God’s Own Country, il nostro road trip in Yorkshire

Ritorno nei Parchi Nazionali dello Yorkshire
Scritto da: Fra&Gazz
god’s own country, il nostro road trip in yorkshire
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Finalmente, dopo due anni di pandemia, torniamo ad organizzare un viaggio estivo ed itinerante nel Regno Unito. Per agosto 2022, abbiamo scelto la regione dello Yorkshire, con i suoi parchi nazionali Yorkshire Dales e North York Moors. Abbiamo già visitato questa zona nel 2018, ma per questa estate abbiamo studiato un itinerario più “rilassato”, per concentrarci sui villaggi e sui luoghi che più ci avevano colpito. La pianificazione del viaggio, con prenotazione dei voli e degli hotel, risale a marzo, ma nei mesi precedenti la partenza abbiamo approfondito lo studio della zona, guardando documentari (e pagine Instagram!), leggendo le guide per le attrazioni principali e cercando luoghi poco conosciuti da scoprire. A maggio, per il nostro anniversario, ci siamo regalati la Membership annuale dell’English Heritage (115 sterline a coppia), che ci consentirà di visitare tutti i siti tutelati da questo Ente. Infine, a giugno scopriamo che i nostri amici inglesi Graham, Nick, Julie e George ci hanno preparato una sorpresa: verranno a Whitby, per trascorrere con noi due giornate nella cittadina costiera! Siamo pronti: Yorkshire, stiamo arrivando!

Road trip in Yorkshire – Diario di viaggio

Giorno “zero” – Domenica 31 luglio 2022

Partenza intelligente: poiché il nostro volo parte da Bergamo alle 6 di domattina e il viaggio da Reggio Emilia all’aeroporto richiede circa due ore, abbiamo deciso di passare la notte nei pressi di Orio. Abbiamo, quindi, prenotato una camera matrimoniale all’Hotel Mercure Bergamo, in località Stezzano, a dieci minuti dall’aeroporto (solo pernottamento € 68,93), così domattina siamo già vicini. Prepariamo i bagagli, con calma, durante il giorno e, verso le ore 18 partiamo in direzione Bergamo. Il traffico in autostrada è scorrevole e facciamo una sosta in autogrill, per acquistare la “cena”: due panini e una Coca da consumare in hotel.

L’albergo è una struttura business a quattro stelle, che rispetta gli standard della catena Mercure. La nostra stanza, n. 209 al secondo piano, è spaziosa e funzionale, con armadio aperto e lunga scrivania. Il letto è ampio e comodo, così come il bagno, dotato di tutti gli accessori. Il personale è molto gentile e ci assicura la possibilità di “early check out” per domattina. Alle 22 siamo già a nanna, pronti per la sveglia tra poche ore e per la vacanza che ci aspetta!

Giorno 1 – Lunedì 1 agosto 2022 (Yorkshire Dales National Park)

wheatsheaf inn

La sveglia suona alle ore 2.30; nel giro di un’ora, siamo già dentro l’aeroporto, dopo aver parcheggiato l’auto nel P2 coperto (€ 158,00 per dodici giorni). Il bag drop desk del nostro volo è ancora chiuso, ma davanti si è già creata una fila incredibile. Approfittiamo della possibilità (evidentemente poco amata dagli italiani) del self bag drop e spediamo rapidamente le valige. Superati i controlli di sicurezza, ci rimane giusto il tempo di prendere un caffè e una bottiglia d’acqua al bar, prima di raggiungere il gate e imbarcarci. Il volo è in orario e abbiamo anche la fortuna di un insperato upgrade nei posti “larghi” in corrispondenza dell’uscita di sicurezza. Due ore e siamo a Liverpool!

Recuperiamo i bagagli e facciamo colazione da Starbucks. Rispetto alle notizie catastrofiche giunte in Italia in merito ai disservizi e al caos degli aeroporti britannici, troviamo che il John Lennon Airport sia molto ben organizzato, anche grazie ad un traffico moderato. A piedi, raggiungiamo il parcheggio del car rental EuropCar, dove ritiriamo l’auto noleggiata (€ 580,00 per dodici giorni, con assicurazione kasko e miglia illimitate). Ci viene consegnata una Volkswagen Golf bianca. Finalmente inizia il nostro viaggio on the road. Percorriamo l’autostrada M6 fino all’uscita 37, dove imbocchiamo la A684 ed entriamo nel parco nazionale delle Yorkshire Dales. Il panorama cambia immediatamente e la strada corre sinuosa tra le colline verdi.

In poco tempo, arriviamo al villaggio di Sedbergh, il centro abitato più grande della Rawthey Valley. Dopo una prima, veloce spesa allo Spar locale (acqua e snack, per gli spostamenti in auto), parcheggiamo nel car park di Main Street. Da qui, si accede direttamente al Visitor Informations and Book Center, dove prendiamo cartine e opuscoli della zona e curiosiamo tra gli scaffali di libri usati. Sedbergh, infatti, è famosa come “booktown”: quasi tutti i negozi del villaggio, di qualunque genere siano, hanno angoli dedicati ai libri; sulla strada principale, inoltre, si trova il “book shelter”, una mini biblioteca gratuita le cui regole sono semplici: “prendi un libro, leggilo, riportalo o sostituiscilo con un altro”. Girovaghiamo un po’ per le stradine del paese, facciamo una sosta golosa alla Three Hares Bakery (un cookie e uno scone eccezionali, purtroppo accompagnati da un caffè orribile!) e infine concludiamo la nostra passeggiata nel churchyard fiorito della chiesetta parrocchiale.

Recuperata l’auto, ci godiamo le 15 miglia di strada che separano Sedbergh da Hawes: siamo circondati da pascoli verdi, punteggiati di pecorine e muretti a secco. Arrivati nella cittadina principale delle Dales, ci dirigiamo subito alla Wensleydale Creamery, dove pranziamo con due strepitosi cheesey toast e una porzione del formaggio Wensleydale, il più conosciuto anche grazie al cartone animato di Wallace e Gromit. Gustiamo tutto nella terrazza della Creamery, con una bella vista sui tetti di Hawes e sulle colline circostanti. Facciamo, poi, un po’ di shopping nel fornitissimo negozio. Eravamo già stati alla Wensleydale Creamery quattro anni fa e ci aveva colpito molto questa latteria, che include anche un museo sull’attività casearia, un cheese shop dove acquistare formaggi di ogni tipo e forma, un ristorante e una cafeteria per pranzi veloci; il nostro giudizio positivo di allora è stato oggi più che confermato! Ci spostiamo, poi, verso il centro della cittadina. Parcheggiamo nell’immenso car park del Dales Countryside Museum, che è anche uno dei principali centri visitatori del Parco Nazionale e che è stato ricavato nell’antica stazione ferroviaria. Da qui, a piedi raggiungiamo il Gayle Beck, il torrente impetuoso che attraversa Hawes tra le case, creando cascate molto instagrammabili (grazie theyorkshireman.com per la dritta!).

Percorriamo le stradine acciottolate e addobbate a festa (oggi si festeggia lo Yorkshire Day!) e visitiamo la chiesa di St. Margaret, al cui interno troviamo i banchi in legno prodotti dal famoso Robert Mouseman Thompson, con il suo marchio distintivo: i topini intagliati. Ne cercheremo tanti altri, durante la vacanza! Ritorniamo poi al Centro Visitatori, per una rapida occhiata alle telecamere che riprendono gli scoiattoli nel loro habitat, poi ripartiamo. Percorriamo tutta la Wensleydale fino ad Aysgarth, per poi deviare e salire fino al villaggio di Carperby, dove si trova il nostro albergo per le prossime tre notti: il Wheatsheaf Inn (£ 357,00 per tre notti in camera matrimoniale, con colazione inclusa). Sono circa le 16, quando arriviamo e prendiamo possesso della nostra camera (n.11 al primo piano), spaziosa e confortevole, con finestra che affaccia sul cortile e una bella scrivania in legno antico. Dopo una doccia ristoratrice, ci sediamo nel beer garden del pub per gustare ottime birre (la Black Sheep Best Bitter e la Wheatsheaf Bitter) e per iniziare il nostro diario di viaggio. Alle 19.30 abbiamo prenotato un tavolo al ristorante dell’Inn, che è l’unico pub del villaggio nonché il punto di ritrovo per turisti e locali. La nostra prima cena in UK prevede beef&ale pie e cheeseburger con formaggio Wensleydale, tutto ottimo! Facciamo due passi per l’unica via del villaggio, fino alla Market Cross datata 1674 e alla grande quercia centenaria, chiamata Jubilee Tree, per poi rientrare e “svenire” dalla stanchezza. Good night!

Giorno 2 – martedì 2 agosto 2022 (Yorkshire Dales National Park)

Ci svegliamo sotto un cielo grigio e cupo, con nuvole basse che viaggiano veloci per il vento forte. Dopo un’abbondante Full English Breakfast, servita nel pub del nostro albergo, partiamo decidendo di lasciare invariato il nostro programma di viaggio… ma, nel corso della giornata, lo stravolgeremo più volte! La prima sosta è il villaggio di Askrigg, dove visitiamo la chiesa di St. Oswald, risalente al 1446. La piazza, ornata dalla tipica “market cross”, è adibita a parcheggio, con tanto di honesty box per il pagamento.

Proseguiamo in direzione della Hardraw Force ma, invece di fermarci subito a visitare la cascata, imbocchiamo la strada che sale al Buttertubs Pass. Questo percorso attraversa l’alta brughiera che separa le valli Wensleydale e Swaledale e deve il suo nome pittoresco alle profonde spaccature nella roccia calcarea, utilizzate un tempo dai fattori per conservare al fresco il burro. Il Passo regala visuali incredibili sulle valli sottostanti, tranne che in giornate come oggi: nuvole sempre più basse e pioggia continua ci obbligano a procedere senza soste. Superato il passo, la strada scende verso la Swaledale; noi, però, svoltiamo a sinistra per raggiungere la zona più a nord delle Dales, poco conosciuta e frequentata.

La stradina single track che da Thwaite porta a Kirkby Stephen si rivela deliziosa: costeggia alcuni fiumiciattoli e attraversa minuscoli villaggi, nel silenzio più totale. Nei pressi di Keld, ci incuriosisce l’ingresso di un piccolo foothpath che conduce alle Wainwath Falls, una serie di cascatelle e rapide che rompono la quiete del torrente. In circa un’oretta raggiungiamo la cittadina di Kirkby Stephen. Qui, facciamo una passeggiata per il centro storico e ci imbattiamo in alcune particolarità. Innanzitutto, ci colpisce il Chiostro, risalente al 1810, che dalla piazza del mercato conduce alla chiesa: sotto al portico, troviamo esposte “Le regole del Mercato della città”, che qui si rispettano dal 1353. Attraversato il chiostro e lo spiazzo erboso, raggiungiamo la chiesta di St. Stephen, al cui interno è custodita la Loki Stone: si tratta di una croce scolpita risalente al X secolo; il bassorilievo rappresenta un diavolo barbuto e incatenato, il dio vichingo Loki. Nel transetto della chiesa, inoltre, è raccolta una piccola collezione di altre sculture vichinghe. Infine, tornando sulla strada principale, notiamo un pub dal nome inusuale: il Taggy Man Pub. Scopriamo così la leggenda del Taggy Man, usata per secoli per spaventare i bambini e convincerli a rientrare a casa prima del coprifuoco (ovvero le otto di sera, quando suonava la “taggy bell”). Ricomincia a piovere e noi ci concediamo una sosta caffè e mini muffin al Costa locale, poi ripartiamo.

Percorriamo la strada B6259 che scorre lungo la valle Mallerstang; facciamo un paio di foto alle rovine suggestive del Pendragon Castle ma, purtroppo, la pioggia aumenta d’intensità e non ci permette una passeggiata nei dintorni del castello. Ritornati nella Wensleydale, è giunto il momento di una visita molto attesa: la Hardraw Force, la cascata a caduta singola più alta del Regno Unito. La nostra perseveranza (visto che ci facciamo tutto il sentiero sotto un acquazzone furioso!) viene ripagata dallo spettacolo della cascata alla sua massima potenza, una meraviglia della natura. Ci avviciniamo il più possibile alla Force, raggiungibile da due sentieri diversi, e scattiamo tante foto nonostante l’effetto “spray” della cascata si senta a decine di metri di distanza. Rientrati al piccolo centro visitatori e asciugati un po’ i vestiti, decidiamo di riprovare la salita al Buttertubs Pass. Non credevamo fosse possibile, ma il meteo si rivela ancora peggiore rispetto a questa mattina e non si vede ad un metro dalla macchina. Nuvole basse e nebbia fitta, sembra di essere nella nostra Pianura Padana! Imbocchiamo la Swaledale (la valle del fiume Swale) in direzione di Mucker, decisi a fermarci al pub e micro birrificio del villaggio, ma troviamo tutto chiuso e il paesino deserto.

Proseguiamo, quindi, lungo la valle, che è veramente splendida: prati di un verde brillante (nonostante il cielo grigio), punteggiati di muretti, pecore e fienili (i “barns”, di cui scopriremo più avanti la tradizione). Attraversiamo il villaggio di Gunnerside, che rivela le sue origini legate alle cave di piombo (e dal quale partono interessanti escursioni alla scoperta delle rovine di antiche miniere), per poi arrivare a Reeth. Qui entriamo nel Centro Visitatori del Parco Nazionale per cercare qualche souvenir poi ci gustiamo una pinta al pub The King’s Arms, che si affaccia sul green del paese. Per rientrare a Carperby scegliamo di proseguire lungo la Swaledale e lungo la strada B6270, fino alla più scorrevole A6180: qui il paesaggio cambia e i pascoli verdi lasciano spazio ad un altipiano ricoperto di erica. Al Wheatsheaf Inn ci attende il nostro tavolo per la cena: due beef&ale pie, un assaggio di formaggi locali e un brownie caldo. Passeggiata, diario del giorno e siamo pronti per la nanna!

Giorno 3 – mercoledì 3 agosto 2022 (Yorkshire Dales National Park)

Questa mattina ci alziamo prima delle otto e, dopo un’abbondante colazione al pub, partiamo alla volta delle Aysgarth Falls, che si trovano a pochi chilometri da Carperby. Raggiungiamo il parcheggio delle cascate quando ancora il Centro Visitatori deve aprire: c’è pochissima gente mentre percorriamo il breve sentiero (circa un chilometro) che porta alle Upper Falls. Le cascate sono potenti e molto ampie; anche se sono molto più basse dell’Hardraw Force visitata ieri, sono uno vero spettacolo, che ci godiamo in totale solitudine. Prima di tornare all’auto, ci fermiamo sul ponte con vista sulle Middle Falls e sullo Yore Mill, un vecchio mulino di quattro piani, ora riconvertito a galleria e craft shop.

Dopo una sosta al Visitor Centre, decidiamo di avere un credito con il meteo e riprendiamo la strada per il Buttertubs Pass; da ieri, infatti, continuiamo a pensare al punto panoramico sulla verdissima Swaledale, dove non ci siamo potuti fermare a causa delle nubi basse. Ripercorriamo, così, tutta la Wensleydale (fermandoci solo per assistere all’addestramento di un cane da pastore, alle prese con il suo gregge di pecore) e la strada del Passo: sulla sommità, nonostante la pioggerellina incessante, la vista spazia su tutta la valle: finalmente niente nuvole! Procediamo per la strada che corre lungo tutta la Swaledale, attraversando i villaggi di Muker, Gunnerside, Low Row e Reeth e fermandoci ogni tanto ad ammirare il paesaggio e fotografare i “barns”, che punteggiano i campi verdi. Scendiamo, quindi, verso il paese di Leyburn, dove facciamo una sosta per un caffè e un dolcino nella splendida pasticceria Tiers&Sprinkles: dalla vetrina stracolma di delizie, scegliamo una kinder bueno cupcake e un lemon scone.

Da qui, circa dieci miglia ci separano dalla prossima tappa: il castello di Middleham, famoso per essere stato la dimora del Re Riccardo III. Il sito è curato dall’English Heritage; l’ingresso costa £ 7,00, noi entriamo gratuitamente con la Membership Card. Il castello è imponente, anche se in rovina: un’alta cerchia di mura racchiude il mastio risalente al 1170. Grazie ai pannelli informativi e alla guida che abbiamo acquistato all’ingresso, riusciamo ad individuare le varie sezioni del castello, dalle cucine alla Torre del Principe. Nel frattempo, è uscito un bel sole e, dalla terrazza che dà accesso ai piani alti della torre, ammiriamo la visuale sulla Lower Wensleydale.

Prossima tappa della giornata, a pochi chilometri da Middleham, è Masham, con i suoi birrifici. Il primo che visitiamo è la Black Sheep Brewery, dove deprediamo lo shop e ci gustiamo due pinte nel beer garden (una Special Ale per Marco e una Islander per me). Poi, ci spostiamo nello storico birrificio Theakston, che produce una delle ale più famose d’Inghilterra, la Old Peculier. Anche qui, approfittiamo del sole e della temperatura mite per gustarci due birre nel piccolo beer garden che affaccia sul cortile dell’azienda. Alle 16.30 (purtroppo!) la Brewery chiude, quindi ripartiamo per esplorare un piccolo tratto della Coverdale, una delle valli meno conosciute del Parco Nazionale. Lungo la strada incontriamo la Coverham Abbey, consacrata alla Holy Trinity, una splendida chiesa di campagna immersa nel verde dei pascoli. La chiesa è aperta ed entriamo ad ammirare la navata asimmetrica del XIV secolo. E’ una splendida scoperta: di questa piccola abbazia non si fa cenno nelle guide ma l’atmosfera che respiriamo è di pura pace. Seguendo alcune stradine secondarie, costeggiate da alte siepi, torniamo verso Carperby.

Questa sera ceniamo al pub ad un orario decisamente insolito (ci tocca il turno delle 18.30!) e in un tavolino microscopico. In effetti, avrei qualcosa da ridire sull’organizzazione della sala, ma la bontà del cheeseburger che ho scelto e delle salsicce ordinate da Marco mi fanno dimenticare ogni rimostranza. Prima di ritirarci in camera per preparare i bagagli, facciamo la “solita” passeggiata fino al green del villaggio e incontriamo un micetto bianco e nero che si fa riempire di coccole.

Giorno 4: giovedì 4 agosto 2022 (Yorkshire Dales National Park)

Ultima colazione al Wheatsheaf Inn: non possiamo che prendere due sontuose Full Yorkshire Breakfast! Liberiamo la camera verso le 9 e, caricata l’auto, partiamo in direzione della Wharfedale, la lunga vallata perpendicolare alla Wensleydale, attraversata dal River Wharfe da cui prende il nome. Percorriamo stradine strette, soprattutto nella parte settentrionale della valle; tutto intorno a noi, pascoli verdissimi e scoscesi. Il centro abitato più “importante” della zona è il villaggio di Kettlewell, punto di partenza di numerosi sentieri. Il paesino è composto da poche case, per lo più strutture ricettive, e da ben tre pubs!

Proseguiamo lungo la Wharfedale fino alla prima meta del nostro itinerario, il paese di Grassington. Il centro del villaggio è caratterizzato da una piazza acciottolata, circondata da edifici in pietra grigia; con un colpo di fortuna, troviamo parcheggio proprio nella Market Square e, da qui, andiamo alla scoperta dei negozietti che vivacizzano le due stradine del paese, Main Street e Garrs Lane. Girovaghiamo tra le vetrine colorate, per poi sederci ai tavolini dello Stripey Badge Cafè & Bookshop, dove ci lasciamo tentare dai dolci fatti in casa. Questo piccolo cafè è la quintessenza dello stile British! Spostiamo, poi, l’auto fuori dal centro storico e, precisamente, nel grande car park del National Park Visitor Centre: da qui, infatti, parte una delle passeggiate consigliate sul sito del Parco, la Grassington Riverside. Percorrendo un sentiero lastricato e delimitato da muretti in pietra (molto instagrammabile!), si scende fino al River Wharfe e al ponte di legno sulle Linton Falls.

Attraversato il ponte, seguiamo le indicazioni per la chiesa di St. Michaels and All Angels, situata sulle rive del fiume a breve distanza dal villaggio di Linton. Siamo soli e, grazie all’opuscolo informativo in italiano, esploriamo la piccola chiesa di campagna, scoprendo che la costruzione originaria, di cui rimangono due archi normanni e tre colonne, risale al X secolo. All’interno, leggiamo la storia dell’altare medievale in pietra: dopo la Riforma, ne fu ordinata la rimozione e distruzione ma i fedeli riuscirono a nasconderlo; nel 1861, infatti, fu ritrovato sepolto sotto la navata laterale. La piccola Lady Chapel, inoltre, nasconde alcuni topolini intagliati: l’arredamento, infatti, è stato commissionato a Mouseman Thompson. Ripercorrendo a ritroso la passeggiata, torniamo al car park. Da qui, proseguiamo lungo la poco trafficata B6160 fino al villaggio di Burnsall. Lasciamo l’auto nel parcheggio vicino al Burnsall Bridge e ci incamminiamo lungo il River Wharfe: un breve e ombreggiato sentiero ci porta fino alla chiesetta di St. Wilfrid che visitiamo.

Dopo una sosta su una delle panchine del green, da dove possiamo ammirare intrepidi bagnanti nelle acque del fiume, ripartiamo in direzione di Skipton. Lungo la strada, dall’alto vediamo la chiesa in rovina di Bolton Abbey, in posizione suggestiva sulla riva del fiume Wharfe. Avevamo già visitato il sito quattro anni fa, ma ci fermiamo comunque per una foto panoramica. Dopo tre giorni di giri solitari nelle Valli, la cittadina di Skipton ci appare caotica e trafficata ma, grazie all’ennesimo colpo di fortuna, troviamo parcheggio nella centralissima High Street. Dopo un caffè da Cafè Nero, percorriamo la pedonale Sheep Street e visitiamo Victoria Square, una piazza piena di locali, nascosta e raggiungibile da uno dei tanti, stretti passaggi che si aprono tra le case.

Arriviamo, poi, alla chiesa di Holy Trinity, proprio a fianco dell’imponente Skipton Castle. La fondazione della chiesa risale al 1120, ma fu poi ampliata nel 1300 e nel 1480. Leggendo la guida, scopriamo che nel 1909, vicino alla porta nord, furono trovate delle strane aperture nella pietra che pare formassero la cella di un eremita. L’interno è ricco di altri dettagli unici, come i particolari sedili in pietra destinati agli alti prelati e il tetto in quercia, originale del 1480. Usciti dalla Holy Trinity Church, facciamo una passeggiata lungo il Canale che circonda Skipton, lo Spring Branch Canal, per poi risalire verso Sheep Street e concederci due birre nello splendido beer garden del Woolly Sheep Inn.

Stasera ci aspetta la prima delle due notti prenotate in appartamento, a Carleton. Prima di lasciare Skipton, quindi, ci fermiamo all’immenso Tesco Superstore per fare un po’ di spesa. Verso le 18.00 raggiungiamo il Wend Gardens Apartment, gestito dagli hosts Mel e Jason e prenotato tramite Airbnb (€255,00 per due notti): la struttura è un bijou! Un appartamento a piano terra con una grande sala accogliente e angolo cottura super attrezzato; in frigo, troviamo uova, burro, latte e pane per la colazione! La camera da letto è molto curata, con un bel letto comodo e il bagno annesso. Ci sentiamo subito a casa e siamo contenti di aver scelto questa sistemazione.

Dopo esserci ambientati, ci prepariamo una cenetta casalinga a base di toast e formaggio Chesire. La serata trascorre veloce, scrivendo il nostro diario di viaggio e rilassandoci nel salotto di casa.

Giorno 5: venerdì 5 agosto 2022 (Yorkshire Dales National Park)

Questa mattina, ci prepariamo la colazione nel nostro appartamento: pane tostato con burro e marmellata, brioches, succo d’arancia e caffè. Verso le 9,30 partiamo e, percorrendo strade secondarie, raggiungiamo una delle mete più conosciute della zona: Malham e le sue attrazioni naturali. Abbiamo studiato le varie camminate che partono dal centro visitatori del Parco, situato al limitare del villaggio, e abbiamo deciso di percorrere il sentiero che ci condurrà alla Malham Cove. Lungo la strada, che attraversa il centro di Malham e conduce poi verso la valle, ci fermiamo per visitare il Town Head Barn, un fienile del XVIII secolo ristrutturato dal National Trust e adibito a piccola mostra sulla funzione dei fienili nelle Dales: impariamo, così, che queste strutture che punteggiano i campi delle Valli sono state usate per oltre duecento anni come ricovero per il bestiame e, al primo piano, magazzino per il fieno. Un pannello ci descrive poi i caratteristici “owl’s holes”: i gufi erano incoraggiati ad entrare, mediante queste aperture sul tetto e nei muri del fienile, per dare la caccia a topi e ratti. Tornati sul sentiero, percorriamo circa un miglio fino ad arrivare ai piedi della Cove, un imponente anfiteatro naturale di pietra calcarea, alto 70 metri. Ai suoi piedi, scorre un placido torrentello, che rende il luogo ancora più suggestivo. Abbiamo fatto bene ad arrivare abbastanza presto, perché il sito si sta riempiendo velocemente di famiglie con bambini ed escursionisti più esperti; questi ultimi, probabilmente, proseguiranno il sentiero che, mediante una salita a gradini a fianco della Cove, conduce fino in cima. Noi ripercorriamo, a ritroso, la strada che ci ha condotto qui e torniamo all’auto, quando ormai il parcheggio del Centro Visitatori straborda di turisti.

Nel vicino villaggio di Ayrton si trova la nostra prossima tappa, il Town End Farm Shop (fattoria, macelleria, azienda agricola con spaccio, casa vacanze e bar ristorante): qui ci concediamo un pranzo bello carico, per riprenderci dalla camminata fino alla Cove! Mangiamo mac’n’cheese con patatine e ham, eggs & cheese con contorno di rösti di patate: tutto ottimo, cucinato con prodotti genuini.

Seguendo, poi, stradine single track che attraversano i villaggi di Calton, Winterburn e Hetton (e circondati da un paesaggio talmente verde da sembrare la schermata iniziale di Windows!), risbuchiamo sulla strada B6265 all’altezza di Cracoe. Ci attende un pomeriggio di passeggiate nella poco frequentata Nidderdale, che raggiungiamo passando i villaggi di Grassington e Hebden. La strada si rivela una meraviglia, per gli scenari che offre: sale fino a Greenhow Hill per poi “precipitare”, con pendenze del 18%, fino a Pateley Bridge. Attraversiamo, senza fermarci, il trafficato paesino per imboccare la strada che conduce ai reservoirs, i grandi bacini artificiali che caratterizzano la zona e che sono considerati le riserve idriche dell’intero Yorkshire. Vorremmo passeggiare intorno al Gouthwaite Reservoir ma la stradina corre più in alto rispetto al lago e non concede punti di accesso. Giunti nel paesino di Wath, proviamo, quindi, a chiedere ad un locale, che ci consiglia un foothpath lungo il torrente. Il sentiero procede fino al Dam, la diga; una volta qui, scopriamo che il “vecchio” percorso lungo il lago è chiuso, così come l’accesso al coronamento della diga. Rimane un sentiero “nuovo”, immerso nel bosco, dal quale però non si ha alcuna visuale sul reservoir né alcun accesso alle rive; decidiamo, allora, di rientrare a Wath.

Sulla strada del ritorno, però, incontriamo lo svincolo per un altro lago artificiale: il Grimwith Reservoir (di cui avevamo letto sul sito The Yorkshireman). Stavolta veniamo ripagati da una splendida passeggiata che conduce alla diga e, volendo, consente di fare il giro del lago. Camminiamo, in compagnia di tante pecore che brucano indisturbate, per un’oretta. Il posto ci ha veramente affascinato e ci ripromettiamo di tornare, per completare il sentiero ad anello (di circa 4,5 miglia). Ritrovata la strada B6265, rientriamo verso Skipton e verso il nostro appartamento.

Approfittiamo dell’orario (sono circa le 19) e della luce del sole ancora alto, per bere una birra fresca nel patio davanti a casa e per fare una passeggiata tra i cottages di Carleton; tra le casette, svetta la ciminiera di un vecchio mulino, oggi riconvertito a residenze private. Passiamo, poi, una tranquilla serata casalinga, con cena a base di toast e formaggi freschi.

Giorno 6: sabato 6 agosto 2022 (Yorkshire Dales – North York Moors)

fountains abbey

Dopo aver salutato il “nostro” appartamentino e i due cagnoni dei proprietari, partiamo; oggi si cambia Parco Nazionale: dalle Yorkshire Dales ai North York Moors. Lungo il tragitto, facciamo due soste. La prima, non programmata, ad Harrogate, per vedere lo stadio dell’Harrogate Town A.F.C. Anche se non c’è lo shop, lo stadio è accessibile e possiamo scattare foto al campo e alle tribune.

Poi ci spostiamo a Fountains Abbey and Studley Royal Park, una enorme tenuta gestita dal National Trust nonché patrimonio dell’Umanità UNESCO. L’ingresso costa £ 17,00 a testa; noi entriamo gratuitamente, grazie all’affiliazione tra National Trust e English Heritage. Essendo arrivati presto, troviamo facilmente parcheggio; quando usciremo, invece, noteremo che i car parks sono pieni e non è più consentito l’accesso. Percorrendo i sentieri del parco, raggiungiamo le suggestive rovine dell’Abbazia, che lasciano trasparire quanto fosse maestosa e ricca prima della Dissoluzione..  Passeggiamo nella grande chiesa a cielo aperto, tra le rovine dei locali un tempo abitati dai monaci e nel magnifico cellarium con volte a botte, incredibilmente sopravvissuto.

Torniamo al centro visitatori quando ormai è mezzogiorno passato e ci fermiamo nella grande cafeteria per mangiare due sandwich. Riprendiamo il nostro itinerario. Dopo un veloce caffè nel paese di Thirsk, è ora di varcare i confini del parco nazionale dei North York Moors… e l’ingresso è spettacolare, attraverso la salita al Sutton Bank (la strada è abbastanza larga ma raggiunge pendenze del 20% in mezzo ai boschi). Subito incontriamo il centro visitatori del Parco e facciamo la consueta scorta di brochures e mappe.

Una curiosità che ci ha appassionati dopo la scorsa vacanza nei Moors è la storia di Robert Mouseman Thompson, un falegname che fondò la propria azienda nel primo Novecento e, in poco tempo, si impose nel mercato di mobili per chiese e strutture ecclesiastiche. Thompson scelse, come marchio e firma personale, un “mouse”, un topolino: da allora, tutti i mobili della sua azienda sono caratterizzati da un piccolo topolino intagliato. Cercheremo, quindi, di visitare le chiese dove Thompson ha lasciato il suo marchio, che sono tante distribuite su tutto il territorio dei Moors (e non solo!). Iniziamo proprio dal suo paese natale, Kilburn, dove ancora oggi è attiva l’azienda di famiglia. È possibile visitare la struttura, a partire dal centro visitatori pieno di souvenir a forma di topino (ma che prezzi!). Qui a Kilburn, nella chiesa di St. Mary, riusciamo a scovare sei topolini intagliati e nascosti. Ci spostiamo, poi, nel vicino villaggio di Coxwold. La graziosa chiesetta di St. Michael, che risale al 1420, ospita due topolini nascosti nella Lady Chapel oltre all’impressionante tomba medievale di sir William Belasyse. Nel guest book all’entrata troviamo le nostre firme di quattro anni fa!

La prossima tappa è l’Abbazia di Ampleforth, moderna (in quanto terminata nel 1950) e sede di college. Purtroppo lo shop (famoso per il sidro e la birra prodotti qui) è chiuso per manutenzione. La visita della grande chiesa, però, riserva una sorpresa: gli arredi, seppur relativamente nuovi, provengono dalla Thompson e nascondono un sacco di topini! Dal moderno all’antico: dopo l’Abbazia di Ampleforth, andiamo a visitare le rovine di Byland Abbey. Nonostante oggi rimanga ben poco, a parte la facciata anteriore e le fondamenta del monastero, dalle dimensioni del sito si può ben capire perché fosse definita “l’Abbazia più ambiziosa del XIII secolo in Inghilterra”. Nel periodo di massimo splendore, la struttura poteva accomodare oltre 100 monaci e 200 fratelli laici! Ci prendiamo una buona mezz’ora di relax, seduti su una panchina lungo i resti dell’immensa navata.

Il nostro giro prosegue nel villaggio di Oswaldkirk. L’omonima chiesa, dedicata al re e martire Oswald, è semplice ma graziosa e ci regala un topolino di legno intagliato nel leggio. Prima di arrivare alla meta serale, facciamo una piccola deviazione per Kirkdale, dove si trova la St. Gregory Minster, famosa come “chiesa senza villaggio”. La troviamo chiusa, vista l’ora, ma sotto al portico è comunque visibile l’architrave sassone risalente all’XI secolo.

La stanchezza inizia a farsi sentire e andiamo a prendere possesso della nostra stanza al New Inn di Cropton, dove resteremo per due notti e relative cene al pub (due notti in camera matrimoniale, con colazione inclusa, £ 170,00). Il New Inn è la tipica locanda inglese di campagna, un pub con camere e (bonus!) un micro birrificio. La camera che ci viene assegnata, la n.7, sente un po’ il peso degli anni, ma è pulita e funzionale (nel micro-bagno, la micro-doccia è forse la più potente che abbiamo trovato!). Dopo un aperitivo a base di birre locali nello splendido beer garden, ceniamo in una delle tante stanze del pub: scegliamo due beef&ale pies, con contorno di cheese garlic pitta: tutto perfetto. Dopo cena, ci gustiamo un’ultima birra nel giardino prima di ritirarci nella nostra stanza e studiare il programma di domani.

Giorno 7: domenica 7 agosto 2022 (North York Moors National Park)

blakey ridge

Sveglia presto, colazione alle 8.30 e partenza intelligente: alle 10.00 (ovvero all’orario di apertura) siamo all’ingresso della Rievaulx Abbey, “le rovine più belle d’Inghilterra”. L’ingresso costa £10,00, noi entriamo gratuitamente con l’English Heritage Membership. Il colpo d’occhio è impressionante, già dall’entrata attraverso il centro visitatori; abbiamo la possibilità di visitare l’immenso complesso in totale solitudine: la maestosa abbazia senza tetto, il chiostro, il refettorio in rovina, l’infermeria, gli alloggi dei monaci e dei fratelli laici. C’è anche un piccolo museo che racconta la storia dell’Abbazia, con i pochi reperti recuperati dopo la Dissoluzione. Leggiamo che l’abate William e 12 monaci cistercensi fondarono Rievaulx nel 1132. Il monastero prosperò e, già nel 1160, arrivò ad ospitare 640 uomini. Per 400 anni fu luogo di pace, carità e ospitalità fino alla soppressione voluta da Enrico VIII. Nel museo è custodita una barra di piombo di circa mezza tonnellata, con impresso il sigillo di Re Enrico: è tutto ciò che rimane del grande tetto dell’Abbazia e simboleggia “il trionfo” del Sovrano sui monasteri. Trascorriamo qui la mattinata, concludendo la nostra visita con un caffè “vista rovine”.

Quando il sito inizia a riempirsi di persone, noi scappiamo e ci dirigiamo al vicino paese di Helmsley. La piazza del mercato è gremita ma troviamo parcheggio e girovaghiamo tra le piccole vie pedonali fiorite del centro. Nella chiesa di All Saints ammiriamo gli affreschi murali (dei quali ci colpiscono i colori vividi: apprendiamo che sono stati dipinti nel 1909 e rappresentano la Cristianità, sotto forma di albero genealogico delle parrocchie della zona) e scopriamo quattro topini di Mouseman. Tornati nella piazza, approfittiamo della Coop locale per acquistare il pranzo al sacco di oggi: sandwich e coca cola, che mangeremo più tardi.

Dedichiamo il pomeriggio alla scoperta di due altopiani: il Rosedale Moor e il Blakey Ridge. Iniziamo il nostro itinerario attraversando il super instagrammato villaggio di Hutton-le-Hole: c’è tanta gente perché è in corso una gara podistica, esattamente come quattro anni fa! Noi ci dirigiamo al villaggio vicino: Lastingham. La piccola chiesa del paese, St. Mary’s Church, racchiude una meraviglia: una cripta normanna dell’XI secolo, precisamente risalente al 1078. Siamo soli e il luogo è suggestivo; nella cripta è custodita l’Old ‘Ain Howe Cross, la parte superiore della grande croce che svettava sul Rosedale Moor. Accendiamo una candelina votiva e ammiriamo la cripta in silenzio. Risaliamo poi nella chiesa, dove è possibile acquistare marmellate fatte in casa, pagando all’honesty box. Troviamo un tavolo da picnic proprio accanto alla chiesetta: è il luogo ideale per il nostro pranzo.

Imbocchiamo, quindi, la strada che sale al Chimney Bank, la sommità dell’altopiano. Ci fermiamo al viewpoint, che gode di una vista incredibile sulla sottostante vallata verde, nonché sulle rovine della ferrovia dei minatori. Poi la strada piomba sul villaggio di Rosedale Abbey (che, nonostante il nome, non vanta alcuna abbazia!), con una discesa mozzafiato al 30% di pendenza. Dopo il villaggio, si risale e ci si addentra in un mare di erica in fiore. Decidiamo di raggiungere la Esk Dale, a nord, mediante una minuscola stradina single track con paesaggi incredibili e sconfinati: da qui, si vede fino al mare. Arriviamo a Danby, dove ci concediamo un caffè nel vittoriano Moors Visitor Centre. Da qui, poche miglia di separano da Castleton. Durante la preparazione del viaggio, abbiamo scoperto che Mouseman è giunto sino a qui: all’interno della chiesa, infatti, troviamo un vero e proprio trail, una caccia al tesoro per rintracciare i dieci topini intagliati e nascosti tra gli arredi. L’ultimo è addirittura sul cancello esterno della chiesa!

Per rientrate verso Cropton, percorriamo la strada forse più famosa dei Moors, il Blakey Ridge, fermandoci per ammirare l’alta croce, il punto panoramico sul Blakey Bank, il pub Lion Inn sperso nelle brughiere, un’antica pietra miliare circondata dall’erica e dalle pecore libere di pascolare. Prima di rientrare, decidiamo un’ultima deviazione, che si rivelerà al tempo stesso angosciante ed esilarante: percorriamo la vallata Farndale, lungo una stradina minuscola infestata da fagiani in miniatura che corrono davanti all’auto ma non si spostano per farci passare! Tornati al nostro pub, ci prendiamo una birra da consumare nel beer garden, in attesa della cena che, stasera, crea molte aspettative: è domenica e c’è il Sunday Roast! Scegliamo tra le tre versioni proposte (roast beef, roast pork o roast chicken) e affrontiamo affamati un piatto spettacolare, con contorno di purè, yorkshire pudding, verdure e garlic pitta.

Dopo cena, facciamo due passi tra i cottages del villaggio e poi torniamo in camera per scrivere il diario e preparare le valige.

Giorno 8: lunedì 8 agosto 2022 (North York Moors National Park)

Ultima colazione al New Inn. Io-Francesca decido di scegliere un’opzione light (o, almeno, così è indicato nel menu): mi viene servito un piatto squisito con due uova fritte e cinque fette di bacon, non proprio l’idea di “leggero” che avevo in mente”! Partiamo alla volta di Pickering; oggi è giorno di mercato e la via principale è piena di bancarelle.

Noi ci rechiamo subito nella chiesa di St. Peter and St. Paul, per ammirare i murales colorati lungo la navata: queste immense immagini dipinte risalgono al XV secolo e i colori vividi sono il risultato del restauro compiuto nel 1870. All’interno della chiesa si sta servendo il cream tea e parte della navata è occupata da tavolini imbanditi e persone che fanno colazione. Visitiamo, poi, la stazione dei treni, terminale della North Yorkshire Moors Railways. Sulla banchina vediamo uno dei treni in partenza, con vagoni antichi in legno ma alimentato a diesel. Oggi seguiremo il percorso di questa famosa ferrovia (che viaggia immersa nei Moors per 24 miglia, da Pickering a Whitby), visitando alcune stazioni lungo la strada e sperando di incontrare qualche treno a vapore.

Prima, però, facciamo una passeggiata lungo il torrente che attraversa Thorton-le-Dale, per fotografare il cottage più instagrammabile della regione. Il villaggio è delizioso e noi trascorriamo un po’ di tempo nella piazza centrale e nei fornitissimi village stores Wardill Bros. Ci spostiamo, poi, lungo la North Yorkshire Moors Railways, nel minuscolo villaggio di Lewisham, che si raggiunge mediante una stradina “saliscendi”, con una pendenza del 20%; un altro saliscendi e una stradina ancora più stretta, più ripida e frequentata da greggi di pecore conduce alla piccola stazione, dove il tempo si è fermato. Nel paese, visitiamo la piccola chiesa parrocchiale di St. John the Baptist, dove (a sorpresa!) troviamo tre topini di Mouseman.

Torniamo sulla A169, la strada principale che costeggia l’enorme cratere chiamato “Hole of Horcum”, e puntiamo la stazione dei treni di Goathland: a Lewisham, infatti, abbiamo studiato la tabella di oggi e abbiamo letto che alle 13.50 un treno a vapore sarebbe arrivato a Goathland: non ce lo facciamo scappare! Dopo l’arrivo del treno (atteso da una discreta folla di turisti e immortalato mentre sbuffa!), ammiriamo la stazione dipinta di arancione, famosa come filming location di Harry Potter (nei film, è la stazione di Hogsmeade). Ci concediamo anche un pranzo veloce nella cafeteria ricavata nella vecchia rimessa. Dopo pranzo, visitiamo il villaggio, famoso in tutto il Regno Unito per essere stato il set del telefilm Heartbeat: una fila di negozietti di souvenir e tea rooms, delizioso!

Ci attira, poi, la chiesetta di St. Mary, proprio al limitare del villaggio; all’interno si trovano ben 9 topini di Mouseman, con tanto di caccia al tesoro con indizi per stanarli: riusciamo ad individuarli e fotografarli tutti! Ci concediamo, quindi, un caffè al bar del Mallyam Spout Hotel, proprio di fronte alla chiesa.

Ripresa l’auto, percorriamo le strette stradine degli altopiani, in mezzo a distese di erica in cui pascolano beate le pecore. Tutto l’insieme ci trasmette un grande senso di serenità. Passando da Beckhole (un villaggio formato da tre case e il pub più piccolo d’Inghilterra), torniamo sulla strada principale: sono quasi le 17 e a Whitby ci attendono i nostri amici inglesi, George, Julie, Graham e Nick, per passare con noi una giornata di vacanza. Piazziamo i bagagli in hotel, The White House Inn, poi arriviamo sul porto di Whitby per incontrarli. Il pomeriggio e la serata trascorrono tra chiacchiere e birre al pub The Fleece, una cena di pesce al ristorante The Edge, altre chiacchiere e altre birre al pub The Ship.

Rientriamo, poi, all’hotel. Siamo già stati al White House Inn nel 2018 e, forse, è l’hotel più bello dove abbiamo soggiornato in UK, soprattutto per la posizione sulla West Cliff, con una vista spettacolare sul mare e sui prati verdissimi del campo da golf. Abbiamo scelto la stessa tipologia di camera del precedente soggiorno e ci viene assegnata la medesima stanza, la n.6 al primo piano: enorme e bellissima, appena ristrutturata, con divano angolare, letto king size e scrivania ampia, oltre ad un’anticamera/cabina armadio e al bagno (quest’ultimo, un po’ vecchiotto, in contrasto con il resto dell’hotel). Il punto di forza della stanza è, sicuramente, l’ampia vetrata con vista mare.

Resteremo al White House Inn per tre notti (camera superior con trattamento B&B, £ 450,00).

Giorno 9: martedì 9 agosto 2022 (North York Moors National Park)

whitby abbey

Per la prima colazione alla White House, decidiamo di riprovare le cheesy omelette, già gustate nel 2018: sono proprio come ce le ricordavamo, cioè enormi e deliziose, con un quintale di formaggio fuso e almeno sei uova! “Leggermente” appesantiti, prendiamo l’auto per andare a visitare la Whitby Abbey (ingresso £ 10,00, gratuito con English Heritage Member Card). Il parcheggio dell’Abbazia è raggiungibile da una stradina laterale alla A171; percorrendola, si hanno visuali splendide dell’Abbey in lontananza. Un altro modo per raggiungere il sito è a piedi, salendo i 199 gradini che partono dal porto di Whitby.

Le rovine gotiche sono davvero incantevoli, soprattutto per la posizione, a picco sulla scogliera che sovrasta Whitby. Passeggiamo lungo la navata senza tetto e ammiriamo le colonne rimaste in piedi nonostante secoli di intemperie. Quando il sito comincia a riempirsi di gente e il caldo si fa sentire, noi ci spostiamo prima nel museo e nello shop del Visitor Centre, poi andiamo a visitare l’adiacente chiesa di St. Mary, circondata da lapidi di pietra. Il luogo è talmente suggestivo che, proprio qui, Bram Stoker ha ambientato la storia di Dracula. Proprio a causa della connessione con il romanzo gotico per eccellenza, troviamo un buffo cartello affisso alla porta della chiesetta: “Please do not ask staff where’s Dracula’s grave is as there isn’t one”, non chiedete allo staff dov’è la tomba di Dracula perché non esiste! L’interno della chiesa, descritto in tono entusiastico dalla nostra guida di Whitby, a noi sembra un guazzabuglio di oggetti disposti a caso e ci ricorda più un museo polveroso che un luogo di preghiera. Ci colpiscono, però, i banchi interamente chiusi “a recinto”, disposti in ordine sparso rispetto all’altare principale.

Usciti dalla chiesa, facciamo una passeggiata sulla scogliera, godendoci la vista di Whitby dall’alto, poi i nostri amici ci richiamano all’ordine! Scendiamo all’harbour e ci piazziamo al pub The Pier, dove resteremo a bere e chiacchierare fino alla loro partenza, verso le cinque del pomeriggio. Percorriamo, poi, il lungo porto, strapieno di gente vista la giornata calda, e Marco fa merenda mangiando una coppetta di gamberetti e una di chele di granchio da asporto, al Seafood Shack. Dopo aver camminato tra le vie del centro e lungo il pontile, rientriamo in hotel, dove abbiamo prenotato un tavolo per le 19.30. Ci attende una cenetta a base di cocktail di gamberetti, garlic bread, beaf&ale pie e Whitby scampi. Tutto buonissimo.

Infine, ci spostiamo nel beer garden per guardare il sole che tramonta e per bere un’ultima birra. Passiamo poi la serata in camera, a scrivere le cartoline.

Giorno dieci: mercoledì 10 agosto 2022 (North York Moors National Park)

Dopo un’abbondante colazione (full english breakfast e scrambled eggs on toast) nella sala vista mare, partiamo per la nostra mattinata sulla costa dello Yorkshire. La prima meta della giornata è la cittadina balneare di Saltburn-by-the-sea. La giornata si preannuncia calda, il termometro dell’auto segna già 27 gradi alle 10: non era mai successo, da quando siamo arrivati in UK!

Saltburn è famosa per il suo pontile vittoriano e la sua “Cliff Tramway”, che collega la spiaggia e il Pier alla parte alta della città. Troviamo la cittadina abbastanza trafficata e affollata da vacanzieri, ma riusciamo a parcheggiare vicino al belvedere e, da qui, prendiamo la famosa funicolare, la più antica bilanciata ad acqua dell’Inghilterra: la Tramway risale al 1884 ed è ancora funzionante, non possiamo lasciarci sfuggire questa meraviglia vittoriana! In attesa di salire nella cabina, scopriamo che la funicolare percorre un dislivello di circa 37 metri in 55 secondi; che le due cabine possono ospitare 12 persone ciascuna e sono azionate da serbatoi di 1000 galloni d’acqua!

Meno di un minuto e ci ritroviamo sul lungomare, gremito di turisti e di bagnanti carichi di borse e tende per la spiaggia. Noi ci beviamo qualcosa di fresco, poi facciamo qualche foto al pontile vittoriano (risalente al 1869: una volta misurava ben 450 metri ma fu parzialmente distrutto da una tempesta; oggi si allunga nel mare per circa 206 metri) e ai coloratissimi beach huts (una strana combinazione tra una cabina e un bungalow). Poi, riprendiamo la Tramway per tornare all’auto.

La prossima tappa è la cittadina di Guisborough, nell’entroterra. La chiesa che contiene il cenotafio della famiglia De Brus, purtroppo, è chiusa; visitiamo le adiacenti rovine della Priory, sito gratuito gestito dall’English Heritage. Del priorato fondato nel 1119, oggi rimane solo l’immenso arco della chiesa. Decidiamo, poi, di spingerci fino al minuscolo villaggio di Faceby che, sulla guida dello Yorkshire, viene nominato per la sua chiesetta, dedicata a St. Mary Magdalene, con una ricca collezione di topini di Mouseman: ne scoviamo ben 13!

Attraversiamo il vicino villaggio di Carlton-in-Cleveland, ancora addobbato per il Giubileo della Regina; procediamo, poi, per le stradine assolate dei Moors, incrociando i paesini di Easby, Kildale, Castleton, Danby, Lealholm, Egton ed Egton Bridge. Quest’ultimo villaggio si trova in una valle profonda e, per raggiungerlo, bisogna percorrere strade minuscole con pendenze del 33%! Qui ci fermiamo per una visita alla chiesa di St. Hedda, che si fregia del titolo di Cattedrale dei Moors. L’interno, piuttosto recente, racconta la storia e ospita le reliquie del Beato Nicholas Postgate, il “prete dei Moors”.

Ci spostiamo, quindi, nel paese di Grosmont, una stazione della North Yorkshire Moors Railways. Sulla banchina, ci riposiamo e attendiamo una mezz’oretta per assistere all’arrivo del treno a vapore, che riparte poi diretto a Pickering.

Rientriamo verso Whitby e raggiungiamo la Whitby Brewery, un birrificio artigianale con una splendida distesa, con vista sulle rovine dell’Abbey. Fa ancora caldo, circa 28 gradi, e una birra fresca ci vuole proprio! Ordiniamo una pinta di Whitby Whaler e una di Abbey Blonde, per poi sederci ad un tavolino e goderci la vista incredibile. Unico dettaglio negativo della birreria: non ha parcheggio! Trovandosi su una stradina minuscola e senza uscita, per raggiungerla è necessario lasciare l’auto nel parcheggio a pagamento dell’Abbazia.

Alle 19.00 siamo rientrati in hotel, pronti per la seconda cena prenotata qui. Ci gustiamo due enormi fish&chips, accompagnati da una Coca Cola dissetante. A fine cena, creiamo il panico ordinando due caffè: la macchinetta è in fase di pulizia e la cameriera ci dice che dobbiamo attendere una mezz’ora. Poco male: rinunciamo al caffè, per spostarci nel beer garden e assistere allo splendido tramonto sul mare. Poi, approfittando della luce, andiamo sull’harbour, per una passeggiata lungo il pontile fino al faro (raggiungiamo il primo, dei tre che adornano il porto di Whitby). Oltre alla luce calante, che tinge di rosa l’enorme spiaggia verso la West Cliff, ammiriamo anche una magnifica luna che sorge, quasi piena, sul porto. Dopo la “tradizionale” giocata alle macchinette in una delle tante sale giochi, rientriamo al White House Inn per preparare i bagagli: domani ci aspetta una giornata di viaggio verso la tappa finale della nostra vacanza.

Giorno 11: giovedì 11 agosto 2022 (North York Moors – trasferimento)

Ultima colazione al White House Inn, quindi scegliamo ancora le omelettes con cheddar. Sempre buone ma salatissime!

Salutiamo l’hotel e il mare (nonché lo stadio del Whitby F.C.) ma non i Moors: per gli ultimi acquisti, ritorniamo nei carinissimi e super forniti village stores di Goathland, dove ci gustiamo anche qualcosa di fresco per placare la sete. Scendiamo anche alla stazione, perché sta arrivando un treno a vapore.

Ripercorriamo la meravigliosa stradina in mezzo all’erica che conduce alla A169, la strada principale che ci conduce a Pickering e a Malton. Da qui, inizia il nostro coast-to-coast per arrivare a Liverpool, dove dormiremo questa sera.

Lungo il percorso, quasi tutto su autostrada, evitiamo di entrare nel traffico delle grandi città, ma facciamo alcune soste per “spezzare” il viaggio: visitiamo lo stadio dello York City (una delusione, perché blindato e con shop poco fornito… per fortuna che lì vicino c’è un centro commerciale con Primark e WHSmith!); pranziamo ai services Leeds Skelton Lake (da sempre, apprezziamo i grandi autogrill inglesi); infine, ci fermiamo allo stadio Elland Road di Leeds, dove io-Marco mi perdo nell’immenso store pieno di merchandise della squadra.

Verso le 18.30 siamo a Liverpool e prendiamo possesso della camera prenotata presso l’hotel Jurys Inn Liverpool (£ 98,10 per una notte; grazie al programma fedeltà della catena Jurys Inn, abbiamo diritto alla colazione gratuita). Siamo stati diversi volte in questo albergo, che apprezziamo per la posizione eccezionale sull’Albert Dock; quest’anno ci viene assegnata la stanza n. 445 al quinto piano. L’arredamento è ben curato, la camera è spaziosa e pulita; dalla finestra vediamo l’Arena e la grande ruota panoramica.

Dopo esserci sistemati e rinfrescati (la giornata è stata caldissima, siamo nel pieno di una ondata di caldo record per l’Inghilterra), a piedi andiamo in centro per la cena: scegliamo un ristorante della catena Five Guys, nella food terrace del centro commerciale Liverpool One.

Dopo cena, camminiamo per le vie del centro e rientriamo verso i Docks. Ammiriamo i palazzi imponenti, la statua dei Beatles (una foto con i Fab Four non può mancare!), il Museum of Liverpool, il lungomare con le grandi navi da crociera, l’Albert Dock e la Pump House.

Prima di tornare in camera, beviamo un’ultima birra nella terrazza dell’hotel.

Giorno 12: venerdì 12 agosto 2022 (Liverpool)

Ultima giornata in terra inglese. Dobbiamo essere in aeroporto (che dista circa una mezz’ora dall’hotel) nel primo pomeriggio: scegliamo, quindi, l’opzione “late check-out” che ci permette di tenere la stanza fino alle 13.00. La colazione al Jurys Inn è pantagruelica, con un enorme buffet di piatti caldi salati e una vasta scelta di dolci. Dopo undici giorni di english breakfasts, ci voleva proprio una pausa dolce fatta di croissant e pain au chocolat.

Approfittiamo della mattinata per fare acquisti nell’incredibile centro commerciale Liverpool One, dove si trovano negozi di ogni genere (per me-Marco, ci sono gli shop del Liverpool F.C. e dell’Everton, per me-Francesca, è il paradiso delle cartolerie!). Nella via pedonale, facciamo una sosta da Primark, ma gli acquisti sono molto limitati, a causa dello scarso spazio in valigia. Ci fermiamo, poi, da Cafè Nero per una bevanda fresca e per trovare la forza di affrontare la strada dei docks, assolata e caldissima. In camera, sistemiamo acquisti e bagagli e ci rinfreschiamo un po’. Recuperata l’auto nel vicino parcheggio multipiano, è proprio ora di andare.

L’aeroporto di Liverpool si è rivelata una scelta azzeccata: opera pochi voli giornalieri e, di conseguenza, c’è poca gente; questo rende tutte le procedure decisamente veloci, dal bag drop ai controlli di sicurezza. Le sale d’attesa ai gates sono spaziose, con molti posti a sedere oltre a bar e negozi. L’imbarco avviene senza intoppi e il volo parte puntuale. Tutto bene, a parte il decollo con una virata immediata a 180 gradi (o forse sono io-Francesca troppo ansiosa durante i viaggi aerei?). Atterriamo a Bergamo in orario. Nota negativa all’arrivo: nel parcheggio P2 di Orio, dove abbiamo lasciato l’auto per dodici giorni (pagando profumatamente il posto coperto), vediamo homeless bivaccare tra le auto in sosta, con tanto di tende. Una cena in autogrill e un temporale fortissimo in autostrada, poi siamo a Reggio. La nostra vacanza in Yorkshire è finita, ma torneremo sicuramente in questa regione meravigliosa che si è meritata l’appellativo di “God’s Own Country”.

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