Gruppo piccante in turchia

Turchia estate 2000, impossibile dimenticare le risate, il mal di pancia e le belle facce. Questa è la prima premessa d’obbligo perchè un viaggio cosi, anche a distanza di tempo lo ricordiamo sempre in modo divertente ed allegro. Il ns. Desiderio di vacanza è come al solito al bivio, Ivo ama il mare ed il relax per eccellenza, io (Saby)...
Scritto da: Saby Motta
gruppo piccante in turchia
Partenza il: 07/08/2000
Ritorno il: 21/08/2000
Viaggiatori: in coppia
Turchia estate 2000, impossibile dimenticare le risate, il mal di pancia e le belle facce. Questa è la prima premessa d’obbligo perchè un viaggio cosi, anche a distanza di tempo lo ricordiamo sempre in modo divertente ed allegro.

Il ns. Desiderio di vacanza è come al solito al bivio, Ivo ama il mare ed il relax per eccellenza, io (Saby) prediligo le preziosità dei monumenti, le moschee e la storia locale, tanto per cambiare siamo d’accordo su tutto!!! Non c’è problema, dopo futili discussioni iniziali, prendiamo “al volo un last minute” che propone due settimane in Turchia, la prima full immersion in pulmman della Cappadocia, mentre la seconda estensione mare nelle verdi/blu calette turchesi, ok così si può fare.

La partenza da Orio Bergamo è prevista per mezzogiorno, riusciamo a decollare solo dopo 3 ore di ritardo perché, così dicono, c’è l’improvement (il blocco?!?!) da Bruxelles, iniziamo bene e arriviamo …Meglio… Ad Antalya solo nel tardo pomeriggio, stanchi e sudati, fa un caldo appiccicoso pazzesco.

Qui veniamo subito smistati nelle stanze di un nero alberghetto, forse il peggiore di tutta la ns. Vita e prendiamo confidenza con la giovane guida, Emin, che conosce perfettamente la cultura italiana ed europea, perché ha lavorato parecchio in Francia.

Sembra simpatico, oltre che molto autoironico e ghignone, e piccolo particolare, adora come molti, le donne italiane, che caso… Ma torniamo a noi, nello stupido hotel ci rimaniamo giusto il tempo di una veloce notte, e dopo aver fatto colazione partiamo alla volta di un’escursione particolare, il paese di santa Clause, ovvero babbo natale, in Turchia ??? mai sentito … Boh! Il vero nome di Myra è Demre, uno stupefacente complesso con rovine e tombe licie, scavate nella roccia, trattasi di un’antica necropoli che risale al 141 d.C. Tenuta ottimamente, con maschere scolpite nella pietra e un anfiteatro tuttora funzionante.

Nel pomeriggio giro in caicco nella baia di Kekova, una città sommersa dal terremoto, qui facciamo il primo bagno turco, (in ammollo nel mare intendo) il giro sul bananone sparato a filo d’acqua ed è l’occasione per sciogliersi con gli altri partecipanti del viaggio, scattano le presentazioni, siamo la bellezza di 42 persone, occupiamo l’intero caicco, e c’è di tutto… Coppiette più o meno giovani, amiche, singles, tutti però accumunati dalla voglia di “fare casino e divertirsi”.

La seconda full immersion di cultura turca è prevista per Aprhodisias di Caria, la città dedicata ad Afrodite, il cui culto coincideva con la celebrazione dell’eros, dell’amore e della femminilità perfetta.

Proseguiamo per Pamukkale, il “castello di cotone”, ed ammiriamo estasiati le cascate pietrificate, bellissime terrazze di calcare formatasi nei millenni per lo scorrere incessante dell’acqua termale.

Le avevamo già viste nel film di “Ulisse”, ma dal vivo, sono incantevoli.

E’ molto suggestivo perché sembra di essere sopra un grande ghiacciaio, in realtà è solo acqua dura, cristallizzata, che lentamente si scioglie sotto i nostri piedi nudi.

Emin ci spiega che nell’antichità i malati e non solo, affluivano qui per le cure e le proprietà terapeutiche di quest’acqua, quasi sempre a 35° costanti, e quando qualcuno dei ricconi ospiti moriva, veniva direttamente sepolto nel sito di Hierapolis, necropoli che sta giusto all’ingresso di Pamukkale.

C’è da ridere perché qui, involontariamente vengono sepolti anche i ns. 2 rullini di foto fatte finora, e il porta occhiali di Ivo, vabbè capita.

Alloggiamo come i vip, al Richmond hotel, e dolcemente ci godiamo la prima vera, originale sauna turca, l’acqua della piscina coperta è pari a 48° siamo a mollo nel brodino, ma il beneficio è ottimo.

Solo la mattina dopo capiamo il perché di tanta grazia concessa, ci aspetta il massacrante tour de force di 800 km. Circa, per 3 gg. In Cappadocia, stupenda ed unica regione, una vera meraviglia naturale, per noi unforgettable.

Iniziamo con la Valle Dei Camini Delle Fate, un panorama di formazioni rocciose, abitazioni, scavate nella roccia, grotte decorate da pitture rupestri. Il particolare che più “ci incanta“ è l’effetto dell’erosione dei terreni tufacei, che origina strane sagome, torri, guglie, cammelli, piramidi e soprattutto “coni” che i più ambigui ribattezzano “cazzoni” ebbene si , ricordano proprio quella forma riprodotta in scala , alcuni addirittura di 10 – 15 mt. Troppo esagerati! E per restare in tema, qui la metà del gruppo inizia a stare malissimo. Nella valle dei cazzoni, abbiamo attacchi incontrollabili di diarrea, mal di testa, e tutto è tragicomico, perché chi soffre ha mal di pancia, si è piegati dal dolore (io solo 2 giorni x fortuna ) e nel contempo di ride del fatto che il dolore, almeno quello, è comprensibile e condivisibile anche con gli altri compagni di sventura. Carmela è ancora oggi indimenticabile, e tutte le volte che ne parliamo, ci ridiamo sopra.

Siamo tutti nella merda, quindi di necessità virtù, ci addentriamo nell’aspra ma concimata zona retrostante il villaggio di Urgup e allegramente, contribuiamo a render fertile i singolari giardinetti , anche a Nevsehir. Immancabile la foto stupida fattami da Ivo, allora mio adorato moroso, oggi marito, nell’immortalarmi tra i vigneti turchi, roba da candid camera, “È Per Ricordare L’evento ” dice lui ridendo, io non mi accorgo neppure che ha scattato!!!! Altro chi pinnacoli di Zelve, i veri artisti qui, tra Dissenten, fermenti lattici e fazzoletti siamo NOI !! E dopo tanto strazio si visita, i pochi superstiti perché i molti preferiscono stare sul pulmman con l’aria condizionata, la vallata di Goreme, villaggio troglodita rifugio di eremiti, dove Emin ci incanta con le sue frasi filosofiche, da annotare “ Qui Solo Udirete Il Grido Del Silenzio”. E’ vero è tutto maestoso, il vento soffia forte, perché siamo molto in alto, alzando la polvere rosa e gialla degli spumoni rocciosi, che sembrano meringhe, tutto è davvero imponente. Il “gruppo Piccante” prosegue il suo cammino direzione Konya, antica Iconio, nel cuore nell’Anatolia, e anche qui è tutto da ridere… Innanzitutto Emin e Aslh (soprannominata simpaticamente Cesira dal geom. Walde, perché se la chiami Aslh comunque non risponde) ci consigliano i pantaloni lunghi, no shorts, no canottiere, no sorrisetti inutili, e per entrare nella moschea del mistico Mevlana ci impongono il velo sul capo e i piedi scalzi.

In questa cittadina, nel periodo selgiuchide si sviluppò il movimento religioso dei dervisci, i danzatori con le larghe tuniche bianche, per cui ammiriamo con grande silenzio e rispetto il rito del muezzin, la devozione mistica dei fedeli che pregano, il monastero mausoleo con la tomba del Poeta e la grande cupola verde smaltata.

Per fortuna che il giorno dopo riprendiamo alla volta del mare, un trasbordo per Kemer, altra crociera, altro caicco, altro snorkelling, con tanto raki e kekab a bordo, era ora! Si perché finalmente inizia la 2 settimana di meritato “dolce far niente” a Manavgat, al mitico Saray Regency, bellissimo hotel in stile arabeggiante, da dove selezioniamo altre nuove e stimolanti escursioni, tutte rigorosamente fai da te.

Onu Deniz, la portofino turca, la magnifica Side, la romana Aspendos, lo stadio di Perge, le cascate di Manavgat, il rafting, le piadine locali, sempre accompagnati dal nuovo taxista conosciuto per caso, il fido Abdullah.

Ma a furia di andare in avanscoperta, oltre che stravolti siamo agli sgoccioli, la settimana volge al termine, la vacanza turchina sta finendo per cui non rimane altro che ricordare con affettuosa simpatia, tutto il gruppo piccante, in particolar modo i carinissimi Alessandra e Mirko, Cristina e Andrea, a Riki e Sabry furer, agli sprint Luisa e Giovanni, e concludere con alcune personali considerazioni. La Turchia per noi è stata proprio la terra dei contrasti, è l’Oriente e l’Occidente insieme, è il susseguirsi di golette e insenature che ti confondono, sembrano le isolette greche, al contrario dei desolati altopiani della Cappadocia, è l’incontro di impronte e civiltà diverse, dalla romana alla persiana alla selgiuchide e la bizantina. E’ stato un viaggio che ha richiesto una considerevole capacità di adattamento, il rispetto verso le diversità, la religione, il culto e il quotidiano comportamento, ma che ci ha permesso di conoscere un pò meglio un paese davvero completo. Tutti dicono che Istambul è meravigliosa, noi ancora non l’abbiamo visitata, sarà per la prossima volta, perché crediamo valga la pena fare un altro viaggetto.

Buona Turchia a tutti , gulè gulè da Saby & Ivo Motta from Italy *



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