Honeymoon tra New York e Polinesia
La Polinesia è un insieme di arcipelaghi ed atolli dispersi nell’area meridionale del Pacifico.
I colori delle lagune, il verde della lussureggiante vegetazione, i colori del cielo durante i tramonti vi regaleranno emozioni non ripetibili e realmente uniche.
Lagune azzurrissime, isole verdi con alte montagne ricoperte di lussureggiante vegetazione, rendono le isole della Società posti unici al mondo, le cui acque sono comparabili solamente a quelle delle isole Maldive.
Il tour dell’isola di Bora Bora, la cui laguna dalle acque azzurre e cristalline con lo sfondo del vulcano verdissimo di Bora Bora vi lasceranno un ricordo indelebile; la selvaggia Huahine, ove farete dei bagni in spiaggette da sogno con solo il rumore degli uccelli della foresta, suoni che difficilmente sentirete in altri posti.
L’arcipelago delle Tuamotu invece offre atolli selvaggi con isole meno turistiche, contorniate da migliaia di motu (isolotti) disabitati dalle sabbia candide, rosa ed altre sfumature ancora.
Incontrerete persone che vivono in questi isolotti sperduti in mezzo all’Oceano Pacifico, capaci di adattarsi a vivere in questi angoli del pianeta dove la tecnologia e gli agi non sono ancora arrivati.
Se visiterete Rangiroa, tappa obbligata sarà l’escursione alla Blue Lagoon, a nostro paraere il posto più bello (per non dire paradisiaco) di tutta la Polinesia e a detta di molti posto unico al mondo per bellezza.
In altre occasioni abbiamo avuto la fortuna di visitare altri posti, da Zanzibar alle Maldive, dal Mar Rosso alla Tunisia, fino ai caldi mari Caraibici, ma le sensazioni che vi lasceranno le isole polinesiane saranno realmente qualcosa di unico : i paesaggi che vedrete, i colori della vegetazione e le sfumature del cielo durante il tramonto saranno realmente unici.
Il mio non intende essere un resoconto dettagliato dei posti, ma un formulario di info utili per chi si accinge a preparare un viaggio in Polinesia.
Per non tediare chi legge evito appositamente di scendere nei dettagli, dando maggior risalto alle emozioni che i posti mi hanno lasciato.
Non aggiungo altro per non togliervi la sorpresa…
DIARIO DI VIAGGIO Tot. 26 giorni, comprese soste a New York.
Due arcipelaghi visitati :Arcipelago della Società e Tuamotu, in tutto 6 isole.
Finalmente si parte per il tanto atteso viaggio di nozze in Polinesia che dopo attente valutazioni e leggendo quasi tutti i commenti di altri turisti in questo sito, decidiamo di prenotare tramite la ns. Agenzia viaggi di fiducia.
Dopo aver celebrato il nostro matrimonio sabato 21 luglio 2007, il lunedì seguente alle ore 4:00 partiamo da casa con direzione Milano Malpensa, volo Alitalia previsto per le ore 10:00 e con destinazione New York.
Ho avuto la fortuna di visitare altri posti in giro per il mondo, quindi ho dato il giusto peso a tutto, ponderando le emozioni prima di scrivere.
La gente polinesiana, al contrario di quello che viene detto non è affatto gentile e cordiale, anzi.
Lo saranno anche, ma quando paghi 120 euro per un’escursione in barca sono capaci tutti ad essere gentili e sembra quasi che il piatto di pesce crudo che ti viene “gentilmente offerto” sia quasi una cortesia nei tuoi confronti.
New York 23/07-25/07 Edison Hotel – Times Square Dopo il caldo afoso del giorno del matrimonio, all’arrivo a New York ci ha accolto una pioggia insistente, ma è comunque forte l’emozione di visitare nuovamente (già visitata l’anno precedente) una città così suggestiva e particolare. Decidiamo di utilizzare il “Supershuttle Manhattan” per trasferirci all’Hotel Edison che abbiamo prenotato tramite internet senza intermediazione dell’agenzia(sia l’Hotel che il Supershuttle). L’Hotel si trova in posizione centralissima (vicinissimo a Rockefeller Center e Times Square) e la camera era molto accogliente e spaziosa (salottino compreso).
Con la pioggia è ovviamente tutto più difficile ma, acquistato un ombrellino in un negozio del centro, ci avventuriamo per le strade di Manhattan: la fontana di Rockefeller Plaza, la Fifthy Avenue, l’entrata sud di Central Park, sempre comunque pronti a catturare con l’obbiettivo della ns Canon digitale quell’atmosfera newyorkese che la pioggia ha reso ancora più interessante.
Il giorno seguente, fortunatamente, ci attende una splendida giornata di sole e quindi dopo una sempre ottima colazione allo Starbucks Coffee sotto i grattacieli di Times Square ci incamminiamo per la fermata della subway newyorkese, destinazione Wall Street, il distretto finanziario.
Alle otto di mattina è impressionante quanta gente si incontra per strada. Dopo avere percorso Wall Street ci dirigiamo verso Battery Park, dove partono i traghetti per Liberty Island.
Vista la fila, decidiamo di dirigerci sul ponte di Brooklyn che attraversiamo in entrambi i sensi.
Breve visita al Century 21 dove nonostante i prezzi favorevoli non comperiamo nulla per non avere sovrappesi durante il lungo viaggio che ci aspetta.
Percorrendo Liberty Street ci dirigiamo a Ground Zero per vedere rispetto all’anno scorso i lavori per la Freedom Tower, il grattacielo più alto al mondo che sorgerà al posto del World Trade Center e notiamo che le enormi fondamenta sono quasi completate, compresi i tunnel per la subway.
Entriamo quindi nel World Financial Center, un complesso di 4 palazzi (grattacieli) cui trovano sede importanti aziende di consulenze e negozi, posto immediatamente a ridosso di Ground Zero.
Un’ampia vetrata offre una suggestiva veduta di Ground Zero,all’uscita sosta con pizza in un localino e via verso Rockefeller Center.
Saliamo al Top Of the Rocks dal quale ci godiamo lo spettacolo di Manhattan vista dall’alto.
Siamo leggermente più bassi dell’Empire State Building che si distingue, ma si è più vicini a Central Park.
Foto di rito e via verso Times Sqaure.
Al tramonto crociera attorno Manhattan, dal molo fino al palazzo dell’ONU.
Il giorno seguente attraversamento di Central Park da nord a Sud lungo il West Side e via in aeroporto dopo una meritata bistecca da Tad’s Steaks.
Stavolta utilizziamo la subway e l’Air Train che è un trenino che fa il giro di tutti i terminal del JFK.
Altro che supershuttle : con soli 7$ a persona in meno di un’ora arrivi all’aeroporto.
Peccato che ho già prenotato il supershuttle anche per il ritorno.
Dopo un lungo check-in finalmente ci imbarchiamo sull’Airbus dell’Air Tahiti, che emozione : si parte.
Papeete 26/07 Hotel Mandarin – Standard room Dopo un lungo volo di 13 ore filato liscio come l’olio atterriamo a Tahiti all’aeroporto int. Di Faaa.
L’emozione ti fa subito scordare le lunghe ore di volo e non ti rendi neanche conto di essere a più di 20.000Km da casa, nella parte opposta del mondo e con 12 ore di fuso orario di differenza, Azzeccatissima la scelta di sostare 3 giorni a New York, il volo è meno pesante del previsto.
Appena sbarcati si sente l’odore del Tiarè, odore che ci accompagnerà per tutto il soggiorno in Polinesia.
Collana di fiori, consegna dei voucher e via verso il Mandarin, Hotel situato proprio nel centro di Papeete, nelle immediate vicinanze del mercato e scelto per tale motivo.
Dopo una bella doccia e un sonno ristoratore nell’assoluta tranquillità del quinto piano del Mandarin ci svegliamo per la visita del mercato, per cambiare i soldi e per visitare il centro.
Trascorriamo la mattinata per le vie del centro ove pranziamo con la specialità del posto : le baguette con insalata e prosciutto, veramente squisite.
Peccato non avere qualche giorno a disposizione per visitare l’interno dell’isola.
Mercato a parte, Tahiti non ci entusiasma, sarà per il traffico, ma siamo felici di partire alla volta di Moorea, qui inizia il vero sogno polinesiano.
Alle undici in punto la reception molto “gentilmente” ci avvisa in camera via telefono che è ora del check-out.
Moorea 26/07-29/07 Hotel Hibiscus – Garden Bungalow Dopo un brevissimo volo “suggestivo” con Air Moorea atterriamo con qualche scossone nel piccolo scalo di Moorea.
Moorea, a soli 19Km da Papeete con la sua sagoma inconfondibile vi stupirà per la rigogliosa vegetazione, senza forse la più bella delle isole della società (ho detto come isola, non come laguna o spiagge).
Prenotiamo subito l’escursione Jeep Safari in 4×4 , consigliatissima.
Soggiorniamo all’Hotel Hibiscus, nell’insieme il giudizio è sufficiente.
La nostra sistemazione è un garden bungalow, per la precisione il numero 6 , ma la prima notte verso le due del mattino scopriamo che il nostro bungalow è proprio attiguo ad un arbusto alto 5 o 6 metri, dove alloggiano galli e galline!! Dalle due fino a mattino inoltrato impossibile dormire.
Al mattino la colazione viene servita su una terrazza affacciata sul mare, da cui si gode la calma della laguna.
La spiaggetta dell’albergo non è un granché, decidiamo quindi di noleggiare due bici dal gestore italiano dell’Hibiscus, sì avete capito bene : italiano ! Rassegnati oramai di incontrare solo scortesi francesi (non avevo nulla contro i francesi, dopo la luna di miele ho cambiato opinione), convinto di fare bella figura diciamo : Oh finalmente un italiano.
Senonchè il nostro interlocutore, ci risponde seccamente dicendo : “Eh sì, cosa volete, ognuno porta con sé le sue disgrazie”.
Chiudo l’argomento per non scendere in inutili commenti polemici!!! Tornando alle spiagge, il bello deve ancora venire : il secondo giorno procediamo verso est lungo la spiaggia.
Si incontra quello che rimane del Club Med Moorea, un villaggio chiuso chissà per quali motivi, ma che a suo tempo doveva essere veramente bello.
Unico scempio la costruzione in cemento dove c’era la discoteca proprio sul mare.
Gli ampi bungalow con le grandi vetrate sul mare sono in netto stato di abbandono e qualche abitante del posto ci sta inserendo dentro le proprie suppellettili, forse si sta preparando la casa vacanze.
Procedendo altri 5 minuti, si incontra una spiaggetta solitaria proprio di fronte a un motu ( i motu sono gli isolotti che formano l’atollo, separati tra loro da canali chiamati hoa).
Questa che era la spiaggetta del Club Med Moorea ci regala dei momenti magici : l’azzurro di questo tratto di mare è quasi accecante e ora che scorro le foto posso dire che neanche a Bora Bora abbiamo trovato dei colori simili.
Consiglio vivamente : l’escursione in jeep 4×4 alla scoperta dell’isola : un simpatico signore francese ci accompagna per scoscesi sentieri, talmente scoscesi che la jeep fa fatica a salire ! Il panorama che si gode è stupendo quando si arriva al belvedere da cui si vedono le due baie Oponohu e Cook.
Impressionante il verde che si ammira dove c’era una volta il cratere del vulcano, vi ricordo che Moorea è un’isola vulcanica.
Piantagioni di ananas e di vaniglia la fanno da padrone.
L’escursione prevede inoltre una sosta in una fabbrica di succhi a fondovalle dove assaggerete succhi sia alcolici che analcolici a dir poco squisiti.
Credo di non aver mai bevuto succhi così gustosi in vita mia.
Qui a Moorea i tramonti sono stupendi, il cielo ad un certo punto diventa quasi viola.
Trascorriamo così gli altri giorni… Huahine 29/07-02/08 Hotel Realais Mahana – Deluxe Beach Bungalow Huahine, la più selvaggia delle isole della Società è forse quella che tirando le somme ci piace di più, il vero paradiso tropicale.
Alloggiamo al Relais Mahana in una deluxe Beach Bungalow.
Questo resort è appena stato rinnovato, il nostro bungalow è nuovo, si affaccia sulla laguna, al suo interno offre dotazioni di lusso, faretti che illuminano a spot, TV LCD, un bagno con doccia all’aperto.
Anche qui l’accoglienza non è delle migliori e cominciano a pensare che non sia un caso, ma che la scortesia regni sovrana in Polinesia.
Il resort è situato a Huaine Iti, separata da un ponte da Huahine Nui.
Essendo l’aeroporto situato nella parte opposta rispetto al resort, attraversiamo tutta l’isola per raggiungere il Mahana e possiamo così renderci conto che la scelta è azzeccata.
A dire il vero avevamo inizialmente chiesto il Mauarii, ma non essendoci più posto l’agenzia ci ha prenotato il Relais Mahana.
Per fortuna, visto che il Muarii oltre a essere fatiscente aveva i topi morti sulla spiaggia. Mi dispiace quindi contrariare chi ne parla bene nei vari commenti che ho letto in internet.
Tornando al Mahana, qui trascorriamo i 5 giorni più belli di tutta la luna di miele.
La laguna fronte spiaggia è stupenda, la spiaggia altrettanto.
Le giornate passano tra bagni in spiaggette solitarie ove la foresta arriva fino al mare, lasciando qualche fazzoletto di sabbia bianchissima e finissima ove stendere i teli mare.
Il rumore di sottofondo è quello degli uccelli della foresta, rumori che finora avevo sentito solo nei film tipo The Beach con Di Caprio e che non sentirò neanche nelle Tuamotu.
Il tempo trascorre tra un bagno e l’altro, facendo le traversate della laguna in kayak.
Facciamo conoscenza con una coppia di Roma anche loro in viaggio di nozze. Ci troviamo subito bene con loro, in quanto a modo di pensare siamo molto simili.
Ci raccontano delle loro disavventure occorse nel tour degli USA, che sfortuna… Unica nota dolente del Relais Mahana è il ristorante al suo interno che apre solo la sera, per non parlare del suo titolare. Posto carissimo, cucina particolare alla francese, porzioni misere con cameriere sgarbate.
Il padrone ovviamente francese del ristorante oltre a farci pagare 50 Euro per aver mangiato praticamente niente, per non farci lo sconto di 5 CFP pari a 0,04 Euro, ha preferito cambiarci 10.000 CFP!! Incredibile no ? Le serate seguenti optiamo per la vicina Chez Tara, tipica trattoria polinesiana posta su un tratto di spiaggia,dove una gentile signora vi preparerà dei bei piatti di pesce o bistecche di manzo con le patatine fritte. Anche qui si spende molto, ma se non altro le porzioni sono abbondanti e la padrona è gentilissima tanto che l’ultima sera ci regala una bellissima collana di conchiglie. Anche l’atmosfera è particolare, romantica e suggestiva allo stesso tempo.
Bora Bora 02/08-07/08 Pension Temanuata Beach – Garden Bungalow Che peccato lasciare Huahine, ma ci aspetta la perla del Pacifico.
All’imbarco a Huahine chiedo quale sia il lato migliore dell’aereo per vedere Bora Bora dall’alto, ma l’indicazione che mi danno non sembra essere quella giusta, così sorvolando Raiatea e Tahaa crediamo di essere su Bora Bora! All’arrivo lo scenario cambia : L’aeroporto, situato su un motu e collegato all’isola tramite un efficiente servizio di traghetti è molto più affollato dei precedenti e non sembra affatto di essere in Polinesia.
Il tragitto prevede l’attraversamento della laguna e si vedono i resort più esclusivi, vedo il Pearl Beach Resort ed altri.
Il colore della laguna è qualcosa di incredibile, ho scattato delle foto al porto e l’azzurro che si vede è degno delle spiagge più belle delle Maldive.
Alloggeremo per 6 giorni al Temanuata Beach, piccolo resort composto da pochi bungalow.
La posizione è ottima in quanto è proprio di fianco all’Intercontinental, di fianco alla spiaggia di Punta Matira.
Anche qui troviamo una signora francese che gestisce il piccolo resort, manco a farlo apposta molto scortese con noi italiani; per questo ed altri motivi l’antipatica signora si guadagna il soprannome “la sdentata”.
La spiaggia di Punta Matira è veramente bella se non fosse per i resort e le costruzioni in cemento che la circondano.
Bora Bora è troppo turistica per i nostri gusti, decisamente meglio i resort sui motu, ma che prezzi! La sera i tramonti da Punta Matira sono imperdibili, quante foto! Facendo il bagno si incontrano spesso le razze che rincorrere non è davvero facile neanche se dotati di pinne.
Il secondo giorno piove tutto il giorno e fa anche freddo, nonostante il tempo andiamo a piedi seguendo la strada fino ad arrivare al Club Med che visitiamo.
Terzo giorno : All’inizio della spiaggia si trova il Chez Nono piccolo resort situato sul punto più bello del tratto.
E’ lì che prenotiamo il tour della laguna in piroga a motore, una simpaticissima ragazza polinesiana ci spiega tutte le gite (magari avessimo avuto la stessa cortesia dall’antipatica francese che gestisce il Temanuata).
Quando la ragazza viene a sapere che il cognome di mia moglie è lo stesso della sua famiglia da parte materna inizia “l’interrogatorio”.
La ragazza è stupita e stenta a crederci, quando le mostriamo la carta d’identità ne fa una copia da mostrare a parenti ed amici, nel giro di qualche minuto diventiamo l’attrazione del villaggio.
E’ convinta che mia moglie abbia origini polinesiane e che sia sua lontana parente, in virtù di questo fatto ci sconta l’escursione; che gentile pensiamo noi.
L’escursione è guidata da una coppia di polinesiani con figlio a bordo e prevede varie soste tra cui lo snorkeling nel giardino di coralli (niente di eccezionale), lo shark feeding, il pranzo su un motu, il manta feeding.
Il tour di Bora Bora dalla laguna vi regalerà immagini uniche, la laguna è immensa e circonda tutta l’isola.
Che colori vicino al Meridien o al St.Regis.
Ci fermiamo in mezzo alla laguna, l’acqua da azzurro chiaro diventa blu scuro tutto d’un tratto : la profondità passa da 40cm a qualche centinaio di metri e siamo di fronte alla sagoma maestosa di Bora Bora con la sua vetta sempre avvolta dalle nuvole.
Bora bora vista dalla laguna è meravigliosa e si rende onore al suo appellativo di perla del pacifico.
Le sere andiamo quasi sempre a cenare al ristorante sulla spiaggia del vicino Maitai, resort con bungalow overwater ad un prezzo ragionevole.
Che bello cenare lì, unico neo i dieci minuti a piedi lungo la strada a tratti molto bui e spesso frequentati da pessimi personaggi che passano con gli scooter.
Purtroppo a Punta Matira bisogna stare attenti a chiudere bene i bungalow anche quando si dorme perché i furti sono frequenti.
La sera, dopo cena abbiamo scelto di andare all’Intercontinental Resort dove ci sarà lo spettacolo caratteristico del folklore polinesiano.
Un gruppo di ragazzi e ragazze esegue balli locali, alla fine il momento più entusiasmante è quando due ragazzi si esibiscono in danze e giochi con il fuoco.
Riprendiamo tutto con la nostra videocamera, quasi un’ora in totale… Al termine visitiamo la struttura del lussuoso resort, chissà che bello dev’essere dormire sugli overwater pensiamo, con tutte quelle lucette, chissà che intimità, di certo non avranno i gechi in camera come noi.
Quando vediamo i prezzi dei bungalow torniamo mogi mogi al Temanuata, cmq per la cronaca ho letto di turisti che hanno trovati i gechi anche al Pearl Beach.
Escursione al Lagoonarium : ve la sconsiglio perché oltre a costare molti soldi non offre nulla di particolare a parte quattro squaletti liberi di nuotare assieme ai turisti in un tratto di mare racchiuso da una rete metallica.
Che dire della signora del Bora Bora Lagoonarium che quando le abbiamo chiesto lo sconto di qualche franco, per l’equivalente di una frazione di euro ci ha detto in malo modo : Italian people no good.
Ma stiamo scherzando ? La gente spende migliaia di euro per visitare le loro isole e questo è il trattamento ? Trascorriamo sia domenica che lunedì nella splendida spiaggia di Punta Matira; domenica la spiaggia è affollata di gente del posto, il giorno dopo invece la lunga spiaggia ce la godiamo noi e qualche altra coppia di italiani.
Rangiroa 07/08-11/08 Pension Tuanake – Deluxe Beach Bungalow Rangiroa è il più grande atollo delle Tuamotu, atollo totalmente differente da quelli della Società.
Qui niente montagne, ma laguna da una parte e oceano dall’altra separati da una striscia di terra larga qualche centinaia di metri.
Una serie di motu (isolotti) separati l’uno dall’altro da stretti canali formano l’atollo di Rangiroa, a forma di ovale.
All’interno la laguna e al di fuori ovviamente l’oceano che ove trova il varco nella barriera corallina si infila nella laguna attraverso i Pass.
Il Motu dove si trovano gli alberghi è una striscia di terra lunga 12 Km circa, ad un estremo si trova il Tiputa Pass e dall’altro Avatoru Pass, attraverso i quali l’oceano entra nella laguna, che data la sua vastità tanto laguna poi non è.
Noleggiamo le bici, che esose le tariffe comunque non importa.
Tra un temporale e l’altro percorriamo con le bici tutto il motu da un pass all’altro.
Decisamente molto più suggestivo il Tiputa Pass rispetto ad Avatoru.
Ascoltiamo il consiglio del padrone della Pension Tuanake : alle 17 andiamo al Tiputa Pass a vedere i delfini.
Ed ecco che tutto ad un tratto il cielo da nuvoloso che era diventa nero ed arriva un acquazzone incredibile.
L’unico riparo ce lo fornisce una cabina elettrica dove troviamo altre due coppie di italiani : una l’avevamo conosciuta a Bora Bora e l’altra la ritroveremo a Tikehau.
Tra uno scroscio di pioggia e l’altro vediamo qualche delfino saltare tra le onde.
Il secondo giorno riprendiamo le bici e procedendo in direzione Tiputa ci fermiamo prima a comprare della frutta da un francese che ha un negozietto lungo la strada e poi, giunti all’altezza del Kia Ora Village optiamo per stenderci a prendere il sole lungo la spiaggia sul lato Oceano.
La spiaggia è una enorme distesa di corallo bianco e conchiglie, siamo da soli a parte un’altra coppia di turisti che come noi si sta godendo il sole, che raggi per essere nel loro inverno.
Sulle Tuamotu il sole è più forte delle Isole della Società, sarà così anche a Tikehau.
A mezzogiorno risaliamo in sella per andare fare provvista di viveri, l’unico “magasin” aperto (il loro negozio di alimentari) ci propone delle baguette con del prosciutto in scatola che subito rifiutiamo, ma poi per la fame decidiamo di acquistare. A Rangiroa non c’e’ tanta scelta. Il panino si rivela più buono del previsto e ce lo pappiamo davanti al Tiputa Pass.
Il pomeriggio invece andiamo a prendere il sole nella piccola spiaggetta del Kia Ora che sebbene sia molto bella per i colori dell’acqua, è altrettanto piccola, ci si deve però accontentare perché è l’unica di Rangiroa.
Escursione alla Blue Lagoon : da fare, obbligatoria, vale tutto il soggiorno a Rangiroa.
Dopo un’ora di attraversata tra onde alte, schizzi d’acqua e vento si arriva distrutti in un angolo di paradiso : una laguna nella laguna.
Le numerose foto che ho fatto non rendono onore alla bellezza incontaminata del posto.
Dopo un bagno nella laguna, attraversiamo la barriera corallina per dirigerci da soli sui moti disabitati, ed è qui che ci rendiamo conto di essere fuori dal mondo : solo noi e la natura.
Lingue di sabbie rosa si estendono nella laguna e motu ricoperti di palme tropicale affiancano il tragitto.
Prevista sosta per lo shark feeding cui oramai siamo abituati.
Persino quando sotto di me passa un big lemon shark rimango indifferente o quando un gruppetto di squali pinna nera sentendo l’odore della testa di tonno insanguinata che il polinesiano gli cala in mare, si avvicina alle mie braccia.
Ovviamente Daniela riprende il tutto al sicuro da prua.
Anche qui siamo agli sgoccioli, e ci siamo dimenticati di comprare la famosa perla nera di tahiti. Ne approfittiamo la mattina seguente per visitare la farm di perle posta di fianco al Tuanake : la Gaugain’s Pearl Farm. Siamo gli unici italiani così una ragazza del posto ci fornisce una dettagliata spiegazione della fasi salienti della coltivazione in misto inglese, francese, italiano.
Al termine della visita decido di acquistarne una da regalare a Daniela, l’anello sulla quale verrà incastonata lo compreremo in Italia. Le perle vengono classificate in base alle dimensioni e alla forma, comunque vi spiegano tutto e potete scegliere quella che più vi piace anche in base al prezzo che intendete spendere.
Tikehau 11/08-14/08 Pension Aito Motel Colette – Beach Bungalow La più selvaggia, la meno turistica di quelle visitate, ma non per questo la meno bella.
Farete il bagno in spiaggette deserte.
Che antipatico e tedioso quel ragazzo italiano che la sera discuteva di politica con il padrone dell’Aito solo per dare sfoggio del francese ben parlato, senza dare spiegazione agli altri che come noi non capivano.
L’Aito Motel Colette è composto da 5 o 6 bungalow adagiati su una spiaggia di sabbia rosa. La sera fare attenzione ai cani del padrone che non godono affatto di buona reputazione nell’atollo.
Escursione sul motu : una coppia del posto vi porta con la loro barca su un motu privato.
E’ prevista una prima sosta all’Ile d’Eden : un motu disperso nell’atollo ove vive una comunità misto asiatica che oltre a coltivare perle, vive in totale autonomia coltivando ortaggi e allevando animali.
Era di domenica quando siamo arrivati e stavano celebrando un matrimonio in stile locale, che abbiamo ripreso con la nostra immancabile telecamera.
Altra sosta è prevista all’isola degli uccelli, niente di particolare.
Finalmente si arriva al motu : snorkeling, tanto sole e un pranzo a base di pesce cucinato alla griglia dalla signora.
I giorni seguenti li trascorriamo nelle spiaggette di Tikehau, la maggior parte delle volte deserte e tutte rigorosamente di sabbia rosa, quasi a voler somigliare quella che era la Spiaggia rosa dell’isola di Budelli nell’arcipelago della Maddalena in Sardegna.
Procediamo verso est in direzione del Pearl beach e rientriamo accostando l’aeroporto.
Verso ovest invece superando il piccolo villaggio abitato ove le case degli abitanti hanno dei bellissimi cespugli di Hibiscus, Tiarè e Tipaniers arriviamo ad una spiaggia a dir poco stupenda.
Volendo con qualche bracciata si può arrivare al motu di fronte, a l’acqua in ceri tratti è bassa e non si riesce a nuotare. Per rientarre all’Aito percorriamo a ritroso un tratto di spiaggia corallina sul lato oceano, deviamo poi per un sentiero in mezzo alla foresta tropicale, bellissimo.
Purtroppo è arrivato il giorno della partenza : come ultimo pranzo abbiamo chiesto l’aragosta, la signora dell’Aito e figlie ce ne cucina in quantità.
Prima di preparare i bagagli decidiamo di saldare gli extra, siamo contenti poiché siamo riusciti a farci bastare i franchi cambiati a Tahiti all’andata.
Ci pensa il padrone dell’Aito a farceli spendere tutti : convertiti in Euro ne paghiamo più di 100 tra qualche lattina di birra e tre bottiglie d’acqua, abbastanza caro direi.
Ci facciamo accompagnare in aeroporto alla volta di Tahiti. Il piccolo aereo dell’Air-Tahiti decolla e in una manciata di minuti diventa buio.
Arriviamo a Tahiti dopo un’ora circa, ultime compere per salire a bordo dell’Airbus A340 che in 13 ore circa di volo ci porterà a New York City.
New York 15/08-16/08 Hotel Pennsylvania– Midtown Manhattan Finalmente a N.Y. City, l’atmosfera è quella di sempre : vita frenetica e tanto consumismo.
Non vedevamo l’ora di farci una gustosa steak e quindi si va Tad’s Steak per poi fare il giro d’obbligo a Times Square che la sera è illuminata a giorno dagli schermi pubblicitari e dalle luci.
Il giorno seguente sveglia con calma, shopping da Macy’s quando tutto ad un tratto arriva la cantante Beyonce a fare da testimonial per un nuovo profumo di Armani : Diamond.
Mega Trancio di pizza da Sbarro per pranzo, siamo negli USA tutto è grande. Due poliziotti newyorkesi seduti di fianco a noi ci chiedono se ci piace la pizza e noi rispondiamo di sì ma che è molto diversa da quella italiana – uno a zero per l’Italia, palla al centro.
A quel punto ultima visita al Manhattan Mall, un centro acquisti vicino al nostro Hotel e partenza per il JFK via Air Train.
IN CONCLUSIONE (consigli e suggerimenti) : Un viaggio in Polinesia va pianificato cun cura e calma : noi abbiamo iniziato più di un anno prima.
La Polinesia non è solo un viaggio, ma un’esperienza che va vissuta. Piuttosto che avere il rimpianto di non averla vista, preferisco avere speso parecchi soldi, ma poter dire di esserci stato.
Il sogno polinesiano può essere realizzato anche senza spendere follie, internet è veramente utile per trovare le strutture.
Noi, essendo un viaggio di nozze abbiamo preferito appoggiarci ad un’agenzia viaggi, ma non necessariamente occorre farlo, con il fai da te si risparmia non dico la metà, ma quasi.
In ogni caso, il nostro consiglio è quello di evitare i resort all inclusive che vi coccolano in tutto, ma quello di scegliere strutture più turistiche. Solo così vedrete la vera Polinesia, starerete a contatto con la gente, andrete nei loro “magasin” a fare la spesa e nei loro negozi a fare compere.
La vera Polinesia non è quella dei cataloghi, quella è ciò che i tour operator vi vogliono mostrare.
Devo però dire che è un viaggio che non vale tutti i soldi che costa, il rapporto qualità prezzo è sproporzionato.
Noi abbiamo trascorso tre settimane in giro per le isole polinesiane decidendo di alloggiare in strutture di livello medio piuttosto che fare una sola settimana magari al Bora Bora Pearl Beach.
Non mi lamento quindi se le strutture avevano il geco o non erano pulitissime, ma del trattamento ricevuto e della scarsa ospitalità sì.
Le spiagge belle si contano sulle dita di una mano e non vale assolutamente la pena fare 23 ore di aereo se si è alla ricerca di spiagge paradisiache : rischiate di rimanere delusi, piuttosto optate per le Maldive.
Quelle più belle e meno affollate sono comunque sui motu.
Discorso a parte merita la Blue Lagoon di Rangiroa, forse il posto più bello che ho mai visto.
Ricordo che Agosto è mese invernale in Polinesia e la temperatura media si aggira sui 25-28°C, nonostante questo il sole è forte; una crema protezione 20 per i primi giorni è stata più che sufficiente.
Il sole in Agosto tramonta già alle 17 e alle 18 è già buio.
La sera se fai tardi vai a letto alle 21, in giro non c’e’ più nessuno e dopo le 20 i padroni dei locali ti “invitano” ad uscire.
Forse il fatto che sia poco turistica la rende particolare, certo che per noi occidentali abituati ai divertimenti serali, andare a letto alle 21 dopo un po’ comincia a pesare. In compenso la vita inizia molto presto al mattino : colazione alle 7 o 7:30 e via in spiaggia.
Non aspettatevi gente cordiale perché non la troverete se non in rare eccezioni, molto più ospitali gli africani di Zanzibar.
Qui la gente è ricca anche se non lo dimostra e quello che mi fa rabbia è il modo con cui vivono : nell’assoluta calma, dovremmo imparare da loro.
Restate almeno tre notti su un’isola, piuttosto fate un’isola in meno se non avete giorni a disposizione. Evitate i tour de force che certi turisti fanno volendo concentrate troppo in pochi giorni.
Fate gli acquisti al mercato di Papeete, sulle altre isole non troverete nè la scelta né i prezzi così bassi, anzi.
Da non perdere assolutamente il tour in piroga della laguna di Bora Bora e la Blue Lagoon di Rangiroa.
Cambiate a Papeete i vostri euro in CFP (Franco Pacifico Francese), il cambio è fisso : 1 Euro =119,33 CFP.
Potete anche pagare in euro, ma ci rimettete in quanto i polinesiani (o francesi che siano) non applicano mai la conversione esatta della valuta.
Per chi volesse approfondimenti, suggerimenti o altro scrivete pure all’indirizzo di posta elettronica ale.Petrucci@inwind.It.
E quindi : Buon Viaggio, Mauruuru e Ia Orana.