Godersi Ginevra e dintorni

Fine settimana a Ginevra, Saint-Julien-En-Genevois, Nyon, Yvoire e Annemasse
Scritto da: diamante81
godersi ginevra e dintorni
Partenza il: 25/04/2013
Ritorno il: 29/04/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Ci è stato detto che Ginevra si visita in un giorno e così abbiamo deciso di utilizzare i nostri cinque giorni per ammirare anche altre città. È stato un errore che ci ha permesso di vedere tante città belle, ma ci ha fatto correre per Ginevra cercando di vedere il più possibile.

La città sembra piccola, ma racchiude tante cose e c’è bisogno di tempo per assimilarle tutte. Abbiamo dovuto rinunciare a molti musei, poiché il lunedì sono chiusi oppure perché erano in ristrutturazione, e non abbiamo potuto visitare il CERN perché erano impegnati in alcuni esperimenti (http://outreach.web.cern.ch/outreach/visites/individuelle.html).

Ginevra è anche una città dove si spendono circa 20 euro per una crêpes con verdure, 18 euro per una pizza margherita e 2,50 euro per una palla di gelato (gusto unico). Ma cominciamo con ordine.

Prenotiamo il volo EasyJet Roma Fiumicino – Ginevra A/R con qualche settimana di anticipo e spendiamo 150 euro a persona a cui sommiamo i 39 euro di autobus (www.gaspariairport.it) dall’Abruzzo all’aeroporto e ritorno a persona.

GIOVEDì 25 APRILE 2013

Il pullman Gaspari bus è in perfetto orario. Sono le 3:00. Gonfio il cuscino cervicale da viaggio, metto la mascherina da notte e Morfeo ci abbraccia.

Alle 7:00 il pullman ci lascia davanti al terminal T3 dell’aeroporto di Fiumicino (www.adr.it/fiumicino) perciò dobbiamo fare qualche metro a piedi per raggiungere il terminal T2 da dove partono i voli easyJet (www.easyjet.com/it). È piuttosto facile da trovare ed è un passaggio coperto, anche se esterno. I corridoi da percorrere verso il gate D2, invece, sono piuttosto lunghi ma tutti interni.

I controlli procedono veloci. Naturalmente ho dovuto togliere gli stivali, una prassi ormai consolidata, e buttare l’acqua che avevo dimenticato nello zaino (mea culpa).

Alle 8:10 siamo in aereo. Tutto è “filato liscio come l’olio” e l’imbarco è stato veloce. A causa della vendita di tutti i posti a sedere, la compagnia ha dovuto imbarcare in stiva alcuni bagagli a mano ma senza spese aggiuntive per i viaggiatori. L’aereo si muove sulla pista mentre una voce registrata spiega le norme di sicurezza in italiano senza che qualcuno le dimostri! Prima del decollo le hostess fanno la dimostrazione in lingua inglese e francese. Dopo un primo momento di turbolenza l’aereo si assesta e inizia la dormita! Il viaggio è tranquillo e la pubblicità ai prodotti alimentari e del duty free è pacata, al contrario dei voli Ryanair.

Scesi dall’aereo è facile trovare la macchina che distribuisce il free ticket di 80 minuti per raggiungere Ginevra in autobus perché si trova a sinistra dell’uscita, dopo i rulli per il ritiro dei bagagli imbarcati e di fianco alla macchina dei biglietti del treno (www.gva.ch/en/DesktopDefault.aspx/tabid-67/). Usciti dall’aeroporto giriamo a sinistra, arriviamo alla fine della strada e saliamo una rampa di scale per raggiungere la stazione degli autobus urbani. Il nostro è il numero 23 diretto a Ziplo.

Arriviamo alla fermata della zona industriale e attendiamo l’arrivo della nostra amica Alessandra che lavora in una azienda locale da diversi mesi (un altro grande cervello costretto a lasciare l’Italia). Siamo vestiti con pantaloni pesanti, stivali e piumino ma la temperatura è di 22°C e ci stiamo sciogliendo al sole. All’arrivo di Alessandra, impegnata in una riunione di lavoro, sono in canottiera e con il viso paonazzo.

Decidiamo di lasciare le valigie a casa della nostra amica che ha scelto di abitare in Francia, a Saint-Julien-En-Genevois. Appena entrati nel delizioso monolocale la pigrizia ci assale e ci tuffiamo sul letto. Verso le 17:00 siamo pronti per esplorare il paesino di frontiera che dista solo 4 km da Ziplo e altri 4 km da Carouge, un bel quartiere ginevrino.

Saint-Julien-en-Genevois è piccolo ma ha tutto: negozi, supermaket, ristoranti, pub, tavole calde, panifici, palestre e molto altro. Il posto più frequentato per l’aperitivo e una chiacchierata con gli amici è il cafè/restaurant “La Diligence” (www.la-diligence.fr/) che si affaccia su una rotonda. Dall’altro lato c’è un supermercato biologico dove acquistiamo succhi di frutta e cocktail analcolici (7,88 euro). In Rue du Mail, 4 troviamo la boulangerie “Merveilles de pain – Les Jardinis de l’Atrium”. Il posto è fantastico per la bontà delle sue creazioni e rientriamo due volte per fare il pieno di prelibatezze (2 petit déjeuner per 2,30 euro). I tavolini all’esterno sono un ottimo posto dove gustare le bontà e fare una pausa.

Alle 18:30 ci incontriamo con Alessandra per fare la spesa da Carrefour e poi ripassiamo alla “nostra” boulangerie per acquistare baguette e dolci. *Gli orari sono rispettati perciò già mezz’ora prima dell’orario di chiusura potreste trovare il panificio o i reparti del fresco dei supermercati vuoti con i commessi intenti a pulire! *In generale verso le 19 chiude quasi tutto.

VENERDì 26 APRILE 2013

Stamattina sveglia alle 7:30 perché Alessandra deve andare a lavoro e si offre di accompagnarci a Ziplo.

Alla fermata abbiamo un intoppo: ci mancano 50 centesimi di euro per poter comprare il biglietto dell’autobus e la macchina non accetta banconote né bancomat. L’autista, impietosito, è disposto a prestarci i soldi poiché non ha da cambiare i 5 euro che gli offriamo ma incontriamo un secondo intoppo: la macchina non prende i soldi in euro. L’autista, spazientito, ci invita gentilmente a salire e a fare il biglietto alla fermata di Palette, dove dobbiamo scendere.

A Palette abbiamo la fortuna di trovare una ticket machine che accetta la carta di credito e facciamo il biglietto anche per la tratta precedente (Tout Genève: 3,50 CHF o 3 euro a persona: www.tpg.ch/tarifs/tous-les-tarifs/tarifs-tout-geneve). *Alcune ticket machine accettano solo franchi in moneta, altre anche euro in moneta, altre ancora permettono l’utilizzo di varie carte di credito (Postepay compresa).

Alle 9:20 saliamo sul tram numero 15 per raggiungere Gare Cornavin, la stazione di Ginevra, e lungo il tragitto cominciamo ad ammirare la città e le sue splendide aiuole fiorite. Il tempo è peggiorato e stanotte ha piovuto ma è ancora bello stare in giro.

Gare Cornavin (www.cff.ch/groupe/entreprise/projets/immobilien/geneve-cornavin.html) ci colpisce per il numero di chioschi “mangerecci”. Noi, per ragioni di tempo, siamo costretti a tirare dritti fino alla biglietteria. Chiediamo informazioni ad un simpatico ragazzo che ci indica una biglietteria automatica dove, grazie alla carta di credito, acquistiamo due biglietti per Nyon (8,80 CHF l’uno).

Il treno, neanche a dirlo, è puntuale ma la sporcizia e la puzza sono quelli tipici dei nostri treni italiani e rimaniamo piuttosto delusi. Resti di cibo, sedili macchiati e gomme da masticare attaccate sui tavolini.

Arrivati alla stazione di Nyon è possibile prendere una stradina asfaltata sulla destra che porta ad un cavalcavia pedonale; da qui è possibile attraversare la strada in sicurezza e raggiungere un centro commerciale in cui c’è anche il supermercato Migros e dove i bagni pubblici sono gratuiti e puliti.

Usciti dal centro commerciale imbocchiamo Rue de la Gare, una via pedonale ricca di ristoranti e negozi, e ci addentriamo nel centro città. Passiamo Rue du Marché fino a Rue Mauperthuis, 9 per visitare il Musée Romain (il museo romano: www.mrn.ch/fr/index.php). Sopra l’entrata c’è un’ampia e soleggiata piazza dove troneggia una statua di Giulio Cesare (una riproduzione dell’originale, che è in marmo) e un piccolo giardino con erbe aromatiche e officinali coltivate ai tempi della dominazione romana.

Proseguiamo fino alla Place du Château e allo Château de Nyon (www.chateaudenyon.ch/) prima di raggiungere l’imbarco per il battello che ci porterà a Yvoire. La vista dalla terrazza del castello di Nyon è carina, permette di prendere un po’ di sole e fare uno spuntino con la frutta secca portata da casa. Scendiamo lungo Rue des Moulins e poi Rue de Rive fino all’imbarco della compagnia CGN che fa il tratto Nyon – Yvoire per 22,60 euro a persona A/R impiegando 20 minuti (www.cgn.ch/en-gb/cgn-mobilite/n3.aspx). Il traghetto è molto carino e fornito di tutto. C’è anche un bar/caffetteria che si rifornisce quasi ad ogni viaggio.

La visita di Yvoire non richiede molto tempo ma è suggestivo camminare lentamente tra le sue viuzze meno battute dai turisti o fermarsi ad ammirare il lago seduti sugli scogli. Il paesino è caratteristico e di stampo medievale. Le vie centrali sono ben tenute, molto turistiche e con ristorantini dove mangiare una margherita a 9 euro o un primo di verdure a 18,50 euro. Noi ci siamo concentrati sul lungo lago e sul pontile fatto di scogli che danno un senso di pace e tranquillità. I Jardin des cinq sens (i giardini dei cinque sensi: www.jardin5sens.net/) avrebbero meritato una visita, soprattutto in questo periodo, ma il costo di 10 euro a persona e l’affollamento ci hanno fatto proseguire oltre.

Verso le 13:00 comincia a piovere e noi abbiamo da poco terminato la visita di Yvoire. Vorremmo attendere il battello in un ristorante ma purtroppo nessuno prevede almeno una scelta vegana e a quest’ora non fanno servizio bar perciò ci rifugiamo sotto una tettoia seduti su una vecchia fioriera ora vuota.

Alle 14:30, finalmente, siamo sul battello. Nell’attesa abbiamo sgranocchiato un pacchetto di crackers e ora pensiamo solo a trovare un posto dove pranzare. Fortunatamente troviamo quasi subito la crêperie “Le Tac-Oh” in Rue de Rive, 54 (www.creperie-letacoh.ch/). All’interno il posto è molto carino e accogliente con sei tavoli, di cui uno appartato, panche, sedie, sgabelli, cuscini e candele. La cucina è aperta perciò si può ammirare la preparazione del piatto. Purtroppo la scelta vegetariana è scarsa ma c’è e scegliamo due crêpes con verdure, un tè verde e un infuso alla menta e, come dessert, una crêpe con caramello e noci (43 euro tot. Non accettano carte di credito). La crêpe ratatouille avec oeuf è grande e piegata a formare un quadrato con l’uovo all’occhio di bue al centro e dell’insalata con pomodoro e salsa allo yogurt in un angolo. La crêpe au caramel et noix, invece, la ordiniamo per due e ci viene servita in due piatti separati strabordanti di caramello, noci tritate e zucchero a velo. Una vera delizia! Lasciamo la crêperie dopo quasi un’ora e con dei franchi in tasca (il resto ci è stato dato in moneta locale). *Questo posto, come altri, non accetta carte di credito. In generale, se scegliete piccoli ristoranti, accertatevi prima sulle modalità di pagamento.

Camminando per Nyon ci imbattiamo nel Festival internazionale del cinema Visions Du Réel (www.visionsdureel.ch/) e in un bel concertino. Restiamo qualche minuti in ascolto e poi ci incamminiamo verso la stazione dei treni per tornare a Ginevra. Proviamo ad utilizzare la carta di credito, come abbiamo fatto all’andata, ma la ticket machine non riconosce la tessera perciò ci mettiamo in fila alla biglietteria. Anche in questo caso il resto ci viene dato in franchi svizzeri. Il treno è meno puzzolente rispetto a quello dell’andata ma ugualmente sporco.

Da Gare Cornavin a Ginevra riprendiamo il tram numero 15 per Palette e da qui il bus numero 23 per Ziplo. Alessandra è ancora a lavoro ma c’è il sole e un po’ d’aria fresca ed è piacevole aspettare e riposarsi nell’attesa.

Verso le 19:00 inizia a piovere e noi siamo a Saint-Julien-En-Genevois. Passeggiare è un po’ scomodo ma ho proprio voglia di mangiare in un localino turco che ho visto ieri perciò usciamo sotto una pioggerellina leggera. Il locale si trova in Avenue de Ternier, 22 ed il cibo è ottimo (il nome non c’è ma fuori ci sono i cartelloni con le specialità. Su google map c’è ancora la foto della vecchia latteria!). Ordiniamo tre falafel, tre porzioni di patatine fritte e tre bibite analcoliche spendendo 27 euro. La serata è stata animata dal proprietario, molto simpatico, e da Buba, un senegalese adottato da una famiglia bergamasca che si è reso indipendente a 21 anni e ora vive tra la Francia e la Svizzera. Tra le tante attività che svolge, Buba tiene anche un corso di percussioni presso il comune di Saint-Julien-En-Genevois.

È stata una bella serata ma ora è tempo di andare a nanna.

SABATO 27 APRILE 2013

Verso le 7:00 mi sveglio e devo trascorrere circa un’ora in bagno, unico posto dove posso leggere senza disturbare gli altri che dormono. Quando il freddo diventa insopportabile rientro a letto e rimango in dormiveglia fino alle 9:00 quando anche gli altri decidono di alzarsi.

Durante la colazione decidiamo il programma: oggi piove a dirotto e annulliamo la visita della bellissima Annecy per andare nella più anonima Annemasse a fare shopping. La strada è carina e poco trafficata e arriviamo al “traguardo” in circa 20 minuti.

Il negozio Gémo ad Annemasse è molto grande e ben fornito (www.gemo.fr). Alle 14:00 decidiamo che è ora di andare a mangiare e il posto più vicino è il centro commerciale Praz du Léman (www.praz-du-leman.com/) in Rue de la Résistance, 14. Non trovando nulla per noi vegetariani entriamo nel supermercato Géant e compriamo due frittate di patate (2 euro l’una) e dell’acqua. Ci sediamo sui divanetti e consumiamo il pasto tra una chiacchiera e l’altra, poi riprendiamo lo shopping nel centro commerciale.

Dopo due ore fuori imperversa ancora il diluvio e decidiamo di lasciare Annemasse per vedere Carouge, uno dei quartieri di Ginevra. Piove anche qui e possiamo solo fare un giro in auto. Inoltre sono quasi le 18:00 e tutte le boutique e gli atelier sono chiusi.

Le vie caratteristiche di Carouge sono la Rue Ancienne e, a seguire, Rue du Marché, Rue Vautier e Rue des Moraines. All’incrocio di queste vie c’è un bellissimo palazzo. Per il resto ci è sembrato un posto come un altro con costruzioni alte e modernizzate. Anche il centro commerciale di Carouge chiude alle 18:00 perciò decidiamo, dopo un tè caldo, di tornare a casa e organizzare il giro di domani.

Stanotte è prevista neve!

DOMENICA 28 APRILE 2013

Alle 8:00 siamo tutti in piedi a fare colazione con ciambelle (meno di 1 euro l’una), Magnum Gold Edition e frutta secca comprati al Carrefour, accompagnati da latte al cioccolato e dessert alla nocciola acquistati al biomarket in Avenue de Genève a Saint-Julien-En-Genevois. Finalmente oggi visiteremo Ginevra perciò saliamo sul bus numero 4 alla frontiera e scendiamo a Bel Air.

Il sabato e la domenica è possibile acquistare un solo biglietto giornaliero (Tout Genève o Tout Genève 9 h) per due persone e così ne approfittiamo per poter usare i mezzi pubblici illimitatamente. *Coloro che, al contrario di noi, prendono alloggio a Ginevra (hotel, ostello, etc.) ricevono di diritto il pass gratuito per i trasporti pubblici per tutto il tempo del loro soggiorno.

La prima tappa di oggi è il tourist office in Rue du Mont-Blanc, 18, all’interno del palazzo Hôtel des Postes, all’angolo con Rue Pécolat, per prendere la piantina della città e la Geneva Pass di 24 ore (25 CHF) (www.geneva-pass.com/). Una delle ragazze alla reception parla un perfetto italiano e ci spiega tutto: quali musei sono chiusi e quali aperti, cosa vedere prima e, soprattutto, fa il conto per vedere se ci conviene acquistare il pass.

Usciti dall’ufficio del turismo ci rechiamo a Gare Cornavin e saliamo sul bus numero 1 diretto ai Jardins Botanique (è il capolinea) (www.ville-ge.ch/cjb/). Alla fermata di Gare Cornavin due addetti della TPG (compagnia responsabile del trasporto pubblico di Ginevra: www.tpg.ch/) ci informano di alcune deviazioni a causa di una gara ciclistica che attraversa la città. L’autobus si ferma davanti all’ingresso del palazzo dell’UNICEF, in Avenue de la Paix, e poco più avanti, sull’altro lato della strada, entriamo nel grande e meraviglioso giardino botanico.

Visitiamo tutti i giardini, le aiuole e le serre prima di fermarci al ristorante “Le Pyramus”, all’interno del giardino botanico, per il brunch domenicale (brunch du dimanche a 28 CHF. www.lepyramus.ch/: succo di frutta e di mela, tè, caffè, burro, marmellate e confetture, miele, macedonia, frutta fresca da sbucciare, croissant, pane al cioccolato, girelle con uvetta, baguette, panini al latte, trecce salate, antipasti freddi (verdure tagliate alla julienne, pollo, terrine, salmone), quiche con prosciutto, quiche con verdure, assortimento ricco di formaggi, dolcetti di pan di spagna e mousse alla fragola o al cioccolato e caramello!).

Satolli e soddisfatti ci gustiamo un po’ di ciclismo (la pista passa proprio davanti all’ingresso del WTO, l’Organisation mondiale du commerce) e poi riprendiamo il bus numero 1 per tornare a Gare Cornavin.

Da qui camminiamo lungo Rue du Mont-Blanc per raggiungere Place du Rhône e partire per un tour con il tram storico (9,90 CHF; gratis con la Geneva Pass: www.geneva-pass.com/prestations/fiches/tramway-tours-old-town-geneva-22). Il tour è molto carino e tocca i maggiori punti di interesse storico della città vecchia (il tram raggiunge e percorre Place de la Fusterie, Place de Neuve, Promenade des Bastions, Rue de l’Hôtel-de-Ville, Rue du puites-Saint-Pierre, Rue du Marché). È anche possibile scendere per qualche minuto davanti alla cattedrale di Saint-Pierre, l’autista aspetterà! Il tour dura 45 minuti (parte alla mezza) e le spiegazioni sono in inglese e francese. Probabilmente durante l’estate sono previste anche altre lingue; c’è un jack per inserire le cuffie ma non funzionava e la voce usciva dalle casse posizionate nel tettuccio del tram. I primi due vagoni avevano i finestrini laterali mentre gli ultimi due no. A noi, purtroppo, è toccato congelarci in fondo.

Dopo il tram inizia il nostro “tour de force” a piedi! Da Place du Rhône raggiungiamo la Maison Tavel; da lì entriamo nella Cathédrale Saint Pierre (www.saintpierre-geneve.ch/) senza salire sulla torre perché è nuvoloso e senza poter visitare il Site Archeologique (www.site-archeologique.ch/contenu.php?id-node=41&lng=en) perché un signore all’ingresso ci dice che con la Geneva Pass non si può entrare.

Le visite successive sono il Musée international de la Réforme (www.musee-reforme.ch/) e il Musées d’art et d’histoire. Purtroppo alle 18:00 chiudono tutti i musei! Non abbiamo il tempo di raggiungere il Musée dart moderne et contemporain (www.mamco.ch/) e nemmeno possiamo andare al Bâtiment des Forces Motrices (www.bfm.ch/) per il concerto di Mozart che iniziava alle 17:00.

Decidiamo di sederci su una panchina della Promenade de l’Observatoire e goderci la vista del lago e del Jet d’Eau. Pianifichiamo il tragitto per andare a mangiare e partiamo. Percorriamo Boulevard Helvetique fino all’incrocio con Rue de l’Athenée. Ammiriamo la facciata del Palais de l’Athénée (www.athenee.ch/) all’incrocio tra l’omonima via e Rue de Saint-Leger. Prendiamo quest’ultima costeggiando Parc de Bastion fino all’incrocio con Rue de Candolle, quindi giriamo a destra fino all’ingresso dell’Université de Genève (Uni-Bastions) e della Bibliothèque de Genève. Alle spalle abbiamo Rue de l’Universitée che ci porterà a Plaine de Plainpalais e che attraversiamo con calma ammirando le persone e il circo. Ci avventuriamo lungo la Avenue du Mail fino all’incrocio con Rue de l’Ecole-de-Médecine che prendiamo per arrivare a Boulevard Carl-Vogt. Qui osserviamo come sarà il complesso del Musée d’Ethnographie de Genève (www.ville-ge.ch/meg/index.php) nel 2014 (ora è tutto in ristrutturazione). *Molti musei sono in ristrutturazione ed è bene, soprattutto per coloro che amano pianificare in anticipo, informarsi sui siti istituzionali prima e, in loco, chiedere al tourist office già il primo giorno.

Il ristorantino che ci era stato consigliato, “Le Kid”, non c’è più e a pancia vuota torniamo a Gare Cornavin con il bus numero 15. Che fare? Prendiamo il bus numero 1 per raggiungere la “Crêperie des Pâquis” ), sempre su consiglio di internauti, in Rue du Zurich, 6 ma non ci sono tavoli liberi! Ci incamminiamo verso Rue de Berne perché ho visto un ristorante tailandese, il “Pad Thai”, che, però, non convince gli altri e raggiungiamo a piedi la stazione proseguendo su Rue de Berne. Ci accorgiamo che al morire della luce diurna aumentano i gruppi di persone assiepate negli angoli o davanti ad alcuni negozietti. L’atmosfera non ci fa sentire al sicuro nonostante non accada nulla di male perciò acceleriamo il passo fino a Place de Bel-Air dove il bus numero 4 ci fa salire e ci porta alla frontiera.

Tornati a casa cuciniamo bulghur alla tunisina, ratatouille e baguette con olio e sale, beviamo una caipirinha analcolica e biologica e, come di consueto, ci perdiamo in chiacchiere.

Domani ci aspetta una mezza giornata di visita prima della partenza e la nostra amica Alessandra deve andare a lavoro perciò è il momento dei saluti.

LUNEDì 29 APRILE 2013

Oggi la sveglia suona alle 7:30. Alessandra ci accompagna in auto a Ziplo e da lì facciamo il biglietto giornaliero di 9 ore (Tout Genève 9h a 8 CHF a persona) valido per i mezzi pubblici (tram, autobus, tratta ferroviaria Gare Cornavin – Aroporto e battello linea M).

Proviamo a lasciare i bagagli alla stazione (binario 4 zona C) ma occorrono 9 CHF in monete. Allora ci rechiamo all’ufficio di cambio della Western Union, di fianco all’Info Point, ma per 10 euro ci danno solo 8 CHF perciò decidiamo di andare in giro con trolley al seguito.

Raggiungiamo i Jardin anglais (www.ville-geneve.ch/plan-ville/parcs-jardins-plages-bains-publics/jardin-anglais/), un po’ troppo schiacciati dal traffico, per vedere l’orologio fiorito, poi passeggiamo sul lungolago fino alla fermata del bus E che ci porterà a Cologny (seguire Montalegre). Lungo il tragitto ammiriamo il lago e lo splendido Parc des Eaux-Vives.

All’arrivo ci aspetta una lunga ed erta salita per Chamin Byron fino a Chamin Ruht alla ricerca di Villa Diodati. Il quartiere è pieno di ville diverse, alcune con colonne di marmo e statue, altre super moderne con ampie vetrate vista lago. Il posto è veramente affascinante ma comincia a piovere e riprendiamo il bus E. Questa volta scendiamo al capolinea Rive, dopo aver osservato alcuni splendidi palazzi nella zona di Eaux-Vives.

Da Rive ci incamminiamo verso il Pont du Mont-Blanc quando un autobus per Bel-Air ci si ferma vicino e saliamo (quanto è comodo il pass giornaliero! E con il freddo che fa è proprio un piacere). Il bus percorre le vie della moda come Rue d’Italie.

Decidiamo di scendere a Molard così da camminare un po’ fino a Square du Mont-Blanc dove ci sediamo su una panchina vista lago vicino al Monument Brunswick a congelarci! Purtroppo il mini-tram per il tour dei palazzi storici non arriva e, intirizziti, ci alziamo e ripartiamo.

Percorriamo la via “chic” Rue des Alpes e poi Rue de Berne in cerca di un posto dove mangiare. Ci attira “Mike Wong”, un fast food con specialità asiatiche (www.mike-wong.ch/), ma proseguiamo in cerca di qualcosa di più leggero.

Ci fermiamo da Manor (www.manor.ch/fr/standort-genf.html) in Rue Cornavin, 6 (ma ci sono altri ingressi e uscite, ad esempio in Rue de Coutance) dove prendiamo un panino con verdure (7,50 CHF) al piano terra e due menù vegetariani (10,90 CHF cadauno) al quarto ed ultimo piano del complesso (Restaurant/Self service “Manora”). C’è una bella terrazza ma fa troppo freddo per uscire e ci tuffiamo su due morbide poltroncine all’interno. Mangiamo il nostro menù, riso bianco con verdure saltate (carote, pannocchiette, cavolo e fagiolini cinesi), e siamo pronti per affrontare la crociera sul lago.

All’imbarco, purtroppo, scopriamo che la crociera è stata annullata senza preavviso e siamo rimasti a corto di idee (*il lunedì quasi tutti i musei sono chiusi). In un primo momento torniamo da Manor per qualche acquisto, poi visitiamo due negozi di foto, l’Europhoto e il Photo Hall, per confrontare i prezzi di alcune macchine fotografiche (sono buoni), infine ci buttiamo su una panchina di Place de Bel-Air in attesa di un bus o tram che ci porti alla stazione dei treni.

Prendiamo il bus numero 18 e in poche fermate siamo a Gare Cornavin. È presto ma decidiamo lo stesso di andare all’aeroporto. Saliamo al binario 2 e aspettiamo le 16:17. Il treno, oramai ci siamo abituati, è sporco ma non puzza ed è silenzioso.

Arrivati alla fermata dell’aeroporto (www.gva.ch/en/desktopdefault.aspx) ci guardiamo intorno. Ci sono molti negozi e bistro ma le toilette sono tutte a pagamento (1 CHF da inserire in una macchina davanti alla porta del WC). Vista l’urgenza e la mancanza di franchi usciamo e raggiungiamo l’aeroporto grazie al solito passaggio coperto (fuori diluvia). All’interno dell’aeroporto le toilette sono, fortunatamente, gratuite!

Non dovendo fare il check-in ci avviamo verso il controllo sicurezza dove ci sequestrano il brick del latte e cioccolato che avevamo dimenticato nella tasca del cappotto. Dispiaciuti, scalzi (ci hanno fatto togliere gli stivali) e chiedendo scusa “corriamo” verso il negozio Swatch. Purtroppo anche qui l’orologio che volevo costa come in un qualsiasi negozio di Ginevra. Poco male, però, perché per 50 CHF decido di prenderlo lo stesso.

A questo punto non abbiamo più nulla da fare se non incamminarci verso il gate D. Impieghiamo quasi 20 minuti per raggiungere il gate D75, tra corridoi tutti uguali, lontani da bar e punti di ristoro, e l’odissea è solo all’inizio. Ci cambiano gate tre volte a distanza di dieci minuti. La situazione si fa ancora più stressante quando, dopo averci fatto salire sull’autobus, ci lasciano fermi e a porte chiuse davanti all’aereo perché ancora non avevano finito di controllarlo. Per fortuna ci fanno salire prima che il nervosismo dilaghi e prendiamo posto (14E e 14F, centro e finestrino sull’ala). Prima del decollo due passeggeri nei posti corrispondenti all’uscita di emergenza chiedono di cambiare posizione e inizia una veloce ricerca di sostituti.

Con meno di 15 minuti di ritardo, partiamo. Il viaggio è stato piuttosto tranquillo perché abbiamo sorvolato le nuvole cariche di pioggia che avvolgevano la città.

Approfitto dell’offerta EasyJet, cioccolata calda con muffin al cioccolato a 4 euro, e mi rilasso con un sudoku.

Alle 20:30 atterriamo e alle 20:45 il pullman è già al suo posto, anche se la partenza è prevista per le 21:30. Chiacchieriamo con il simpatico autista e addentiamo il panino con le verdure comprato da Manor Food. Non ci resta che attendere, lasciarci trasportare dal mezzo e progettare il prossimo viaggio!



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