Grecia zaino in spalla: le isole del sole
Ed è proprio questo che è accaduto inaspettatamente a me e mia zia Federica: nuovo lavoro, nuovi ritmi forse nuova vita ma di sicuro un nuovo viaggio inaspettato e mai programmato prima: un giro delle isole greche con lo zaino in spalla e nulla di prenotato, tranne l’aereo per motivi di lavoro, ovviamente.
Come sapete compagni di Turisti per Caso, un volo si raccatta facilmente sulla rete e si può spendere una cifra andata/ritorno abbastanza irrisoria dai sessanta euro in poi fino ad una quota di seicento euro in alta stagione con una compagnia in code-share con le più note e di bandiera; oppure esclusivamente voli charter ma voi sapete come giocare con internet meglio di me.
Siamo partiti all’insegna dell’avventura dall’aeroporto di Verona Villafranca con l’unica destinazione rimasta in pieno Agosto: la tanto decantata isola della perdizione, Mikonos!! Due ore di volo circa e poi diritti in mezzo ad una strada, nel vero senso della parola. Dopo aver recuperato i nostri zaini Ferrino da settanta e settantacinque litri carichi ma non troppo. Una volta usciti dagli aeroporti sarete circondati da affittacamere privati e non che vi assalgono per offrirvi la stanza migliore al prezzo migliore, quindi non avrete mai problemi a trovare una sistemazione. D’altra parte se girate in pieno Agosto i prezzi non saranno alle stelle ma di più e ovviamente non ci saranno posti per sole due persone ma dalle quattro in su, sempre che non decidiate per il campeggio. Un po’ affranti ma non disperati ci prendiamo un taxi per il centro città destinazione Porto vecchio dove tenteremo di nuovo la sorte delle camere: i viaggi in taxi sono economici rispetto all’Italia e le tariffe sono spesso prefissate dai 3.50 euro ai 10 in base alla corsa.
Arriviamo al porto di Mikonos piccolino ma ben organizzato come in tutte le altre isole e anche qui gli affittacamere ci assalgono con i loro prezzi un po’ “over the top”; un po’ rammaricati optiamo per il Tourist Informations a due passi dall’uscita del porto e annesso al rent a car e al botteghino che prenota escursioni e biglietti per i traghetti: la situazione non cambia anche perché sono rimasti più che altro appartamenti o studios per più persone.
Facciamo mente locale, ce ne ritorniamo tra la folla del porto e rischiamo il tutto per tutto chiedendo ad una coppia di giovani anche loro carichi del proprio zaino se vogliono condividere uno di questi studios con noi: fortunatamente consapevoli dei prezzi e del poco spazio rimasto accettano!!!Conosciamo così Fabiana e Gianluca due giovani reatini anche loro a spasso sotto il Sole della Grecia. Prenotata la stanza non rimaniamo delusi dall’hotel Les Moulins una modesta casa sulla collina tipicamente bianca ad uso hotel dalla quale si gode una splendida vista su tutta Mikonos, il porto e i famosi mulini; il trattamento è di pernottamento e prima colazione con bagno privato, non c’è andata male tranne che per gli 85 euro di due giorni quando nel resto delle isole si trova anche a meno di venti euro per lo steso trattamento e in stanze buone. Ebbene inizia l’avventura, siamo in compagnia di due simpatici ragazzi che ci raccontano la loro esperienza in giro per le isole e ci rinfrancano lo spirito raccontandoci delle bellezze e delle diversità che si possono trovare girovagando per l’Egeo e la cosa non può che rendere felici noi due vagabondi che siamo all’inizio della nostra avventura.
Il primo giorno trascorre con un bagno nelle limpide acque di Mikonos ed una cena a base di Moussaka che ci riempie gradevolmente la pancia in un ristorantino nel centro di Mikonos Town e prosegue con un giro della hora dove si trova di tutto: locali per ogni tendenza ristoranti taverne gelaterie, negozietti di souvenirs e un’infinità di gioiellerie, locali notturni pieni di vita e tanta tanta gente. Rientriamo un po’ assonnati e provati dalla giornata al nostro albergo e dalla finestra volgo un’occhiatina all’ottima vista sul porto e le navi da crociera e yacht tutti illuminati.
Il giorno dopo ci dirigiamo al porto vecchio a Taxi Square in un’agenzia per prenotarci i biglietti per l’escursione all’isola di Delos: uno dei più importanti e grandi siti archeologici di tutto l’arcipelago. Con dieci euro ce la caviamo e salpiamo con la barchetta alla volta della vicina isola e poi con altri cinque euro ci paghiamo l’entrata al sito che è patrimonio dell’umanità: difatti sull’isola di Delos non si può pernottare e le escursioni guidate sono controllate e con orari abbastanza rigidi.
Arrivando con la barca si può solo immaginare l’importanza che ha a suo tempo rivestito quello che un volta era un porto franco a metà tra le principali culture dell’epoca, si parte dal V secolo a.C. Fino al 200 d.C. Quando iniziò il suo declino: Delos era diventata un po’ come la Svizzera e le Caymans di oggi per capirci ma poi…All’interno del sito muniti di guida abbiamo cercato di visitare le zone più importanti ma esistono almeno quattro percorsi che il visitatore può intraprendere tutti percorribili nell’arco della giornata e giusto in tempo per riprendere la nave del rientro. Sicuramente da vedere i vari mosaici delle Case dei Delfini di Cleopatra e di Dionisio poi ci sono il Lago Sacro dal quale sarebbero nati Apollo e il suo gemello e i leoni di Naxos che guardano verso il sorgere del Sole, il vero culto di tutte le isole greche; i più allenati possono incamminarsi verso la sommità del monte dal quale si gode di un ottima vista sulle isole circostanti per poi scendere e visitare il museo dedicato al sito. Lasciando Delos vi sembrerà di abbandonare un pezzo di storia, anzi un pezzo della nostra storia e di tutte le culture sfumate e nate poi in quello che è il cuore della civiltà occidentale di oggi, con tutti i pro e contro: la lasciate pensando ai leoni di marmo nassiano che fanno da guardia al sito e al tempio di Apollo e con i fantasmi di un tempo che sbucano dalle colonne rimaste ancora intenti ai loro commerci e alle loro feste per poi rientrare nel nostro tempo al porto della chiassosa e bianca Mikonos.
Una volta rientrati ci resta il tempo per farci un giretto dell’isola con il nostro scooter appositamente noleggiato: in tutte le isole troverete un mondo di noleggiatori di scooter bici e auto a prezzi interessanti, diciamo pure onesti, si trova uno scooter dai 12 euro a testa fino a 25 euro al giorno, se siete da soli, poi ci sono i quad a 35 euro e le auto da 40 euro in su, come sempre più si è più si divide e la spesa diminuisce.
Serata all’insegna del pesce e dell’Octopus grigliato e dei Calamari grigliati e fritti, salsine greche varie e un po’ di Feta greca, davanti al mare in un ristorantino del porto; non avrete difficoltà a mangiare in giro per le isole greche (Cicladi e non), potete cenare/pranzare con piatti della cucina greca e piatti internazionali, troverete i menù turistici ottimi per assaggiare un po’ di tutto senza spendere troppo (dagli 11.50 euro in su a Mikonos e nelle altre isole si mangia molto bene anche da 7 euro), oppure potete mangiare nelle taverne oppure nei ristoranti spendendo un po’ di più. Siamo rimasti un po’ delusi nel sapere che l’Egeo non è un mare molto pescoso e quindi il pesce spesso è importato e quello locale lo trovate pure a casa e nel periodo estivo ovviamente i prezzi aumentano a dismisura, quindi meglio ovviare su piatti di carne insalate e mezedes.
Il terzo giorno lo viviamo all’insegna del mare, spiagge bianche di sassi acqua trasparente e baiette tranquille a nord di Mikonoi oppure potete optare per le famose Paradise e Superparadise super affollate super alla moda ma divertenti oppure per Agrari beach e Paraga: l’acqua è sempre stupenda! Nei dintorni dei porti riuscirete sempre a scovare un vecchio marinaio, come quelli che si trovano ritratti nelle cartoline e nelle viuzze interne anziane signore tipicamente vestite.
La mattina seguente salutiamo i nostri compagni di viaggio Fabiana e Gianluca che salpano verso casa in direzione Pireo, noi invece partiamo per l’isola di Samos la più vicina alla Turchia che si trova nell’Egeo Nord-orientale, terra dove nacque il famoso matematico Pitagora. I biglietti li abbiamo recuperati nelle agenzie apposite che si trovano a Taxi Square a Mikonos ed il prezzo si aggira intorno ai venti euro, ma è un costo giusto considerando che la traversata dura tutta la notte e l’isola dista 130 chilometri dal punto di partenza. In genere per passare da isola a isola si paga intorno ai dieci euro in base al tipo di nave, se traghetto normale o nave veloce, le tratte più lunghe costano di più ma non molto in proporzione.
La notte trascorsa in traghetto è stata una novità sia per me che per mia zia: ci sembrava d’essere dei profughi accampati, gente che dormiva ovunque all’interno della nave, nei corridoi oppure con sacco a pelo e zainone sotto la testa sulle panchine dei vari ponti nonostante la temperatura mite e ventilata, molto ventilata. Il tutto però passava in secondo piano se ci si soffermava un istante a guardare la Luna piena e le stelle che si specchiavano sul mare.
La mattina si presenta con una splendida alba rossa e un’isola enorme e verdeggiante che sbuca all’improvviso a prua del traghetto: è Samos, siamo quasi giunti a destinazione, sembra d’essere da tutt’altra parte, non in Grecia, nessuna casa tipicamente bianca non c’è la terra brulla arsa dal Sole ma alberi alti e fitta vegetazione e case tipicamente occidentali.
Salutiamo un gruppo di ragazzi che come noi girano con lo zaino in spalla orami da un mese e adesso prima ancora di pensare a mangiare ci preoccupiamo di trovarci un tetto sopra la testa dove passare le notti: non c’è problema, dovete sapere che in giro per le isole quando scendete dal traghetto e mettete piede sul porto sarete circondati da affittacamere che vi mostreranno volantini più o meno recenti che illustrano la loro casa e le stanze in affitto, voi dovete solo preoccuparvi di scegliere verificando la vicinanza al centro o alla zona di vostro interesse, sentire il prezzo che di solito si aggira intorno ai 20 euro e chiedere sempre se il bagno è da condividere o privato; non è detto che il prezzo sia comprensivo di colazione ma su questo e il fatto del bagno in comune potete giocare un po’ sul prezzo; potete anche chiedere di vedere la stanza prima di accordarvi senza che nessuno si offenda per questo.
Ed è così che nemmeno il tempo di consultare la mia Lonely Planet un signore sui sessanta mi batte sulla spalla richiamando la mia attenzione chiedendomi se ho bisogno di una stanza e illustrandomi un volantino del suo hotel: mi consulto con mia zia giusto riguardo al prezzo e all’affidabilità dell’individuo, tempo 10 secondi e concludiamo l’affare, anche a Samos abbiamo una stanza a 17 euro al giorno senza colazione ma con bagno privato ed una splendida terrazza sul mare dal quale si possono vedere dei bei tramonti, siamo all’Hotel Pitagora a cinquecento metri del porto sulla sinistra lungo una salitina in una zona tranquilla ma vicino al capoluogo dell’isola, non male e poi scopro che l’hotel viene segnalato anche dalla mia guida: non male direi!!! Sonnellino per riprenderci dalla faticata della traversata e poi via a fare colazione in uno dei tanti baretti e localini che si affacciano sul porto e sulla via principale della cittadina di Samos Vathy, una tipica cittadina di mare che risente soprattutto nell’architettura dell’epoca coloniale durante la quale passarono veneziani, francesi inglesi, un po’ di tutto insomma…Della cittadina capoluogo visitiamo le numerose chiese ortodosse, l’unica chiesa cattolica, il museo archeologico e poi la città vecchia arrampicata sul monte che circonda la cittadina dal quale si possono ammirare stupendi scorci e viste sul mare, si trovano chiesette e altarini in ogni dove ma molto caratteristici e poi per le vie del centro c’è l’imbarazzo della scelta per localini e negozietti. Davvero carina e a differenza delle Cicladi la gente del posto sembra essere più tranquilla ed in pace con sé stessa.
La sera seguendo il consiglio della guida ceniamo al ristorante dell’albergo con del buon gyros speziato e cotto alla brace e dei buoni e gustosi calamari, ovviamente come aperitivi ci siamo presi dell’ouzo con succo d’arancia e come vino un buon rosso Vedema.
L’indomani mattina ci alziamo presto perché ci trasferiamo al porto di Pythagorio dall’altra parte dell’isola dove alle otto ci aspetta l’aliscafo che ci porterà all’isola di Patmos: terra di San Giovanni e dell’Apocalisse. I biglietti per Patmos li abbiamo acquistati all’agenzia turistica del porto di Samos Vathy dove il gentile e bravo impiegato dell’ufficio ci ha anche consigliato di non prendere la visita guidata tipo pacchetto perché si può benissimo fare tutto da soli; a lui visto la rara gentilezza e bravura ci siamo affidati per prenotare i biglietti dei traghetti con due cambi per tornare verso le Cicladi.
Il porto di Pythagorio è un caratteristico porticciolo fatto di barchettine di legno colorate dei vari pescatori e barche un po’ più grandi che vengono utilizzate per le varie escursioni intorno all’isola, la mattina quando arriviamo dopo venti minuti di pullman (sono una decina facendo la strada con lo scooter) non si vede ancora nessuno, sono le 7.30 circa e facciamo colazione in un bar dove sono seduti a sorseggiare e intenti a chiacchierare dei vecchi pescatori con cappellini neri e la faccia visibilmente segnata dal Sole e dalla fatica e dalle mani robuste ma rugose, ci gustiamo un cappuccino e la vista di qualche barca a vela che batte bandiera inglese.
Partiamo ancora un po’ assonnati alla volta di Patmos e arriviamo dopo circa un’oretta al porto principale Skala dal quale già si vede la grande fortezza/monastero di San Giovanni e ci rendiamo conto che il paesaggio è di nuovo simile alle altre isole, con case bianche terreno brullo mulini a vento. Dal porto ci dirigiamo verso la Hora (città vecchia) arrampicandoci per una strada in salita che costeggia un sentiero usato dai pellegrini tempo e tempo addietro per raggiungere il monastero. Ad un certo punto della salita sotto il Sole cocente incontriamo un vecchietto con il mezzo di trasporto tipico di tutte le isole: il mulo. Ovviamente ne approfitto per scattare una foto e poi di nuovo in marcia ammirando sempre più dall’alto il panorama offerto dalla baia e dal porto. A metà strada troviamo le indicazioni per la Grotta dell’Apocalisse, il luogo citato anche nel Vangelo, dove San Giovanni ebbe le visioni che gli ispirarono la stesura del Libro dell’Apocalisse: si tratta di una grotta nella quale si trovano sulla superficie superiore i tre tagli scavati nella roccia da dove si dice sia provenuta la Voce di Dio, il letto di masso dove riposava San Giovanni e poi si trovano delle reliquie e dei testi sacri ed icone e un baldacchino decorato che riprende le storie dei Cavalieri dell’Apocalisse. Il luogo è meta di pellegrinaggio per i devoti che vedrete baciare le icone facendosi il doppio segno della croce con mano sinistra tipico della religione ortodossa, ovviamente non si può fotografare all’interno. Usciti dalla grotta e dopo aver fatto delle foto ai fantastici scorci sulla baia, incorniciati da mura bianche e bouganville di un lilla acceso, proseguiamo il nostro cammino verso il Monastero.
Arrivati dopo un’ora di cammino al Monastero di S. Giovanni, ci premuniamo di copricapo gentilmente offerti all’entrata e via ad addentrarci in questa enorme fortezza risalente all’anno 1088 circa così costruito per difendersi dalle frequenti incursioni dei pirati.
Il Monastero è una vera e propria opera d’arte architettonica e artistica, affreschi su tutte le pareti interne ed esterne, un’ala è riservata al museo si può visitare anche la chiesa interna che vi lascerà di stucco per le meraviglie artistiche dei decori e dell’oggettistica sacra.
Dopo la visita e una serie infinita di foto, ormai arsi dal Sole ci incamminiamo a curiosare per le viuzze della città anche in cerca di un po’ d’ombra: si respira un’aria di pace davvero coinvolgente. Poi giunge l’ora del pranzo e del momento di relax.
Quindi ce ne torniamo verso l’entrata del Monastero nella via principale passando in mezzo a sperduti turisti scesi da qualche nave da crociera e cerchiamo un posticino dove pranzare…Si fa per dire, ormai sazi di cultura ed arte il nostro pranzo si traduce in un milk-shake al cioccolato e per mia zia il tipico yogurt con miele greco e noccioline.
Passiamo così un’oretta o forse di più in questa taverna con balcone sulla baia a chiacchierare e ad osservare il panorama offerto e dando qualche letta alla guida. Scendiamo verso la Skala, ovvero il porto e osserviamo la famosa lanterna che sta al centro della baia: la credenza popolare vuole che sotto questa boa vi siano i resti di un mostro divoratore di anime sconfitto in una lotta tra il bene e il male da san Giovanni in persona, e per magia trasformato in un ammasso roccioso che a quanto si dice nemmeno la dinamite sia riuscita ad eliminarlo e per questo pericoloso per le barche che attraccano al porto. Giro di shopping dovuto e poi bagnetto nelle limpide acque della spiaggia di Meloï a nord del porto.
Il rientro a Samos se ne va tranquillo accompagnato da un po’ di mare grosso. Passeggiando lungo la promenade del porto al tramonto incontriamo numerosi pescatori che muniti di esca e filo cercano di procurarsi qualcosa per cena, ci sfiora un prete ortodosso con la sua lunga tunica nera e copricapo in testa ed un particolare signore di corporatura robusta, sulla sessantina con lunga barba bianca e lo sguardo di ghiaccio dal quale si capisce che quegl’occhi devono averne viste molte dalla prima volta che videro la luce…
La sera troviamo ristoro in una tipica taverna con giardino in una via interna di Vathy, il Garden Taverna, dove gustiamo del buon pesce e del buon vino della casa a soli sette euro a testa e a fine cena come da usanza ci viene offerto della buona frutta fresca: questo succede più spesso nelle taverne a conduzione famigliare che nei ristoranti di richiamo, un modo come un altro per accattivarsi il cliente, ma di sicuro molto piacevole per l’ospite.
Il giorno dopo con il nostro scooterino della Benelli ci facciamo il giro dell’isola a caccia di siti archeologici, che non mancano e così visitiamo i resti del Tempio di Afrodite, l’antico teatro nei dintorni di Pythagorio l’acquedotto di Epuliano, il Monastero della Vergine della Grotta ovviamente ricavato in una fessura della roccia a qualche metro di profondità rispetto il livello base; poi ci dirigiamo a ovest di Pythagorio per visitare l’Heraion ovvero il Tempio dedicato ad Era e dove si dice sia nata la stessa, suggestivo in riva al mare e secondo quanto dicono il Partenone del sito doveva essere quattro volte più grande rispetto al Partenone di Atene, quasi incredibile da credere!Nel tragitto incontriamo una coppia di milanesi appassionati di archeologia che da tempo danno la caccia a vari siti sparsi per tutte le isole e ci dicono numerosissimi e interessanti a Creta e scambiamo una piacevole chiacchierata sulle impressioni avute dalle varie isole visitate.
La giornata prosegue poi all’insegna della tintarella e della ricerca di qualche baia poco frequentata e difatti raggiungiamo una spiaggia distante dall’affollata Psili Ammos ma lo stesso molto vicina alla Turchia, da dove ci stendiamo ad abbronzarci infatti la costa turca dista un chilometro o poco più e la costa si distingue facilmente.
Verso l’ora del tramonto ce ne torniamo verso l’albergo e stasera si pranza da Kotopoula una taverna sulla strada che porta alla vecchia Vathy dove ci gustiamo un buonissimo pollo allo spiedo gustato assieme al vino Retsina tipico dell’isola con il suo gusto invecchiato che sa di resina e di legno; davvero una buona cena a poco più di una decina di euro.
Il giorno seguente giornata di shopping e di trasferimenti verso Paros e poi dritti verso la tanto decantata Santorini: sarà all’altezza della sua fama? A bordo della nave conosciamo un giovanotto, Alessandro, di vent’anni che ci racconta la sua esperienza zaino in spalla, in giro pure lui ormai da un mese che si è spinto fin nell’entroterra della Turchia e adesso come noi sta ritornando verso le Isole del Sole, pure lui con rotta verso Santorini. Il viaggio prosegue nella sera all’insegna di chiacchiere, dormite e foto allo spettacolare tramonto. Il mare è stranamente piatto, sembra un enorme stagno. Poi la notte la passiamo dormendo al porto di Mikonos aspettando il cambio per Santorini passando per Paros: questi cambi li abbiamo fatti per risparmiare tempo poiché ad Agosto i collegamenti diretti sono quasi introvabili. La notte al porto passa liscia insieme ad altri avventurieri che muniti di sacco a pelo si preparano a trascorrere la notte all’aria aperta ma riparati all’interno della costruzione in legno che ci protegge dalla brezza isolana; si può stare tranquilli a dormire nei porti perché vige una sorta di codice comportamentale per cui si scongiurano scippi o furti tra turisti e così uno può dormire beatamente aspettando la nave per la prossima destinazione. Parliamo due secondi dei traghetti, ce ne sono di grandi e di piccoli in base alla tratta, poi quelli più moderni che sembra di stare in aereo e altri un po’ più spartani; ma tutti offrono un servizio di base che noi italiani possiamo ritenere accettabile con toilette e docce nei traghetti più grandi e meno veloci e ristoranti self-service e bar in quasi tutte le diverse categorie di nave e/o traghetto: quindi no problem e un pizzico di spirito di adattamento che non fa mai male e via in giro per mare!!! La mattina una volta imbarcati passiamo le ore a dormire e sorseggiare i fredaccini o frappè nescaffè: in poche parole caffè istantaneo freddo con aggiunte di panna o gelato o semplicemente latte ma che vanno per la maggiore vista l’arsura del Sole d’Agosto…Passiamo per la brillante Naxos e per Paros dove ci attende un enorme traghetto della Blue Star Ferries diretto a Santorini: Paros rimane impressa nella mente per la folla immane del porto, qui sì è facile farsi “arpionare” dagli affittacamere e trovare una stanza per la notte senza tante preoccupazioni!!! Ripreso il viaggio dopo una colazione al Corner bar di Paros, che si trova immediatamente dietro il Mulino della rotatoria del porto, arriviamo dopo circa tre ore alla stupenda Santorini.
Santorini, che dire, stupenda già dal primo sguardo, subito non ti rendi conto dell’immensità e dell’importanza che riveste l’arcipelago formato dal Vulcano entrando in nave all’interno dell’affascinante caldera, no subito ti prendono al cuore le case bianche di Oìa e Thira che da lontano nelle foto qualcuno scambia per neve e che si arrampicano sullo strapiombo; no non ti viene da pensare che arrivi all’interno di un vulcano ancora attivo e che l’ultima eruzione è avvenuta solo cinquant’anni prima; no tutto questo lo assapori solo con il passare dei giorni camminando a piedi per le strade delle cittadine, respirando un’aria di rinascita, di vita, di morte, di civiltà che furono ed è questo che ti salta in mente quando con il tuo scooter percorri in semicerchio tutta la caldera arrivi a Pyrgos guardi verso il basso e ti chiedi: ma potrebbe essere davvero, come molti dicono e scrivono, la perduta Atlantide che tanti cercano? Potrebbe essere, tutto naviga col vento a favore verso queste supposizioni quando sei a Santorini. Sì perché il luogo, l’epoca dell’esplosione con le civiltà cicladiche e minoiche al massimo splendore, il vulcano, la posizione il maremoto conseguente, tutto corrisponde, ma il bello dell’atmosfera è proprio questo: è che non ci sono risposte! Solo bei tramonti, paesi rinati, cittadine che si illuminano di notte quasi a far invidia alle Stelle, mare splendido, golette che salpano al tramonto, persone che scherzano, campane che suonano a messa, gente che lavora e i resti di un’antica città che sorge sul fianco del monte più a sud e che guarda sul mare dall’alto: questa è Santorini, tutto uguale e tutto diverso, tutto da scoprire come tutto il resto del Mondo!È per questo che noi viaggiamo, giusto? Per scoprire, vero? Giungiamo dal porto commerciale di Athinios fino al Bus Station di Fira (Thira) e noi cerchiamo una stanza a Oìa paese dei fantastici tramonti. Ecco appunto, altro omino che mi batte sulla spalla e che mi chiede quanto penso di restare sull’isola e quanti siamo: due e per minimo tre giorni, mi mostra il biglietto da visita con la descrizione della stanza ed è fatta: una stanza in centro a Oìa per la modica cifra di venti euro con colazione da Markos Rooms , e bagno in comune. Ve lo consiglio se dovete andare a Santorini, una camera all’interno di una tipica casa, stanze grandi con letti a una piazza e mezza e i bagni in comune non sono un problema ce ne sono tre e poi ci sono stanze con il bagno privato a dieci euro in più. Poi la colazione con il dolce preparato fresco dalla gentile proprietaria ex insegnate di matematica e biologia, con la quale potrete conversare ad ogni ora e farvi raccontare la storia dell’isola. E il tutto in centro paese ma non troppo distante dalla piazza principale (tenete a mente che tutto il paese è zona pedonale), centrale ma abbastanza decentrata dalla folla che invade la cittadina all’ora del tramonto, e potete scegliere di fare colazione o gustarvi il tramonto dalla terrazza che guarda sul mare: vi ho convinti? No, scherzi a parte se potete ricordatevi il nome di questo affittacamere va benissimo per chi viaggia all’avventura ma non disdegna le solide mura di una casa e va benissimo anche per una famiglia in viaggio con bambini.
La giornata trascorre all’insegna della doccia e della merenda e della scoperta della città e facciamo un salto al tourist della piazza centrale (c’è un’altra ottima agenzia sulla strada principale del centro dove si possono acquistare voli aerei e passaggi con i traghetti), citato nelle principali guide: noi siamo attrezzati con LonelyPlanet e la Routard, ottime come sempre.
Guardiamo qualche catalogo e decidiamo di fare sicuramente un giro dell’isola a bordo della Thalassa o Bella Aurora, un giro di sicuro all’Art Space la cantina più vecchia di tutta Santorini dove il proprietario ha dato vita e allestito una galleria d’arte, collezione privata di artisti greci e internazionali e faremo visita ad altre cantine che offrono degustazioni del vinsanto greco e poi una giornata dedicata ai siti archeologici alla tinatarella e una allo shopping, vi basta? Bisogna farselo bastare ma diciamo che tre o quattro giorni a Santorini se ne vanno velocemente e vale la pena fermarsi un po’ più rispetto alle altre isole che magari hanno meno da offrire.
La sera usciamo dall’agenzia con mille cose in mente da fare, ma il tempo c’è tutto. Ci troviamo per la via principale di Oìa che ribolle di persone che corrono tutti verso la caldera e verso le rovine del vecchio Castello all’estremità del paese: accade questo, Oìa è famosa per i suoi spettacolari tramonti, turisti e gente del luogo si ritrovano tutte le sere ad assistere a questo spettacolo offerto dalla natura, e per prendersi il posto migliore al Castello bisogna prepararsi verso le sei della sera. Alla fine del tramonto quando il Sole scompare sotto l’acqua parte uno scrosciante applauso generale che risuona per tutta la parte dell’isola; come posso rendervi l’idea? Ecco, avete presente l’immagine del film City of Angels quando Nicholas Cage si trova con tutti gli altri angeli a guardare incantati il tramonto e sono uno di fila all’altro lungo tutta la spiaggia…Immaginatevi a Oìa sul bordo della caldera e mentre il vento vi sfiora e rinfresca il viso, il Sole vi illumina ed intiepidisce le guance con il suo ultimo caldo dono, ve ne state lì rapiti ad ammirarlo secondo per secondo sempre più basso, con le sfumature di luce che cambiano attimo dopo attimo; non riuscite a staccare lo sguardo perché non volete perdervi nemmeno un istante di questo spettacolo: magnetizzati, catturati quasi ipnotizzati da questa naturale magia, poiché innata abbiamo la consapevolezza che da quella stella deriva gran parte della nostra voglia di vita! Questo è un tramonto nell’antica e giovane Oìa! Quindi la sera andiamo a mangiare da Thomas Grill una tipica taverna con sottofondo di sirtaki, spero si scriva così, dove si possono gustare delle ottime specialità greche, della buona carne, spendendo una decina di euro o poco più: l’ambiente è accogliente ed il servizio è buono.
L’indomani mattina facciamo una gustosa colazione con il dolce fresco fatto dalla proprietaria della casa dove alloggiamo e scambiamo qualche piacevole chiacchiera con gli altri ospiti: francesi, italiani e spagnoli, peruviani. Ci aspetta una giornata di visita a Fira e poi via sull’escursione in un brigantino del diciottesimo secolo fedele riproduzione: l’escursione dura mezza giornata passando per le isole che compongono Santorini, il parco naturale del Vulcano che trasformò la morfologia dell’isola e poi verso Thirasia a fare il bagno e poi di nuovo a bordo per gustare magari delle mezedes e del buon vino del luogo; naturalmente prima di ritornare al vecchio porto di Thira Skala ci si ferma a guardare il tramonto con un avvolgente sottofondo di sax. Poi via si rientra al porto davvero entusiasti, i quaranta euro meglio spesi! Tra le altre cose il 13 di Agosto è l’anniversario dell’ultima eruzione del vulcano e questa viene riprodotta dando vita ad uno splendido spettacolo pirotecnico.
Per chi volesse ci sono acquistabili in agenzia biglietti per cene in barca, in modo da poter apprezzare ancor più questa celebrazione.
Decidiamo di tornare a Fira incamminandoci per la stradina percorsa a tutte le ore da decine di turisti e dai muli noleggiati come trasporto, farsela a piedi è una vera sfacchinata ma ne vale la pena perché salendo si gode di uno spettacolo unico di tutta la città illuminata e delle varie barche attraccate al porto o in sosta al largo dell’isola. Rientriamo dopo una bella passeggiata e tornati a Oìa ci prendiamo un gyros pita in un fast food della piazza principale, buoni ed economici !!! Il giorno dopo lo passiamo girando per le famose spiagge di Akrotiri, Red, White e Black Beach e poi a Villchada Beach più tranquilla e ben servita dove si possono noleggiare lettini ed ombrelloni a soli cinque euro e al bar sulla spiaggia gustare degli ottimi sandwiches e delle buonissime spremute d’arancia. La sera torniamo a casa stanchi ma abbronzati e per cena ovviamente si torna da Thomas a mangiare qualcosina e a gustare del buon vino.
Il giorno dopo lo dedichiamo alla visita del sito dell’Antica Thira, dei resti raggiungibili passeggiando in salita per circa un’ora oppure acquistando un biglietto del pulmino che fa la spola tra Kamari e le rovine della città. Il sito è quel che resta di un insediamento dei Dori fondato nel X secolo a.C. Dove si trovano resti delle epoche ellenistica, romanica e bizantina; sono conservate delle chiese un teatro e delle case adorne; per non parlare di alcuni altorilievi ben conservati. Dalla sommità del monte ( 600 m. Circa) si gode di una spettacolare vista su tre quarti di tutta l’isola: provate ad immaginare come doveva apparire l’Antica Thira al suo massimo splendore, bianca ed imponente, per coloro che arrivavano via mare sulle imbarcazioni dell’epoca vedendo questa città seicento metri sul livello del mare e baciata dal Sole.
Troviamo un gruppo di ragazze venete che ci raccontano della loro vacanza a Santorini nella movimentata ma vivibile Kamari; poi rinfrescati da una buona spremuta d’arancia fresca riprendiamo il cammino e anche lo scooter e ci dirigiamo verso il punto di ristoro, un bel localino alle porte di Kamari, circondato di piante dove ordiniamo delle buone crepes salate e delle bibite.
Ristorati e al riparo dal Sole per qualche ora riprendiamo il viaggio verso una chiesa bizantina alquanto antica e poi via verso l’Art Space segnalatoci dalle nostre guide: davvero una bella raccolta di opere d’arte in una strana locazione, la cantina più vecchia di tutta Santorini; ad accompagnarci per la visita è il proprietario in persona nonché produttore di vinsanto e alla fine della visita ci offre delle degustazioni del suo particolare e buon vino e della sua grappa leggera ma aromatica. Ci congediamo entusiasti della visita e via con il nostro scooter lungo tutta l’isola per raggiungere un’altra casa vinicola che ci offre delle degustazioni di buon vino rosso passito e bianco secco, al Domaine Sigala che produce del buon vino. Per i vini, quelli buoni si spende dagli otto euro in su; per un buon vinsanto dell’Art Space un bottiglia del 2001 si spendono volentieri venti euro.
Rientriamo e la sera la passiamo nella caotica Fira a sorseggiare cocktails e buon vino assieme ad una mia collega ( siamo istruttori di nuoto) Elena ed il suo compagno al Franco’s Bar, un locale dall’atmosfera tranquilla con terrazza sulla caldera, le cifre ve le lascio immaginare, ma abbordabili sappiatelo e poi come dico sempre vale la pena spendere un po’ per qualcosa di particolare perché non so quando potrò e se ci tornerò. La serata trascorsa all’insegna di chiacchierate e una camminata serale ci offre l’opportunità di passare per alcuni locali come il romantico Nikolas con le candeline sui tavoli e il Kira Thira, il bar più vecchio di Fira. Torniamo alla nostra Oìa con l’ultima corsa del bus e pagando il solito euro e dici centesimi per la tratta in pullman (i prezzi si aggirano dall’euro e dici ai due euro in base alla distanza percorsa nei comodi e condizionati pullman).
La mattina seguente sarà il penultimo giorno a Santorini dopodichè si tornerà verso Mikonos per riprendere l’aereo.
La giornata passa girando per le strade di Fira a fare shopping e poi verso l’ora di pranzo prendiamo un bus diretto a Pyrgos, la cittadina più alta dell’isola e conosciuta per essere la città degli artisti. Difatti inerpicandosi tra le viuzze strette del paesino in direzione dei Castelli ci imbattiamo in numerose botteghe di artisti che espongono e compongono le proprie opere d’arte; si tratta di numerosi artisti provenienti un po’ da tutto il Mondo. Piacevole la passeggiata e strepitosi gli scenari offerti dalla sommità della cittadina dove si trovano i Castelli dai quali si ammira l’intera isola a trecentosessanta gradi. Il paesino è anche molto silenzioso sembra proprio l’opposto di Thira. Dopo la passeggiata ci fermiamo a mangiare in una taverna situata proprio sopra la piazza del paese dove arrivano gli autobus: la trovate arrivando dalla strada dei castelli sulla destra in un punto rialzato della piazza centrale, la potete riconoscere dal terrazzo coperto da bougnville e con al centro un olivo abbastanza grande. Qui ci concediamo un buon pesce fresco, dell’agnello speciale aromatizzato con spezie ed erbette e del buon vino della casa; come dolci potete sciegliere tra i semifreddi e delle torte con varie marmellate. La spesa come al solito non è superiore a una quindicina di euro.
La giornata trascorre lentamente e piacevolmente e una volta rientrati a Oìa, fatta la doccia e pronti per la serata, quando sono le cinque della tarde ci dirigiamo verso il Castello per prenderci il posto migliore per gustarci l’ultimo tramonto nella splendida Santorini. La “magia” si ripete e l’applauso si diffonde su tutto il paese.
Obiettivo della serata è visitare la libreria Atlantis, particolarissima con volumi di ogni tempo e per la cena è deliziarci senza limiti di spesa in uno dei rinomati ristoranti sulla caldera: impresa ardua perché tutti sono strapieni e i tempi d’attesa lunghissimi, ma noi resistiamo e alla fine ceniamo al ristorante Skala. Uno dei ristoranti più frequentati e rinomati con terrazza sulla caldera. L’alternativa era l’Ottocento oppure altri due ristorantini verso la fine del paese. Consiglio, se programmate una serata di riguardo in uno di questi ristoranti vi conviene prenotare per tempo e riservare un tavolo magari subito dopo il tramonto. La cena comprensiva anche di dolce è buona, ora si può tornare al Markos Room e dormire beatamente tra le braccia di Morfeo.
La mattina ci svegliamo e ci prepariamo gli zaini dopo l’abbondante colazione; pranzo in una pasticceria artigianale con balcone sulla caldera e poi shopping dell’ultimo minuto, autobus per Fira e poi autobus per Athinios dove salperemo per Paros passando ancora per Naxos.
Dormo a bordo della nave veloce e mi sveglio al porto di Naxos per gustarmi le patatine in sacchetto comprate dalla zietta e per vedermi il tramonto sul mare grosso: da due giorni soffia il Meltemi, un vento forte ben conosciuto e non tanto benvoluto nell’arcipelago.
A Paros in cinque minuti ci procuriamo una stanza vicina al porto con uso cucina: ma io sono già d’accordo con dei miei amici, in partenza la notte stessa per il Pireo, di trovarci per cenare assieme.
E così dopo un doccia usciamo e ci troviamo al porto per cenare in un locale con dei buoni gyros. Nick, Ciro, Pisto e Totti, miei amici e colleghi bagnini mi raccontano il loro primo viaggio zaino in spalla nella festaiola e giovanissima Ios (alternativa economica e giovanile a Mikonos) e delle belle spiagge di Paros. Passiamo così qualche ora e poi loro si imbarcano per il Pireo e la bella Atene ci salutiamo e scattiamo qualche foto a ricordo dell’evento.
Io e mia zia proseguiamo invece la serata cerando di scoprire la Paros by night, tutta illuminata.
Paros è stata anche una città sotto l’influenza veneziana e difatti nel centro storico vi è stato costruito un particolare castello con forma perimetrale ellittica e una torre centrale a forma quadra: si chiama Kastro franco e risale al tredicesimo secolo. Poi girando nei pressi di Market street potete imbattervi in una vita frenetica che continua su tutta la camminata attorno al kastro e alla città vecchia, in riva al mare troverete numerosi ristorantini e ambulanti. Tornando verso lo Yacht Marina ci imbattiamo nell’antico cimitero risalente al settimo secolo a.C. costituito da tombe romane fatte a sarcofago. E così concludiamo la nostra serata.
La mattina traghetto con destinazione Mikonos.
La giornata a Mikonos passa all’insegna del Meltemi e del dolce far nulla, ma la sera io e mia zia la passiamo a prendere gli ultimi souvenirs, del vino in bottiglia da portarci a casa; prima di cena ci prendiamo un aperitivo al Veranda Cafè a Little Venice, guardando le onde che si infrangono lungo tutto il porto senza però impaurire gli immobili Mulini che se ne stanno impotenti ma alti e fieri a combattere le insidie del vento. La cena a base di buon pesce e buon vino bianco la gustiamo allegramente seduti sotto il pergolato del Restaurante Alefkandra dal quale si scorge il Sea Satin dove è stato girato il film “The Bourne Identità” con Matt Damon.
Poi dopo l’abbondante cena, salutiamo i simpatici camerieri e ci reimmergiamo nella musica e nella vita della sorridente Mikonos Town e concludiamo la serata di nuovo al Veranda Cafè… Ovviamente festeggiando la nostra avventura in giro per le isole greche! Gli zaini? Giusto, ottima domanda; arrivati a Mikonos abbiamo depositato i nostri zaini all’agenzia di viaggi del porto, la quale offre anche il servizio di deposito bagagli: fino a quattro ore si pagano due euro e cinquanta centesimi al collo, mentre dalle quattro alle ventiquattro ore si pagano cinque euro per bagaglio.
Infatti la mattina aspettiamo le otto e mezza perché riapra l’agenzia, recuperiamo i nostri bagagli e chiamato un taxi ci dirigiamo verso l’aeroporto dell’isola: questa volta però si fa rotta verso casa!