Giro completo di Lesvos, l’isola di Saffo!
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La bellissima isola dell’egeo orientale può essere raggiunta in aereo tramite lo scalo ad Atene. Da Milano ci vogliono 2 ore per arrivare alla capitale ellenica e da lì solo circa 50 minuti per raggiungere l’aeroporto di Mitilene; 15 minuti di macchina e si arriva al lungomare della città. Il volo avvenuto tramite la compagnia greca Aegean è confortevole, c’è solo un momento di indecisione al momento dell’atterraggio a causa del vento tipico delle isole greche, ma tutto sotto controllo. Il nostro albergo Pyrgos of Mytilene è all’interno di una palazzina in stile neoclassico, così come tutte le case della cittadina che dista a soli 5 minuti.
Quando arriviamo in centro la nostra guida Elsa, una signora di origini tedesche sposata con un greco, ci avvisa che Mitilene non è una cittadina turistica e quindi troveremo i negozi chiusi. (Qui i negozi infatti chiudono regolarmente alla sera e di lunedì e mercoledì pomeriggio). Dalle vetrine possiamo però intravedere che si tratta di bellissime botteghe di artigianato. Gli abitanti infatti sono molto inclini all’arte e ciò si può notare entrando nel laboratorio dell’associazione culturale Poliana, dove vengono organizzati workshop artistici per bambini e adulti. All’interno ci sono dei ragazzi all’opera, stanno dipingendo e incollando strani oggetti su una tela; sul soffitto sono appese delle meduse dai lunghi tentacoli fatti di plastica e alle pareti uno splendido quadro che riproduce il famoso dipinto de “La ragazza con l’orecchino di perla” creato con materiali riciclati.
Lungo le strette vie invase di gatti e cani randagi raggiungiamo l’unica chiesa cattolica dell’isola. Questa contribuisce, insieme ai monumenti ortodossi e islamici del centro di Mitiline, a dare un’immagine della secolare polifonia religiosa. Passeggiando si incontra la tipicità dei luoghi greci, sembra di essere tornati indietro nel tempo. Ci sono strani negozi di “cianfrusaglie” di ogni genere e i signori che stanno al margine della strada seduti su sedie trasandate. Le macchine sono degli anni ‘50 tutte impolverate. I ragazzi girano in motorino senza casco. È tutto così assurdo e allo stesso tempo speciale.
Sono quasi le 21.30 e ci dirigiamo verso il ristorante per cenare. Percorriamo delle piccole vie dove incontriamo diversi graziosi locali che sono il nuovo punto di ritrovo dei giovani di Lesbo. La cena è squisita, abbiamo assaggiato tutti i piatti tipici dell’isola: insalata greca koriatiki con cetrioli, pomodori e feta; polpo su letto di fave; feta saganaki (aggettivo che descrive il metodo di cottura alla piastra); tzatziki; gamberi saganiki; triglie fritte, calamaro fritto…e per concludere anguria e il dolce halvas con semolino, miele e cannella. Dopo esserci saziati torniamo in albergo e ci prepariamo per andare a letto. Domani sarà una giornata impegnativa.
skala eressos e sigri
Ore 9; si parte. Dopo un’abbondante colazione adatta ad ogni palato, con cibi salati e dolci di ogni genere ci avviamo per fare un tour dell’isola. Lungo la strada per andare a Skala Eressos, ci fermiamo vicino alle saline del golfo di Kallonis dove stazionano i fenicotteri. Qui ci sono le postazioni per praticare birdwatching che attirano moltissimi appassionati. Facciamo una pausa caffè nel piccolo paese di Vatousa dove pare che il tempo si sia fermato. Vicino alla piccola piazza, all’ombra di un platano su cui è stato innestato un fico, c’è un bar. All’interno gli anziano giocano a carte e aspettano il loro turno tenendo in mano il tipico rosario greco: il komboloi. Questo oggetto ha perso da tempo la funzione religiosa caratteristica dei rosari e oggi viene usato per tenere occupate le mani come passatempo o al fine di smettere di fumare.
Sorseggiato il nostro kafés ellinikos, composto per la maggior parte da solo fondo, ci rimettiamo in cammino. Raggiungiamo la meta decisamente più turistica di Skala Eressos, il paese natale della famosa poetessa Saffo. Siamo sul mare e ci prepariamo per fare un tuffo. L’acqua è cristallina e si vedono tantissimi pesciolini nuotare tranquilli. Non c’è molta gente in spiaggia. Anzi non c’è quasi nessuno. Qualche nonno con i nipotini e qualche turista, proveniente sicuramente da uno dei paesi nordici, zona d’origine della maggior parte dei viaggiatori presenti. Ci asciughiamo, pranziamo e ripartiamo verso la prossima meta: Sigri. Lungo la strada, a differenza della zona attraversata prima in cui abbiamo incontrato foreste rigogliose, ora si può vedere un paesaggio arido. Ci imbattiamo anche in qualche tronco ricoperto dalle ceneri vulcaniche che preannuncia ciò che stiamo per andare a visitare: la famosa foresta pietrificata. La creazione della foresta pietrificata avvenne all’incirca 20 milioni di anni fa, quando un’intensa attività vulcanica creò una serie di centri eruttivi nella parte centrale dell’isola. Questa attività vulcanica ebbe come conseguenza lo scorrimento della lava e della cenere che investì ampie distese di terra e seppellì letteralmente la densa foresta che esisteva nella parte ovest dell’isola. All’interno del museo di storia naturale, dove purtroppo sembriamo essere gli unici visitatori, sono raccolti tutti i reperti della foresta pietrificata e una relazione sulla storia geologica ed evolutiva dell’Egeo.
Il punto successivo della visita consiste nel raggiungere con la barca di proprietà del museo, che ha un particolare vetro sulla parte inferiore che permette di vedere i fondali marini, l’isola di Nisiopi, il cui nome deriva dall’insieme dei due vocaboli greci “nisì” (isola) e “siopì” (silenzio). Qui sono conservati interi tronchi pietrificati direttamente a ridosso del mare. I grossi cartelli informativi ci indicano inoltre che la foresta pietrificata di Sigri è tutta geoparco ed è stata appunto inclusa nell’UNESCO’s World Geoparks Network. Per gli amanti del trekking sono stati creati alcuni sentieri che uniscono i siti fossiliferi, mentre per chi è appassionato di windsurf e kitesurf questa costa occidentale è l’ideale perché molto ventosa.
Ripartiamo per raggiungere il paese di Molyvos (o Mithymna) a un’oretta di distanza. Facciamo una piccola tappa lungo la strada, dove c’è un laghetto con le tartarughe. C’è una famiglia, i bambini lanciano il pane ai piccoli animali acquatici mentre diversi gatti randagi cercano di accaparrarsene qualche pezzo. Riprendendo il nostro percorso veniamo interrotti da un gregge di pecore che torna dal pascolo quotidiano. È tutto così surreale e affascinante. Arriviamo alla nostra meta e ci sistemiamo in hotel (l’Olive press hotel, ricavato dal vecchio villaggio della fabbrica di olio d’oliva) mentre veniamo accolti da un aperitivo alla greca: feta, cetrioli, olive e pomodori accompagnati dal liquore tipico di Lesbo, l’Ouzo, dal sapore di anice. Una bella doccia e si esce a fare una passeggiata per il tipico paese di Molyvos, situato su una piccola collina sormontata dal castello. Qui le case sono fatte di rocce dai colori scuri essendo di origine lavica e sono presenti tantissimi negozi artigianali che vendono gioielli, creme per il corpo all’olio d’oliva e all’aloe, zaini e sandali di cuoio, ecc.. Quando si passa per queste vie tutti i commercianti invitano ad entrare per vedere la merce esposta, sono gentili e cortesi e come si può rinunciare a comprare qualcosa?
Ci sono molti turisti ma nessuno pare essere italiano. Probabilmente i miei connazionali pensano ai fatti degli ultimi periodi riguardanti i migranti… beh, vi posso rassicurare perché il governo greco e le organizzazioni umanitarie sono riusciti a gestire la situazione e al momento non ci sono problemi riguardanti l’argomento immigrazione. Ci si può godere tranquillamente le vacanze in questa splendida isola dal mare cristallino senza alcuna preoccupazione. È ora di cena e ci fermiamo in uno dei tanti ristoranti sul porto. Sono tutti molto suggestivi e graziosi. In quello scelto da noi, il “The octapus restaurant”, è tutto squisito e con la vista della luna quasi piena è tutto più magico. In lontananza si scorge anche il castello di Molyvos, una delle nostre mete di domani.
Skala Sykamias e mitilene
Il castello di Molyvos, costruito dai bizantini e ristrutturato dal genovese Francesco Gattilusio, Signore dell’isola verso la seconda metà del 1300, è collocato appena sopra al paese, in cima alla collina da cui si vedono le coste turche a pochi chilometri di distanza. Scendendo visitiamo la casa della famiglia Kralli, oggi in gestione alla scuola d’arte di Atene. Questa, in passato, ha dato ospitalità a chiunque fosse predisposto all’arte come musicisti, scrittori, pittori, poeti, ecc. All’interno si possono infatti osservare le pareti completamente dipinte dai colori più vivaci che rappresentano la storia degli anni passati, mentre dalle finestre si osserva il panorama rivolto alle adiacenti coste. Raccogliamo le nostre valigie e dopo un veloce bagno nell’acqua gelida della località di Anaxos percorriamo la strada che costeggia il mare per dirigerci verso Skala Sykamias per pranzare all’ombra del grande gelso a ridosso del piccolo porto. Questo enorme albero è rinomato perché sotto di esso si è formato il famoso scrittore greco Stratis Myrivilis.
Il pranzo è ottimo, pesce fresco cotto in base alle scelte dei clienti, vino degno di nota e camerieri gentilissimi. Ma il panorama è quello che colpisce di più: il porticciolo a due passi con i piccoli pescherecci, i gatti che aspettano gli avanzi dei piatti e in secondo piano una piccola chiesa dai colori tipici greci, bianco e azzurro, e sotto di essa due signori seduti su una panchina con due grosse oche gli girano attorno. Poco più in là eccola la scena che stavo aspettando di vedere: due pali collegati da un filo da cui penzolano quattro grossi polpi. È tutto così tipico e spettacolare. Il cielo è occupato da qualche soffice nuvola bianca che si sposta con il vento. Sembra quasi una fotografia.
Riprendiamo il nostro viaggio verso Mitilene fermandoci al Monastero Taxiarchis a Mantamado dedicato all’Arcangelo Michele. Secondo la leggenda i pirati invasero questo monastero uccidendo tutti i monaci che vi alloggiavano tranne uno che ha potuto salvarsi andando sul tetto della chiesa. Questo, in preda allo spavento, vide l’ombra dell’Arcangelo Michele che alzando la sua spada riuscì a scacciare i pirati. All’interno, il monastero è molto elaborato e ricco di oggetti, probabilmente offerti in dono all’Arcangelo dai cittadini, mentre fuori ci sono tantissime piante che decorano il cortile. Prendiamo un caffè, questa volta espresso, e lo accompagniamo con un altro dolce tipico di lesbo: il loukoumades, frittelle tonde servite con sciroppo di miele e cannella. Sono squisite e ci danno la forza per rimetterci in viaggio. Dopo un’oretta eccoci di nuovo a Mitilene.
Ci sistemiamo in albergo e dopo esserci riposati un attimo in stanza siamo pronti per uscire ad affrontare l’ultima piacevole visita al castello veneziano di Mitilene, dove ci attende il concerto della famosa cantante Rita Andonopoulou. Questo castello è infatti scelto come luogo ideale per l’organizzazione di molti eventi culturali nel periodo estivo. Anch’esso situato ovviamente in posizione sopraelevata rispetto alla città è molto suggestivo. Per arrivarci si passa attraverso una pineta verdeggiante con una bellissima vista mare. Sugli alberi ci sono dei biglietti scritti dai bambini che svolazzano alla leggera brezza. Alle porte del castello si riconoscono gli stemmi della famiglia genovese Gattilusio e di quella bizantina dei Paleologi. Il castello di Mitilene è il posto migliore per comprendere la storia dell’isola di Lesbo perché qui sono rappresentati tutti i periodi storici che l’hanno caratterizzata. All’interno ci sono molte costruzioni, ciascuna con uno scopo diverso. C’è una polveriera, una tekkè dove i dervisci turchi si riunivano per fare la loro tipica danza roteante, una cisterna per la raccolta dell’acqua e dei passaggi sotterranei dove le donne e i bambini si riunivano durante la guerra. È davvero molto interessante e la vista del porto sottostante è spettacolare, in particolare all’ora del tramonto.
arrivederci lesvos
L’ultimo giorno è arrivato. Il nostro aereo per Atene parte alle 11.50 di mattina. È uno di quelli con le eliche e dentro è minuscolo, ma il volo è anche più tranquillo di quello dell’andata. Dal finestrino dell’aereo si possono vedere tutte le isolette circondate da un immenso blu.
La Grecia presenta dei luoghi eccezionali e questa isola di Lesbo è degna di essere visitata. Purtroppo a causa dell’arrivo degli immigrati avvenuto negli ultimi anni il turismo è fortemente calato, ma oggi la situazione è stabile. Gli abitanti sono davvero gentili e disponibili con i turisti e parlano perfettamente l’inglese. Nel periodo estivo nell’isola vengono organizzati molti eventi culturali e all’inizio di settembre c’è il grande festival delle donne, in particolare lesbiche, grazie al richiamo collegato alla poetessa Saffo, che richiama donne provenienti soprattutto da Germania, Regno Unito, Olanda e Paesi Scandinavi, ma ultimamente anche dalla Grecia e dall’Italia. Il mare cristallino e le spiagge poco affollate sono l’ideale per le vacanze in famiglia mentre per i più giovani la vita notturna è abbastanza selvaggia, senza però essere esagerata come nelle più famose isole dell’Egeo.
Paola