Gita domenicale a Mantova
All’arrivo ci dirigiamo subito verso Palazzo Te con l’intento di visitarlo per primo in maniera (forse) da evitare le comitive e i gruppi che si accalcano nelle sale splendidamente affrescate.
Il biglietto per entrare ci costa meno in quanto, come anche altri edifici della città, se si è possessori di un biglietto TreNord obliterato da meno di tre giorni c’è uno sconto non indifferente.
Il palazzo è meraviglioso e girare tra le sue sale e i suoi giardini ci riporta quasi in un’altra epoca. La Sala dei giganti, se temporaneamente e concettualmente ubicata nella maniera corretta, dimostra l’ingegno e la capacità d’innovazione di Giulio Romano e lascia lo spettatore a bocca aperta mentre viene catapultato nell’ambiente surreale e unica della stanza che narra della caduta dei giganti durante il tentativo di ascesa all’Olimpo.
Il giro della città continua rapidamente (le cose da vedere sono molte e il tempo poco) e ci troviamo a percorrere la via del principe fino a giungere a Piazza delle Erbe.
Qui facciamo tappa velocemente alla basilica di Sant’Andrea e alla rotonda di San Lorenzo; per poi ripartire subito lasciandoci alle spalle la piazza.
E’ già primo pomeriggio e quindi ci sembra lecito mangiare un boccone; prendiamo uno spuntino e dopo un buon quarto d’ora di cammino ci fermiamo a gustarlo al di là del ponte che separa il Lago di mezzo dal Lago inferiore: un’area verde dai cui pontili si ammira una vista unica della skyline di Mantova che si riflette sul Mincio. Ci fermiamo ad ammirare quello che l’uomo è riuscito a costruire negli anni passati rimanendo stregati dalla bellezza e dalla maestosità di tali opere.
Ci spostiamo nuovamente in città e, ritornando sui nostri passi, ci troviamo al Palazzo Ducale. Purtroppo a causa delle premure sulla conservazione della camera degli sposi siamo costretti a optare per il solo biglietto della corte nuova che comunque affascina con le sue meravigliose sale.
Terminata anche la visita del palazzo ci resta una sola tappa prima di tornare a casa: il Teatro scientifico del Bibiena, considerato negli itinerari secondari.
Anche qui il biglietto e scontato per chi arriva in città in treno.
Sicuramente questo teatro è la cosa che più ci ha affascinato nella nostra giornata a Mantova. Piccoli e intimi gli scompartimenti superiori si aprono timidamente su un basso palchetto; l’atmosfera tramessa dalla costruzione in legno ci fa dimenticare che ci troviamo nel centro città e ancora una volta, ma adesso con maggior intensità, veniamo trasportati in un’altra epoca dove compositori e artisti, come anche il giovane Mozart, espongono le loro capacità davanti ad una raffinata folla che gli osserva dall’alto del teatrino come api in tante piccole celle.
La giornata è già giunta al termine e siamo costretti a fare ritorno in stazione.
Ci lasciamo alle spalle Mantova, capitale italiana della cultura 2016; città artisticamente eccelsa.