Grecia, tra mito e tanto mare
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Vista l’intenzione di vagabondare un po’ per la Grecia e il numero di componenti della mia famiglia (5 persone), abbiamo optato per il viaggio in macchina e traghetto, che per noi che abitiamo in Toscana, ha voluto dire quasi 5.000 Km di viaggio, ma che si è dimostrata una scelta azzeccatissima (salvo un’eccezione per il tragico viaggio di andata) per la comodità e i minori costi rispetto al “fly and drive”.
Prenoto quindi in largo anticipo le traversate da Brindisi a Igoumenitsa e ritorno con la Grimaldi, perché leggermente più economica e la prima ad aprire le prenotazioni on-line. Vista la brevità del viaggio (circa 8 h) optiamo per un po’ di avventura prenotando solo i passaggi ponte (ad un costo complessivo A/R per tutta la famiglia di quasi 700 €) che, avendo le figlie ormai grandi, si può fare: basta caricare in macchina i materassini e i sacchi a pelo e un posto per dormire qualche ora si trova! Due giorni prima di partire, però, la prima sorpresa: arriva un sms (neanche una mail!) che mi “ricorda” che il mio traghetto partirà alle 3.00 di mattina da Brindisi; peccato che la traversata che io ho prenotato doveva partire tre ore prima. Dopo qualche tentativo di chiarimento ci rassegniamo a trascorrere la serata, per ammazzare il tempo dell’attesa, nella bellissima Ostuni e a dormicchiare un po’ in macchina sulla banchina prima dell’imbarco previsto per le 1.30. Peccato che alle 2.45 sono ancora sulla banchina in mezzo ad un caos indescrivibile di macchine (che neanche sui viali di Firenze alle 8 di mattina) che si accalcano per imbarcarsi. Ma le sorprese non finiscono qui: alla fine riesco a salire sulla nave e mi si presenta lo spettacolo agghiacciante di una quantità spropositata di persone accalcate in ogni fazzoletto di pavimento, ma non mi perdo d’animo e mi dico: la serata è calda, prendo il sacco a pelo e vado a dormire su una panchina del ponte esterno. Peccato che sul ponte esterno non ci sia nessuna panchina, sdraio, poltrona, sedia, sgabello, ma solo il desolato ponte peraltro completamente bagnato. Tenendo conto che ormai erano circa le 4 di notte e avendo sulle spalle quasi 900 km, mi riavvio dentro e mi faccio spazio tra le mie figlie più grandi addormentandomi immediatamente… per svegliarmi circa 2 ore dopo, alla musica di un cellulare che un mio simpatico vicino, che non capiva una parola di italiano, aveva deciso di ascoltare. Fermandomi qua con la mia descrizione di questa traversata quasi “Dantesca” vi dico com’è finita: siamo finalmente sbarcati alle 12.30 in Grecia, con più di 6 ore di ritardo rispetto all’orario previsto dalla prenotazione e con circa 3 ore di sonno, se così si può chiamare. Un giudizio per chiudere questo triste capitolo (in verità l’unico neo di una vacanza fantastica): penso che non mi affiderò più a Grimaldi perché, ancor più del ritardo, che ci può stare, ciò che ci ha deluso è stata la nave, che sembrava più un mercantile che un traghetto, sia come dimensioni degli spazi interni che per le condizioni del ponte esterno, e la disorganizzazione, il caos e la sporcizia che regnavano a bordo.
Dimenticando velocemente la nottata ci muoviamo per affrontare i 450 Km che ci porteranno ad Atene attraversando il modernissimo e spettacolare ponte sul golfo di Corinto a Patrasso. Arriviamo la sera ad Atene dove abbiamo prenotato, tramite Homeaway, 5 notti in un appartamento nella zona di Nuova Kipseli, su una ventilata collina a circa 4 Km a nord dell’Acropoli. Ci accoglie Nikos, il gentilissimo padrone di casa di questo appartamento molto moderno, spazioso e attrezzato che poi ci porta a vedere la terrazza condominiale a disposizione degli ospiti della palazzina: una vista fantastica che spazia su tutta Atene, che al tramonto si accende di fantastici colori da godere comodamente seduti sulle sdraio al fresco della sera ateniese.
Nel nostro primo giorno ad Atene ci muoviamo subito verso l’acropoli: ci avevano detto tutti che ad Atene bus e metro erano inutili perché ci si muove soprattutto in taxi. Io abituato ai prezzi astronomici di Firenze ero piuttosto scettico e invece era vero: in taxi in 5 (la figlia più piccola sulle ginocchia dietro) fino all’acropoli 5-6 €!! Da quel primo giorno ci siamo mossi sempre in Taxi. Arriviamo finalmente all’Acropoli e dopo una breve fila per il biglietto, che ha durata 4 giorni per tutti i siti ad esclusione dell’Acropoli vera e propria visitabile solo un giorno, (e che, bellissima sorpresa, è gratis per tutti i minori di 18 anni come tutti i musei di Atene!), siamo saliti, calpestando le pietre lisciate dalla storia, fino al Partenone da dove si gode di una visuale a 360° su tutta la città. I monumenti dell’acropoli oltre che belli, con il bianco del marmo che stacca sull’azzurro del cielo, trasudano storia: è impressionante pensare che lì hanno camminato, discusso, insegnato grandi uomini che hanno fatto la storia della cultura occidentale come Platone e Aristotele. Chiusa la visita dell’Acropoli ci fermiamo per uno spuntino in un bar della zona e un piacevolissimo caffè freddo che in Grecia propongono in una decina di modi tutti molto gustosi e anche economici. Dopodiché ci prendiamo una pausa di riposo distesi al fresco su un prato del bellissimo e ombrosissimo giardino botanico sul retro del palazzo del Parlamento, un’oasi di verde nella calda città di Atene. Rinfrescati e riposati ci muoviamo verso il quartiere tradizionale di Plaka, una serie di viuzze, scalinate e vicoli posti sotto la pendice nord dell’Acropoli che domina, con la sua presenza, tutto il quartiere. A parte le centinaia di negozi per turisti che affollano questa zona, la zona è molto caratteristica per la serie di localini ricavati nelle piazzette o abbarbicati sulle vie scoscese e ricavati in ogni piccolo anfratto disponibile, ma sempre con molto gusto mediterraneo: al crepuscolo la zona si riempie di giovani, tra i quali anche tanti Greci, che animano questi locali all’aperto molto colorati e accoglienti. Usciti dalla zona più turistica ci inerpichiamo proprio sotto l’Acropoli alla ricerca del quartiere di Anafiotika, una piccola zona di casette bianche, tipiche abitazioni greche, accalcate l’una sull’altra a creare un bellissimo dedalo di vicoletti strettissimi: in alcuni bisogna quasi mettersi di traverso per passare. Io consiglio di fare come abbiamo fatto noi: andare a caso per questo labirinto, seguendo l’istinto e dando una sbirciatina alle terrazze e ai piccolissimi porticati, fioriti, che si aprono improvvisamente dietro ogni angolo; solo così potrete stupirvi dei bellissimi scorci che si apriranno all’improvviso davanti a voi. A fine serata, stanchissimi mangiamo in una taverna sotto le pendici dell’Acropoli con una splendida vista al tramonto della sottostante città e del colle Likavittos, proprio di fronte a noi. Anche il cibo è buono e a prezzi più che ragionevoli (65 € in 5 per antipasti e un piatto a testa), ma la cosa che ci ha colpito è l’atmosfera e il panorama: sembra che in Grecia mangiar fuori la sera sia un’abitudine di tutti e si può capire il perché!
secondo giorno
Il giorno dopo decidiamo di dedicare la mattina alla visita del museo archeologico. Veramente immenso: oltre alla grande distesa di sculture, che vanno dal periodo miceneo al periodo romano, e all’infinità di vasi con dipinte famose scene mitologiche, molto interessanti sono anche i ritrovamenti di Micene con la famosa maschera d’oro detta di Agamennone e un’impressionante serie di statue trovate in un relitto in fondo al mare, la cui particolarità è quella di essere “deturpate” dal mare, ma solo in parte, mentre la restante parte è perfetta come 2.000 anni fa. Dopo il museo decidiamo di fare un giro in macchina lungo la strada costiera dell’Attica fino al tempio di Poseidone a capo Sounion, a circa 60 Km da Atene. Lungo la strada approfittiamo di una splendida spiaggia, con un mare stupefacente per essere così vicino a Atene, per un primo assaggio del mare greco. Un’ora prima del tramonto arriviamo a capo Sounion dove i resti di un bellissimo tempio sorgono su un promontorio a picco sull’Egeo e lì aspettiamo il tramonto che illumina il tempio e il mare intorno a noi di un colore rosso acceso; allo scomparire del sole dietro l’orizzonte parte l’applauso dei turisti (in pieno stile Santorini) e torniamo a casa.
terzo giorno
Il terzo giorno ci prendiamo una pausa da Atene e partiamo per visitare il sito archeologico di Micene, a circa 1 ora e mezzo di macchina. I resti della città, in mezzo ad un paesaggio brullo e selvaggio, sono all’interno di un bel parco archeologico, con percorsi molto ben segnati e tanti pannelli informativi che aiutano a capire come fosse questa città quasi 3.000 anni fa nel suo massimo splendore. Da non perdere la fotografatissima porta dei leoni, le mura ciclopiche e la cisterna, un’impressionante cunicolo scavato in parte sotto le mura e in parte nella roccia, che consente di arrivare, con una discesa un po’ avventurosa e al buio totale, alla vecchia cisterna della città circa 30 mt. sotto di essa (sconsigliata ai claustrofobici). Da vedere anche le tombe, poste fuori dalla cerchia muraria della città, di dimensioni impressionanti e ancora in ottime condizioni. Tornando decidiamo, vista l’ora, di fermarci a fare un bagno in una spiaggia del Peloponneso e arrivati a Corinto svoltiamo verso est sulla costa dell’Egeo, su una strada che corre tortuosa in mezzo alla pineta con vista sul mare sottostante. Ad un certo punto decidiamo a caso di scendere verso il mare e dopo una lunga discesa di quasi 10 minuti arriviamo ad una serie di baie tranquille con spiaggia di ghiaia, poche case alle spalle e gli olivi che arrivano quasi in mare.
quarto giorno
Arriva quindi l’ultimo giorno ad Atene per il quale abbiamo programmato la visita al nuovissimo museo dell’Acropoli, di cui tanto bene abbiamo sentito parlare e che non tradisce l’attesa. Il museo, inteso come spazio museale, è infatti bellissimo e mette in fantastico risalto le opere che sono contenute al suo interno (tutte opere trovate da scavi dell’acropoli o spostate da essa per proteggerle, come le famose cariatidi dell’Eretteo, i cui originali sono esposti in questo museo). E’ geniale a partire dalle fondazioni che partono dai resti dell’antico quartiere della zona visibili attraverso grandi varchi vetrati del piano terra, fino all’ultimo piano che ripropone in chiave moderna il colonnato del Partenone dove sono posizionati i fregi da questo asportati. E bellissima è anche la luce che filtra attraverso le pareti vetrate e i pavimenti trasparenti sovrapposti: forte per esaltare le statue marmoree, ma mai invadente (ed eravamo in pieno agosto). Veramente uno dei musei più belli che abbia mai visto e una tappa obbligata nella visita di Atene. Dopo l’obbligatorio riposo nell’orto Botanico ci avviamo verso l’antica Agorà, ma purtroppo la troviamo già chiusa (attenzione chiude alle 14.30) e allora ci dirigiamo verso il quartiere di Monastiraki girovagando tra i tanti negozietti per turisti e le decine di taverne con i tavoli lungo la zona pedonale. Stanchi e affamati, optiamo per una delle taverne che godono della splendida vista sull’Acropoli, che al tramonto si illumina della luce del sole e che dopo il crepuscolo viene illuminata da proiettori artificiali per uno spettacolo dal quale è difficile staccare gli occhi. Anche il cibo è ottimo e spendiamo pochissimo (per un piatto a testa tra cui anche due fritture di pesce 41 € in 5!).
quinto giorno
Il giorno dopo si parte di buon ora per arrivare ad Agios Kostantinos, a circa 130 Km da Atene, dove parte il traghetto che ci porterà alle Sporadi. La traversata, che dura circa 4 ore, è stata tranquilla su una nave veramente pulita e accogliente, costeggiando prima l’isola di Eubea, poi il promontorio del Pelion e infine l’isola di Skiathos, per arrivare a Skopelos, dove, dopo tanta cultura, siamo intenzionati a fare solo vita di mare. Raggiungiamo la nostra sistemazione agli Ageri Studios, a circa 2 Km dal paese, dove ci hanno riservato un appartamento al piano terra costituito da due studios comunicanti con un angolo cucina e ben 2 bagni (mai cosa fu più gradita con 4 donne in famiglia). L’appartamento è veramente fresco, pulito e ha uno splendido pergolato di vite americana che si apre sul prato e dove consumeremo tutti i nostri pasti. Il prezzo è veramente buono (spendiamo 85 € a notte) considerando anche che il residence ha anche un’accogliente piscina che fa sempre comodo per una veloce rinfrescata. La posizione dell’appartamento si è rivelata per noi azzeccatissima: nella calma campagna dell’isola, lontano dal caos, soprattutto serale, di Skopelos e comunque vicino a tutte le spiagge più belle dell’isola raggiungibili in circa 20 minuti di macchina.
L’isola è veramente bellissima, con grandi pinete che si spingono fino alle spiagge, generalmente di ghiaia piccola e bianca, che rendono il mare letteralmente cristallino e caratterizzata da un clima eccezionale: di giorno la temperatura non è mai andata sopra i 32°-33° mentre la sera andava anche sotto i 24° e occorreva il maglioncino, specie sul mare. Non è molto grande e le strade principali sono buone: da Skopelos si arriva a Glossa nella zona nord in circa 1 h. In una settimana abbiamo quindi potuto visitare quasi tutte le spiagge dell’isola che qui descrivo brevemente:
– Stafilos: la più vicina a Skopelos, in una baia bellissima. La spiaggia è un po’ poco profonda e con pochissimo parcheggio tanto che noi ci siamo andati solo il pomeriggio.
– Panormos: una delle più belle non tanto per il contesto, ma per il mare che è di una trasparenza unica dovuta alla ghiaia piccola che la caratterizza;
– Lemnonari: sicuramente la baia più bella con dei colori del mare incredibili (c’è anche una parte di sabbia); si parcheggia negli spazi dietro le taverne (sembra riservato ma non dicono nulla);
– Milia: Ampia e abbastanza tranquilla con ghiaia bianchissima e servita da un grande parcheggio; il mare è bellissimo ed è consigliato lo snorkeling attorno agli scogli che si innalzano a pochi metri dalla spiaggia e che sotto si immergono a picco in un blu cobalto fino anche a 15 mt. di profondità, creando delle guglie sottomarine piene di pesci.
– Kastani: la famosa spiaggia dove hanno girato alcune scene di Mamma mia. La spiaggia, separata da Milia da poche centinaia di metri di scogli, è bellissima ma un po’ troppo affollata per la presenza di un bel beach-bar subito alle spalle e per lo sbarco dei barconi che fanno il giro dell’isola. Il mare è comunque stupendo e sul lato destro si aprono lungo la scogliera delle piccolissime spiaggettine deserte raggiungibili solo a nuoto dove isolarsi dal resto del mondo
– Agios Ioannis: la piccola spiaggia di ghiaia è posta sotto la famosa chiesetta omonima resa famosa dal film Mamma mia. Il mare è stupendo anche se bisogna fare attenzione a due cose: meglio andarci la mattina perché il pomeriggio va presto in ombra e, visto che si trova sul lato dell’isola esposto al Meltemi, bisogna andarci quando il mare sul lato est è calmo.
– Glisleri: in fondo ad una profonda baia sul lato est dell’isola, non particolarmente bella soprattutto per il circostante paesaggio brullo, a differenza del rigoglioso verde che caratterizza l’altro lato dell’isola
– Agnontas: una piccolissima spiaggia in una baia molto profonda e in parte dedicata a porticciolo turistico. Il mare è comunque limpidissimo e sempre calmo; da non perdere una cena alla luce del tramonto in una delle taverne sulla spiaggia all’ombra degli alberi.
– Amarantos: non è una spiaggia ma un piccolo promontorio che crea una baia, nella quale si può fare il bagno entrando dagli scogli, dai colori indescrivibili e incorniciati da un ciuffo di pini su uno scoglio in mezzo al mare; per arrivarci ci sono circa 2 Km di strada sterrata (noi ci siamo andati in macchina ma è un po’ al limite), ma la fatica ne vale assolutamente la pena.
Oltre alle spiagge, che sono state la nostra più grande occupazione, sull’isola sono da non perdere:
– una visita serale (non pensate però di parcheggiare agevolmente, noi la prima sera siamo tornati indietro per disperazione) al paese di Skopelos con la passeggiata che corre lungo il porto pieno di yacht in bella mostra e dall’altra parte vicoli che si inerpicano tra negozietti e ristorantini;
– una visita, alla più tranquilla Glossa abbarbicata in alto sulla costa ovest, meglio se al tramonto quando il sole va giù dietro Skiathos e il promontorio del Pelion
– una visita al gruppo di monasteri ortodossi, ce ne sono 5 (quello che mi ha più colpito è stato quello di Agia Varvara) nel giro di 3-4 Km, sempre di strada sterrata, costruiti sulle scoscese e selvagge pendici della punta est dell’isola da cui si gode di una vista “aerea” della baia di Skopelos e di tutta la costa est, nonché della vicinissima isola di Alonissos.
Dopo una settimana arriva il giorno della partenza e lasciamo quindi a malincuore questa bellissima isola imbarcandosi dal porto di Glossa per arrivare a Volos nel tardo pomeriggio. Da qui dopo aver riempito il serbatoio di gasolio (sul continente si può risparmiare fino a 25 centesimi al litro!) ci dirigiamo verso Kalampaka in Tessaglia, nell’interno della Grecia, per visitare il giorno dopo le vicine Meteore, gli stupendi monasteri letteralmente arrampicati su delle torri rocciose.
Alla mattina di buon’ora percorriamo la breve strada che si inerpica in questo scenario sospeso nel tempo e che porta alla base di tutti i monasteri, i quali sono tutti visitabili, anche se per ognuno bisogna pagare un biglietto. Noi abbiamo scelto di visitare prima Roussanou (non il più grande ma il più impervio per le limitate dimensioni della guglia rocciosa dove è arroccato), poi Varlaam (uno dei più visitati, con all’interno anche un interessantissimo museo sulla vita dei monaci) e infine il Monastero della Trasfigurazione (il monastero principale nonché il più grande, caratterizzato dalla ricostruzione di molti ambienti come il refettorio, la cucina e le officine). Ogni monastero è raggiungibile solo attraverso scalinate scavate nella roccia, agevoli ma molto lunghe (specie quella del museo della Trasfigurazione), mentre nell’antichità i monaci salivano tramite vertiginose scale a pioli appoggiate alla parete rocciosa, o tirati su in una rete da un argano mosso dagli stessi frati; prima di entrare, bisogna verificare di essere adeguatamente vestiti in quanto i monasteri sono tutt’ora abitati (alla biglietteria sono disponibili per le donne dei veli con cui coprirsi le gambe e le spalle). I panorami che si godono dalle terrazze affacciate sul vuoto sono letteralmente mozzafiato e insieme all’atmosfera di grande pace che si respira all’interno dei monasteri, in verità un po’ disturbata dalla grande quantità di turisti e pellegrini che affollano gli ambienti, lasciano un ricordo indelebile di questa meraviglia dell’umanità.
Per l’ultima parte della nostra vacanza in Grecia ci dirigiamo verso la località di Syvota, nell’Epiro a circa 30 Km a sud di Igoumenitsa, dove siamo intenzionati a goderci ancora 3 giorni di mare. Qua avevamo prenotato un appartamento per tre notti all’ingresso del paese così da arrivare a piedi al porto, centro della vita e dello struscio dei turisti. In verità pensavo che il paese fosse più tranquillo, invece, pur essendo comunque molto vivibile e con un’architettura molto mediterranea (niente palazzoni per intendersi), si è rivelato molto affollato, soprattutto di italiani. Il giorno dopo siamo subito andati in esplorazione delle tante spiaggette che si aprono sulla costa a sud del paese e abbiamo puntato su Agia Paraskevi, una spiaggia di ghiaia, attrezzata (con i soliti ombrelloni e 2 lettini a un prezzo irrisorio per noi toscani: solo 5 €) e un mare incredibilmente azzurro nella baia racchiusa da un isolotto raggiungibile a nuoto ad un centinaio di metri dalla spiaggia.
La spiaggia, ma soprattutto il mare, ci è piaciuta così tanto che ci siamo tornati anche le altre volte. Il secondo giorno invece, per il compleanno di una delle mie figlie, abbiamo deciso di noleggiare una barca a motore, da guidare senza patente nautica: è questo secondo me il modo migliore e più economico per fare il giro degli isolotti che chiudono la baia di Syvota: abbiamo speso in 5 per mezza giornata 30 € più altri 14 € di carburante, ma abbiamo girato le isole in totale libertà rispetto agli affollati barconi-taxi che incrociavamo in mare. L’esperienza, per me che non avevo mai preso una barca in autonomia, è stata incredibile: vedi una baia particolarmente bella e con un’acqua che invita al bagno? Ti fermi, metti la maschera e ti tuffi! Poi ritorni su, rimetti in moto fino ad un altro posto da vedere e ancora un altro tuffo e così via! Sicuramente da non perdere la cosiddetta Blue Lagoon: una spiaggia sabbiosa sull’isola più grande con un’indescrivibile acqua azzurra che forma un’impressionante piscina naturale dalla qual non usciresti mai; ma mentre i turisti si accalcavano sulla spiaggetta stretta sotto la scogliera bianca, noi ci tuffavamo direttamente nell’azzurro del mare dalla nostra barca: che libertà!
Dopo tre giorni di mare, la sera dell’ultimo giorno ci siamo diretti a Igoumenitsa per l’imbarco sul traghetto che ci avrebbe riportato in Italia la mattina dopo e questa volta è andata nettamente meglio dell’andata.
Alla fine di questo bellissimo tour che dire? La Grecia mi ha entusiasmato per il mare e per il tipo di vita che si fa sulle isole a stretto contatto con il mare e la sua gente. Mi ha inoltre molto colpito la gente che, anche in un periodo di crisi come quello che il loro paese sta vivendo, è comunque molto dignitosa e mai lamentosa o scontrosa: mi è sembrato proprio un bel popolo, degno erede di quello che più di 2.000 anni fa ha posto le basi della civiltà occidentale di cui siamo tutti parte.