente può essere scoperta per intero in 2 settimane, così il viaggio premio, opportunamente personalizzato, ci avrebbe offerto la possibilità di visitare anche la zona orientale e più selvaggia: il nomos del Lassithi.

Atterrati ad Heraklion, ritiriamo in aeroporto il nostro veicolo prenotato dall’Italia con la stessa agenzia a cui ci eravamo affidati la volta scorsa e raggiungiamo il Panorama Hotel ad Agia Pelagia, la struttura dove è previsto il nostro soggiorno per una settimana con formula all inclusive.

Vista la familiarità con le strade dell’isola, raggiungiamo l’hotel senza problemi. Agia Pelagia è una tranquilla località sulla costa nord di Creta, in parte rovinata dalla speculazione edilizia; le belle spiagge di Mononaftis e Psaromoura si affacciano su un mare cristallino, anche se sono strette e spesso molto affollate.

Il Panorama Hotel ci mette a disposizione una bella stanza ampia con affaccio sulla piscina e sul mare e, dopo aver sigillato i “famigerati” braccialetti al polso, ci lascia liberi di girare e di gustare le prelibatezze dell’enorme buffet.

Il personale è cortese, gli ospiti provengono da molti paesi diversi, anche dall’est Europa e l’atmosfera è rilassata… ma siamo troppo abituati ad essere indipendenti e rinchiuderci nel villaggio non permetterebbe di scoprire secondo i nostri ritmi il Lassithi. La mattina dopo carichiamo i bagagli in auto e facciamo rotta verso levante, torneremo al Panorama Hotel solamente per le ultime 2 giornate, pernottando per 4 notti in piccoli alberghi e pensioni e girando in piena autonomia.

La prima tappa è il villaggio di Kritsà, sulle colline antistanti la cittadina di Agios Nikolaos. Prima di entrare nell’abitato, visitiamo la Panagia i Kerà, una chiesetta del XIV secolo tra gli uliveti, che conserva al suo interno preziosi affreschi bizantini. Tra i vari santi ortodossi rappresentati nelle piccole navate, compare anche S.Francesco, data l’influenza che all’epoca aveva la cultura cattolica della Repubblica Serenissima, dominatrice di Creta per almeno due secoli.

Prima di soffermarci in paese, raggiungiamo le rovine dell’antica Latò, una città di epoca classico-ellenistica costruita dai Dori in cima a due colline.

Latò prosperava grazie ai commerci e al controllo del passaggio che la città aveva tra le due coste dell’isola: dall’alto delle acropoli si può infatti ammirare un ampio panorama sul golfo di Ieràpetra sul versante sud.

Latò è un’affascinante sito archeologico che si visita in quasi completa solitudine tra viste mozzafiato: una strada in salita e fiancheggiata da ciò che resta di antiche botteghe e residenze a terrazza conduce nell’agorà cittadina, dove si trova una profonda cisterna ed il basamento di un edificio squadrato forse impiegato per fini religiosi. Nell’acropoli a ovest, massicci megaliti circoscrivono con mura possenti l’antico tempio principale dove ancora è situato il basamento sul quale era riposta la statua della divinità che gli archeologi non sono stati in grado di identificare, essendo l’epigrafe ormai illeggibile. Terminata la visita, vaghiamo brevemente tra le stradine di Kritsà, nota per i suoi negozietti di ricami, fermandoci per pranzo in una deliziosa taverna all’ombra di un albero secolare.

In pochi minuti di macchina raggiungiamo la nostra prima sistemazione ad Amoudara, nei pressi di Agios Nikolaos, chiamata Villa Italiana. La gestisce l’affettuosa signora Rosa di origine siciliana, assolutamente coinvolgente nella sua calorosa ospitalità. Villa Italiana è circondata da uliveti ed i vari monolocali si affacciano su un rigoglioso giardino fiorito con alberi di agrumi che la signora Rosa cura personalmente. Parliamo con lei di fronte ad un caffè: il marito (greco) era impiegato su una nave ed assieme a lui Rosa ha avuto l’opportunità di conoscere un po’ tutti i paesi affacciati sul mar Nero e nel Mediterraneo orientale e di familiarizzare con le genti più diverse, un’esperienza di cui avrebbe fatto tesoro per la gestione della sua attuale attività.

Trascorriamo il pomeriggio presso la spiaggia sabbiosa di Voulisma di Istro, anche nota come Golden Beach.

Il giorno successivo, dopo l’abbondante colazione della sig.ra Rosa, lasciamo a malincuore Villa Italiana, il luogo che più di ogni altro ci sarebbe rimasto nel cuore in questo viaggio, dirigendoci a Ieràpetra di buon mattino.

L’intenzione è quella di imbarcarci per Chrysi, una piccola isoletta disabitata con mare cristallino. Ci rechiamo direttamente al porto e scegliamo l’imbarcazione che ci conviene di più per gli orari (partenza alle 11:00 con ritorno in città alle 18:00). Prima della traversata, iniziamo a familiarizzare con Ieràpetra ed il quartiere vecchio, non privo di un certo fascino. Koules è l’antica fortezza veneziana, che purtroppo abbiamo trovato chiusa durante il nostro soggiorno. Perdendoci nei vicoli, incrociamo la cosiddetta casa di Napoleone (dove si crede che il grande condottiero abbia pernottato in incognito prima di far rotta per l’Egitto) e la piccola moschea turca con la fontana per le abluzioni, che assieme alle palme della piazzetta costituiscono un pittoresco angolo esotico.

Chrysi si raggiunge in meno di un’ora di navigazione, l’isola ha sabbia chiara e nella sua spiaggia affacciata sulla costa nord (la Golden Beach) i colori e la trasparenza delle acque ricordano i Caraibi nelle giornate senza vento (purtroppo non siamo stati fortunati, un fortissimo Meltemi ha imperversato sull’isola durante il nostro viaggio, rendendo la temperatura estremamente gradevole ma poco praticabili alcune delle spiagge sabbiose). La flora all’interno di Chrysi è affascinante, con piante a cespuglio ed alberi di cedro dai rami contorti (gli stessi del Libano e gli unici presenti in Europa); solitarie baie tranquille e non attrezzate possono essere raggiunte a piedi dal punto di attracco.

Pernottiamo al Cretan Villa, albergo ricavato in una vecchia casa cretese con cortile ed arredato con estremo buon gusto dal simpatico Manos, il proprietario. La mattina seguente, visitato il locale museo archeologico ospitato presso una dismessa madrasa turca, ci dirigiamo verso la spiaggia di palme di Vai, con brevi soste intermedie.

Il sito minoico di Gournià è una vera sorpresa, piccole strade con l’acciottolato originale circoscrivono il sito caratterizzato dai muri perimetrali degli antichi edifici e del palazzo. Le vedute sul golfo di Mirabello e gli uliveti arricchiscono il fascino di questo sito archeologico, tra i più suggestivi del Lassithi. Durante la nostra visita, una folta squadra di archeologi americani lavorava sul posto, riportando alla luce fondamenta di mura e dissotterrando pazientemente frammenti di manufatti ed utensili.

La strada costiera per Vai è spesso in salita e rallentata da tornanti, ma i panorami invitano a fermarsi lungo il percorso: assolutamente irresistibile la vista sull’isola di Agios Nikolas oltre che sull’intero golfo di Mirabello presso un isolato ristorante… il profondo silenzio, l’aria tersa, la brezza marina e gli scintillanti colori del mare che si lasciano contemplare dall’alto della scogliera in tutte le sfumature di azzurro.

Superata Sitìa, il paesaggio diventa incredibilmente arido, caratteristica questa dell’estremità orientale di Creta ed in mezzo al nulla, si raggiunge un’altra tappa obbligatoria, il monastero Toploù che dall’esterno assomiglia ad una fortezza. Attraverso il cortile interno, dove diverse scalinate conducono al piano superiore inaccessibile ai visitatori, si accede al museo ed alla chiesa dove sono custoditi manoscritti ed antiche iconostasi.

Verso la costa, un fitto palmento preannuncia l’affascinante spiaggia di Vai e all’improvviso sembra di ritrovarsi in Africa. Il palmeto pare sia il maggiore d’Europa e, nonostante l’affollamento turistico, Vai rimane senz’altro un posto da non perdere.

Tre chilometri più a nord, le rovine di Itanos e della sua basilica paleocristiana si affacciano su baie tranquille ed isolate.

Nel tardo pomeriggio raggiungiamo le zone più remote del Lassithi, con destinazione Kato Zakros. La strada si inerpica sulle montagne, attraversando minuscoli villaggi tra uliveti sferzati dal vento.

Dopo aver raggiunto Zakros, attraversiamo altri sette chilometri per raggiungere la sua parte bassa (questo il significato di Kato), situata in una baia appartata dove sorgono di fronte al mare una manciata di ristorantini e stanze in affitto.

Alloggiamo in questo posto lontano da tutto per 2 notti presso le Athina Rooms, gestite dalla sottostante Taverna Akrogiali.

Kato Zakros è davvero un posto per totale relax, sono in pochi a raggiungere questo angolo segreto. Oltre il mare, nelle vicinanze sono state scoperte le rovine del quarto palazzo minoico per grandezza di Creta al quale lavorano incessantemente archeologi greci. La gola di Zakros (detta anche “dei morti” per la presenza di sepolture minoiche nelle grotte) può essere attraversata a piedi in circa 2 ore terminando il percorso nei pressi delle rovine, purtroppo per mancanza di tempo abbiamo dovuto rinunciare a questa escursione.

Da Kato Zakros raggiungiamo Xerokambos, forse il luogo più remoto di Creta che solo recentemente è stato collegato da una strada asfaltata, con diverse spiagge semideserte. Purtroppo, il fortissimo Meltemi ci avrebbe costretto a tornare sui nostri passi prima del previsto ritornando nella più riparata spiaggia di fronte la nostra stanza.

Il nostro viaggio sta per concludersi, così ripercorriamo la strada nel senso inverso per tornare nel villaggio all inclusive, non prima di fermasi nella cittadina di Sitìa per un paio d’ore.

Sul lungomare bordato di palme da dattero, si affacciano locali e ristoranti ed il centro, caratterizzato da bianchi edifici piuttosto moderni e da scalinate in salita, è dominato dalla Kazarma, piccola fortezza veneziana rimaneggiata durante la dominazione turca. Riusciamo anche a visitare l’interessante museo archeologico prima delle sua chiusura alle 15:00, che espone un’interessante collezione di pitoi (giare giganti) e sarcofagi minoici d’argilla, oltre ad altri artefatti e vasellame. In particolare, spicca il kouros di Paleokastro, una statuetta intagliata nell’avorio di ippopotamo con decorazioni in oro.

Rinfiliamo al polso i braccialetti e ci rimpossessiamo della nostra stanza al Panorama Hotel, concludendo la serata a bordo piscina nel mezzo dell’animazione del villaggio. La mattina seguente ci concediamo però un’ultima escursione all’altopiano del Lassithi, che da il nome all’intero nomos a est dell’isola.

L’altipiano è un luogo abitato sin dai tempi antichi e caratterizzato da un’intensa attività agricola. Lo scioglimento delle nevi dalle montagne circostanti in prossimità della bella stagione riempiva d’acqua il sottostante altipiano e per questo, sin dall’epoca veneziana, furono introdotti dei mulini a vento per il pompaggio e per l’irrigazione dei campi, onde evitare il formarsi di acquitrini. Oggi gran parte degli affascinanti mulini sono stati sostituiti da moderne pompe elettriche, tuttavia i tralicci metallici e le pale in disuso continuano a caratterizzare il paesaggio, punteggiato da piccoli villaggi che hanno mantenuto più che altrove l’architettura tradizionale. Attraversiamo Krasi soffermandoci ad ammirare gli antichi lavatoi e le fontane che un tempo rifornivano d’acqua il paese e poi Agios Georgios, con il suo piccolo museo del folklore. L’attrazione principale della vallata è però il Diktéon Antron (la grotta di Zeus) nei pressi del villaggio di Psyhrò, infatti è in questo luogo dove si concentra la gran parte dei visitatori. La leggenda vuole che Zeus, il re degli dei, fosse stato partorito in questa grotta per essere nascosto al padre Crono che divorava i suoi figli nel timore di essere da loro spodestato.

La grotta, ricca di formazioni calcaree di stalattiti e stalagmiti, si raggiunge dopo una salita a piedi di circa 15 minuti e poi, tramite una ripida scalinata, si scende fino alla parte inferiore dove le acque di un piccolo lago venivano impiegate per dissetare il giovane Zeus.

Si conclude così anche la nostra seconda avventura cretese, tra i bagliori del sole del Lassithi e dei suoi gioielli nascosti.

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cedro, isola di Chrissi



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