Gita imprevista a Gaeta

I primi di luglio di quest'anno mi sentivo talmente stanca che ho pensato di prendere una settimana di vacanza in anticipo sul solito periodo e di andare al mare. A volte ho un bisogno "fisico" del mare: sono innamorata dell'acqua. Decidiamo per il campeggio organizzato (ho due figli con me!), non troppo lontano da casa cioè Roma, con mare...
Scritto da: Monica Verde
gita imprevista a gaeta
Partenza il: 06/07/2002
Ritorno il: 14/07/2002
Viaggiatori: fino a 6
I primi di luglio di quest’anno mi sentivo talmente stanca che ho pensato di prendere una settimana di vacanza in anticipo sul solito periodo e di andare al mare. A volte ho un bisogno “fisico” del mare: sono innamorata dell’acqua. Decidiamo per il campeggio organizzato (ho due figli con me!), non troppo lontano da casa cioè Roma, con mare possibilmente abbastanza pulito e optiamo per il lido di Fondi, circa 100 Km, più o meno, a sud di Roma, tra Terracina e Sperlonga, dove i prezzi sono molto accessibili. E’ sabato, mio marito ci accompagna ma lui deve lavorare, quindi trascorso rapidamente il week-end, ci lascia per tornare in città. Adattarsi alla vita di campeggio, dopo qualche anno che non lo faccio, non è facile: mi risulta un pò scomodo, ma ho anche una rapida capacità di adattamento per fortuna. E poi è bello stare praticamente sempre all’aperto. Stiamo proprio vicinissimi alla spiaggia, il rumore del mare, che resterà sempre poco mosso, ci fa compagnia, di pomeriggio si alza sempre il vento: il tratto di costa lì è davvero incantevole: alle nostre spalle montagne bruciate dal sole, sempre circondate da leggera foschia; guardando il mare, alla nostra destra il promontorio del Circeo sembra ergersi a proteggere le case di Terracina; a sinistra le bianche case di Sperlonga paiono gradinate che scendono sul mare. La sera le lucette accese delle due cittadine illuminano la costa nera come la pece. Nel camping c’è vita: acquagym diurna, aerobica pomeridiana, sport vari per ragazzi, animazione serale: in pochi giorni ho finito i soldi. Mio marito non può tornare, dovrei trovare uno sportello Bancomat a Sperlonga. Sì, ma siamo a piedi: la Passat serve a mio marito, la vecchia Y10 fuori uso, parcheggiata sotto casa, frizione da rifare! Cavolo, perchè non ho provveduto? Ok, mi dice il gestore del camping, a circa 100 metri, sulla via Flacca, c’è la fermata della “corriera”, lui vende anche i biglietti. Ci armiamo di pazienza e percorriamo l’asfalto infuocato, sotto il sole cocente, io terrorizzata dai mezzi che sopraggiungono alle nostre spalle, specie quelli pesanti e strombazzanti. Comunque a piedi, in giro, ci siamo solo noi!! Cavolo, ci accorgiamo che a 100 metri non c’è proprio nessuna fermata! Proseguiamo ancora, e ancora, e ancora e prima di essere presi dal panico, scorgiamo la palina, piccola e isolata, sul ciglio della strada, accanto al guard-rail e ad un enorme formicaio…Ma non è a 100 metri, avremo fatto almeno un chilometro e mezzo…E non c’è un albero!!!L’attesa dura venti minuti…Ci si può abbronzare anche così. I ragazzi sono stufi e protestano, e mia figlia si lamenta che alcuni formiconi le salgono continuamente sui piedi…Cerco di tranquillizzarli e per fortuna si scorge in lontananza la sagoma blu del pullman. Ecco, saliamo su e va subito meglio, c’è l’aria condizionata. Mi sembra di ricordare che il capolinea sia proprio sulla piazzetta di Sperlonga, vicino all’Ufficio P.T. Ma che succede? Il pullman sale su, entra nel paese, scende dalla parte opposta, riprende la litoranea…Mi alzo, vado dall’autista: “Scusi, mi sono sbagliata, dovevamo scendere, pensavo facesse capolinea a Sperlonga.” “Signora, mi dispiace, questo autobus arriva a Formia, però sento che il motore sta dando problemi, non so se ce la farà.” Accosta, si ferma, scende a controllare qualcosa, risale dicendo “Eh, sì, non va, non va, vi faccio scendere a Gaeta, almeno lì troverete per pranzare, poi verso le 13,15 dovrebbe passare il pullman per il ritorno, le dico io dov’è la fermata”. Gli altri tre passeggeri sbuffano, ma tacciono. Noi rassegnati, ci consoliamo guardando il panorama che si gode dall’altezza del pullman:dopo una galleria con finestrelle, possiamo ammirare rocce e strapiombi, spiaggette di acqua limpida e scogli, che voglia di un bagno!!! Arriviamo a Gaeta: costeggiamo la spiaggia del Serapo, piena di gente, e poi il pullman ci lascia davanti al porto, dandoci un’ultima cattiva notizia: “Signora, qualcuno fa anche sciopero oggi, non è sicuro che passi la corriera delle 13,15. Comunque vede, la fermata e quella laggiu’..” (E daje! Ma che jella!) “Grazie infinite” rispondiamo scendendo. Vabbè, il mare qui è stupendo, la nave militare che staziona davanti a noi conquista la fantasia dei miei figli (beata innocenza), c’è qualche pescatore sul molo…Camminiamo tra auto americane parcheggiate tutto intorno a noi, con una strana sigla sulle targhe…La bandiera Stars and Stripes sventola maestosa…Ma siamo in Italia!!??? Certo, sento parlare dei passanti: vago accento napoletano. Ci rassegnamo alla gita imprevista: avvistiamo una Banca e relativo sportello Bancomat su una bella piazza, poi prendiamo un mega gelato con frutta seduti ai tavoli di un bar che ospita anche una comitiva di chiassosi ragazzi tedeschi, poi ci intrufoliamo in una viuzza lastricata di marmo bianco, c’è un mercato caratteristico, botteghe e negozietti di ogni genere, con bella merce in vista,e spaziando con lo sguardo ammiriamo, seppure da lontano, la fortezza che ci sovrasta e il pregevole duomo. Ora abbiamo poco tempo: passerà il pullman o no? Per fortuna alla fermata c’è ombra. Comincia l’attesa. Ne arriva una. Passa piano piano, l’autista ci guarda ma prosegue. Dopo un quarto d’ora ne arriva un’altra e si ferma! Saliamo, facciamo il percorso inverso. L’autista guida chiacchierando con un signore di una certa età, distinto e robusto, dall’accento americano, che sta raccontando di quando è emigrato negli Stati Uniti e di quanto sia contento di tornare in patria e rivedere parenti e luoghi cari della giovinezza…Ma cavolo, il punto preciso dove dobbiamo scendere, quale sarà? Di nuovo mi avvicino all’autista: “Mi scusi, la fermata più vicina al campeggio tal dei tali…Prima, all’andata abbiamo camminato molto” Gli racconto della fermata non trovata.

“Signora non conosco i nomi di tutti i campeggi, sono tanti, scelga lei dove vuole scendere e io mi fermo”. Che gentile! Dopo poco i ragazzini gridano “E’ qui, è qui”. L’autista dice: “Bè, la palina della fermata nel senso opposto doveva essere proprio qui, in effetti. Prima avete saltato la fermata giusta e preso il pullman alla successiva perchè qualcuno deve averla tolta.” Ringraziamo e scendiamo, questa volta vicini alla stradina del campeggio. Abbiamo perfino fatto presto, sono ancora le 14,30. Un riposino e poi…Giù in spiaggia!



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