Glaciares, cataratas y cordillera andina
Doccia per riprendersi dal lungo viaggio e andiamo subito a curiosare per il quartiere, passeggiamo fino a Puerto Madero. Puerto Madero é il quartiere più esclusivo di BA, antichi docks sono stati ristrutturati in appartamenti e ristoranti alla moda. Da non perdere il ristorante Cabaña Las Lilas dove gustare la miglior parilla di Buenos Aires. I prezzi sono alti paragonati agli standard argentini, ma abbordabili per noi europei. Credetemi il bife de lomo é da leccarsi i baffi. Solo per i carnivori naturalmente! Il giorno successivo levataccia per prendere il primo volo interno.
Destinazione: EL CALAFATE, PATAGONIA El Calafate é una cittadina tranquilla e pittoresca, in passato semplice punto di sosta per i commercianti di lana, ora punto di partenza per visitare il parco nazionale Los Glaciares e il Cerro Chaltén (per gli amanti del treking).
Il paesaggio circostante la città da un assaggio della diversità di flora e fauna presente in questa parte dell’Argentina. E’ un posto dove steppa, montagne, laghi e ghiacciai coesistono con una ricca flora e fauna. Essendo molto turistica e poco locale, i prezzi sono sensibilmente più alti. Abbiamo dormito al Hostel del Glaciar Libertador dove abbiamo prenotato pure le nostre escursioni: tour “alternativo” al Glaciar Moreno e tour in barca al Glaciar Onelli e Upsala. Breve descrizione delle escursioni: Il Glaciar Moreno dista solo una sessantina di km da El Calafate, ma per l’influenza del ghiaccio e delle montagne circostanti il clima e il tempo cambiano repentinamente. Se a El Calafate risplende il sole e la temperatura é mite. In prossimità del ghiacciaio la colonnina del termometro scende di diversi gradi, il cielo é spesso coperto e uggioso. Ma in compenso l’imponenza e la bellezza del ghiacciaio ricompensa i brividi di freddo. Che dire, non c’é aggettivo per descrivere cosa si prova a trovarsi di fronte a questa enorme massa di ghiaccio. Oltre alla vista anche l’udito viene sorpreso. Infatti, il ghiaccio scricchiola. Essendo in continuo movimento pezzi di ghiaccio si frantumano e candendo in acqua provocando enormi botti. La gita in barca all’Onelli e all’Upsala é altrettanto bella, si naviga sul lago argentino fino a raggiungere i due ghiacciai. Suggestiva é la navigazione attraverso gli iceberg di forme diverse che sembrano delle opere d’arte di ghiaccio.
Non possiamo concludere che con una nota gastronomica: il cordero Patagonico (agnello cotto alla brace) … a noi non é piaciuto ma essendo un piatto tipico un assaggio é di dovere. Ottimo invece il vino «patagonico» Dove mangiare? Don Pichòn e Casimiro Lasciamo la fredda Patagonia per volare ad IGUAZÙ: una realtà completamente diversa, ma siamo ancora in Argentina ? Clima tropicale, umidità al 70% Fauna e flora lussureggianti da foresta amazzonica.
L’attrattiva principale di questa zona sono le famose cascate designate patrimonio dell’umanità dall’Unesco e capiamo ben presto il perché. Le cascate si possono visitare sia dal lato Argentino che da quello Brasiliano. Il primo é più esteso e si gode della vista delle cascate da più punti. Andiamo al parco con un bus pubblico (lo raccomandiamo, costa pochissimo) e arriviamo di primo mattino all’entrata del parco (per evitare la calca di turisti) dove per mezzo di un trenino ci inoltriamo nel parco. La vegetazione é ricca e rigogliosa, si sentono già i canti dei diversi uccelli tropicali e pappagalli che popolano la foresta. Ci dirigiamo poi verso le cascate su delle comode passerelle, ma mano che ci avviciniamo si inizia a sentire il frastuono dell’acqua che riversandosi in gole, alte fino a 150 mt, si infrange sul letto del fiume. Ad un certo punto la foresta si apre ed eccole!!! Non ci sono parole per descriverle, un sentimento di impotenza ci pervade di fronte a tanta forza della natura. Il frastuono si trasforma in boato e il clielo viene annebbiato dagli spuzzi d’acqua. Insomma uno spettacolo!!!!! Ma il parco non é solo cascate, é anche una suggestiva passeggiata nella foresta dove, con un po’ di fortuna si ha la possibilità di vedere pappagalli, tucani e scimmie, oltre agli immancabili coati (dei simpatici mammiferi). Il giorno successivo decidiamo di rinunciare alla visita del lato brasiliano ed andiamo a visitare un piccolo parco dove vengono soccorsi e curati animali trovati feriti sulle strade o nella foresta. Il parco é anche un centro per la salvaguardia delle specie a rischio di estinzione. Il pomeriggio relax in piscina che purtroppo dura poco perché il cielo si oscura e in pochi minuti arriva un bel temporalone tropicale che non ci lascierà fino ad ora di cena. Per questa tappa, purtroppo niente note gastronomiche, optando per la mezza pensione in albergo ci siamo accontentati di cene a buffet (discreto). Eccoci di nuovo in aeroporto. Ci aspetta un altro volo che ci porterà alla nostra terza tappa: SALTA nel nord-ovest Argentino.
Il nord-ovest Argentino é una regione che si situa ai piedi della cordigliera delle Ande. E’ la regione più povera di tutta l’Argentina ma a nostro avviso é una povertà dignitosa. La maggior parte della gente vive di una vita semplice di poche pretese basata sull’agricoltura e l’allevamento. Gli abitanti conservano ancora i lineamenti tipici Inca, eredi del popolo indio che viveva in questa regione prima della venuta degli spagnoli.
Le città sono cosi un mix di case in stile coloniale perfettamente conservate ravvivate dai colori dei tessuti tipici dei popoli andini. Il nostro itinerario ci porta a nord di Salta (Jujuy, Humahuaca, Purmamarca) e a sud (Cachi, Cafayate) attraverso paesaggi mozzafiato, colline, montagne, passi fino ad arrivare a quota 3000 mt e più. A nostro avviso la regione più bella e vera dell’Argentina. Per questa tappa abbiamo noleggiato un’auto cosi da essere più liberi ed indipendenti. Le strade sono in buone condizioni tranne nel periodo delle pioggie in cui in alcuni posti la strada diventa un vero e proprio torrente con tanto di guado. Per nostra fortuna il periodo delle pioggie a Marzo é già terminato e a parte qualche piccolo scoscendimento non abbiamo avuto problemi.
Non appena atterrati a Salta subito in marcia, destinazione Jujuy per passare la notte. Purtroppo il tempo manca e nonostante la stanchezza preferiamo ridurre le distanze dalla nostra prossima meta: Humahuaca Il tempo é freddo e uggioso, percorriamo un passo immersi nella nebbia. E siamo già in crisi!!! Non vedremo mai il paesaggio!! Poi le nuvole si aprono lasciano posto ad un cielo blu ed un canyon color terracotta. Siamo nella Quebrada de Humahuaca patrimonio mondiale dell’umanità una valle che offre un paesaggio ipnotizzante e importanti siti archeologici a testimonianza di un passato Inca. Visitiamo Purmamarca circondata dal Cerro de los siete Colores. Collina con strati multicolori di sedimenti marini e fluviali depositati ca. 60 mio di anni fa e Humahuaca una graziosa cittadina con strette stradine ciottolate e piccole costruzioni in stile coloniale. Siamo a quota 3000 mt, il cielo é limido e l’aria rarefatta.
Lasciamo Humahuaca e ci dirigiamo a sud. Pernottamento a Salta e via per strade tortuose, sali e scendi da passi di montagna su strade sinuose e sconnesse dalla recenti piogge e ancora parzialmente sommerse dall’acqua.
Il tempo cambia, inizialmente nebbioso e umido poi soleggiato ed arido, come pure il paesaggio, dapprima verdeggiante poi desertico punteggiato da distese di cactus (qui chiamati cardones, una volta usati come legname per la costruzione delle case). Arriviamo a Cachi, situata a 2280 m di altitudine é una graziosa città ben tenuta e molto caratteristica. Anche la cucina cambia, sempre a base di carne, naturalmente, ma abbinata a piatti più speziati e nutrienti provenienti da una cucina povera. Tamales di farina di mais o empanadas saporite e piccanti. Il peperoncino, largamente coltivato in queste zone non manca mai. Spettacolare il contrasto di colore tra il rosso dei peperoncini lasciati essicare al sole e il giallo della terra. Proseguiamo per Cafayate. Questa regione é famosa per la produzione del vino Torrontes. La combinazione di temperatura e umidità di questa zona dal clima particolare (siamo a 1660 m, le giornate sono torride ma le notti fresce e umide) permette la vinificazione di questo vino bianco dal gusto dolce e fruttato. La visita di una bodega con degustazione é quindi d’obbligo.
Poco fuori da Cafayate, percorrendo la ruta 68, si può poi visitare la Quebrada de Cafayate, un canyon che si snoda per ca. 20 km lungo il quale si possono ammirare diversi punti panoramici dove la roccia é stata erosa da acqua e vento formando bizzare conformazioni. Il giorno seguente ci dirigiamo verso Salta dove prendiamo il nostro ultimo volo interno verso l’ultima meta: CAPITAL FEDERAL BUENOS AIRES ! Gli ultimi tre giorni li passiamo a gironzolare durante il giorno per la città e la sera in uno dei tanti ristoranti disseminati nel quartiere di Palermo. Questo quartiere é l’ideale per uscire la sera. Buenos Aires non ci ha entusiasmato particolarmente, essendo una città con una storia recente non ha molto da offrire dal punto di vista storico. In compenso é una città viva, dinamica e anche un po’ estroversa. Ogni quartiere ha una sua identità che si ritrova nello stile delle abitazioni e nel tipo di locali. Particolare attenzione é sempre prestata all’arredamento e agli interni sia dei negozi che dei locali pubblici. Ovunque vi é creatività e inventiva.
Qui finisce il nostro viaggio.
Un’ultima riflessione: l’Argentina é il viaggio naturalistico per eccellenza offrendo una natura intatta e incontaminata. Ogni luogo da noi visitato ci ha lasciato senza fiato. Se poi aggiungi una buona cucina, dell’ottimo vino e un’accoglienza sempre cordiale, possiamo dire che un viaggio in Argentina é da fare. Unico neo, manca un po’ il lato culturale che abbiamo trovato solo nel nord-ovest argentino, si torna cosi a casa con un bagaglio culturale minore ma una maggiore sensibilità per i problemi climatici e la consapevolezza che la natura va preservata perché patrimonio dell’umanità.
!Buen viaje!