Girando pantelleria
Altra cosa strana è che a Pantelleria paese per il pomeriggio/sera oltre ad alcuni bar e ristoranti non c’è quasi nulla, ( pochi negozi abbigliam., regali, cose tipiche che a giugno, non sò a luglio/agosto, chiudono alle 20,30) quindi il turista fatto un breve giro sul porto se ne torna a “casa”. Nelle altre località , come strutture, c’è il nulla che va benissimo per meditare e rilassarsi.
Io comunque, nella scelta dell’alloggio, non starei ad oltre 10 km da P. paese dove tra l’altro ci sono gli unici 2 benzinai. Cenare in diversi ristoranti è più costoso che avere una mezza pensione ma molto più piacevole e interessante. Se volete il pesce cercatelo sempre fresco, quello congelato lo troviamo già nelle nostre città. Le temperature dell’aria a P., anche in estate, non sono mai troppo alte nonostante la sua posizione e questo contrariamente a quello che si potrebbe pensare. In genere 25 gradi, quindi ottime. E’ invece il vento che può creare problemi. Il maestrale da nord o lo scirocco da sud possono durare diversi giorni con forti intensità; vanno considerati anche per il giro in barca dell’isola (da fare); se ci sono le condizioni fatelo anche subito perché sui giorni a venire non si può essere certi e anche se diminuisce il vento può rimanere risacca, moto ondoso elevato. Il vento forte condiziona anche la scelta delle varie cale. In questa metà giugno 2008 l’acqua del mare è fresca ma non fredda (detto da un freddoloso) e non ci sono meduse.
Per girare P. È indispensabile la carta/mappa stradale turistica con strade asfaltate, sterrate, sentieri, cale, fonti termali ecc.: le strade sterrate a volte non sono solo sterrate ma in alcuni punti, dicasi forti salite, hanno il fondo di sassi lavici, quasi impraticabili in scooter o con auto normali il che vorrebbe dire tornare indietro anche per parecchi km, meglio informarsi.
Altra particolarità sono le indicazioni: a volte sono in un senso di marcia ma non nell’altro, sono nella strada principale (perimetrale) poi più. Volevo raggiungere le stufe di Kazen ma anche chiedendo ci sono arrivato solo vicino oppure per le acque termali di Punta Nicà; dopo l’indicazione sulla strada non c’è più nulla (forse il politico proprietario del dammuso vicino ha fatto togliere il cartello) le fonti termali sarebbero per tutti e anche lì non sono arrivato. Se raggiungete Cala Gadir vedrete le vasche vicino alle piccole barche ma se non c’è nessuno, nessuno (mancano indicaz.) vi dirà che le vasche più belle sono alla fine del molo di destra e così per altri posti. Dividerei le attrattive principali di P. In: paesi e contrade (urbanistica e architetture a volte deludenti), case e dammusi (antichi, ristrutturati, nuovi, di vip o di anonimi belli perché umani e non esagerati e straordinari), paesaggi e coltivazioni rurali/montani (bellissimi), mare, costa e cale (bellissimi ma poco accessibili e poco fruibili), fonti termali sia sulla costa che all’interno che oltre ad essere piacevoli se fruite correttamente fanno bene alla salute ( meravigliose, varie e diverse accessibili pubblicamente e non privatizzate – fare10 minuti di acque termali calde, poi subito un bagno fresco, così per 2-3 cicli ). Se vi piace camminare (temperatura e ventilazione sono ottimali) portate scarpe da trekking, anche leggere, ci sono tanti sentieri, anche vecchi di migliaia di anni che vi faranno conoscere una stupenda P. Le cose da non perdere: – girare in auto, scooter, a piedi in piena libertà.
– fare il giro intero dell’isola in barca.
– fare il bagno a Campobello, Laghetto delle Ondine (lasciato il parcheggio sempre dritto, non a destra), nel lago Specchio di Venere (unica spiaggia di P.) provare e vedere le varie cale. – fare i bagni nelle fonti termali di: sponda nord lago Specchio di Venere (+ fanghi), nelle vasche di Cala Gadir (oltre a quelle vicino alle barche quelle oltre il molo di destra), Punta Nikà cercando di trovarla, primo sentiero a sin. Dopo il primo dammuso, nella Grotta di Sataria (in fondo, al buio); la sauna / bagno turco nella Grotta di Benikulà , in collina senza farsi prendere paura dal calore e dalla angustia iniziali (portatevi alcuni rametti di rosmarino … da lasciare in grotta, ciabatte, telo e bevande). – provate la gastronomia dell’isola, la più originale possibile, dai capperi, alle pietanze, dolci, vini. – parlate con i panteschi, gentili, disponibili desiderosi di conversare con voi. Ognuno dirà la sua, anche l’opposto, un’originale guida non stampata.
– raccogliete voi stessi i capperi, bastono 4-5 piante ai bordi di una strada per farne 2-3 etti. Metteteli in una tazza col sale e continuate la salamoia… A casa. Dopo 20 giorni mangerete i vostri personali capperi di Pantelleria.
Buona Pantelleria a tutti.
Monica e Giorgio