Gran tour della Turchia
Lasciato l’aeroporto abbiamo iniziato l’attraversamento della caotica e bellissima Istanbul, che sia io che Enrico avevamo già visto, perciò ci siamo diretti verso il secondo ponte (l’unico percorribile, non avendo l’apposita tessera che serve per transitare sul primo ponte) sul Bosforo con direzione Asia. Per la verità abbiamo provato a vedere se c’era posto su uno dei traghetti che, partendo dal molo di Yanakapi, attraversano il mar di Marmara in direzione sud, ma ahimè senza esito.
Così abbiamo guidato in direzione di Pergamo, fermandoci a dormire nel paese di Susurluk, vicino a Balekisihir, al pulito e moderno Mut Otel.
2° giorno km 420 Siamo arrivati a Pergamo(10,00 YLT) dove abbiamo visitato il suggestivo sito archeologico, posto in cima ad una collina che domina la moderna città. Pranzo in centro a Pergamo all’ARZU PIDE dove abbiamo mangiato le migliori pide di tutta la vacanza. Nel pomeriggio abbiamo raggiunto Selcuk, prendendo albergo nel grazioso Nazhan, che ha 5 stanze in stile ottomano, affacciate su un fresco giardino interno. Lasciati i bagagli, ci siamo affrettati per raggiungere la vicina spiaggia di Pammucak e concederci giusto il tempo del primo bagno nelle acque turche! Alla sera cena nel semplice ristorante EGE KOFTECISI di Selcuk, consigliato dalla Lonely.
3° giorno km 263 In mattinata abbiamo visitato il sito archeologico di Priene (2,00 YLT): bello il teatro (quasi completo), suggestivo il tempio di Atena, con la serie di colonne e capitelli sparsi davanti alle poche colonne ancora in piedi e il bouleterion.
Passando per Mileto, di cui abbiamo visto da fuori il teatro, ci siamo diretti verso Dydima (2,00 YLT)per vedere l’imponente Tempio di Apollo al tramonto. Prima di effettuare la visita, ci siamo concessi un pò di relax sulla spiaggia di Dydima, con relativo bagno.
Cena di pesce in un delizioso ristorante in riva al mare, al tramonto e poi rientro a Selcuk.
4° giorno km 263 Mattina dedicata alla visita di Efeso(10,00 YLT): il sito è assolutamente da non perdere, la biblioteca di Celso e la via Arcadiana sono commoventi nella loro bellezza, peccato che sia letteralmente invasa da torpedoni di turisti (in qualsiasi ora del giorno) che non permettono di godere a pieno della magia del posto. Comunque, come spesso accade nei posti “invasi” da migliaia di gruppi, basta allontanarsi dalla via principale e si riesce a ritrovare la quiete per ammirare queste magnificenze. Noi appena entrati (dall’ingresso più vicino al teatro) ci siamo diretti verso destra per vedere la chiesa della Vergine e le terme del porto e non c’era nessuno; il giro siffatto ci ha permesso di percorrere tutta la via Arcadiana da soli, per scoprire poi, a ridosso del teatro, che in realtà era chiusa al pubblico.
Un suggerimento, che ci ha permesso di percorrere solo una volta il sito archeologico (piuttosto vasto), è quello di parcheggiare nel posteggio posto vicino all’ingresso della parte alta del sito, prendere uno dei dolmus gratuiti che ti portano all’altro ingresso, con l’unica particolarità che nel breve tragitto si fermano in un negozio di lavorazione di tappeti o di vasellame per un quarto d’ora. Noi siamo stati in quello di lavorazione dei tappeti: la sosta è stata interessante anche perché ti fanno vedere tutto l’iter per arrivare al tappeto finito e per di più non insistono per vendere, anche perché si tratta di un centro direttamente sostenuto dal Governo.
Nel pomeriggio abbiamo raggiunto il sito archeologico di Afrodisia (4,00 YLT) che ci ha colpito per la bellezza: qui si può apprezzare in pace le meraviglie del passato; pochi visitatori (non più di dieci) per un complesso che merita davvero. Di rara bellezza il tempio di Afrodisia, che spicca sul verde prato ben curato, ma ancora più stupefacente è lo stadio…200 m di lunghezza con tutte le gradinate intatte. Il sito, particolarmente esteso, offre altre meraviglie: il piccolo Odeon, l’Agorà e il quasi completo teatro. Davvero da non perdere! In serata abbiamo raggiunto Pammukale dove un intraprendente albergatore ci ha fermato per la strada proponendoci la sua graziosa pensione, con annessa piscina (che hanno tutti gli hotel della cittadina).
Non paghi dell’intensa giornata, abbiamo visto sulla guida che Pammukale è visitabile 24 ore su 24 e che per di più alla sera è gratuita e così abbiamo deciso di andarla a visitare senza le consuete folle di turisti.
Sulla carta la visita serale si prospettava alquanto suggestiva, in realtà è stata ben diversa: intanto è aperto l’ingresso alto di Pammukale, cioè quello più scomodo dove è necessario percorrere più di un km a piedi per arrivare sopra le cascate, poi è a pagamento anche di sera ed infine è solo parzialmente illuminato, nonostante il custode si prodigasse a confermarci che era tutto perfettamente illuminato…Insomma abbiamo finito per fare un giro al buio tra le rovine di Hierapolis e le cascate di sale. Sconsigliamo pertanto l’escursione serale! 5° giorno km 277 Mattina dedicata alla visita di Pammukale (5,00 YLT): nonostante le piscine centrali siano svuotate, a causa dell’irresponsabile sfruttamento dell’uomo, questa meraviglia della Natura continua ad avere un notevole fascino. Siamo entrati dall’ingresso basso e dopo pochi metri ci hanno fatto togliere le scarpe per iniziare la particolare salita, con i piedi immersi tra i fanghi e le acque delle piscine laterali. In cima poi si possono ammirare i resti dell’antica Hierapolis, in particolare il teatro resta tra gli edifici meglio conservati.
Lasciata Pammukale all’ora di pranzo, abbiamo fatto rotta verso sud, dove nel primo pomeriggio abbiamo raggiunto la vivace cittadina di Fethiye, trovando sistemazione in una delle tante pensioni che ci sono sul lungomare (Irem Pension). Lasciati i bagagli, siamo andati a visitare la città fantasma di KAYA KOYO, che copre un intero fianco della collina e rappresenta un’imperitura traccia della storia recente della Turchia, in particolare dei rapporti con la Grecia, visto che il villaggio era popolato da greci-ortodossi costretti a scappare dopo la vittoria della Turchia capeggiata da Ataturk.
Nel tardo pomeriggio, piacevole bagno nella vicina spiaggia di Gemier (5,00 YLT). In serata cena in centro a Fethiye.
6° giorno km 183 Ci siamo recati subito alla bella spiaggia di Oludaniz (10,00 YLT), facendo il bagno nella scenografica laguna blu: la spiaggia è ben curata e con servizi, per poterla godere appieno è bene andarci presto perché dalle 11 in poi è invasa dai villeggianti e lo spazio della spiaggia, in particolare quello della Laguna Blu, è poco.
Nel pomeriggio siamo passati per XANTHOS, vista però da fuori, per poi raggiungere la lunga spiaggia di Patara (4,00 YLT), dove tra gli ondoni abbiamo fatto il secondo bagno della giornata.
In serata, seguendo il consiglio della Lonely, abbiamo raggiunto il piccolo paese di Ugagiz, che si trova proprio di fronte a Kekova. Per raggiungere il paese di Ugadiz è necessario lasciare la strada principale e, dopo 20 km attraverso un paesaggio quasi surreale, si arriva in questo piccolo villaggio pieno di pensioni, ristoranti e negozietti. Noi abbiamo mangiato pesce fresco e “meze”(mix di antipasti) nell’ottimo ristorante HASSAN, posto proprio sul porto.
7° giorno km 146 Chiedendo al nostro albergatore abbiamo trovato un signore che ci ha fatto fare un giro in barca di circa 3 ore (50 YLT), portandoci a vedere Kekova (città sommersa) e Sesima visitabile solo via mare. E’ abbastanza facile trovare un’imbarcazione per andare a vedere Kekova, infatti quasi tutti gli alberghi pubblicizzano la possibilità del giro in barca. A pranzo siamo tornati al ristorante HASSAN per gustarci altro pesce fresco.
Nel pomeriggio, lasciata Ugagiz, siamo andati a visitare la bella ed assolata Myra, sarebbe stato meglio vederla all’apertura o al tramonto perché, oltre al caldo, è decisamente invasa da turisti, soprattutto russi.
Abbiamo poi raggiunto Olympos con l’intenzione di spostarci poi a Cirali per vedere la chimera; ma in realtà la strada che li collega e che figurava sulla carta non è percorribile in auto: è necessario risalire sulla strada principale per Antalya e, dopo neanche 500 m, girare subito a destra.
A Cirali abbiamo trovato un grazioso albergo (Porto Ceneviz house) a sinistra entrando in paese e, anche qui, lasciati i bagagli, siamo subito andati alla chimera, visto che era già tramontato il sole.
La Chimera si raggiunge in auto da Cirali, poi arrivati alla base della montagna è necessario salire a piedi per circa 20 minuti (2,50 YLT), muniti di apposita torcia anche se il flusso di persone permette lo stesso di avere più o meno illuminato il percorso. Dopo la faticosa salita, si ammirano nel buio della notte diverse fiammelle: l’atmosfera è suggestiva. Scesi a Cirali ci siamo concessi una frugale cena a base di Gozleme con formaggio: ottimi! E’ un piatto tipico turco che si trova un pò ovunque, ricorda, più in grande nelle dimensioni, la piadina romagnola.
8° giorno km 223 Dopo una squisita colazione in albergo (la migliore della vacanza), siamo andati in spiaggia a Cirali e solo in tarda mattinata siamo partiti per Antalya, con un’ulteriore sosta per fare il bagno.
Nel tardo pomeriggio siamo saliti a Termessoss, uno dei siti archeologici che più ci ha emozionati e colpiti. Termessoss si trova all’interno di un parco naturale (9,50 YLT), una volta entrati è necessario salire in auto fino al parcheggio che si trova a circa 9 km dall’ingresso del parco a poco meno di 1000 m. Da qui comincia una suggestiva e non proprio agevole camminata fino in cima, dove si trovano le terme, una necropoli (una delle due) con le tombe tutte sconnesse di gran effetto, ma soprattutto c’è l’incredibile teatro posto quasi in bilico sul crinale e sovrastato da una montagna di 1600 m. Il silenzio che c’è lassù e il panorama che si può godere sono davvero meravigliosi: vale la pena la fatica per conquistare la vetta. Al parcheggio, il gentile custode ci ha condotto all’altra necropoli che non è lungo la salita: chiedete perché merita.
Noi abbiamo visitato Termessoss al tramonto senza incontrare nessuno; l’orario è ideale perché c’è anche meno caldo (la salita è in ombra), però, in tal caso, è opportuno essere al parcheggio del sito, al massimo alle 17 / 17.30, perché alle 19.30 bisogna essere fuori dal parco.
Abbiamo poi raggiunto Menevgat, trovando alloggio in un albergo molto triste! 9° giorno km 483 Giornata di trasferimento verso la Cappadocia: la via più breve per raggiungerla dalla costa sud, passa per Konya, attraverso suggestivi paesaggi di montagna, valicando il passo di Alacbir (1825 m), per poi giungere nella smisurata steppa anatolica, dove sembra di essere nel deserto. Scarso traffico.
Lungo la strada ci siamo fermati a visitare il grande e ben conservato caravanserraglio di Sultanhani (3 YLT). A pranzo siamo stati nell’ottimo ristorante SULTAN Cafè posto di fronte al caravanserraglio. Nel pomeriggio arrivo a Goreme, dove abbiamo preso alloggio al Cave hotel Saksagan in una bella camera nella roccia, posta nel punto più alto di un tipico “camino delle fate”. Enrico, non si sa come visto i 40 e passa gradi, ha preso la febbre…Contiamo sull’effetto dell’antipiretico.
10° giorno km 65 Abbiamo iniziato la visita di questo particolare e bellissimo posto dal vicino paese di Cavusin, poco turistico, ma dove agevolmente si può girare tra le case abbandonate nella roccia e, arrivati in cima, godere del suggestivo panorama sulla vallata tutta piena di queste particolari formazioni rocciose.
Pranzo ad Avanos al ristorante SOFRA: molto buono, da provare la carne cotta in un vaso di terracotta. La cittadina è infatti nota per i vasi e piatti in terracotta, tanto che facilmente è possibile visitare posti dove vengono lavorati. Anche noi ci siamo fermati in un grazioso negozietto e, dopo aver visto la lavorazione, abbiamo pure comprato due bei piatti, arrivati interi in Italia! In vena di compere, ci siamo fermati anche in un negozio di onice, assistendo anche qui alla lavorazione e chiacchierando piacevolmente con il giovane commesso Safri.
Nel pomeriggio siamo andati a visitare ZELVE (5YLT), passeggiando tra i suggestivi “camini delle fate”; poco distante da Zelve, abbiamo atteso il tramonto sui buffi pinnacoli che caratterizzano il paesaggio. Mentre stavamo rimirando le bellezze del posto, abbiamo conosciuto Cristina e Giuseppe, una simpatica coppia in giro in autobus per la Turchia e che qualche giorno dopo sarebbe andata, come noi, al Nemrut Dagi, da qui l’idea di proporgli uno “strappo” in auto fino là. Dopo la lunga chiacchierata, abbiamo concordato di rivederci la sera successiva in centro a Goreme, anche perché Enrico aveva nuovamente la febbre, cosa che ci ha portato a concludere la serata alla farmacia di Urgup! 11° giorno km 84 Mattinata in hotel sperando che Enrico recuperasse un pò le forze. In tarda mattinata ci siamo diretti a Derenkuya per vedere la città sotterranea (10 YLT): un dedalo di cunicoli angusti…Solo per persone che non soffrono di claustrofobia e che sono abbastanza agili, visti gli stretti e bassi passaggi. All’uscita siamo stati attratti da un negozio di tappeti, dove, dopo la consueta presentazione di diversi tappeti e la trattazione sul prezzo, abbiamo acquistato 1 tappeto in lana e due kilim in seta.
Per il rientro a Goreme siamo passati da strade secondarie che consigliamo vivamente, perché si scopre la vera Cappadocia, quella lontana dai circuiti turistici, quella agricola, fatta di gente semplice: siamo andati verso i paesi di Guneyce e Ayvali, per poi arrivare al più noto Mustafapasa. Occhio alle indicazioni perché sono scritte in piccolo e sempre a ridosso della deviazione.
Sera in compagnia di Cristina e Giuseppe a mangiare dolci tipici in una pasticceria del centro.
12° giorno km 15 Abbiamo visitato alla mattina presto il Museo all’aperto di Goreme (10 YLT), quando ancora c’erano relativamente pochi torpedoni di turisti, che finiscono con il bloccare l’ingresso alle deliziose e piccole chiesette affrescate e ricavate nella roccia. All’interno del complesso, consigliamo di andare a vedere la Karamlik Kilise (5 YLT), anche se è pagamento, perché è un gioiello: i tanti affreschi sono in ottime condizioni e sono davvero una meraviglia.
Pranzo al tanto decantato ristorante Alaturca: sicuramente molto fine e più caro rispetto alla media, ma i piatti che abbiamo preso non erano nulla di trascendentale. Siamo andati a goderci il tramonto a Cavausin.
Alla sera cena con Giuseppe e Cristina, con i quali abbiamo pianificato il viaggio dell’indomani.
13° giorno km 606 Partenza presto, in compagnia di Cristina e Giuseppe, per raggiungere il Nemrut Dagi. Grazie alla guida decisamente allegra di Enrico, abbiamo raggiunto Katha in sei ore. Durante il tragitto siamo passati attraverso pietrosi paesaggi di montagna, con scarso traffico. Abbiamo visto persino un montone vivo caricato su un’auto utilitaria: davvero incredibile!! Ci siamo fermati a mangiare gozleme a Karadut e proprio qui Enrico ha nuovamente cominciato a non sentirsi bene…Questa volta però si trattava dei classici problemi di stomaco…
Ci siamo fermati poi alla Cesme pension, la più vicina alla vetta, abbiamo lasciato i bagagli e tutti e 4 siamo saliti al Nemrut (4,50 YLT) per il tramonto. Dopo il tratto in auto e la salita a piedi (circa 20 minuti) si arriva ad ammirare il sito: non ci sono parole per esprimere la magnificenza del posto, è incredibile sia il panorama sia soprattutto l’imponente mausoleo che Antioco II si è fatto costruire.
Sera cena alla Cesme pension e chiacchiere con il proprietario curdo. Causa il troppo caldo nella stanza e la scarsa igiene (in camera nostra c’era pure uno scorpione), io, Giuseppe e Cristina abbiamo dormito sul tetto godendo di una splendida stellata.
14° giorno km 460 Enrico, nonostante la seria debilitazione a causa di una notte d’inferno gastrointestinale, ha deciso di accompagnarmi a vedere l’alba in cima al Nemrut. Sveglia alle 4 e salita in vetta, dove era particolarmente freddo e ventoso (necessario avere maglioni e k-way), ma alle 5.40 è sorto il sole illuminando di una luce calda le imponenti teste del suggestivo mausoleo. Direi che il Nemrut va visto sia al tramonto che all’alba, visto che le teste sono poste sia nella west terrace che nella east terrace; la fatica della salita è ampiamente ripagata da ciò che si vede lassù..Qualcosa di unico. Noi ci siamo attardati in cima per ammirare il sito senza turisti e siamo così scesi per le 7 alla pensione.
Lasciato l’albergo, con Enrico decisamente provato e Giuseppe alla guida, abbiamo raggiunto Siverek, attraversano in traghetto anche un lago. Lì abbiamo salutato Cristina e Giuseppe perché si dirigevano verso sud a Sanliurfa: è stato davvero un piacevole incontro, speriamo di rivederci presto.
Noi invece abbiamo puntato verso Divrigi, attraversando zone curde dove è evidente la situazione di calma apparente: tanti posti di blocco, polizia frequente e pure carroarmati in centro città.
Fuorviati dalla cartina, abbiamo raggiunto Divrigi da sud, cioè da Araagir, però in realtà i 90 km che separano le due città sono tutti sterrati, con punti particolarmente critici. Consigliamo pertanto di raggiungere Divrigi solo da Sivas. Noi abbiamo impiegato più di due ore per percorrere quei 90 km e, arrivati ormai a tarda sera, abbiamo preso albergo in uno dei due presenti in città, quello in centro. Decisamente squallido.
15° giorno km 397 Alla mattina abbiamo visitato il famoso complesso della moschea (Ulimi Camii) e annesso ospedale di Dirigi (Patrimonio dell’Unesco). Il posto è interessante, ma sicuramente il ricordo più bello è legato alle persone che abbiamo incontrato, a partire dal gentilissimo custode dell’ospedale che ci ha fatto diversi the e mi ha portato a visitare il castello, ad una coppia di turisti rumeni che in moto sta raggiungendo il Nepal, ad un prof. Di francese e consorte che vivono da anni a Istanbul. Il confrontarci con queste persone e conoscere, attraverso i loro racconti, realtà diverse è stata sicuramente tra le cose più belle della vacanza. Lasciata Divrigi, questa volta via Sivas, abbiamo raggiunto Amasya dove ci siamo sistemati all’albergo Konfor Palas, entrambi provati da problemi gastrointestinali.
16° giorno km 0 Proprio a causa della debolezza mia ed Enrico, abbiamo deciso di fermarci nella graziosa Amasya per riprendere le forze; perciò con molta calma ci siamo dedicati alla visita della città: belle le tombe nella roccia (suggestive alla sera perché illuminate), le case ottomane restaurate e alcune moschee.
17° giorno km 332 Abbiamo lasciato Amasya e raggiunto la cittadina di Sinop sul mar Nero, dove abbiamo trovato alloggio nel centrale albergo OTEL 57 (ben curato e pulito). Abbiamo percorso tutto il promontorio di Sinop, per dirigerci ad una vicina spiaggia a fare il bagno.
Pranzo e cena nell’ottimo ristorante di pesce Saray, proprio sul porticciolo.
18° giorno km 253 Come suggerito dalla guida, abbiamo preso la strada costiera con direzione AMASRA, ovviamente però fermandoci prima visto che la strada è decisamente suggestiva, ma alquanto stretta e tutta curve, segue infatti il profilo della costa. Ci siamo fermati a fare il bagno più volte, per pranzo sosta a Inenbolu, mentre per dormire abbiamo fatto tappa a CIDE nel tranquillo YALI Otel, posto sul mare, dove si mangia molto bene e in più la gentile proprietaria parla inglese.
19° giorno km 82 Dopo un bel bagno nella spiaggia di Cide e un ottimo pranzo a base di pesce al ristorante KAZIM’IN YARI, posto nella baia del paese di Gideroslu (merita!soprattutto il bagno nelle verdi acque), siamo ripartiti per raggiungere nel pomeriggio la movimentata e graziosa AMASRA.
Qui è stato un pò difficoltoso trovare alloggio, anche perché una signora, fin troppo gentile, non ci lasciava un attimo di respiro proponendoci senza tregua delle pensioni di sue amiche. Finalmente abbiamo trovato un moderno albergo in centro, dove siamo rimasti ben 3 giorni, tutti dedicati al mare e al relax.
20°,21° e 22° giorno km 189 Sono stati giorni di relax e nuotate nelle pulitissime e verdi acque del Mar Nero. Dopo essere stati alla spiaggia di Bozkoi, consigliata dalla guida ma che non ci ha colpito più di tanto per la sporcizia della spiaggia, ci siamo spostati nel piccolo paese di CAKRAZ, dove poi siamo sempre tornati, anche perché abbiamo trovato l’ALAY restaurant (è anche motel) dove si mangia ottimo pesce, in più si trova sotto un pergolato proprio sul mare. Qui ci siamo dedicati anche ad una serie di partite di TAVLA (per noi Backgammon), gioco tipico in Turchia. Nel ristorante abbiamo avuto modo di chiacchierare a lungo con il giovane cameriere, Sinih, che ci ha offerto il suo punto di vista di studente universitario sui problemi politici e sociali della Turchia, dalle recenti elezioni, all’ingresso in Europa, al velo per le donne. Davvero interessante per capire un pò di più di questa terra.
Alla sera del terzo giorno abbiamo raggiunto Sofranbolu, trovando alloggio alla Cesmi Pension.
23 ° giorno km 498 In mattinata visita della graziosa Sofranbolu, con le sue case tipiche restaurate e il bel bazar; noi però in particolare ci siamo soffermati a girare per il mercato che si tiene solo il sabato, affascinati dai colori e dai volti che lo caratterizzavano.
Nel pomeriggio partenza per Istanbul dove siamo giunti alla sera, trovando alloggio in un’albergo in zona dell’aeroporto. Cena al ristorante HACI ABDULLAH (nella zona pedonale di Taskim), dove io ero stata molti anni fa: sempre ottimo, consiglio come dolce il Kunefe 8una deliziosa bomba calorica!).
24° giorno km 16 Siamo andati in aeroporto dove abbiamo consegnato l’auto, con un po’ di difficoltà perché non c’è un parcheggio per le auto prese a nolo, ma bisogna tornare agli arrivi internazionali.
Sbrigata anche questa pratica, abbiamo preso il volo per Paris e poi Bologna, dove siamo arrivati in serata.