Girovagando per spiagge a Maiorca

Sabino e Tania girovagano per spiagge a Maiorca
Scritto da: duca74
girovagando per spiagge a maiorca
Partenza il: 28/07/2007
Ritorno il: 04/08/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Il diario di viaggio di Sabino e Tania Come di consueto anche quest’anno decidiamo, insieme alla mia compagna, di regalarci un piccolo periodo di vacanza dopo un anno estenuante di lavoro… Destinazione? Beh, all’inizio eravamo molto incerti, poi decidiamo di affidarci al caso e… subito in agenzia a cercare qualcosa per i nostri gusti. Un ringraziamento va allo staff dell’agenzia capitolina che ha curato la nostra pratica, assecondando pazientemente le nostre indecisioni e le nostre richieste. La pazienza di Tiziana e Marianna è stata messa a dura prova… Dopo qualche giorno di ricerche ci viene proposta un’offerta di Sprintours, relativa a Maiorca, perla delle Baleari, isola dalle spiagge bellissime e dal clima idilliaco. Perché no? Ci sembra sin da subito la soluzione ideale, soprattutto per quel che riguarda l’ubicazione dell’albergo.

Alloggiamo all’Insotel Cala Ratjada, posto nella parte nord-est dell’isola, lontano forse dai frastuoni della vita mondana, ma da dove è sicuramente più facile scorgere piccoli paradisi nascosti e fantastici tramonti mozzafiato.

Costo del pacchetto: 1500 euro, comprensivo dei trasferimenti e della formula All-inclusive, per un soggiorno che va dal 28 luglio al 4 agosto 2007. Non male, pensiamo, e dunque…Si parteeeeee!!! 28 Luglio – L’operativo dei voli è di quello che pagheresti per averlo: ore 06:00 partenza da Roma Fiumicino con volo Air One ed arrivo a Palma di Maiorca alle successive ore 07:40. Il rientro è previsto per le ore 20:10 del 4 agosto. Volo tranquillo e puntuale, fatta eccezione per la levataccia all’alba (ma che vuoi, un piccolo sacrificio si dovrà pur pagare). Ritirati i bagagli nell’immenso aeroporto di Palma (quello di Fiumicino fa ridere per dimensioni e pulizia al confronto) ci avviciniamo all’uscita dove la nostra assistente di viaggio ci attende con i soliti cartelli per indicarci il bus che provvederà al nostro trasferimento in hotel.

E così, mentre tutti gli altri passeggeri del nostro volo prendono posto su mega autobus diretti con molta probabilità nella zona Sud limitrofa all’aeroporto, noi veniamo instradati su un mini bus insieme a soltanto un’altra coppia, anch’essa italiana, con cui divideremo in seguito l’intera esperienza maiorchina, oltre a conservare una bella amicizia al rientro.

Alle 09:30 siamo già in albergo, che dista circa 70 Km. Dall’aeroporto; bella struttura anche se da subito l’impressione è quella di trovarci in Germania, anziché in Spagna. Poco male, eravamo preparati, ma quel che ora conta è la sua ubicazione, sita in un centro molto carino ed attrezzato, a 10 minuti da un bellissimo porto di pescatori e a poche centinaia di metri dalla bella caletta di Cala Agulla. Dunque optiamo per un check-in lampo, colazione al ristorante principale e subito alla ricerca del mare… Già, il mare, la vera ricchezza dell’isola; insieme al suo clima temperato che si aggira intorno ai 27 gradi come temperatura massima, rende il soggiorno molto piacevole. Cala Agulla è una bella spiaggia, non immensa, ma gradevole…Posta alla fine di una grande pineta è raggiungibile attraversando la stessa oppure tramite una comoda strada asfaltata… Da subito facciamo la differenza con le nostre spiagge, soprattutto per quanto riguarda il colore e la limpidezza dell’acqua. Bagno, asciugatura e si torna in albergo a disfare le valigie ed a prepararci per un succulento (almeno si spera) pasto.

L’Insotel Cala Ratjada appare ben curato ed ospita clientela internazionale. Tutti i pasti sono a buffet e la formula all-inclusive non ti lascia mai a secco, eccezion fatta per la qualità dei cibi e delle bevande che non mi sento di elevare alla massima gloria. Diciamo che nel complesso il giudizio sulla struttura abbraccia bene, a mio parere, la sufficienza, considerata la posizione centrale e i servizi offerti. Stanze pulite, arredamento spartano, ma a noi due va benissimo. A proposito: le pulizie nelle stanze vengono effettuate solo 5 giorni su 7 e pare che sia una disciplina comune a tutta la Spagna e relativa al contratto di lavoro delle addette ai lavori! Comunque informatevi bene e prima di mettere il cartello “Non molestar” davanti alla porta per non essere disturbati al mattino, assicuratevi del turno di pulizie altrimenti rischierete di non veder pulita la stanza per 3 o 4 giorni! Nel pomeriggio torniamo a Cala Agulla, unica spiaggia raggiungibile a piedi, ma ci rendiamo ben presto conto di quanto necessaria fosse una vettura per poter visitare l’isola e cercare di scorgerne quante più bellezze possibili.

Così al rientro dal mare, con ancora il costume bagnato indosso e reduci da un bagno durato più di un’ora, ci capita di passare accanto ad uno dei numerosi “car rental” presenti nel paesino; in evidenza un bel cartello con sopra scritto in tedesco (tanto per cambiare) che si noleggiavano automobili nuove a soli 85 euro per 3 giorni. Era già una tariffa concorrenziale rispetto agli altri esercizi incontrati qualche centinaio di metri prima, ma dopo una breve contrattazione con l’addetta ed approfittando del fatto che il giorno dopo era domenica e quindi della chiusura del negozio, riesco a spuntare una tariffa di 155 euro per 6 giorni, con decorrenza polizza casko dalla sera stessa. Autovettura Fiat Panda, ultimo tipo, aria condizionata e con ancora la puzza di nuovo. Nessuno è riuscito a far di meglio, quindi contrattate e non accettate il primo prezzo che vi sparano.

Doccia, cena rapida e subito in macchina: direzione villaggio dei pescatori. Anche qui troviamo il nostro piccolo paradiso: sono le 22 e nella piccola baia c’è un posto isolato, soltanto qualche anima innamorata che guarda uno spettacolo bellissimo. La luna piena si specchia nell’acqua e la illumina insieme ai nostri occhi, mentre un peschereccio attraversa il mare e le onde si infrangono sugli scogli…Ripensiamo alla giornata appena trascorsa ed alle mille emozioni che abbiamo già vissuto; basterebbero già a saziarci di quella vacanza che invece non era appena che iniziata! Quindi a nanna, la stanchezza si fa sentire, e con in mente le splendide visioni cui avevamo appena assistito ci prepariamo ad affrontare il nuovo giorno.

29 Luglio – A colazione incontriamo Fabio e Maria Assunta, la coppia di italiani con cui abbiamo diviso il trasferimento dall’aeroporto. Da subito ci confrontiamo sulle esperienze del giorno precedente, davanti a una tazza di caffè-latte e ad un numero non precisato di toast e croissant. Tipi molto simpatici, anche se la nostra età è leggermente diversa (potrebbero essere i nostri genitori); intuita la loro intenzione di voler provvedere al noleggio di una vettura e a voler seguire grosso modo lo stesso nostro programma, decidiamo di proporgli di unirsi a noi alla scoperta di Maiorca. La destinazione per questo primo giorno è Es Trenc, quella che da tutti viene definita la spiaggia più bella dell’isola.

Non se lo sono fatti ripetere due volte (vorrei vedere) e così stabilita la meta siam partiti. Rifornimento rapido di carburante presso uno dei numerosi distributori della zona (a proposito, la benzina costa veramente poco: 1,06 euro al litro) e tutti in marcia. La spiaggia di Es Trenc, individuata grazie ad una mappa gentilmente fornitaci dal “Car Rental”, si trova a sud dell’isola e sono necessari circa 60 minuti di tragitto dal nostro albergo a velocità sostenuta (pare che gli autovelox non esistano a Maiorca o non abbiano volutamente importarli). Le strade non sono niente male, ben asfaltate e con un innumerevole sistema di rotonde che rendono la circolazione senz’altro più scorrevole e fluida.

Superata qualche stradina di campagna e decine di mulini a vento disseminati qua e la, ci avviciniamo a quella che sarà la spiaggia più bella che abbiamo mai visto. Capita molte volte che non si può rappresentare la bellezza di una cosa o che non ci siano parole appropriate per descriverla: bisogna solo vederla! Ecco, questo è uno di quei casi! La spiaggia è larga, lunga e di sabbia bianca fine. Il mare assume tutti i più bei colori di azzurro e verde che Iddio abbia creato e, nell’attraversare l’acqua per raggiungere un po’ di profondità, pensi e ricerchi nei ricordi della memoria un posto simile, ma non riesci a rievocare nulla di così incantevole! Posto consigliatissimo quindi…Se avessimo saputo di un tale splendore avremmo senz’altro cercato qualche albergo o residence nelle vicinanze! Ore 13 rientro a pranzo e pomeriggio alla ricerca di una delle 80 calette che l’isola offre. Ed è grazie a diari di viaggio come questo che riusciamo ad individuare i posti più suggestivi dell’isola. Chiaramente decidiamo di occupare tutti i pomeriggi con una caletta vicina all’albergo, dopo le sfacchinate mattutine. Destinazione Cala Mesquida, posta a 5 Km. Circa e caratterizzata dal mare quasi sempre mosso che crea delle onde naturali molto divertenti da affrontare. L’idea ci piace ed in pochi minuti siamo in spiaggia. La bandiera è rossa questo pomeriggio, segno di balneazione vietata per cattive condizioni del mare. Ma nonostante i ripetuti richiami del bagnino e dell’arrivo della polizia spagnola in spiaggia per richiamare i più esagitati, ci ritagliamo un bagno nelle vicinanze della riva, anche perché il mare era davvero molto mosso e la balneazione effettivamente pericolosa. Spiaggia immensa, lunghissima e larghissima, almeno il triplo di Es Trenc. Fantastico: c’era posto proprio per tutti. Ma qui il fenomeno che abbiamo potuto evidenziare più di ogni altro luogo è quello dei nudisti. In percentuale due donne su tre erano in top-less e nella parte finale della spiaggia potevamo scorgere diversi maschietti completamente nudi, a dimostrazione del fatto che qui il nudismo è realmente ben tollerato. Si torna in serata, cena e poi accompagniamo Fabio e Assunta presso quel piccolo villaggio di pescatori ove eravamo stati la sera precedente per mostrare anche a loro la “visione” cui avevamo assistito la sera precedente. Inutile dire che anche i loro occhi si sono illuminati dinanzi a tale spettacolo che, per l’occasione, decidiamo di filmare ed immortalare con la nostra “potente” fotocamera.

30 Luglio – Colazione abbondante e briefing sul tema della giornata. Questa mattina decidiamo di visitare le “Grotte del drago”, nelle vicinanze della splendida baia di Porto Cristo. Ci si arriva in meno di 30 minuti e verso le 9:30 siamo già sul posto. Porto Cristo è davvero incantevole! Una bella insenatura dove trovano posto, oltre ad una discreta spiaggia, molte imbarcazioni che sono ormeggiate alla meglio nel porticciolo. Caratteristica della baia è la sua insenatura che si estende all’interno dell’entroterra e la rende davvero suggestiva. Scattata qualche foto riprendiamo alla volta delle grotte che distano solo 1 km. Da qui. La visita alle grotte viene effettuata ogni ora, dalle 10 alle 17. Ci troviamo appena in tempo per la prima discesa utile. Al modico prezzo di euro 9,50 a cranio, ci procuriamo i biglietti e ci mettiamo in coda per la discesa. E’ severamente vietato scattare foto o effettuare riprese all’interno delle grotte, e qualora ve ne dimentichiate troverete uno dei tanti omini disseminati lungo tutto il percorso a ricordarvelo. Lo spettacolo non è niente male, anche se Fabio mi fa notare che in Italia abbiamo dei posti altrettanto caratteristici. In 15 minuti si scende in profondità e si possono ammirare milioni di stalagmiti a strapiombo sulle rocce che sembrano poter cadere da un momento all’altro. La temperatura all’interno delle grotte è senz’altro piacevole, intorno ai 20° (consigliato l’uso di un pullover). Terminata la discesa si assiste ad un piccolo concerto sul lago che sta sul fondo, con giochi di luci e colori davvero suggestivi. Al termine potrete scegliere se percorrere a piedi o in barca (dopo una discreta fila) le poche decine di metri che vi separano dalla strada d’uscita. Alle 11 siamo fuori e, come da programma pianificato a colazione, ci rechiamo nella vicina Cala Millor, una immensa spiaggia lunga diversi chilometri, dove ci tuffiamo per un bagno rinfrescante. Cala Millor non ha nulla di particolare e nulla a che vedere con le altre calette viste finora. La classica spiaggia lunga attorniata da tonnellate di cemento per capirci. Rientriamo alla base e, dopo aver pranzato ed esserci rilassati all’ombra degli alberi vicino al bar della piscina, siamo alla volta della spiaggia di Canyamel, anch’essa nelle vicinanze dell’albergo. La spiaggia di Canyamel somiglia molto a quella di Cala Agulla, anche se qui la differenza la fanno le splendide ville che si affacciano sulla baia e la presenza di un lido molto ben curato con tanti servizi a disposizione. Abbiamo scattato diverse foto con le palme che si affacciano nelle vicinanze ed invidiato coloro che, al termine della giornata di mare, si apprestavano ad una succulente cenetta sulla terrazza privata vista mare.

Al rientro sono quasi le 19 e, come attratti dalla maestosità di uno splendido castello nella cittadina di Capdepera, decidiamo di farci una capatina qualora fosse ancora aperto. Siamo fortunati! E con la modica cifra di 2 euro a persona (versati a titolo di donazione), ci concediamo il panorama mozzafiato che si gode dalla torretta più alta, che domina tutto il promontorio. La sera si cena e poi decidiamo di fare una passeggiata in zona, considerato il fatto che Cala Ratjada è un centro che presenta numerosi locali e strutture ricettizie, adatte ad ogni tipo di clientela.

31 Luglio – Il tempo stringe e nonostante innumerevoli siano le tappe da percorrere, stamani decidiamo di dedicare la prima parte della giornata alla visita di Palma città. Così, sulle consuete frequenze di “Radio Balear” che da sempre ci accompagna nei nostri spostamenti nell’isola, in poco più di un’ora siamo in città, e già possiamo ammirare la bellezza della sua Cattedrale. Già, la Cattedrale! E’ veramente stupenda! Non sono un grande appassionato di storia dell’arte e forse non sono neanche in grado di definire lo stile della costruzione, ma il buon Fabio ci delucida su tutto. Lui è uomo di mondo e ci fa da cicerone quando si tratta di affrontare argomenti tematici di un certo tipo. L’ingresso alla Cattedrale costa 4 euro, comprensivo della visita al piccolo chiostro che la affianca. Vale la pena vederla, comunque. Affiancato alla cattedrale c’è il palazzo dell’Almundia, ovvero il palazzo del governatore dell’isola (almeno credo). Decidiamo di non visitarlo per spostarci verso il Castello di Bellver, qualche chilometro più a nord. Il castello offre un bel panorama (e non potrebbe essere altrimenti); effettuate le foto di rito scendiamo a valle e riprendiamo la strada del ritorno per poterci fermare sul litorale sud, nei pressi della spiaggia di El Arenal. Questa è senz’altro la spiaggia più lunga di Maiorca, ben curata e con molte più tonnellate di cemento di Cala Millor a farle da contorno. Il lungomare è molto curato, fornito di piste ciclabili e di mille locali, discoteche ed alberghi. Qui è presente anche la discoteca più grande dell’isola, ove il divertimento è davvero assicurato. A ragion di cronaca, facciamo un bagno anche qui! Rientrati in hotel, decidiamo di partire subito dopo pranzo alla volta di Manacor, un centro molto grande posto tra Palma città e Cala Ratjada, patria delle mitiche perle maiorchine. Ci buttiamo a capofitto in uno dei mega store che vendono perle, dove Tania e Maria Assunta si lasciano abbagliare da tanto splendore. Io e Fabio ci accomodiamo in uno dei salottini messi a disposizione dall’azienda a dei tipi annoiati come noi, ed interveniamo solo all’occorrenza per poter valutare la bontà di un acquisto.

Lasciata la fabbrica di perle, ci dirigiamo alla volta dell’ennesima caletta sperduta, sempre e rigorosamente vicina l’albergo. E’ il turno di Font de Sa Cala, una piccola spiaggia posta proprio al punto più estremo di nord-est. Bella caletta, frequentata ed attorniata da molti alberghi, anche importanti e della catena Iberostar. Relax totale per tutto il pomeriggio, poi a cena e a nanna. Questa giornata è stata davvero estenuante e i ritmi cominciano a calare… 1 Agosto – Seguendo e ripercorrendo i diari di viaggio dei nostri predecessori e memori delle splendide foto viste su delle cartoline spedite qualche giorno prima, questa mattina la nostra destinazione è Cala del Moro, una caletta molto caratteristica ma difficile da trovare causa la sua mancata indicazione nelle mappe. Ma per dei tipi impavidi come noi nulla è impossibile. Vero Fabio? Fabio!!! Mmm…Non mi sembra molto d’accordo. Dai, ti prometto che questa è l’ultima vera scarpinata e poi torniamo a rilassarci… Cala des Moro si trova nella costa est di Maiorca, sotto Cala D’or e nelle vicinanze di Cala Mondragò (molto bella questa caletta). Per trovarla, una volta individuate le zone limitrofe sulla mappa, mi fermo in qualche bar a chiedere informazioni ai vari avventori o ai titolari. La strada per arrivarci è molto labirintica; da qualche parte ho addirittura letto che gli abitanti locali spostino o tolgano le indicazioni stradali per far si che la caletta resti sconosciuta ed inaccessibile a chi non è del posto.

Fortunatamente riusciamo ad individuare tutte le indicazioni e a raggiungere la nostra spiaggia dove, insieme a pochissimi eletti, ci tuffiamo nelle sue acque cristalline ed incontaminate. Considerata la distanza dall’albergo, avevamo già preventivato di passare tutta la giornata fuori, sostando per il pranzo nella vicina Porto Petro, patria della paella maiorchina. Porto Petro somiglia per molti aspetti a Porto Cristo, anche se forse non è così conosciuta. La piccola baia ospita anch’essa centinaia di imbarcazioni di vario genere, ma è caratterizzata dal fatto di non avere una posizione e una popolarità come l’altra cittadina. Ma fonti certe ci comunicano che se vuoi mangiare la vera paella è qui che devi venire. E degli avventurieri come noi, che hanno scalato monti e guadato fiumi per raggiungere le calette e le località più impervie, non se lo sono fatti di certo ripetere! Individuiamo un delizioso ristorantino (su gentile consiglio di una tizia nel supermercato sottostante il locale che non finirò mai di ringraziare) e, una volta fatta amicizia con la titolare, ci accomodiamo in attesa del succulento pasto.

Ordiniamo una paella a base di solo pesce, ma la aspettiamo al tavolo per circa un’ora e mezza. La signora del locale voleva fare bella figura, anche perché non era mai stata in Italia ed io mi sono molto vantato della nostra cucina. Una piccola tattica che si è resa utile per risvegliare in lei un po’ di agonismo e spingerla a superarsi. Lo stratagemma ha dato i suoi frutti e il risultato era una paella così gustosa e ricca di pesce, che alla fine del pasto poteva anche risparmiarsi di lavare i piatti tanto erano puliti. Comprensivo di bevande, il prezzo finale è stato di 25 euro a coppia. Niente male! Salutiamo il gestore con un arrivederci a presto in Italia e ci rimettiamo in moto alla ricerca della caletta pomeridiana. Nelle vicinanze c’è Cala Esmeralda, molto piccola, sovrastata da un bellissimo albergo e caratterizzata dal colore dell’acqua che è appunto verde smeraldo. Ma sono passati solo 40 minuti dalla consumazione del pasto e, nonostante la gran voglia di immergere i nostri costumi in cotanto splendore, decidiamo di riprendere la marcia in attesa che i nostri apparati digerenti completino la loro funzione. Passiamo per Cala D’Or, un piccolo centro posto a est dell’isola davvero molto carino. Siamo tutti e quattro d’accordo che se un giorno tornassimo a Maiorca è li che andremmo! Davvero incantevole! Ben curato, ordinato, ricco di negozietti e di gente tranquilla. Somiglia a Cala Ratjada, ma con una qualità e finezza delle strutture davvero superiore. Individuiamo la Cala de Sa Nau nelle vicinanze e decidiamo di fare tappa per completare il nostro tour giornaliero. Bella, bellissima caletta! Selvaggia e con diversi yacht parcheggiati al largo dove i più facoltosi e fortunati potevano deliziarsi al sole e tuffarsi a iosa. Non rimaniamo moltissimo! E’ tardi e il tramonto fa capolino all’orizzonte. Siamo in macchina verso il ritorno, e ripensiamo alla fantastica giornata trascorsa, anche se stanchi ed affaticati.

2 Agosto – Nel nostro percorso manca ancora Formentor, una penisola posta nella parte nord dell’isola da dove è possibile ammirare uno splendido scorcio di Maiorca. Non è vicinissima, ma non può mancare nel nostro diario di viaggio. Armi e bagagli e si parte! Per raggiungere Formentor dobbiamo attraversare due splendide località poste anch’esse a nord dell’isola. Si tratta di Alcudia e di Port de Pollenca. Entrambe presentano corsi lunghissimi! Le piste ciclabili sembrano interminabili e tutt’intorno ci sono diverse abitazioni private alternate ad alberghi. Posti carini, ma di cui non ci è stato possibile approfondirne la conoscenza per mancanza di tempo. Poco male! Dopo Port del Pollenca inizia la nostra salita per Capo Formentor. Percorsi circa 5 km. Troviamo un grande spiazzo da dove è possibile fare delle foto sull’intero promontorio. Decine di vetture affollano il posto ed altre sono in coda per giungervi. Siamo fortunati come non mai per il parcheggio (vero Fabio?). Il panorama è davvero mozzafiato e forse anche sconsigliato a chi soffre di vertigini. Meglio non scorgersi troppo…Ci sono dei dirupi molto profondi. Fotografata e filmata l’intera area, ci rimettiamo in marcia alla ricerca della spiaggia di Formentor. Percorsi altri 5 km. Circa di tornanti, siamo a destinazione. Riusciamo a trovare l’unico parcheggio a pagamento di Maiorca (5 euro per l’intera giornata). Ma ben presto scopriamo che forse era possibile parcheggiare leggermente oltre il parcheggio, lungo la strada, ed evitare l’esborso di denaro. La spiaggia di Formentor non è molto curata e, sinceramente, tutti ci aspettavamo altro. Non dico delusi, ma quasi. In spiaggia ci sono diverse meduse, che una deliziosa e loquace bagnina del posto sta tentando di rimuovere per far si che i bagnanti non rimangano irritati dal veleno. Naturalmente approfitto per far quattro chiacchiere con lei e gentilmente mi viene spiegato che le meduse sono morte e trasportate a riva, di notte, dalla corrente. In caso di irritazione vi era comunque abbondante fornitura di crema da parte dello staff di salvamento. A parte ciò l’acqua merita davvero, e i bagni non si fanno attendere. Diversi alberi posano la loro ombra direttamente sullo specchio d’acqua. Scenario perfetto per le nostre foto artistiche alle rispettive sirenette che ci accompagnano.

Torniamo da Formentor per pranzo, anche se sono quasi le 15. Al pomeriggio era prevista una tappa nella vicina Cala Torta o giù di li, ma la mia stanchezza è tale che chiedo un pomeriggio di relax alla comitiva. Anche gli altri non se lo sono fatti ripetere due volte, e così…Pausa.

3 Agosto – Ben presto scopro che la stanchezza del giorno precedente era dovuta a piccoli malori che mi trascinavo da giorni e che sfociano in un bel febbrone al mattino! Noooooo…E allora? La comitiva non se la sente di esplorare nuove terre senza il suo capitano. Avevamo programmato una bella escursione in quel di Cala Calobra, nella parte Ovest dell’isola, vero scenario di natura selvaggia mista ad un mare da sogno…Rimarrà sempre il rimorso della mancata escursione, considerato anche il fatto che in serata avevamo previsto la visita a Palma di notte. Poco male! Gita a Cala Agulla per tutta la comitiva tranne che per me e deposito della vettura per scadenza contratto.

4 Agosto – E’ l’ultimo giorno! La vacanza volge al termine. Alla febbre si aggiunge anche un’otite fastidiosissima che finirò di curare in Italia dopo una settimana dal rientro! Forse ho tirato troppo la corda. Ciliegina sulla torta è il posticipo del volo di circa 8 ore. Era andato tutto fin troppo bene, ma si sa…Come in ogni cosa c’è il dolce e l’amaro! E la nostra piccola razione di amaro abbiamo dovuto sorbircela anche noi! E dopo aver scritto di getto tutto questo racconto, sembra incredibile non riuscire a trovare le parole per concludere questo diario. Molti si saranno annoiati nel leggere tutte queste chiacchiere e probabilmente non saranno neanche arrivati quaggiù. Poco importa! Posso certamente qualificare Maiorca come una meta straordinaria e consigliarla vivamente a quanti non ci sono ancora stati! Basta solamente essere dotati di buona volontà e spirito d’avventura; il risultato sarà una vacanza memorabile che riporterà i suoi ricordi indelebili nella vostra mente al rientro.

Buon viaggioooooo!!!!!!



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