Ho realizzato il sogno delle Hawaii!

L'arcipelago è uno dei luoghi più isolati al mondo, a 4000 km dalle coste americane
Scritto da: CICIKOVA
ho realizzato il sogno delle hawaii!
Partenza il: 07/08/2009
Ritorno il: 23/08/2009
Viaggiatori: in coppia
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Quest’anno con i Deltadollari guadagnati grazie ad un overbooking precedente, decidiamo di andare nel posto più lontano possibile, dove non potremmo mai permetterci un biglietto aereo a prezzo pieno, il sogno che abbiamo fin da bambini grazie a Magnum PI: ebbene sì, si parte per le Hawaii!!

5 agosto 2009 La nostra avventura inizia a Roma, dove prendiamo l’ interminabile volo per Atlanta, ormai conosciamo bene l’aeroporto, ma per la prima volta Atlanta non è solo uno scalo, ma ci fermiamo a dormire qui, visto che domattina prenderemo il volo per Honolulu.

Dopo aver effettuato la solita lunghissima coda per l’immigration (ma stavolta non abbiamo fretta perché non abbiamo coincidenze) e il riconoscimento bagagli, prendiamo l’efficientissimo MARTA, il treno che ci porta direttamente in centro, dove abbiamo prenotato una camera all’Hilton.

Usciamo subito per una passeggiata, ad Atlanta infatti c’è il museo della Coca Cola e la sede visitabile della CNN, oltre all’acquario, lo zoo e tantissime altre attrattive. Passeggiamo anche nel villaggio olimpico, visitiamo l’Atlanta Dome e la Philips Arena, ma ben presto la stanchezza si fa sentire: ceniamo al nostro amato Hard Rock Cafè, dove ormai ci sentiamo di casa.

6 agosto 2009 Oggi ripartiamo con destinazione Honolulu, un altro lunghissimo viaggio, questa volta a bordo di un jumbo. Il fuso tra l’Italia e le Hawaii è di 12 ore ma siamo talmente sballottati che ci adattiamo presto al nuovo orario.

Dall’Italia avevamo prenotato i voli tra le isole con la Go Airlines, una piccola compagnia low cost: purtroppo non c’erano alternative, visto che l’Aloha Airlines è fallita e con l’Hawaiian si può prenotare solo se si ha una carta di credito americana, canadese o filippina. Recuperiamo in fretta i bagagli e ci dirigiamo nel terminal dell’aeroporto dedicato ai voli tra le isole, siccome siamo in anticipo riusciamo addirittura a prendere il volo precedente. Qui è tutto molto easy, siccome l’aereo non era pieno, all’ultimo momento ci hanno confermato che potevamo salire e con una macchinetta elettrica ci hanno scortato sull’aereo, troppo bello! A Lihue noleggiamo una macchina, il nostro Hilton resort è a soli pochi minuti. Stanchi ma felici, festeggiamo subito l’arrivo nel nostro paradiso, ci buttiamo nella piscina che ha anche una grotta e facciamo una passeggiata sulla spiaggia: le onde sono alte e sulla sabbia bisogna stare attenti ai granchi ma sopravviviamo, siamo alle Hawaii finalmente, il nostro sogno si sta avverando. Ceniamo in albergo e andiamo a letto presto, secondo le abitudini hawaiane, domani inizia la grande avventura.

7 agosto 2009 Ancora un po’ sottosopra dal fuso, prendiamo la macchina e raggiungiamo presto la nostra prima tappa: in barca lungo il fiume raggiungiamo la famosa Fern Grotto, una grotta molto suggestiva che è però franata nel 2006 e non si può più visitare: subito sotto, è stata costruita una piattaforma da cui la si può ammirare. Siccome avevamo letto che era “da non perdere”, che delle coppie si sposavano dentro questa grotta, siamo rimasti un po’ delusi, ma la gita è comunque affascinante, durante la navigazione il paesaggio è molto suggestivo e lungo il tragitto a piedi incontriamo tantissimi fiori. Questa gita è un primo assaggio della cultura locale, in quanto la famiglia Smith organizza questa escursione allietandola anche con musica e la famosa lula, in cui ci cimentiamo subito anche noi. Ripartiamo quindi per visitare le Wailua Falls, le cascate gemelle e poi iniziamo a guidare verso nord. Le strade sono trafficate e tutti guidano aloha, ma ci adattiamo subito ai ritmi di vita hawaiiani…In diverse tappe raggiungiamo delle spiagge stupende, anche se difficili da raggiungere perché non segnalate: Anini Beach, Kalihiwai Beach e, la più bella, Secret Beach. Qui ci rendiamo conto perché le Hawaii sono così famose per il surf, le onde sono gigantesche e arrivano fino a riva. La spiaggia è quasi deserta e noi ci fermiamo incantati a guardare l’oceano, dopo un po’ scorgiamo non lontano da riva un branco di delfini, uno spettacolo incredibile che non speravamo certo di vedere il primo giorno. Raggiungiamo poi Hanalei Bay dove prenotiamo una crociera nella famosa Na Pali Coast per il giorno dopo. Ceniamo ad Hanalei e torniamo in albergo veramente soddisfatti dalla splendida giornata.

8 agosto 2009 Oggi ci alziamo presto per la gita da Hanalei, purtroppo però appena arriviamo scopriamo che per un disguido non c’è posto per noi sulla barca, ci rimaniamo così male che non abbiamo neanche la forza di reagire, decidiamo quindi di stravolgere completamente i nostri programmi e di dirigerci verso il Waimea Canyon. Ci fermiamo lungo la strada per fare un po’ di spesa perché sappiamo che nel parco non c’è niente da mangiare, casualmente troviamo un banchetto per le escursioni dove prenotiamo la tanto sognata crociera, ma in partenza da Port Hallen, nel sud dell’isola. Il Canyon è fantastico, ci fermiamo a fare foto in diversi lookout e la vista è sempre sorprendente, ci spostiamo poi nel Kokee National Park, un parco ancora incontaminato da cui si hanno delle vedute affascinanti dall’alto sulla Na Pali Coast. Decidiamo anche di fare un sentiero di un miglio per raggiungere il Pihea Vista: all’inizio il sentiero sembra facile, ma poi diventa sempre più inagibile, nel frattempo è anche cambiato il tempo e sole e pioggia si alternano rapidamente (cosa molto frequente in questo parco). Ritorniamo dopo più di un’ora sfiniti e tutti sporchi di fango, a dir poco inguardabili, ma divertiti da questo imprevisto. Sulla via del ritorno ci fermiamo alla Kilohaua plantation che in realtà è una vecchia piantagione di caffè, in cui un trenino turistico mostra com’era la piantagione originale.

Sfiniti dalla lunghissima giornata, ceniamo in albergo, ormai ci siamo abituati che alle Hawaii ci si sveglia presto, si cena presto e si va a dormire presto.

9 agosto 2009 Anche oggi rischiamo di non fare la famosa crociera perché per sbaglio avevo programmato la sveglia sull’orario italiano invece che su quello hawaiiano! Non so come, ma fortunatamente ci svegliamo lo stesso e riusciamo ad arrivare in tempo. Il tempo è variabile, navighiamo sul catamarano in mezzo alle onde altissime, ci siamo solo noi in mezzo al mare, una sensazione splendida. La Na Pali Coast è superlativa, ancora più bella vista da qui, completamente selvaggia…Ci fermiamo a fare snorkeling in una baia tranquilla, l’acqua è calda e ci sono tantissimi pesci colorati, ci gustiamo un pranzo succulento sulla barca prima di tornare a terra. Lungo il tragitto, vediamo una foca, delle tartarughe e tantissimi delfini, quest’oceano immenso è veramente ricco di sorprese, non credevo che fosse così pieno di vita. Quando scendiamo è ancora presto e decidiamo di avventurarci nella punta nord dell’isola, ci riposiamo un po’ a Kee beach e Limahuli beach per poi goderci un tramonto meraviglioso a Princeville Head. Concludiamo così la nostra indimenticabile esperienza nella magica Kauai.

10 agosto 2009 Oggi prendiamo l’aereo per Maui, la seconda tappa del nostro viaggio. L’aereo fa uno scalo a Honolulu, dove scendono tutti i passeggeri tranne noi e poi si riempie nuovamente con nuove persone. Durante l’attesa, restiamo a bordo e riusciamo anche a vedere la cabina di pilotaggio e chiacchierare con i piloti. Arriviamo poi in macchina al Kaanapali Beach resort, una specie di villaggio dotato di tutti i comfort. Ci dirigiamo subito alla spiaggia antistante l’hotel e facciamo il bagno, questo posto è davvero spettacolare. Ceniamo in albergo e dopo cena facciamo una passeggiata sulla spiaggia e raggiungiamo un mall di Kaanapali, in cui c’è veramente di tutto, non avrei mai pensato di riuscire a fare shopping persino qui.

11 agosto 2009 Oggi si sarebbe dovuto abbattere su Maui l’uragano Felicia: da qualche giorno seguivamo gli alert in televisione, ma ci siamo tranquillizzati quando è stato “declassato” a tempesta tropicale, anzi, un messaggio in segreteria in albergo ci ha informato che è stato addirittura cancellato (ma si può cancellare un uragano come se fosse un appuntamento?). Non sapendo bene come evolverà la situazione, visto il sole continua a splendere, passiamo la mattinata sulla spiaggia e nella piscina del nostro amato resort facendo lunghissimi bagni; nel pomeriggio, appena si rannuvola un po’, partiamo per il Maui Ocean Center, un acquario veramente indimenticabile. Nel frattempo ha iniziato a piovere ma per fortuna noi siamo al coperto. Ritorniamo pian piano verso casa perché piove veramente forte e decidiamo fermarci a Lahaina, passeggiamo tra le vie del centro e ceniamo all’immancabile Hard Rock Cafè.

12 agosto 2009 Il non-uragano è passato e oggi possiamo uscire in catamarano e dedicarci allo snorkeling. Abbiamo infatti prenotato un gita verso la costa nord su un vero catamarano che ci porterà a Honolua Bay, scortati dal mitico “Captain Sundown” (che in realtà è un tipo fortissimo che noi abbiamo soprannominato così), un personaggio che ci rimarrà sempre nel cuore: la gita è fantastica, vediamo un sacco di delfini lungo il percorso che nuotano anche sotto e davanti il catamarano, un’emozione unica, avvistiamo anche delle tartarughe, una razza e un sacco di pesci colorati. L’equipaggio è simpaticissimo, ci servono di tutto punto (e come al solito noi mangiamo di tutto e di più), facciamo anche il BBQ in mezzo al mare. Sulla via del ritorno, il capitano insiste che vuol fare “sailing” visto che si è alzato il vento e noi naturalmente non osiamo contraddirlo, vengono quindi issate le vele e il vento ci porta in mezzo al mare (e in mezzo a onde spaventose)…Verso Molokai, peccato che il nostro resort sia dalla parte opposta! Io faccio amicizia con un medico di Boston che, come me, ha giusto un filo di paura e parlando cerchiamo di tranquillizzarci a vicenda; a questo punto il capitano si rende conto che forse se andiamo avanti così arriveremo a Kaanapali verso sera quindi riaccende i motori e ci riporta a destinazione. Ancora un po’ scossi, ma entusiasti di questa straordinaria esperienza, decidiamo di prendere la macchina per andare sul vulcano Haleakala. Reduce da Felicia, la strada che porta al vulcano è completamente allagata, in un primo momento decidiamo di rinunciare all’impresa, ma poi troviamo una strada alternativa e ci avventuriamo fino alla cima. Nel frattempo è iniziato a piovere, il ranger all’ingresso del parco ci avverte che dalla cima non vedremo nulla, ma visto che siamo già qui e non avremo comunque tempo per tornarci tentiamo la sorte. E per una volta ci va bene: anche se ci sembra impossibile, sulla cima c’è il sole e un paesaggio stupendo, nonostante le nuvole sottostanti riusciamo anche ad avvistare la costa. Facciamo anche amicizia con due italo canadesi simpaticissimi con i quali ci tratteniamo fino al tramonto, una vista unica e spettacolare. Anche se la discesa al buio è un po’ un atto di fede, ne è proprio valsa la pena.

13 agosto 2009 Oggi ci avventuriamo lungo la strada per Hana, una delle principali gite su Maui. Facciamo prima una breve sosta per vedere lo Iao Needle, una roccia lavica a forma di dito completamente coperta dalla vegetazione, all’interno della Iao Valley, facciamo provviste (sulla strada per Hana non c’è davvero nulla) e poi partiamo.

Facciamo numerose tappe lungo la strada, la prima in una delle numerose spiagge in cui seguiamo con notevole interesse delle lezioni base di surf (non ce la potremmo mai fare). La strada è sempre più stretta, il limite di velocità sempre più basso e i ponti a corsia singola sempre più numerosi…Ma il panorama è impagabile. Ad ogni tornante incontriamo tantissime cascatelle, per poi passare ad un paesaggio mozzafiato lungo la costa, che ricorda vagamente la Na Pali coast. Lungo la strada, ci fermiamo a un chioschetto dove acquistiamo una noce di cocco: prima ne beviamo il succo, poi il tipo che ce l’ha venduto spacca il cocco e noi ce lo mangiamo tutto, buonissimo! Per riposarci un po’, ci fermiamo a Wahanapanapa beach, poi a Red Sand beach, una spiaggia con la sabbia rossa, poi a Koki beach e Hamoa beach, con la sabbia bianca e le onde alte. Anche se è un po’ tardi e dovremmo ripartire, ci inoltriamo fino a Ohe o Gulch, dove ci sono le Seven Sacred Pools, dove i locali si avventurano per fare il bagno. Anche se guidare fino qui è stata dura, siamo molto soddisfatti della giornata, i posti quaggiù sono incredibili, è un po’ la parte selvaggia e hippie di Maui. Sulla via del ritorno abbiamo incontrato 66 ponti a corsia singola, 5 opossum (abbiamo battezzato così degli animaletti tipo scoiattoli che non sapevamo come definire…), 3 cani e 2 gatti. Ceniamo vicino all’albergo, nella nostra adorata Kaanapali che purtroppo domani dovremo salutare.

14 agosto 2009 Oggi ci si sveglia presto, ci aspetta un aereo per Hilo. Quando arriviamo in aeroporto scopriamo che non voleremo con la Go, con cui avevamo prenotato i biglietti, ma con Island Air: siamo un po’ preoccupati perché avevamo notato che l’aereo della Island Air è ancora più piccolo di quello della Go (scopriremo poi che sul fondo dell’aereo ci sono cinque posti, come in un pullman, invece del solito bagno)ma ormai ci siamo resi conto che alle Hawaii è tutto un’avventura. Ci va anche bene perché non paghiamo il sovrapprezzo per la valigia (10 dollari sulla Go) e durante il viaggio ci offrono addirittura il caffè. A Hilo prendiamo subito la macchina per andare nel Volcano National Park. Siccome il cottage in cui dormiremo non è ancora pronto, andiamo a fare provviste (carissime) e iniziamo a esplorare il parco. Qui scopriamo che Crater Rim, una strada ad anello che circonda uno dei crateri del vulcano risultato da una vecchia eruzione, è parzialmente chiusa in quanto in una zona del cratere ci sono dei vapori sulfurei che tra l’altro riusciamo a vedere benissimo. Passeggiamo lungo i numerosi sentieri, che narrano la storia di questo vulcano che erutta ininterrottamente dal 1983. Scendiamo poi lungo la Chains of Crater Road fino alla costa: qui si vede la devastazione portata dalle diverse eruzioni nel corso degli anni. A livello del mare, c’è un arco di lava scavato dalle onde che si infrangono e hanno creato un panorama stupendo.

Parcheggiamo la macchina perché la lava ha coperto la strada e non si può proseguire e ci avventuriamo a piedi in mezzo alla lava solidificata per poter vedere meglio l’eruzione in corso. Fa molta impressione vedere l’asfalto sotto la lava e qualche cartello stradale qua e là che ricordano che qui c’era una strada; da qui si vede una grandissima nuvola di fumo nel punto in cui l’eruzione è attualmente in atto.

Uscendo dal parco, la sera è possibile vedere l’eruzione più da vicino raggiungendola dall’altra parte rispetto alla strada interrotta. Nel tardo pomeriggio ci mettiamo quindi in viaggio e ci rendiamo subito conto che andare a vedere la lava di notte è l’esperienza più amata dai turisti. Non ci aspettavamo certo un’organizzazione così: dove finisce la strada troviamo un enorme parcheggio e il sentiero indicato per raggiungere il punto di osservazione. Camminiamo con le torce in mezzo alla lava per più di un chilometro, dobbiamo cercare di stare attenti a dove mettiamo i piedi ma in realtà siamo sempre con il naso all’insù ad ammirare questo spettacolo indescrivibile: le esplosioni del vulcano e la lava che fluisce nell’oceano sono tra le immagini più spettacolari che io abbia mai visto, uno tra i più bei ricordi di questa vacanza. Quando torniamo alla macchina, ci accorgiamo che la nostra Nissan Altima super tecnologica in realtà era rimasta accesa con le portiere chiuse per tutta la serata, ci prende un colpo ma per fortuna non è successo niente e abbiamo ancora benzina per tornare a casa.

La nostra casa stasera è il Rainforest Cottage, una vera e propria casetta sperduta in mezzo alla foresta, parcheggiamo davanti a casa ma il cancello non si può chiudere, ci preoccupiamo per due minuti per poi desistere, perché mai questo paradiso dovrebbe essere pericoloso? E stasera per la prima volta ceniamo a casa con i noodles scaldati nel microonde, serata alternativa ma divertente.

15 agosto 2009

Stamattina lasciamo un po’ a malincuore il nostro cottage nella foresta per rientrare nel parco e fare il pezzo che ci mancava ieri del Crater Rim. Non si può fare il giro completo a causa delle esalazioni sulfuree che da qui si vedono benissimo, il fumo esce dal cratere come se fosse un camino. Facciamo alcuni sentieri che ci permettono di scattare mille foto al cratere e a questo punto dovremmo ripartire, ma decidiamo di scendere di nuovo fino alla fine della strada ad ammirare lo spettacolo della lava nel mare. Ripartiamo poi con destinazione Kona, praticamente dall’altra parte dell’isola. Facciamo una tappa nella Punaluu Black beach, una spiaggia lavica dove ci riposiamo un po’. Ci fermiamo anche per qualche foto a South Point, il punto più a sud degli Stati Uniti (ma non era in Florida?): la strada per arrivarci è un po’ avventurosa ma il paesaggio è magnifico, ci sono onde enormi che si infrangono sulla spiaggia, qui ci sentiamo veramente isolati, questa parte dell’isola infatti è abitata solo dai locali e incontriamo pochissimi turisti. Arriviamo quindi al nostro albergo Outrigger a Kona e ci accorgiamo subito che Kona in realtà era stata uno splendore qualche anno fa ma ora ha risentito di una forte crisi, ci sembra assurdo ma hanno chiuso persino l’Hard Rock Cafè! Nonostante l’aria nostalgica e tranquilla, questo posto è fantastico, usciamo a vedere la spiaggia di fianco all’albergo e a cercare le tartarughe che dovrebbero comparire verso sera, per poi cenare in centro.

16 agosto 2009 Oggi ci dirigiamo un po’ più a nord di Kona, ad Hapuna bay, che eleggiamo nostra spiaggia preferita. La sabbia è bianca, il mare è caraibico, calmo durante la mattinata, ma che si trasforma nel tipico oceano hawaiiano nel pomeriggio, insomma un sogno. Noleggiamo la boogie board e ci divertiamo da matti in mezzo alle onde, non ci stancheremmo mai di stare a mollo in questo paradiso.Dopo questa intera giornata sulla spiaggia (l’unica), curiosiamo un po’ tra i negozi e le varie catene sempre aperte tipo Wall-mart, K-mart, ecc. Dove si trova di tutto a prezzi stracciati, purtroppo abbiamo un bagaglio limitato per tornare in Italia, altrimenti ne avremmo approfittato. Ceniamo sempre a Kona e , da buoni hawaiiani, andiamo a letto presto, anche perché domani ci aspetta una giornata faticosa.

17 agosto 2009 Oggi abbiamo prenotato ben due escursioni in barca: al mattino facciamo snorkeling nella baia famosa per il monumento a Thomas Cook, durante il tragitto vediamo tantissimi delfini e nella baia nuotiamo in mezzo ad una miriade di pesci. Dopo un bel pranzetto in barca (ormai ci siamo abituati bene e lo snorkeling stimola l’appetito) torniamo in albergo per riposarci un po’ e prepararci per una serata alternativa, in compagnia delle mante. Credo che questa, insieme al vulcano in eruzione, sia l’esperienza più entusiasmante di tutta la vacanza. Arriviamo al porto prima del tramonto dove avvistiamo subito un paio di tartarughe proprio a riva e anche una razza. Ci accoglie un gruppo di quattro ragazzi su un pick up che traina una piccola barca, scaricano la barca nel porto (troppo organizzati) e ci fanno salire, ha inizio l’avventura! Navighiamo per circa 20 minuti per poi arrivare nella baia in cui speriamo di avvistare le mante, aspettiamo il tramonto e intanto ci prepariamo indossando mute, maschere e pinne. In acqua ognuno di noi ha una luce identificativa (è buio pesto qui fuori), una torcia che dobbiamo puntare verso il basso per richiamare le mante e siamo tutti attaccati ad un anella galleggiante che ci permette di spostarci in gruppo. Accendiamo le luci, le puntiamo verso il basso e, incredibile a dirsi, arrivano le mante! Prima sono due o tre e si fermano sul fondo, poi ne avvistiamo ben sei: per mangiare il plancton salgono fino al pelo dell’acqua, dove ci siamo noi, aiutooooo! Reagiamo con urla di terrore, ma il capogruppo ci tranquillizza, sono veramente innocue, l’unica cosa che dobbiamo fare è ricordarci di non abbassare le gambe. Facile a dirsi, ma difficile a farsi: pian piano rimetto la testa sott’acqua e comincio ad abituarmi a questi mostri enormi che mi vengono vicino (una mi ha anche toccato una gamba) ma che in effetti non fanno niente. Non avrei mai immaginato che si avvicinassero così tanto, ma forse loro neanche ci vedono e comunque non sono interessate alla nostra presenza. Il tempo vola mentre ammiriamo estasiati questi giganti, ben presto in acqua comincia a fare freddino e ritorniamo bagnatissimi, ma felicissimi di questa esperienza inimmaginabile, non ci rendiamo neanche conto se fa freddo o no.

18 agosto 2009 Oggi ripartiamo da Kona per raggiungere l’ultima meta del nostro viaggio: Oahu. Atterriamo a Honolulu e subito ci rendiamo conto che qui è tutto diverso, c’è un traffico pazzesco, non sembra neanche di essere in mezzo al Pacifico, Honolulu è come una caotica metropoli americana. Pranziamo al Planet Hollywood e passeggiamo un po’ per Waikiki, poi ci avviamo verso nord per vedere un tramonto stupendo a Sunset Beach, una spiaggia piena di surfisti. Sulla via del ritorno ci fermiamo ad un outlet, ma i prezzi non sono bassi come in Florida o a Las Vegas…Stranamente qui tutto chiude tardi quindi per la prima volta ceniamo ad un orario per noi più “normale”.

19 agosto 2009 Oggi ci avventuriamo sulla lunghissima spiaggia di Waikiki, dove c’è di tutto: surf, boogie board, pedalò-trattore, c’è più confusione in acqua che per strada. Passeggiando arriviamo fino allo zoo che decidiamo di visitare: non ce lo aspettavamo proprio, ma è immenso, con un sacco di animali che non riusciamo a capire come abbiano potuto trasportare fin qui. Decidiamo poi di lasciare Waikiki (troppo caos) per andare a Kailua beach park, una spiaggia sull’altra costa: qui c’è sempre tanta gente ma l’atmosfera è più vivibile e facciamo un lungo bagno. Ci spostiamo poi a Waimanalo beach park in cui non possiamo fermarci perché “infestata” da meduse, quindi ci rechiamo nella famosa Sandy beach, una spiaggia per surfisti in cui ai turisti non è praticamente permesso fare il bagno: e come dargli torto, le onde alte metri e metri arrivano fino a riva! Ci fermiamo a vedere i mitici surfisti in azione, sono una forza della natura noi non ce la potremmo mai fare, neanche lontanamente. 20 agosto 2009 Oggi è l’ultimo giorno prima della partenza e lo avevamo riservato a Pearl Harbour: anche se arriviamo presto, c’è già tantissima gente in coda. Tutti essenzialmente vogliono visitare il USS Arizona memorial, il memoriale ai caduti durante l’attacco giapponese che segna l’ingresso degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. Dopo aver rivissuto tutta la storia dell’attacco, un traghetto porta i visitatori al memorial che è in mezzo all’acqua, si distinguono ancora i contorni della nave affondata. Dopo questa toccante esperienza, ci rechiamo in autobus la nave Battleship Missouri che è veramente immensa. Anche se siamo all’interno della base militare, la nave si può visitare autonomamente; su questa nave è stato firmato il trattato che segna la fine della seconda guerra mondiale. Facciamo un’altra fermata di autobus per vedere anche il museo che contiene alcuni degli aerei che sono stati usati durante la seconda guerra mondiale: una pausa storica in questa vacanza all’insegna della natura e divertimento ci voleva proprio.

Ripartiamo poi alla volta di Waikiki per l’ultimo bagno in mezzo alle onde, noleggiamo la boogie board e per l’ultima volta ci divertiamo come bambini in questo oceano spettacolare. Facciamo gli ultimi acquisti e prepariamo i bagagli: bye bye Hawaii, siete così lontane ma dobbiamo assolutamente ritornare qui! 21 agosto 2009 Oggi inizia il tour de force che ci riporterà in Italia: il primo volo che prendiamo è per Seattle, siccome c’è overbooking (strano…) ci propongono di passare da San Francisco e Denver per arrivare alla medesima ora a Roma ma rifiutiamo perché temiamo di perdere qualche coincidenza. Arriviamo a Seattle in serata, senza bagagli, perché già etichettati per la destinazione finale e decidiamo di andare a cenare in centro: purtroppo non c’è il solito Hard Rock Cafè ma ci rifacciamo con la Cheesecake Factory, di cui non ci stancheremo mai. Prendiamo un autobus pieno di gente anche se è quasi mezzanotte, che si incanala in un tunnel in cui normalmente passa il tram, ma tutti sembrano tranquilli per cui ci fidiamo.

Lungo il tragitto vediamo la Boeing e lo Space Needle e prendiamo già nota che ci dobbiamo assolutamente ritornare. Ripartiamo poi verso l’aeroporto non senza aver acquistato una fetta di cheesecake come spuntino notturno.

22 agosto 2009 Stanotte abbiamo dormito pochissimo perché il nostro prossimo volo è all’alba, visto che avevamo preso un albergo attaccato all’aeroporto ci incamminiamo (nel vero senso della parola) e passiamo i controlli di sicurezza ancora con la cheesecake sotto il braccio, questa volta prendiamo il volo con destinazione New York. Arrivati qui, ci sembra quasi di essere già in Italia, infatti l’aeroporto è pieno di italiani. Pranziamo al messicano e poi iniziamo la lunga attesa. Anche questo volo è in overbooking, se accettiamo di tornare un giorno dopo possiamo usufruire della business oltre che di albergo, transfer e deltadollari…Siamo moooolto tentati, ma purtroppo dobbiamo rientrare al lavoro.

Alla fine il nostro volo parte in ritardo di 3 ore, ma per fortuna recuperiamo un po’ di tempo durante il tragitto, noi siamo talmente cotti che quasi non ci accorgiamo di niente: arriveremo domani mattina a Roma, per poi guidare fino a Milano. Siamo stanchissimi, ma è veramente valsa la pena di andare dall’altra parte del mondo!



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