Ho scelto il Perù! – Diario numero 01

Erano i primi di settembre e mi trovavo a Puno una volta in più.
Scritto da: Tawantinsuyu
ho scelto il perù! - diario numero 01
Partenza il: 06/09/2010
Ritorno il: 08/09/2010
Spesa: 500 €
Dopo aver viaggiato per ben dieci Paesi del continente americano ho scelto di conoscere a fondo tutto il Perù a cui dedicare quasi ogni mia escursione camminando su questa splendida e ancor misteriosa zona geografica della Terra. Con lo scopo d’aiutare chi desidera “toccare” il Perù ove respirarne anche la sua cultura più pura ed originale, inizio a descrivere qualche mia avventura per distribuire almeno qualche consiglio a chi legge “Turisti per Caso”.

Erano i primi di settembre e mi trovavo a Puno una volta in più con lo scopo di rivisitare alcune delle isole del Lago Titikaka fra cui Anapia e il suo arcipelago Wiñaymarca (Provincia di Yunguyo).

06 settembre.

Dopo aver visitato le isole che avevo in programma, da Puno sono voluto andare a Lampa, città tranquilla e di 5000 abitanti, che resta a solo un’ora da Juliaca ed è molto facile da raggiungere grazie ai frequenti trasporti pubblici e alla strada tutta asfaltata. Da Puno ho raggiunto Juliaca e qui, pagando un solo sol ad un bicitaxi, mi sono fatto portare al terminal per Lampa.

Questa località offre la sua grande cattedrale costruita dai ricchi colonizzatori spagnoli (anche a Lampa passava l’argento che, dal Perù, era trasportato fino a Buenos Aires ove veniva imbarcarto per la Spagna); case tipiche di color rosa; arte rupestre; qualche chullpa (una specie di nuraghi); greggi di lama e alpaca; alberi autoctoni come i queñuales; e l’allevamento di cincillà.

Era sabato e cos’ho visto dentro la cattedrale? Un matrimonio svolto in chiesa fra due indios di razza quechua. Anche se non è importante per chi arriva dall’Italia, faccio presente che a Lampa si trova una copia identica della statua “La Pietà” di Michelangelo. Copia artistica consultata dai nostri restauratori dopo quel che avvenne nel 1972 quando uno squilibrato la scalfisse con un martello.

Sulla Plaza de Armas ho poi visto una curiosa e grande casa coloniale in cui, racconta la gente, anni fa vivevano i fantasmi. Una volta visitato questa casa dove resta pure qualche traccia della grande insurrezione indigena del XVIII secolo condotta da Túpac Amaru II, mi sono diretto fuori dalla città camminando prima fra greggi di auchenidi con lana di color nero, e poi, sempre a piedi, fino alla Cueva del Toro con dentro bassorilievi d’arte rupestre.

Rientrato in città sono andato a bussare a casa del signor Vargas che colleziona reperti archeologici fra cui la mummia di un piccolo bambino. Ma di sera (non dimentichiamoci di queste opportunità!) e una volta copertomi al meglio, sono uscito di città per allontanarmi dalle luci elettriche ed iniziare a guardare le stelle che si possono vedere da questa parte della terra. Solo per chi viaggia in dicembre: l’otto di questo mese si celebra la festa della Virgen de la Inmaculada durante la quale si svolge anche la bella e colorata danza degli Ayarachis de Paratía. La notte, a Lampa, ho dormito nella pensione “Lima”.

TINAJANI.

07 settembre

Appena alzatomi, da Lampa sono tornato a Juliaca e poi mi sono diretto ad Ayavirì la città più grande ed importante della provincia Melgar, sempre della regione Puno. C’è anche una strada che collega direttamente Lampa con Ayavirì, ma non essendo asfaltata e molto poco frequentata, chiederebbe l’uso d’un mezzo privato. Ricordiamoci che Ayavirì si trova lungo la rotta che dall’altopiano conduce a Cusco! Una volta giunto a questa località trascurata dal turismo mi sono subito presentato alla Municipalidad chiedendo di Tinajani, zona raggiungibile in auto a solo 20 o 25 minuti di distanza. La segretaria dell’assessore culturale di Ayavirì m’ha consigliato a che tassista rivolgermi e, all’incirca, quale sarebbe stato il prezzo da pagare per star fuori almeno tre ore (io ne ho fatte sei!).

La zona di Tinajani possiamo riconoscerla anche come un canyon. Ha rocce gigantesche e figure singolari scolpite dal vento e dall’acqua durante il trascorrere dei secoli. Non vi si incontra proprio nessuno tranne qualche animale da pascolo o un paio di persone che abitano nella stessa comunità di Tinajani nascosta nel canyon, o un pastore delle quattro case di Keuñakuyo: altra zona dello stesso canyon a 3985 metri. Come molte altre zone geografiche delle Ande peruviane, anche Tinajani è un luogo che ti ricarica d’energia, ti rianima e ti soddisfa d’averla raggiunta. Siccome solo 12 km separano Ayavirì da Tinajani, l’andata l’ho fatta servendomi d’un taxi, e il ritorno (leggerissima discesa) tutto a piedi.

8 settembre.

Poichè ad Ayavirì, zona di cultura quechua, c’era la festa religiosa più importante dell’anno, ne ho approfittato per seguire la rocessione con la Santísima Virgen de Alta Gracia al mattino, e poi danze del folclore peruviano. Una volta informatomi sugli orari dei pullman che vanno a Cusco, ho comprato un biglietto per la città di Urcos da dove raggiungere altri posti nuovi ed interessanti.

Qui termina il mio primo diario “Ho scelto il Perù!” che riprenderò presto per parlare d’altre avventure in luoghi vicini a quelli frequenati dal turismo di massa.



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