“Hola Amigo” Yucatan 2003
Visitare le piramidi maya, nuotare nelle calde acque caraibiche o nei freschi Cenotes fin dall’inizio ci incuriosiva fortemente, ma come solamente da poco abbiamo imparato ad apprezzare, è il contatto con la gente locale dei piccoli villaggi, sentire l’”odore” dei posti, delle persone e del loro cibo che rende vero un viaggio, parlare con la gente, capire come vivono, cosa fanno, cosa pensano di noi, tutto ciò fa sì che una volta rientrato a casa ti ricorderai oltre che dei posti anche di una persona, di un particolare aneddoto assaporando fino in fondo i diversi aspetti di paesi così lontani.
Inizialmente dovevamo essere in 4, ma a sole 3 settimane dalla partenza per problemi loro gli altri due compagni di viaggio ci hanno lasciati soli, niente paura si parte ugualmente. Anche questa volta, il “taccuino di viaggio” dove riportare date, costi, impressioni e quant’altro è toccato ad Eleonora, buon viaggio…
Sabato 09.08.2003 La nostra vacanza è iniziata sabato mattino alle 4:30, siamo andati ad Ancona e da lì alle ore 7:30 siamo decollati alla volta di Roma. Da qui con netto ritardo ripartiamo alle 11:00 per New York, ci accomodiamo sul Boeing 777 nuovo-nuovo, dove sicuramente non mancano le possibilità per divertirsi durante il viaggio con film, giochi, musica ecc…, una figata, ma x quello che costa!?!?!? Atterriamo nella grande mela intorno alle ore 13:20 e ci avviamo verso la dogana dove veniamo sottoposti ad un controllo minuzioso di bagagli ed indumenti, questo è lo scotto da pagare x chi vuole viaggiare sicuri, ma va bene così.
Ci aspettano 2/3 ore di attesa prima di ripartire nuovamente alla volta del Messico e l’unica cosa che ci dispiace veramente, nonostante una brutta giornata di pioggia, è quella di non poter godere della splendida città che ci aspetta fuori dall’aeroporto, sarà per un’altra volta. Atterriamo a Cancun intorno alle sette di sera, ma con il fatto che siamo 7 ore indietro rispetto l’Italia, quindi le 2 di notte, siamo due stracci!!!! Prima di uscire dobbiamo passare attraverso i “ferrati” controlli della dogana messicana, praticamente un semaforo (vero e proprio), dove ognuno prima di passare deve spingere un tasto, se il semaforo segna verde ok altrimenti stop, indovinate cosa è venuto a Christian? Rosso, fuori tutto dalla valigia anche qui per la terza volta nella stessa giornata.
Rimesso a posto il bagaglio, ci avviamo all’uscita dove troviamo un taxi collettivo che ci porta per 18 USD verso il centro di Cancun dove abbiamo il nostro albergo. Ah dimenticavo, ricordate il caldo di quest’estate, niente in confronto, usciti dall’aeroporto tanto era caldo ed umido che sembrava di essere a 5.000 metri di altezza per la difficoltà nel respirare, un caldo appiccicoso, ma siamo voluti venire al caldo…E caldo sia.
Arrivati all’Hostal Soberanis (www.Soberanis.Com.Mx soberanis@cancun.Com.Mx), albergo pulito nel centro di Ciudad Cancun, molto comodo per chi come noi deve dormire solamente e poi partire per l’interno, siamo andati nella ns camera (con bagno/doccia privato, Tv, aria condizionata e colazione al costo di 450 pesos la notte), dove dopo una veloce doccia ci siamo addormentati. Ricordo che presentando una guida Lonely Planet verrà applicato uno sconto del 20% sul prezzo della camera per notte. Domenica 10.08.2003 Sveglia alle ore 06:00, abbondante colazione al piano terra e alle 7:20 siamo di nuovo in strada trascinando le ns. Valige fino alla stazione dei pullman non molto lontana dall’albergo, ma quanto basta per essere sudati da capo a piedi.
Prendiamo il biglietto che da Cancun ci porta fino Chichen Itza con partenza prevista alle ore 07:50. Devo dire che le stazioni dei pullman sono veramente organizzate, cosa che non mi sarei mai aspettata, sembra di essere ad un aeroporto infatti si possono avvicinare ai pullman solo le persone munite di biglietto ed il controllo è molto scrupoloso. Nonostante la bella cornice, la ns. Corriera è uno scassone, sedili osceni e la carrozzeria … Ma avendo presso il servizio “intermedio” con la compagnia Oriente al costo di 77 pesos a persona, viaggiamo come dei veri messicani, manca solamente la signora con la gallina sotto braccio per essere al completo.
Christian gronda sudore da tutte le parti e sono solamente le prime ore del mattino, il pullman dopo poche fermate si riempie di persone che vanno a lavoro o rientrano nei diversi villaggi sparsi lungo la strada dopo aver fatto compre la mercato, insieme ad una famiglia di Los Angeles siamo gli unici turisti. Usciti da Cancun per la strada vediamo uno dietro l’altro piccolissimi villaggi nascosti tra le piante, la gente vive in delle baracche chiamate cabanas, credo fatte di terra cotta, sono veramente fatiscenti e mi chiedo come possano vivere in queste condizioni, pensando soprattutto al periodo delle piogge e/o uragani. Comunque ho notato che in tutti questi paesi al centro delle cabanas c’è sempre una chiesetta o un altare con immagini sacre a testimonianza della forte credenza religiosa.
Verso 12:20 arriviamo al ns. Albergo situato lungo la statale e distante solo 5 minuti dalle famose rovine di Chichen Itza, Hotel Dolores Alba (www.DoloresAlba.Com) molto carino. Per una notte in camera doppia con bagno/doccia privato ed aria condizionata si spendono 350 pesos. Ci sono 2 piscine ed il trasporto fino alle rovine e gratis. Per il rientro con un taxi si spendono 50 pesos in 2 persone.
Facciamo subito un bel bagno in piscina e poi il pranzo, ci arrostiamo al sole e alle 14:30 ci prepariamo per andare alle rovine (biglietto d’ingresso 37 pesos -si può entrare con la telecamera senza pagare nessun supplemento-).
Il primo impatto con il Castillo ti lascia senza fiato così come le 91 scale, la cui altezza arriva fino al polpaccio (circa 30 cm), che abbiamo fatto sotto il caldo torrido. Quando si arriva in cima la veduta è fantastica solo che sei talmente sudato che vorresti buttarti di nuovo in piscina. Devi fare attenzione anche alla gente che affolla i bordi e che ti spinge rischiando così di farti rotolare di sotto. L’ora + adatta è sicuramente è il tardo pomeriggio quando è più fresco e quando ci sono meno persone così da potersi godere la piramide e tutto il resto da soli. Da ognuno dei 4 lati si gode uno spettacolo stupendo sul resto del sito, poco dopo decidiamo di scendere anche perché ci stiamo cuocendo sotto il sole, ma la discesa è abbastanza rischiosa perché dopo pochi scalini realizzi che se ti sbilanci ti fermerai solo alla fine della scala. Molte persone decidono di scendere mettendosi seduti su uno scalino dopo l’altro impiegando anche 5 minuti. Una volta scesi facciamo un giro visitando il Cenote Sagrado, il campo del Juego della Pelota e quant’altro offre questo splendido sito. Lascio le citazioni alle numerose guide in commercio, dicendo che ogni angolo riserva storie e leggende fantastiche pensando anche solo alle centinaia di anni passati dalla loro costruzione.
Prima di rientrare in albergo proviamo a telefonare a casa, ma come al solito non risponde nessuno (poi si lamentano), facciamo rifornimento di acqua e all’uscita ci imbattiamo nel primo mercatino. I venditori si avventano come “sanguisughe” e dopo diverse contrattazioni acquistiamo il ns. Primo ricordo. Rientrati in albergo ci facciamo un altro bel bagno con la luce del tramonto e più tardi accompagnata, da diversi bicchieri di MARGARITA, ci gustiamo la ns. Cena. Lunedì 11.08.2003 Ore 9:10, stiamo aspettando la corriera che ci porterà a Merida da circa 50 minuti, questo a dimostrazione della puntualità messicana, infatti un cartello dice di presentarsi alla fermata 20 minuti prima del previsto arrivo, ma è consigliato comunque essere lì prima possibile perché non ci sono orari. Ci siamo svegliati alle 7:30, anche se Cri alle 6:00 era già in piedi vittima ancora del fuso orario. Dopo una bella colazione a base di frutta esotica ci troviamo ad aspettare il pullman che in circa 3 ore ci porterà nella città bianca al costo di 47 pesos.
C’è poca gente, ma accanto a noi ci sono 2 bambini davvero graziosi con i quali proviamo a parlare e ci facciamo anche delle foto, dopo un’po’ alla fermata di un paese salgono a bordo due persone con dei cestini con della “roba” da mangiare, così anche noi dopo qualche titubanza proviamo una specie di totijas fritta con sopra dei pezzi di carne di polo e verdure, fregandocene altamente delle varie raccomandazioni che ti invitano a non mangiare cose strane . Quando manca circa un’ora alla ns. Metà l’aria condizionata del pullman comincia a fare i capricci, ma la cosa + triste è che i finestrini sono bloccati quindi in pochi minuti all’interno comincia a fare un caldo bestiale e le maglie come al solito sono da strizzare. Finalmente arriviamo alla stazione dei pullman di Merida, il primo impatto ricorda una grande metropoli con macchine, gente e smog, dopo una sgambata sotto il sole arriviamo al ns. Albergo hotel REFORMA (hreforma@prodigy.Net.Mx , camera doppia al costo di 350 pesos con bagno privato/aria cond./piccola colazione), dove hanno sbagliato la prenotazione, ma fortunatamente ci danno comunque una camera che però si trova la terzo piano dell’albergo, quindi ci toccano 6 rampe di scale con valigie e zaini in spalla. Accendiamo l’aria condizionata, ci facciamo una bella doccia e dopo aver sistemato alla meglio le valigie siamo di nuovo in strada a fare il ns. Primo giro in una grande città messicana.
La prima cosa che facciamo è confermare e pagare la prenotazione presso l’agenzia Turitransmerida per l’escursione che faremo il giorno seguente. Facciamo pranzo in un fast-food americano e cominciamo a girovagare tra strade e vicoli fino ad arrivare nella Plaza Grande che fa anche da rotatoria e dove c’è un bel verde per rifugiarsi e avere un’po’ di fresco. Cri compra subito un’amaca doppia per la sua famiglia (da un tizio che ci fa passare cotone per juta) al prezzo di 200 pesos. Qui il ns. Incontro con Edagar, un ragazzo di 29 anni che abita a pochi kilometri dal centro, ci vede passeggiare e si avvicina dicendoci: “Italiani” e noi: “si, ciao”. E’ partito tutto da li!!!!! E’ stato con noi per 4 ore, ci abbordato, lui era li che girava per la città alla ricerca di italiani che potessero parlare con lui perché vuole imparare l’italiano e l’inglese per diventare guida turistica e così e stato, ci ha portato in giro per tutta la città a visitare monumenti, palazzi, chiese e negozi (dove compriamo i tipici tappeti con colori fantastici). Ci ha spiegato e ci ha affascinato con il suo “racconto”, non solo della storia della città, ma ci ha parlato di se stesso, della sua famiglia e del fatto che tutti a Merida, ed in generale nella penisola dell Yucatan, dormano nelle amache, perché il letto costa troppo e poi è caldo, al contrario l’amaca è meno costosa e con una spinta puoi dondolarti dandoti refrigerio. Non so se sia vero, ma ci ha detto che esiste anche un libro “L’AMACASUTRA”!?!?!??! Si perché… Si fa “tutto” esclusivamente sull’amaca senza il pericolo di cadere. Mentre andavamo in giro in alcuni momenti abbiamo pensato se ci fosse qualcosa sotto, sembra strano che una persona nel suo tempo libero dedichi ore a te che se li a fare il turista, ma sembra che sia proprio così. Alla fine del giro abbiamo offerto una bevuta al nostro amigo Edgar con la promessa di spedirgli, una volta rientrati in Italia, una maglia di Del Piero. Detto fatto, ancora oggi, ogni tanto ci scambiamo messaggi e telefonate con il nostro lontano amigo.
Facciamo cena in un tipico, locale messicano e verso le 11:00 rientriamo in albergo, dove nel frattempo nella ns. Camera troviamo dei pinguini in festa, si perché l’aria condizionata funziona sul serio!!!!!!! Schiantiamo a letto. Martedì 12.08.2003 Sveglia verso le 5:30, ci cambiamo velocemente e andiamo al famoso mercato cittadino “Mercado Municipal Lucas de Galvez”, che secondo i consigli di Edgar vede il suo massimo splendore nelle prime ore del mattino. A quest’ora siamo gli unici pesci fuor d’acqua in mezzo a tutta questa gente, tanta gente, tante bancarelle che vendono di tutto, i banchi della carne sono quelli di cui non riesco a sopportare l’odore, ma i profumi del pesce, delle tortillias e dei fiori si mescolano insieme dando veramente sensazioni forti al nostro olfatto. Qualche persona ci guarda come se venissimo da un altro pianeta, altri ci chiamano da bravi commercianti, mentre Christian ruba fotografie cercando scorci particolari. Ci sono vecchi seduti in un angolo a leggere il giornale, altri a parlare ed altri ancora a non fare niente, ognuna di queste scene si presta ad arte per bellissime foto. Passando da un bancone all’altro acquistiamo diversi tipi di frutta tra cui i bananitos, mango, mandarini, avocadi ecc… Finito il ns. Giro rientriamo in albergo entusiasti per andare in camera dove, con la curiosità dei bambini, proviamo i diversi tipi di frutta appena comprati. Scendiamo a fare colazione ed alle 9:00 ci vengono a prendere per l’escursione a CELESTUN. Con noi vengono raccolte altre 6 persone da alberghi sparsi in tutta la città, mentre l’autista per rompere il ghiaccio, ci fa presentare e ci chiede di parlare di noi agli altri. Prima tappa il piccolo villaggio di Uman, dove visitiamo anche qui il mercato locale e la chiesa, particolare da segnale è il fatto che la gente anziana parli ancora la lingua Maya.
Ripartiamo, dopo aver fatto salire anche una guida che parla in inglese e per la strada vediamo, come nei giorni scorsi, villaggi fatiscenti con le tipiche cabanas in legno dove all’interno si vedono solo amache appese e bambini che giocano, in pochi hanno una casa con le famose 4 mura in cemento, in giro si vedono solamente bambini che girano scalzi con pelle e ossa, ma anche questo è Messico e non la solita e famosa “SIESTA”. Ci vengono spiegati i vari usi e costumi della popolazione locale mentre ci dirigiamo velocemente verso il golfo del Messico. La strada diventa un rettilineo infinito, a destra e sinistra solo giungla, a volte potrebbe capitare di vedere giaguari o tapiri, ma non è il nostro caso. Veniamo fermati ad un posto di blocco e poco dopo arriviamo a destinazione, CELESTUM. Scesi dalla macchina, saliamo su dei piccoli motoscafi non troppo messi bene e ci accorgiamo subito che il nostro “timoniere” è un folle, schizza via al massimo della velocità seminando tutti gli altri. Poco dopo arriviamo in una baia dove troviamo fenicotteri rosa a volontà, sono moltissimi e quando si alzano in volo i loro colori sono ancora più sgargianti, Christian scatta un miliardo di foto preso dell’euforia di tutto quel colore, ci spostiamo e passiamo nel tunnel delle mangrovie, fino ad arrivare in una specie di cenote che altro non è che una sorgente di acqua dolce.
Cri ed un altro ragazzo dopo due secondi sono già nella splendida conca d’acqua che la sorgente forma in mezzo alle piante, mentre io che nel frattempo sono diventata cibo per le zanzare scatto foto e riprendo il tutto con la telecamerina, ma alla fine con un’po’ di timore mi butto. L’acqua è gelida e sembra avere lo stesso sapore della Laguna Blu in Islanda, ma il colore è impressionante, esco congelata e via che si ritorna in barca al punto di partenza. Riprendiamo la macchina e ci dirigiamo verso la spiaggia per il pranzo, andando in un piccolo ristorante affacciato sul mare.
Ci servono un cocktail di pesce veramente osceno (a me il pesce non fa impazzire, quindi è tutto un dire) per non parlare del secondo che è veramente una delusione, guardando con un’po’ d’invidia il piatto della ragazza vegetariana di fronte a me, comunque non siamo qui per mangiare. Facciamo un giro in spiaggia giusto qualche minuto perché poco dopo si scatena un temporale che durerà per almeno ½ ora, ma appena finisce Cri decide di fare un tuffo in mare. Il tempo di asciugarsi e siamo di nuovo in macchina per il rientro verso Merida dove arriviamo verso le 5 del pomeriggio. Facciamo uno spuntino per recupera il fatto del pranzo e ci dedichiamo allo shopping finendo per acquistare dopo estenuanti trattative una bela coperta in patch-work con l’immancabile sombrero per mio fratello Matteo. Rientriamo in albergo per una veloce doccia e alle 8 siamo di nuovo in giro, il programma della serata prevede di andare a vedere uno spettacolo di musica locale all’aperto, dove troviamo una specie di festicciola locale per anziani, sembra una balera con donnine impazzite che ballano. Dopo ½ ora c’è andiamo per la cena in un locale molto bello e curato il “Panchos”, dove innaffiata da diverse Margarita e Tequila, gustiamo il nostro pasto.
Mercoleì 13.08.2003 Sveglia presto anche questa mattina, infatti siamo in partenza alle ore 7:40 verso Playa del Carmen, mar dei Caraibi aspettaci stiamo arrivando…!!!!!!!!!! Arriviamo alla stazione degli autobus dopo circa 10 minuti di strada fatta a piedi con valige e zaini gonfi di roba, una bella sudata anche questa volta. Come al solito fuori ci saranno i soliti 30/35° gradi, sistemiamo le valigie come in un aeroporto (costo del tragitto con la compagnia ADO 202 pesos – prima classe- ) e saliamo nel pullman. Fatti i primi 3 scalini ci accorgiamo della temperatura interna, 18° gradi, aria condizionata a palla ed è a quel punto che la vedo!!!!!! è li ad accogliermi è la “dissenteria” del viaggiatore che si impossessa del mio corpo, dopo circa 5 secondi sono piegata in due dai dolori di pancia, prendo e mi avvolgo con il telo mare pensando alle 5 ore e ½ che mi attendono e cado nello sconforto. Fortunatamente mi addormento, risvegliandomi a circa un’ora dalla prima ed unica sosta intermedia Valladolid e ne approfitto subito per usufruire del bagno… Nonostante tutto, risalgo nel pullman ancora con forti dolori e il bello è che mancano ancora 3 ore. Percorriamo strade desolate, vuote, rettilinei interminabili interrotti solamente da carcasse di animali quando finalmente arriviamo lungo la costa e le cose cambiano radicalmente, la strada diventa a 6 corsie, ci sono un marea di cartelloni pubblicitari, alberghi, belle macchine e sembra di aver attraversato il confine. Sinceramente la cosa non ci piace molto, infatti vediamo un altro aspetto del Messico, quello “americano” che sembra ed è un’altra cosa, confrontandola anche con altre zone interne che noi non abbiamo visitato, ma che sono molto più aspre di ciò che si presenta a chi visita solo la costa caraibica di questo paese non sapendo cosa veramente c’è nel in MEXICO.
Appena scesi, cerchiamo di arrivare il + presto possibile in albergo, la città è arroventata dal caldo anche se devo dire che la presenza del mare rende l’aria molto più secca e ventilata sopportando meglio il forte caldo. Troviamo l’albergo molto carino, con parecchio verde intorno, conosciamo Nicole, la ragazza con cui nei mesi precedenti avevamo preso accordi per la prenotazione, mentre scambiamo due chiacchiere ci mostra la stanza, la piscina e il ristorante, ma da li a poco sono di nuovo piegata in due.
Cri mi rifila una pasticca e poco dopo stringendo i denti mi infilo il costume e via in spiaggia… L’impatto è meraviglioso, già dalla strada all’orizzonte si scorge un colore stupendo sembra una cartolina, la sabbia bianca dove anche sotto il sole cocente si può camminare senza ustionarsi i piedi, acqua azzurra con delle sfumature dal celeste al blu. Cerchiamo dopo una lunga camminata la spiaggia dell’albergo, ma purtroppo è tutto pieno, quindi decidiamo di tornare indietro, ma non prima di buttarsi in mare, l’acqua è cristallina e calda, riusciamo a vedere il fondo del mare chiaramente.
Ci asciughiamo all’ombra di una capannina mangiando della frutta tropicale e poco dopo essendo molto stanca rientriamo in albergo, faccio una doccia e mi metto a dormire. Nel frattempo Cri va a fare un giro per la via principale di Playa, una vera pacchia per gli appassionati di shopping come me, che sfiga essere a letto!!!!!!!!.
Una volta rientrato cerchiamo invano di rimediare un termometro così ci adattiamo contando le pulsazioni, 18 in 10 secondi, Cri rimane scioccato perché le sue sono 10 sempre in 10 secondi, senza pensarci tanto mi rifila una tachipirina. Verso le 8 ci prepariamo e facciamo cena, anzi Cri fa cena, mentre io resto a guardare sorseggiando un bicchiere di limonata, facciamo 4 passi per negozi ma stò troppo a pezzi per buttarmi nel mio hobby preferito, così ce ne andiamo a dormire in due letti divisi.
Giovedì 14.08.2003 Giorno dedicato completamente al relax ed al recupero delle forze. Ci svegliamo verso le 7,30, la nottata è stata dura mi sento come un calzetto usato, facciamo colazione nel giardino dell’albergo con frutta esotica prima e tipica colazione inglese poi (questo per Christian). Andiamo al mare, ma decidiamo che nelle mie condizioni sia meglio rimanere nelle immediate vicinanze dell’albergo così prendiamo un ombrellone e due lettini, sul quale dormo tutta la mattinata sotto l’ombra mentre Cri si ammazza di bagni nelle calde acque caraibiche. Verso le 13,00 rientriamo in albergo x un veloce pranzo e poco dopo ritorniamo in spiaggia per rimanerci fino al tramonto. Dopo una doccia rigenerante proviamo a fare un giro per i numerosi ed invitanti negozi della via principale, ma ancora non sono in condizione così Cri mi rifila un’altra tachipirina sperando che all’indomani possa essere più forte.
Venerdì 15.08.2003 Oggi la giornata prevede l’escursione a Tulum ed al Grand Cenote. Nei giorni precedenti Cri si era informato per come raggiungere facilmente questi luoghi individualmente, nonostante la grande offerta di pacchetti già organizzati, ma chiaramente con costi molto + elevati, così ci muoveremo con gli autobus di linea. Io mi sento meglio e la dissenteria sembra essersene andata, alle 7,00 partiamo dalla stazione dei pullman con la linea Mayab che per 20 pesos in 45 minuti circa ci lascerà di fronte all’entrata delle rovine di Tulum. L’autista è un tipo molto particolare con una pettinatura tipo Elvis e come se non bastasse alterna alla radio ad alto volume canzoni di Michael Jackson accennando anche mosse di ballo, tutto serve per passare velocemente il viaggio.
Arriviamo in perfetto orario, facciamo colazione ed entriamo dopo avere fatto il biglietto d’entrata al costo di 37 pesos, dovremmo aver pagato altri 30 pesos anche per la telecamera, ma facciamo finta di niente. Posto stupendo immerso tra la foresta da un lato e il mare di colore azzurro dall’altro, iguana enormi si aggirano nel verde e tra i resti Maya, la vista del mare dall’alto delle rovine ci lascia senza fiato, riuscendo a vedere il fondo. Consigliamo di arrivare almeno un’ora prima delle nove così da poter anticipare l’arrivo dei gruppi organizzati e godersi quindi in pace anche un bel bagno all’ombra delle rovine. Facciamo un giro tra le diverse costruzioni, qualche foto, qualche ripresa di nascosto e poi anche noi ci buttiamo in acqua non potendo resistere al suo invito e soprattutto al grande caldo. Mentre facciamo il bagno sopra la nostra testa passano continuamente dei pellicani, che con un’apertura alare di almeno 2 metri, ci preoccupano quando si buttano in picchiata alla caccia di pesci, rimaniamo a mollo per circa un’ora e poi con un taxi ce ne andiamo verso il Grand Cenote che dista circa 10 minuti di strada dalle rovine. Qui al contrario di altri posti molto più pubblicizzati troviamo poche persone e quelle poche sono soprattutto sub, al costo di 50 pesos entriamo e ci avviamo verso il cenote. Dall’alto si vede solo un buco con della vegetazione al centro, scendiamo con delle scale all’interno e lasciamo le nostre cose nella passerella in legno. Acqua trasparente e freddissima, ci sono moltissimi pesci e una volta entrati quando ci immergiamo sembra di essere all’interno di un acquario, ci sono molti cunicoli, grotte e l’acqua è molto profonda. Il posto e davvero molto rilassante e la presenza di tutti questi pesci attorno sembra impossibile, l’acqua ti lascia addosso una grande sensazione di benessere e freschezza. Dopo diversi bagni ci asciughiamo al sole e siamo pronti per rientrare in albergo. Chiediamo all’entrata come fare per arrivare di nuovo a Tulum essendo nel mezzo della giungla, ci consigliano di metterci sul bordo della strada e fermare il primo taxi in arrivo, quindi sotto il sole cocente delle 2 ci mettiamo all’opera, ma forse la cosa non funziona così o noi non siamo fortunati, infatti dopo ½ ora ancora niente, tutti i taxi che passano non si fermano. Decidiamo allora di avviarci a piedi nonostante siano 4 km, un caldo bestiale e le macchine passino a folle velocità, ma fortunatamente solo dopo 300 metri facendo l’autostop si ferma una macchina con due ragazzi italiani di Salerno. Gentilmente ci lasciano davanti alle rovine dove abbiamo programmato di riprendere il pullman, ma immediatamente arriva un taxi collettivo che per la stessa cifra, ma molto + velocemente, ci porterà a destinazione (mezzo molto comodo ed economico per i piccoli spostamenti). Arriviamo a Playa verso le 3,30, facciamo pranzo al Mc Donald e poi di nuovo al mare fino a tardi, prima di cena mi faccio fare le tipiche treccine. Stasera mi sento finalmente in forma nonostante la mattinata intensa, così via per l’assalto ai negozi. Rientriamo in albergo stanchi morti mentre le zanzare mi avevano devastato gambe e piedi.
Sabato 16.08.2003/Domenica 17.08.2003 Oggi, ultimo giorno di vacanza, abbiamo programmato una bella passeggiata all’alba lungo la spiaggia così verso le 6 siamo già in riva la mare, facciamo qualche foto e poi rientriamo in albergo per fare un’abbondante colazione e prepararci per la giornata.
Oggi è solo mare, mare , mare ed ancora mare, con un’po’ di tristezza ci godiamo anche quest’ultima giornata sotto un caldo sole e moltissimi bagni. Per finirci gli ultimi soldi rimasti decidiamo di farci una bella mangiata di pesce a cena e fare acquisti dell’ultimo minuto e regalini da riportare e casa.
Non riuscendo a finire tutti i soldi, ci fermiamo in un bar dove ci affoghiamo tra diversi Margaritas e poi in camera per sistemare le valige. Alle 5 ci verranno a prende per portarci all’aeroporto e quindi rientrare a casa dopo 13/14 ore di volo.
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