Gran tour del Guatemala e relax sull’Isla Bonita in Belize
21/12/13
Partenza da Milano Linate via Francoforte/Houston con destinazione finale Guatemala City.
Indice dei contenuti
Il viaggio inizia con partenza prima dell’alba, a Milano incontriamo i primi compagni di viaggio, ma il gruppo sarà completo solo a Francoforte dove ci imbarchiamo sull’enorme aereo Airbus A 380 di Lufthansa.
Dopo parecchie ore di viaggio ci attende un atterraggio per rifornimento a Dallas perché su Houston sta imperversando una tempesta di sabbia, la “breve” sosta dura oltre 3 ore. Arrivati a Houston perdiamo la coincidenza per Guatemala City, nonostante avessimo, sulla carta, oltre 5 ore di sosta per il cambio volo! Da non crederci! Dopo una lunga litigata con gli addetti (scortesi) di Lufthansa otteniamo un buono per una notte in hotel e per cena un ottimo hamburger con dimensioni americane ma rimaniamo senza il volo.
Grazie a Sara, la nostra capo gruppo di AnM che trascorre la notte in bianco, il mattino abbiamo il nuovo piano voli, ma, sorpresa sorpresa, il gruppo si spacca in due, in 8 raggiungono direttamente il Guatemala, noi (Luigi e Marika) e altri 6, “fortunati”, abbiamo 3 voli: Houston – Belize / Belize – El Salvador / El Salvador – Guatemala. Stremati ma con incredibilmente tutte le valigie, dopo due giorni di viaggio, la sera arriviamo ad Antigua a 1600 metri di quota. Alloggiamo all’hotel El Descanso Cultural n°3 Santa Lucia, in pieno centro, vicino al mercato.
23/12
La giornata inizia con una tipica colazione guatemalteca a base di uova, pancetta e fagioli neri, il tutto accompagnato da succo e caffè americano. Dopodiché ci troviamo con il gruppo e andiamo a Parque Central in banca a cambiare Euro in Quetzal (QTZ) 1€=7,76 qtz. Giriamo per la città di stile coloniale alla scoperta delle viuzze caratteristiche. Le case colorate con il patio fiorito, la pavimentazione in pietra e porfido delle strade ci portano indietro nel tempo. Il tutto ha come cornice i maestosi vulcani che dominano la città: Agua (3766 m), Fuego (3763 m) e Acatenango (3976 m). Proseguiamo la visita tra monumenti, rovine maya, vediamo l’Arco 5°Av. Norte, poi la chiesa de la Merced (7 qtz) decorata con stucchi di colore giallo intenso a forma di grappoli d’uva. Visitiamo il convento con la splendida fontana, il chiostro e saliamo sul tetto con spettacolare vista sulla città.
Proseguiamo la salita a Cerro de la Cruz dove si ha la visione panoramica di Antigua con sullo sfondo il Vulcano Pacaya (2600 m), la cui cima oggi, purtroppo, è parzialmente coperta da nuvole. Osserviamo le rovine del tempio di Candelaire per poi raggiungere il sito di Santo Domingo, oggi diventato un hotel 5 stelle, dove ammiriamo i reperti archeologici, lo splendido giardino costellato di colorate orchidee e i suoi numerosi pappagalli; proseguiamo con il convento de las Capuchinas (40 qtz) con diversi cortiletti e le stanze delle monache: sono inquietanti, 18 cellette disposte intorno ad un patio centrale, dove l’unica decorazione ammessa era una croce e la statua di Gesù.
Ritorniamo a Parque Central dove c’è al centro della piazza una bella fontana con la sirena. L’area verde è circondata dalla Cattedrale, dal palazzo della Capitaneria e dal Municipio. Per riacquistare le forze ci concediamo un buon pranzo a base di carne.
Nel primo pomeriggio visitiamo le rovine della Cattedrale, un edificio senza tetto e con delle imponenti arcate e colonne che contrastano con il cielo azzurro (ingresso 1$ o 8 qtz.) Non poteva mancare una breve visita al mercato dove iniziamo a conoscere il colorato artigianato locale: qui oltre alla dolcissima frutta, vendono verdura, stoffe, cinture, pantaloni e coperte dai tipici colori scuri di sfondo e cangianti nella trama di decorazione.
Lasciamo Antigua e dopo 3 ore circa di pulmino, con la guida a dir poco “strattonata” del nostro autista, raggiungiamo Panajachel per soggiornare al Grand Hotel (purtroppo solo di nome). Per cena raggiungiamo la vicina via centrale piena di ristorantini e negozietti e ci fermiamo al Ristorante Parillada Santander, piatti abbondanti, buono il pincho mixto e prezzo intorno ai 90 qtz.
24/12
La mattinata prevede la visita al sito maya Iximchè (ingresso 50 qtz) a 2200 m di altitudine.
Per raggiungere il sito archeologico ammiriamo il lago Atitlan circondato dai vulcani; questa sarà la nostra prossima meta. Nel sito la quota si fa sentire e il vento forte rende ancora più pungente l’aria fredda. Sfidando le basse temperature (alcuni di noi indossano solo bermuda e sandali) partiamo alla sua scoperta con la guida Melvin. Si tratta di un’area situata su di una sospensione rocciosa e circondato da alti dirupi. Attraversiamo le 4 piazze con i templi Maya del Sole e della Luna, il campo di pelota, i resti dei palazzi e degli altari sacrificali. Nascosta tra la vegetazione vediamo anche una zona destinata alle cerimonie religiose e i rituali magici. Qui l’area profuma di cenere e paraffina ed è ornata di offerte.
Ripartiamo per raggiungere Sololà. Lungo la via del ritorno ci colpiscono, a lato strada, i tanti bambini che salutano e improvvisano capanne con teli per proteggersi dalla forte umidità che bagna gli altopiani.
Per strada sorpassiamo minivan chiamati chicken bus per via dei volatili che spesso trasportano sul tetto, stracarichi di gente, letteralmente appesa fuori dai pulmini, a volte con le porte aperte!
La mattinata termina con la visita al villaggio di Sololà, appollaiato a 2000 m. Qui ci perdiamo nel mercato, non turistico, quindi di notevole autenticità. Più che i profumi ci colpiscono gli abiti tradizionali indossati dalla popolazione locale: le donne, con la loro acconciatura tradizionale con due lunghe trecce intrecciate con un nastro colorato, portano abiti finemente decorati e hanno grandi coperte con cui trasportano con grande disinvoltura i bambini o imballano la spesa! Anche gli uomini sono degni di essere menzionati: alto cappello di paglia tipo cow-boy, camicie colorate, pantaloni larghi che arrivano sotto al ginocchio e stivali di pelle, a volte lavorati, a punta quadrata. Luigi con il suo 1,92 m di altezza, tra le gente locale, sembra Gulliver! Tra le bancarelle acquistiamo per pranzo: tacos, pane locale, dolcetti tipici e un casco di bananine; consumeremo il tutto per strada, osservando le famiglie che rientrano verso casa tra un andirivieni di stravaganti e colorati pullman e tuk tuk.
Raggiungiamo la piazza allestita a festa per il Natale e verso le 15 ripartiamo per San Pedro La Laguna sul lago Atitlan. Il panorama è mozzafiato: le nuvole colorate che coprono la vetta dei vulcani e la fitta vegetazione che circonda questo lago di 150 km sono indimenticabili!
Arriviamo a San Pedro, villaggio che si sviluppa ai piedi dell’omonimo vulcano. Il paese è molto bello, pieno di turisti, ci piace fin da subito per la sua vivacità ed i suoi colori. Soggiorniamo all’hotel Mikaso, con una splendida vista sul lago: molto accogliente, peccato per la doccia gelata, ma trovare l’acqua calda per tre giorni consecutivi ci è già parso un sogno!
Sfruttiamo le ultime ore di sole per esplorare il villaggio, per il paese vediamo anche piccole piantagioni di caffè poi il mercato e nella piazza una sorpresa: una festa tipo carnevale con tante persone in maschera che danzano a ritmo di musica. Rientrando in hotel assistiamo anche alla processione come per ricordarci che oggi è la vigilia di Natale. Cenone con vista lago, assaporiamo un menù tipico da vigilia al modico prezzo di 120 qtz, con romantica vista!
25/12
Feliz Navidad! Per colazione ci godiamo ancora la vista del lago Atitlan e dei suoi vulcani. Alle 8.30 con una piccola lancia raggiungiamo Santiago. Nel tragitto sediamo davanti, ma solo dopo pochi minuti scopriamo che non potevamo fare una scelta peggiore! Il vento forte proveniente da nord ingrossa il lago increspando le onde come al mare; ci dicono accade pochi giorni l’anno e noi potevamo farcelo mancare? Nonostante i poncho e i teli cerati ci prendiamo una bella lavata e dopo un’oretta di doccia continua raggiungiamo Santiago Atitlan.
La visita del villaggio dura circa un’oretta, visitiamo il mercato, la chiesa, vari negozietti in uno di questi una signora ci mostra come crea la sua acconciatura: attorciglia una treccia con un nastro facendola sembrare un copricapo. Ripartiamo per San Marcos, subito il lago sembra liscio come l’olio ma a metà strada si ingrossa nuovamente! Il paese è molto hippy, con centri di pranoterapia, massaggi e spa.
L’unica cosa che ci ha colpito è la forza della natura: si passeggia tra mango centenari, un enorme albero di ceiba in piazza, banani, caffè e canne di bambù ovunque.
Ultimo tratto in lancia verso Jaibalito; da qui partiamo per una camminata di mezz’ora per arrivare a Santa Cruz. Per pranzo ci fermiamo alla Isla Verde Restaurant: un locale carino con la terrazza su lago, immerso nel verde e tra i fiori. Il pranzo è ottimo e con piatti molto curati. Dopo un po’ di relax rientriamo con la barca a Panajachel dove ci attende il bus per Chichicastenengo. Il tragitto dura circa un’ora. Chichi è a 2200 m, e anche qui la temperatura è tutt’altro che calda. L’hotel Pop Wus è veramente modesto con camere che potremo definire kitsch. Per cena sperimentiamo il Don Pascal, piatti curati e della giusta quantità (prezzo medio 75 qtz con acqua).
26/12
Oggi è giovedì, la tappa non è casuale e ci aspetta il giorno di mercato a Chichicastenango, il mercato più colorato del Guatemala! Dopo una lauta colazione, la mattina scivola via girando tra le bancarelle. Qui si dà largo sfogo allo shopping, si contratta praticamente per tutto e compriamo maschere di legno e colorati presepi di terracotta guatemaltechi. Nella piazza colpisce la chiesa di Santo Tomas e sulla scalinata venditrici di fiori dagli abiti variopinti. All’ingresso della chiesta assistiamo a un rito propiziatorio di alcuni viandanti, i quali accendono candele e copal, un incenso naturale ricavato da una corteccia. All’interno il luogo sacro si presenta con drappi rossi e un arredamento essenziale. Per le vie incrociamo piccole venditrici di pollame vivo, poi sentiamo come “applaudire”, sono le donne che per preparare e schiacciare le tortillas se le passano velocemente tra le mani per poi cuocerle su piastre roventi dette comal.
I nostri sguardi si perdono tra i mille colori dei vestiti, delle stoffe e delle cinture appese nei vari banchetti.
La visita della città culmina con il caratteristico e colorato cimitero; anche qui i colori cangianti la fanno da padrone. La cosa bella è che i tradizionali tessuti maya non sono souvenir ma vengono utilizzati quotidianamente dalla popolazione locale e tutto ciò crea un’atmosfera unica. Gli huipilies, abiti femminili tipo tunica senza maniche, sono un intreccio decorato di fiori, figure stilizzate, animali, e la decorazione ne identifica il villaggio di provenienza.
Alle 11 inizia il trasferimento in Honduras con destinazione le rovine di Copan. La strada è molto lunga con continue curve e saliscendi, siamo in montagna. Alle 19 siamo alla frontiera, oramai è buio e speriamo di sbrigare velocemente le pratiche del visto d’ingresso temporaneo che ci permette di raggiungere solo Copan. Qui raggiungiamo l’hotel Paty, l’esterno è curato ma le stanze lasciano molto a desiderare per la scarsa pulizia e la grande umidità. Cena a pochi passi dall’hotel a base di carne alla brace, dopodiché facciamo una breve passeggiata per vedere il paese: ci appare subito più ricco e curato di quelli che abbiamo visto in Guatemala ed è una località turistica con molte strutture ricettive.
27/12
La giornata è dedicata alla scoperta della cultura Maya con la visita di due importanti siti: Copan e Quirigua.
A Copan siamo i primi turisti e alle 8.00 inizia la nostra visita che durerà circa 3 ore. (15$ ingresso). Indispensabile una guida (35$ per il gruppo). Il sito è parzialmente immerso nella foschia, il che gli dona un pizzico di mistero, ma dopo poco il caldo sole ha il sopravvento. Copan è un sito artistico e scultoreo famoso per le sue numerose e lavorate stele. E’ immerso in una fitta vegetazione e qui si aggiunge il fascino di una trentina di pappagalli multicolori detti guacamaya, che volteggiano sulle nostre teste e che, vanitosi, si lasciano fotografare. Impossibile non rimanere colpiti dalla grandiosità della piazza centrale, dai 16 templi e strutture a misura d’uomo. La gradinata dei geroglifici di 63 gradini è veramente imponente e finemente ornata da sculture.
Proseguiamo in direzione Quirigua. Il tragitto si rivela più breve del previsto, e alle 15 raggiungiamo il secondo sito Maya della giornata, sperduto in mezzo alle piantagioni di banane. La superficie è la metà di Copan. Le stele, anche qui, hanno un grande fascino, posizionate in mezzo a un grande prato (stracolmo di mosquitos che ci hanno letteralmente divorato) e circondate da una fitta foresta ed alberi stangolatori. La stele più importante è il monolito di Quirigua, il più alto monolito dell’arte maya, riprodotto sulla moneta da 10 centavos. Oggi è stata una giornata fantastica che ci ha permesso di avvicinarci alla cultura Maya, immergendoci in una natura strepitosa. In noi si è accesa la curiosità di scoprire Tikal, ormai non mancano tanti giorni!
Arriviamo in serata nella piccola e caotica Rio Dulce. Pernottiamo al El Brusa / Paradise Hotel, le camere sono discrete.
28/12
Al mattino una lancia ci aspetta per la navigazione del Rio Rulce verso Finca Tatin. Portiamo con noi solo uno zaino per i due giorni che ci fermeremo qui. Inizialmente il rio è grande, fiancheggiato da ville e barche, dopo poco il corso d’acqua si restringe e la vegetazione prende il sopravvento. Vediamo l’isola degli uccelli con i pellicani e numerose iguane che si scaldano sugli alti rami degli alberi.
Continuiamo la navigazione tra le ninfee e veniamo affiancati da ragazze che vendono conchiglie e stelle marine. L’arrivo a Finca Tatin ci affascina: i bungalows sono costruiti in mezzo alla foresta e alle mangrovie. Qui c’è un tasso di umidità altissimo, siamo letteralmente immersi nella natura, un vero paradiso di relax!
Giusto il tempo di lasciare le valigie e la lancia ci porta a Agua Caliente dove c’è una pozza di acqua calda sulfurea che crea correnti ustionanti! Sostiamo qui anche per pranzo e finalmente gustiamo un po’ di pesce. Tornati alla Finca ci concediamo un po’ di riposo sulle colorate amache che attraversano il salone. Alle 19.00 si cena insieme a tutti gli ospiti della struttura, gestori compresi.
Alle 22.30, puntualissima, si stacca la corrente, quindi si va tutti a dormire nelle capanne.
Durante la notte si scatena un forte acquazzone.
29/12
Fortunatamente ha smesso di piovere ma il cielo rimane grigio. Dopo una mattinata di totale relax, dedichiamo il pomeriggio al trekking nella foresta, attraversiamo una scuola e raggiungiamo la grande grotta con alcuni passaggi nell’acqua. Il percorso è buio e illuminato solo dalle nostre torce. In fondo alla grotta ci si può tuffare facendo un bagno ristoratore in mezzo ai numerosi pipistrelli.
30/12
Dopo colazione saliamo nuovamente sulla lancia (portate sempre con voi un giubbotto antivento) direzione Siete Altares. Dal pontile, per la felicità di Marcello, tra gli alberi scorgiamo un becco giallo, è un tucano!
La natura è veramente imponente, navighiamo in mezzo ad alti muri di roccia spesso ricoperti dalla vegetazione che la forza dell’acqua ha scavato nei secoli. Questo spettacolo ci fa sentire piccoli al cospetto di tanta grandiosità della natura. Avvicinandoci alla prima meta vediamo un sacco di pellicani e cormorani. Per raggiungere la cascata c’è una breve camminata e delle pozze d’acqua dove si può fare il bagno.
Per pranzo ci spostiamo a Playa Blanca (ingresso 10 qtz) dove iniziamo a respirare l’aria di mare sotto un pallidissimo sole. Ritorniamo a Siete Altares, alcuni partono a piedi per Livingstone per una camminata tutt’altro che bella che dura circa 1 ore e mezza. Noi invece, con la lancia raggiungiamo direttamente il paese e ci sfondiamo di birra e tacos. La sera pernottiamo all’Hotel Mesa de Los Mayas, e per cena non c’è che l’imbarazzo della scelta, è una località turistica quindi piena di locali e ristoranti.
31/12
È arrivato il grande giorno di visitare Tikal. Arriviamo al sito solo nel primo pomeriggio. Per trovare una guida non affidatevi ai primi che si propongono all’ingresso perché sono cari! Trovata la nostra guida ci immergiamo subito nel più grande sito Maya del Guatemala. Il tempo è molto instabile, violenti acquazzoni lasciano il posto ad un sole cocente e così via per tutto il giorno. La visita dura più di 5 ore, impossibile raccontare l’immensità del luogo con le sue piazze e le alte piramidi. Le foto viste su internet su Tikal hanno fortemente contribuito alla scelta del viaggio, confermiamo che ne vale veramente la pena! Verso ora di cena, stanchi e infangati, raggiungiamo l’hotel proprio fuori dall’ingresso delle rovine. Il Jungle Lodge è carino, immerso nel verde e anche se avevamo un bungalow senza bagno è ben organizzato. Oggi è l’ultimo dell’anno, ci prepariamo a festeggiarlo e dopo cena rimaniamo gli unici in sala con i camerieri per brindare l’arrivo del 2014.
01/01/14
Oggi si parte per il Belize. Con il nostro pulmino raggiungiamo la frontiera (il nostro passaporto oramai è stracolmo di timbri) e dopo 4 ore raggiungiamo Belize City e l’imbarco per San Pedro, la famosa Isla Bonita cantata da Madonna. Alloggiamo al Pedro Inn Hostal, vicino all’aeroporto. Dire che il posto è minimale è fargli un gran complimento e per questo motivo una parte del gruppo si sposta in altre strutture in centro paese. L’isola è piccola e si gira comodamente a piedi ed essendo prettamente turistica c’è l’imbarazzo della scelta per shopping e cene. Le spiagge non sono le tipiche lunghe bianche spiagge caraibiche, ci sono mangrovie e per assaporare al meglio il mare consigliamo di fare delle escursioni.
02/01
Giornata intera dedicata alla scoperta dell’isola, con passeggiate e riposo forzato da alcuni… mal di pancia!
03/01
Oggi andiamo a fare l’escursione di Hol Chan Marine Reserve (costo 35$). Con la barca ci portano a fare snorkeling alla vicina barriera corallina. Ci tuffiamo e nuotiamo in mezzo a tantissimi pesci, trigoni, tartarughe e squali nutrice, non pericolosi per l’uomo anche se fanno una certa impressione, soprattutto a Marika che se ne è visto uno a pochi centimetri dal naso mentre faceva delle foto subacquee!!!
Al nostro rientro alcuni delfini ci scortano fino quasi al molo. Anche qui non potevano mancare, oramai sono i nostri compagni di viaggio nelle ultime vacanze.
04/01 – THE GREAT
E sì, oggi è il giorno della gita al Blue Hole. L’escursione costa 180$ a testa. Si parte prima del’alba alle ore 5 di mattina vicino al molo dell’ostello dove un piccolo tender ci porta in paese a bordo e dopo una veloce colazione ci forniscono le mute e le attrezzature sia per lo snorkeling sia per il diving. Navighiamo per oltre 3 ore nell’oceano un po’ mosso solo a metà strada un po’ di tranquillità per attraversare le placide acque di un altro reef. Arriviamo al Blue Hole, la giornata non è serena, ma il sole ci regala la sua visita proprio mentre siamo sul sito. Fin dalla barca ci si rende conto che siamo in mezzo ad un fantastico buco blu: il colore del mare è incredibilmente intenso e veramente limpido. Ci immergiamo e vediamo coralli e pesci coloratissimi. Questo è un luogo incomparabile al mondo, non potevamo di certo perdercelo! Chi ha fatto diving racconta di stalattiti che svettano, uno spettacolo unico nel suo genere.
Dopo questa nuotata ci spostiamo in altri due punti della barriera corallina; il tempo non ci aiuta, verso ora di pranzo, inizia a piovere. Dopo aver lautamente mangiato, il capitano ci avverte che fuori dal reef l’oceano si è ingrossato e lui farà di tutto per affrontare le onde al meglio per rientrare a San Pedro.
Sono state quasi 4 ore lunghissime, onde alte 6 metri e continui sobbalzi come essere sull’ottovolante… non aggiungo altro!
5-6/01
Gli ultimi due giorni trascorrono all’insegna del relax, con lunghe passeggiate, bagni in piscina, sole, risate con i compagni di viaggio e un po’ di shopping. Dopo più di due settimane di tour ripariamo verso casa con tante cose da raccontare e tanti nuovi amici che sicuramente porteremo sempre nel cuore.
07/01
Il viaggio di ritorno è tranquillo, tutto in orario, ma c’è un ultimo piccolo imprevisto: a Luigi rompono la valigia (però gliene daranno una nuova) e ad alcuni compagni di avventura addirittura la smarriscono, ma fortunatamente la riceveranno a casa dopo pochi giorni! Capiamo che non sempre le grandi compagnie aeree sono impeccabili, ne abbiamo avuto al prova. Pensare che prima della partenza eravamo così entusiasti!
Cos’altro aggiungere: è stato proprio un bel viaggio con un simpatico gruppo.
Le cose più belle da ricordare? L’imponente natura con la fitta vegetazione e gli alti vulcani, i colori vivaci e i rituali del popolo guatemalteco, Copan, Chichicastenango, Tikal e lo spettacolare Blue Hole. Anche se il tempo non ci è stato molto favorevole abbiamo visto posti unici. Un viaggio da ricordare e certamente da consigliare! Un saluto e un ringraziamento ai nostri compagni di viaggio Alessandra S., Marcello, Emanuele, Alessandra M., Lorenzo e Sara, Roberto, Angela, Laura, Matteo, Giovanna, Anna, Ivan e Angela.
Come sempre questa vacanza ci ha arricchito con tante esperienze da raccontare, condividere e ricordare.