Giù nei Balcani
Ci sistemiamo al Chillton II Hostel, centralissimo e dotato di aria condizionata nelle camere. Siamo a due passi da Republic Square, a due minuti c’è una via pedonale di ciottoli con una vasta scelta di locali, economici e meno. Verso il tramonto camminata fino a al belvedere dietro lo zoo, dalle mura si vede l’incontro fra la Sava e il Danubio. Serata di birre, slivovica e vino serbo in centro.
Il mattino dopo, affittate due bici vicino allo SkyWellness sul Danubio (qualcuno ha fatto le ore piccole ed è rimasto in ostello a dormire) abbiamo percorso la Sava per circa 8 km e siamo arrivati fino ad una specie di terrapieno artificiale che porta sull’isola di Ada Ciganlija. Imperdibile un pranzo a base di carpa o pesce gatto al ristorante Opušteno, una specie di houseboat con tavoli rustici, tovaglie a quadri e una vista bellissima sul laghetto. . Il rientro a 30 gradi e la pancia piena è stato più duro dell’andata. Non mangiate e non bevete troppo perché vi troverete il vento contrario. Riposino in ostello e serata al ? (QuestionMark è il nome del locale), una delle taverne più antiche della città. Un consiglio, non pagate in euro.
Terzo giorno, mattinata per negozi e relax, trasferimento alla stazione dei bus e partenza per Sarajevo, quasi 7 ore, non sembra finire mai e il bus si ferma solo due volte. Consiglio, cambiate tutti i vostri Dinari prima di lasciare la Serbia, non è facile al di fuori dei confini. Arriviamo a Sarajevo verso le 23, trasferimento in taxi da Haris Youth Hostel e cena a Baščaršija nell’unica griglieria ancora aperta. Haris Youth Hostel si trova a due passi dal cimitero che ospita la tomba di İzzetbegovič. Sicuramente da vedere. Non tanto per la tomba di İzzetbegovič ma per tutte le altre. .
Mattinata piovosa spesa alla ricerca di casa Svrzo, una casa turca ben conservata che troveremo quasi per caso il giorno dopo. Corsa in taxi fino al museo Nazionale, l’idea era vedere La Haggadah, un manoscritto di cerimonie ebraico del valore di 700 milioni di dollari, ma il museo è chiuso da 6 mesi… Il tassista lo sapeva… Così, visto che la stazione dei treni è a due passi ne abbiamo approfittato per acquistare i biglietti per Mostar. Pranzo e pomeriggio al Biban (a piedi è lunghina…), non perdetevi la vista e godetevi una trota arrosto. . Il Biban me lo ha consigliato un amico originario di Sarajevo, come mi ha consigliato i cevapcici di Zeljo a Baščaršija. Entrambi super. Lo Sloga (terzo consiglio) invece mi è sembrato strano, enorme, tavoli sul palco e una cover band che suona in mezzo alla gente seduta. Boh… Nottata fresca.
Il mattino dopo: passeggiata fino alla biblioteca nazionale, completamente ristrutturata, quindi visita alla scacchiera gigante, che poi tanto gigante non è. Nel pomeriggio partenza per Mostar. Il viaggio in treno, l’esatto contrario dell’alta velocità di cui, almeno in vacanza, mi interessa poco, in compagnia di questi folkloristici compagni di scompartimento è stato uno spasso. 3 ore… Portatevi delle birre, saranno utili per fare amicizia. . Il ponte è uno spettacolo, di notte anche più che di giorno. Compratevi un paio di birre e scendete sul fiume. Prendetevi un po’ di tempo per pensare a questa frase di Winston Churchill “I Balcani producono più storia di quanta ne possono digerire”.
Tuffarsi o no?
Devo ammettere di averci pensato, non mi sono mai buttato da così in alto ma sono sicuro che si possa fare e che sia meno pericoloso di quello che sembra… Però il mattino dopo l’idea è sfumata… Sto diventando vecchio? Ho avuto paura di rovinarmi la vacanza? C’era troppa gente? Mah.
La sera abbiamo passato il confine, 4 ore di pullman fino a Herceg Novi e un’altra ora fino a Kotor. Sono tuttora convinto che non fermarci a Herceg Novi nonostante un po’ di stanchezza sia stata una buona idea.
Sveglia tardi e giornata interamente passata in spiaggia. Serata di pesce dentro la cittadella.
Il giorno dopo le ragazze hanno deciso di passare la mattina in spiaggia, io ho fatto qualche foto alla città vecchia e ho comprato i biglietti per Ulcinj, segretamente pensavo di sostare ad Ulcinj una notte e quindi ripartire il mattino presto per il Kosovo. Invece, arrivati ad Ulcinj, mi sono scontrato con la brama di mare delle mie compagne di viaggio. Così abbiamo passato due notti ad Ada Bojana, un’isola selvaggia popolata da quasi soli nudisti.
Sono passate 48 ore prima di ritornare in viaggio, dopo un veloce giro di Ulcinj siamo saliti su un pullman veramente troppo caldo e completamente privo di aria condizionata, direzione Prizren, Kosovo. 5 ore soffocanti passando per l’Albania. Esiste anche una tratta alternativa, più lunga, che non prevede il passaggio in Albania…
Stanchi e sudati siamo arrivati a Prizren verso le 22.
Ci aspettavamo un territorio militarizzato… No, per niente. Prizren è simpatica, viva, piena di locali. Merito del Docu Festival di quei giorni? Non credo, le persone sono abituate ad uscire e divertirsi, si vede, tutto sembra assolutamente come se mai nulla fosse successo.
Mi sento di consigliare l’Hotel Prizreni.
Ultima parte del viaggio. Albania.
Quest’ultima meta merita una veloce considerazione, lungo tutto il percorso da Belgrado fino a Ulcinj ci siamo sentiti ripetere in modo più o meno esplicito che sarebbe stato meglio evitare l’Albania e sostituirla, a seconda dei casi, con una tappa alternativa in Croazia, in Montenegro o in Macedonia. In genere, quando viaggio, valuto attentamente un consiglio dei locali. Se riscontro motivazioni valide sono anche disposto ad accettarlo, non mi è mai capitato, ma mi riservo di farlo in futuro. Nel caso dell’Albania più o meno tutte le persone a cui abbiamo riferito questa nostra intenzione ci hanno semplicemente consigliato di non andarci, ma senza mai dare delle motivazioni ragionevoli.
Riporto alcune non motivazioni.
1. non andate in Albania, arriviamo da lì, non è pericoloso, ma abbiamo visto gente festeggiare matrimoni in autogrill.
2. non andate in Albania le strade sono pericolose perché ci girano ancora i carri tirati dai cavalli.
3. non andate in Albania perché, neanche io ci sono mai andato.
A viaggio concluso posso dire che non c’è alcun motivo per evitare l’Albania, le persone sono molto ospitali, forse un po’ curiose perché non ancora abituate al turismo, il paese è interessante e molto economico.
Da Prizren a Tirana, usando un taxi collettivo, ci vogliono circa 3 ore. Alle 19.00 eravamo a Tirana.
Serata nel quartiere Block. Locali lounge… Locali lounge… Locali lounge…
Mattinata caldissima fra la moschea, il Piramida, piazza Skënderberg e un centro commerciale a forma di ragno vicino al canale.
Verso sera, in 30 minuti di minibus raggiungiamo Durazzo dove ci imbarchiamo per Bari dopo un ultimo spuntino a base di Burek.
Non sarebbe stato male vedere il sud dell’Albania… Prima o poi lo farò.
Alla prossima su