Historia de un amor: Creta la magica, Creta la più bella
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1° giorno
Ci siamo giocati subito il jolly, anche perché vicinissimo alla nostra località: Balos. Siamo partiti di buon’ora col nostro mitico scooter e via, alla volta di quella che viene da tutti definita la più bella delle belle. Come forse saprete, per arrivare a Baloos, ci sono circa 8 km di strada, ehm…sterrata da fare…che è veramente sterrata! Ma credetemi, fattibilissima anche col due ruote (seppur non ne abbiamo visto neanche uno e pochissimi nei giorni successivi). Una volta parcheggiato (ed eravamo già accaldati), si devono fare un altro paio di km su sentiero in discesa (che al ritorno è in bollente salita!)…ma, ma…non appena all’orizzonte si comincia ad intravedere la laguna, beh, tutta la stanchezza, il caldo e la fatica, magicamente scompaiono. Balos è qualcosa di unico. Potrei parlarne per giorni, descriverla in ogni minimo dettaglio, non renderei mai giustizia alla sua bellezza. La si deve vedere con i propri occhi per capire. Unica. Ne ho “ammirati” per fortuna, di luoghi meravigliosi, ma Baloos, dà una pista a tutti (forse è pari con le Maldive). Spiaggia bianchissima e fine, laguna chiarissima e mare dai colori caraibici, caldo e in prossimità degli scogli, per gli amanti dello snorkeling, ricco di pesci colorati. La fine del mondo. Si rimane senza fiato. Ovviamente, abbiamo trascorso lì tutto il giorno (io pure tutta la vita sarei stata…).
2° giorno
Ci giochiamo il secondo jolly; lo so, ci piace vincere facile, ma non potevamo aspettare oltre, troppa la curiosità. Facciamo colazione in Hotel e via verso Elafonisi. Da Kissamos , per andare al sud, verso la deliziosa spiaggia, ci sono due possibilità; l’interno, attraverso la montagna, o la strada costiera. Abbiamo fatto entrambe. La montagna all’andata, la strada vecchia che costeggia il mare, al ritorno. Entrambe molto particolari e con panorami (senza guard rail) al cardiopalma. All’andata, le gole di Topolia, vi lasceranno senza fiato. Inoltre accanto d esse, potrete visitare le suggestive cave di Agia Sofia; una novantina di gradini verso l’alto, vi porteranno all’interno di una grotta, che è una sorta di santuario. Una specie di chiesa. Noi ci siamo stati circa una ventina di minuti, affascinati dall’ambiente e dal rigoroso e rigenerante silenzio. Ma, il vero gioiello, in questa giornata, è sicuramente la spiaggia bianco/rosa di Elafonisi. Dopo aver goduto di Balos, pensavo di aver visto “tutto” e invece Elafonisi mi ha incantato allo stesso modo. Spiaggia grandissima con laguna e mare dai colori sensazionali. Oltretutto, allontanandosi dalla zona con gli ombrelloni e andando verso l’isolotto di Elafonisi e poi oltre, possiamo trovare calette a dir poco stupende, oltre che appartate e con i colori della battigia che diventano da rosa chiaro, a rosa molto più intenso ( e infatti c’erano i soliti “personaggi” che con la bottiglietta, tentavano di portarsi via la sabbia più rosa). Se avete voglia di camminare, sappiate che più vi allontanate e vi avvicinate alla “collinetta” con la chiesa, più la folla diminuisce magicamente e più si riesce ad entrare in sintonia con la natura circostante e con i profumi tipici della macchia mediterranea. Il top. Il top anche Elafonisi. Mi raccomando non dimenticate di fare almeno un paio di bagni in mare, sarebbe un reato andarsene senza essersi immersi in tale meraviglia.
3° giorno
È la volta di Falassarna. Mi soffermo poco su questa spiaggia, perché (forse un po’ anche per colpa nostra che ci eravamo già riempiti gli occhi con le due spiagge “magiche”) non l’ho trovata entusiasmante. Sì, il mare è limpido e di un delizioso color turchese, ma la spiaggia è un po’ troppo commerciale. Inoltre il mare è perennemente mosso, due volte ci siamo andati e due volte c’erano super onde… no, non la metterei neanche la terzo posto, ma tra quelle viste, all’ultimo. P.s. Mi dicono che si può assistere ad un meraviglioso tramonto da questa spiaggia, ma quando siamo stati noi, purtroppo il cielo non ce lo ha consentito (troppe nuvole).
4° giorno
Ok, lo ammetto, volevo tornare a veder Elafonisi ancora una volta, ma avevo letto delle ottime recensioni anche sulla spiaggia adiacente ad essa, Kedrosasos. Per questo , il quarto giorno, abbiamo ripreso la strada verso il sud e verso il mar libico. Kedrosasos, non è famosa come la sua “sorellina” e non ha neanche gli stessi colori caraibici ( forse anche perché nel giorno che siamo andati,il mare era mosso) ma vale davvero la pena di essere vista, soprattutto se alla confusione , preferite il silenzio e la tranquillità, interrotta solo dal dolce rumore delle onde del mare. Avevamo letto che non si trova facilmente la strada per raggiungerla, e infatti non l’abbiamo trovata, né abbiamo trovato una qualche indicazione…si è quindi alla fine optato per la possibilità b, ovvero parcheggiare ad Elafonisi e prendere il sentiero alla sinistra del parcheggio per raggiungerla a piedi. Scelta super azzeccata, soprattutto la mattina presto quando non si trova nessuno sul percorso, a parte qualche simpatica capretta (le caprette vi accompagneranno ovunque andrete a Creta). Ve lo dico, il sentiero non è facile da tenere, anche se ci sono via via dei segnali, è facile finire sopra gli scogli e non riuscire più a scendere (no, si riesce, si riesce) o allungare il tutto di parecchio, ma tanto chi ha fretta? E le piscine naturali tra gli scogli, che si intravedono una dopo l’altra, valgono da sole il sacrifcio; per non parlare del canto delle cicale tutto intorno, la colorata natura mediterranea, il profumo di ginepro, i fiori, l’azzurro incredibile del cielo…ad un certo punto (un po’ è anche il caldo che fa venire le allucinazioni) ti sembra davvero di essere un personaggio dell’Odissea e pensi e speri che Ulisse salti fuori da qualche cespuglio da un momento all’altro; noi non abbiamo avuto questa soddisfazione, anche se non escludo che possa capitare davvero… quando non ci speri più poi, ecco che si apre davanti ai tuoi occhi la grandissima e bianchissima, nonché praticamente deserta spiaggia di Kedrodasos… una meraviglia della natura. Il mare fantastico (che ve lo dico a fare?) e sotto i grandi alberi qualche tenda di chi ancora (beato lui) pratica senza remore e in tutta tranquillità, il campeggio libero (qua molto ben tollerato). Siamo rimasti tutta la mattina in questa sorta di paradiso terrestre, poi di nuovo visitina a Elafonisi, e via, verso l’albergo.
5° giorno
È la volta del “porto del diavolo”, Seitan Limania, altra delizia per gli occhi, terza spiaggia (spiaggia?) in ordine di preferenza, tra quelle viste. Anche Seitan, non è facilissima da scovare, ma è fattibile. Praticamente dall’ aeroporto di Chania, dovete prendere la strada di destra (opposta a Chania) e seguire le indicazioni verso Chordaki. Ad un certo punto, dovreste trovare anche l’indicazione per Seitan Limania; c’è una bella salitina, a cui segue una bella discesona con una notevole pendenza e dei tornanti da capogiro, senza ovviamente guard rail da cui la vista su mare è mozzafiato; mi raccomando, fatela da sobri, perché altrimenti andare giù è un attimo…a parte gli scherzi, la strada è asfaltata e breve, ma comunque se si soffre di vertigini, un po’ di batticuore si avverte. Parcheggiato (e qui lo scooter è di nuovo super utile perché se vai in tarda mattinata è difficilissimo trovar posto per un auto) l’abbiamo vista dall’alto… da brivido, ragazzi! Una piccola lingua di sabbia chiarissima incastonata tra le rocce ed un mare, anch’esso delimitato dalle scogliere che è qualcosa di indescrivibile…lo so, lo so…dico sempre così, ma è la verità! Dovete veder con i vostri occhi, per comprendere! Per comprendere i capolavori di cui è capace la natura o semplicemente il mare, quando si diverte a giocar con la terra. Ora il problema è raggiungerlo, questo mare. Ci sono due sentieri e pare che sia consigliato, perché più semplice e corto, quello di destra (infatti prendevano tutti quello)…noi, invece che non avevamo ancora letto tali consigli e non sapevamo di tutti gli incidenti che pare abbaino contrassegnato l ‘altro percorso, prendiamo ovviamente la stradina a sinistra perché meno affollata ( che furbini, è?)…beh se siete appassionati di climbing, vi dico subito che è un modo di scendere molto interessante. Io sono morta di paura, invece, anche perché bastava mettere un piede in fallo e non si cadeva semplicemente, si volava giù per centinaia di metri. A neanche metà strada, avevo già deciso di tornare indietro, ma quel testardo del mio compagno (che al contrario di me è una “capretta”), mi ha praticamente trascinata fino in fondo. Lo spettacolo vale tutti i sacrfici (ma state attenti e non fatevi imbrogliare dai greci che scendono anche coi frigoriferi, non sono abituati a inciampare anche sui marciapiedi come me; sono delle “caprette”, pure loro). A quel punto, bagno ristoratore con un panorama da urlo di contorno, il tempo di trovare una bellissima conchiglia, e via, è già ora di tornare a Kissamos.
E qui, più o meno, termina il grosso del nostro viaggio, e quello che più di interessante abbiamo fatto. Sì, siamo stati a Chania e abbiamo visto altre spiaggette, ma lo splendore sono quelle che vi ho descritto che poi, lo so, sono le stesse di cui tutti quelli che vanno a Creta ovest, parlano; ma parlarne non dà il senso di ciò che realmente sono, andate, se volete assaggiare un angolo di paradiso.
L’ultimo giorno lo abbiamo trascorso a mangiare e bere in una tavernetta direttamente sul mare; ecco un’altra cosa splendida, sono le taverne, prezzi economici, ottimo cibo e collocazione di solito incredibile; o sul mare o in cima a qualche montagna a “vedere” il mare. Comunque vista unica. Provatele. Provate Creta, visitate anche qualche paesino di montagna, vi sembrerà di tornare indietro di quarant’anni; ottima l’ospitalità dei cretesi e la gentilezza; si fanno in quattro per aiutarti anche solo se hai perso la strada (facile oltretutto).
Chiudo con una fiaba a lieto fine. Forse lo sapete; in Grecia, soprattutto nelle isole, la piaga dei cani abbandonati, è grossa. Io ho sofferto terribilmente nel vederne veramente troppi a zonzo per le stradine di campagna… e non solo. Una sera mentre stavamo andando a Falasarna, da Kissamos, un cagnolino è stato investito. Quando siamo arrivati noi, una coppia di italiani lo stava portando sul marciapiede. L’investitore è scappato, invece. Ci siamo fermati a dare una mano e per fortuna il canino era solo leggermente ferito. Di corsa dal veterinario e dopo dieci minuti era più scattante che mai. Purtroppo non aveva il microchip e il veterinario non poteva tenerlo… cosa fare? sulla strada non potevamo lasciarlo! Siamo tornati sul luogo dell’investimento e abbiamo chiesto se qualcuno lo aveva già visto e conosceva i padroni (aveva il collare)… niente… alla fine, una famiglia greca che aveva già un altro cagnolino, ha deciso di tenerlo in attesa del proprietario. Siamo tornati lì tre giorni dopo e il cagnolino c’era ancora… evviva! Con un nuovo collare e un nuovo nome, perché la famiglia aveva deciso di tenerlo. Grande gioia! Buona vita, piccolo.
E qui, termina il nostro viaggio nella magica Creta; con una punta di tristezza certo, ma si sa, le vacanze per definirsi tali, devono finire… e comunque il tempo passa veloce, chissà che tra un anno, forse due, non si decida di tornare, a fare la parte orientale e soprattutto a vedere come sta il “nostro cagnolino” Zach. Lo so, ho scritto che non torniamo mai dove siamo stati, ma a volte, nella vita, si possono fare delle eccezioni. A presto allora, splendida Creta.