Girovagando per le Faroe: aspre, solitarie e spettacolari
PREMESSA
Come si può scegliere di fare un viaggio nelle isole Faroe? Beh, sicuramente una vacanza del genere non è per tutti. Il clima è molto fresco anche d’estate (e per me che voglio fuggire al caldo locale questo è solo un pregio) e la natura è la padrona assoluta di una terra che l’uomo non è riuscito ancora a piegare completamente ai voleri dell’indotto turistico: va registrato comunque, come avrò modo di raccontare, che anche qui si va purtroppo verso questa direzione.
Indice dei contenuti
Tutti i punti sopra e un po’ di foto viste in rete sono bastate per farmi iniziare a organizzare il viaggio, che ho deciso di compiere in solitaria, un po’ per convenienza, un po’ per immergersi completamente in queste terre poco adatte a chi ama la confusione e la compagnia ad ogni costo.
Questo racconto sarà così organizzato: all’inizio raccoglierò una serie di consigli utili per coloro che vogliono organizzare un viaggio simile, cercando di rispondere a quelle che erano le mie perplessità prima del viaggio. Per i più pazienti, seguirà il diario del mio viaggio, che rappresenta anche per me un modo per poterlo rivivere anche in futuro.
Cambi al momento del viaggio: 1 € = 7,46 DKK
Qualche consiglio pratico
Voli
Su altri diario di viaggio avevo trovato soluzioni molto diverse. Io ho preferito fare un volo assicurato da una medesima compagnia (KLM) che si è appoggiata su Transavia e Atlantic Airways ma garantiva tutta la tratta. Non ho dovuto trascorrere quindi notti in Danimarca per scali non garantiti ma ho fatto un doppio scalo. Alla fine ho speso 297€ in tutto per un volo Pisa-Amsterdam-Copenhagen-Faroe all’andata (con l’unico svantaggio che avevo il primo volo molto tardi la sera e il successivo la mattina molto presto con circa 6 ore di scalo in aeroporto) e Faroe-Bergen-Amsterdam-Pisa al ritorno con partenza alle 06:25 e arrivo alle 16:25.
Meteo
Meno freddo di quanto si creda (massime sui 12-15°C in estate) ma molto ventoso. Quando c’è il sole si sta anche in maglietta, sui traghetti all’aperto sono necessari almeno un indumento pesante e la giacca a vento. Purtroppo sono molto frequenti le giornate di pioggia e nuvole basse, anche d’estate. Io ne ho avute 3 consecutive su un totale di 6 giorni (cancellando anche la mia visita a Mykines) e ciò ha notevolmente alterato i miei piani (soprattutto per le possibilità di fare trekking, vedi sotto). A volte potete trovare tempo migliore su un’isola diversa da quella in cui siete, io per almeno 2 giorni ho trovato diluvio universale sull’intero arcipelago. Qualcuno sostiene che fa parte del fascino dei luogo, io continuo a dire che avrei nettamente preferito altri 3 giorni di sole.
Itinerario
Il mio itinerario iniziale è stato sconvolto dal meteo. Comunque ho deciso di soggiornare tutte e 6 le notti a Hoyvik (nella periferia della capitale) e di spostarmi i primi 2 giorni e mezzo con i mezzi pubblici e poi di prendere l’auto a noleggio per gli ultimi 3 (vedi sezione Denaro, etc.). La scelta dell’alloggio unico è stata complessivamente vincente, invece per spostarsi la macchina a noleggio è davvero utile e, soprattutto se non siete da soli, vi consiglio di prenderla il più a lungo possibile, nonostante il costo.
Trekking
Il trekking è una delle ragioni principali di molti viaggiatori diretti alle Faroe, compreso io. Sicuramente è utile avere la guida Hiking in the Faroe Islands, distribuita gratuitamente dagli uffici del turismo e disponibile anche online. Mediamente sarete messi in guardia contro i numerosi pericoli che attendono i viaggiatori che si accingono a fare qualsiasi escursione: onestamente sono in generale un po’ esagerati. Se avete un po’ di esperienza di trekking le uniche difficoltà possono essere rappresentate dal non riuscire a seguire il corretto sentiero (spesso poco segnalato) e, soprattutto, nel trovare i punti di inizio delle escursioni, spesso nascosti e mai indicati, con la guida che certo non aiuta in proposito. Purtroppo per via del meteo ho fatto un numero di escursioni molto più ridotto di quello che avrei voluto, ma tutte davvero belle. Mettete in ogni caso in conto che con meteo avverso (soprattutto in caso di nebbia e nuvole basse) fare escursioni è caldamente sconsigliato. Infine sempre più frequentemente alcune delle escursioni classiche stanno diventando a pagamento (costo medio 200DKK/pp, circa 30€!!) o sono accessibili solo tramite gite organizzate: ritengo che questo rovini molto dello spirito di queste terre e quindi proverò a segnalarvi quanto scoperto.
Denaro, costo della vita, cambi, spesa complessiva
Costo della vita esorbitate (costo cena media al ristorante a Torshavn 70€, un giorno di auto a noleggio 100€, doppia in albergo da 120€). Per risparmiare un po’ ho prenotato con AirBnb al costo di circa 70€ a notte un appartamento dove spesso mi sono cucinato la cena e ho fatto tutte le colazioni. Ho preso la macchina a noleggio per soli 3 giorni (scegliete una compagnia locale, più economica di quelle standard – io ad esempio mi sono rivolto a www.bilrokt.fo) mentre per gli altri mi sono mosso con i mezzi pubblici (piuttosto capillari e relativamente economici ma poco frequenti). Da notare che i bus locali a Torshavn sono gratuiti. Le carte di credito sono generalmente accettate. Io ho ritirato al bancomat perché è possibile cambiare contanti solo nelle banche, che spesso hanno orari ridotti. Per 7 giorni ho speso in tutto circa 1350€ (volo compreso).
Grindaldrap (caccia rituale alle balene)
Questione spinosa. Diversi amici hanno provato a dissuadermi da questa destinazione per “ragioni animaliste”: per questo motivo ho provato ad informarmi meglio. Il Grindaldrap è un’usanza senza dubbio cruenta (e che certamente non difendo) ma che produce una delle principali fonti di sostentamento dei locali (la carne delle balene uccise viene mangiata). Le balene cacciate (che non sono in pericolo di estinzione) muoiono in circa 1 secondo grazie alla speciale tecnica usata, per cui è necessario una particolare licenza (quindi non tutti, e sicuramente non i bambini, partecipano alle “cacce”). Sicuramente l’usanza è da condannare ma la sensazione è che sia stata eccessivamente ingigantita dai media proprio perché tutto avviene “sotto gli occhi di tutti”, mentre altre nazioni (Canada, Norvegia, Giappone) cacciano le balene ma lo fanno in mare aperto. Con questo non voglio convincere nessuno, ma inviterei prima di partire con dei preconcetti a capire davvero cosa rappresenti questa usanza per i locali (leggendo ad esempio questo bellissimo articolo: https://www.thecrowdedplanet.com/faroe-islands-grindadrap-faroese-perspective/) e valutare se sia tanto più grave di ammazzare atrocemente molti degli animali che alleviamo dalle nostre parti.
Diario
1°giorno – 12/8/19: volo
Alle 22.20 ho il volo di Transavia da Pisa a Amsterdam, che ha ben due ore di ritardo. Partiamo alle 00.15 e arriviamo nella capitale olandese alle 02 passate.
2°giorno – 13/8/19: volo + Hoyvik
Girovago qualche ora per l’aeroporto di Schipol (in compagnia di diversi topolini) cercando poi di dormire un po’, per prendere alle 7:20 il volo KLM per Copenhagen. Dopo un’ulteriore attesa di circa 3 ore e mezzo, prendo l’ultimo volo di Atlantic Airways che mi conduce al piccolo aeroporto di Vagar per le 13:40. Qui prendo il bus 100 che in circa un’ora mi porta a Torshavn. Sfruttando i comodissimi bus urbani gratuiti della capitale, con qualche difficoltà, riesco a prendere la linea 1 che passa vicino a Hoyvik, dove ho prenotato il mio alloggio per 6 giorni con AirBnb. Mi accoglie il figlio della proprietaria che mi mostra il grande appartamento con pavimenti in legno, non lontano dal mare. Vado a fare un po’ di spesa per i prossimi giorni nel vicino supermarket dove scopro subito l’altissimo costo della vita da queste parti. Lasciata la spesa a casa esco per un giro: l’idea è di tornare a Torshavn, ma dopo le 17 gli autobus sono poco frequenti. C’è comunque un bel sole e quindi faccio due passi fino al porticciolo di Hoyvik, passando per alcuni gruppi di case caratteristiche con l’erba sul tetto. Non c’è praticamente nessuno e mi godo il sole e la vista sulla baia circondata dai prati. Verso le 19 torno a casa con l’idea di dormire una mezz’ora prima della cena ma, forse per via del fuso, mi risveglio alle 23:30 circa! Rapido spuntino e quindi sonno ristoratore in vista dell’inizio delle esplorazioni previsto per l’indomani.
3°giorno – 14/8/19: Nolsoy, Kirkjubour
Oggi ho in programma la visita all’isola di Nolsoy, raggiungibile con circa 20 minuti di traghetto da Torshavn. Il traghetto è alle 9:30 così che ho tempo per una prima visita al quartiere storico Tinganes, vicino al porto. Dopo una breve traversata sbarco sull’isola, con il piccolo paesino di Nolsoy con tante casette colorate che mi accoglie. L’attrazione maggiore dell’isola è la camminata al faro (itinerario 18 guida trekking), all’altro capo dell’isola. Mi metto in marcia con un bel sole, salendo all’altipiano dell’isola da cui si gode di un bellissimo panorama sull’isola stessa e su quelle circostanti. Il tragitto è privo di difficoltà e ben segnato, con un lungo tratto sull’altopiano a cui si giunge dopo aver superato qualche centinaio di metri di dislivello. Al termine c’è la scesa verso il faro, in bella posizione tra alcune case. Vento, sole e mare: l’essenza delle Faroe per un luogo magico. Mangio i miei panini guardando il mare, riparato nella mia giacca a vento nonostante sia pieno Agosto. Leggendo scopro che è presente un altro faro lungo la costa: il sentiero non è ben segnato, ma si passa attraverso l’antico punto di scarico delle merci e, seguendo la costa, si raggiunge con facilità. Qui sono completamente solo, a guardare un mare luccicante. Ci sono numerosissime pulcinella di mare, e sarà l’unico luogo dove riuscirò a vederle così da vicino, dato che non riuscirò a visitare Mykines per via del meteo. Al ritorno riesco, con qualche difficoltà, a ricongiungermi al sentiero principale per poi ripercorrerlo in senso inverso. Complessivamente per l’escursione ho impiegato circa 4 ore di cammino, andando di buon passo e compresa la deviazione al secondo faro. Visito anche il paesino di Nolsoy, con i pochi abitanti intenti nelle loro attività quotidiane. L’unica attività commerciale è un piccolo caffè/pub. Alle 16:50 ho il mio traghetto per il ritorno. Arrivato a Torshavn, non contento, decido di seguire anche l’itinerario 17 della guida del trekking per Kirkjubour. Il tracciato sale sulla montagna fiancheggiando dall’alto le isole di Koltur e Hestur, che mi regalano un bellissimo panorama con la luce del tramonto. Quindi ridiscende al paese: qui è possibile visitare le rovine della Cattedrale di San Magnus, la Chiesa di Sant’Olav, del XIII secolo e la più antica casa tradizionale ancora abitata del mondo, risalente all’XI secolo, con il tipico tetto ricoperto d’erba. Piacevole anche il porticciolo, con la vita che sembra scorrere tranquilla per gli abitanti. Mi metto ad aspettare l’autobus delle 21 per Torshavn sul molo, dato che non è presente nemmeno un caffè. Il gentile autista mi aiuta a capire qual è il miglior itinerario per tornare a Hoyvik, dove arrivo alle 21:45 circa. Mi cucino un semplice pasto e vado quindi a letto, appagato di questa prima bellissima giornata nelle isole Faroe.
4°giorno – 15/8/19: Vestmanna, Torshavn
Dopo un’abbondante colazione all’appartamento, mi metto in moto per l’escursione odierna: sono ancora senza auto a noleggio e spostarsi con i mezzi pubblici rallenta di molto le operazioni. Prendo il bus 300 verso l’aeroporto cambiando quindi per il 100 che conduce a Vestmanna, dove sono presenti le scogliere più alte dell’arcipelago. Mi dirigo all’ufficio del turismo e riesco a prendere al volo l’escursione in barca verso le scogliere (prezzo circa 35€). La barca è molto affollata e, nonostante il vento, è assolutamente consigliato ritagliarsi un posto all’aperto. Il tragitto, della durata di circa due ore, arriva nelle immediate vicinanze di altissime scogliere abitate da miriadi di uccelli: ponti di roccia si alternano a grotte marine in un bello scenario. Complessivamente l’escursione, pur non essendo a mio avviso memorabile e al netto del prezzo piuttosto esoso, vale comunque la pena. Alle 12:30 circa sono di nuovo sulla terra ferma e il prossimo autobus è previsto dopo due ore: il tempo rapidamente peggiora e un po’ di pioggia inizia a cadere. Decido quindi di fermarmi a pranzo al centro visitatori di Vestmanna dove mangio la tradizionale soup di pesce (a buffet) e una birra per 158DKK. Dopo una breve passeggiata lungo la costa (niente di che) riprendo il bus con l’idea di fermarmi a fare l’itinerario 11 della guida del trekking da Kollfjardardalur a Leynar ma purtroppo la fermata dell’autobus è molto lontana dal punto di inizio dell’escursione e non c’è modo per arrivarci in autonomia. Attendo quindi il successivo autobus e torno a Torshavn che mi accogli con un magnifico sole. Decido di dedicare il resto della giornata all’esplorazione della piccola capitale. Visito con più calma la zona tradizionale del Tinganes, dove è presente anche il Parlamento delle Faroe, in una casa tipica. Quindi visito il forte Skansen, con alcuni cannoni utilizzati nella seconda guerra mondiale. Mi godo quindi il sole insieme ai faroesi al porto per poi dirigermi a un vicino punto panoramico. Da qui risalgo la città, attraversando il grande parco, fiancheggiando lo stadio e giungendo infine alla Nordic House, un complesso culturale in un edificio moderno costruito secondo moderni criteri di riuso energetico. Con una bella passeggiata in circa 40 minuti arrivo per l’ora di cena al mio appartamento di Hoyvik, dove mi cucino una frugale cena a base di salmone.
5°giorno – 16/8/19: Kollfjardardalur, Eidi, Gjogv, Toftir, Fuglafjordur
Oggi è il primo giorno in cui ho a disposizione l’auto presa a noleggio. Purtroppo però coincide con l’inizio di una vera tempesta di vento e pioggia che complicherà molto i miei programma fino al termine della vacanza. Con i mezzi pubblici arrivo all’autonoleggio a Torshavn dove mi viene assegnata una Pegeaut 405 con cambio automatico: per questo (piccolo) disguido e un problema a una spia mi viene fatto uno sconto di 150DKK al giorno. Non mi viene chiesta nemmeno la patente (!!), scrivo solo il mio nome su un foglio (senza neanche presentare un documento d’identità) e mi viene consegnata la chiave. Pronti via mi ridirigo verso l’inizio dell’escursione 11 che ieri non sono riuscito a fare. Tutte le isole che attraverso sono coperte da nuvole ad altezza mare e pioggia: inizio la mia escursione armato di poncho ma dopo circa 30 minuti desisto perché sono completamente zuppo, con la pioggia a vento che mi ha bagnato completamente. Intanto mi arriva la mail che mi comunica che l’escursione a Mykines in programma per le 13 è annullata. Riesco però a riprenotarla per l’indomani (ultimo posto disponibile!). Ho assoluta necessità di fare una doccia e asciugarmi, quindi decido di andare all’appartamento per pranzo. La burrasca sembra continuare anche nel pomeriggio, anche se la pioggia diminuisce un po’ di intensità. Verso le 15 decido che è l’ora di lanciarmi nell’esplorazione di qualche paesino e così mi dirigo verso Eidi. In circa 40 minuti arrivo a questo gruppetto di case colorate: c’è un campo di calcio circondato dal mare e, se non ci fosse nebbia fitta, probabilmente un bello scorcio di mare: tuttavia sicuramente Eidi non è tra le mete imperdibili delle Faroe. Riprendo quindi l’auto e mi appresto, con un tempo da lupi, ad attraversare il passo verso Gjogv, con una decina di chilometri di strada single-track. Questo paesino, nonostante l’acqua che continua a cadere, riesce invece a far intravedere tutta la sua bellezza: un corso d’acqua scorre lungo la via che si apre in un bellissimo scorcio sull’oceano. Sulla sinistra si arriva a un bel punto panoramico, anche se la salita sulla montagna risulta essere ora sbarrata da un cancello con richiesta di pagamento affisso dai proprietari. Girovago per il paesino, prima di riprendere l’auto per fare un salto a Toftir, con il solo scopo di dare un’occhiata al campo di calcio più spazzato dal vento del mondo. Arrivo che è in corso una partita, credo della prima serie faroese. L’ingresso è libero e davanti a una cinquantina di spettatori c’è solo un enorme banco di nebbia: non riesco a distinguere neanche le porte! In compenso il guardalinee indossa il cappello per ripararsi dal vento e dal freddo: e siamo al 16 di Agosto! Sulla via del ritorno mi fermo a Fuglafjordur per andare a cena al ristorante Mantra dove mangio il piatto della casa di specialità di mare (salmone freschissimo e altre specialità) e una birra per 255DKK. Quindi torno a casa per asciugarmi e andare a dormire.
6°giorno – 17/8/19: Gasadalur, Saksun, cascata Fossa, Tjornuvik
Colazione a casa e partenza con la speranza di riuscire a partecipare all’escursione a Mykines nel pomeriggio. Oggi il tempo è più variabile, ci sono basse nuvole minacciose ma piove solo a tratti. Visto che l’escursione è prevista per le 13, mi dirigo prima a Gasadalur per la famosa vista della cascata che si butta in mare da un’alta scogliera. Negli ultimi anni è stata aperta una galleria che collega il paesino al resto della rete stradale ma fino a poco tempo fa l’unico mezzo per raggiungere questo luogo via terra era il vecchio sentiero postale che passa sopra i monti partendo da Bour. Il sentiero parte da un piccolo parcheggio difficilmente individuabile poco prima della galleria. È una bella escursione (itinerario 14 della guida del trekking) che decido ovviamente di fare: si sale rapidamente sulla montagna da cui si gode di una bellissima vista su Mykines e sulla famosa formazione rocciosa di Drangarnir, che presenta un naturale arco di roccia. Una volta arrivati al punto più alto sulla montagna si inizia ad avere una bella vista sul villaggio di Gasadalur e sulla famosa cascata. Inizia però a piovere e arrivo alla cascata e al paese sotto l’acqua. Lo scenario è comunque da cartolina. C’è ora però da tornare indietro e, tanto per cambiare, il tragitto di ritorno sarà sotto l’acqua e con nebbia fitta. Arrivo alla macchina zuppo d’acqua e ovviamente mi viene comunicato che anche per oggi l’escursione per Mykines è annullata. Anche oggi devo passare dal b&b per fare una doccia e cambiarmi e ne approfitto quindi per pranzare. Dopo pranzo mi riorganizzo per vedere qualche altro paesino. La prima meta è Saksun, dove arrivo in compagnia di due signore polacche che ho raccolto mentre facevano autostop. Ora ci sono nuvole basse ma piove meno intensamente. La particolarità di Saksun è che si apre su una bellissima gola che risente molto della variazione delle maree: do un’occhiata alla parte alta del paese con la chiesa è una famosa casa tradizionale davanti alla gola, il cui proprietario ha iniziato una (comprensibile) crociata contro i turisti che gli rompono le scatole in qualsiasi modo per riuscire a realizzare lo scatto perfetto. La vista è comunque bella. Da qui parte anche l’itinerario 9 per Tjornuvik, a cui però decido di rinunciare per il meteo inclemente. Riprendendo l’auto arrivo in pochissimi minuti anche alla parte bassa del paese, da dove ho letto parte una breve e bella escursione lungo la gola. Rimaniamo sbalorditi quando l’accesso ci è sbarrato da un tornello (di quelli che si trovano allo stadio) con un lettore per carte di credito che ci nega l’accesso: un vero scempio in un luogo dove la natura regna sovrana. Decido (non tanto per il costo quanto per una questione di principio) alla mia breve passeggiata e mi dirigo in auto verso Tjornuvik. Lungo la strada mi fermo alla cascata Fossa, la più alta delle Faroe: si trova proprio lungo la strada. Anche Tjornuvik è un paese carino: si apre direttamente sull’oceano e si può ammirare la famosa formazione rocciosa de ‘Il gigante e la strega’. Andando verso la collina si incontra il sentiero per Saksun e si possono scattare delle belle foto. Dato che è quasi ora di cena e, che si sta scatenando un nuovo nubifragio, decido di fermarmi per cena al Sand Cafè, l’unico del paese, che dà proprio sulla spiaggia. Prendo una soup di mare e delle cozze con una birra, spendendo 285DKK. Quindi ritorno al B&B.
7°giorno – 18/8/19: Vidareidi, Klasvik, strada panoramica da Kollfjardardalur a Torshavn
Ultimo giorno sulle Faroe e purtroppo ancora un muro di nuvole e nebbia mi accolgono al mattino. Oggi ho in programma di visitare e possibilmente fare un paio di escursioni sulle isole più settentrionali. Mi dirigo quindi verso l’isola di Vidoi, che raggiungo dopo circa 90 minuti. Qui mi dirigo verso Vidareidi, il paese principale, da dove parte l’escursione per Capo Ennibeg (numero 1 della guida del trekking), considerata una delle più belle delle isole. Arrivo al punto di partenza, ma davanti a me c’è solo un muro di nebbia: arrivano anche altri escursionisti ma desistiamo tutti dal metterci in cammino in queste condizioni. Anche questa escursione ha un costo di 200DKK da lasciare dentro una casella postale: non so in quanti effettivamente lo facciano. A questo punto i paesini da visitare sono davvero esauriti così come le idee su come sfruttare la giornata di oggi con questo meteo. Faccio una passeggiata per Klasvik, seconda città delle Faroe dopo Torshavn. C’è un porticciolo, qualche chiesa e poco altro: si può tranquillamente saltare. Inizio a rientrare verso Torshavn e decido di fare in macchina la strada panoramica che, partendo nei pressi di Kollfjardardalur, arriva a Torshavn dall’altro lato, passando per i monti. A un certo punto si apre una bella vista in un momento di relativo tempo stabile e mi fermo in una piazzola per mangiare i miei panini: mi devo accontentare di questo! Me la prendo comoda (praticamente non ho nulla da fare!), mi riposo un po’ al b&b e poi restituisco l’auto, che quanto meno mi ha riparato un po’ dalla pioggia di questi tre giorni. Quindi mi preparo la cena prima dell’ultima notte nelle Faroe.
8°giorno – 19/8/19: volo di ritorno
Alle 5:15, con quasi 15 minuti di ritardo, mi viene a prendere il taxi condiviso per l’aeroporto della compagnia Taxi Bil (200DKK anziché 650DKK per l’intera auto) che comunque arriva nel minuscolo aeroporto ampiamente di Vagar in tempo. Partenza sotto la pioggia per Bergen dove arrivo alle 9 (+1h di fuso). Alle 10:45 ho quindi il volo KLM per Amsterdam, da dove riparto alle 14:30 alla volta di Pisa (arrivo 16:30 circa). Viaggio di ritorno molto comodo: arrivo a casa comunque contento per una vacanza fuori dall’ordinario. Sicuramente con un meteo migliore avrei potuto godermi ancora di più questi posti così aspri e selvaggi.
Conclusioni
Una vacanza particolare, solitaria, ruvida e vera come solo queste terre sanno essere. Le Faroe hanno paesaggi bellissimi e persone molto più aperte di quello che si possa pensare. Purtroppo sul giudizio complessivo pesa il fatto di aver avuto ben 3 giorni di pioggia e nebbia ininterrotta sul totale della vacanza; ciononostante la valutazione rimane positiva e sono rimasto con la voglia di tornare per vedere ciò che il meteo non mi ha concesso di fare, in primis Mykines. L’unica paura è che il processo di ‘turisticizzazione’ di queste terre continui, trasformandole in un altro caso Islanda che, almeno nelle zone più famose, sta perdendo un po’ della sua natura selvaggia a causa del continuo aumento del numero di turisti. Il tema non è facile (mi hanno spiegato che sarà uno degli argomenti principali su cui si discuterà nelle prossime elezioni delle Faroe!!) ma onestamente non credo che mettere alcune escursioni a pagamento con un tornello all’ingresso sia la scelta migliore da fare. Non mi sento di dare consigli particolari sulle cose da vedere e i paesini da visitare perché come dice giustamente un altro TPC che cito testualmente “qualcuno vi dirà che il suo paese preferito è Gjogv, qualcun altro dirà Gasadalur, o Trollanes, o Vidareidi, o altri ancora… Probabilmente chi lo dice ha avuto una buona impressione perché quando è andato in quello specifico paese ha trovato il sole che splendeva, o un gruppo di bambini che giocavano per le strade rallegrando l’atmosfera, o i contadini che facevano il fieno e scambiavano quattro chiacchiere coi passanti… Ma sinceramente dare un consiglio su quale paese privilegiare ci pare difficile: sono tutti belli, molti sono anche simili fra loro, e dopo un po’ iniziano a confondersi nella memoria. Il suggerimento è questo: visitate tutti i paesini che potete, ma non fate delle corse apposta per vederne uno in più. A seconda del clima o degli incontri, ne troverete uno speciale che vi rimarrà nel cuore, e va bene così, quale che sia.”. Quello che rimane è la bellezza avvolgente che queste isole donano e che il viaggiatore, al termine del viaggio, si porta a casa nel proprio cuore.
Di seguito la classifica dei Top e Flop di questa vacanza che mi sono divertito a stilare:
Flop 5:
1. Il processo di ‘turisticizzazione’ in atto
2. Il meteo (almeno quello che ho trovato io)
3. I prezzi
4. I mezzi pubblici poco frequenti (anche se capillari)
5. La cucina
Top 5:
1. La bellezza dei paesaggi incontaminati
2. La cordialità delle persone
3. Angoli nascosti e punti panoramici da scoprire
4. Fare trekking in luoghi solitari e selvaggi
5. La condizione delle strade: ben tenute e poco trafficate
Per ogni informazione o consiglio potete contattarmi all’indirizzo e-mail ricky.pittis@hotmail.it