Hvar, un girone dell’inferno…
Le spiagge: l’isola offre fondali molto belli, paesaggi e fiordi spettacolari ma pochi accessi al mare e tutti antropizzati, cementificati e con varie case costruite nei pressi. Praticamente nessuna spiaggia di sabbia anche se nella zona di Jelsa e Mlaska il fondale marino è di sabbia chiara molto bella. Per lo più sono spiagge di ghiaia in belle insenature e spesso non sono troppo affollate. Queste quelle che abbiamo visitato:
– Pokrivenik: situata nel versante Nord dell’isola, dalla strada principale (da Securaj verso Jelsa), 1 km prima di arrivare a Zastrazisce si imbocca una stradina asfaltata che si addentra in una penisola e che, imboccando la prima strada a destra, conduce a questa spiaggia (mentre andando dritti a quella di Kruseva che è da evitare in quanto mal tenuta, sporchetta e baraccata di case). Questa spiaggia di ghiaia è piuttosto ampia, con un paesaggio suggestivo, e qualche costruzione (di cui un ristorante e un bar molto discreti) ma è vivibile, tranquilla e con un po’ di ombra. A noi è piaciuta.
– Zavala: situata a Sud dell’isola, è un tratto di costa di circa 2,5 km piuttosto accessibile con tante piccole spiagge molto antropizzate e cementificate. C’è un po’ meno gente che in altri posti ma non è certo un tratto selvaggio. Ci si arriva percorrendo una piccola strada asfaltata che parte da Jelsa e attraversa una montagna con una piccola galleria con senso unico alternato da semaforo. Zavala è un paesetto con tante casette vacanza e ristoranti che costeggiano un tratto di costa con scogli carini, piccole spiagge e calette, un po’ di pini e tanto cemento. La prima spiaggia è più affollata ma proseguendo a piedi per il facile sentiero in cemento potrete trovare calette e scogli meno affollati. L’ultima spiaggia a Ovest è detta Petrascica e ha una piccola grotta dietro la spiaggia.
– Dubovica: è tra le spiagge più suggestive e note dell’isole, raggiungibile solo a piedi e circondata da belle case in pietra (di cui un ristorante e una caffetteria). E’ situata sempre nel Sud dell’isola, a una decina di km a Est del paese di Hvar, dopo il bivio per Uvala Zarace, poco prima della lunga galleria. Occorre lasciare l’auto sui parcheggi sterrati affianco alla strada principale e scendere a piedi per un sentiero di circa 15 minuti. La spiaggia è piuttosto grande e ha un po’ di ombra. La costa è molto bella con grotte e ricchi fondali.
– Zencisca: è un’insenatura molto antropizzata e cementificata a Nord dell’isola a 2 km a Est di Jelsa. E’ molto comoda da arrivarci, ha parcheggio libero e ha sabbia bianca sott’acqua. Si tratta di un complesso turistico abbandonato e tutta la costa è di cemento. Fa un po’ impressione il senso di degrado ma è comunque una baia piacevole e molto vissuta dai turisti che amano la comodità. Diciamo che tutto sommato è carina.
– Grebisce: è l’insenatura del nostro campeggio, ha due piccole baie contigue, non è troppo antropizzata e ha sul fondale sabbia bianca. La spiaggia di sinistra è piccola, di ghiaia e mal tenuta, mentre quella di destra è piuttosto affollata e ha alla spalle un disco-bar molto chiassoso. E’ situata a circa 1 km a Est di Jelsa.
– Stiniva (Ovest): ci sono diverse insenature chiamate Stiniva in quest’isola e noi siamo andati in quella a Ovest. Si tratta di un complesso di case con un porticciolo e una chiesetta a Sud-Ovest di Stari Grad. Si arriva con una strada asfaltata (alla fine sterrata ma ben tenuta) e segnalata dal paese di Brusje. E’ un’insenatura molto vivibile, con casette molto curate (ma nessun ristorante o bar).
Di quest’isola non si può non apprezzare la bellezza dei porti e dei fiordi. Paesetti come Stari Grad, Vrboska, Jelsa sono veramente magnifici. Sono tipici paesi veneziani, con case in pietra, molto ben tenuti, puliti e vissuti dagli abitanti.
E ora arriviamo al girone dell’inferno…
Lunedì 16/07/2012
Verso le 18:00, sul versante Sud dell’isola (a Zavala) iniziamo a vedere una strana foschia. La sera mentre andiamo a mangiare a Stari Grad capiamo che non è foschia ma fumo e c’è decisamente odore da bruciato. Nulla di preoccupante in quanto il forte vento che arriva da Nord ci fa capire che il fumo arriva sicuramente dalla vicina isola di Brac. La sera andiamo a dormire nella nostra tenda al camping a Jelsa nel Nord dell’isola. Con il passare delle ore il fumo diventa sempre più denso e acre, ci bruciano gli occhi e la gola, ci manca il fiato, i bambini che ci sono in campeggio iniziano a tossire e piangere, i cani e gatti si lamentano e le centinaia di cicale che ci assordavano di notte sono tutte mute e cadono a terra stordite. Alle 4:00 di mattina non riusciamo più a respirare normalmente né a dormire, ci copriamo bocca e naso con un fazzoletto bagnato e iniziamo a smontare la tenda e caricare in auto per poter fuggire il prima possibile da una situazione da girone dantesco.
La mattina riusciamo a respirare un po’ meglio e possiamo fare a meno dei fazzoletti bagnati ma tutta l’isola di Hvar e gran parte di Brac sono avvolte dal fumo, è chiaro che non c’è scampo nell’isola e per respirare occorre aspettare il primo traghetto per Spalato. Certi che si trattasse di uno sfortunato incendio capitato a Brac chiediamo al gestore del camping dove fosse e qui abbiamo avuto una sorpresa ripugnante: non si trattava di un incendio fortuito ma della normale procedura con cui la discarica di Brac saltuariamente brucia le sue immondizie! Respirare fumo di spazzatura per una notte, venirne soffocati con la gola che ha smesso di bruciare solo giunti in Italia, avere tutti i vestiti che puzzano, scappare dalle nostre vacanze, dover aspettare fino alle 11:30 della mattina il traghetto sapendo cosa stavamo respirando, vedere che il fumo continuava a venire prodotto per tutta la mattinata e il 99% dei turisti rimanere ignaro nell’isola sono esperienze disgustose che ci fanno dire con certezza che a Hvar (e Brac) non ci metteremo più piede lasciandola ai temerari amanti dell’inquinamento.