HONEYMOON Sudafrica+Zanzibar
Ci teniamo a specificare a quale categoria di viaggiatori apparteniamo: NON siamo due tipi da zaino in spalla e notti in sacco a pelo sotto le stelle, anche se sarebbe molto romantico…Ci piace viaggiare sicuri (io sono un po’ fifona, lo ammetto!!) e goderci la vacanza permettendoci anche, all’occorrenza, qualche piccolo lusso; ci piace mangiare e bere bene e durante questo viaggio in effetti non ci siamo fatti mancare nulla!! Non ci piace partecipare a viaggi collettivi perché vogliamo avere piena autonomia e soprattutto non ci piacciono i villaggioni vacanze o le strutture ricettive molto grandi, ma preferiamo le atmosfere rilassate di piccoli posticini, magari con pochissime stanze…Ed in Sudafrica ce ne sono così tanti!!! Approfittiamo anche per ringraziare tutti i parenti e gli amici che hanno contribuito a rendere possibile questo viaggio: ci hanno davvero regalato un sogno!! Ciò detto cominciamo: CONSIGLI DI VIAGGIO Innanzitutto lasciateci dire che ci va un bell’approfondimento su internet e questi sono i siti che vi consigliamo di spulciare: www.Turistipercaso.It (ovviamente!…Abbiamo ritenuto estremamente utili in particolare i diari di viaggio intitolati “Sudafrica per caso” del 10/09/06 e “Naturalmente Sudafrica” dell’1/09/07) www.Cisonostato.It www.Imondonauti.It (molto bello perché si trovano le guide di viaggio, oltre che i soliti itinerari) www.Portfoliocollection.Co.Za (per trovare le sistemazioni x la notte…Sito eccellente!!) www.Tripadvisor.Com (si commenta da solo…Strumento ormai indispensabile per chi viaggia!!!…Mi raccomando, scrivete poi le recensioni!!) www.Booking.Com www.Sanpark.Co.Za (sito ufficiale dei parchi sudafricani).
– Come guida abbiamo scelto la Lonely Planet, ma anche quelle della National Geographic sono molto belle, soprattutto per le foto…Purtroppo ad oggi quella sul Sudafrica non è ancora edita… – In pillole vi possiamo dire che una cosa molto importante è NON viaggiare in auto dopo il calar del sole a meno che non sia proprio imprescindibile farlo. Perché??? Da buoni italiani si tende a dire…”ma sì…Se poi mi capita che sarà mai???” Il motivo è semplice: in Sudafrica, appena cala il sole, è buio. Ma non solo buio…Proprio BUIO!!!! perché i lampioni NON ci sono…E la cosa diventa davvero pericolosa per chi non conosce la strada!! In più i famosi Rikki, taxi collettivi locali, di solito si fermano sul ciglio x caricare/scaricare i passeggeri senza usare la freccia…E, ciliegina sulla torta, gli abitanti del luogo sono soliti camminare lungo la strada/autostrada a qualunque ora…E anche ad attraversarla piuttosto all’improvviso…Per non parlare delle mucche e delle capre che di solito vanno a brucare sul ciglio!! – Altra cosa: seguite SEMPRE i consigli della gente del posto. Se vi dicono che la zona non è sicura o che è meglio uscire in taxi la sera ecc…Ascoltateli!! e soprattutto evitate di trovarvi da soli in luoghi isolati…Magari non capita nulla, ma è meglio non rischiare!! – Prima di partire informatevi un po’ sulla storia di questo Paese perché è molto importante per capire le dinamiche sociali. Noi abbiamo scoperto cose sull’apartheid che non ci potevamo immaginare nemmeno lontanamente…
– Per quanto riguarda la valuta cambiate serenamente in aeroporto quando arrivate (cambio al momento del nostro viaggio: 1€ = 12 Rand).
– Se andate quando qui è estate, come abbiamo fatto noi, ricordatevi che là è inverno e FA FREDDO, soprattutto alla sera e al mattino presto. I termosifoni non esistono, per cui portatevi giacca a vento, calze calde, berretto di lana e guanti ecc…Vedrete che soprattutto durante i safari torneranno mooolto comodi!! Non dimenticate una torcia elettrica, l’adattatore universale x la corrente e un buon repellente x le zanzare…
– Quanto alla profilassi antimalarica, noi NON l’abbiamo fatta ed è stata una buona scelta. In tutto avremo visto 5 zanzare e poi con il repellente si risolve tutto… – In Sudafrica si lascia abitualmente la mancia a tutti coloro che fanno qualcosa x voi…Al cameriere si lascia di solito almeno il 10% del totale speso per la cena!! Se non lo fate ci resterà di sicuro male e ve lo farà intendere… – Al momento del noleggio dell’auto potete affittare anche il navigatore. Costa circa l’equivalente di 5 € al giorno…E spesso ci sono delle convenzioni con le compagnie di noleggio (noi, con Europcar abbiamo speso circa 3 € al giorno!!). Costa poco ed è uno strumento molto utile x non perdere tempo. Ma acquistate anche una buona mappa stradale dell’anno in corso!! – Noi abbiamo noleggiato un’auto base…Ma proprio base!! Una Golf Chico che in Italia non si vede più da una vita (o non si è nemmeno mai vista…), senza servosterzo, con i finestrini a manovella e senza chiusura centralizzata…Però aveva un bagagliaio di tutto rispetto e quando le valigie sono voluminose vi assicuro che è fondamentale!! Nella stessa fascia di prezzo potevamo avere anche la Kia Pikanto, ma aveva il bagagliaio più piccolo che avessimo mai visto…Tenetene conto! – Se o/e quando girate in taxi in città, prendete quelli bianchi che fanno parte delle compagnie di taxi locali. Sono più sicuri, più puliti e i taxisti conoscono meglio le strade. Ci siamo resi conto che ce ne sono parecchi di privati dopo averne preso uno (sono riconoscibili perché di solito hanno scritto sopra la portiera “Sam’s taxi” ecc…); il problema è che il taxista parlava a malapena inglese, non sapeva dove fosse l’indirizzo che gli dicevamo, non aveva una cartina ecc…Ha perso tantissimo tempo e ci ha cmq fatto pagare tutta la corsa! Soprattutto prendete solo taxi autorizzati!! – Negli aeroporti (soprattutto a Jo’burg) incontrerete parecchi “tipi” che vi vogliono aiutare a portare le valigie o ad accompagnarvi all’imbarco ecc… Ovviamente è gente che si è inventata un lavoro. Alla fine vi chiederanno la mancia e sono parecchio insistenti. Per cui se non volete i loro servigi siate molto secchi nel dire di NO e vi lasceranno in pace.
– Se dovete prendere un volo interno controllate solamente di poter essere a destinazione entro il tramonto oppure fermatevi a dormire sul posto (ad esempio noi siamo atterrati a Durban alle ore 13.30, ma tra il ritiro bagagli e l’affitto dell’auto siamo arrivati a Hluhluwe col buio alle ore 19.00…E non è stato affatto piacevole!!).
– Fate benzina tutte le volte che potete e cercate di non restare mai in riserva!…Chissà dov’è il prossimo distributore!! – Se avete in programma dei safari vi conviene muovervi da sud a nord iniziando dai parchi minori (ma tutti cmq affascinanti) e lasciando il parco Kruger per ultimo in modo da assicurarvi un crescendo di emozioni che invece, al contrario, non avreste.
– Se volete alloggiare nei parchi dovete contattarli tramite il sito sopra indicato. Considerate che al Kruger ci sono parecchi camp dove poter alloggiare, ma più sono grandi e più hanno comodità, più sono caotici e i safari vengono organizzati con jeep giganti da circa 25 posti…Noi abbiamo alloggiato al Berg en Dal e ci siamo trovati benissimo perché è piccolo, nuovo, ha il supermarket, i capanni sono grandi e hanno il frigorifero interno ( e non esterno come di solito si trova nei rondavel…E poi si diventa matti per tener lontane le scimmie!) e le jeep per i safari sono da 12 posti + il ranger!! – cercate di essere presenti quando pagate con carta di credito, in modo da controllare chi la sta maneggiando. La mia, ovviamente, è stata clonata!! – parlare inglese, almeno il minimo per sopravvivere, è indispensabile.
– NON c’è il fusorario…Ottima cosa!! DIARIO DI VIAGGIO 7 Luglio 2008: PARTENZA La meravigliosa festa x il nostro matrimonio è finita e ora è tempo di fare le valigie…Incurante del consiglio di mia madre che mi dice di non portare cose così pesanti (“ma vai in Africa, a che ti serve il berretto??!!”), chiudo la valigia e prepariamo un bagaglio a mano a testa con tutto il necessario x affrontare un paio di notti fuori, nel caso in cui ci perdano le valigie (come infatti è successo, ma fortunatamente al ritorno!!).
A Malpensa lasciamo l’auto presso uno dei tanti garage con navetta x l’aeroporto (104 € per 20 giorni) e partiamo alle ore 22.00 con Quatar Airways diretti a Doha (scalo) e poi a Cape Town dove arriveremo alle 17.30 del giorno successivo. Il volo è stato lungo, ma eravamo così stanchi che non ce ne siamo davvero accorti!! E cmq ogni sedile aveva il suo schermo privato con una vasta scelta di films in tutte le lingue, musica, video games ecc…Ed il tempo si ingannava facilmente!!! 8 Luglio 2008: ARRIVO A CAPE TOWN Eccoci atterrati in perfetto orario. Più che araba, la Quatar sembra Svizzera!!! Per prima cosa andiamo al change e cambiamo i soldi. Poi ritiriamo l’auto che avevamo affittato dall’Italia e noleggiamo il navigatore (con cui io ho un rapporto di ODIO-amore…). Ovviamente lo impostiamo male e ci perdiamo…Ma poi risolviamo il problema ed arriviamo a destinazione!! Guidare al contrario non è una passeggiata…In più piove ed è buio…Ma Alby se la cava davvero bene mentre io faccio da navigatore e lo avverto di ogni “pericolo”, soprattutto di quelli che non esistono (“stai più a destra, tieni il centro strada, occhio che ci sorpassano, attento alle macchine parcheggiate!!!!”)…Ma mi ha sposata di sua spontanea volontà, x cui significa che può sopportarlo!! Arriviamo all’Abbey Manor Luxury Guest House dove abbiamo prenotato 4 notti.
La Guest House è bellissima, ideale per la luna di miele!! Esattamente come ce l’aspettavamo…Tutta bianca, in un quartiere davvero bello (Oranjezicht) situato sulle pendici della Table Mountain e con una vista stupenda!! La padrona di casa si chiama Judie ed è una signora gentilissima che ci accoglie con molto calore e ci aiuterà a programmare ogni singola escursione, ci indicherà i ristoranti da scegliere e ci preparerà delle ottime colazioni…La camera riservata x noi è deliziosa, un vero nido da luna di miele!! Ancora una volta ci ritroviamo in una mansardina e nell’abbaino ci attendono vasca da bagno, bottiglia di spumante, cioccolatini, biscottini ed un mazzo di rose rosse. Unico neo: fa freddo!! Piove da alcuni giorni e l’umidità è tanta e penetra nelle ossa…Attacchiamo immediatamente il termoconvettore x scaldarci un po’…Ma l’ideale è rintanarci sotto il piumone profumato a goderci la nostra prima notte sudafricana dopo aver cenato a pochi passi dalla Guest House in un buon ristorantino italiano (Limoncello)!! 9 Luglio: CAPE TOWN Il tempo non è dei migliori…Piove e fa freddo. Ci vestiamo x bene e decidiamo di dirigerci al Waterfront per stare un po’ al coperto. Il vecchio porto è davvero bello e merita una visita, magari non per fare shopping, ma sicuramente per dare un’occhiata in giro e fare uno spuntino in uno dei molti localini. Visitiamo la Nobel Square con le statue dei premi nobel per la pace sudafricani: gli ex presidenti Mandela e F.W. De Klerk, l’arcivescovo Tutu e l’ex presidente dell’ANC Luthuli, poi restiamo a guardare le foche che giocano in acqua. Se vi piacciono gli animali sappiate che proprio attaccato alla Clock Tower c’è una sorta di “gabbia” in plexiglass dove le foche vanno a riposarsi e si possono osservare proprio da vicino!! Purtroppo per noi era vuota…
Dopo un veloce pranzetto in cui Alby assaggia i suoi primi noodless, saltiamo in taxi e ci facciamo portare nel cuore della città, a Longmarket Street per visitiare Green Market Square ed il suo mercato dove si possono trovare i molti oggetti artigianali fatti nelle township con materiali di recupero e poi il Pan Afrcan Market che si trova all’interno di una vecchia casa coloniale. Sicuramente è un posto da non perdere anche se passare in certi corridoi angusti può non far piacere a chi soffre di claustrofobia…Ma vi si trova davvero di tutto ed i venditori sono molto affabili. Peccato non poter compare un sacco di cose sia x motivi di spazio (le giraffe di legno sono stupende…Ma dove le mettiamo???), sia perchè se cominciamo a compare il primo giorno come ci arriviamo all’ultimo??? Mi limito ad acquistare un paio di orecchini da regalare…Mi raccomando: CONTRATTATE sempre!!! Piuttosto dite che ci avete ripensato o che avete visto la stessa cosa in un’altra tenda a meno e che la comprerete là…I prezzi magicamente scenderanno!! Facciamo un giretto x andare a vedere le casette colorate del quartiere malese, il Boo Kapp, e poi ci fermiamo a compare la SIM sudafricana…Fatelo! vi rende tutto più facile e poi il traffico telefonico costa davvero pochissimo!! (costo SIM € 4 + € 6 di traffico telefonico…E nemmeno l’abbiamo usato tutto!!). Il negoziante ci osserva e poi, dopo averci aiutato ad attivare la SIM indica i nostri zaini e ci dice chiaramente di non girare con gli zaini in spalla quando cala il sole perché potrebbero scipparci. In effetti sono le 17.30 ed in giro iniziano a spuntare certi personaggi poco raccomandabili…Saliamo in taxi e torniamo alla Guest House.
Per cena scegliamo di mangiare africano al ristorante The Africa Cafè, sempre in centro. Il posto è molto carino, il servizio davvero buono e veloce. Le cameriere vi spiegheranno ogni piatto che vi porteranno e funziona così: il menù è fisso e vi arriveranno in tavola pietanze da tutta l’Africa, ma potete chiedere il bis ed il tris finchè ne volete! Alla fine arrivano i distillati: occhio che NON sono compresi nel prezzo e costano parecchio!! Francamente il locale è piuttosto turistico ed è stato l’unico posto in cui abbiamo trovato altri italiani…Non costa poco, ma è bello, c’è un’atmosfera molto piacevole e poi si mangia piuttosto bene e soprattutto il menù è molto vario!! 10 Luglio: BOULDERS e CAPE OF GOOD HOPE Oggi finalmente ha smesso di piovere!! Saltiamo in auto diretti alla spiaggia di Boulders per vedere i pinguini. Lungo la strada ci fermiamo a Kalk Bay per fotografare le barche dei pescatori attraccate lungo il molo e sbirciare nei negozietti. Sostiamo ancora a Simon’s Town e poi arriviamo a Boulders dove entriamo nella riserva dei pinguini. Quanti sono…!! troppo simpatici e devo dire che NON puzzavano affatto, a differenza di quanto si legge in alcuni diari di viaggio. Seguiamo i diversi percorsi ed arriviamo fino alla spiaggia dove si può prendere il sole tra i pinguini che infatti arrivano curiosi e noi scattiamo decine di foto felici come bambini.
Ripartiamo proseguendo verso sud in direzione Cape of Good Hope. Entriamo nel parco dove grandi cartelli avvertono di fare attenzione ai babbuini che sono pericolosi ed attirati dal cibo…Ma, onestamente, avete mai visto un italiano spaventarsi per un piccolo babbuino??? Entriamo al bar e ci compriamo un bel panino fumante. Tutti mangiano dentro…Ma fuori c’è un tale panorama e un bel raggio di sole da godersi!! Per cui ci sediamo a mangiare sul muretto con vista incantevole…E tempo 1 secondo o forse anche meno dal NULLA spunta un babbuino maschio enorme che vuole il nostro pranzo!!! Schizziamo in piedi prima ancora di esserci resi conto di ciò che sta accadendo e x fortuna la cassiera del bar lo caccia e ci aiuta…Giuro: mi sono spaventata tanto!!finiamo il nostro panino nel bar, come tutti gli altri, ridendo…Ok, abbiamo capito che i cartelli vanno sempre letti ed i loro avvertimenti osservati!!!!!!!!!!!!!!!!!! Prendiamo la cable car ed arriviamo su fino al faro ( si può serenamente andare a piedi!). Il panorama è splendido. Ci infiliamo in un sentierino per arrivare ancora più vicino all’oceano e respiriamo il vento…Ci pare impossibile di essere proprio qui, in quel punto estremo dell’Africa che tante volte abbiamo guardato sulla carta geografica pensandolo irraggiungibile… Scendiamo a piedi e ci dirigiamo all’auto. Da lontano vediamo che un babbuino enorme si sta riposando sul tettuccio di un’automobile parcheggiata e tutti i passanti lo stanno fotografando…Che storia!! Allunghiamo il passo per non perderci la foto e…Scopriamo che l’auto in questione… è la nostra!!! Papà babbuino col piccolo…Stupendo, non c’è che dire, ma come facciamo a farlo scendere??? Peraltro lui non pare essere minimamente disturbato dalla nostra presenza…Non sappiamo cosa fare, se chiedere aiuto o tentare di entrare cmq in auto, ma alla fine entriamo in un negozietto a chiedere indicazioni e si dimostrano subito tutti molto gentili ed allarmati: capiamo che i babbuini sono davvero pericolosi quando vediamo 2 omoni che lo scacciano dalla nostra auto stando a debita distanza, ossia mantenendosi dall’altro lato della strada!!! E noi che stavamo valutando di entrare in macchina sperando che scendesse dal tettuccio sentendo l’auto partire!! Per cui ricordatevi: sono tanto belli, ma state alla larga dai babbuini!!e soprattutto non portatevi cibo addosso, nemmeno nello zaino…Se mai dovessero saltarvi sullo zaino x prenderlo non fate gli eroi e lasciatelo!! Se avete del cibo in auto fate attenzione perché potrebbero entrare mentre voi, ignari, aprite la portiera! Ma basta essere un po’ attenti e tutto fila liscio.
Cenetta super in un ristorante di pesce bellissimo al Waterfront, il Baia. NON costa poco, ma si mangia davvero una favola, con vista sul porto a lume di candela…Quando ci ricapita??…E non perdetevi l’aragosta!… In ogni caso costa sempre meno che in Italia! 11 Luglio: WINELANDS Ci svegliamo e scopriamo con gioia che oggi, finalmente, c’è il sole ed il cielo è davvero sereno!!! Olè! Secondo la tabella di marcia dovremmo andare a Stellenbosch, ma ne approfittiamo per salire alla Table Mountain con la cable car…Un’esperienza davvero affascinante soprattutto perché appena saliti scopriamo che il pavimento ruota e così tutti possono godersi il panorama. Arrivati in cima scattiamo foto a non finire e ci godiamo la vista: meravigliosa. Gironzoliamo per i sentieri pensando che sarebbe stato bello avere qualche giorno in più a disposizione per organizzare del trekking…Magari la prossima volta! Quassù fa parecchio freddo e tira vento a dispetto della bellissima giornata.
Scendiamo e partiamo per Stellenbosch dove ci fermiamo a pranzare da Mugg & Bean (la mia catena preferita…Mai mangiate fette di apple pie e muffins così grandi!!!) e poi andiamo a visitare un paio di aziende vinicole per degustare i vini sudafricani. Aiutandoci con un libretto turistico su Stellenbosch e le wine routes e grazie ai consigli di un giornalista conosciuto a pranzo, decidiamo di degustare i bianchi della premiata cantina L’Avenir, molto moderna e stilosa, dove scopriamo che hanno anche una Guest House bellissima (che tra l’altro si trova sul sito di portfoliocollection che abbiamo indicato sopra)…La degustazione di 11 vini costa pochi €!! Ci spostiamo poi alla cantina Waterford per assaggiare i rossi in un ambiente completamente diverso, antico e coloniale…Qui optiamo per la degustazione dei vini abbinata al cioccolato ed ogni sorso è accompagnato dalla spiegazione e dai consigli del cameriere…Assolutamente da fare!! Il cioccolato al sale grosso, quello al ginger e quello al geranio mi sono piaciuti parecchio.
Ripartiamo alla volta di Hermanus dove abbiamo prenotato una stanza in un cottage vista mare, il Whalecottege. Il posto è sicuramente carino, ma secondo noi la guest house avrebbe bisogno di una buona dose di manutenzione…Insomma: è l’unica sistemazione di tutto il viaggio che non ci entusiasma. Consiglio: Hermanus è pieno di guest houses, soprattutto in inverno, per cui non faticherete a trovare qualcosa di meglio!! In ogni caso il personale è davvero molto gentile e ci prenota la cena in un locale carino, il Lemonbutta dove ci rimpinziamo con porzioni “huge” di sushi (…Tanto che ora, quasi mi è passata la voglia di mangiarlo a Torino perché continuo a fare confronti…Quello era migliore e costava molto meno!!) e ci prenota la crociera in barca in cerca di balene per il giorno seguente.
12 Luglio: HERMANUS e CONSTANTIA Sveglia presto perché le balene ci aspettano!! La navetta arriva a prenderci direttamente alla guest house e ci conduce al porto. Dopo un breve corso sulle balene ci vestono con enormi giubbotti-salvagente fosforescenti e così bardati partiamo in barca. Il vento freddo ci trapana il cervello, ed io mi chiedo perché non ho potuto organizzare qualcosa di più soft tipo “villaggio alle Seychelles” come fa la maggior parte degli sposini. Ma poi eccole!! 3 balene si rilassano pancia all’aria nella baia a pochi metri da noi…Possiamo sentire i loro versi e ogni volta che spruzzano fuori l’acqua ci fanno trasalire…Ragazzi che spettacolo…Chissà cosa deve essere vederle saltare fuori dall’acqua durante la stagione degli amori!! Torniamo a riva e ci dedichiamo un po’ allo shopping in stile marinaresco, a prendere il sole su una panchina davanti al mare e a pranzare in un posticino dove fanno una torta al cioccolato notevole, il Burgundy…Iniziamo a sentire il bisogno di un po’ di relax ed Hermanus è il posto adatto perché è davvero carina, in stile inglese.
Torniamo verso Cape Town, ma ormai non c’è più tempo per visitare il District Six Museum (che deve essere molto bello ed interessante), per cui ripieghiamo sul quartiere di Constantia dove ci rechiamo a Constantia Groot per visitare la tenuta e goderci il sole che tramonta tra i vigneti… Poi entriamo in città e facciamo una capatina a Signal Hill per fare un paio di foto dal punto panoramico dove io mi spavento perché siamo solissimi e appena arriva un’altra auto mi richiudo in macchina e dico ad Albi di ripartire mentre lui se la ride…Sarò paranoica, ma quassù non arriverebbe MAI nessuno a darci una mano se ci capitasse qualcosa!! Ceniamo, sempre su indicazione di Judie, da Chef Poo, ristorante asiatico molto in voga a Cape Town…Se vi piace il genere, si mangia bene! …È l’ultima notte all’Abbey Manor Luxury Guest House…Domani ci aspetta il trasferimento verso nord!! 13 Luglio: da CAPE TOWN a HLUHLUWE OK, oggi si vola a nord! Lasciamo l’auto all’aeroporto, facendo ben attenzione a tenere con noi il navigatore che lasceremo solo a Jo’burg e ci imbarchiamo sul volo per Durban. Atterriamo alle ore 13.30, affittiamo una nuova Golf Chico (cha sarà brutta, ma fa molto safari) questa volta con l’aria condizionata, ma i tempi si dilatano davvero tanto e partiamo x Hluhluwe (che si pronuncia “sclusclue”, con la “sc” di scivolo…) in netto ritardo sulla tabella di marcia. Il viaggio dura 3 ore e mezzo circa ed attraversiamo la Zululand godendo di panorami davvero bellissimi. Lungo la strada si snodano piccoli villaggi rurali fatti di capanne (i rondavels) o casette di cemento; i locali vendono i loro prodotti in piccole baracche, i bambini pascolano le capre o le mucche, i cantonieri ripuliscono le strade dall’immondizia o tagliano l’erba sul ciglio (mai visti così tanti in vita nostra!!)…Finalmente vediamo l’Africa! Dalla strada principale si diramano stradine sterrate che si perdono tra i boschi e la gente cammina tranquillamente lungo l’autostrada per tornare a casa dal lavoro oppure aspetta che qualcuno dia loro un passaggio. Qui ci sentiamo decisamente più sicuri che a Cape Town.
Ma alle 17.30 il sole inizia a salutarci e dalle 18.00 alle 19.00 guidiamo nel buio pesto piuttosto nervosi… fortunatamente tutto fila liscio ed arriviamo a destinazione in perfetto orario per la cena al Bushwillow lodge che scopriamo essere all’interno di una piccola riserva privata dove però si può passeggiare liberamente perché non ci sono animali pericolosi. Il Lodge è assolutamente delizioso: lo consigliamo a tutti!! Siamo davvero felici di essere qui e non negli hotel turistici che abbiamo visto lungo la strada…Ci sono solo 4 stanze tutte vetrate immerse nel bush, ricavate in capanni dal tetto di paglia e, sorpresa!! non fa freddo!!! anzi…Scopriamo poi che la paglia dei tetti è l’ideale per mantenere l’interno caldo in inverno e fresco d’estate! Wow…
Siamo in tutto 4 ospiti, noi e una coppia australiana. La cena, squisita, è servita nella capanna centrale, a lume di candela e con sottofondo musicale, in un’ atmosfera rilassata e romantica che ci fa dimenticare lo stress dell’ora di guida al buio e ci porta in seno alla natura (il trattamento è mezza pensione). Non dimenticheremo mai il modo in cui i locali ti stringono la mano: una stretta gentile e profonda, che dura alcuni secondi e ti trasmette il seguente messaggio “non ti sto stringendo la mano distrattamente perché così bisogna fare x salutarsi, ma perché voglio capire chi sei, perché sei una persona e mi voglio relazionare con te…Perchè siamo in Africa e non c’è fretta per fare nulla…Rilassati!”…Bellissimo. Non sapevamo che si potesse stringere la mano a qualcuno in questo modo. Abbiamo prenotato 2 notti qui, ma io ci starei anche una settimana!! Questo posto mi si addice davvero tanto!! La gentilissima padrona e ottima cuoca, Liz, ci organizza il safari per il giorno dopo: il ranger verrà a prenderci alle 5.30 per portarci a Hluhluwe…X cui subito a nanna!! 14 Luglio: HLUHLUWE Alle 5.30 in punto il Ranger ci aspetta per il primo safari della nostra vita. Siamo solo in 4 sulla jeep, è ancora buio e fa un freddo totale…Anche se ci siamo vestiti con tutto ciò che avevamo di più pesante l’aria fredda ci entra nelle ossa e rabbrividiamo sotto le coperte che troviamo sui sedili.
Entriamo nel parco che sta timidamente albeggiando e la nebbia notturna è ancora bassa sul bush…Gli unici rumori sono il motore della jeep e le urla dei primi uccelli che si svegliano…Una sensazione quasi mistica ci pervade. Siamo ansiosi di scoprire quale sarà il primo animale che avvisteremo. Ed ecco la giraffa “on the road”!! Quanto è bella?? Facciamo decine di foto senza immaginare che durante la nostra vacanza ne vedremo tantissime. La giraffa resta il mio animale preferito: il suo manto, la sua andatura elegante e le lunghissime ciglia le conferiscono un’ aria da signorina bene che mi fa morire…Se fosse una donna passeggerebbe di sicuro in Via Montenapoleone!! La savana inizia a destarsi e gli animali ad uscire dal bush, per cui gli avvistamenti si susseguono piuttosto velocemente e all’improvviso ci ritroviamo affiancati da 3 enormi rinoceronti bianchi che continuano a brucare senza degnarci di uno sguardo!! E’ incredibile ciò che proviamo ed è praticamente impossibile da descrivere…Ci sentiamo felici a mille, ma piccoli piccoli davanti ad una natura così dirompente che osserviamo con occhi da bambini. Le ore passano velocissime (se non fosse per il freddo passerebbero ancora più veloci!!) e facciamo la prima sosta in un punto pic nic panoramico dove il Ranger apparecchia la tavola con la colazione preparata da Liz: un vero banchetto!! Gli altri turisti ci guardano invidiosi mentre noi ci scaldiamo al sole tenendo tra le mani una bella tazza di thè fumante. I nostri compagni di safari australiani, Laura e Gunter, sono simpatici e gentili anche se non possiedono l’entusiasmo italiano…Ma va bene così, d’altra parte se ci fossero altri italiani “casinisti” ci darebbero fastidio, vogliamo l’esclusiva!! Ad ogni avvistamento il Ranger ci spiega moltissime curiosità sugli animali e scopriamo cose che non potevamo immaginare, ad esempio che il più pericoloso dei “Big Five” (ossia leone, leopardo, rinoceronte, elefante e bufalo) è il bufalo perché se è solo si sente minacciato ed attacca per uccidere. Invece l’animale africano più pericoloso in assoluto è il (mansueto??!!) ippopotamo…E chi lo avrebbe mai detto?? Sono cresciuta con il mito del dolcissimo Pippo dei pannolini Pampers…Visto che danni fa la televisione?? Infatti, secondo le statistiche, provocano più morti ogni anno gli ippopotami dei leoni poiché sono animali fortemente territoriali e quando sono fuori dall’acqua in cerca di cibo sono pronti ad eliminare qualunque cosa si frapponga tra sè ed il loro ambiente naturale, cioè l’acqua, se si sentono minacciati.
Il safari dura parecchie ore e anche se non lo abbiamo pagato poco (circa 40 € a testa, mentre se lo si prenota direttamente la sera prima dentro il parco costa molto molto meno) dura dalle 5.30 del mattino fino alle 13.00 e soprattutto ci sono venuti a prendere al lodge, ci hanno riportati indietro e abbiamo fatto una mega colazione.
Torniamo al Bushwillow stanchi e soprattutto congelati e restiamo parecchio tempo seduti al sole fuori dal capanno x scaldarci finchè Jabu, la cameriera, ci porta un buon pranzo. Un po’ di nanna dopo un safari è d’obbligo e ci appisoliamo fino alle 16.00, ma puntiamo la sveglia perché vogliamo fare un giro a piedi nella riserva, anche se pensiamo che sia impossibile avvistare a piedi qualche animale degno di essere fotografato. Ci incamminiamo giocando agli esploratori e fotografando gli alberi quando, subito dietro la prima curva, restiamo di sasso a contemplare un maschio di giraffa enorme che sta cenando a pochi metri da noi…Wow…Non siamo mai stati così vicino ad un animale selvatico in vita nostra e non sappiamo nemmeno se ci ricapiterà!! Ovviamente scattano le foto ed io cerco di avvicinarmi sempre più per poter essere immortalata con “il giraffo” che però dopo un po’ si scoccia ed inizia ad avvicinarsi a noi, lentamente a dire il vero…Sa sapete quanto è lungo il passo di una giraffa??? L’adrenalina sale di colpo e facciamo dietro front mentre Albi cerca di tenermi calma e di dirmi che in questi casi non si deve mai correre…Perchè, come ci ha spiegato il Ranger, le giraffe sono innocue, ma un maschio adulto con un calcio può uccidere un leone…Figuriamoci una nanetta come me!! Ma tutto fila liscio e noi ci allontaniamo ridendo di quelle risate un po’ nervose, ma allegre…Che esperienza!! Rientriamo al lodge rigorosamente prima del tramonto e ci aspetta un’altra cenetta deliziosa e romantica…Che peccato dover lasciare questo posto che ci ha regalato così tante emozioni!! 15 Luglio: ST. LUCIA Partiamo di buon ora diretti verso sud ed in un’oretta circa arriviamo a St. Lucia per la tanto attesa gita in battello lungo la laguna del Greater St. Lucia Weatland Park, sito patrimonio Unesco (la crociera dura un paio d’ore in tutto e costa circa 10 € a testa). Se avete intenzione di visitare questo luogo molto bello ed interessante, soprattutto se amate il birdwatching, logisticamente è meglio venire prima qui e poi a Hluhluwe che resta di strada. Prendiamo il battello un po’ scocciati perché è molto grande e pareva vuoto, ma all’ultimo momento è arrivato un pullman che ha vomitato fuori una trentina di inglesi che hanno limitato la nostra visuale…Uffi! (cercate un battello piccolo!); ad ogni modo si parte e gli avvistamenti di enormi coccodrilli stesi al sole, di ippopotami e uccelli stupendi non si fanno certo attendere…Ma l’emozione più grande ce la regala un’intera famiglia di hippos che fortunatamente ha deciso di uscire dall’acqua proprio quando noi arriviamo…Sono tantissimi e ci sono anche i cuccioli!! Al che mi faccio prepotentemente strada tra gli inglesi a suon di “sorry” e mi conquisto un posto in prima fila…Chissà quando mi ricapita di essere così vicina ad un ippopotamino, cavoli! E scatto mille foto sperando che almeno 1 sia decente! Ci dirigiamo all’Avalone Guest House che abbiamo prenotato per la notte, e lasciamo le valigie prima di ripartire per Cape Vidal. La guest house è graziosa, con due belle piscine; la cittadina di St. Lucia altro non è che un posto di mare x turisti bianchi, ma se si vogliono visitare la laguna e Cape Vidal vale la pena di far base qui.
La spiaggia lunghissima e bianchissima di Cape Vidal si trova all’interno dell’omonima riserva naturale e tira un vento incredibile… La riserva è piccola, ma visitarla al tramonto ci ha riservato molte sorprese poiché tutti gli erbivori, ippopotami compresi, si erano “dati appuntamento” in un’enorme distesa verde e vederli insieme è stato bellissimo!! Alla sera ceniamo nel ristrorantino di quella che poi scopriamo essere una catena, “Ocean Basket”, dove si mangia solo pesce alla griglia o fritto a prezzi del tutto ragionevoli…Il locale è caotico e piuttosto easy, ma nell’insieme si mangia bene.
16 Luglio: ST: LUCIA – SWAZILAND Dopo una bella colazione alla guest house aspettiamo che apra il supermarket locale e acquistiamo un po’ di viveri x la giornata: pane e ceddar + le immancabili banane che io adoro, poi via verso lo Swaziland.
Dopo aver litigato con il navigatore che ci vuole far prendere a tutti costi scorciatoie sterrate (menomale che abbiamo la carta stradale!!), attraversiamo la regione del Kwa-Zulu-Natal. Tutto attorno a noi tantissimi paesini in mezzo alla campagna assolata: qui fa davvero caldo! E’ mattina presto per cui i bimbi in divisa vanno a scuola facendo chissà quanta strada a piedi, mentre le donne camminano lungo la strada con le ceste sulla testa e i neonati avvolti sulla schiena…Ormai ci siamo abituati a vedere la gente che cammina per la strada e di quando in quando vediamo anche passare gruppi di ragazzi che corrono e palesemente si allenano per qualche gara. Ci fermiamo a Piet Retief per fare benzina e mangiare i nostri panini e decidiamo di entrare in Swaziland, piccolo stato indipendente, dal posto di frontiera di Nerston poiché è il più vicino alla nostra meta per la notte, il Forester Arms Hotel, vicino alla capitale Mbambane. Il passaggio della frontiera è davvero pittoresco: si fa la coda in 3 uffici diversi, prima per dire che non si ha nulla da dichiarare, poi per il controllo passaporti e infine per pagare il visto ed entrare nel Paese…Tutti in coda insieme, neri e bianchi, turisti e contadini!! Finalmente varchiamo la frontiera e…Tadaaaan!! qui le strade del Sudafrica ce le scordiamo subito anche se sono cmq asfaltate…Una corsia per senso di marcia e basta e scordatevi di riuscire a sorpassare!! La segnaletica risale almeno a 30 anni fa…E se trovate cartelli che vi avvertono di stare attenti alle buche, beh…Osservateli, è meglio! Ogni tanto ci imbattiamo in pezzi di strada sterrata, ma poi ricomincia l’asfalto e la nostra Golf Chico ci regala momenti di grande soddisfazione mordendo lo sterrato. Il panorama è particolare: filari di alberi ovunque tutto intorno a noi, una vera foresta! Scopriamo poi che il legname e tutti i suoi derivati costituisce la risorsa primaria di questo Paese ancora governato da un re che ha 100 mogli…Furbo, eh?? Sull’attraversamento dello Swaziland abbiamo letto opinioni contrastanti prima di partire…Ma a noi è piaciuto molto anche se è indubbiamente povero. Dal nostro punto di vista è una tappa da fare anche se purtroppo i pochi chilometri percorsi su quelle strade strette e tortuose ai 60 all’ora ci hanno fatto perdere parecchio tempo e abbiamo dovuto rinunciare a visitare il Milwane Wildlife Sanctuary, un parco naturale dove si poteva mangiare proprio sul fiume vicino a coccodrilli ed ippopotami…Pazienza!! Arriviamo a destinazione verso il tramonto e scopriamo che il Forester Arms Hotel che dall’Italia ci convinceva poco (ma pareva essere l’unica buona soluzione x la notte), è invece davvero accogliente, tutto in stile “casetta nella foresta” e gestito da una signora estremamente inglese che lo tiene come un gioiello. La cena è servita a lume di candela da cameriere che indossano grembiulini fuori dal tempo ed è davvero molto molto buona…Tutto home made, anche il pane! Si può scegliere dal menù ciò che si desidera con una sola regola: prima si finisce ciò che si ha nel piatto e poi si ordina il resto! a fine cena sorseggiamo thè e caffè sui divani della hall, vicino al caminetto acceso e poi dritti nanna.
17 Luglio: SWAZILAND – KRUGER NATIONAL PARK Al risveglio ci attende la miglior colazione della vacanza: un buffet eccellente con una vasta scelta di dolci tra cui frittelle, marmellate, scones, torte e chi più ne ha più ne metta, tutto rigorosamente fatto in casa…Ci abbuffiamo fino a scoppiare! Se non vi è ancora chiaro, consigliamo vivamente questo piccolo hotel!! Salutiamo la proprietaria che ci spiega quel’è la miglior strada da fare per entrare al Kruger Park da Melalane Gate e tutte le cose interessanti da visitare lungo la via, compresi i punti dove trovare le toilettes pulite e fare qualche acquisto di artigianato locale…Così facciamo e ci compriamo degli angioletti neri da appendere all’albero di Natale per ricordarci sempre dello Swaziland.
Arriviamo alla frontiera e ripercorriamo le tappe necessarie ad emigrare, poi continuiamo verso il Kruger pieni di emozione e di aspettative. Ci fermiamo all’ingresso a mostrare la nostra prenotazione per il Berg en Dale camp (se si dorme dentro al parco non si paga l’ingresso…Ma ricordatevi che se uscite alla sera e rientrate la mattina dopo dovete ripagarlo!) e compriamo un’utilisssssssima mappa del parco.
Oltrepassiamo l’ingresso e siamo ufficialmente dentro il Kruger Park, Albi, la Chico ed io…Il nostro safari privato!!!! Siamo già crucciati dall’idea di non essere dei bravi rangers e non riuscire ad avvistare gli animali, ma subito dietro la prima curva, a pochi metri dal gate, ecco la prima sorpresa: un’intera famiglia di elefanti fa merenda lungo la strada…Con gli elefantini al seguito!! Inutile dire quanto siamo felici, saltiamo sui sedili ed iniziamo a fotografare a più non posso…Quando siamo sazi dello spettacolo proseguiamo e dopo pochissimi metri ecco i bufali!! Brucano a pochi passi da no e ci osservano con i loro occhi acquosi mentre masticano…Altra curva, altro regalo, troviamo zebre e giraffe, come se tutti gli animali si fossero dati appuntamento qui oggi!! In realtà la strada tra Melalane Gate ed il camp è davvero breve, sì e no 15 Km, ma la percorriamo al rallentatore perché è un susseguirsi di animali e dobbiamo goderceli TUTTI!! Arriviamo a destinazione e prendiamo alloggio nel capanno prenotato x la notte, molto bello e spazioso con l’angolo cottura e l’immancabile tetto di paglia che mantiene all’interno un bel tepore…Torniamo alla reception e ci prenotiamo il safari notturno per vedere i predatori (circa 16 € a testa) che si svolge dalle 18.30 alle 21 e poi anche quello a piedi per il mattino dopo, un po’ più costoso…Ma quando ci ricapita??!! Poi, dato che abbiamo un’oretta buca, anche se siamo stanchissimi, saltiamo in auto e ripartiamo x un mini-safari in autonomia…E siamo ripagati dalla scena incredibile di una mamma rinoceronte con il suo cucciolo che ci attraversano la strada all’improvviso. Non si può descrivere cosa si prova ad essere qui, bisogna venirci!! Ci sentiamo ricongiunti con la natura ed ogni cosa ci riempie di stupore e gioia…Siamo a pezzi, ma la stanchezza scompare ogni volta che avvistiamo un nuovo animale…E la cosa incredibile è che è tutta questione di fortuna: se arrivi al momento giusto ti ritrovi davanti un elefante che ti blocca la strada, se arrivi un secondo in ritardo non vedi nulla…! Non stiamo a descrivere tutti gli animali e gli uccelli stupendi che vediamo e fotografiamo, vi diciamo una sola cosa: ma cosa state aspettando a fare un safari???? Noi stessi ci chiediamo come mai non l’abbiamo mai fatto prima!! Alle 17.30 i cancelli del camp chiudono, x cui rientriamo tutti esaltati da questa giornata incredibile che non è ancora finita. Alle 18.30 è già buio pesto ed arriva il Ranger Obi che ci guida il saf durante il safari notturno insieme ad una famiglia sudafricana e ad un’altra inglese. Ci consegna dei grandi fari da puntare nella boscaglia e ci spiega che dobbiamo “look carefully into the bush” per scovare gli occhi degli animali che risplendono nel buio come pietre preziose; in particolare ci avverte che gli erbivori hanno gli occhi verdi e che noi dobbiamo cercare gli occhi gialli dei predatori, ma che non è garantito che li vedremo, ovviamente. Pieni di speranza setacciamo il bush alla ricerca di leopardi (che non vedremo…Ci tocca tornare in Africa al più presto, cavoli!!), leoni e iene, ma scoviamo solo impala che ruminano…E prendiamo di nuovo un sacco di freddo. Giriamo, giriamo e quando ormai ci abbiamo rinunciato e stiamo x tornare al camp, ecco i leoni distesi sull’asfalto a scaldarsi! Ci sono tutti: leonesse dagli occhi gialli ed agghiaccianti, leoncini di poche settimane che miagolano impauriti e soprattutto lui, un maschio enorme che pare a malapena infastidito dalla nostra presenza mentre lo copriamo di foto. Non fa una piega e ci guarda distrattamente, ma quando sbadiglia capiamo perché lo chiamano “il re della foresta”…Non ha la bocca, ma vere e proprie fauci…Mai visto nulla di così bello e terrificante allo stesso tempo, l’adrenalina è al massimo. Ad un certo punto si scoccia e se ne va con l’andatura sinuosa e rilassata di chi sa di essere invincibile e noi ammiriamo il suo corpo dalla muscolatura perfetta…Zampe che sembrano le gambe di un uomo, di un atleta olimpionico. Non abbiamo mai visto nulla in vita nostra che ci incuta un tale senso di totale timore e ci comunichi tanta potenza ed Alberto ne resta folgorato. Siamo stati davvero fortunati! Data la scoperta dei leoni il safari termina un’ora più tardi del previsto e quando arriviamo al camp il ristorante dove avevamo riservato un tavolo ha già chiuso i battenti…Ma quando ormai ci stiamo x rassegnare all’idea di dover cenare con pane vecchio e marmellata, i camerieri ci dicono che possono preparaci un piatto caldo da portarci nel capanno (stando ben attenti alle scimmie…) e cenare lì…Grazieeeeeeee!!! allunghiamo loro una bella mancia e finalmente ci mettiamo comodi in camera dove divoriamo il piatto di carne, verdure e riso che ci hanno dato…Sarà la fame, sarà il freddo, ma è proprio buono!! Ok, è ora di dormire…Tanto tra poco ci dobbiamo svegliare per il safari a piedi!! Fare safari è piuttosto massacrante, ma non riusciamo a fermarci!!! 18 Luglio: KRUGER NATIONAL PARK Sveglia all’alba, ma in realtà è ancora buio. Due rangers armati di fucile ci attendono per il safari a piedi: Obi e Surprise. Il gruppo si compone di circa 10 persone provenienti da mezza Europa. Partiamo in jeep e attendiamo che albeggi mentre raggiungiamo il punto di inizio della scarpinata nel bush. Scendiamo dalla jeep ed il capo dei due rangers, Surprise, ci tiene una piccola lezione di “sopravvivenza” spiegandoci che loro due cammineranno in testa perché il pericolo arriva sempre frontalmente, che non dobbiamo mai fermarci a fare foto da soli, ma che dobbiamo avvertire in modo tale che si fermerà l’intero gruppo perché restare indietro da soli è molto pericoloso, mentre se i predatori vedono un gruppo di persone non attaccano. Ci racconta inoltre che un tempo le regole erano diverse poiché era previsto che dovesse esserci un ranger come apri-fila ed uno come chiudi-fila…Ma poi accadde che un gruppo di turisti si trovò di fonte un rinoceronte incavolato, che al ranger capo-fila si inceppò il fucile e non potè sparare all’animale…Il ranger chiudi-fila non fece in tempo ad accorrere prima che il rinoceronte caricasse i turisti e così si fecero tutti molto male. Ecco perché ora mettono entrambi i rangers davanti al gruppo. Albi ed io ci scambiamo un sorriso nervoso: ma non ce lo poteva raccontare alla fine del safari???? Concludiamo che forse voleva caricarci con un po’ di adrenalina, ma non abbiamo motivo di non credere alle sue parole! Ci incamminiamo facendo ben attenzione a non restare separati dal gruppo e ci addentriamo nel bush dove vedremo solo giraffe abbastanza vicine e rinoceronti in lontananza…Ma in realtà non sappiamo nemmeno noi se li vogliamo vedere da vicino! I rangers sono armati, ma ci sentiamo cmq vulnerabili mentre attraversiamo la boscaglia piuttosto in silenzio. Durante il percorso Surprise ci spiega molte cose ed impariamo praticamente tutto sulle…Feci (!) degli animali selvatici…Dall’ “analisi” delle quali, in realtà, si possono scoprire un sacco di cose a cominciare da chi le ha depositate, quanto tempo prima e dove era diretto. Il ranger Obi , preso dall’entusiasmo, prende in mano una pallina di sterco di giraffa secco, ce lo mostra tutto contento, e commenta “quite amazing!”…Albi ed io ci guardiamo: va bene che fare il ranger e stare tutto il giorno immerso nella natura porta ad essere entusiasti…Ma cosa ci può essere di tanto “amazing” in una cacca di giraffa?? Cmq “quite amazing” diventerà il tormentone della nostra vacanza…
Torniamo al camp sani e salvi verso le 9 del mattino, dopo aver fatto una spartana colazione in mezzo al bush a base di ceddar e frutta secca. A questo punto la nostra giornata nel Kruger prosegue in piena autonomia, x cui saltiamo in auto e partiamo alla ricerca degli animali…Ma la giornata è piuttosto sfortunata e non avvistiamo quasi nulla!! Ci chiediamo come mai ieri in pochi km abbiamo incontrato davvero tantissimi animali ed oggi quasi nessuno, ma…Anche questo è fare safari! Prima della chiusura del parco usciamo dal Paul Kruger Gate e ci dirigiamo verso l’hotel che abbiamo prenotato per la notte, il Protea Kruger Gate. L’hotel in sé non è male, e anche se è grande e un po’ dispersivo, le parti comuni sono suggestive, la camera normale. Quello che però ci delude moltissimo è la cena: all’interno del boma è stato apparecchiato un mega-buffet, ma il cibo è davvero tutt’altro che buono anche se ci si può servire all’infinito. E’ stata una cena pessima e costosa, rispetto agli standard sudafricani (anche se chi predilige la quantità alla qualità potrebbe contraddirci…), l’unica volta in 3 settimane che abbiamo mangiato male…Questo hotel ve lo sconsigliamo…Si stava davvero meglio nel capanno al Berg En Dale Camp!! Vabeh… 19 Luglio: KAPAMA PRIVATE GAME RESERVE Ci alziamo tutti contenti perché oggi si va alla Kapama Game Reserve, ad Headspruit. Ci godiamo una buona colazione al sole (almeno la colazione è buona!) dopo esserci comodamente svegliati ad un’ora decente e non più all’alba, e partiamo alla volta del Buffalo Tent Camp dove abbiamo riservato una notte in tenda e che siamo curiosissimi di vedere! Arriviamo verso le 13, in tempo per il pranzo (la formula è a pensione completa) e appena varcata la soglia della riserva Kapama viene a prenderci in jeep colui che resterà indelebilmente nei nostri ricordi: il ranger Warren.
Warren ci scorta al campo dove ci attendono con un coktail di benvenuto; porta le valigie all’interno della nostra tenda, ci va a parcheggiare l’auto in un parcheggio inaccessibile agli ospiti (non sia mai che a qualche turista salti in mente di aggirarsi per la riserva da solo credendosi al Kruger), poi si cambia la camicia color caki da ranger con quella bianca da cameriere e ci serve il pranzo…Non si ferma MAI e ci contagia col sorrisone sudafricano di uno che sa pensare solo positivo e vive per fare il ranger e guidare la jeep nella savana. Ci riposiamo un’oretta nella nostra tenda montata su di un’alta palafitta e si vedono le gazzelle brucare sotto di noi (troppo bello!! Anche se di giorno entra parecchio caldo e di notte parecchio freddo…), poi partiamo per il safari dalle 16 alle 19. Ovviamente il nostro ranger è Warren che ci spiega di stare attenti a non prenderci i rami negli occhi e di non afferrarli con le mani perché molti sono spinosi… e noi pensiamo che sta facendo scena perché di safari ne abbiamo già fatti e queste eventualità non si sono mai presentate!! Invece Warren fa sul serio perché con il suo amico trakker seduto sul cofano della jeep a caccia di orme da seguire, disdegna le piste battute dagli altri fuoristrada e pur di trovare i leoni (che, a quanto pare, sono gli unici animali che lo esaltano) si fionda nel fitto del bush e noi dobbiamo fare davvero tanta attenzione ai rami che vengono addosso!!! Warren è instancabile e gira x ore senza mai perdere il suo sorriso e spiegandoci cose interessanti sui vari animali che incontriamo che però non lo entusiasmano e dopo pochi istanti in cui si ferma x farci scattare due foto riparte subito alla ricerca dei leoni. Intanto si fa buio pesto ed è quasi ora di cena, ma finalmente troviamo il leone e non si può certo rientrare!! Warren inizia l’inseguimento un po’ scocciato perché anche altri rangers di altri campi che si trovano sempre all’interno della riserva Kapama hanno trovato il leone e lo vogliono seguire…Unica differenza: gli altri rangers lo seguono finchè è sulla pista sterrata…Warren lo segue ad ogni costo perché sa che sta per cacciare!!! Per cui abbandona le piste ed inizia ad infilarsi tra i cespugli con la jeep tirata al massimo…Quando si trova davanti un albero che gli sbarra la strada, preso dall’ansia di perdere il leone…Lo abbatte!!! e gli passa sopra con la jeep che si “mangia” prima il tronco e poi le foglie. Ci guardiamo increduli: lo ha fatto veramente??? ma questo è Rambo!! Perdiamo di vista il leone, ma poi lo ritroviamo in compagnia di una leonessa…Aveva ragione, hanno appena cacciato una gazzella e la stanno mangiando! Finalmente Warren si rilassa, tutto felice e si gode la scena che è stata di sicuro la più cruda del nostro viaggio: la preda non è ancora morta, infatti la leonessa la tiene per il collo per finire di soffocarla mente il maschio ha già iniziato a divorarle le cosce ed è tutto imbrattato di sangue…Il rumore che fa quando stacca la carne dalle ossa è terrificante, ci fa accapponare la pelle ed io distolgo lo sguardo con grande delusione di Warren che commenta “it’s just nature!”…Ha ragione, ma fa davvero impressione! Dal campo ci chiamano perché siamo in ritardo per la cena (al Buffalo Camp il servizio è ottimo, ma quanto alla rigidità delle tabelle di marcia ed agli orari sono un po’ maniacali…) e noi rientriamo a tutta canna anche se Warren è un po’ scocciato perché non lo hanno lasciato finire di godersi lo spettacolo del leone a cena. Arriviamo al campo (che tiene al massimo 12 persone) e ceniamo tutti insieme allo stesso tavolo con gli altri ospiti che arrivano dal Cile e dalla Germania scambiandoci racconti sui safari…Una buonissima cena africana davanti al camino acceso…Ci voleva dopo tutto quel freddo e Warren, che si è fatto tutto il safari con camicia a maniche corte, ovviamente è il nostro cameriere.
20 Luglio: BLIDE RIVER CANYON Sveglia alle 5.30: è Warren che viene a bussarci alla tenda per darci il Buongiorno…E chi altrimenti? Caffettino americano al volo e saltiamo sulla jeep nel freddo del mattino. Ormai non ci interessano più gli animali, il vero spettacolo per noi è Warren che, dato che fa un po’ freddino (si gela!!!!!!!!!!!!) si è messo un leggero k-way …E nuovamente si butta tra i cespugli alla ricerca dei leoni. E li troviamo, mamma e leoncini che prendono il sole, sono davvero bellissimi e le foto si sprecano. A metà safari Warren ci apparecchia un tavolino in riva ad una pozza in cui stanno sguazzando gli ippopotami, tira fuori uno spuntino mica male…E ci avverte che possiamo andare alla toilet dietro i cespugli, cosa che noi facciamo piuttosto in fretta pregando che nessun predatore sia di caccia in quel momento…Poi ci indica un tipo di felce molto soffice e ci spiega che se ci dovessimo perdere nel bush quella pianta è l’unica che potremmo usare come “toilet paper”…Ma, onestamente, come potremmo uscirne vivi se ci perdessimo davvero nel bush???? Torniamo al campo verso le 9 e la colazione è già pronta…Warren si cambia la camicia e ci serve a tavola.
Questo è il nostro ultimo safari e siamo contenti che sia stato in questa bella riserva. Quali sono le differenze tra le riserve private ed i parchi statali? Che nei parchi statali puoi farti il safari fai-da-te oppure partecipare ad uno in loco e le possibilità di vedere gli animali sono davvero lasciate al caso. Nelle riserve private, invece, è più facile avvistarli perché di fatto i rangers sanno dove sono dato che se lo comunicano via radio o sanno quali sono i posti in cui di solito si possono trovare. Se il budget lo permette noi consigliamo di provare entrambe le esperienze perché sono diverse, ma bellissime e sicuramente il Buffalo Camp è proprio una bella struttura, piccola, con un ottimo servizio, dormire in tenda è particolarmente suggestivo e poi se avete la fortuna di incontrare il ranger Warren vedrete che non dimenticherete tanto facilmente i safari!! E’ ora di partire e ce ne andiamo a malincuore perché ci siamo divertiti un mondo. Mi faccio scattare una foto con Warren, poi lui ci scorta all’uscita della riserva pronto per ricominciare il tran-tran con altri turisti…Che forza della natura questo ragazzo! Dovrebbero dargli almeno 4 stipendi! Partiamo per visitare il Blide River Canyon e mentre ci spingiamo a nord il paesaggio cambia diventando sempre più verde poiché entriamo nella regione del Mpumalanga. Iniziamo la salita al canyon scavato dal fiume Blide ed entriamo nel parco facendo il giro da nord a sud. Lungo la strada ci fermiamo a curiosare tra le bancarelle di artigianato locale e compriamo la tanto desiderata giraffa di legno, bella alta, contrattando duramente fino ad ottenerla per circa 13 €…Solo dopo averla acquistata ci chiediamo come faremo a farle fare 3 voli aerei…Vabeh, ci penseremo! Nell’ordine ci fermiamo a vedere le “three rondavels”, le “Bourke’s Luck Potholes”, la “God’s Window” e “The pinnacle”, ma solo le prime ci affascinano…Però crediamo che sia perché la luce di mezzogiorno è davvero la peggiore per godere di un bel panorama dato che non si vede quasi nulla con il sole che batte dritto sulla testa! Di sicuro verso il tramonto sarebbe stato molto meglio, ma noi siamo qui adesso! Ci fermiamo a Graskop a mangiare un pancake, la specialità locale, e cerchiamo di raggiungere Pilgrim’s Rest che avrebbe dovuto essere la nostra ultima tappa per oggi, ma ci perdiamo e il sole sta già scendendo…Per cui rinunciamo, anche perché siamo stanchi morti, e ci dirigiamo ad Azyview dove abbiamo prenotato la notte all’Hippo Hollow Country Estate, un hotel che sorge sulle sponde del fiume Sabie. Il posto è davvero molto carino e ci danno un capanno con verandina sul prato vista fiume; ci avvertono che dopo il calar del sole è sconsigliato girare nel prato perché coccodrilli e ippopotami escono dall’acqua e sono molto pericolosi…Infatti parecchi cartelli avvertono che i signori turisti girano nella tenuta a loro rischio e pericolo…Ma basta, al solito, essere prudenti! Per cena ci fermiamo al ristorante interno all’hotel e con nostra sorpresa, scopriamo che si mangia ottimamente e che non è per nulla caro! Pertanto vi diamo un buon consiglio: piuttosto che dormire e soprattutto cenare al Protea,proseguite qualche Km fino ad Azyview (saranno 20 minuti di auto dal Kruger) e venite a dormire qui!! 21 Luglio: dal MPUMALANGA a JO’BURG (circa 6 ore) Giornata di trasferimento fino a Jo’burg per arrivare all’aeroporto prima che cali il sole…Ci gustiamo il panorama. Arriviamo all’aeroporto dopo pranzo e restituiamo sia la nostra Chico che il navigatore, poi ci dirigiamo al punto di informazioni turistiche perché questa è l’unica notte per la quale non abbiamo alcuna sistemazione prenotata dall’Italia…In principio avremmo dovuto dormire in aereo perché il volo per Zanzibar doveva essere a mezzanotte, ma poi è stato spostato a domani mattina ed ora dobbiamo trovare un posto per la notte. Il tipo dell’ufficio turistico era davvero antipatico e non ci ha dato molta scelta: o l’Hilton a 300 € a notte, o degli alberghetti vicino all’aeroporto a tre stelle. Siamo piuttosto dubbiosi, ma non conosciamo la città e vogliamo restare nei paraggi per cui scegliamo l’albergo a tre stelle…La Petra Guest House. Mi raccomando, imprimetevi bene questo nome nella mente e…NON ANDATECI!!!! Faceva schifo…E tralasciamo la descrizione delle condizioni igieniche perché non ci vogliamo ripensare…Dove fossero le tre stelle non si può sapere. Col senno di poi avremmo dovuto andarcene, ma il punto è che i proprietari non ci apparivano essere gente del tutto a posto (ci è parso che ci fosse uno strano giro…) e ci siamo tenuti la nostra stanzetta umida pensando che il giorno dopo saremmo stati a Zanzibar…Consiglio: non fate come noi, piuttosto saltate su un taxi e recatevi in centro, ma non chiedete informazioni sugli alberghi all’aeroporto! meglio fare da sé…
Alla sera prepariamo le valigie mettendo tutti i vestiti da mare nel bagaglio a mano (sempre nell’eventualità che ci perdano le valigie) e andiamo a “dormire” aspettando che sia ora di alzarci e potercene andare.
22 Luglio: verso ZANZIBAR Finalmente è mattina…Facciamo “colazione” e ci facciamo portare all’aeroporto anche prima del previsto. Siamo in compagnia di un altro ragazzo che viaggia da solo che ha la nostra stessa faccia, di chi vuole solo andarsene da lì. Entriamo all’aeroporto e ci pare di essere nel posto più bello e pulito del mondo…Non so se si ci spieghiamo!! Ci rendiamo subito conto che qui le misure di sicurezza vengono applicate con una certa sportività perché passiamo il metal detector dimenticandoci l’acqua nello zaino e forbicine, shampoo ecc…Nel bagaglio a mano, ma nessuno ci dice nulla…Anzi, a Zanzibar ci renderemo addirittura conto di aver girato con un coltello da tavola nello zaino (serviva per fare i panini)! Saliamo sull’aereo di Air Tanzania, dove fanno imbarcare anche la nostra giraffa senza alcun problema, arriviamo a Dar El Salam e cambiamo aereo: un mini airbus ad eliche (!!) che in 15 minuti netti ci porta a Zanzibar dove atterriamo alle 19.00 ora locale (1 ora di fusorario rispetto al Sudafrica).
L’aeroporto sembra quello dei Lego con cui giocavo quando ero piccola…Mai visto nulla del genere!! Facciamo l’immigrazione (50 $ a testa), troviamo il nostro accompagnatore che in un’ora di auto ci porta a Nguwi, al resort che abbiamo prenotato, La Gemma dell’Est…Bellissimooo!!!! La nostra camera è molto grande e ben arredata, piena di fiori cosparsi ovunque. Siamo ancora in tempo per la cena e ci fiondiamo al ristorante “all inclusive” dove un buffet con ogni ben di Dio ci sta aspettando…Dopo la notte al Petra ci meritiamo una serata così speciale!! 23-24-25-26-27 Luglio: ZANZIBAR Ecco la parte rilassante della nostra luna di miele! A Zanzibar ci siamo davvero riposati e rilassati in spiaggia e abbiamo fatto una sola gita nella città principale, Stone Town, per cui non scriviamo un resoconto giorno per giorno.
Possiamo però darvi alcuni CONSIGLI: – Leggetevi i resoconti di viaggio degli altri turisti per caso, in particolare vi consigliamo quello intitolato “Zanzibar nel cuore” del 18/08/07 che vi farà capire molte cose sull’isola ed i suoi problemi.
– Zanzibar risente moltissimo del fenomeno delle maree: in alcune ore del giorno il mare si ritrae anche per km ed emerge la barriera corallina sulla quale è ben difficile passeggiare…L’unica parte dell’isola che non risente di questo fenomeno è quella a nord e lì eravamo noi.
– Se non volete alloggiare in un villaggio turistico o in un hotel dagli standard occidentali, sappiate che vi state recando in un’isola povera dove la gente vive ancora in gran parte in capanne di fango e paglia e che anche a Stone Town gli alloggi sono piuttosto miseri. Inoltre affittare un’auto e girare l’isola in autonomia vi metterà di fronte a strade sì asfaltate, ma piene di buche e senza linea di mezzeria, dove le norme stradali tendenzialmente non esistono (anche qui si guida al contrario!)…Ed il traffico è davvero super incasinato anche perché lungo le strade si mescolano dai carretti tirati dai buoi ai camion…Siamo stati contenti di avere qualcuno che guidava per noi! Inoltre lungo la strada ci sono parecchi posti di blocco dove vige la legge del “allungami dei soldi e ti faccio passare”, cosa che non facilita gli spostamenti ai turisti.
– Quando acquistate qualcosa contrattare sempre! – Prima di partire fate scorta di dollari americani: dato che il cambio per ora è favorevole vi conviene di certo pagare in dollari e risparmierete! In ogni caso tutti accettano tranquillamente sia i dollari che gli euro, anzi, li prediligono alla valuta locale (scellino tanzaniano).
– Sulla spiaggia incontrerete i famosi “beach boys” che parlano un italiano quasi perfetto e che vi offriranno di fare con loro le escursioni. Potete serenamente fidarvi di quelli che vi paiono meglio organizzati ed affidabili. In ogni caso non tralasciate di verificare quanto vi costerebbe fare le escursione organizzate dal villaggio…Può capitare che costi meno che andare con i beach boys! A noi infatti è successo così: io avevo conosciuto due ragazzi a posto ed affidabili che ci avrebbero portato a Stone Town per 25 € in gruppo da 10 italiani…Ma con Turisanda abbiamo fatto la stessa identica gita per 25 $ (una bella differenza…), eravamo solo in 4 ed avevamo una guida eccezionale! – L’estate a Zanzibar va da Dicembre a Febbraio. Negli altri mesi il tempo è variabile ed i temporali sono molto frequenti! – All’aeroporto di Zanzibar non c’è il nastro trasportatore per i bagagli (tra le altre mille cose che non ci sono…), per cui ve li consegneranno a mano. Anche se ci sono grandi cartelli che dicono di NON dare denaro a chi ve lo chiede perché la corruzione è molto diffusa, gli addetti vi chiederanno cmq soldi per non ispezionarvi le valigie ecc…Siate pronti a ricevere questo tipo di richieste e vedete voi che fare…Anche se non bisognerebbe assecondare questo odioso sistema.
– Portate con voi magliette che non usate più, scarpe per i bambini o giochi…Sicuramente troverete qualcuno a cui regalarle! Evitate le caramelle anche se i bimbi ne vanno matti: pensate ai loro denti che non ricevono le stesse cure di quelli dei bambini occidentali! – Se vi capita di incontrare Masai o Beach Boys insistenti e non sapete più come toglierveli di torno, non dite “te lo compro domani opp vengo in gita domani” perché per loro significa che state prendendo un impegno serio e domani vi verranno a cercare e resteranno male se non manterrete la promessa. Piuttosto dite chiaramente che non siete interessati anche in modo deciso: sicuramente vi risponderanno “hakuna matata” (ossia “non importa”) e amici come prima! – Non tutti i locali hanno piacere di essere fotografati, per cui chiedete sempre prima di fare una foto. Molti vi chiederanno soldi in cambio della loro posa.
– Praticamente tutti parlano italiano e inglese.
– Portatevi maschera e pinne e un repellente per gli insetti.
DIARIO DI VIAGGIO (Zanzibar) Era la mia prima volta in un “villaggio” ed ero scettica…Ma devo dire che ci siamo trovati molto bene per tutta una serie di motivi: Nguwi, a quanto pare, è la parte più bella dell’isola (infatti molti organizzano le escursioni proprio per portare la gente a vedere questa spiaggia), famosa per i suoi tramonti incantevoli. E’ la sola parte di Zanzibar che non risente del fenomeno delle maree, come già detto, e si può fare il bagno ad ogni ora. La spiaggia era divina…Talco sotto i piedi e tantissime conchiglie (che devono restare lì!!!!). L’hotel era molto bello, si trattava più che altro di un Resort ideale per coppiette…Se cercate la pace e l’atmosfera romantica catapultatevi qui…Ma se cercate il divertimento, catapultatevi altrove!! I locali dicono che sia l’hotel più bello dell’isola, nonché situato nella miglior posizione…Non abbiamo visto gli altri, ma ci crediamo! Che dire?? Il posto è incantevole, si mangia molto bene (cucina mediterranea e africana), cucinano le banane in tutti i modi possibili ed il personale è a dir poco splendido, gentile e SEMPRE sorridente e pronto al saluto…Consigliamo a tutti di alloggiare qui! I giorni ci sono passati velocissimi anche se non facevamo assolutamente nulla a parte mangiare, dormire e prendere il sole…E infatti abbiamo messo su entrambi un paio di Kg! La gente era deliziosa: tutti ti salutavano col un “Jambo!” squillante accompagnato da un bel sorriso genuino e se avevi voglia di fermarti a fare due chiacchiere erano sempre disponibili! Abbiamo fatto una sola gita a Stone Town, nella parte vecchia di Zanzibar, che è stata dichiarata Patrimonio Unesco. Ci è venuto a prendere la nostra guida, Muhini che ci ha spiegato tutto lo scibile su Zanzibar parlando ininterrottamente in un perfetto italiano per alcune ore: abbiamo scoperto che l’isola era la “capitale” dell’Africa Orientale durante il sultanato (ho visto alcune foto: la città era meravigliosa, da sogno…Altro che oggi!), cos’è la cultura Swaili, che alla fine della seconda guerra mondiale Zanzibar ha conosciuto un periodo di governo socialista che ha distrutto quel poco di bello che restava e anche qui, come a Berlino, sono spuntati i casermoni popolari in cemento che sono inguardabili. Abbiamo curiosato in giro per il mercato, comprato le spezie, visitato il luogo in cui sorgeva il mercato degli schiavi (molto istruttivo, ma fa male al cuore e spesso ci penso ancora…), ci ha raccontato la storia del Dottor Livingstone, che divenne – senza saperlo- il più famoso esploratore del 1800 e morì senza riuscire a realizzare il sogno di scoprire le sorgenti del Nilo, abbiamo gironzolato per la città per fare acquisti e da ultimo ci ha portati a vedere “The house of wanders”, la famosa casa di rappresentanza che il sultano dell’Oman fece erigere e donò alla moglie per farsi perdonare delle sue innumerevoli concubine. L’escursione è stata bellissima e soprattutto interessante, specie perché Muhini non si stancava mai di rispondere alle nostre domande.
La cosa più bella in assoluto, però, è stata la sensazione di essere in una delle favole de “Le mille e una notte”…Tutte quelle donne velate, alcune con solo gli occhi scoperti, ma vestite con abiti neri lunghi fino ai piedi, piuttosto aderenti, che lasciavano immaginare i corpi, e dai quali spuntavano mani e piedi tatuati con l’hennè e vesti dai colori scintillanti…Non avrei mai creduto che potessero essere così incredibilmente femminili!! Al loro confronto mi sentivo fin brutta perché troppo scoperta (ossia con pantaloni al ginochhio e T shirt!). Zanzibar ha davvero il potere di affascinarti…Quei colori, quegli odori, quel misto di Africa ed Oriente ci è rimasto negli occhi e nel cuore. Non mi aspettavo che fosse così bello! Sulla spiaggia abbiamo fatto conoscenza con alcuni beach boys (tali Raul e Cappuccetto Rosso) ed anche con un Masai di nome Jaco con cui ci siamo fatti qualche risata verso il tramonto…In particolare trovava un sacco divertente il fatto che io avessi 1 solo fratello ed Albi nemmeno quello e che con 30 anni non avessimo ancora figli!! Jaco non era proprio il Masai più sveglio della spiaggia, ma era davvero tenero. L’ultimo giorno siamo finalmente andati a comprare qualche souvenir alla sua bancarella che lui chiamava orgogliosamente “mio negozio” e poi Albi gli ha regalato una maglietta. Io ero scettica e gli ho detto “ma figurati se il Masai si mette la tua maglietta!!” … L’abbiamo visto poco dopo con la T shirt addosso, felice come un bambino, non finiva più di abbracciarci e si è fatto lasciare da Albi il numero di cellulare…Da qual giorno ci ha già chiamati due volte!! e non sappiamo come fargli capire che spende un sacco di soldi per telefonarci!! …A volte sono strani i ricordi che ti legano ad un viaggio, ma le risate con Jaco non ce le dimenticheremo facilmente e poi le foto resteranno sempre, no?? 28 Luglio 2008 da ZANZIBAR a JO’BURG Sveglia prestissimo perché la macchina verrà a prenderci alle 6 del mattino per portarci all’aeroporto. Mi vien da piangere: io non me ne voglio andare da Zanziabar!! Come faccio a tornarmene a Torino senza più nessuno che mi sorride e mi dice “Jambò!”, senza i fiori di frangipane, senza il riso alle spezie?? Mi porto via solo un tatuaggio all’hennè sulla mano destra che però, causa lavori domestici, durerà assai poco, peccato! Ci siamo anche comparti una bella pittura astratta tutta colorata ed enorme da mettere sopra il divano: vogliamo che i ricordi vengano ravvivati ogni giorno!! Durante il tragitto vediamo Zanzibar che si risveglia: i bambini che vanno a scuola, gli uomini vanno al lavoro in 50 sul vagone di un camion che ad ogni curva sembra debba perderli tutti per strada, le botteghe che aprono i battenti…Arriviamo all’aeroporto e scopriamo che il check-in si fa in strada: l’aeroporto infatti somiglia ad una gigantesca bancarella aperta sulla strada. Il tabellone dei voli è una lavagna di quelle che si scrivono col pennarello cancellabile…Ed è già tanto che ci siano 3 computers!! Paghiamo i 30$ a testa necessari per l’emigrazione e al controllo bagagli l’addetto ci bisbiglia “give me a tip!” con fare losco…Uffa!! Io non vorrei lasciargli un bel niente, ma Albi dice che è meglio non avere casini e così…Entriamo in sala d’aspetto dove non c’è l’aria condizionata: due grandi ventilatori dell’anteguerra (per intenderci: quelli che puoi infilarci dentro le dita e non trovartele più!!) fanno finta di far girar l’aria; il bagno è incredibile: lo sciacquone è sradicato per cui la signora addetta alla toilette dopo la “sosta” di ogni utente butta nel gabinetto una secchiata d’acqua… Ti spreme il sapone liquido direttamente sulle mani da una bottiglietta, poi ti spiega molto orgogliosa come asciugartele sotto il getto dell’aria calda…Niente da dire, il bagno è tutto scassato, ma il servizio è eccellente!! I gates consistono nelle uniche 3 porte a vetri dove un foglietto reca la scritta “gate 1, gate 2 e gate 3”…Quando l’aereo arriva il personale di terra apre una delle tre porte e urla la destinazione! L’aereo, ovviamente, si raggiunge a piedi.
Forse pure l’aeroporto dei Lego era più organizzato! Ma non avevamo mai visto niente del genere e ci divertiamo ad osservare.
Ripartiamo per Jo’burg dove atterriamo alle 14.00 e ci facciamo venire a prendere dal bus dell’hotel che abbiamo prenotato per questa notte, il Mondior Concorde Hotel, vicino all’aeroporto.
Scopriamo che l’hotel si trova all’interno di un complesso in pieno stile Las Vegas con tanto di casinò. Da fuori non ci entusiasma, ma dopo la nostra esperienza al Petra (mi viene ancora la pelle d’oca) ci rendiamo conto che è una buona soluzione perché siamo vicini all’aeroporto e poi Jo’burg non ci pare affatto una città sicura dove poter girare in tutta tranquillità!! L’hotel è davvero bello anche se molto moderno. Dato che abbiamo il casino a due passi e siamo troppo stanchi per andare in giro, decidiamo di passare in sala giochi per fare qualche partita a flipper e ad hockey dopo esserci tuffati in una colossale fetta di apple pie con gelato da Mugg & Bean (mitico!)! Ceniamo in uno dei tanti ristorantini che circondano il casinò e ci prenotiamo una visita guidata della città per il giorno dopo, il nostro ultimo giorno in Africa!! 29 Luglio: JO’BURG Sveglia con calma e colazione buonissima! Alle 11 la guida che ci ha prenotato l’hotel è sul posto col suo pulmino: Ruben.
Ruben ci propone alcune attrazioni da vedere, ma a noi interessa solo fare una capatina in centro, vedere il sobborgo di Soweto (dove tutto ebbe inizio…) ed il Museo dell’Apartheid. Altra cosa interessante da fare avrebbe dovuto essere la visita ad una miniera…Ma purtroppo ci siamo attardati e non ce l’abbiamo fatta! La visita parte da Soweto che è piuttosto diversa da come ce la immaginavamo: innanzitutto è immensa e poi non è povera come ce l’eravamo figurata. Anzi, ci sono alcune casette mica male!! Speravamo di trarre da questa visita informazioni interessanti sul modo di pensare della gente del quartiere, su come vissero gli anni tremendi della segregazione e su quelli che sono stati gli effetti di questo fenomeno sulla società sudafricana oggi, ma purtroppo la guida non si rivela affatto all’altezza anche se si vanta tanto. Innanzitutto è mozambicano e poi ci rendiamo conto che non è affatto una persona sensibile, né troppo intelligente…Anzi, ci fa una tirata da perfetto ignorante contro gli omosessuali che ci lascia davvero irritati!! E non si morde la lingua nemmeno quando ci dice che molti sudafricani si trasferiscono a Londra dove si trovano mogli europee e che il solo pensarci gli fa schifo perché sono bianche (grazie, fa sempre piacere!!)!…Mah…Ecco perché di solito ci piace viaggiare in autonomia!! Ruben ci accompagna anche al Museo dell’apartheid che è estremamente interessante, pieno di testimonianze crudissime di un periodo che è da ricordare solo per far sì che non si ripeta. Scopriamo cose che mai immaginavamo e che ci toccano profondamente. Restiamo al museo per ore, anche se è piccolo, ma avremmo voluto passare lì tutta la giornata x poter guardare con attenzione ogni singola foto e seguire x bene ogni video…Ma il tempo stringe. Alla fine della visita ci facciamo portare in centro e Ruben ci rifila la visita di Jo’burg dall’alto da non so più quale palazzo altissimo con attico panoramico…Che, secondo noi, si può tranquillamente evitare, dato che la città non ha proprio nulla di bello da vedere, né dall’alto, né dal basso.
Poi facciamo un veloce giro in centro, dove siamo praticamente gli unici bianchi, e torniamo all’hotel lieti di toglierci Ruben di torno e…Non gli lasciamo nemmeno la mancia perché ci stava proprio antipatico!! (in ogni caso…Gli abbiamo pagato il pranzo!).
Facciamo ancora una sosta da Mugg & Bean per un muffin gigante al cioccolato e poi, stanchissimi, ci facciamo portare all’aeroporto dove diciamo ARRIVEDERCI all’Africa dopo ben tre settimane di viaggio…Sigh, sigh!! CONSIDERAZIONI FINALI.
Questa luna di miele è stata stancante, parecchio…Le levatacce al gelo alle 5 del mattino dopo un po’ iniziavano a pesare ed il freddo non è mai mancato, ma abbiamo visto posti talmente belli e vissuto emozioni così intense che lo rifaremmo mille volte. Quello che dicono dell’Africa è vero: ti entra sotto la pelle e non te la togli più…Ti porta a renderti conto di quanti affanni inutili ci sono inevitabilmente nelle nostre giornate e a rivedere la tua scala di valori con un altro metro; ti aiuta a vedere la vita stessa con un po’ di chiarezza in più e ti regala tutta la sua selvaggia bellezza. Da questo viaggio, giraffa di legno a parte, ci siamo portati a casa soprattutto la consapevolezza che esiste un luogo dove il tempo scorre alla giusta velocità e non è nemico dell’uomo…Dove si possono fare tantissime cose senza stressarsi, dove il tempo per sorridere e salutare chi ti passa accanto si trova sempre. Chi è stato in altre zone dell’Africa snobba il Sudafrica dicendo che non è “vera Africa”…Non abbiamo mai visto gli altri Paesi che compongono questo immenso continente, ma pensiamo che in un certo senso abbiano ragione. Però vogliamo anche dire a tutti coloro che in Africa non ci sono mai stati che, dal nostro punto di vista, forse questo Paese è il giusto punto di inizio per andare alla scoperta del continente africano non solo perché è bellissimo proprio per il suo fascino coloniale che lo rende diverso da tutti gli altri, ma anche perché il modo migliore per visitarlo è da soli con auto a noleggio, cartina alla mano e tanto tanto entusiasmo…Ed è un viaggio alla portata di chiunque, niente affatto pericoloso! Volete sapere se torneremo??? Beh…Leggendo il nostro diario che impressione vi siete fatti????!!! FRANCESCA & ALBERTO (Torino)