GRANADA: Three Days
1° 30 settembre 2008 Martedì.
Decidiamo una sortita a Granada mirata solo per vedere l’Alhambra mai vista prima d’ora e rimandata nel tempo a favore di viaggi più lontani. Decidiamo anche di fare tutto in economia. Ecco perché rinunciamo alla più comoda Terravision che, a fronte però di una levataccia peggiore ci avrebbe portato direttamente a Ciampino, e prendiamo il treno da Termini a Ciampino e navetta da Ciampino all’aeroporto Ciampino.
30 settembre martedì 1° giorno: 5.15 parte il treno in perfetto orario dalle ferrovie laziali (binario 29).
5.30 siamo a Ciampino paese. 5.50 parte navetta da Ciampino per Ciampino aeroporto 6.15 fatto il controllo polizia. 6.20 chiude nominalmente il Gate 14 ma con le carte di imbarco fatte su Internet andiamo tranquilli 6.50 l’aereo e’ pronto per il decollo, rulla sulla pista e si stacca in direzione Bergamo.
7.45 tocchiamo terra a Bergamo. Nuvoloso ma non piove. Ci apprestiamo ad una lunga sosta dopo aver fatto nessuna fila al controllo polizia. La sosta a Bergamo è obbligatoria in quanto l’Andalusia non è servita da Roma dalla Ryanair, che però serve Granada e Siviglia da Bergamo. Abbiamo scritto alla compagnia chiedendo di abbandonare la Roma- Londra (Luton) (c’e’ già Londra (Stansted e Gatwick)) per inaugurare la Roma-Granada o Roma-Siviglia. Hanno risposto che prenderanno in considerazione il suggerimento. D’altra parte Ciampino è congestionato e gli abitanti di Ciampino, peraltro abitanti in buona parte in case abusive al momento della costruzione, chiedono con insistenza il trasferimento della Ryanair a Viterbo. In queste condizioni, quindi, non si può mettere una nuova linea senza abolirne un’altra, la Roma-Londra (Luton) infatti.
Comunque, ci sediamo e leggiamo. 12.05 ci imbarchiamo e alle 12.20 partenza. Il bagaglio a mano non ci sta nei portelloni allora la hostess lo mette da qualche parte in cabina, dopo aver proposto di metterlo in stiva. 14.20 atterraggio a Granada con 20 minuti di anticipo e con la solita tromba (ma non saranno taroccati in eccesso questi orari?) Poco prima dal finestrino vedevamo tutto un deserto brullo ma poco prima di atterrare sono comparsi campi coltivati 14.35 siamo in aeroporto ed andiamo in bagno (costante dei ns viaggi rinunciare all’angusto spazio dell’aereo, salvo urgenze naturalmente). L’aeroporto di Granada e’ piccolino ma tutto di marmo, pulito e ordinato come gli aeroporti spagnoli. Aspettavamo una temperatura MIN 11 MAX 17, ma il termometro esterno segna 27° C e passeremo questi pochi giorni in maniche di camicia.
Si esce dall’aeroporto, si va a destra e dopo pochi metri. A destra, c’e’ il cartello ed i bus per il centro città (3€/pax). Il bus è completo e alle 14.50 l’autista parte. La benzina, vicino allo scalo aereo costa 1.135 € a 95 ottani, il gasolio 1.135 €, lo stesso prezzo. Dopo pochi km si imbocca la superstrada e da qui sono 11 km (15 km da aeroporto a Granada). Un pezzo di superstrada per Madrid ma poi uno svincolo a destra per Granada. Nonostante i 15 km nominali non si arriva subito, per il traffico nei dintorni di Granada, per le fermate, per le deviazioni e per i dissuasori sulla strada che costringono il bus ad una media di 40-50 km/h.
15.10 fermata alla stazione autobus di Granada urlata dall’autista. Traffico intenso all’entrata città.
15.25 fermata alla Station de tren.
15.30 fermata al El Triumpho (40 min che stiamo sull’autobus). 15.35 fermata Cattedral/Plaza Nueva, la nostra, che coincide con l’ultima fermata urbana di Gran Via de Colon, quasi all’intersezione con Plaza de Isabel la Catolica.
Imbocchiamo a sin Calle Reyes Catolicos ed arriviamo in Plaza Nueva e davanti c’e’ il nostro albergo.
15.50 siamo nella stanza spaziosa con bagno con 2 finestre splendide sulla Plaza Nueva. Va bene nei giorni feriali ma nel week-end deve esserci casino visto che si affaccia sulla piazza e gli spagnoli amano fare le ore piccole quando possono. 17.05 usciamo x un giretto. Oltrepassiamo Plaza Nueva ed imbocchiamo la Carrera del Darro, un lungo-fiume che costeggia un fosso dove scorre un rigagnolo; case in affitto e pensioni e molti lavori in corso. Questa via abbraccia e circonda l’Albayzin, il quartiere arabo di Granada, una collina densa di vicoletti stretti e contorti e di chiesette costruite su preesistenti moschee arabe. La guida cartacea che, su nostra richiesta e-mail, ci ha mandato l’ufficio turistico spagnolo elenca tutti i monumenti e punti di interesse che possono essere visti in questa via.
Cominciamo a cercare il Banuelo ma chiude alle 14. Andiamo allora al Museo Archeologico (ingresso gratuito per UE). Molto interessante per chi ama l’archeologia e le cose romane in particolare. Bella statua di bronzo di un romano togato, miracolosamente conservatasi nel tempo. Bei pannelli indicanti le vie dell’olio e del vino nel mondo antico e vasta esposizione di anfore dei 2 liquidi con annessa spiegazione della loro differenza. Dalla parte opposta c’è una chiesa, di San Pedro e San Pablo ma non siamo interessati e tiriamo oltre.
Continuiamo sulla Carrera del Darro ed arriviamo ad uno spiazzo, il Paseo de los Tristes, punto di raccolta di fricchettoni e giovani snob e da cui si vede la Torre de Comares dell’Alhambra. A destra c’e’ un ponte, altrimenti la strada volta a sinistra e comincia ad inerpicarsi con pendenza mica male, ma subito si arriva al Palazzo de Los Cordova, sede dell’archivio comunale di Granada con un bellissimo portone in legno semi aperto che ci fa curiosità ma dentro non c’e’ nulla solo un enorme stanzone che prelude ad una chiesa che non vediamo. Usciamo e continuiamo a salire fino al bivio col quartiere di Sacromonte dove c’e’ la casa del Chapiz, adibita oggi a Escuela di Studi Arabi, un palazzotto anonimo che interessa più per quello che ci dicono che si fa piuttosto che per se stesso. La strada continua a salire (una specie di raccordo anulare del quartiere di Albayzin. Non alloggiate qui perché sarebbe un dramma andare e tornare in salita anche se c’e’ un piccolo autobus di linea che passa abbastanza frequentemente ma non sappiamo fino a che ora fa servizio. Non andiamo a sinistra al quartiere di Sacromonte perché la strada è lunga e dove pare che di sera ci siano famiglie gitane che organizzano feste e balli.
Alla fine della salita (finalmente!!!!!) siamo in Plaza del Salvador, dove c’e’ una chiesa eretta al posto della solita moschea, la chiesa del Nuestro Salvador, 0.75€ per entrare, anche chiamata collegiata (cos’e’ una collegiata??). Giriamo a sinistra, in piano oramai e, dopo 10 minuti, al tramonto, siamo al Mirador de San Nicolas dove si vede uno splendido panorama del Alhambra. Veramente bello anche se l’Alhambra è…Sfuggente, frammentaria e seminascosta fra la vegetazione, non troneggia, non è saldamente ancorata alla collina ma ambiguamente levantina e gattopardescamente disposta, cioè si vede e non si vede… Alla sua sinistra si staglia chiaramente visibile la Sierra Nevada. Restiamo circa 30 minuti per riposarci e per fissare il panorama mentre saltimbanchi e giovani in cerca di qualche euro si esibiscono davanti a noi. Assistiamo anche ad un diverbio fra una signora spagnola sui 70-75 anni che cazzia un suonatore di ukulele, reo di far troppo rumore vicino a lei. In effetti è comprensibile che tutti, specialmente i giovani cerchino di sbarcare il lunario ma non possiamo che rimpiangere i tempi in cui questo angolino dell’Albayzin di Granada sarebbe stato un gioiellino tutto da gustare al di fuori delle sovrastrutture collaterali che gli sono state costruite attorno. Ragionando di queste cose, finisce alle 19.05 la visita al Mirador San Nicolas e c’è ancora molta luce nonostante il sole sia già basso sull’orizzonte.
Cominciamo la discesa per ricongiungerci con la Gran via de Colon. Nel percorso in discesa, arriviamo in Plazeta San Miguel, molto carina e caratteristica. Vicino ad ogni chiesa, e non solo qui, c’e’ una costruzione ad altezza d’uomo, con 4 porte chiuse murate ad arco che non capiamo che cosa sia. E’ un corpo separato dalla chiesa vera e propria. Continuiamo a scendere, in stradine deserte finchè imbocchiamo Calle de Caldereira, una viuzza con una sacco di teterie da una parte e dall’altra e negozietti per turisti. La via sbucca quasi sulla Gran Via de Colon, la strada principale di Granada.
Cena da Fresco (21.20 in due.) e come al solito ne usciamo disgustati, unico pregio è che dopo le 21 puoi prendere birra a go-go senza pagare nulla, quanta ne vuoi. Ovviamente ne approfittiamo per annegare nell’alcol la schifezza di una pessima cena fredda e mono-sapore.
Tornando verso Plaza Nueva vediamo come la municipalità impedisce alle auto di entrare nel centro storico: ci sono 2 aste affogate nel selciato che si abbassano per far passare le auto autorizzate, che evidentemente hanno un trasmettitore, e che poi si rialzano dopo il loro passaggio. L’ Alcaceira è molto bella con le stradine rettilinee e con gli intarsi arabi su molti palazzi che devono essere almeno precedenti al 1492, anno della presa di Granada da parte dei re cristiani. Il difetto è che è tutto turistico, pare di essere alle Mercerie di Venezia. Non parliamo poi di Plaza de Birrambla, completamente conquistata da ristoranti per turisti dove sbarcano torme di turisti in viaggi organizzati. Peccato, perche’ 20-30 anni fa doveva essere una bellissima Plaza.
2° 1 ottobre 2008 Mercoledì.
Alle ore 10 andiamo all’ Alhambra. I bus che vanno all’ Alhambra si fermano provvisoriamente non in Plaza Nueva ma in Plaza de Isabel la Catolica, proprio alla fine della Gran Via de Colon, venendo dalla Plaza Nueva, e sono il 30 e il 34. In Plaza Nueva solo autobus 31 e 32 che vanno al Albayzin.
Prima, prendiamo 2 paste davanti alla Bodega Castagneda, in calle Almireceros, una panetteria artigianale che ci sembra a servizio dei locali e non dei turisti e quindi ci piace. Sulla stessa via c’è un alimentari dove facciamo 4 panini con prosciutto cotto (2.40 €). Alle 10.55 passa il 32 (2.20 € per 2 persone) che ci porta all’ Alhambra. Cominciamo a salire in grande velocità con un autista spericolato. Alle 11.05 siamo davanti all’ Alhambra e andiamo a prendere il biglietto. L’Alhambra è aperta dalle 8.30 alle 14 e dalle 14 alle 18 ma non capiamo il motivo per specificare questi 2 turni adiacenti fra loro. Non c’e’ molta fila, circa 30 persone alla vendita diretta, mentre avevamo letto di file bibliche per acquistare il contingentato numero di biglietti giornalieri. Per chi, come noi, ha prenotato e pagato i biglietti via Internet, basta introdurre la carta di credito in una macchinetta ed escono i biglietti prenotati per quel giorno a quella ora per il Palazzo dei Nazaries. In realtà fin dal giorno in cui avevamo prenotato i biglietti sapevamo che l’ingresso al palazzo dei Nazaries era alle 13.30. Bisogna mettersi in fila e rispettare assolutamente quell’ora, poi si può stare all’interno del palazzo tutto il tempo che si vuole. Io sono addirittura uscito per andare in bagno (la toilette è davanti al palazzo di Carlo V) e sono potuto rientrare senza problemi esibendo il biglietto.
Alle 11.20 inizia la visita con audioguida (8 euro in 2). Una parola sull’audioguida: e’ assolutamente insufficiente, con pretesa di essere poetica ed entusiasmante, fornisce pochissime informazioni. Mi pare che non dica addirittura nemmeno il periodo di costruzione dell’Alhambra, ma rimanda spessissimo al libro di Irving Washington, lo scrittore innamorato dell’Alhambra che ci ha vissuto per parecchi mesi e di cui riporta dei passi che sono belli ma pochissimo informativi perché a quel tempo non si sapeva niente, non erano stati fatti studi approfonditi, ma adesso ???? Troveremo anche una targa nella stanza che Washington ha occupato. Quindi, è meglio andare preparati o portarsi una guida autorevole che spieghi e faccia gustare anche con il gusto della conoscenza le bellissime cose che si vedono L’Alhambra e’ gratuita per passeggiare come fosse un parco ma il biglietto serve quando si va nei singoli locali.
I singoli “pezzi” sparsi da visitare sono: il Partal, l’Alcazaba, il Palazzo di Carlo V, il Palazzo dei Nazaries (la residenza del Sultano) ed i giardini del sultano (il Generalife che si legge –ife e non –aif…!!!!) Si comincia a percorrere un viale alberato (sembrano cipressi) ai fianchi del quale si intravedono ogni tanto delle rovine di cui…Ovviamente l’audioguida non dice nulla. Dopo 2 min di cammino, passato un negozietto di souvenir sulla sinistra, si arriva con a destra il Palazzo di Carlo V. Continuiamo e passiamo sotto la porta del vino dopo la quale si staglia l’Alcazaba che e’ una fortezza militare e che è meglio visitare subito. Però all’inizio non ci andava per cui torniamo indietro attraverso la porta del vino e, lasciatoci a destra il Palazzo di Carlo V, entriamo a visitare il Partal, un giardino con uno stagno molto elegante ed una loggia con finestre affacciate sulla valle che e’ davvero fiabesca. Alle 12.20 finiamo di visitare il Partal e ritorniamo all’Alcazaba visto che manca più di un ora per la visita al Palazzo dei Nazaries. L’Alcazaba richiede circa ½ per visitarla, ed è consentito entrare solo una volta, (un signore con un lettore ottico registra il biglietto) ma più che visita e’ una passeggiata sulle mura con un bellissimo panorama di Granada e dell’Albayzin…Che bello!!. Vediamo il cortile del Museo Archeologico dove siamo stati ieri. In 20 min facciamo la visita al Alcazaba salendo anche su un Torrione. Arriviamo alle 13.20 al palazzo dei Nazaries, ci mettiamo in fila ed aspettiamo le 13.30 per entrare nel palazzo. I leoni sono ancora in restauro ma sono visibili nell’annesso museo dell’ Alhambra che però chiude alle 14 e non lo vedremo. Nel palazzo dei Nazaries ci sono sedie e panchine sparse qua e la dove ci si può sedere e riposarsi. Alle 16.05 usciamo dal palazzo e ci ritroviamo all’interno del Partal, visto prima. Ora andiamo a vedere il Palazzo di Carlo V che e’ quello che si vede di più e che spadroneggia come se avesse avuto bisogno di cancellare quello dei Nazaries che è alle sue spalle ma che non si vede e che pur avendo molte stanze e’ di forma indefinita, quasi impalpabile, quasi a sottolineare le linee dolci ed eteree dell’architettura al suo interno.
Prima del palazzo prendiamo un caffè espresso alla macchinetta 1.20€, una lattina 1,20€. Non è vero che non si possa mangiare o riposare sulle panchine del parco. Dopo un breve riposino alle 16.50 siamo dentro il palazzo Carlo V, originale perché circolare all’interno ma quadrato all’esterno, pare che abbia un ottima acustica e ci fanno concerti e rappresentazioni. E’ bello solo da vedere all’interno come architettura. C’e’ un museo delle Belle Arti con la Pinacoteca ma nulla di trascendentale. Andiamo ora ai giardini del Generalife, passando per il Partal visto prima. Dal Generalife, altra sezione dell’Alhambra, si vede benissimo la struttura del Palazzo dei Nazaries. I giardini, almeno quelli esterni, sono moderni. Alle 18.45 finisce la visita al Generalife che meritano. Alle 19.10, dopo aver speso 40 euro per 2 CD di musica araba, usciamo dall’Alhambra e a piedi imbocchiamo una discesa: uscendo dall’ Alhambra, sulla destra c’e’ un passaggio a livello per le macchine, si va sempre dritti e si entra in un parco, ci si lascia a sinistra la statua di Ganimede che lotta con un caprone e si continua sempre in discesa, fino a che si imbocca Cuesta de Gomerez, una ripida discesa costeggiata da negozietti turistici e da fabbricanti ed aggiustatori di chitarra, che sembrano veraci, e da qualche raro negozietto di manifattura locale non turistico, es: falegname, sartine, etc. Dopo 15 minuti complessivi di discesa, arriviamo al nostro albergo in Plaza Nueva. Per salire ce ne vorranno almeno 25-30 perché e’ in salita. Meglio prendere l’autobus per salire e farsela a piedi al ritorno. Di sera andiamo alla Bodega Castaneda spendiamo 30 euro in due prendendo una Tabla Castaneda caliente mediana e poi varie sangria e tapas sfuse. Avremo potuto rinunciare alle tapas successive se il cameriere ci avesse portato la porzione Grande invece di quella mediana, dicendo che era troppo grande per noi.
3° 2 ottobre 2008 Giovedì.
Alle 8.30, da solo, vedo il Banuelo, carino, con colonnine eleganti e sfinate che sorreggono stanze a grotticella, 1 euro una pasta e 9 euro per 2 barras de pan da cui ricaviamo 4 panini, 2 con prosciutto crudo di premiera qualitad e 2 con prosciutto cotto,quindi 2.25 euro a panino, nulla considerando il contenuto che risulterà squisito. Alle 10.45 siamo fuori dall’albergo, che ci tiene i bagagli, per una passeggiata attraverso l’Alcaiceria, quartiere arabo dove c’e’ anche la Cattedrale e la Capilla Real a pagamento che trascuriamo e andiamo in giro per la città. Arriviamo fino al Monastero di San Geronimo che vediamo solo da fuori perché costa 3.5 euro e ne facciamo a meno. Poi imbocchiamo Gran Via de Colon dall’estremità opposta a quella che ci è ormai familiare e quindi ci inoltriamo un’utima volta per i vicoli dell’Albaicyn. Sbucchiamo in Plaza Nueva, ritiriamo i bagagli e andiamo a prendere l’autobus per l’aeroporto..
L’autobus per l’aeroporto parte dal capolinea alle 45 di ogni ora la mattina (un po’ più spesso nelle ore centrali del giorno) ed arriva dopo 2-3 minuti alla prima fermata urbana di Gran Via de Colon, dalla parte direzione aeroporto, cioè opposta a quella di arrivo e ci mette 45 minuti per arrivare all’aeroporto. Il taxi per l’aeroporto costa 20 euro.
Il bus che doveva passare alle 12.45 e’ passato alle 13. Il biglietto costa sempre 6 euro. Alle 13.35 siamo in aeroporto. 15.10 decollo aereo. 17.05 tocchiamo terra a Milano e poi alle 21.35 volo Ryanair per Roma.