Guatemala e Belize fai da te

GUATEMALA – BELIZE 5 – 25 agosto 2005 Questo è stato il nostro itinerario. In quattro persone, tutto compreso (aereo – 1300€- mangiare, dormire, escursioni, trasporti, regalini e 4 immersioni) abbiamo speso circa 2170 € a persona per tre settimane. 5 agosto venerdì Siamo partiti da Bologna alle 7 di mattina con la British...
Scritto da: elisascala
guatemala e belize fai da te
Partenza il: 05/08/2005
Ritorno il: 25/08/2005
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
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GUATEMALA – BELIZE 5 – 25 agosto 2005 Questo è stato il nostro itinerario. In quattro persone, tutto compreso (aereo – 1300€- mangiare, dormire, escursioni, trasporti, regalini e 4 immersioni) abbiamo speso circa 2170 € a persona per tre settimane.

5 agosto venerdì Siamo partiti da Bologna alle 7 di mattina con la British Airlines, prima tappa a Londra dove ci hanno fatto mille domande al Security Desk, poi volo verso Dallas, dove ci hanno fatto mille perquisizioni, e poi Guatemala City, dove arriviamo in ritardo (di circa due ore, quindi alle 21). C’è un ATM in aeroporto, quindi preleviamo i primi quetzal (100 quetzal sono 11 €, bisogna dividere per 9). Abbiamo prenotato ad Antigua le prime tre notti per non restare a Guatemala City, pericolosa oltre che poco interessante. Al nostro arrivo lo shuttle per i turisti sta partendo, e per noi quattro non c’è posto. Visto che è già buio e abbiamo paura a spostarci proviamo a fare qualche telefonata agli alberghi vicini all’aeroporto, ma sono tutti pieni. Decidiamo di prendere un taxi per Antigua, chiamato dal signore al banco dell’affitta macchine nell’atrio dell’aeroporto. Ormai sono le 10, ma decidiamo di andare. Il taxi arriva dopo poco, carichiamo i nostri bagagli e andiamo verso Antigua. La strada è trafficata all’inizio, in città, poi si inerpica per poi ridiscendere in un lungo tratto a senso unico. Dopo aver letto vari racconti di viaggio temo un blocco stradale con successiva rapina a mano armata, ma per fortuna non succede nulla, e arriviamo ad Antigua nel nostro alberghetto (Posada Landivar, carissimo – 32 $ la doppia – ma pulito e soprattutto prenotabile tramite internet posadalandivar@intelnett.Com – ) dove le camere puzzano un po’ di chiuso, forse quelle del piano di sopra erano meglio. A letto distrutti.

6 agosto sabato Sveglia alle 7 (in realtà molto prima, per noi ci sono 8 ore di differenza, quindi sono già le 15), e via alla scoperta di Antigua. Colazione alla Panificadora Colombia, a “una quadra” dall’albergo, poi visita alla città e ai suoi monumenti ***. Ci sono diversi ATM quindi preleviamo senza problemi usando il bancomat. La temperatura è piacevole anche se non c’è il sole. Pranzo al cafè La Escudilla, servizio lentissimo a cui dovremo abituarci, scopriamo che è possibile mangiare con circa 6 € a testa un piatto e una bevanda. Visitiamo i vari conventi, le chiese e girovaghiamo per la città entrando nello spirito del Guatemala, e dei popoli degli altipiani, vestiti nei costumi tradizionali. Alla sera nella 5 avenue Norte (nella via dell’arco) c’è una festa con mariachi e altri gruppi che suonano. Andiamo a mangiare alla Fonda della Calle Real, buono, forse un po’ caro (15 € in due). Abbiamo prenotato il vulcano (5$ a testa) per la mattina dopo a El Jaguar, ci hanno anche telefonato in albergo per ricordarci di essere lì 10 minuti prima e di andare in ufficio e di non aspettarli in albergo.

7 agosto domenica Sveglia alle 5.15 dopo una notte tormentata (fuso, rientri di altri ospiti), alle 5.50 siamo davanti all’ufficio di El Jaguar in 4 Calle Ponente…Nessuno! Panico! Chiediamo dentro e alcune donne locali ci dicono di andare alla Cattedrale. Perplessi corriamo fino alla piazza, ma anche lì nessuno! Dopo vari giri decidiamo di tornare all’ufficio, ed ecco che magicamente il pulmino è comparso! Altri turisti arrivano con calma, forse loro già conoscono i tempi del Guatemala, e finalmente alle 6.10 si parte, non prima di essere passato a “raccogliere” vari altri turisti lungo la strada (mah!). La strada è terribile, ci vuole più di un’ora e il bus arranca, passa dalla prima alla terza (non ci sia più la seconda…), sembra che si fermi ma invece ecco che sale, sale…Arriviamo. E’ freddo, non piove ma è coperto. Paghiamo i 25 Qz di ingresso e partiamo con guida e scorta della polizia turistica contro eventuali aggressioni. C’è da dire che da un anno a questa parte la polizia turistica è stata molto aumentata ed è sistemata nei luoghi dove in passato si era verificato aggressioni ai turisti. E’ gratuita. Si inizia la salita, ci si spoglia per la fatica, si viene anche punti dalle zanzare, e finalmente, dopo gli ultimi terribili cinque minuti di salita, si arriva in cima, dove ci si riveste per via del terribile vento. Si vede la lava che scende, è abbastanza suggestivo**. Scendiamo in un’oretta, sosta per un piccolo spuntino (c’è un bar) e alle 13.30 torniamo ad Antigua con il solito bus a marce alterne. Ad Antigua vogliamo andare anche al Cerro della Cruz*, una collina di fronte su cui si sale con scorta della Polizia (che si prenota vicino alla Piazza Centrale: o alle 10 o alle 15), quindi, dopo un rapido spuntino, ci incamminiamo (ancora!) per vedere la città dall’alto (**). Ora siamo davvero stanchi! Organizziamo la partenza per il giorno dopo, prenotiamo telefonicamente l’albergo scelto a Panajacel, poi ceniamo al Queso y Vino, dove ci lasciamo tentare dalla pasta (chissà se la ritroveremo?).

8 agosto lunedì Sveglia alle 5.45, a piedi fino alla Panificadora Colombia dove facciamo colazione nell’attesa del bus per Pana che parte proprio da lì alle 7. Alle 6.45 arriva il bus e si riempie in un attimo, per fortuna che riusciamo a salire e a prendere i posti, c’è chi si farà 3 ore in piedi! La spesa è irrisoria (36 Qz, 4 €), ma il bus non è il massimo. Il panorama è bello, e dopo due ore e mezzo avvistiamo il famoso Lago Atitlan***, a 1600 metri di altezza. A Pana prendiamo un tuk tuk (???? Ma non siamo in America?) e per 20 Qz ci porta al nostro bellissimo albergo, l’Utz Jay (160 Qz, circa 20 € per camera). Il giardino è molto curato e le camere molto grandi. C’è pure una sauna (a pagamento) che non riusciremo a fare, peccato. Andiamo subito sul lago dove alle 11.30 parte il traghetto pubblico della cooperativa Santa Fè per Santiago. Scegliamo di andare là perché il giorno dopo non possiamo fare tutto il giro del lago (che invece consiglio) perché c’è il mercato a Sololà, quindi “spezziamo” i paesini in tre giornate diverse. Dopo un’ora siamo a Santiago e alcuni bambini ci portano a vedere Maximon, una statua lignea con un sigaro in bocca che gli abitanti del luogo venerano come un dio. Maximon è un po’ deludente, non paghiamo nemmeno per fargli la foto. Anche il villaggio non è esente dall’influsso turistico, e infatti è pieno di negozietti e bancarelle che vendono stoffe coloratissime. Si fanno comunque belle foto. Alle 16 prendiamo un’altra lancia (ci dicono che quella “pubblica” delle 16.30 non arriverà, per fortuna che non abbiamo fatto il biglietto andata e ritorno) e torniamo a Pana. E’ vero che Pana è turistica, ma ha quell’atmosfera rilassata che a noi piace. Ha anche una buona scelta di ristoranti e “facilities” (ATM, Internet, caffè espresso) che ogni tanto sono necessari. Mandiamo i nostri messaggi via Internet (i cellulari che non hanno il trail band sono infatti inutilizzabili in America), ritiriamo altri soldi all’ATM, e alla sera facciamo un’ottima cena a Guajimbo (carne alla brace, argentina).

9 agosto martedì Bus a Pana per Sololà** dove il martedì e il venerdì c’è il mercato. Oggi è martedì, quindi ne approfittiamo. L’autobus che ci porta è di quelli coloratissimi che si vedono in tutto il paese, sono solo un po’ scomodi e non del tutto sicuri se sono pieni e se si devono percorrere lunghe distanze, anche se questo trova pareri discordanti. Dopo 25 minuti in cui il bus si inerpica sulle montagne arriviamo a Sololà e siamo subito immersi in una splendida feste delle scuole, coloratissima e piena di bambini. Foto in quantità, poi giro al mercato, molto autentico e colorato, anche se “coperto”. Dopo una mattinata in giro, torniamo a Pana alle 14, pranziamo al Tacos 3×10 e poi prendiamo le bici per andare a Santa Caterina Palpò. La strada è in salita, costeggia il lago ed il tempo è ottimo, anche se si arranca un po’. L’ultimo pezzo invece è mostruosamente in discesa. Visitiamo il paesino, grazioso (*) e poi…Fermiamo un pick up che per 15 Qz (2 €) ci fa almeno risparmiare la salitona!!!! Risaliti sulle nostre bici, torniamo a Pana, questa volta siamo tutti in discesa! Prenotiamo i prossimi trasferimenti all’agenzia Eco Travel per un totale di 50 $ che comprendono: Pana  Chici, in shuttle collettivo; Chici  Antigua, in collettivo; Antigua  Rio Dulce, privato. Chiediamo come alternativa di andare a Coban da Chicicastenango, ma ci dicono che non è possibile. Bisogna tornare a Guatemala City e poi salire a Coban. Da lì poi si può arrivare a Flores, ma questo lascerebbe fuori Rio Dulce… Insomma, gli itinerari possibili sono tanti, il nostro è forse perfezionabile, ma a noi è andato bene così.

Cena: di nuovo al Guajimbo per un altro piattone di carne alla griglia.

10 agosto mercoledì Facciamo colazione in hotel (nel nostro bel giardino) e prendiamo il traghetto delle 8.30 per San Pedro (che non ci è piaciuta). Il tempo è ottimo, si sta in maniche corte ma non è caldo. Il lago è bello e l’acqua del lago calma e blu. Siamo a 1600 metri. Dopo un piccolo giretto alle 11.30 siamo in albergo, il tempo di pagare, fare una doccia e siamo pronti per lo shuttle delle 12 per Chici. Volevamo prendere lo shuttle delle 16 ma l’hotel a Chici ci ha minacciato di non tenerci le camere se fossimo arrivati dopo le 15. Inoltre volevamo andare prima per fare le foto ai preparativi del mercato. Forse potevamo andare alle 16 ugualmente, addirittura la mattina dopo come fanno in molti, ma le guide consigliavano di andare un giorno prima per vedere il cambiamento della cittadina con e senza mercato. A noi non sembra che avremmo perso granché. Comunque, via verso Chici, dove arriviamo, dopo una strada piena di curve, dopo un’ora e mezza. L’hotel Giron non è male visto il prezzo (100 Qz, 11 € per la doppia con bagno. L’acqua calda non c’è sempre, ma basta organizzarsi!). Chici è davvero piccola e si visita in un’ora, fervono i preparativi per il mercato e già ci vogliono vendere di tutto (bambole, maschere maya, calendari maya, stoffe, cinture…) Pranziamo in un ristorantino che dà sulla piazza (la Fonda del Tzijolaj) mangiando così così. Giriamo ancora per il paese, mentre uno di noi è vittima di raffreddore – tosse – febbre. Cena nel brutto ristorante sopra l’albergo, e a letto aspettando il mercato. Purtroppo, Luca ha la febbre, tosse e raffreddore, quindi iniziamo la cura di Tachipirina e speriamo bene.

11 agosto giovedì Sin dalla mattina presto arriva la gente con i prodotti da vendere, i turisti ci sono ma non così numerosi come avevamo temuto. In effetti, fino alle 10 si gira benone. Bellissima la chiesa di santo Tomas con le donne sulla scalinata piena di fiori e di incenso. Salto al cimitero, particolare (*). Facciamo gli unici acquisti del viaggio, si contratta ferocemente per arrivare ad uno sconto del 40 % sul prezzo iniziale. Alle 14 ci si incontra con lo shuttle davanti all’hotel Santo Thomas, dove ci sono circa 100 altri shuttle per varie destinazioni. Il nostro è quasi pieno, ma siamo solo 8 turisti, in realtà. Ancora verso Antigua. Durante il tragitto abbiamo modo di vedere un articolo di giornale in cui si dice che il giorno prima dei bandidos hanno bloccato la strada vicino a Santa Cruz del Quichè e hanno rapinato i viaggiatori nelle auto fermate. Non c’erano turisti, però. Gli spostamenti ci creano sempre un po’ di ansia viste le notizie, ma va tutto bene ancora una volta! La strada è varia, all’inizio più tortuosa, ma le case sono sempre catapecchie con lamiere, e i paesini purtroppo non sono per nulla “pittoreschi”. Ma questo è il Centro America, un paese distrutto da tanti terremoti e piagato da dittature e povertà. Alle 17 siamo ad Antigua e piove! Abbiamo prenotato al Santa Lucia 5, un po’ fuori ma vicino a dove eravamo la prima volta. La stanza costa 150 Qz con bagno, è spoglia ma pulita. Luca ha ancora la febbre, ma esce con me ugualmente per prelevare dei soldi, scaricare le foto e bere qualcosa di caldo. Arriviamo in centro con un tuk tuk e ci facciamo tentare dal Caffè Condesa, proprio sulla piazza, dove prendiamo due cioccolate in tazza (con panna!) e due fette di torta ottima. Preleviamo al 5B senza problemi (altre volte questo sportello non ci aveva “riconosciuto” il bancomat), scarichiamo le foto e poi rientriamo a piedi. Alla sera mangiamo degli ottimi spaghetti ai frutti di mare (Si’!!!!!) al ristorante italiano vicino all’hotel. Ci spingiamo fino alla piazza***, bellissima nella sua illuminazione notturna. Sarà Antigua, la cioccolata o gli spaghetti, ma Luca sta decisamente meglio.

12 agosto venerdì Alle 4.50 arriva il nostro shuttle per Rio Dulce. Piove ancora ed è freschino. Siamo solo noi quattro, quindi ci stradiamo e dormiamo un po’, soprattutto nella prima parte del viaggio, è ancora notte. Ci vuole un’ora solo per attraversare Guatemala City (che non vedo, ho troppo sonno! Sento solo i clacson e intravedo code spaventose di auto), poi si va veloci in una strada abbastanza dritta. C’è da dire che da Antigua avremmo anche potuto andare a Copan in Honduras, ma dai vari racconti letti avevamo pensato che forse quel lungo viaggio e quella spesa non valevano la pena. In effetti potevamo andare, i giorni li avevamo. Ad ogni modo arriviamo in una caldissima e umida (e orrenda!) Rio Dulce alle 11.30. Abbiamo prenotato alla Finca Tatin, sul fiume, per tre notti. Telefono a Carlos della Finca e dice che, se non voglio prendere una lancha locale (ci hanno chiesto 75 Qz a testa) ne manda una lui alle 13. Decidiamo di aspettare, pranziamo da Bruno’s e organizziamo i prossimi giorni. Vediamo che da lì si può andare a Finca Paradiso e al Canyon del Boqueron, ma bisogna tornare a Rio Dulce. Ci pensiamo. Alle 13.45 arriva la lancha, anche se non partiamo che alle 15 (devono fare la spesa etc. Etc.) il fiume è bellissimo *** vediamo tanti uccelli e piante acquatiche. Ci vogliono 45 minuti per arrivare alla Finca, una sorta di …Agriturismo (???? non so cosa producono, in realtà è giungla!) sul fiume con alle spalle la giungla. Prendiamo possesso del nostro grande ma un po’ troppo “aperto” bungalow e andiamo a fare un giretto nella giungla, fino al fiume dove si bagnano i ragazzi della scuola, dove facciamo un bagno. E’ caldo e umidissimo, e l’odore della giungla (un misto di legno bagnato, muffa, foglie e terra) comincia ad insinuarsi su di noi e su tutti i nostri vestiti. Sarà difficile liberarsene, dopo tre notti!!! Alla sera si mangia tutti insieme, cena fissa (un po’ cara, 60 Qz a testa, senza bevande), poi a letto prima delle 10, bisogna approfittare delle sole 4 ore di corrente elettrica a nostra disposizione (dalle 18 alle 22). Dopo, ci siamo solo noi, nel nostro letto coperto da una sommaria zanzariera, i ragni, le cavallette e le zanzare che entrano allegramente dai mille buchi delle zanzariere messe al posto delle finestre… è un’esperienza! Dimenticavo che dormiamo anche al rumore di un fragoroso acquazzone tropicale, che, ogni sera, tiene compagnia agli avventurieri della Finca.

13 agosto sabato E’ vero che la maggior parte dei viaggiatori viene alla Finca per un giorno o due per riposare sulle amache sul fiume, o giocare a carte, o prendere il sole. Noi no. Alle 7 ci alziamo e alle 8 siamo già in marcia con Bartolo, la nostra guida attraverso la giungla. L’idea è arrivare a Livingston a piedi, passando sopra al canyon sul fiume, una strada aperta da poco. Considerato la pioggia della notte precedente la giungla è infangata, ma procediamo in un saliscendi fra vegetazione tropicale, strade polverose e campi di granturco. Che fatica! Dopo 5 ore, distrutti e completamente infangati, nonchè sudati, ci fermiamo, a mangiare qualcosa alla Casa Dorada, dove approfittiamo del bagno per lavarci un po’. Alle 16 abbiamo appuntamento con Carlos che ci viene a prendere, abbiamo quindi un po’ di tempo per vedere Livingston, curiosa per la sua popolazione garifuna. Non so se dire se il ritorno alla Finca è piacevole: il bagno non ha l’acqua calda, i nostri asciugamani sono bagnati e puzzano di giungla, i ragni coinquilini hanno nel frattempo ripreso possesso dell’abitazione…Ma noi restiamo un altro giorno! 14 agosto domenica Mi alzo a malincuore pensando ad un’altra notte nella Finca, ed eccoci con una lancha verso Rio Dulce, da dove vogliamo fare l’escursione alla Finca El Paraiso e al Canyon. Appena scesi da Bruno’s ci vengono incontro per offrirci a 300 Qz un taxi che ci porti nei due posti. Poiché ci aspettavamo di pagarne 400 (ce lo avevano detto all’ufficio turismo) accettiamo. L’autista è un chiacchierone di El Salvador che ci racconta la sua vita e di come stia molto meglio qui (nonostante governo e polizia corrotti) del suo paese. La strada è lunga e non asfaltata, tranne un piccolo pezzo all’inizio, e oggi è molto caldo. Il Boqueron è una delusione, in quanto non ci portano con una canoa attraverso il fiume, ma solo nella prima parte del canyon con una lancha. Chissà, forse siamo arrivati nel momento sbagliato, le canoe erano impegnate e ci hanno un po’ “fregato” raccontandoci che si poteva arrivare solo fino alle rocce (quindi ad appena 5 minuti dentro il canyon). Quale che sia, lasciamo il canyon e riprendiamo la strada per la cascata di acqua calda** che precipita in una pozza di un fiume. C’è un po’ di gente che fa il bagno, è domenica e giorno di gita. Anche noi ci tuffiamo ed è davvero piacevole sguazzare nell’acqua fredda che diventa sempre più calda man mano che ci si avvicina alla cascata! Pranziamo (ma è il nostro pranzo peggiore) alla Finca El Paradiso, poi alle 15 siamo di ritorno a Rio Dulce, dove il nostro lanchero ci aspetta. Vogliamo fare un altro giro per i vari rii affluenti e le varie insenature piene di flora e fauna fluviale, ma purtroppo è nuvolo e le attese foto non sono così belle come ci aspettavamo.

Ceniamo con gli altri ospiti e ci ritiriamo nel nostro bungalow con i nostri amici ragnetti.

15 agosto lunedì Prima di lasciare la Finca facciamo un giro con le canoe nel Biotopo***. E’ molto bello e divertente, anche se sono necessari dose massicce di Autan viste le zanzare che ormai hanno ridotto il mio corpo ad un continuum di punture rosse. Ma la malaria c’è oppure non in queste zone? Alle 12 siamo pronti per lasciare la Finca, abbiamo il bus Maya de Oro alle 14.30 diretto per Flores. Paghiamo e torniamo a Rio Dulce.

L’autobus è abbastanza puntuale e veramente di lusso: grandi poltrone, aria condizionata, appoggia piedi.. Peccato per il film di Van Damme su un turista assassinato e altre due rapite in Tailandia… Piove durante il tragitto, ma il viaggio è ugualmente comodo. Arriviamo a Santa Elena alle 17.45 e il grande bus ci lascia. Ci trasferiscono su un mini bus dove c’è una …”guida” che per mezz’ora accompagna i turisti nelle varie faccende da turista: ricerca dell’hotel (noi abbiamo già prenotato al Mirador del Lago, 80 Qz a camera, davvero economico!), prelievo di soldi, prenotazione di Tikal o del bus per il Belize… Anche noi dobbiamo prelevare quindi stiamo con questa “guida” alla ricerca di uno sportello bancario. Il tizio (che parla anche italiano) insiste per farci comprare i vari biglietti per Tikal e Belize City, e quando noi diciamo che ci vogliamo pensare inizia a minacciarci di salire in camera dell’albergo, a chiedere soldi per il servizio, e simili. Il tutto sotto il nostro albergo, sulla strada. E’ veramente aggressivo e ci vuole spaventare. Noi diciamo di andare alla Polizia, e prendiamo il numero di targa del pulmino. Gli diamo comunque anche 50 Qz (invece dei 100 chiesti) per il servizio di “taxi” svolto, ma lui strappa i soldi e mi getta in faccia la metà. Poi se ne va, sempre minacciando. Molto turbati saliamo in camera (20 e 27, le uniche camere con “vista lago” e terrazzino). Quando bussano alla mia porta, io, con ancora il film di Van Damme negli occhi, mi aspetto di aprire e di prendermi una raffica di mitra nella pancia, invece è solo il padrone dell’albergo che si scusa e ci prega di non andare alla Polizia perché il tipo è un po’ matto. Se vogliamo Tikal e Belize City (ancora!!!!) lui ci farà un buono sconto. Facciamo la prima doccia decente dopo la Finca Tatin, prepariamo un sacco per la lavanderia (che non troviamo aperta, tutte chiudono alle 6) e andiamo a comprare i famosi biglietti per Tikal (50 Qz, partenza alle 5 e ritorno alle 14) dal signore dell’albergo, che ci fa lo sconto sul biglietto per Belize City: 140 Qz anziché 160.

Cena al Tucano, all’angolo della nostra via. Spesa anche per domattina per la colazione.

16 agosto martedì Sveglia alle 4.30, il pulmino sotto l’hotel è puntuale e ce ne sono anche altri che vanno a Chetumal in Messico o a Belize City. In effetti è impossibile dormire dopo le 5 per gli altri ospiti dell’albergo, visto il casino! Dopo un’ora siamo a Tikal, c’è una leggera pioggerellina e abbiamo sonno. Ci facciamo tentare da un …”ristorantino” (????) per un caffè, che rovinerà la visita al sito a due di noi, costretti a correre in bagno per un attacco di Montezuma revenge! Il sito comunque è bellissimo ***, vediamo le scimmie e un pisote (coato) alla ricerca di cibo. Arrivare presto alla mattina è un’ottima idea, gli animali sono in giro e non c’è ancora tanto caldo, né tanta gente. Giriamo fino alle 14, quando il pulmino ci riporta a Flores, giusto in tempo per evitare un acquazzone stile monsone. In albergo, radunata la nostra roba, la portiamo subito in lavanderia (sarà pronta in due ore, 25 Qz a sacco) e facciamo un pisolino (finalmente!!!!!). Io e Luca decidiamo di partire il giorno dopo per il mare, Flores è graziosa ma non offre attrattive per convincerci a stare lì un altro giorno, mentre Massimo e Giovanna faranno El Ceibal il giono dopo (30 $).

17 agosto mercoledì Io e Luca partiamo alle 5 per Belize City. Il bus alle 5 è puntuale, all’inizio è piccolo poi ci spostano su uno grande davanti al lago. Sul bus c’è l’aria condizionata ma fa caldino. Sul bus ci propongono di cambiare i quetzal rimasti, ma il cambio non e’ conveniente. (Il cambio ufficiale e’ 1 dollaro US = 2 dollari beliziani). Alla dogana ci vuole tempo, ci danno un modulo da riempire, poi si fanno due file, ai due confini. Si pagano 10 quetzal a testa per uscire dal Guatemala, questo lo impariamo sul bus. La dogana del Guatemala è caotica come tutto il paese, quella del Belize più organizzata e semplice. Ci avanzano 50 Qz, appena 6 €, potremmo cambiare in nero al confine ma speriamo di farlo poi in banca. In realtà, nessuno vorrà più cambiare i Quetzal rimasti. Il viaggio prosegue, e siamo in un altro paese. Qui la popolazione è nera, sembra un quartiere nero di una città del sud degli Stati Uniti, le case sono di legno, alcune tipo palafitte. Molti tagliamo l’erba, sarà un retaggio inglese???? Vediamo anche due …Quaccheri???? che vendono cocomeri, in due posti diversi.

Si arriva alle 11 a Belize city, è caldo e c’è il sole. Ci lasciano a 500 mt dalla marina. Lasciamo i bagagli nei lockers (armadietti di sicurezza), 2 dollari US all’ora quelli grandi, poi attraversiamo il ponte subito dietro alla “marina” e arriviamo in una strada piena di banche. Dopo aver provato diversi sportelli che non vanno scopriamo che c’è un temporaneo guasto del sistema internazionale, quindi siamo costretti a fare l’anticipo contanti in banca con il passaporto e la Visa, comodo ma che ci costa il 4% in più e 5 $US. Torniamo alla marina e prendiamo i biglietti per la barca che costano 70 beliziani (cioè 35$US) per due andata e ritorno. Ci sono varie barche, noi riusciamo a prendere quella delle 13.30 che in 45 minuti è a Cayo Caulker (pronuncia: Kikolker). Con un taxi (in realtà è una macchina elettrica di quelle usate sui campi da golf) ci facciamo subito portare da Mara’s Place, che per fortuna ha ancora una stanza libera (la numero 7). Le diciamo che da domani saremo quattro, e lei dice che avrà altre stanze libere. La stanza, grande, con due letti matrimoniali e la TV, un ventilatore e le pale sul soffitto, costa 55 $ beliziani, cioè 27 $ US, e ha una cosa impagabile: una veranda con amaca, due sedie e un tavolino! Decidiamo comunque di fare un giro per capire se è un affare oppure no. Entriamo in altri posti e scopriamo che per l’aria condizionata ci vogliono 50 US$, e nessuno ha l’amaca come noi. Rimandiamo la scelta a domattina, dopo aver visto altre camere e aver dormito una notte. Pranziamo da Sand Box (caruccio), poi si scatenano una serie di acquazzoni che ci confinano in camera, dove restiamo senza nemmeno cenare. Viva la dieta!!!! C’è la TV con satellite, ci guardiamo un po’ di documentari sugli squali, tanto per entrare nello spirito… La brezza del mare ci fa dormire senza accendere il ventilatore, anche se nei giorni successivi ogni tanto lo faremo.

18 agosto giovedì C’è il sole, per fortuna. Decidiamo di restare da Mara, e fissiamo le due camere per la prossima settimana. Colazione da Glenda, caratteristico locale con ottimo succo di frutta spremuto all’istante. Bagno di fronte all’albergo, nella zona dello Split, unico posto in cui è possibile farlo. Si tratta di una specie di piscina per bambini, con l’acqua bassa e la sabbia. Nel resto dell’isola ci sono le alghe e l’acqua è troppo bassa e sporca. Questo purtroppo è il limite di Cayo Caulker: per fare il bagno e vedere la barriera bisogna prendere una barca e fare un’escursione di una giornata, o mezza. Cara. Comunque, l’atmosfera rilassata da fine stagione e la poca gente ci convincono e ci fanno apprezzare ugualmente questo isolotto dei Carabi. Massimo e Giovanna arrivano alle 12.45, in realtà loro sono venuti con un mini bus da Flores, e non hanno avuto nessun problema a ritirare i soldi a Belize City. Meglio così! Dopo aver preso possesso delle due camere andiamo a fare un giro sull’isola fino alla pista di atterraggio che si trova dall’altra parte rispetto a noi. La zona è più “selvaggia”, ci sono mangrovie e molte più zanzare. Ancora una volta ci convinciamo che è meglio stare “di là”! Prenotiamo un giro con Carlos per il giorno dopo, segnalato dalle guide, e ceniamo con pesce alla griglia, cotto su barbecue, vicino all’albergo. Modica spesa (circa 10 € a testa, compreso il bere).

19 agosto venerdì La colazione resta un problema, visto che non c’è un “bar” per il caffè nelle vicinanze, tranne Don Corleone che vuole ben 2 € per un buon caffè. Quindi ci facciamo un’ottima fetta di torta alla banana e beviamo latte al cioccolato comprato al supermercato. Alle 10.30 partiamo per un giro di snorkelling *** con Carlos, siamo circa 10 persone. Facciamo varie soste, fra cui: Shark and Ray Alley, dove vediamo, e nuotiamo con, una tartaruga, diversi squali nutrice e alcune mante; San Pedro per il pranzo (brutta impressione: ci sono le macchine e tutto costa molto di più. Si può invece prelevare in un ATM, ma noi non abbiamo pensato di portarci dietro il bancomat!); Hol Chan, la riserva marina, dove vediamo aragoste (slurp!) murene, polipi, tantissimo corallo colorato. Vediamo anche tre lamantini fuori dalla loro riserva, e nuotiamo sopra di loro.

Carlos fa le foto e ti vende il CD per 15 $US (ne compriamo uno per quattro).

Sera: Cena in giro, solito pesce alla griglia.

20 agosto sabato Io e Luca abbiamo prenotato con la Anwar Snorkel Tour, segnalata dalla Lonely, per una gita di tutto il giorno a Sergeant’s Caye e a St. George’s Caye, più la riserva dei lamantini. Il tutto per 55 US$ a persona (non poco!!!!). Massimo e Giovanna si concedono un giorno di riposo. Partiamo alle 9.30, è un po’ coperto ma c’è il sole. Siamo 6 italiani, due americani e due tedeschi. Ci vuole circa un’ora per arrivare al primo punto per lo snorkel, vediamo anche i delfini nel tragitto. Finalmente arriviamo su una piccolissima isola, ma…Inizia a piovere! Il cielo è improvvisamente diventato grigio e non si vedono spazi di possibili schiarite. Diluvia, ci sono tuoni e fulmini tutto attorno a noi. Cerchiamo riparo sotto il piccolo tendalino ma la pioggia arriva da ogni parte, siamo bagnati e infreddoliti. Abbiamo anche paura, visti i fulmini! Quando arriviamo nella riserva dei lamantini sta veramente diluviando. Spegniamo il motore e ci mettiamo in attesa. Ogni tanto un lamantino esce con il suo buffo muso, e ci guarda quasi intenerito, come se pensasse: ma guarda quelli sotto la pioggia, magari hanno anche pagato per vederci! (no comment!) Ci spostiamo da lì e andiamo a St. George’s Caye, dove c’è un ristorante in cui ci asciughiamo e mangiamo toast al formaggio e beviamo un caffè. Al ritorno, esce un po’ di sole e noi possiamo fare l’ultimo snorkel, bello.

Al ritorno, ci facciamo una bella doccia calda e ci rilassiamo sulle nostre amache.

21 agosto domenica Anche se non è brutto, decidiamo di non rischiare e di risparmiare restando polleggiati di fronte al nostro albergo, c’è un pontile con amache e tavoli e sedie, molto comodo. Giochiamo a carte e leggiamo. Il tempo migliora.

Prenotiamo l’immersione per il giorno dopo con Frenchie’s Diving, vicino all’albergo, per Hol Chan. Abbiamo aspettato a fare le immersioni perché ogni girono ci proponevano il Blue Hole, molto rinomato ma carissimo (circa 170 US$ a persona!!!!) e abbiamo deciso che ne facevamo a meno. Ad altri è piaciuto, ma a noi dai racconti non è sembrato tutto questo spettacolo. 22 agosto lunedì Partiamo alle 9.30 per l’immersione, dopo aver provato l’attrezzatura eccoci sulla bella barca da cui ci butteremo in acqua. Non è economico: 90 $US a testa per due immersioni! Vediamo comunque una bella barriera, squali nutrice, razze, aragoste e murene. Diciamo che il dive master lascia molto a desiderare, mentre l’attrezzatura è nuova.

Alla sera è quasi tutto chiuso, non capiamo perché, quindi ci mangiamo un’aragosta con riso e fagioli cotta sulla strada.

23 agosto martedì Penultimo giorno, prenotiamo un’altra immersione a Spanish Bay per la cifra di ieri. Vediamo meno pesci ma il corallo è molto bello. Le immersioni durano 64 minuti l’una, un’eternità a cui non siamo abituati! Cena a base di aragosta, peccato che si sono dimenticati la nostra ordinazione e dobbiamo aspettare un’ora e mezza prima che, spazientita, io non mi sia alzata e abbia sollecitato il nostro cibo! Almeno si scusano e non ci fanno pagare il bere!!! (paghiamo 20 $US a coppia per una ottima aragostona!) 24 agosto mercoledì Facciamo le valigie e alle 10 prendiamo il traghetto, poi un taxi per l’aeroporto (20$US fra tutti e quattro), e aereo alle 14 per Miami. Miami Londra, poi noi dobbiamo cambiare aeroporto, quindi bus fino a Gatwick, e poi Londra Bologna, dove arriviamo alle 18. Massimo e Giovanna hanno il volo per Milano, che parte da Heathrow e arriva a Milano alle 14.45.

FINE DEL VIAGGIO!!!! Elisabetta



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