Girovagando per la francia 2008
Alle 13, dopo aver percorso A40 e poi da Macon A6, ci fermiamo nel più misero autogrill in località Beaune per la sosta pranzo consistente in due sfilatini caldi per noi donne e due sfilatini da frigo per i due uomini (sfilatini+acqua+ caffè = 27,80). Dopo 870 km., avendo rispettato i limiti di velocità francesi (130 km/h ed in caso di pioggia 110 km/h) arriviamo a Parigi, prima tappa della nostra vacanza, hotel Ibis Opera-Bastille alle17,40 con un cielo da raggelare il cuore . Approfittando di un pallido sole, dopo aver depositato i bagagli, usciamo alla volta de l’Ile de la citè, isolotto su cui, più di duemila anni fa, i celti costruirono Parigi e dove si trovano la Saint-Chapelle, la Conciergerie, antica prigione e Notre Dame, ma, mentre camminiamo, si alza un discreto vento ed inizia a piovere. Cerchiamo di ripararci sotto gli ombrelli ma dopo 2 minuti il vento rompe quello di Gianni per cui arrivati davanti alla cattedrale scattiamo in fretta qualche foto mentre spiego a Sarita le caratteristiche di Notre Dame. La cattedrale è una delle costruzioni gotiche più famose nel mondo; la sua costruzione fu iniziata nel 1163 e terminata nel 1345, è in pianta rettangolare e la sua facciata è divisa in tre livelli distinti:i portali, quello di sinistra dedicato alla Vergine Maria, quello centrale raffigura il giudizio universale e quello ,di destra dedicato a Sant’Anna, la galleria dei Re il rosone e le torri gemelle. Passati pochi minuti saliamo su un taxi per ritornare non bagnati fradici in albergo dove ceniamo (cena Ibis 85,60 euro).
Parigi: Hotel Ibis Bastille Opera 49 euro tariffa Happy prenotato in internet + 8 euro colazione a persona 29/04/08 martedì: PARIGI-GIVERNY Km 92 Anche oggi Parigi è stata una città dai cieli “bigi” con alternanza di momenti di pioggia scrosciante e momenti di grazia. Dopo aver fatto un’abbondante colazione con brioches, baguette e marmellata e caffelatte pensiamo di fare un mini tour della città con la nostra macchina: Place de la Concorde,Champs-Elyses, Arco di Trionfo, Opera, Place Vendome, Louvre , Trocadero e Torre Eiffel. Place de la Concorde: La piazza è situata ai piedi dei Champs-Elysees e durante al Rivoluzione francese nel 1792 fu la sede della ghigliottina; qui morirono Luigi XVI e Maria Antonietta,Danton e Robespierre. Al centro della piazza c’è l’obelisco egizio di Luxor , vecchio di 3300 anni, arrivato in Francia nel 1836, alto 22,86 mt e coperto di geroglifici celebranti la gloria del faraone Ramesse II. Agli angoli della piazza ci sono 8 statue femminili che simboleggiano le grandi città di Francia:Marsiglia, Bordeaux, Nantes, Brest, Rouen, Lille, Strasburgo e Lione.
Alle spalle della piazza ci sono i giardini des Tuileries realizzati da Caterina de’ Medici nel XVI secolo.
Arco di trionfo: Si trova alla fine dei Champs-Elysees e fu fatto costruire da Napoleone I. E’ una poderosa costruzione dedicata alla gloria delle vittoriose armate francesi della Rivoluzione e del primo impero;nel 1920 è la sede della tomba del milite ignoto..
Arrivati al Trocadero saliamo sulla Tour Eiffel solo io, Sarita e Roberto perché Gianni deve stare a terra con Chayla a cui non è permesso di ammirare Parigi dall’alto essendo una cagnolina. Mentre un venticello freddino ci scompiglia i capelli facciamo un po’ di coda per salire al secondo piano dove la vista , nonostante il tempo avverso è sempre impagabile. Dopo aver raggiunto Gianni in macchina, dove si è riparato perché è iniziato a piovere, pranziamo in una brasserie di piazza Trocadero e prendiamo una bella bastonata: 50 euro per aver mangiato 3 “croque monsieur” con prosciutto e formaggio, un piatto di verdure lesse, 2 bottigliette di acqua , 1 birretta e 4 caffè.
Il pomeriggio non si è presenta meglio del mattino e con l’ombrello sempre pronto saliamo sino al Sacro Cuore e poi sempre in macchina giriamo per Pigalle per mostrare il famoso “Moulin Rouge” e S. Germain des Pres .
La nostra giornata parigina termina sotto l’ombrello ed imboccando A14 e A13 ci dirigiamo a Saint Marcel , che dista 8,5 km da Giverny, per trovare il nostro albergo Le Mont Vernon.
L’albergo è un pochino isolato però ci siamo trovati bene anche per la cena dove assaporiamo per la prima volta il “caffè gourmand”. Su un piatto oltre alla tazzina con il caffè c’è una pallina di gelato e tre assaggi di torte al cioccolato, sfoglia con le mele ed una mousse alla nocciola:una vera squisitezza per una golosa come me!!!! (cena 94 euro spesi bene).
Saint-Marcel: Hotel Le Mont-Vernon 63 euro+7,30 colazione a persona +6 euro chayla 30/04/08 mercoledì :GINERNY-ROUEN-HONFLEUR km 65+km. 91 Entriamo in Normandia terra di meraviglie sospese tra cielo e acqua Distese infinite di sabbia dorata, strepitose scogliere di calcare che precipitano nelle onde, baie dove la marea sale al “ritmo di un cavallo al galoppo” e prati verdissimi che scivolano sino al mare tra muretti di pietre a secco e fari solitati:questa è la Normandia In Normandia colpiscono i colori del paesaggio e dei paesi; dominano i grigi delle pietre locali dei piccolo paesi sul bel verde delle campagne e donano al passante una sensazione di quiete.
La Normandia si snoda a fianco del canale della Manica e si divide in Alta Normandia con capitale Rouen e Bassa Normandia con capitale Caen .
Il confine tra le due Normandie è idealmente segnato dal Pont du Normandy.
Ci alziamo con un cielo plumbeo ed un vento pazzesco che invitano a rimanere a letto al calduccio, ma la voglia di vedere luoghi nuovi è più forte del tempo non favorevole e dopo una rapida foto al “mulino di Vernon” costruito sopra un pezzo di ponte, la nostra meta mattutina è la casa di Monet a Giverny.
Dal 1883 sino alla morte avvenuta nel 1926 Claude Monet visse nel piccolo paese di Giverny dove ritrasse le ninfee ed il ponticello del suo giardino giapponese e dove potè realizzare il suo sogno: cogliere la natura in tutte le sue sfaccettature di luce, la sua magnifica ossessione, nel suo variare ma nell’attimo: nell’impressione.
Come per incanto giunti davanti alla casa del grande impressionista è apparso il sole che ci ha permesso di visitare il famoso giardino senza ombrello. Prima siamo entrati io, Sarita e Roberto perché, come al solito, ai cani è vietato l’ingresso, poi Gianni da solo. Entrare nel giardino delle ninfee è come entrare in un mondo incantato dove la serenità e la pace regnano sovrane in un trionfo di iris, tulipani ed azalee: peccato che nel laghetto le ninfee non sono ancora fiorite; dobbiamo immaginarle ed accontentarci di una cartolina che riproduce uno dei famosi quadri di Monet. Dopo aver pranzato con un sfilatino artigianale fatto in casa imbocchiamo N15 per raggiungere Rouen per vedere la famosa cattedrale ritratta da Monet ben 50 volte a diverse ore del giorno e 20 di queste 50 sono state riprese dal secondo piano di un negozio situato di fronte alla facciata occidentale. La cattedrale è davvero imponente con le sue due torri diverse quella di sinistra di St Romain in stile gotico primitivo e quella di destra detta “del burro” perché pagata coi soldi versati dai fedeli per aver il permesso di mangiare burro in Quaresima. Dalla cattedrale passeggiamo lungo la rue du Gros-Horloge dove c’è un grosso orologio simbolo della città ed in questa via compero dei biscotti tondi di waffer ripieni di cioccolato e pistacchio da portare a casa ma, dal momento che resistono solo tre giorni, ci sacrifichiamo e facciamo una deliziosa merenda. Lasciata Rouen che è anche la città dove Giovanna D’arco fu imprigionata e giustiziata il 30 maggio 1431, prendiamo A13 e A29 diretti ad Honfleur, stupenda cittadina della bassa Normandia che sorge sulla foce della Senna e sulla Cote Fleurie, una campagna fiorita che accarezza il mare e spiagge di charme.
Troviamo subito il nostro Ibis, per cui, lasciati i bagagli in camera, fuori di nuovo alla scoperta del Vieux Bassin, il vecchio porto, ricco di barche e con case multicolori piene di ristorantini e bar con tavolini anche all’aperto. Il quadro che si presenta ai nostro occhi è incantevole e sembra un quadro vivente. Dopo aver girato lungo il porto decidiamo di cenare a “La cabane du pecheur” dove finalmente mangiamo Sarita, Roberto e Gianni un piatto di moule (cozze) marinate e la sottoscritta un assiette di ostriche e coquillage seguite poi da 4 galette.(cena 105,10 euro).
Honfleur: Hotel Ibis 69 euro + 8 colazione a persona 1/05/08 giovedì : HONFLEUR –ETRETAT km.32- STE MERE EGLISE km. 188 Questa mattina per la prima volta ci siamo alzati con il sole; non ci sembra possibile avere tempo bello proprio per una giornata con un programma ricco come oggi.
La Normandia offre i paesaggi di una costa incredibilmente varia. Con il fragore dei flutti, il mare scolpisce ora l’architettura delle scogliere e delle falesie, ora si perde su infinite distese di sabbia dorata che la marea prima copre e poi svela. Ad una costa varia e bellissima si contrappone una campagna tranquilla con pianure, verdi poggi ordinati e foreste di faggio e pinete.
L asciata Honfleur attraverso il Ponte di Normandia ( 5 euro a passaggio) ci dirigiamo sulla Costa di Alabastro a Etretat patria delle falesie (ampie scogliere sull’oceano) e lungo il tragitto i nostri mariti ci regalano i mughetti come usa in Francia per il 1 maggio. E’ un regalo di buon augurio! Il paesino è carino chiuso in una insenatura limitata a sinistra dalla falesia d’Aval alta 85 mt e a destra dalla falesia d’Amont che riempiono gli occhi per la loro bellezza.
Tramite un sentiero che parte dalla spiaggia saliamo sulla falesia d’Aval e il paesaggio dall’alto è da mozzafiato perché offre una vista superba sul paese e sulla costa e sulla colossale Manneporte, arco naturale largo oltre 90 mt.
Falesia d’Aval:alla parete rocciosa si appoggia un ampio arco naturale detto porte d’Aval oltre il quale si erge solitario le Porte dell’Aiguielle, faraglione appuntito che si innalza nel mare per circa 70 mt .
Etretat è anche la città dove visse Maurice LeBlanc, creatore di Arsenio Lupin e le falesie erano proprio il nascondiglio del ladro gentiluomo.
Scesi dalla falesia entusiasti della camminata e della vista dall’alto gironzoliamo tra i negozi per acquistare i primi ricordini per chi è rimasto a casa. Io e Gianni pensiamo ai bambini ed acquistiamo ad Emanuele una maglietta marinara con l’orso sul davanti, a Giulia un abitino sempre marinaro beige e righe blu con un fiocco rosso e le stelle marine sul davanti. Anche Sarita e Roberto pensano ai loro nipotini prendendo due magliette marinare a righe bianche e blu; poi pensano anche a me e mi regalano il bimbo vestito da marinaretto che ora, in compagnia della bimba uguale a lui, siede sul davanzale interno della finestra del mio bagno. Stanno benissimo! Da Etretat percorrendo D940-D31-A131 ritorniamo al Ponte di Normandia e poi percorrendo A29-A13 sino a Caen e percorrendo D7-D404-D79-D514 arriviamo alle spiagge dello sbarco.
La Normandia è una regione ancora fortemente legata agli eventi che la videro coinvolta durante la seconda guerra mondiale e in particolare al fatto che il 6 giugno 1944 -il D-Day, il giorno successivo alla liberazione di Roma, sbarcarono le Forze Alleate per liberare l’Europa dal nazismo e le spiagge della costa del Calvados hanno visto svolgersi un avvenimento unico nella storia della seconda Guerra Mondiale le incredibili operazioni dello Sbarco Alleato.
La nostra prima tappa è uno dei siti storici dello sbarco Arromanches-Les-Bains dove arriviamo dall’alto per cui vediamo i resti del porto artificiale voluto da Winston Churchill. Infatti si vedono ancora i cassoni che, affondati nel mare, hanno permesso l’attracco della flotta alleata per il rifornimento delle truppe di terra quando nessun porto sulla terraferma era stato conquistato e sulla destra si vede la spiaggia di Gold Beach dove sbarcarono gli inglesi.
Sul promontorio si trova “Arromanches 360°” che è un cinema con proiezione a 360° su 9 schermi in una sala circolare dove vediamo il film” il prezzo della libertà”che proietta immagini dello sbarco del 1944 e della Normandia oggi facendoti vivere momenti indimenticabili ma terribili.
Uscendo dal cinema sei angosciato perché, tu che non l’hai vissuta, capisci cosa è la guerra e nello stesso tempo speri che il messaggio dato dal filmato faccia comprendere quanto sia importante la pace.
La seconda tappa del nostro pellegrinaggio in questi luoghi tanto travagliati dal dolore è lo spazio aperto vicino al mare, dove c’è la Batteria de Longues. Questa batteria tedesca ha conservato ancora i cannoni che bombardarono le navi alleate. La terza tappa è Colleville-sur-mere dove si trova il cimitero americano che domina la spiaggia di Omaha. La visita al cimitero la facciamo solo io, Sarita e Roberto, perché Gianni deve , ancora una volta, rinunciare perché Chayla non può entrate. Vedere 9387 croci tutte bianche, senza nome, tutte allineate ti fà solo meditare e rendere omaggio al valore ed al sacrificio di tutti quegli uomini che nel 1944 hanno dato la vita per la libertà sapendo che , sbarcare in Normandia, il loro ritorno a casa era molto incerto e per loro non hai il coraggio di scattare alcuna foto ma solo di recitare una preghiera e dire: ”grazie di cuore”.
La quarta tappa è Pointe Du Hoc è uno sperone roccioso, una delle roccaforti tedesche, che il mattino dei 6 giugno fu preso d’assalto con scale da pompieri da 225 rangers americani. E’ il simbolo del coraggio dei giovani soldati che rimasero solo in 90 al termine della missione. Per arrivare a vedere lo sperone si passa da un campo dove ci sono una serie di buche che testimoniano i bombardamenti avvenuti.
Il nostro pomeriggio dedicato allo sbarco in Normandia, percorrendo D514 e la N3, si conclude a St Mere Eglise dove il 6 giugno del 1944, verso l’una del mattino, 15000 paracadutisti vennero lanciati sopra questa cittadina. Il lancio non fu molto preciso e tanti soldati si persero, altri annegarono ed il più famoso rimase impigliato con il suo paracadute allo sperone della chiesa. Il paracadute è quello originale.
Ci riserviamo la visita della chiesa il giorno dopo perché la stanchezza di questa lunga giornata incomincia a farsi sentire e decidiamo di cenare al ristorantino del nostro albergo.(cena 78,30 io e Gianni due menù vegetariani a buffet e due menu con carne per Sarita e Roberto) St.Mere Elise:Hotel Le Sainre mere 58 euro+9 colazione a persona.
2/05/08 venerdì : STE MERE EGLISE –Plogoff km. 424 Questa mattina il ritrovo per colazione è ancora alle 7.30 perché questa è una giornata di trasferimento; infatti ci dobbiamo spostare dalla Normandia alla Bretagna costa atlantica e lungo la strada dobbiamo visitare Dinan che è stata tralasciata lo scorso anno. Prima di lasciare St.Mere Elise andiamo a visitare la famosa chiesa con il paracadutista impigliato e scattiamo la foto di rito .
Imbocchiamo N13 N174 sino al raccordo con N176/ E401 in direzione St Brieuc ed entriamo in Bretagna nella regione della Cotes d’Armor per fare tappa a Dinan borgo romantico medioevale adagiato sulla curva del fiume Rance. Dopo aver trovato a fatica un posteggio ( la sosta è stata gratis grazie ad un signore francese che ci ha dato il suo ticket) passeggiamo piacevolmente tra le vie ricche di case di graticcio dipinte in tinte vivaci e in un negozio della piazzetta a fianco acquistiamo altri ricordini e le famose e buonissime galette bretoni.
. Purtroppo il tempo vola e quindi scendiamo al porto e la prima impressione che si ha è quella di ritrovarsi a Port Aven, luogo che ispirò Gauguin. La tranquillità lungo il fiume invita a fermarsi e decidiamo di fare la sosta pranzo ammirando questo posticino che sembra un quadro degli impressionisti Riprendiamo la macchina e via D700-D790(Rostrenen)N164 (Chatteaulin) D107si riparte alla volta di Pointe du Raz nella regione del Finestere. Stiamo attraversando la Bretagna in orizzontale passando per l’interno ed il paesaggio è veramente riposante: tanti villaggi di piccole case con il tetto di ardesia circondati da giardini curati con fiori multicolori, mucche bianche e nere che pascolano tranquille e tanto tanto verde. E’ un mondo lontano dalla nostra vita quotidiana, ma un mondo che ogni tanto bisognerebbe vivere per sentirsi vivi.
Arriviamo a Pointe du Raz alle 18 e il paesaggio che si apre dopo 20 minuti di camminata è sempre bello e ci sono voluta ritornare perchè questo è uno di quei posti in cui l’uomo si sente infinitamente piccolo, dove l’eternità abbraccia l’immensità e dove la natura prorompe in tutta la sua potenza, dove i protagonisti sono sempre loro: il mare ed il vento Dalla falesia si vede bene l’Ile de Sein e sulla destra, tra Pointe du Raz e du Van ,nella Baia des Trépasses vediamo l’albergo che ci ospiterà questa notte.
L’albergo è proprio in riva all’oceano e dalle nostre camere si ha una vista del faro stupenda che mi sono soffermata ad ammirare il panorama anche di notte . In albergo ci sono numerosi cani, ed, al momento della cena, Gianni si arrabbia perché in sala da pranzo non si può portare Chayla e così, dal momento che in camera piange, per scelta personale, mangia seduto ad un tavolino del bar. Nonostante questo disguido la cena è ottima e scegliamo il menù da 23 euro; io ordino come entrée un gustosissimo granchio mentre gli altri il brodetto di pesce, come secondo solo Roberto prende carne invece noi tre la razza alla normanna con un sughetto delizioso ricco di gamberetti e per finire Gianni il formaggio .Sarita e Roby il gelato e la sottoscritta la indimenticabile creme brulè.(cena 110,60 euro).
Plogoff :Hotel dela Baie des Trépassés 66 euro +10 colazione a persona+ 11 euro Chayla
03/05/08 sabato :PLOGOFF –PORT MARIA/QUIBERON-BELLE ILE KM. 171 Appena mi alzo guardo il faro dalla finestra e lui è lì imponente e superbo come Nettuno, signore del mare, che si erge sui flutti per controllare il suo regno. Anche la colazione io e Gianni la facciamo divisi mentre Sarita e Roberto preferiscono prendere un cappuccino in un bar del villaggio mentre tento la fortuna grattando” un gratta e vinci” francese ma anche in Francia la mia speranza è vana.
Dopo aver fatto la spesa per il pranzo finalmente ci mettiamo in viaggio per la penisola di Quiberon dove alle 14 dobbiamo imbarcarci sul traghetto per la Belle Ile.(D784-D56-D785 Quimper-N165 Auray-D768) e giunti a Port Maria subito sentiamo, come lo scorso anno, l’odore intenso e piacevolmente penetrante del mare. L’attraversata dura 45 minuti e solo Roberto rimane sottocoperta perché c’è troppo vento. Una volta sbarcati a Le Palais , dal momento che sono solo le 15, decidiamo di visitare la costa dell’isola verso il Quiberon. La Belle Ile è la più grande della Bretagna lunga 20km. Ed è la più selvaggia, la più imponente , la più luminosa e irrimediabilmente incantatrice e luogo di villeggiatura preferito da Monet, Matisse , Sara Bernard. La leggenda narra che le fate della foresta di Brocéliande , il rifugio di re Artù, un giorno gettarono le loro corone di fiori nel golfo del Morbihan. Le correnti trasportarono tre di queste corone fuori dal golfo e dalla più bella, quella della regina delle fate, nacque la Belle Ile, La costa verso il Quiberon detta “Cote d’en Dedans” presenta paesaggi mediterranei con minuscole calette e lunghe spiagge di sabbia bianca come la Grand Sables e piccoli porti incantevoli come LePalais e Sauzon. Ci spingiamo lungo la costiera sino a Locmaria ed visitiamo anche il decantato paesino di Sanzum e rimaniamo un pochino delusi in quanto il paesaggio tutto intorno è stupendo e rilassante ma il paesino è solo un gruppetto di casette ben curate e graziose.
Da Locmaria percorriamo la strada interna in mezzo alla campagna dove pascolano numerose pecore che sono famose per la lana mohair,ed arrivati a Bangor ci spostiamo sulla Cote Sauvage verso l’oceano per vedere gli Aghi di Port Coton dipinti 36 volte da Monet. Il luogo è spettacolare e mozzafiato:la “cote d’en Dehors” mostra scogliere ripide e frastagliate ricche di strapiombi che ammiriamo percorrendo parte del sentiero che le sovrasta.
Sul tardo pomeriggio andiamo a Sauzon per prendere possesso delle nostre camere all’hotel Cardinal che è situato in alto in una baia. Senza ombra di dubbio Hotel Cardinal è il più bello di tutti sia per le camere, sia per la posizione incantevole e sia per la cena a buffet dove gustiamo sia piatti di arrosti vari, di verdure , di torte salate e di ostriche, vongole giganti, gamberoni e scamponi e per finire numerosi dolci.
Prima di cena passeggiamo per Sauzon: un pittoresco villaggio con case colorate lungo il porticciolo dove sono ancorate numerose barche e dove ci sono bancarelle che vendono frutti di mare e grossi granchi.
Dopo cena, mentre sfido Gianni a dama, si avvicina un gold retriver di nome Verdi che, forse per accattivarsi i favori di Chayla, si siede sulle zampe posteriori e posa quelle anteriori sulle mani di Gianni. La scena è divertente perché Verdi non sente neppure il richiamo del suo padrone tanto è estasiato ad ammirare Gianni o Chayla.
Sauzon:Hotel Cardinal con piscina 90 euro a persona per dormire, cena e colazione.
04/05/08 sabato QUIBERON –LA ROCHELLE KM. 300 La giornata precedente si è conclusa con una ottima cena e quella odierna si apre con una ricca colazione di fronte al mare. L’Hotel Cardinal è molto piacevole e confortevole;bisognerebbe non stare una sola notte ma più giorni così si potrebbe girare tutta l’isola a piedi per i sentieri, naturalmente tempo permettendo.
Dopo aver pagato il conto ci incamminiamo per il sentiero che da Ponte du Cardinal porta a Pointe des Poulains, ma dopo 100 metri ritorniamo sui nostri passi perché c’è un passaggio difficoltoso ed anche perché il cielo si sta imbronciando. Quest’anno il tempo non è stato un buon amico! Decidiamo di raggiungere la nostra meta in macchina e dal posteggio andiamo verso il faro che si trova sulla punta e, durante la camminata, vediamo la Roccia del cane e la casa di Sara Bernard. Pointe des Poulain è il un luogo in cui ancora una volta il mare regna sovrano:si sente la sua voce, il suo profumo e si vede la sua potenza quando le onde si frangono sugli scogli.
In un luogo così impetuoso ci facciamo ritrarre io ,Sarita, Roberto e Chayla per una bella foto ricordo e tutti pranziamo con i nostri soliti panini artigianali davanti all’oceano mentre dal cielo scendono le prime gocce di pioggia….
Visto il tempo pensiamo verso le 14 di fare un giretto a Le Palais per cercare qualche ricordino che ancora ci manca e soprattutto la “boccia dell’isola” da portare alla mia amica Laura che le colleziona.
Solo un negozio a Le Palais è aperto e, siccome si sta alzando il vento e le nubi sono sempre di più minacciose, a Gianni viene una brillante idea:cercare di poter prendere il traghetto delle 15,30 anziché quello delle 17 guadagnando 1,30h dal momento che ci aspettano 300km. per raggiungere La Rochelle.
All’imbarco ci dicono di metterci in fila ma sino alle 15,30 non possiamo salire perché bisogna vedere se qualcuno rinuncia o ritarda; per nostra fortuna la nostra è stata l’ultima macchina ad essere imbarcata. Durante l’attraversata io e Gianni non possiamo stare all’aperto per molto tempo perché è iniziato a piovere bene e, dato il vento, gli ombrelli non possono rimanere aperti.
Una volta sbarcati incontriamo il rientro dei vacanzieri del week-end sulla penisola di Quiberon e traffico intenso a Nantes (Quiberon-Aury D768-N165 Nantes-A83-N137) per cui arriviamo a destinazione alla 21 e ci attende una sorpresa poco piacevole: l’Ibis de La Rochelle è in centro vicino al porto ma in una posizione infelice dentro ad un cortile tenuto male, senza ristorante, senza posteggio; l’unica consolazione è che abbiamo pagato con tariffa Happy .
Stanchi per il viaggio non abbiamo tanta voglia di uscire, ma la fame ha il sopravvento e così scegliamo tra i vari ristorantini lungo il porto la brasserie “la Marine”dove ceniamo : 3 entrecote con patate a vapore e Gianni un’insalatona., 2 macedonia ,1 creme caramel e un caffè gourmand(73 euro).La cena non è delle migliori ma è rallegrata da un band jazz che suona dei pezzi stupendamente.
La Rochelle:Hotel Ibis Rochelle center 49 euro+8 colazione a persona.
05/05/08 lunedì :LA ROCHELLE –ARCACHON DUNA DU PYLA km. 275 Questa mattina , appena sveglia, mi sono affacciata per guardare il cielo e ho dovuto constatare che anche per oggi il sole si sarebbe nascosto dietro alle nubi. Dopo colazione iniziamo la nostra visita a La Rochelle che si trova nella regione Poitou-Charentes ,che fu fondata del X secolo e che fu il principale porto francese sulla costa atlantica fino al XV secolo grazie al commercio di vino e sale . La Rochelle è una cittadina di mare , con le case tutte bianche ed il “vieux port” situato in fondo ad una stretta baia dove ormeggiano le barche a vela ed i pescherecci. Il passaggio in mare aperto è segnato,con le spalle all’oceano, a sinistra dalla torre della Chaine e a destra dalla torre di S.Nicolas. La prima, utilizzata un tempo come polveriera, deve il nome alla grossa catena che la univa di notte alla torre Saint-Nicolas, la seconda 42 m e leggermente pendente, è una vera e propria fortezza .
Per vedere bene le due torri facciamo il giro del porto sia dall’interno che dall’esterno, poi ci spingiamo sui bastioni per vedere la Torre della Lanterna che fu costruita per essere utilizzata come faro, ma che fu invece una prigione per molti anni. Ritornando verso il porto passiamo per il centro e dalla Porte de la Grosse-Horloge , che rappresenta l’ingresso in città dal porto , andiamo a prendere la macchina per dirigerci all’Ile del Ré attraverso un ponte sull’oceano.(pedaggio 9 euro) Peccato che mentre attraversiamo il ponte c’è una nebbia talmente fitta che non vediamo nulla del panorama ed arriviamo all’Ile del Ré con un tempo che sembra novembre, ma , senza scoraggiarci, percorriamo tutta l’isola sino alla punta nord-occidentale per vedere il Faro des Baleines e prima di giungere a destinazione avviene la magia:si apre una porta invisibile ed entriamo in una splendida giornata di sole. Il faro è alto e decidiamo di salirvi solo io, Gianni e Roberto, mentre Sarita in compagnia di Chayla resta nel giardino(2,5euro a persona). Saliamo per 257 scalini su una scala a chiocciola interna ma ne vale la pena perché il panorama, anche se con un po’ di foschia, è bello. Nel salire vediamo la camera del custode interamente rivestita di legno posta esattamente sotto la sala del faro e diciamo che il guardiano doveva amare tanto la solitudine per vivere li.
E’ quasi arrivata l’ora del pranzo e, dopo aver acquistato il sale da cucina la cui produzione è stata per molto tempo la caratteristica dell’isola, pensiamo di fermarci lungo la spiaggia per addentare il nostro panino guardando l’oceano mentre il vento ci accarezza; secondo Roberto il vento più che accarezzarti ti disturba per cui risaliamo in macchina, lasciamo nella nebbia l’isola e pranziamo in una piazzola di sosta sulla strada…..Che amarezza! Sono le 15.50 ed arriviamo a Royan convinti di passare in Aquitania con il traghetto che attraversa l’estuario formato dalla confluenza dei fiumi Garonna e Dordogna, ma, non conoscendo gli orari, arriviamo che il traghetto delle 15,30 è partito ed il prossimo parte alle 17…..Troppo tardi! Non ci resta che raggiungere la Duna du Pyla passando per Bordeaux (D730-A10-A63) .
Alla Duna du Pyla si arriva verso le 18,30 e per raggiungere in cima dobbiamo salire più di 100 gradini , esercizio ottimo per avere glutei da ballerina e non da ciabattino, come disse nel 2003 il mio amico Maurizio, e lo spettacolo è come me lo ricordavo: stupendo. La duna è una montagna di sabbia finissima unica in Europa a cavallo tra la pineta e l’oceano; è alta 107 mt ,lunga 2700 e larga 500 in continuo movimento.
Io e Gianni è la seconda volta che la vediamo ed abbiamo voluto portare gli “Scaramucci” perché è un luogo singolare ed unico.
Scesi dalla duna dobbiamo trovare l’Ibis di Arcachon e, anche questa volta, dobbiamo girare più volte sulla statale prima di scorgerlo in mezzo alla pineta. E’ uno degli Ibis più deliziosi: situato in mezzo alla pineta in una zona tranquilla dove al mattino il primo rumore che senti è il cinguettio dei passerotti.
Ceniamo nel grill vicino all’albergo perché anche oggi è stata una bella tappa e tutti mangiamo dell’ottima carne alla griglia(80 euro) prima di ritirarci nelle nostre camere per una bella dormita.
Arcachon:Hotel Ibis 80 euro+ 8 colazione a persona 06/05/08 martedì :ARCACHON DUNA DU PYLA-SETE KM. 488 Il risveglio è finalmente con una bella giornata di sole ed allora, dopo la tipica colazione Ibis, ci vuole una passeggiata in mezzo alla pineta lungo la spiaggia respirando a pieni polmoni l’aria di mare ed una cancerina come me hasentito il richiamo del suo elemento: l’acqua e, dopo aver abbandonato gli altri ed essermi tolta le scarpe e le calze, sono andata a pucciare i piedi nell’oceano. Roberto ha immortalato questo mio slancio verso il mare con questa bella foto. L’acqua non è per niente fredda; anzi avrei fatto una camminata con i piedi in ammollo invece ho dovuto asciugare le mie estremità e raggiungere gli altri.
La giornata è di trasferimento perché lasciamo la costa atlantica e ci spostiamo sulla costa mediterra- nea (autostrada A62-A61-a Narbonne A9) perché abbiamo programmato il nostro rientro dalla Provenza. L’unica tappa in questo trasferimento è Carcassonne nella regione Linguadoca-Rossiglione. Ci fermiamo sulla collina dove c’è il bel vedere per riprendere Carcassonne cinta dalle mura e devo dire che la foto che è scaturita è proprio un bel vedere.
La ‘Merveille du Midi’ così è chiamata Carcassonne Citè, in Linguadoca, Francia, uno dei più splendidi, ed importanti, esempi di città medievale fortificata d’Europa. Da oltre duemila anni, fu fondata nel I° secolo a.C. Dai Romani come Colonia Julia Carcasso su una collina alla destra del corso del fiume Aude, la sua immagine è sinonimo di potenza unita ad una scenograficità unica, tanto da renderla anche set ideale per molti film ambientati nel medioevo, ultimo il ‘Robin Hood principe dei ladri’ con Kevin Costner. Cinta da un doppio giro di mura merlate, quelle esterne lunghe 1700 mt e quelle interne quasi 1300 mt, dotate di ben 52 torri, separate da un largo spazio detto Les Lices nel quale ancora oggi si corrono tornei in costume, con uno splendido castello, una bella cattedrale gotica, strade e stradine ricche di case antiche, può essere considerata un compendio di tutto quello che il Medio Evo rappresenta. Il suo aspetto ‘perfetto’ è dovuto ad una importante,opera di restauro intrapresa nella prima metà del 1800.
Posteggiamo ed entriamo nella Citè attraverso la Porte Narbonnaise e percorriamo le varie stradine piene di negozi di souvenir e ci fermiamo in una brasserie in una piazzetta per fare merenda con una crepe salata per Gianni e Roberto, dolce per me e con un te per Sarita. Il tempo vola e la strada è ancora lunga per cui di nuovo in marcia alla volta di Sete dove voglio portare Sarita e Roberto a mangiare in un ristorantino a Balaruc-les-Bains che abbiamo scoperto nel 2003 con i nostri amici di Voghera. Il ristorante si chiama “La Vague sous le Vent”e mangiamo benissimo. Come entrèe Sarita e Roberto prendono la soupe di pesce, Gianni un piatto di ostriche con formaggio fuso ed io un piatto di ostriche, cozze, vongole e gamberi divini; come secondo gli Scaramucci decidono per un entrecote e un’oca mentre i Mutti continuano con il pesce in umido e con spiedini di seppie e gamberoni e terminano con caffè gourmand e creme caramel (112,5 euro). Prima di andare in albergo passeggiamo lungo il lungomare deserto mentre le luci di Sete fanno da sfondo al paesaggio.
Sete:Hotel Ibis 66 euro+8 colazione a persona 07/05/08 mercoledì: SETE –MILANO KM. 805 Oggi è l’ultimo giorno di permanenza in Francia; per finire in bellezza ho programmato un breve tour della Provenza per far ammirare ai miei amici dei luoghi che mi sono piaciuti nei miei viaggi precedenti.
Partiamo da Sete alla volta di Pont du Garde,che è il ponte stampato sul retro delle banconote da 5 euro ed è patrimonio dell’Unesco.
Il grandioso acquedotto costruito sul fiume Gardon dai Romani nel 19 a.C. Faceva parte di un acquedotto di quasi 50 km di lunghezza che portava l’acqua dalle sorgenti di Uzès alla città romana di Nemausus, oggi chiamata Nîmes. È stato costruito da Vipsiano Grippa sotto l’imperatore Augusto. La portata raggiungeva i 20.000 metri cubi d’acqua al giorno. L’acqua corrente impiegava circa un giorno per fluire, sotto la spinta della gravità, dal suo punto di captazione situato alle fontane di Eure, vicine a Uzès, fino all’invaso di ripartizione ancora visibile nella via Lampèze a Nîmes. Il ponte fu costruito senza l’aiuto di cementi a calce; le pietre, di cui alcune pesano fino a sei tonnellate, erano legate da tiranti in ferro. Le pietre sono in calcare e furono estratte da una cava meno di un chilometro dal cantiere del ponte. I blocchi furono posizionati grazie ad un argano azionato tramite una ruota che veniva fatta girare dagli operai. Una complessa impalcatura fu costruita per sostenere il ponte durante la sua costruzione. La facciata del ponte porta ancora i segni della sua costruzione, come i sostegni dell’impalcatura e le cornici sporgenti sui pilastri che accoglievano le strutture semi-circolari in legno che servivano a sostenere le volte in costruzione. Si suppone che la costruzione abbia avuto una durata di tre anni, con circa 800-1000 operai. Il viadotto lungo 275 mt e alto 49 mt ha tre livelli di arcate sovrapposte: Arcata inferiore: 6 archi Arcata intermedia: 11 archi Arcata superiore: 35 archi. Una strada percorre il primo livello e l’acquedotto è collocato al terzo livello. Camminiamo tra gli ulivi secolari , sopra il camminamento del ponte e lungo le rive del Gard e Roberto scatta foto a raffica mettendoci tutta la sua tecnica e la sua classe che non ho potuto non immortalarlo . Ci sono ancora tre posti da vedere e ,anche se a malincuore, lasciamo Pont du Gard per andare a St Remy che dista 45km. Arriviamo a St Remy, tipico paese provenzale ,nel bel mezzo del mercato e subito gironzoliamo tra le bancarelle alla ricerca di prodotti tipici alimentari e artigianali da portare a Milano.
Ci fermiamo ad un banchetto di formaggi che emana profumi deliziosi e sia Sarita che io compriamo vari tipi di formaggio freschi e più stagionati sia da regalare sia per noi alla faccia del colesterolo!
Facciamo la spesa per il pranzo, sfilatini con crudo e tacchino,che consumiamo, dopo un’affannosa ricerca del luogo adatto, in un’area per pic-nic lungo la strada per Fontane Vaucluse.Mentre mangiamo adocchiamo un baracchino che vende frutta e verdura ed allora diamo una rapida occhiata che si conclude con acquisto di pomodori, meloni e una testa d’aglio fresca. La spesa sia di formaggi che ortolana deve stare in macchina per via del caldo, solo l’aglio viene messo nel bagagliaio ma aprendo le portiere sembra di entrare in un supermercato tra odore e sacchetti vari.
Arriviamo a Fontane Vaucluse che fa caldo e la passeggiata sino al luogo dove Petrarca scrisse “chiare e fresche e dolci acque” ci abbronza. Il posto meraviglia Sarita e Roberto che scatta foto come ho fatto io la prima volta che sono venuta.
Prima di rimetterci in viaggio facciamo un gito tra i negozietti di souvenir ed anche qui non usciamo a mani vuote:cicale di coccio che fanno rumore con il vento,saponi alla lavanda e sacchetti di lavanda per cassetti.
L’ultima tappa provenzale è Roussillon che si trova a390 mt di altitudine tra le montagne del Luberon e quelle del Platea de Vaucluse. E’ la terra dalle mille sfumature ocra, chiamata”il colorado provenzale” dove l’erosione ed il flusso delle acque hanno scolpito nelle rocce guglie e canaloni simili ai canyon americani.
Gianni non viene a visitare il canyon) perché dovrebbe portare Chayla in braccio,io accompagno Sarita e Roberto perchè la passeggiata sul “sentiero dell’ocra”(2,5 a persona) scavato nell’ocra stessa permette di ammirare la “Chaussèe des Gèants (Viale dei Giganti) che a seconda del giorno e dalla posizione assume colori che vanno dal giallo all’arancione e al rosso scuro. Il giro che percorriamo è diverso da quello fatto nel 2004 perché il terreno è franato ma lo spettacolo è ugualmente unico e meraviglioso.
tempo a nostra AP Il tempo a nostra disposizione è terminato e risaliamo in macchina verso le 18 sapendo di arrivare a Milano a notte fonda ma, prima di entrare in autostrada, scattiamo le ultime foto ad una casa tipica provenzale ed a un prato di papaveri degno di un quadro impressionista.
A Cavillon prendiamo l’autostrada che percorre l’interno e a Frèjus ci riallacciamo all’autostrada che percorre la Costa Azzurra per arrivare al confine,ma prima di dire “au revoir” alla Francia, ceniamo in un autogrill di camionisti con i nostri panini ed un gustoso melone preso al mercato di St. Remy.
Entriamo in Italia e giunti a Voghera abbiamo una brutta sorpresa:l’autostrada è interrotta per cui facciamo la statale sino a Bereguardo ed arriviamo in via Zante che è l’una.
In questo viaggio in cui abbiamo percorso 4230 km.L’autista principale è stato Gianni ; io sono stata il navigatore tranne nei pezzi di percorso più noiosi o negli scambi nei lunghi spostamenti sono stata il secondo autista.
La nostra avventura è terminata e la solita vita ci attende ,ma per 10 giorni siamo stati diversi , spensierati e felici di aver visto tanti luoghi indimenticabili.