Hong Kong in una settimana

Tra Victoria Harbour e i quartieri più caratteristici della metropoli
Scritto da: Ery81183
hong kong in una settimana
Partenza il: 21/08/2015
Ritorno il: 05/09/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
NB Il diario verrà suddiviso in 4 parti (o meglio in 4 diari) in quanto unire il tutto diventerebbe tutto troppo lungo! Singapore, Kuala Lumpur e Macao perciò saranno nel mio profilo nella lista dei diari.

Atterriamo puntualissimi all’aeroporto di Hong Kong che si trova sull’isoletta di Chek Lap Kok vicino a Lantau, a circa 40 km da Kowloon e HK. Decidiamo di prendere il bus A11 per arrivare ad HK Central così da poter godere della vista e di quello che ci aspetterà per i prossimi giorni. Appena attraversiamo il ponte davanti a noi si palesano i grandi e alti grattacieli che ci terranno compagnia durante tutto il nostro soggiorno, ma i cartelli autostradali scritti in cinese mi fanno rinsavire e in automatico mi giro verso Fra e mi viene da dirgli: “FRA, SIAMO IN CINA!”. Lui mi guarda incredulo e annuisce… ebbene sì… un altro viaggio che pensavamo impossibile si è appena avverato. Dopo circa 45 minuti dovuti al traffico ci troviamo nel centro dell’isola di HK (tenete presente che la parte alta al di là del ponte si chiama Kowloon) e vista l’emozione del momento, per fare più in fretta possibile prendiamo il taxi che ci porterà dritti dritti in hotel. Il nostro hotel (Bishop Lei) è situato non molto lontano dal centro, ma comunque sarebbe improbabile tornare su e giù ogni volta a piedi anche perché mi ricorda molto San Francisco dove le strade sono un saliscendi continuo. Non a caso siamo quasi su una collinetta che ci permetterà di vedere la città da un altro punto di vista.

Ormai si è fatto buio ma niente ci fermerà dal non visitare anche se per poco ciò che abbiamo vicino (neanche la mia febbriciattola da stanchezza), inoltre, il nostro hotel possiede un bus navetta gratuito ad orari che ci salverà parecchio dal dover prendere sempre i mezzi (grazie signor Bishop Lei!). La fermata della navetta ricade proprio sulla parte più centrale di HK: Central!

Se vi trovate qui effettivamente vi sentirete un po’ confusi perché ci si trova catapultati in una specie di Time Square dove sbucano da ogni parte grandi palazzi finanziari ed enormi centri commerciali tra cui il famoso Ifc Mall il quale è inconcepibile per me capirne le entrate (ha sottopassaggi e cavalcavia esterni, quindi passi dall’interno all’esterno per ritornare all’interno… va be’ mi sono già persa). Poi, diciamocela tutta, il bello di questo posto è che i mezzi di trasporto non mancano proprio, se viene il mal di piedi non si ha che l’imbarazzo della scelta: tram (ecco perché mi ricorda molto San Francisco), taxi (non super economici ma se po’ fa’ nei casi urgenti), metro (super efficiente), bus (a due piani stile English). Per cui non scoraggiatevi, ci sono tante cose da vedere ma HK è veramente ben servita.

Dopo le prime constatazioni ci scappa la voglia di correre a vedere i primi panorami mozzafiato e così su consiglio della mia amata e fedele Lonely ci rifugiamo nel Ifc mall per salire agli ultimi piani e ammirare ciò che Victoria Harbour ha da offrirci, e con il cuore pieno di gioia torniamo in albergo non dopo aver stuzzicato qualcosa nel primo fast food disponibile per strada (ce ne sono solo 9870900 nell’arco di 1 metro). Siamo solo all’inizio di quest’altra magnifica avventura.

Veniamo svegliati dalla luce accecante di questo sole… no, non è vero, non vedremo mai il sole fino alla fine del nostro soggiorno, ma chissene… io sono pronta in men che non si dica. Ho voglia di esplorare questa città e così partiamo dal quartiere di Shueng Wan che ho letteralmente amato, perché? Perché secondo me è la parte più autentica, più cinese (non dimentichiamo che Hong Kong è stata per tantissimo tempo una colonia Inglese e sotto certi aspetti lo sembra ancora), ho amato le stradine strette e piene di insegne, ho amato gli “odori”, i negozi anche un po’ originali come quelli che potete trovare a Wing Lok street tra ginseng e animali essiccati puzzolenti dei quali non ne ho ancora percepito la provenienza! Oppure il mercato a Queen’s road (Sheung Wan civic centre) nel quale potete vivere e capire le abitudini culinarie del posto e dove al piano superiore vengono cucinate direttamente le stesse pietanze, mentre da Ladder street troverete un sacco di negozi e bancarelle con cimeli antichi e bizzarri, dai cuscinetti cervicali con Mao Tse Tung ai poster erotici anni 30, statue, spille e oggetti che vorrete comprare nonostante la loro totale inutilità! Proseguite poi fino ad arrivare ad Hollywood Road dove tra un grattacielo e l’altro sbucherà il bellissimo Man Mo Temple. Costruito all’incirca nel 1842, è un tempio dedicato alla divinità della letteratura e alla divinità delle arti marziali. Sul soffitto sono appesi incensi a spirale per attirare l’attenzione dei due dei. Intorno viene donata frutta o incenso alle divinità dai fedeli, e ogni volta che viene fatta l’offerta vengono suonati un tamburo e un gong che creano un’atmosfera davvero mistica.

Passate poi per il PMQ, il nuovo polo artistico/commerciale in Aberdeen Street, veramente particolare e ricco di negozietti strani. Inutile dire che è meraviglioso perdersi per questo quartiere. Ogni angolo regala qualcosa di unico e imprevedibile…

Giriamo ancora un po’ a vuoto e verso sera, prima di cenare, ci rendiamo conto di essere veramente stanchi. Quindi perché non fare gli sboroni e andare a farsi un bel bagno ristoratore all’ultimo piano dell’hotel mandando foto ad amici e parenti in live per fargli contorcere un po’ le budella dall’invidia? Finito il bagnetto e con qualche maledizione tirataci addosso dagli amici torniamo al Ifc Mall per testare la cucina locale da Tasty Congee Noodle, consigliato da Lonely. Molto particolare e autentico e anche un po’ caruccio, però cucina e servizio di alto livello, sarebbe preferibile prenotare.

Terzo giorno ad HK, andiamo a fare colazione nel primo Mc Donald che troviamo e Fra giustamente deve leggere sul giornale le ultime notizie per tenersi costantemente aggiornato…

Non abbiamo tempo da perdere, oggi dobbiamo visitare il sud della penisola quindi raggiungiamo subito la stazione centrale dei bus ad Exchange Square,prendiamo il bus 6 (ad un costo veramente irrisorio) che andra’ direttamente a Stanley, la nostra prima tappa.

Scendiamo nella stazione dei pullman di Stanley e prima di vedere le attrazioni piu’ centrali decidiamo di raggiungere a piedi il cimitero militare che risulta un po’ piu’ distante, accoglie le spoglie dei militari che difesero Hong Kong dall’occupazione giapponese.

Tornando verso il centro non e’ difficile trovare i cartelli che indicano per lo Stanley market, il grande mercato che e’ la perdizione per chi come me adora acquistare souvenir di ogni tipo. N.B. consiglio vivamente la contrattazione per ottenere un po’ di sconti, e soprattutto fare un giro di ricognizione per poi cercare gli oggetti dove costano meno visto che hanno quasi tutti le stesse cose ma a prezzi diversi.

Proseguendo per il lungomare ci si trova davanti ad un tempio dedicato a Tin Hau che esternamente non e’ niente di che in quanto e’ stato modificato nel corso degli anni e ora si presenta come un blocco di cemento, ma all’interno e’ visibile un’enorme pelle di tigre (si dice che vista la grandezza sia pesata 90 kg) ed era stata trovata davanti al tempio nel 42, uccisa da un poliziotto indiano. Proprio vicino al tempio c’e’ il carinissimo centro commerciale nella Stanley Plaza. Ci fermiamo un po’ lì girovagando per i negozi e ci godiamo l’ultima passeggiata con un bel panorama, poi siccome i nostri stomaci iniziano a ribellarsi troviamo il mitico Paisano’s (puahahah ogni volta che lo vedevo e leggevo il nome mi veniva da ridere) dall’evidente parvenza di pizzeria Italiana che ci seguira’ anche altrove e ci salvera’ la vita in altre occasioni. Riprendiamo il bus 73 per Repulse Bay meta balneare dei cinesi nonostante l’acqua non sia dei colori migliori,ma comunque ben servita anche a livello di docce e spogliatoi ed una bella passeggiata da fare. Molto particolare e’ il grande palazzo che si vede proprio dalla spiaggia perche’ (riprendo dal paragrafo Lonely planet) “Secondo i principi del Feng Shui, sbarrare l’accesso al mare al drago che vive sulla montagna porta male, perche’ per farsi strada l’animale potrebbe abbattere l’edificio, E’ stato cosi’ realizzato un buco,per tenere a bada il drago e in piedi l’edificio,chiamato The Repulse bay”.

Sull’estremita’ meridionale inoltre si trova un’altro bel tempio con le statue giganti delle divinita’ Tin Hau and Kwun Yum, la particolarita’ di questo santuario sono i colori e le varie rappresentazioni di molte altre divinita’ sotto forma di animali. Riprendendo il bus 73 si va alla volta infine di Aberdeen dove anche qui e’ presente un Tin Hau temple (e’ una perseguitazione ormai) che pero’ si differenzia dagli altri. Costruito nel 1851, è dedicato alla dea del mare e protettore dei pescatori,al suo interno ci sono bellissime statue,altari per le donazioni e raffigurazioni murali meravigliose. A parte il buonissimo gelato Melona che si e’ pappato Fra durante il giro itinerante nel piccolo centro citta’, e a parte quella coppia di vecchietti dalle gambe storte che mi ricordano tanto gli anime giapponesi, un’altra bella attrazione e’ Jumbo, attrazione turistica di fama internazionale, ossia un moderno complesso di ristoranti galleggiante.

Si e’ fatta ormai sera e dopo circa un’oretta di viaggio spendiamo il nostro ultimo giorno sulla penisola di HK in un ristorante nel bellissimo quartiere di Soho che e’ ricco appunto di ristoranti di ogni genere, e mi sono goduta dei gustosissimi e penso fantastimeravigliosi noodle, credo i piu’ buoni che abbia mai mangiato in vita mia (effettivamente un po’ cari) in un ambientazione tipicamente cinese serviti dai due proprietari (credo) veramente ospitali e simpatici. Il ristorante si chiama China restaurant Manchu(ovvio no??!!) ed e’ in Elgin street.

Oggi partiamo per Macao (per leggere il diario cliccate su http://turistipercaso.it/macao/77018/macao-in-un-giorno.html), qui continuiamo con Hong Kong!

Da Macao prendiamo il ferry che stavolta ci traghetterà direttamente su Kowloon, la parte di HK sulla terraferma e la parte in cui avremo i ricordi piu’ divertenti della vacanza. Intanto il primo problema è: cercare l’hotel. E sì, certo, perche’ pare facile, soprattutto se l’indirizzo e’ Nathan road, una via di circa 5 km piena zeppa di hotel, smog, puzza di ogni genere e caos, se poi scopri che non ha neanche il numero civico mi viene proprio la voglia di spanciarmi dal ridere… Quindi niente… la prima cosa da fare e’ chiedere al primo essere vivente che potrebbe essere il responsabile del nostro triste ed incerto destino. La prima persona ci dice a 5 minuti, la seconda altri 5 minuti, la terza ci fa tornare indietro. Insomma, alla fine della fiera decidiamo di seguire l’istinto e cercarcelo da soli invocando ogni preghiera buddista. Non si sa come diavolo abbiamo fatto ma ad un certo punto,nascosto tra i mille palazzi e i miliardi di insegne, con un’entrata piccola piccola e tutta fatiscente lo troviamo!

Ci sono circa 30 gradi con il 200% di umidita’, fa caldo, siamo già stanchi, entriamo all’ingresso, ci accoglie un ventilatore sgangherato scricchiolante e luci che vanno ad intermittenza come nei film horror, davanti a noi due ascensori (cos’e’? Sliding door?!), quale diavolo dovremmo prendere? Insegne zero, fa ancora caldo, si apre un ascensore e capiamo che portera’ ai piani pari quindi l’altro ai dispari. Ci guardiamo intorno, ci sono cartelli solo scritti in cinese, pensiamo di prenderne uno qualsiasi e tentare la fortuna. Sono solo 15 piani in fondo…

Non facciamo neanche in tempo a salire sul primo che si affaccia una paffuta e tascabile signora e tentiamo di intraprendere un discorso! Ovviamente nessuno dei 3 capisce una cippa lippa, ma la signora nel frattempo decide di insegnare a Fra i numeri in cinese…(pure in Giappone era successo! Signore anziane+Fra+numeri=successo assicurato!).

Arriviamo al decimo piano, usciamo e nonostante tutto la sciuretta aveva capito cosa le stessimo chiedendo! Passiamo il corridoio (sempre fatiscente eh…) ed entriamo dall’unica porta disponibile, c’e’ una minuscola hall, un minuscolo corridoio e altre 3 porte, ecco la guest house. Aspettiamo 5 minuti e la sciura continua a parlarci anche dentro l’albergo non connettendo comunque un discorso di senso compiuto. A un certo punto urla qualcosa guardando una porta ed esce un uomo sulla quarantina tutto ansimante pieno zeppo di sudore dal faccino troppo simpatico. Infatti ci accoglie con un sorrisone e con una stretta di mano bella umida. Dice giusto due parole in inglese e per il resto balbetta tutto ansioso. Non so come, ma capiamo pure che la sciura e’ la madre e infatti lo cazzia solo come una madre puo’ fare! Era tutto impegnato a pulirci la camera di 15 mq circa (giusto lo spazio per il letto ed il bagno) e sbrighiamo le pratiche del check in. Intanto Fra sente uno strano odore provenire dal corridoio, esce e vede un fumo nero venire verso di noi. A lui viene il panico, io che ancora non avevo capito bene la situazione lo vedo rientrare tutto agitato e dice: “Oh sciura… qua si sta appicciann’ tutt’ a Maronn! Ci sta o’fuoco… fire!” alche’ a me viene da ridere fino alle lacrime per la circostanza assurda, perche’ nel suo arrancante poliglottismo (ben 3 lingue: lombardo, napoletano ed inglese) non si capiva se stesse scherzando o no e la signora gli rideva in faccia con nonchalance… Alla fine si fa capire ed il figlio ci spiega in qualche modo che non erano altro che gli incensi spenti con uno straccio per la preghiera!

Mappa in mano,ancora con i crampi dal ridere,percorriamo un pezzo di Nathan road,ci fermiamo al Kfc per un panino di 50 kg veloce ed entriamo qualche passo piu’ in giu’ ad In’s point,un piccolo centro commerciale pieno di negozi adatti ai fan degli anime e dei cartoni animati degli anni 80/90. Inoltre c’e’ anche un piccolo museo dedicato a Bruce Lee. Arriviamo quasi al molo passando per il Kowloon park dove tutti si riposano sotto qualche albero. Al di la’ del parco c’e’ un mercato molto carino e sbuchiamo infine nel lussuoso 1881 Heritage dove si sta svolgendo pure un matrimonio. Eccoci finalmente davanti al Canton railway clock tower sul molo, da qui parte l’Avenue of stars, creata come ispirazione della Avenue of Stars di Hollywood. Durante la camminata si possono incrociare molte stelle del cinema tra cui ovviamente il grande Bruce Lee al quale viene anche dedicata una bellissima statua in bronzo qualche metro piu’ avanti. Da questo punto si puo’ ammirare inoltre la bellissima vista sul Victoria Harbour, cosa che faremo anche di sera per fotografare il gioco di riflessi ed il suo magnifico skyline. Per chi volesse si puo’ fare una traversata sul mitico Star Ferry.

Un’altra bellissima attrazione a poche fermate di metro (Diamond Hill) e’ il complesso Chi Lin Nunnery che consiglio assolutamente di non perdere. Immerso nel caos della citta’ questo complesso che ospita le suore buddiste riesce a far dimenticare tutto cio’ che lo circonda se non fosse che dalle foto sbucano i grattacieli. All’entrata viene data una mappa con i percorsi da seguire tra laghetti con carpe koi e ninfee, cascate, ponti, bonsai, un bellissimo padiglione in legno il tutto in una solenne e pacifica atmosfera, c’e’ anche una piccola boutique dove acquistare souvenir. Arriva la sera e nei nostri programmi c’e’ una cosa che adoro particolarmente quando visito nuovi paesi: i mercati del posto. Ecco allora che ci troviamo a girovagare per le bancarelle infinite del Temple night market dove tutto si anima e ci si ritrova nel caos piu’ profondo tra merce falsa (sto ancora ridendo/imprecando per le 15 chiavette usb pagate poco ma non funzionanti ora usate come portachiavi), odori di cibo da strada e tante luci e colori. Dopo aver comprato oggetti inutilissimi ci infiliamo nel primo ramen restaurant a prezzi veramente stracciati con tanto di ruttone di gradimento da parte del nostro vicino di tavolo detto anche “risucchiatore folle di zuppe”. Insomma, un maestro del bon ton!

Dopo cena facciamo una bella passeggiata fino ad arrivare al Victoria Harbour per godersi un panorama magnifico. Ahime’, arriva l’ultimo giorno di pacchie e abbiamo in programma di andare a vedere il Grande Budda sull’isola di Lantau, quindi prendiamo la metro e iniziamo a incamminarci verso la stazione della funivia che ci portera’ in alto alla collina. Davanti a noi altre 800 persone il che ci fa venire il dubbio che forse non sia stata la giornata adatta per affrontare questa visita. Passa mezz’ora e siamo ancora nello stesso punto della coda. Iniziamo a spazientirci, ci guardiamo e pensiamo tutti e due alla stessa cosa: direzione Disneyland! So che sarebbe stata una bellissima esperienza (quella del Budda intendo) ma il Peter Pan che c’e’ in noi pulsa piu’ che mai ed oltretutto siamo a due passi da lei! Torniamo indietro e scendiamo a Sunny bay dove ci sara’ l’interscambio con la metro rosa che e’ stata creata apposta per recarsi al parco. Appena metto piede su questa metro mi viene da piangere come una teenager… tutto richiama Topolino! Dai finestrini al corrimano… non ci posso credere, e’ tutto cosi’ meraviglioso! Ovviamente come tutti i parchi Disney la tariffa e’ da infarto, inoltre non si puo’ portare dentro del cibo, quindi saremo obbligati a trangugiare le due mega baguette a testa fatte da Subway pensando di fare la furbata, invece ha vinto il signor Disney! Se posso dire… una piccola delusione l’ho avuta. Speravo di vedere i personaggi con gli occhi a mandorla, invece ho scoperto amaramente che usano solo gli occidentali per mantenere la somiglianza con i personaggi… mannaggia! (vi immaginate quanto potesse essere carino Peter Pan orientale? O che ne so… Alice nel paese delle meraviglie con gli occhi a mandorla? Ditelo che vi vien da ridere solo all’idea!). Torniamo la sera stanchi morti ma con una soddisfazione tale da farci dimenticare il pentimento per non essere andati dal Grande Budda…scusa signor Budda…

Ultimo giorno di vacanza, ho una tristezza nel cuore che non si puo’ descrivere. Sto per chiudere un altro capitolo di viaggio e, nonostante la stanchezza, la forza per continuare c’e’, ma purtroppo e’ ora di tornare a casa. Facciamo un ultimo giro nella nostra zona per assaporare cio’ che HK ha ancora in serbo per noi, e infatti veniamo soddisfatti pienamente. Viviamo le ultime ore come gente del posto, giriamo per le vie del Ladies market tra negozi e bancarelle con cibo da strada sempre tra caos, smog, puzze, cartelli ovunque e colori. Credo proprio che anche questa citta’ mi manchera’ molto.

Arrivederci Hong Kong!



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