Hakuna Matata 3

Hakuna Matata (letteralmente "niente problema"). E' proprio da dire che in Kenya i problemi non se li creano. Scalzi, sporchi, con i vestiti nel migliore delle casi bucati, eppure sorridono sempre. Mi sa che non ci abbiamo capito niente!. Noi con la nostra tecnologia e il benessere non riusciamo più a sorridere alle cose semplici della vita. Con...
Scritto da: Marco Lanini
hakuna matata 3
Partenza il: 22/07/2005
Ritorno il: 06/08/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
Hakuna Matata (letteralmente “niente problema”). E’ proprio da dire che in Kenya i problemi non se li creano. Scalzi, sporchi, con i vestiti nel migliore delle casi bucati, eppure sorridono sempre. Mi sa che non ci abbiamo capito niente!. Noi con la nostra tecnologia e il benessere non riusciamo più a sorridere alle cose semplici della vita. Con la Playstation e i video giochi di ultima generazione i nostri bambini qui si lamentano. Lì abbiamo fatto felici una scolaresca con caramelle, quaderni e penne. La richiesta più ardita che uno di noi ha ricevuto è di portargli un vocabolario di inglese la prossima volta che torniamo. Perchè loro sanno che torneremo!. Ci si torna sempre. Mal d’Africa? Forse. O forse è solo che quando sei lì ti accorgi che tutto quello che hai non vale più niente e sei più vicino a quello che è veramente “essere vivi”. Tutti gentili con noi, un pò per convenienza, ma anche perchè davvero nella loro vita non ci sono problemi. Nessuno ha chiesto l’elemosina, e di motivi per chiederla lì ce ne sono, tutti ti danno qualcosa anche solo una mano a portare qualcosa in cambio di una “mancia” perfino chi vende nei negozietti poi spera in un una mancia magari solo un paio di calzini. Calzini? Si, proprio calzini… Quelli che nel safari allo Tzavo Est un “venditore” ha chiesto alla mia ragazza dopo vari minuti di trattativa, per una ciotola, forse, di ebano, costata 400 scellini e un paio calzini di mancia. Strade quasi inesistenti le poche sono strette come un corridoio di un albergo di paese. Le case di fango, lamiera e speranza che non crolli. Si perchè rivedendo le foto mi chiedo come riescono a stare in piedi, assomigliamo molto alle case disegnate dentro al libro dei tre porcellini che avevo da bambino, che il lupo con un soffio abbatteva. Ma a queste pare che un soffio sia anche troppo sforzo per abbatterle, eppure sono lì, con persone che si affacciano al nostro passaggio. E bambini. E sì i bambini. Tanti bambini. Troppi bambini. Sempre sorridenti che spuntano da per tutto che corrono come ossessi, appena vedono un pulman di turisti, urlando con tutto il fiato “ciaooooooo, caramellaaaaaaa” e agitando le mani nel gesto di salutare. Una caramella e sono felici. Una penna e sono ricchi. Già ricchi con una penna. Calcolando che un a penna costa 20 scellini e lì vivono con circa 100 scellini al giorno, circa 1 euro e 20, con cui mangia una famiglia media, che per loro significa almeno 6 persone, beh quando gli dai una penna li arricchisci davvero. Ma sono troppi non hai abbastanza per tutti, non puoi dare a tutti, e allora anche tu sorridi e saluti per riflesso per fargli vedere che almeno non sei indifferente a tutto. Smetti da fare foto e di riprendere con la telecamera. Dai qual che puoi, quel che hai, ma non basta. Per una busta di maglie e che tu non metteresti mai ti senti ringraziare più volte. Per una caramella ti ripagano con un sorriso. Ci sarebbe tanto da scrivere, ma non basterebbe. Siamo ritornati in Italia più ricchi e più consapevoli della nostra fortuna. Più ricchi di esperienze che ci renderanno, speriamo, migliori. Più ricchi di nuovi amici con cui abbiamo condiviso il viaggio e spero che lo continuino con noi qui.

Andate è una terra stupenda, persone e natura meritano almeno un viaggio. Io ci tornerò sicuramente, c’è ancora tanto da vedere e da imparare.

Jambo buana… al prossimo viaggio.



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