Habana-Remdios-C.S.Maria-M.la Gorda-Vinales

Il calore ti abbraccia subito, appena lasciata l’aria artificiale e gelida dell’aeroporto. Dopo le infinite formalità doganali - che, in fondo, ti ricordano che qui lo Stato la fa sempre e comunque da padrone - nella sala arrivi la solita calca di cartelli, di braccia che salutano verso l’alto, di spintoni e di sguardi in attesa – magari...
Scritto da: Fabrizio.C
habana-remdios-c.s.maria-m.la gorda-vinales
Partenza il: 26/12/2008
Ritorno il: 07/01/2009
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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Il calore ti abbraccia subito, appena lasciata l’aria artificiale e gelida dell’aeroporto. Dopo le infinite formalità doganali – che, in fondo, ti ricordano che qui lo Stato la fa sempre e comunque da padrone – nella sala arrivi la solita calca di cartelli, di braccia che salutano verso l’alto, di spintoni e di sguardi in attesa – magari – del parente fortunato che ce l’ha fatta ad andar via e che adesso ritorna con un pacco carico di occidente. Josè, il nostro taxista, ci attende nella sua magrezza calma e serafica. Non parla tanto e noi siamo troppo a pezzi per poter lontanamente pensare di rompere questo muro. Su Rancho Boyeros, le luci basse e scarse illuminano gruppetti in attesa di un bus, di un passaggio a bordo di un camion, tra sbuffi di sidecar stracarichi, auto cigolanti e camion che arrancano. Ma la gente in attesa parla e parla e parla e fuma e sorride … Poco prima dell’arrivo nella casa prenotata su CaseCuba.Com, il Chè illuminato a Plaza de la Revoluciòn, ci attende, quasi come se l’avesse pensato il Ministero del Turismo, per fargli dare il benvenuto a tutti i turisti. Lo trovo un po’ degradante, immagino per un istante il Chè ad un bancone di informazioni turistiche che col suo piglio da Generale ci dà il benvenuto e ci chiede cosa possa fare per aiutarci. Sarà la stanchezza che mi dà alla testa.

La casa è in un bel palazzo nuovo nel quartiere residenziale del Vedado, scelta apposta qui, lontani dalla calca dei turisti, di quelli che dopo 2 giorni che sono ad Habana pretendono di aver capito tutto; eh no cari miei, a Cuba non è proprio così facile – e io dopo 5 volte e a distanza di 10 anni dalla prima faccio ancora fatica. La verità, la certezza è lì ne sei convinto, stai quasi per afferrarla, ma basta un sorriso, si un sorriso di quella ragazza così carina, o uno sguardo ammiccante di quel musicista tutto muscoli e treccine e tutte le tue certezze ti crollano addosso. E se poi invece del sorriso ti capita di passare vicino ad una scuola, di parlare con la proprietaria di casa o meglio, con un anziano rivoluzionario – che poi si è pentito – ti accorgi che quest’isola ha 1 milione di anime e che ogni sforzo per arrivare a delle certezze è fatica sprecata. Allora devi ricordarti che in fondo sei qui in vacanza, che – almeno per ora – certi sforzi non vale la pena farli e ti dirigi verso la Bodeguita del Medio che sarà si turistico, ma poi mica tanto se dentro ci trovi solo 10 persone, di cui 6 Cubani ed un quartetto che suona la charanga Habanera. E i mojito sono fan-tas-ti-ci.

Rivedo Ignacio, il mio caro amico di CaseCuba.Com, che non vedevo da 4 anni. Lo trovo bene e anche un po’ ingrassato. Buon segno! Mi accompagna all’agenzia presso la quale mi ha fatto una prenotazione alberghiera e, passeggiando nel quartiere di Miramar, mi mostra le meraviglie architettoniche del quartiere, quello dei ricchi, dei fulanos, dei funzionari di partito ed ambasciate. Non c’è che dire … una meraviglia di quartiere. Passiamo anche di fianco alla casa di Fidèl; la guardia armata all’esterno me lo conferma. Il pomeriggio e la serata vanno via bighellonando per Habana Vieja, per me non una novità, ma sempre bella e fascinosa, con le sue splendide magioni coloniali, la musica ed i quadri ad ogni angolo, la pace di Plaza das Armas e scorci di vita vissuta spesso con difficoltà, ma sempre con grande dignità ed un gran sorriso. E al tramonto, il rito della passeggiata lungo il Malecòn, con lo sciamare di coppiette, famiglie, arditi tuffatori e pescatori.

Il giorno seguente ritiriamo l’auto a noleggio, necessaria per visitare i luoghi che ci attendono, non essendo questi serviti dalla compagnia di bus turistici Viazul. A memoria seguo il Malecòn, poi il tunnel che attraversa la baia, la via Blanca che porta a Varadero e riesco ad inforcare l’autopista verso Santa Clara, nonostante l’assenza totale di segnaletica. Il traffico è inesistente e sull’autostrada larghissima e deserta, ma piena di buche, sono più i pedoni, gli avvoltoi ed i carretti delle auto. L’autopista naciònal è molto più che un’autostrada, è lo scenario naturale per la sopravvivenza di quei campesinos ai quali lo stato permette di tenere per sè e di rivendere “privatamente” il 10% del raccolto. E di cubani ne transitano, magari ammassati nella ribalta di un camion, magari in bicicletta contromano o col calessino di famiglia … e tanti hanno bisogno di lattughe, di aglio e cipolle, magari anche di un polletto ancora vivo. Le “patrullas” della polizia sonnecchiano … magari ci scappano un po’ di uova fresche in regalo.

Arriviamo a Remedios che è buio, dopo 4,5h di autopista-rattoppata e una mezz’ora persi tra le rotonde della circonvallazione di Santa Clara; Ania ci attende e ci mostra la nostra stanza sul tetto della sua casa coloniale, con bagno e terrazzino privato. Il tempo di una doccia e la cena è pronta. Mangiamo a quattro palmenti e ci concediamo un giro nella piazza principale, quella col giardino, la cattedrale ed i 2 bar aperti di sera, a 20 passi dalla casa di Ania. Poi la stanchezza prende il sopravvento.

Primo dei due giorni dedicati esclusivamente ai Cayos; dirigiamo verso la punta estrema di quello più a nord, il Cayo S.Maria. A 10km da Remedios inizia il viadotto di 42km che collega i Cayos alla terraferma. Ci si registra al posto di polizia – ricordiamoci sempre che lo Stato controlla tutto – e paghiamo i 2 CUC di pedaggio. I 40km che ci separano da Cayo S.Maria sono uno spettacolo in sè e forse varrebbe la pena arrivare fin qui solo per poterli percorrere. La strada è costruita su un terrapieno, praticamente a pelo d’acqua ed attraversa circa 15 isolotti corallini popolati esclusivamente da mangrovie e uccelli – ibis, aironi, cormorani e fenicotteri. Gli ultimi 8km poi, quelli che portano alla spiaggia di Perla Blanca, sono addirittura sterrati, ma con gran fatica dei nostri pneumatici ce la facciamo. La spiaggia è una meraviglia – qualche dubbio? – e siamo i soli per una mezz’ora. A fine giornata comunque avremo contato 12 persone in totale arrivate su questa spiaggia lunga km … un maxi-affollamento. Vicino allo spiazzo di parcheggio c’è una costruzione in legno con tavoli e sedie … un bar o ristorante. Chiedo al tipo che è appoggiato al bancone se ha dei panini … nada … vabbe’, allora una bottiglia d’acqua … nada … amigo, ieri è finito tutto e non so quando me lo riportano. Siamo ancora lì che parliamo del più e del meno e arriva un’auto con dei suoi amici con una bella borsa frigo piena di birre e rum, per affrontare al meglio la pesante giornata di lavoro … beh, visto che siete impegnati vi saluto allora … espera espera amigo toma con nosotros … e mi schiaffa in mano un bicchiere di plastica – quello della la birra media per intenderci – pieno per tre quarti di rum. Sono le 12 e sono a stomaco vuoto … salute!!!! E la giornata va via molto molto rilassata. Alla sera Ania torna di nuovo a coccolarci, … birra in terrazza, cena pronta alle 8 e tante chiacchiere. Ma stasera si esce … un bel mojito all’unico bar per stranieri nell’unica piazza, ad osservare il viavai di turisti (pochissimi) e Cubani. Meraviglioso.

Giorno due al Cayo, stavolta siamo attrezzati con acqua e panini per un full-day a Playa las Salinas, sul Cayo las Brujas. Un acquazzone apre la giornata … un paio d’ore di cielo che viene giù a pezzi. Ma poi il solleone mi consente un bel safari fotografico nel paese coloniale che si ri-anima dopo la tempesta; aria limpida e belle pozzanghere sono una pacchia per la fotografia. A Playa las Salinas l’uragano ha rovesciato tutti gli ombrelloni fissi, fatti con le foglie di palma. Anche qui super-affollamento di 10 persone ed un bel molo a contorno della spiaggia, dove troviamo anche dei mega-conchiglioni. Alla sera Ania di nuovo ci attende con la cena pronta e dopo, alla tele Cubana danno un film che non possiamo assolutamente perdere: Operazione S. Gennaro con Totò e Nino Manfredi, in Italiano con sottotitoli in Spagnolo. Ad Ania e ai suoi familiari piace tanto e se la ridono di gusto. Di nuovo verso Habana e verso l’anno nuovo. Ignacio ci aspetta per cenare a casa sua e festeggiare assieme la Noche Vieja. Prima di entrare in città abbiamo anche il tempo di fermarci a Playas del Este, gustando uno spiedino d’aragosta con i piedi nella sabbia … ma il tempo non è proprio clemente, così decidiamo di fare una foto ricordo sotto l’icona del Chè. In Plaza della Revoluciòn commetto 2 infrazioni con l’auto: faccio retromarcia per più di 20m (??????) e lascio l’auto incustodita (giuro che non c’era alcun cartello). Il poliziotto mi chiede i documenti, mi fa sedere in macchina e mi sussurra che possiamo metterci d’accordo. Gli allungo 20 CUC nel passaporto … arrivederci, grazie e buon anno; nessuna multa (che magari era pure di 15 CUC, vai a saperlo). Alle 18 siamo a casa, racconto l’avventura della multa alla Mamma di Ignacio – fervida Castrista – che commenta “Ma come? Proprio sotto gli occhi del Chè e di Josè Martì?!?!”. Alle 20 iniziamo i festeggiamenti per il nuovo anno a base di maiale, riso e fagioli, budino al cocco, tanta birra, ma anche col panettone e col pandoro portati dall’Italia. Un’oretta di balli in famiglia dopo la mezzanotte e poi tutti a nanna, che domani si parte presto.

La Habana – Maria la Gorda è lunga, ma non tanto per i km, quanto per il numero di carretti, biciclette, uomini a cavallo – specie dopo Pinar – e buche che bisogna evitare – specie negli ultimi 40 km. Ma poi la strada, dopo aver tagliato il parco naturale di Guanacahabibes, arriva su una baia paradisiaca e gli ultimi 10 km della strada, prima che questa finisca contro il cancello dell’unico hotel, corre lungo una spiaggia bianca che dà su una baia calma e con acque cristalline. A Maria la Gorda non c’è scelta; si può stare solo presso l’unico hotel – che è anche a 64 km dal paesino più vicino. La location è proprio bella; una bella spiaggia bianca orlata di palme, con una struttura alberghiera per niente invasiva dell’ambiente. Noi abbiamo un bel bungalow in legno e muratura, con terrazzino privato ed un signor bagno. Insomma, il luogo ideale per stare in spiaggia dalle 8 am alle 5 pm per poi cenare ed andare a letto presto. Unico neo, i mosquitos che si svegliano al tramonto e ti martirizzano. Ma anche il cibo del ristorante a buffet – per l’all-inclusive – non è il massimo. Però, tirando le somme, un gran bel posto.

Dopo 3 giorni passati a frollare i muscoli sui lettini dell’hotel, a mettere in circolo la melanina e a lenire le punture dei mosquitos, dirigiamo verso Vinales, dove El Macho, un vecchietto bassino e simpaticissimo, ci attende. Purtroppo il tempo a disposizione non è tantissimo e dobbiamo concentrare la visita. Prendiamo uno di quei bus dove si paga un biglietto giornaliero e si può salire e scendere ad ogni fermata del tour – organizzazione inimmaginabile per il luogo – ma ottimo per concentrare le visite. Vinales è molto organizzata per accogliere turisti, c’è un elevatissimo numero di Casas Particolar e si possono fare tante escursioni. Inoltre ha veramente l’atmosfera del posto Lonely Planet, quello per il viaggiatore rilassato zaino in spalla, per intenderci, che, di sera, si ritrovano tutti nella (unica) casa della musica, nell’angolo della piazza principale.

Il Macho ci organizza una bellissima passeggiata a cavallo per il giorno seguente; 4h a zonzo per la valle, i suoi mogotones – i caratteristici colli a forma di panettone – e le piantagioni di tabacco, con sosta nella cueva con una sorgente interna e bagnetto fresco fresco. Tappa obbligatoria presso un campesino che ci rolla un bel sigaro al momento e ci offre una spremuta di canna da zucchero col rum: sublime. Ovviamente gli compriamo sigari e caffè per 20 CUC. In serata, col sedere dolente, siamo di nuovo alla casa della musica per la nostra ultima serata Cubana. Domattina in bus fino ad Habana, ultimo giro per le bancarelle dei pittori vicino alla Giralidilla e poi l’Air France ci aspetta. Hasta siempre, Cubanos !!!!



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