Hai solo una settimana? Vola a Favignana!
Nel 2009 eravamo stati alle Eolie che, contando ben sette isole, ci avevano impegnato un paio di settimane. Memori della bellezza di quei luoghi e della ricchezza dei loro fondali abbiamo deciso che un ritorno in Sicilia era la cosa migliore.
Ecco allora che l’8 Agosto partiamo dal Marco Polo di Venezia diretti a Trapani. Giunti in perfetto orario, trasferimento al porto e imbarco immediato su aliscafo per Favignana ed eccoci seduti, già alle 16, in un bar di piazza Europa con la prima granita della vacanza da gustare. Passa a prenderci di lì a poco il titolare dell’agenzia Egablu presso cui abbiamo prenotato un monolocale appena fuori città. Ci accompagna all’alloggio e a ritirare lo scooter, riservato anch’esso prima della partenza.
Favignana è relativamente piccola e molti scelgono la bici. Personalmente ritengo che pedalare sotto il solleone non sia proprio l’ideale; se poi si intende visitare bene ogni angolo dell’isola, si rendono necessari almeno un paio di giorni in motorino.
Dopo un breve giro di perlustrazione ci prepariamo per la prima cena isolana: un leggero cous cous alla Tavernetta.
Ci rendiamo subito conto che il microclima qui è molto particolare. Di giorno il sole picchia, anche se il Favonio, vento che ha ribattezzato l’isola (un tempo era Aegusa), rende il caldo sopportabile. Specie se si considera che il territorio è piuttosto brullo e di alberi lungo le calette… neanche l’ombra. Già nel tardo pomeriggio però l’aria rinfresca e la sera bisogna armarsi di golfino se non si vuol rischiare la pelle d’oca cenando all’aperto.
Il 9 Agosto ci portiamo in una insenatura ghiaiosa dopo la galleria che porta fuori città. Sono giornate molto ventose e bisogna decidere la spiaggia in base alla direzione in cui soffia il vento. Per le insenature più belle c’è tempo. La sera cena a base di ottimo pesce fresco da Gli Amici del Mare, lungo il porto.
Il giorno seguente a causa del vento, lo trascorriamo nella medesima zona, sulla cala di fronte all’isolotto Prevedo, anch’essa ciottolata. La sera ceniamo a base di busiate favignanesi, pasta tipica del trapanese, Da Salvador. Chiudiamo in bellezza bevendo un bicchiere al bar Melograno in compagnia di Franco e Alessandra, conoscenti incontrati per caso durante la vacanza. Si tratta di un giardino estivo immerso in un frutteto racchiuso da un alto muretto, paradiso di relax e tranquillità a pochi metri dalla caotica vita notturna del corso principale.
L’11 Agosto finalmente si placano i venti pomeridiani e ci portiamo sull’altro versante dell’isola, quello più suggestivo, a Cala Azzurra, dove il colore del mare non tradisce il nome. Qui il livello dell’acqua si mantiene basso per una lunga distanza dalla spiaggia. Verso tardo pomeriggio ci spostiamo a Cala Rotonda (e anche qui la forma è fedele al nome) dove ci godiamo, e continueremo a farlo pure nei giorni successivi, un caldo tramonto, col sole che scende dietro a Marettimo. La sera facciamo il bis Da Salvador con le busiate alla bottarga.
Il 12 mattina abbiamo appuntamento in Piazza Matrice con Manuela ed Alberto, amici camperisti in visita a Favignana durante un lungo tour della Sicilia. Dopo averli accompagnati a ritirare lo scooter che avevamo riservato loro il giorno prima, partiamo per un primo bagno a Cala Rossa. No, qui il mare non fa fede al nome… Ma ci troviamo di fronte ad uno degli scorci più spettacolari dell’isola. Una baia alta e rocciosa dalla quale si scende al mare con lo spirito free climber, meglio se con scarpe ginniche o scarpette da scoglio. L’acqua limpida ha diverse sfumature e ad interrompere la linea dell’orizzonte, si staglia l’isola di Levanzo. Armati di maschera e boccaglio ci immergiamo in un mare sorprendentemente tiepido in un fondale di sabbia candida. Ci crogioliamo al sole giusto il tempo per stuzzicarci l’appetito, che corriamo a placare all’Aperitiv Bar in centro città, con un’ottima insalatona con tonno locale e olive, annaffiata da un fresco boccale di birra. Ripartiamo col giro scooteristico dell’isola per chiudere in bellezza col tramonto rosso a Cala Rotonda. Riaccompagnati gli amici al porto, dove riprenderanno l’aliscafo per Marsala, noi torniamo a mangiare il pesce dagli Amici del Mare.
Il 13 Agosto decidiamo di trascorrerlo al Bue Marino che ritengo la baia più interessante di Favignana: è formata da rocce con terrazzamenti a diversi livelli e la fauna marina è tra le più ricche. E per chi come noi si immerge sempre con maschera, pinne e fotocamera è il luogo migliore. Si possono ammirare miriadi di pesciolini che si muovono armoniosamente in branchi, stelle marine e meduse variopinte dalle forme più insolite. Tornati in centro, ci gustiamo granita e brioche da Uccio e ci trasferiamo al solito a Cala Rotonda. Quella sera decidiamo per la pizza da Rais, dove ci accomodiamo dopo tempi biblici di attesa ma che non delude per la qualità.
Il 14 salpiamo in traghetto per visitare Marettimo. Durante il tragitto possiamo ammirare il bianco porticciolo di Levanzo che ci ripromettiamo di visitare in un prossimo viaggio. Appena scesi al porto di Marettimo ci rendiamo subito conto che la piccola isola è uno schianto. Dopo insalatona e birra nel bellissimo ristorante il Veliero, dove ammazziamo l’attesa del barcarolo-cicerone, finalmente partiamo per il periplo dell’isola. Giro che prevede due soste obbligate per un bagno e l’esplorazione di un paio di grotte di cui Marettimo è crivellata sull’intera circonferenza. Tornati al porto ci rechiamo nella minuscola piazzetta del paese per una granita. Il posto evoca la Grecia più caratteristica, con strette calette e case bianche coi balconi blu. Difficile non essere tentai di restare… per sempre. Tornati a Favignana la sera ceniamo al Nautilus in compagnia di Franco, Alessandra e le figlie. Un ottimo ristorantino con gazebo-palafitta sulla spiaggia vicino allo Stabilimento Florio (l’antica tonnara). Pizza e busiate ottime entrambe.
E siamo all’ultimo giorno di vacanza. Purtroppo ci salta la visita alla tonnara in quanto non avevamo calcolato che il 15 è festa! Ripieghiamo quindi su un’impresa piuttosto ardua: la scalata al Forte di Santa Caterina, sul monte omonimo. Saliamo dunque i 314 mt. che ci dividono dalla sommità nella canicola della due di pomeriggio. Piccola follia ricompensata da un’impagabile vista a 360° su tutto l’arcipelago. Alla discesa ci gustiamo una meritata insalatona al Nautilus dove approfittiamo per prenotare il tavolo per l’ultima cena isolana. Corriamo poi al Bue Marino per concludere il soggiorno nel nostro angolo preferito.
Il 16 mattina si riparte consapevoli di lasciare un’isola a dimensione umana nella quale ci siamo sentiti subito a casa, dove ti puoi ambientare nel giro di poche ore e dalla quale siamo stati accolti con garbo e cortesia. Un luogo pulito dove la raccolta differenziata funziona come un orologio ed invita al rispetto delle regole anche nel breve frangente di una vacanza. Uno scrigno di profumi e sapori mediterranei che conserva intatte le tradizioni culinarie locali. Ideale sia per chi vuole godersi un po’ di relax sia per chi non intende rinunciare alla vivacità misurata di un centro città animato a tutte le ore del giorno, costellato di negozietti tipici, ristoranti e localini dove poter tirar tardi. Inoltre nella piazza principale si tengono spesso spettacoli e concerti aperti a tutti.
Prima di lasciare Favignana abbiamo fatto una piccola scorta delle varie prelibatezze da poter condividere con familiari ed amici: miele, busiate, pesto di pistacchi, bottarga e mosciame
Per questa vacanza noi abbiamo organizzato tutto autonomamente e non abbiamo avuto brutte sorprese. I voli Ryanair sono stati puntuali e l’alloggio trovato on-line era migliore di quanto non sembrasse già nelle foto: un monolocale con giardino di pini marittimi attraversato da un antico acquedotto in pietra degno di un documentario di archeologia.
Per una visita dell’isola più “guidata” consiglio “Egadi Perle del Mediterraneo” Edizioni Affinità Elettive.