Girovagando Per la Sicilia
Navigatore alla mano abbiamo attraversato la Sicilia, raggiungendo i punti più caratteristici.
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La nostra fortuna per questo viaggio è che siamo state ospiti da amici a Palermo e nel B&B dei genitori di questi ultimi a Venetico, vicino Milazzo. Compagno di viaggio il navigatore satellitare. Partenza 31 agosto da Milano in macchina fino a Civitavecchia dove ci siamo imbarcate su un traghetto Snav, destinazione Palermo. Compagnia traghettatrice bocciata, dal personale al ritardo in partenza. Ma questa sarà l’unica cosa del nostro viaggio. Arriviamo a Palermo e siamo subito scaraventate in mezzo al traffico palermitano, dicono tanto dei miilanesi, ma in questa città è davvero pauroso guidare. Ti sorpassano a destra, sinistra, svoltano improvvisamente, suonano il clacson in continuazione, insomma una gran prova di coraggio attraversare la città e arrivare a casa dei nostri amici. Sistemate due cose veloci in casa decidiamo di andare subito in spiaggia a Mondello. Spiaggia affollatissima, purtroppo sporca e piena di piccioni. Stendiamo i nostri teli e ci tuffiamo in mare. Una volta tornate a riva ci rendiamo conto che è impossibile restare in spiaggia accerchiate dai piccioni e andiamo a mangiare in una rosticceria, dove non ci facciamo mancare panelle e arancini! Finito il pranzo andiamo a Cala Pesce, sugli scogli e ci addormentiamo. Ci svegliamo che ormai sono le 20 e torniamo a casa dove vi resteremo in preparazione alla giornata successiva, San Vito Lo Capo e Riserva dello Zingaro. La strada per raggiungere la riserva è poco segnalata, ma grazie al fidato tom tom ci arriviamo. Paghiamo l’ingresso, pochi euro, e per il caldo opprimente ci rendiamo subito conto che percorrere gli 8 km fino a Scopello sarà un’impresa impossibile. Raggiungiamo la prima caletta ae rimaniamo a bocca aperta tanto l’acqua è limpida e celeste. Dopo esserci rinfrescate andiamo alla seconda caletta, ma non ci affascina tanto quanto la prima anche perché è molto più affollata. Lasciamo la Riserva e andiamo in spiaggia a San Vito lo Capo prima di visitare la città. In città tutti stanno lavorando per prepararsi alla festa del couscous che si terrà a fine mese. La fame non è molta, ma non possiamo rinunciare ad un piatto di couscous di pesce! Rientriamo a Palermo e ceniamo da Pizza Uno, una pizzeria d’asporto dove gustiamo una pizza veramente buona e spendiamo veramente poco. Il terzo giorno ci rechiamo a Favignana. Lasciamo l’auto a Trapani e prendiamo l’aliscafo. Una volta arrivate sull’isola noleggiamo uno scooter e ci andiamo subito in visita della prima caletta. Nonostante una complicata discesa tra gli scogli a dir poco appuntiti, ci tuffiamo in un mare talmente azzurro che ci sembra di essere in piscina. Con lo scooter giriamo tutta l’isola ma non troviamo calette migliori della prima, Cala Rosa. Di ritorno da Favignana andiamo a Erice, un borgo medievale, che per raggiungerlo bisogna prendere una cabinovia per un tragitto di 15 minuti. Dopo una giornata di sole ad Erice soffriamo un pochino il freddo, anche perché siamo ad un’altitudine decisamente diversa. Visitiamo la città, famosa per le sue ceramiche, percorrendo le viuzze meno frequentate dai turisti. Infatti è pieno di negozi di souvenir che la rendono poco storica ormai. La mattina seguente lasciamo Palermo con destinazione Venetico dove saremo ospiti del B&B Angolo di Paradiso. IL viaggio è lungo, ma noi abbiamo organizzato, più o meno le nostre tappe, sempre di grande aiuto sarà il navigatore. Prima tappa Cefalù, dove parcheggiamo in riva al mare e percorrendo a piedi Corso Ruggero raggiungiamo la Piazza della Cattedrale. Camminando sempre per le vie meno frequentate arriviamo ad una terrazza sul mare, purtroppo mal tenuta, ma dalla quale si può ammirare tutto il litorale. Mangiamo e poi andiamo in spiaggia. La tappa successiva è Capo d’Orlando, qui non faremo il bagno, la città è a dir poco caotica. A questo punto inizia una nostra piccola avventura che ci porterà nell’entroterra siciliano e ammetto le mie colpe. Leggo un cartello: Tortorici, città delle capanne e delle nocciole. Non è la prima volta che lo sento nominare e vedendo il cartello marrone deduco subito che è una metà turistica, che c’è qualcosa di storico da andare a vedere. Impostiamo il navigatore e dopo chilometri tra i monti siciliani senza incrociare nessuno ci arriviamo. Scopriremo poi di essere nel parco dei Nebrodi. Il paese è deserto, con un aspetto quasi spettrale. Abbandoniamo Tortorici e torniamo sulla retta via per Venetico. Una volta giunte sul posto scopriremo grazie al proprietario del B&B che Tortorici è famosa per la malavita e gli omicidi. Lo dicevo io che era famosa per qualcosa! Ultima tappa prima di arrivare a Venetico è Tindari, dove visitiamo il Santuario della Madonna Nera dal cui piazzale antistante si può ammirare la baia Oliveri. Arriviamo a Venetico e il B&B è una cosa fuori dal normale. Un vecchio palazzo ristrutturato, dislocato su tre piani con diversi appartamenti e un’immensa terrazza sul tetto dalla quale si può godere di un’ottima vista delle isole Eolie e di un fantastico tramonto tutti i giorni. Seguendo i consigli dei proprietari faremo delle ottime escursioni. Prima isola delle Eolie che visitiamo è Vulcano. La mattina presto prendiamo l’aliscafo e giunte sull’isola andiamo subito alla famosa spiaggia nera, una spiaggia con sabbia vulcanica. In un primo momento la cosa ci fa un po’ impressione, ma non ci facciamo scoraggiare sicuramente dalla novità. Per la tarda mattinata prenotiamo un’escursione in barca e così ci ritroveremo poi su una piccolissima imbarcazione utilizzata d’inverno per la pesca. Facciamo tutto il giro dell’isola andando a scoprire le baie più nascoste dell’isola e dove ci è permesso tuffarci e nuotare. Tornate a terra decidiamo di andare a fare i fanghi, anche se un po’ schifate dall’odore. Ovviamente è sempre un’esperienza nuova, siamo lì, perché non farla? E quindi iniziamo a cospargerci il corpo con il fango per poi sciacquarci e andare nella spiaggia sottostante dove l’acqua del mare è bella calda grazie ai sulfetti d’aria calda provenienti dal fondo dovuti all’azione vulcanica. Il giorno dopo lo dedichiamo alla scoperta di Venetico, Milazzo ecc, causa mancato parcheggio e di conseguenza non abbiam fatto in tempo a prendere il traghetto per Lipari, così prenotiamo un’escursione per il giorno seguente: giro delle tre isole: Lipari, Panarea e Stromboli. Navigatore alla mano andiamo alla scoperta di Milazzo, Capo di Milazzo con il suo Castello, purtroppo chiuso per restauri e così, seguendo i cartelli, arriviamo alla baia di Venere, dove ci si arriva soltanto a piedi, dopo aver camminato un bel po’. L’escursione delle tre isole non è proprio come ce l’aspettavamo, si raggiungono si le diverse baie principali, ma non ci si può tuffare e fare il bagno. Prima isola che visitiamo è Lipari, dopo una breve passeggiata nel centro noleggiamo uno scooter per raggiungere spiagge meno conosciute. Nel pomeriggio raggiungiamo Panarea: colori tipici mediterranei ma l’impressione che ci dà è quella di un piccolo villaggio turistico che si può attraversare solo con le Golf Car Taxi, ma noi decidiamo sempre di andare a piedi. Raggiunta la tanto citata spiaggia di Panarea, Cala Zimmari. Tanto sponsorizzata quanto affollata e sporca. Per il tardo pomeriggio la destinazione è Stromboli. Giusto il tempo di passeggiare un poco per il paesino e mangiare due arancini buonissimi e veniamo richiamati alle barche, ora si va all’esplorazione del Vulcano dal mare per ammirarne l’eruzione. Siamo molto fortunate perché spesso capita di non poter assistere all’eruzione ma noi assistiamo a diverse “fiammate”, una più intensa dell’altra. La mattina partiamo per raggiungere l’Etna. In prossimità del vulcano il paesaggio è a dir poco tetro e spettrale, ci lascia senza parole, è agghiacciante. La lava che ha abbattuto e arso ogni cosa, trattiene tra sé alberi bruciati, bianchi e anche la strada. Il prezzo dell’escursione al cratere è un po’ alto, ma una volta raggiunta la cima ne vale veramente la pena. Il 4×4 ci porta fino ad una certa altezza oltre la quale bisogna andare a piedi per raggiungere la vetta, il cratere. La salita non è facile, camminare nella sabbia di lava è un po’ faticoso, poi il freddo dell’altitudine contrasta con il caldo emanato dal vulcano. Arriviamo fino alla bocca del vulcano, formatasi con l’ultima eruzione del 2006. E’ un’esperienza che merita di essere vissuta, è difficile spiegarla a parole. Di ritorno dall’Etna andiamo alle Gole dell’Arcantara, canyon scavati dall’erosione dell’acqua ghiacciata nella lava. Ormai è tardi e le escursioni guidate non si possono più fare così proseguiamo con la nostra vacanza fai da te. Non ancora stanche per la giornata facciamo tappa a Taormina. Lasciamo l’auto nell’autosilo sotto al città e saliamo a piedi. La città è affollatissima, ci son diversi matrimoni in corso e poi c’è il concerto di Gianna Nannini. Rientriamo a Venetico che ormai è tarda notte ma non rinunciamo ad un buonissimo gelato al Bar Sport. L’idea di visitare Agrigento era ormai abbandonata, ma la chiamata di un nostro conoscente ci convince a raggiungerlo a Meffi. Di buon mattino partiamo e attraversando la Sicilia arriviamo ad Agrigento dove visitiamo la Valle dei Templi e a Realmonte la Scalata dei Turchi. Grazie al nostro amico a MEffi troviamo posto in un alberghetto sulla spiaggia e qui resteremo due notti. Qua faremo una gran mangiata di pesce e cozze sulla spiaggia. Il Bagno non riusciremo a farlo, l’acqua è gelida, ma una passeggiata in acqua riusciamo comunque a farla. Sulla strada del ritorno verso Palermo ci fermiamo a visitare Segesta e Selinunte, e poi più in là nel viaggio Castellamare del Golfo e ci godiamo l’ultimo giorno di mare prima di rientrare a Milano attraversando tutto lo stivale.